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Kart, Severiukhin e il saluto romano: "Non intendevo fare gesti nazisti"

© Instagram di Artem Severiukhin

La premessa è necessaria: il kart è altro. Spettacolare e divertentissimo, palestra verso le categorie del motorsport e diletto per gli appassionati. Vale la premessa perché, dal kart e da una gara sotto l'egida FIA, arriva la notizia di un'investigazione avviata dalla Federazione su Artem Severiukhin. 

L'episodio attiene alla cerimonia del podio, nel corso del primo appuntamento del campionato europeo, classe OK, al kartodromo portoghese dell'Algarve.

Il saluto romano del kartista sul podio

Con una nota la FIA ha comunicato l'avvio di un'"investigazione immediata sulla condotta inaccettabile di Artem Severiukhin". Il pilota, iscritto al campionato con Ward Racing, dalle immagini apparse online, celebra la vittoria sul podio con una specie di saluto romano. È il gesto incriminato e sul quale la FIA condurrà l'investigazione. 

Severiukhin, 15 anni, russo, corre con licenza italiana e sul gesto ha provato a dire la sua con un video sul proprio account Instagram

Le scuse di Severiukhin 

"Sono Artem Severiukhin e voglio scusarmi con tutti per quanto accaduto ieri nel corso del campionato europeo di kart. Sul podio ho fatto un gesto che molti hanno interpretato come un saluto nazista. Non è vero. Non ho mai supportato il nazismo e lo ritengo uno dei peggiori crimini contro l'umanità", ha dichiarato in inglese, proseguendo nel tentativo di spiegazione del proprio gesto.

Nel leggere la nota scritta - poi replicata in russo -, Severiukhin ha spiegato il gesto del battere il pugno sul petto come qualcosa di comune per darsi la carica, affibbiandolo a una presunta "usanza" italiana.

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"Sono pronto a rispondere delle conseguenze ed essere punito, però, vi prego di credere che non c'era alcuna intenzione nelle mie azioni. Non c'era alcun supporto al nazismo né l'intenzione di offendere il pubblico, i tifosi, gli atleti o o la squadra. Scusate".

Il gesto è di per sé da valutare, al di là delle prescrizioni previste dalla FIA agli atleti russi impegnati in competizioni sotto l'egida Federale: dalla partecipazione sotto le insegne federali, senza alcun riferimento alla Russia e con l'accettazione di un decalogo di norme di comportamento che prevede - nella diffusione lo scorso marzo - l'assenza di dichiarazioni di supporto o gesti in favore della guerra condotta in Ucraina.

Il caso Severiukhin, a ben vedere, è qualcosa di altro, pur grave e da approfondire da parte della FIA.