Entra nel vivo il progetto di Classe Hypercar di Aston Martin insieme a The Heart of Racing. La Valkyrie LMH ha iniziato i test di sviluppo, quelli che porteranno il costruttore a omologare, il prossimo autunno, il pacchetto d'esordio nel mondiale WEC e, in parallelo - con procedura specifica di omologazione - nel campionato IMSA.
Aston Martin diventerà, così, il primo marchio a schierare una LMH nei due campionati più importanti dell'Endurance. Porsche e Cadillac, infatti, competono con prototipi LMDh.
Primi chilometri di un lungo percorso di sviluppo
Lo shakedown della Valkyrie LMH è stato completato da Darren Runer, Mario Farnbacher e Harry Tincknell. Unicità tecnica del progetto è l'avere un frazionamento V12 aspirato, che affianca il V8 aspirato di Cadillac e le unità turbocompresse - V6 e V8 - degli altri Costruttori di Classe Hypercar (LMH e LMDh). Ovviamente, il V12 della Aston Martin Valkirye, 6.5 litri da oltre 1.000 cavalli, è stato oggetto di una profonda rivisitazione per operare al meglio nei vincoli del regolamento, che limita la potenza massima del sistema a 680 cavalli, in base al BoP.
"I primi run della Valkyrie AMR-LMH sono stati un momento di immenso orgoglio all'interno del programma. La nascita di questo progetto va avanti da due anni e portarlo in pista e vederlo dal vivo è un momento importante", racconta Iam James, team principal di The Heart of Racing.
Rivali agguerriti e ricchi
"Non vediamo l'ora di affrontare il viaggio che ci attende, con una ripida scalata per tutti quanti sono coinvolti nel progetto. Siamo al vertice delle competizioni sport prototipi, gli avversari sono formidabili e corrono da molto tempo. Alcuni di loro hanno risorse infinite e sappiamo che andremo a sfidare i migliori. Vogliamo rappresentare Aston Martin al medesimo livello.
Penso che abbiamo gli strumenti giusti per riuscirci da quanto ho visto finora e dal dna della vettura da cui è derivata questa macchina".
Tra le soluzioni della LMH Aston Martin, si fa subito notare la configurazione di ala posteriore, con ben quattro paratie verticali oltre ai piloni di supporto centrali. Le paratie più esterne, poi, sono curve per interagire con flussi "sporchi" dietro le ruote posteriori e ai lati del diffusore. E' solo il primo di una serie di particolari che differenziano nettamente la LMH dalla Valkyrie stradale come anche dalla AMR Pro omologata per l'uso in pista.