        Un altro "cliente" rinnova in vista del 2026. Dopo McLaren, anche la Williams ha raggiunto l'accordo con Mercedes per continuare a utilizzare le power unit progettate e realizzate a Brixworth.&nbsp; L'avvio del futuro corso tecnico, con propulsori ibridi alimentati a e-fuel e dalla potenza elettrica molto superiore a oggi (476 cavalli dal singolo motore elettrico, MGU-K), segner&agrave; per la Williams i 12 anni di fornitura Mercedes. Dall'avvio della fase turbo ibrida al passaggio agli e-fuels.  Mercedes il partner giusto per una Williams in crescita "Siamo entusiasti di estendere la collaborazione alla prossima fase della Formula 1, ci siamo goduti una partnership di lungo termine con Mercedes. Le capacit&agrave;, il supporto e la tecnologia che Mercedes mette sul tavolo, si allineano alla perfezione con le ambizioni del nostro team sul medio e lungo periodo", spiega James Vowles. Williams che nel breve termine pu&ograve; essere protagonista di una crescita tecnica e, nel 2024, correre regolarmente a met&agrave; schieramento. "L'accordo di lungo termine con Mercedes &egrave; un passo positivo e costituisce parte integrante dei nostri obiettivi futuri, mantenendo al tempo stesso le nostre competenze di progettazione e produzione in house". Wolff e la forza Mercedes in F1 Degli attuali team motorizzati Mercedes, cos&igrave;, solo Aston Martin cambier&agrave; fornitura nel 2026. La squadra di Stroll ha scelto di legarsi a Honda, per una fornitura ufficiale e non pi&ugrave; da team cliente. "Le notizie odierne evidenziano la forza dell'offerta Mercedes in Formula 1 e, cosa ancora pi&ugrave; importante, non solo confermano, ma rafforzano, la nostra strategia complessiva nel motorsport. Dal 2014 abbiamo continuato a costruire e sviluppare la nostra collaborazione con Williams. Non vediamo l'ora di supportarli con la fornitura della power unit, mentre procedono a porre le basi per competere nelle posizioni avanzate della griglia", ha aggiunto Toto Wolff. Malyon nuovo d.s. FIA, focus su regolamento sportivo e direzione gara        

La squadra diretta da James Vowles punta a scalare la griglia e la nuova fase tecnica del 2026 sar&agrave; ancora all'insegna della stabilit&agrave; della fornitura, con la power unit Mercedes

Motori 2026, Williams conferma la fornitura Mercedes

        Lo scorso febbraio si era recato in visita al reparto Red Bull Powertrains, alimentando le voci di una ricerca da parte di McLaren di un'alternativa alla fornitura di power unit Mercedes, dal 2026 in poi. Terreno sondato effettivamente in altre direzioni, come ammetteva Andrea Stella a inizio campionato. Il week end del GP di Abu Dhabi si apre con l'ufficializzazione di un accordo che vedr&agrave; McLaren proseguire con la fornitura di power unit Mercedes. Un contratto che coprir&agrave; le stagioni tra il 2026 e il 2030.&nbsp; Una collaborazione che taglier&agrave; il traguardo dei 30 anni al termine dell'accordo raggiunto sulle future, nuove, power unit turbo e dalla potenza elettrica notevolmente superiore alle attuali unit&agrave;. McLaren, cinque stagioni di stabilit&agrave; in vista "Siamo lieti di continuare la nostra collaborazione con McLaren Racing almeno fino al termine di questo decennio. La natura di lungo termine dell'accordo riflette la condivisa fiducia e impegno sulla nostra futura strategia sulle power unit", le parole di Markus Schaefer, capo dell'area Tecnologica e componente del CdA del Gruppo Mercedes. "Insieme non vediamo l'ora di costruire lo slancio verso il 2026 e l'inizio di una nuova era di un'innovativa power unit elettrificata, progettata per la F1". Per una Aston Martin che lascer&agrave; Mercedes e avr&agrave; la fornitura Honda in esclusiva, McLaren &egrave; di fatto il primo dei team clienti a raggiungere un accordo per la fornitura della power unit 2026. Wolff: perch&eacute; servono i team clienti  "Lavorare con squadre clienti forti &egrave; stato uno dei pilastri della nostra strategia nelle corse. Ha molti vantaggi, poich&eacute; ti d&agrave; un chiaro metro di paragone della competitivit&agrave;, accelera l'apprendimento tecnico e rafforza in generale il business case Formula 1 per Mercedes", aggiunge Wolff. "McLaren &egrave; stato un rivale leale e agguerrito dal 2021, in particolare nella seconda met&agrave; di quest'anno. Le prestazioni importanti della McLaren evidenziano quanto conti una fornitura trasparente e uguale e tutti i team clienti, se vogliamo centrare l'obiettivo di avere dieci squadre in grado di lottare per arrivare sul podio". Lo sviluppo dei motori 2026 &egrave; gi&agrave; in atto, per i nuovi protagonisti come Audi e Red Bull Powertrains, come per i motoristi attualmente impegnati nel mondiale. Mercedes &egrave; al lavoro da met&agrave; del 2022 sullo sviluppo dei concetti destinati all'unit&agrave; 2026, che sar&agrave; alimentata da carburante sintetico e produrr&agrave; met&agrave; della potenza massima del sistema attraverso la parte elettrica. Invariata l'architettura del motore termico: 1.6 litri V6. "Il prolungamento dell'accordo indica la fiducia che i nostri azionisti e il team hanno ne powertrain Mercedes e la nei confronti della direzione che stiamo imboccando insieme a loro, verso la nuova era di regolamenti che ci aspetta. Nelle ultime tre stagioni insieme - e in passato - abbiamo avuto successo; siamo impazienti del successo che arriver&agrave;, mentre continuiamo il nostro viaggio per arrivare a lottare stabilmente nelle posizioni davanti della griglia", sono le parole di Zak Brown. enetpulse src=https://widget.enetscores.com/FW86DB0564931B688D/ev/4028070/lng/it       

La nuova era tecnica delle power unit vedr&agrave; ancora McLaren fornita da Mercedes, per un rapporto di lunga durata e, a scadenza, con il traguardo dei 30 anni da tagliare

Motori 2026, McLaren continua con la fornitura Mercedes

        Ferrari, Mercedes, Renault, Honda, Red Bull-Ford, Audi e, novit&agrave; dell'ultim'ora, l'annuncio di GM: sar&agrave; tra i motoristi della nuova era tecnica in Formula 1.&nbsp; Diversamente dall'impegno Red Bull Powertrains-Ford e da quello Honda e Audi, tutti in griglia di partenza nel 2026, si dovr&agrave; attendere il 2028 per la prima power unit realizzata dal gruppo automobilistico statunitense. Sar&agrave; destinata al progetto Andretti Cadillac, che attende di definire i rapporti commerciali per l'ingresso in Formula 1. Un affare che vede Andretti confrontarsi con la FOM. Un annuncio con le luci di Las Vegas sullo sfondo Alla vigilia del Gran Premio di Las Vegas, GM sceglie il palcoscenico e le tempistiche migliori per annunciare il proprio impegno ufficiale. Lo fa con la registrazione formale presso la Fia, per essere un motorista della futura fase tecnica. "Siamo entusiasti che la nuova squadra Andretti Cadillac in Formula 1 verr&agrave; motorizzata da una power unit GM. Siamo fiduciosi che riusciremo a sviluppare una power unit competitiva per la categoria e posizionare Andretti Cadillac come una vera squadra ufficiale, tutto grazie alle nostre profonde competenze ingegneristiche e nelle corse", sono le parole del presidente GM, Mark Reuss.&nbsp; "Correremo contro i migliori, ai livelli pi&ugrave; alti in assoluto, con la passione e&nbsp; la correttezza che aiuteranno a migliorare lo sport per i tifosi in tutto il mondo". Chi motorizzer&agrave; Andretti Cadillac all'esordio? Resta un punto interrogativo sulla fornitura che si assicurer&agrave; Andretti Cadillac tra il 2025 e il 2027, stagioni che - dovesse essere ammesso il team in Formula 1 - dovranno essere da realt&agrave; "cliente".&nbsp; Nei mesi scorsi, sul fronte Alpine, &egrave; giunta la notizia della scadenza dell'opzione siglata per fornire la power unit ad Andretti dal 2024. &nbsp;Nella migliore delle ipotesi l'orizzonte per Andretti Cadillac in Formula 1 diventa quello del 2025 ma, va anche detto, il regolamento prevede una salvaguardia per le squadre prive di un fornitore di power unit. Tra i motoristi con il minor numero di squadre seguite verr&agrave; individuato chi, obbligatoriamente, dovr&agrave; fornire un team privo di power unit. In casa GM spiegano di una fase di sviluppo e test della tecnologia prototipo gi&agrave; in corso e di come "il progetto migliorer&agrave; le competenze GM negli ambiti dell'elettrificazione, della tecnologia ibrida, dei carburanti sostenibili, sui motori a elevato rendimento termico, sui sistemi software e di controllo avanzato". GM in Formula 1 sar&agrave; con Andretti GM nelle ultime settimane ha chiarito la propria posizione su un ingresso in Formula 1: avverr&agrave; con Andretti Cadillac. Una risposta alle sirene della Formula 1, a "chiamare" l'impegno del costruttore slegato dalla partecipazione del team Andretti. "Sono lieto della notizia di GM iscritta tra i motoristi della Formula 1. &Egrave; l'ulteriore supporto dato ai regolamenti Fia sulla power unit. La presenza di marchi iconici come Andretti e GM &egrave; positiva per lo sport", &egrave; la reazione del presidente Ben Sulayem all'ufficializzazione del Gruppo statunitense sulla progettazione di una power unit di F1 dal 2028.       

Il marchio Cadillac sar&agrave; presente in griglia con Andretti e, dopo l'esordio delle nuove power unit, realizzer&agrave; il proprio progetto indipendente di motore turbo ibrido

Arriva un altro motorista in Formula 1: GM farà la sua power unit

Sai che c&#39;&egrave;? Abbiamo cambiato idea. &Egrave; al limite dell&#39;improbabile che Audi, dopo essersi impegnata a entrare in Formula 1 dal 2026, decida di fare un passo indietro. Ancor pi&ugrave; lo &egrave; l&#39;idea che il potenziamento della struttura di Neuburg, dove si lavora alla progettazione, sviluppo e produzione della power unit, possa operare per conto di Porsche.  Lo scenario &egrave; delineato da Auto Journal, sulla base di indiscrezioni emerse da una fonte interna ad Audi. Con l&#39;avvicendamento dell&#39;a.d. e l&#39;uscita di scena di Duesmann, sostituito da Dollner, sul progetto Formula 1 sarebbe mutata anche la sensibilit&agrave; del nuovo amministratore delegato.  A essere uscito dal mondo Volkswagen, nel 2022, &egrave; anche un altro dei sostenitori della presenza Audi (e Porsche) in Formula 1: Herbert Diess, sostituito al vertice della casa di Wolfsburg con una decisione a sorpresa, maturata nell&#39;estate dello scorso anno.  Il valore della presenza in Formula 1  Cos&igrave;, sulle indiscrezioni di stampa che indicano un possibile avvicendamento dei marchi del Gruppo Volkswagen presenti in F1 - Porsche al posto di Audi -, non resta che ricordare l&#39;idea e il &quot;business case&quot; alla base dell&#39;ingresso di Audi in Formula 1, ritagliata sul maggior valore derivante dalla presenza in un business globale e dalla visibilit&agrave; quantificabile in miliardi di euro equivalenti in spesa pubblicitaria.&nbsp;  Era intorno a questa preposizione che Diess giustificava l&#39;impegno Audi in Formula 1, nonch&eacute; un maggior valore da riflettere sulla produzione di serie.  E-fuels cari a Porsche  C&#39;&egrave; di pi&ugrave;, c&#39;&egrave; la direzione dell&#39;industria dell&#39;auto imboccata in Europa, dove gli e-fuels hanno ottenuto dal legislatore europeo un riconoscimento di carburanti a impatto netto zero sotto la spinta dell&#39;industria dell&#39;auto tedesca.  E-fuels alla base delle power unit 2026, al pari dell&#39;elettrificazione spinta. Trasferire al marchio Porsche - che sugli e-fuels ha dichiarato di puntare per mantenere in vita modelli come l&#39;iconica 911 - i vantaggi della presenza in Formula 1, sostenendo Audi (riconosciuto dalla Fia tra i motoristi 2026) gli investimenti e il lavoro in corso a Neuburg avrebbe il volto di un &quot;rebranding&quot; molto diverso rispetto alle operazioni in voga sulla produzione di serie.&nbsp;  Non ultimo, c&#39;&egrave; il percorso di incremento della partecipazione azionaria nel Gruppo Sauber, con la prima tranche completata a inizio 2023, che ha portato Audi a rilevare una quota al momento di minoranza nella struttura del Gruppo elvetico, responsabile della parte telaistica del progetto 2026. 

Lo scenario (improbabile) &egrave; alimentato da voci dall&#39;interno della casa di Ingolstadt. Il lavoro a Neuburg prosegue, tra potenziamento e definizione dei concetti alla base della power unit 2026

Audi in Formula 1, &egrave; gi&agrave; un ripensamento a favore di Porsche?

        Obiettivo: 2026. McLaren guarda al medio periodo per immaginare un ritorno pieno nella lotta al vertice. Nei piani del team, introdotti gi&agrave; in inverno, alla presentazione della MCL60, c'&egrave; un 2024 nel quale essere una presenza stabile sul podio, poi un 2025 di crescita ulteriore, nel quale sfruttare appieno gli investimenti prodotti sulle infrastrutture a Woking e progettare una monoposto completamente figlia del nuovo corso tecnico. "Adesso abbiamo tutto in ordine e ci serve solo ancora un po' di tempo per maturare. C'&egrave; la galleria del vento, il simulatore, il reparto produzione &egrave; aperto. Il team &egrave; a posto, &egrave; stabile e ci saranno altri talenti in arrivo, che si aggiungeranno alla struttura esistente. Abbiamo tutte le risorse finanziarie necessarie", elenca Zak Brown. Sono le premesse per tornare un top team e in corsa per il titolo. Nuove power unit e nuovi valori in campo "Ci vorr&agrave; solo un po' di tempo perch&eacute; possiamo mostrare questo progresso. Il 2026 sar&agrave; un momento di enorme azzeramento per la Formula 1 e non avremo scuse. Abbiamo tutto ci&ograve; che serve, dalle risorse alle persone, due grandi piloti, tutta la tecnologia necessaria, l'infrastruttura", dice l'a.d. McLaren Racing a Espn. Sotto la direzione di Andrea Stella, la squadra inglese ha impressionato per il radicale cambiamento che ha saputo imprimere a stagione in corso. Da progetto in corsa nelle retrovie a inizio anno a macchina in grado di battagliare con Mercedes e conquistare podi prima della pausa estiva. Il GP d'Olanda diventa un appuntamento nel quale confermarsi e relegare le difficolt&agrave; viste in Belgio a un incidente di percorso, dovuto alle caratteristiche ultraveloci del circuito belga.&nbsp; Il medio periodo al quale guarda Brown per una McLaren alla pari con chi negli ultimi anni &egrave; stato top team coincide con l'introduzione delle power unit alimentate da e-fuel e dotate di una potenza elettrica tre volte superiore alle attuali PU turbo ibride. Quale sar&agrave; il motorista che sposer&agrave; la causa McLaren? Toccher&agrave; ancora a Mercedes? Pu&ograve; essere Red Bull Powertrains, sebbene Horner abbia negato l'interesse a una fornitura ulteriore nei primi anni del progetto Red Bull Powertrains? La sfida inedita per Red Bull Proprio su Red Bull si concentrano gli interrogativi di Zak Brown. Il ciclo aperto dalla scuderia pare destinato a durare nei prossimi anni. Sar&agrave; il cambiamento regolamentare e di power unit il vero punto di azzeramento dei valori? "Nel 2026 ci saranno parecchie incognite se si guarda alla griglia di partenza. Red Bull avr&agrave; un nuovo motore, chiss&agrave; come sar&agrave;, non hanno mai realizzato un motore da s&eacute;. Ci saranno tutte le variabili del caso e penso che la nostra posizione sar&agrave; valida quando quella di chiunque altro".       

McLaren &egrave; in una fase di ristrutturazione e potenziamento che dar&agrave; i pieni frutti nel 2026, quando Zak Brown immagina un team in grado di tornare tra i big. I dubbi sulla power unit Red Bull

McLaren: Brown, gli interrogativi su Red Bull e le certezze sul 2026

        Il botta-e-risposta tra Horner e Wolff, sui rischi che il regolamento delle power unit 2026 nasconde dietro il rapporto della potenza espressa al 50:50 dalla parte elettrica e da quella termica, ha una coda ulteriore, con il team principal Red Bull ad assicurare come i timori siano pi&ugrave; ampi di un interesse personale. "&Egrave; tipico, purtroppo, di Toto, che si concentra solo sulla propria prestazione. Il mio interesse &egrave;, in realt&agrave;, sullo sport piuttosto che su un miglioramento personale. &Egrave; ancora troppo presto per dire chi avr&agrave; un motore competitivo nel 2026 e chi non lo avr&agrave;", le parole di Horner. I limiti del regolamento vengono a galla Wolff, rispondendo in Austria alla possibilit&agrave; di ritoccare le regole tecniche, per concedere un'erogazione di potenza maggiore alla parte termica rispetto alla parte elettrica, non si &egrave; limitato a escludere categoricamente l'ipotesi. Ha lanciato una frecciata a Red Bull: forse sono in difficolt&agrave; con il programma power unit, l'allusione di Toto a spiegare le richieste di variazione del regolamento. "Per me la cosa pi&ugrave; importante &egrave; una responsabilit&agrave; collettiva, dal punto di vista sportivo, nel lavorare con la Fia e il detentore dei diritti commerciali per assicurare che il prodotto sia il migliore possibile. Viceversa, avremo fallito tutti. I regolamenti sono un ibrido rispetto a quanto era stato inizialmente pensato ed &egrave; chiaro che, quando inizi a lavorare su quei regolamenti, trovi quali sono i limiti. Ci sono alcune squadre che condividono opinioni simili alle nostre", ha approfondito il concetto Horner. A preoccupare Red Bull &egrave; l'impatto che potr&agrave; avere l'equilibrio della potenza della power unit al 50:50 tra parte elettrica e termica, anche sulle condizioni aerodinamiche delle monoposto, alla ricerca costante di un ridotto drag per non penalizzare l'efficienza. Ancora Horner, dalle prime simulazioni effettuate sui concetti delle power unit 2026, ha sollevato l'allarme relativo a circuiti con lunghi rettilinei, sui quali l'erogazione della massima potenza elettrica non verrebbe garantita dall'energia nel pacco batterie, arrivando a una situazione di riduzione della potenza massima.&nbsp; Verstappen: no a una F1 decisa dal motore Considerazioni sulle quali le parole di Max Verstappen non sono state confortanti: "Ho visto i dati del simulatore e a me pare una cosa terribile. Se vai in pieno sul dritto di Monza, non so a quanti metri ma a circa 400-500 metri prima della staccata devi scalare marcia perch&eacute; cos&igrave; sei in realt&agrave; pi&ugrave; veloce. Non penso che questo sia il modo di procedere. Sar&agrave; probabilmente una delle piste peggiori per&ograve;, a mio avviso, il problema &egrave; che diventer&agrave; una competizione tra motori e chi avr&agrave; quello pi&ugrave; forte avr&agrave; un grande vantaggio. Non dovrebbe essere questo l'intento della Formula 1, perch&eacute; inizi nuovamente un'enorme corsa allo sviluppo".       

I regolamenti sulle nuove power unit preoccupano Red Bull, Max Verstappen teme il ripetersi di una F1 decisa dal miglior motore. Horner replica a Wolff e assicura: timori RB sono anche di altri team&nbsp;

Motori 2026, Horner: Wolff pensa per sé, noi all'interesse della F1

Horner ha suonato il campanello d&#39;allarme, nel fine settimana del GP d&#39;Austria. Oggetto dei timori di Red Bull Powertrains: il rapporto della potenza elettrica e termica prevista sulle power unit 2026.  Lo sviluppo dei concetti progettuali che porteranno alla nuova fase tecnica delle power unit, alimentate a e-fuels e con una potenza prodotta dalla parte elettrica nell&#39;ordine di quasi 500 cavalli, &egrave; gi&agrave; in atto.  Simulazioni e scenari su cosa attender&agrave; le squadre con la fase tecnica in arrivo, lasciano molti dubbi nel team principal Red Bull. Nel 2026 la squadra inglese avr&agrave; la propria power unit, realizzata con il supporto di Ford Performance.&nbsp;    Ancora pi&ugrave; peso e dipendenza totale dall&#39;aero attiva  &quot;Ci sono elementi molto positivi sul 2026, come la benzina sostenibile, per&ograve; credo che dovremmo prestare con urgenza attenzione al rapporto tra potenza prodotta dal motore a scoppio e potenza elettrica&quot;, ha sollevato il tema Horner, affiancandolo a un incremento ulteriore di peso, nell&#39;ordine dei 30 kg, per i differenti sistemi di raffreddamento della parte elettrica.&nbsp;  &quot;Va fatto prima che sia troppo tardi, per evitare di creare un Frankenstein tecnico, che richieder&agrave; al telaio di compensare a tal punto - con aerodinamica mobile per ridurre il drag - che le corse ne saranno condizionate. Non ci sar&agrave; effetto scia, non ci sar&agrave; il DRS, perch&eacute; ti ritroverai a girare cos&igrave; per tutto il tempo. La questione potrebbe essere risolta semplicemente modificando il rapporto tra potenza erogata dal motore termico e potenza del motore elettrico.&nbsp;  Abbiamo ancora due anni, due e mezzo di tempo: se ci fosse un leggero intervento creerebbe potenzialmente una piattaforma migliore per il telaio&quot;.  Pi&ugrave; potenza al motore termico  Horner vorrebbe una variazione che prevedesse un apporto maggiore della potenza da parte del motore termico, cos&igrave; da compensare certi specifici frangenti di funzionamento della power unit nei quali l&#39;energia nelle batterie non sarebbe sufficiente all&#39;erogazione della massima potenza del sistema e porterebbe strategie di gestione della PU dove il motore termico agisce da generatore d&#39;energia per l&#39;elettrico, limitando la potenza complessivamente prodotta.  Sul rapporto dell&#39;erogazione di potenza massima tra termico ed elettrico, Horner aggiunge: &quot;Al momento &egrave; all&#39;incirca 50:50, non serve che vari molto, ma per soddisfare i vari circuiti anche una variazione del 5%-10% potrebbe avere un effetto importante.&nbsp;  La dimensione della batteria per questi regolamenti 2026 &egrave; enorme. Se variamo il rapporto, rapidamente si potrebbe eliminare la dipendenza dall&#39;aerodinamica attiva, da diffusori costantemente mobili come le ali e tutta la complessit&agrave; che da questo deriva.  La Formula 1 dev&#39;essere fatta di corse ruota a ruota, non possiamo permetterci di perdere questa sfida per piloti che devono scalare marcia in rettilineo per ricaricare le batterie. So che la FIA sta osservando seriamente questa cosa e da vicino, mano a mano che le simulazioni si fanno pi&ugrave; avanzate&quot;.  Wolff: parla cos&igrave; perch&eacute; &egrave; in difficolt&agrave;  Sul tavolo finisce tutta l&#39;integrazione tra telaio e power unit. Alle valutazioni di Horner ha replicato, in toni netti com&#39;era prevedibile, Toto Wolff: &quot;Per la F1 &egrave; importante essere all&#39;avanguardia dell&#39;innovazione. Dovremo realizzare una macchina che sia efficiente dal profilo aerodinamico, cos&igrave; da compensare la perdita di energia. &Egrave; un progetto avvincente.&nbsp;  Quello che spaventa di pi&ugrave; Horner &egrave; forse il fatto che il suo programma power unit non procede e forse vuole uccidere la cosa in questo modo. Devi sempre chiederti qual &egrave; la vera motivazione per dire certe cose.  Non ci sar&agrave; nessun ripensamento. Zero possibilit&agrave;. Non so perch&eacute; queste cose escano fuori. Abbiamo sviluppato i regolamenti per molti anni e con tutti i motoristi coinvolti. &Egrave; sfidante? I nostri tecnici telaisti si chiedono come potranno riuscirci. I regolamenti non cambieranno pi&ugrave; e non verranno rinviati, perch&eacute; il mondo ha bisogno di mostrare innovazione nel campo della sostenibilit&agrave; e noi dobbiamo ridurre le emissioni&quot;.  Siamo in F1, baby  Quanto alla possibilit&agrave; richiamata da Horner, ovvero, che le monoposto non abbiano sufficiente carica della batteria su certe piste per garantire la massima potenza sui lunghi rettilinei, Wolff sottolinea: &quot;Pensate davvero che in questo sport non siamo in grado di produrre tali innovazioni su telaio e motore che evitino ai piloti di dover scalare marcia in rettilineo? Non &egrave; realistico.  Se prendiamo i telai odierni e ci montiamo le power unit future, ci sarebbero poche piste, dai rettilinei molto lunghi, dove avremmo un enorme de-rate della power unit (riduzione di potenza; ndr). &Egrave; la situazione attuale. Ma non monteremo le PU sui telaio odierni, che pesano quanto un prototipo e grandi come elefanti. &Egrave; quello che dovremo reinventare in vista del 2026.&quot; 

Il confronto acceso sulle future power unit ha visto Red Bull segnalare i rischi di una riduzione di potenza in rettilineo. Pronta la replica di Wolff: &quot;F1 &egrave; capace di innovazioni per evitarlo&quot;

Motori 2026, Horner: ripensiamo l&#39;apporto elettrico. Wolff: non se ne parla

        Quando nel 2014 furono introdotti in F1 le power unit ibride, gran parte del pubblico rimase profondamente deluso dal rumore prodotto dai nuovi turbo V6, niente a che vedere con i vecchi aspirati. Dopo anni il rombo dei vari V12, V10 o V8 ancora si fa rimpiangere ma Stefano Domenicali promette un'attenzione particolare al suono per i propulsori che debutteranno in F1 nel 2026. Pu 2026, Audi al lavoro: individuato il pilota di sviluppo  No ai suoni della Formula E Parlando a 3AW, stazione radio australiana, il presidente e amministratore delegato della Formula 1 ha affrontato l'argomento del rombo dei motori: "L'intenzione &egrave; quella di assicurarci che nel nuovo regolamento il rumore del motore sia maggiore, perch&eacute; &egrave; un qualcosa che fa parte dell'emozione legata alle corse. E' un aspetto al quale i nostri tifosi tengono davvero ed &egrave; nostro dovere impegnarci su questo tema. Non passeremo assolutamente a motorizzazioni ancora pi&ugrave; silenziose come nella Formula E. Dobbiamo avere un rombo diverso, che sia musica per le orecchie. Avevamo il 12 cilindri, con una frequenza diversa ed un rumore molto forte, poi siamo passati ai 10, agli 8 e infine ai 6, ma non caleranno di nuovo. Siamo in una situazione diversa, abbiamo i motori ibridi e resteranno ibridi per il futuro".  Domenicali ha dunque confermato che, pur restando ibride, per le power unit del 2026 si lavorer&agrave; sul rombo del motore. Quest'ultimo, lo ricordiamo, manterr&agrave; l'architettura del 6 cilindri turbo e vedr&agrave; un aumento dell'energia cinetica trasmessa dall'MGU-K, a discapito dell'MGU-H&nbsp;(il recupero dell'energia termica) che verr&agrave; rimosso.       

Il presidente e AD della Formula 1 ha ammesso che verr&agrave; posta un'attenzione particolare al rombo delle Pu che debuterranno nel 2026, per riavvicinare i suono prodotti dalla vettura ai fasti del passato

Domenicali: "Motori 2026, vogliamo più rumore"

Dal mondo Porsche al mondo Audi il passo &egrave; breve. Dalle gare Endurance e una parentesi in Formula E, allo sviluppo del progetto di power unit F1, pure. Neel Jani &egrave; il pilota individuato da Audi per condurre lo sviluppo della power unit al simulatore.  Un progetto che vedr&agrave; la luce nel 2026, quando la Casa tedesca sar&agrave; in griglia di partenza insieme a Sauber, a curare in parallelo lo sviluppo telaistico e aerodinamico.  Il lavoro a Neuburg &egrave; partito nel 2022, con l&#39;avvio delle prove al banco sul motore termico, lavorando su un singolo cilindro. Adesso, Audi annuncia il nome del pilota che accompagner&agrave; il lavoro di sviluppo al simulatore.  Sauber, James Key &egrave; il nuovo direttore tecnico dell&#39;era Audi  Jani, Porsche e i risultati nell&#39;Endurance  Un assaggio di Formula 1, Jani - 39 anni - lo ha avuto da tester della Toro Rosso nel 2005 e 2006, ruolo di terzo pilota esteso a Red Bull nel 2008. Il pilota svizzero ha vinto nel 2016 la 24 Ore di Le Mans con Porsche e il mondiale WEC, per un impegno accanto al costruttore di Stoccarda che, nel 2021 lo ha visto arrivare sul podio alla 24 Ore in Classe GTE Pro.  Nell&#39;ultima edizione, ancora un piazzamento sul podio, ancora terzo, ma in Classe LMP2 con la Oreca del team Duqueine - con il quale corre nell&#39;ELMS -.  Simulazione fondamentale per lo sviluppo  &quot;Proprio come sullo sviluppo della produzione di serie, la simulazione svolge un ruolo importante nel nostro progetto F1&quot;, commenta Oliver Hoffmann, componente del CdA, responsabile dello sviluppo tecnico. &quot;Il simulatore &egrave; uno strumento importante dello sviluppo della power unit e richiede un pilota dedicato allo sviluppo che, oltre a comprendere la tecnologia, apporti al progetto un&#39;esperienza poliedrica, soprattutto in termini di gestione dell&#39;energia in condizioni di gara&quot;.  Conoscenza dei sistemi ibridi e del tema della gestione dell&#39;energia di un powertrain elettrico che a Jani non manca, avendo corso con la Porsche 919 ibrida e contribuito allo sviluppo del progetto di Formula E Porsche, diventandone pilota ufficiale nel 2020.  &quot;Sono felice di accompagnare Audi nel percorso verso la Formula 1. &Egrave; un onore e una grande responsabilit&agrave; essere coinvolto in un progetto di tale importanza e in una fase iniziale&quot;, le parole di Jani. &quot;Sono certo che con la mia esperienza dalla Formula 1 e dai progetti in classe LMP potr&ograve; creare buoni collegamenti tra teoria e prassi&quot;.  Power unit Audi, &egrave; tempo di studiare la filofosia progettuale  Audi va oltre l&#39;annuncio del pilota del simulatore, che operer&agrave; a Neuburg, centro nevralgico dello sviluppo della power unit. Un aggiornamento sullo stato dei lavori arriva da Adam baker, a.d. della struttura Audi Formula Racing.  &quot;Al momento siamo concentrati soprattutto su interrogativi legati ai concetti fondamentali, con un&#39;alta rilevanza data alla prestazione. Nel valutare le diverse soluzioni tecniche, a ogni modo, non ci affidiamo esclusivamente a metodologie digitali. Esperienza, conoscenze e lo sviluppo pratico sono componenti indispensabili per trarre le giuste conclusioni dalla simulazione. Con questa combinazione possiamo valutare diverse strategie operative in una fase iniziale e preparare la strada per una gestione energetica efficiente della power unit&quot;.  Audi presenta il programma F1 al Salone di Shanghai 

Il lavoro a Neuburg prosegue: dopo i test condotti sulla parte termica, le attenzioni sono rivolte alla componente elettrica. Jani sar&agrave; il pilota incaricato di lavorare al simulatore&nbsp;

Audi, ecco chi &egrave; il pilota dello sviluppo al simulatore della power unit

        Sar&agrave; un accordo in esclusiva, nessun altro team avr&agrave; la power unit Honda dal 2026 al di fuori di Aston Martin. L'annuncio dell'impegno Honda in Formula 1, in prima persona e in forma completa, traccia nei fatti l'insolito scenario di un motorista che, dopo aver annunciato il ritiro, torner&agrave; sulla scena senza di fatto soluzione di continuit&agrave;. Da fornitore Red Bull, che utilizzer&agrave; la power unit Honda fino al 2025, ad Aston Martin.&nbsp; &Egrave; cambiato lo scenario interno all'azienda nipponica tra l'annuncio del disimpegno Honda nel 2021 e il desiderio di tornare a far parte di un campionato che ha imboccato la via di power unit con una rilevanza massima della componente elettrica.&nbsp; La F1 "elettrica" &egrave; un impegno giustificabile Nell'elettrificazione, nei piani di "sostenibilit&agrave;" che si &egrave; dato lo sport si trovano gli appigli per giustificare l'impegno sportivo di fronte al CdA.&nbsp; "Una delle ragioni chiave della nostra decisione di affrontare la nuova sfida in Formula 1 &egrave; il desiderio del campionato motoristico pi&ugrave; importante al mondo di diventare una serie sostenibile. &Egrave; un obiettivo in linea con la direzione di neutralit&agrave; carboniosa nella quale punta Honda e diventer&agrave; la piattaforma che faciliter&agrave; lo sviluppo delle nostre tecnologie di elettrificazione", commenta l'a.d. Honda Toshihiro Mibe. Le regole 2026 definite anche da Honda Honda &egrave; sempre stata parte in causa nelle discussioni condotte tra FIA, motoristi attuali e potenziali (Audi), FOM, intorno alle future power unit. Quando si discuteva di abolizione del MGU-H per favorire i nuovi protagonisti, quando si discuteva delle concessioni al tempo e risorse destinabili allo sviluppo da riconoscere ai nuovi attori, Honda c'era. Red Bull ha scelto una via sostanzialmente diversa, con la divisione Powertrains avr&agrave; il supporto Ford ma sar&agrave; sostanzialmente un impegno in prima persona nella realizzazione della power unit. Le condizioni proposte a Honda, di partenariato che non diluisse la rilevanza dell'impegno RBPT, hanno portato alla separazione delle strade.&nbsp; Aston Martin passer&agrave; dalla fornitura Mercedes di power unit, cambio, sospensione a un progetto ad altissima integrazione, potendo contare sul rapporto di fornitura in esclusiva di Honda. Gli aspetti cruciali di una PU vincente "Honda &egrave; una realt&agrave; la cui storia &egrave; fatta di crescita passando da sfide e vittorie in gare di livello mondiale. Con i regolamenti 2026 l'elemento cruciale per vincere sar&agrave; un motore elettrico compatto, leggero e ad alta potenza, con una batteria ad alte prestazioni, in grado di gestire elevate e rapide erogazioni di potenza, come anche la tecnologia di gestione energetica", prosegue Mibe. Le condizioni dell'impegno della casa nipponica sono diversissime dal ritorno in Formula 1 con McLaren, all'alba dell'era turbo ibrida. Le difficolt&agrave; nell'interpretare il regolamento sono state un duro colpo all'immagine Honda, prima che guadagnasse competitivit&agrave; e successi con il passaggio a partner di Red Bull.&nbsp; Dalle corse al prodotto di serie "Crediamo che le tecnologie e le competenze guadagnate da questa nuova sfida possano, potenzialmente, essere applicate direttamente alla nostra futura produzione di veicoli elettrici di massa - come il modello sportivo elettrico di bandiera - e le tecnologie di elettrificazione in vari settori, compreso l'eVTOL (un velivolo elettrico a decollo e atterraggio in verticale; ndr) che &egrave; attualmente oggetto di ricerca e sviluppo", &egrave; quel necessario appiglio dell'impegno sportivo agli scenari industriali e di elettrificazione del mercato auto, specialmente in Europa e negli USA. "Honda ha il massimo rispetto per la FIA, che ha assunto una decisione coraggiosa di introdurre questi nuovi regolamenti sfidanti per garantire la sostenibilit&agrave; delle attivit&agrave; di gara e dell'ambiente globale; massimo rispetto per Formula 1 Group, che ha incrementato il valore del marchio F1, garantendo la sua evoluzione nel campionato automobilistico pi&ugrave; prestigioso al mondo".       

L'impegno Honda dal 2026 con Aston Martin apre una nuova fase per la squadra inglese e per il motorista. I temi della sostenibilit&agrave; e della rilevanza della parte elettrica della PU giustificano il "ritorno"

Honda motorista Aston Martin in esclusiva, è ufficiale

        Occhi puntati in casa Aston Martin verso il GP di Monaco. L'appuntamento di Montecarlo &egrave; il primo sul quale Fernando Alonso punta per ottenere un risultato superiore al piazzamento sul podio. Per caratteristiche della monoposto, Monaco pu&ograve; riservare ad Aston Martin concrete chance di vittoria. Sar&agrave; tema di discussione da gioved&igrave;, insieme al possibile annuncio di una partnership tecnica tra Aston Martin e Honda dal 2026. Le indiscrezioni dicono di un annuncio imminente, che potrebbe costituire il buongiorno europeo della giornata di mercoled&igrave;. Honda e Geely, grandi manovre in Aston Martin&nbsp; La fornitura di motori Honda, le nuove power unit alimentate da e-fuel e con una potenza prodotta dal motogeneratore elettrico tre volte superiore al valore odierno, &egrave; un progetto che ha guadagnato sempre pi&ugrave; credibilit&agrave;, dopo le voci che volevano anche la McLaren tre le squadre interessate a una fornitura.&nbsp; Aston Martin vive una fase di profonda evoluzione, sia sul piano industriale che sportivo. Gli investimenti sulle strutture di Silverstone sosterranno le ambizioni di un team che punta a vincere il mondiale e, in questo 2023, &egrave; emerso come seconda forza in campo. Nella compagine azionaria &egrave; notizia recente l'incremento della partecipazione dei cinesi di Geely, con un apporto di 109 milioni di euro al capitale. Power unit su misura Con il passaggio ai motori Honda nel 2026 si interromperebbe il legame con Mercedes, che ha accompagnato prima la Force India, poi la Racing Point e, oggi, Aston nell'era turbo ibrida. Un rapporto che andr&agrave; avanti fino al termine del 2025. Il vantaggio pi&ugrave; grande per Aston Martin dell'essere il team ufficiale motorizzato Honda, sar&agrave; nella possibilit&agrave; di lavorare a un'integrazione totale tra macchina e power unit, in concomitanza con una fase di radicale cambiamento tecnico dei regolamenti.       

Ai rumours delle ultime settimane potrebbe subentrare l'ufficialit&agrave; dell'accordo in prospettiva 2026. Aston Martin avrebbe un motorista "tutto per s&eacute;"

Aston Martin-Honda verso l'annuncio di fornitura

        In attesa di scoprire cosa far&agrave; Honda, se decider&agrave; per l'impegno in Formula 1 dal 2026 e se avverr&agrave; con una fornitura ad Aston Martin, sul fronte Red Bull Powertrains si fissano i paletti alle forniture clienti. La struttura lavorer&agrave; con Ford alla realizzazione della power unit e, lo scorso febbraio, Zak Brown si &egrave; recato in visita a Milton Keynes nei panni del potenziale team cliente.&nbsp; Sull'opportunit&agrave; di fornire altre squadre, Christian Horner gi&agrave; nei mesi scorsi si era espresso negativamente. Se lo scorso marzo era il dato economico a essere considerato (non c'&egrave; alcun ritorno dal fornire la power unit, disse), oggi approfondisce la vicenda da un punto di vista organizzativo di Red Bull Powertrains. GP Imola, gli orari TV del week end  Red Bull Powertrains proceder&agrave; per gradi "Penso che partiremo inizialmente con due squadre, perch&eacute; da nuovo motorista non devi forzare la mano", spiega Horner in un'intervista a Racing News 365.&nbsp; "Vogliamo concentrarci anzitutto sulle squadre Red Bull, per&ograve; c'&egrave; parecchio interesse da parte di altri team. Perlomeno altri due ci hanno contattato, ma non siamo ancora pronti". Red Bull e AlphaTauri monteranno le power unti RBPT-Ford, poi chiss&agrave;.&nbsp; Le variabili della nuova fase Una nuova era tecnica si aprir&agrave; nel 2026 e, in modo del tutto simile a quanto avvenuto nel 2014 con le power unit turbo ibride, sar&agrave; cruciale individuare i motoristi che meglio avranno interpretato il ciclo. La continuit&agrave; con le power unit odierne sar&agrave; di certo molto pi&ugrave; ampia rispetto al precedente del 2014, che segn&ograve; un radicale spartiacque. Restano, tuttavia, i temi dello sviluppo della potenza elettrica e della prestazione dei motori termici dall'impiego degli e-fuels come elementi di differenziazione buoni a creare un vantaggio competitivo tra i motoristi. Horner, sulla possibilit&agrave; di avere clienti al di fuori del mondo Red Bull Racing, ha aggiunto: "Avremo, comunque, la capacit&agrave; per fornire altri team in futuro, per&ograve; nei primi anni vogliamo concentrarsi sulle squadre Red Bull". L'editoriale del Direttore: Tutti a Imola con passione!       

Nei piani di Red Bull Powertrains non c'&egrave; la fornitura immediata, dal 2026, di una squadra cliente al di fuori del mondo Red Bull Racing. Le ragioni sono strettamente operative

Horner e la power unit Red Bull-Ford: per i team clienti ci sarà tempo

        Lo scorso inverno, in casa Honda, confermavano di avere una fila di pretendenti alla fornitura di power unit a partire dal 2026. &nbsp;Restava un nodo, tuttavia, da sciogliere: il via libera all'"operazione ritorno", in prima persona e in modo completo, sulla scena della F1.&nbsp; Honda che si trova nella paradossale condizione di un disimpegno dalla categoria annunciato nel 2020 ma, nei fatti e con sigle alterne - prima HRC, ora nuovamente Honda - sempre l&igrave; ad affiancare Red Bull. Aston Martin-Honda per un rapporto privilegiato Lo scenario sar&agrave; diverso dal 2026, quando Red Bull Powertrains avr&agrave; il supporto Ford e Honda potrebbe tornare nel ruolo di motorista. Secondo quanto riporta The Race, la prossima squadra con cui collaborare sar&agrave;, con ogni probabilit&agrave;, Aston Martin. Un impegno ufficiale di Honda potrebbe essere vicino, subordinato al via libera dei vertici, di quel CdA che, presieduto da un altro a.d. nel 2020, Hachigo, aveva votato il disimpegno dalla F1.&nbsp; Dalla Williams alla McLaren, svariati team sono stati accostati alla fornitura futura Honda. Nel caso di McLaren, sono cosa nota i contatti avuti con Red Bull Powertrains. La visita di Zak Brown, lo scorso febbraio, a Milton Keynes &egrave; servita per sondare un'alternativa all'attuale fornitura Mercedes. Aston Martin, che di Mercedes &egrave; oggi cliente e lo sar&agrave; fino al 2025, avrebbe in Honda quel motorista col quale formare un rapporto da "squadra ufficiale", che offre ben altre opportunit&agrave; nell'integrazione della progettazione di motore e telaio. Ferrari sorprende a Miami: la SF-23 con sviluppi pi&ugrave; ampi del previsto Sport e prodotto due piani separati Accanto allo scenario sportivo, che vedrebbe Honda tornare a motorizzare la squadra di Silverstone, quasi trent'anni dopo la collaborazione Mugen-Honda con Jordan, c'&egrave; un profilo industriale. Aston Martin ha delineato per i prossimi anni lo sviluppo di una gamma di supersportive, anche elettriche, che attingeranno alla tecnologia Mercedes, come gi&agrave; avviene per diversi progetti con motore termico. Due piani, sport e industria, che vedrebbero collaborazioni tecniche sostanzialmente diverse con una fornitura F1 targata Honda.        

Gli scenari sul 2026 attendono l'ufficializzazione dell'impegno Honda. Un passaggio formale al quale potrebbe seguire la collaborazione con Aston Martin, che avrebbe un motorista "tutto per s&eacute;"

Aston Martin sarà il prossimo team motorizzato Honda?

        Le parole del presidente Ben Sulayem, lo scorso settembre, dopo che la trattativa tra Porsche e Red Bull era naufragata, avevano lasciato uno spiraglio su altre opzioni per introdurre Porsche alla Formula 1. Aveva confermato l'interesse della casa di Stoccarda, andato in realt&agrave; scemando tra settembre e la fine del 2022. Nulla di fatto, perlomeno con un orizzonte sul 2026: Porsche non sar&agrave; presente in griglia. Con una nota ufficiale, diffusa in replica a motorsport-total, a Zuffenhausen hanno specificato come "il Motorsport sar&agrave; sempre l'essenza della nostra identit&agrave; di marca. La Formula 1 resta una serie interessante per noi, tuttavia, &egrave; nel WEC, IMSA e in Formula E che vogliamo lottare per vincere. Questa &egrave; la nostra tradizione e resta la nostra principale attenzione". Le condizioni tecniche giuste Eppure, le premesse per facilitare l'ingresso di Porsche come di altri marchi dell'industria dell'auto c'erano tutte. A partire dall'introduzione delle power unit alimentate da e-fuels dal 2026 e prive di MGU-H. Sterzi a parte: per 499P che tu sia, &egrave; gi&agrave; Wec mania! Un fronte di strettissima attualit&agrave;, quello degli e-fuels sul piano industriale, spinto dalla Germania in sede europea, fino a ottenere l'esenzione dal divieto di vendita di auto nuove non a emissioni zero per i modelli in grado di funzionare a carburanti sintetici.&nbsp; Sulla materia, Porsche ha investito in un progetto pilota di produzione di e-fuels, destinati all'impiego anzitutto nella Porsche Supercup e, in prospettiva futura, sulla produzione di serie. Un controllo impossibile da ottenere Sfumato l'accordo con Red Bull, irremovibile sul pretendere il controllo della squadra corse in piena autonomia, diversamente dalla gestione paritaria voluta da Porsche, si sono sommati tanti rumours per un ingresso dei tedeschi in Formula 1. Va detto &egrave; stato un interesse mai concretizzatosi anche solo in una forma di iscrizione tra i motoristi 2026, come invece ha fatto Honda. Rumours che hanno accostato Porsche a Williams ma anche alla McLaren. Su quest'ultimo fronte c'&egrave; del vero, tuttavia. Sebbene riferito alle attivit&agrave; di McLaren Automotive, per una joint venture destinata a produrre sportivissime stradali, a partire da un suv elettrico. Non la F1 come tema centrale delle discussioni.&nbsp; Escludere, oggi, l'impegno a breve nella massima categoria vuol dire rinunciare a un'occasione unica, con l'azzeramento che arriver&agrave; dai nuovi regolamenti sulle power unit 2026. Nella locuzione usata da Porsche per dire dell'impegno prioritario orientato sull'Endurance e la Formula E, non manca un'apertura indefinita, su un futuro non meglio precisato per ritrovare la Formula 1, che resta semplicemente "una serie interessante".&nbsp;       

Si chiude una lunga parentesi fatta di accordi mancati, interesse verso la F1 degli e-fuels e partnership discusse: Porsche non entrer&agrave; in F1 nei prossimi anni

Porsche, no alla F1 nel prossimo futuro: obiettivo endurance e F.E

        Nel gennaio del 2022 sembrava una formalit&agrave; l'ingresso della Porsche in F1, mentre adesso, 14 mesi dopo, il ritorno del marchio tedesco nel Circus pare destinato a diventare un'idea suggestiva e niente pi&ugrave;. Questo perch&eacute;, dopo l'accordo saltato con la Red Bull, Porsche non ha pi&ugrave; trovato sbocchi in Formula 1, tanto da decidere di abbandonare il progetto per il motore del 2026. &Egrave; quanto riporta la testata The Race, che ha raccontato come la casa tedesca, dopo tante trattative, sia sul punto di gettare la spugna per concentrarsi su altri progetti nel motorsport. F1 2023: il calendario Porsche, l'accordo saltato con la Red Bull Rivedere il marchio tedesco in F1 sembrava cosa fatta quando, all'inizio del 2022, avevano trovato conferma le voci che volevano Red Bull e Porsche protagoniste di una trattativa gi&agrave; ben avviata. Porsche avrebbe preso sotto la sua ala il reparto Red Bull Powertrains messo su dal team austriaco per fornire power unit in esclusiva a Red Bull e AlphaTauri a partire dal 2026, anno nel quale debutteranno i nuovi motori. Tuttavia, &egrave; subentrato un ostacolo che ha complicato la trattativa fino a farla saltare: Porsche voleva acquisire il 50% della Red Bull, mentre quest'ultima non era affatto intenzionata a cedere una quota cos&igrave; grande, anche perch&eacute; avrebbe significato la perdita di un'indipendenza che la casa austriaca non vuole assolutamente mollare.&nbsp;&nbsp; Fornitura gomme: aperto il bando per il triennio 2025-27 I tentativi con Williams e McLaren F1 Cos&igrave;, mentre la Red Bull virava verso la Ford, la Porsche si &egrave; guardata intorno individuando Williams e McLaren come possibili squadre con cui dare vita ad una collaborazione. N&eacute; con l'una n&eacute; con l'altra per&ograve; si &egrave; arrivati ad un accordo, e probabilmente ci ha messo del suo anche l'arrivo in F1 del marchio Audi, che proprio come quello Porsche fa parte del gruppo Volkswagen. L'Audi detiene il 25% del team Sauber e questa quota salir&agrave; nei prossimi anni fino al 75%, per un controllo pressoch&eacute; totale della squadra svizzera. Chiaro dunque che per il gruppo Volkswagen trovare uno sbocco nel Circus anche con la Porsche non sia una priorit&agrave;. Sguardo su Formula E e WEC Porsche voleva fortemente la F1 e la voleva a partire dal 2026, perch&eacute; ai vertici l'idea &egrave; quella che, se non si sar&agrave; presenti sin dal primo anno delle nuove forniture, entrare in anni successivi (dunque indietro sul piano dello sviluppo rispetto alla concorrenza) sar&agrave; troppo svantaggioso in termini prestazionali. Per questo motivo, con le porte del Circus chiuse a quanto sembra in maniera definitiva, Porsche ha spostato il suo sguardo su altre categorie: l'idea ora &egrave; quella di concentrarsi maggiormente su Formula E e WEC.&nbsp; L'ultima Porsche di F1 L'ultima fornitura Porsche in F1 dunque &egrave; destinata a rimanere quella alla Footwork nel mondiale 1991, in quella avventura disastrosa che dur&ograve; appena 6 GP. Il V12 tedesco soffr&igrave; di svariati problemi di affidabilit&agrave; sin dalla nascita, era troppo ingombrante e il team inglese fu addirittura costretto a rivedere la vettura, ma dopo sei gare l'accordo salt&ograve;: la Footwork pass&ograve; ai Cosworth mentre la Porsche avrebbe lasciato definitivamente la F1. F1 2023, il calendario dei GP        

A quanto pare, Porsche non sar&agrave; in F1 nel 2026: dopo l'accordo saltato con Red Bull e le trattative non andate a buon fine con Williams e McLaren, la casa tedesca si concentrer&agrave; su WEC e Formula E

Porsche: niente F1 nel 2026?

        Dello scenario di una fornitura Red Bull Ford alla McLaren si &egrave; tornato a parlare nel week end del GP del Bahrain. Alle prime indiscrezioni di una visita, a inizio febbraio, di Zak Brown a Red Bull Powertrains sono seguite le conferme delle parti. C'&egrave; interesse sul progetto al quale lavora Red Bull, come anche verso una Honda che ha confermato un certo movimento intorno a una possibile fornitura 2026, dovesse il motorista nipponico decidere per l'avvio di un nuovo progetto.  Red Bull motorista parla con tutti Rientra nel normale business dei motoristi, l'incontro per discutere di future forniture, secondo Christian Horner.&nbsp;&nbsp;"Nelle vesti di costruttore di power unit per il 2026 ci saranno delle discussioni relativamente a una potenziale fornitura di power unit. &Egrave; del tutto naturale che parliamo con potenziali clienti". Ferrari con il dubbio fragilit&agrave;, per Aston Martin &egrave; buona la prima Red Bull Ford motorizzer&agrave; anche AlphaTauri, intorno alla quale, prima Franz Tost, poi Horner, hanno smentito i rumours di una possibile cessione da parte di Red Bull Racing. "Nel paddock ci sono molte speculazioni, a volte &egrave; divertente vedere come ci si fa prendere la mano sulle cose. Per quanto ne so, non sono previsti cambiamenti. Abbiamo delle sinergie e accordi di fornitura con AlphaTauri, alla quale forniamo diversi componenti", ha liquidato la faccenda Horner.&nbsp; Clienti o no, la fornitura non genera guadagni Chi, in questa era di Formula 1 turbo ibrida, ha lamentato l'assenza di una squadra cliente, lo ha fatto sulla base della mole di dati inferiore a disposizione per sviluppare le prestazioni (fintanto che i regolamenti non sono stati congelati) e lavorare sull'affidabilit&agrave;. &Egrave; il caso di Renault, a motorizzare solo Alpine - in prospettiva con una fornitura Andretti Cadillac garantita, se il team avr&agrave; l'ok all'ingresso in Formula 1 -.&nbsp; Accanto agli aspetti tecnici vi sono quelli economici, di un vantaggio nella fornitura che, sentendo Horner, non &egrave; minimamente paragonabile al recente passato, alle forniture nell'ordine dei 20 milioni di dollari a stagione, prima che intervenisse un contenimento dei costi, che sar&agrave; ulteriore con la fase in arrivo nel 2026. "Da quanto vediamo oggi, non ci sono soldi che entrano dalla fornitura di squadre clienti, non &egrave; un business profittevole". In casa McLaren, la posizione &egrave; quella del team che si guarda intorno, su pi&ugrave; soluzioni alternative all'attuale fornitura Mercedes: "Abbiamo una collaborazione solida con HPP. Chiaramente, guardando avanti, vuoi capire cosa c'&egrave; a disposizione e questo non dovrebbe essere una grande sorpresa", ha dichiarato Andre Stella a Sakhir.       

Horner puntualizza i termini dei colloqui intrattenuti con McLaren e chiarisce come per il motorista non sia pi&ugrave; un business economicamente vantaggioso la fornitura delle power unit dal 2026

Red Bull-McLaren, colloqui ordinari: "Non c'è guadagno da una fornitura"

        La visita di Zak Brown a Red Bull Powertrains &egrave; un fatto, confermato da un portavoce del team di Milton Keynes. Come &egrave; un dato di fatto l'accordo in scadenza a fine 2025 con Mercedes per la fornitura di power unit alla McLaren. A Woking si lavora a esplorare le possibili alternative in chiave 2026.&nbsp;Il tema &egrave; stato discusso a margine della presentazione della MCL60 e l'a.d. di McLaren Racing ha ammesso un lavoro in corso per capire in quale direzione portare McLaren nella nuova era tecnica delle power unit alimentate da e-fuels.  Non solo Red Bull Powertrains Il The Independent ha riportato la notizia della visita di Zak Brown a inizio febbraio, da Woking a Milton Keynes evidentemente non per una visita di cortesia ma assolutamente interessata. L'opzione Red Bull Powertrains - Ford &egrave; una delle diverse circolate intorno a McLaren, gi&agrave; accostata a Honda per una possibile collaborazione.&nbsp; La sorpresa nel registrare la visita di Brown in Red Bull Racing &egrave; relativa, anche ricordando l'affondo netto portato da McLaren sulla vicenda della violazione del budget cap, a fine 2022. L'accusa di aver imbrogliato mossa a Red Bull, la lettera rivolta alla presidenza FIA per invocare sanzioni esemplari. Fatti, che non impediscono di ragionare in prospettiva e di affari, anzitutto. L'editoriale del Direttore: E ora parla la pista Red Bull Powertrains - Ford andr&agrave; a produrre le power unit per Red Bull e Alphatauri, sommare una terza fornitura offrirebbe non solo una maggior mole di dati sui quali poter contare nella fase di sviluppo ma permetterebbe anche di spalmare i costi di ricerca, sviluppo e produzione con maggiore efficienza.&nbsp;       

Zak Brown ha visitato Red Bull Powertrains a febbraio, con la McLaren che guarda alle possibili alternative di fornitura della power unit, oltre l'attuale collaborazione con Mercedes

McLaren-Red Bull Powertrains, Brown in visita a Milton Keynes

        Lascio. Anzi, no, non del tutto. Sai che c'&egrave;? Forse torno. Le posizioni Honda intorno al proprio impegno in Formula 1 sono un registrare direzioni varie e di ripensamento.  Nel 2020 annuncia il disimpegno da fornitore Red Bull Racing al termine del campionato 2021. Un disimpegno a met&agrave;, visto che le power unit continuano a essere curate in una forma differente, con l'impegno HRC, fino al ritorno, dal campionato 2023, del nome Honda nella fornitura: Honda RBPT, l'iscrizione formale dove RBPT &egrave; Red Bull Powertrains.  Piace l'elettrificazione in arrivo nel '26 In prospettiva futura, guardando al 2026, c'&egrave; la registrazione della casa nipponica tra i motoristi interessati a produrre una power unit secondo il nuovo regolamento. Saranno motori alimentati da e-fuels e dotati di una componente elettrica tre volte pi&ugrave; potente l'attuale erogazione di cavalli prevista dal MGU-K, nonch&eacute; dall'eliminazione del MGU-H. I rumours di un possibile ritorno Honda con McLaren sono da iscrivere alla recente attualit&agrave;, con la squadra di Woking che fino al 2025 rester&agrave; cliente Mercedes ma ha anticipato la disponibilit&agrave; a discutere per la futura, nuova, fase tecnica anche con altri costruttori. Di certo non sar&agrave; Red Bull il partner, visto l'accordo raggiunto con Ford per una collaborazione e co-branding dei motori realizzati dalla divisione RBPT.  Le 10 cose orrende di questa Formula 1 Diverse squadre sono interessate a una fornitura Honda In Honda, dopo aver sostenuto la propria uscita dalla F1 sulla base di strategie industriali e risorse da destinare all'elettrificazione del prodotto di serie, il cambio di approccio verso la massima serie &egrave; totale ed &egrave; spiegato dal presidente di Honda Racing, Koji Watanabe. "Siamo incuriositi dalla direzione nella quale sta andando la Formula 1 e dall'aspetto che avr&agrave; con una maggiore elettrificazione. Ci piacerebbe seguire con attenzione e per questo abbiamo deciso di registrarci come costruttore di una power unit.  Dopo l'iscrizione siamo stati contattati da varie squadre di Formula 1.&nbsp;Non ci sono decisioni concrete sul nostro ritorno o meno. La Formula 1 si sta dirigendo largamente verso l'elettrificazione. La neutralit&agrave; delle emissioni carboniose rappresenta l'ampio target della nostra compagnia&nbsp;e pensiamo che la futura direzione della Formula 1 sia allineata a quest'obiettivo. Per questo abbiamo deciso di registrarci come costruttore di power unit".       

Il presidente Watanabe ha commentato l'iscrizione Honda all'elenco di motoristi dal 2026, spiegando come l'elettrificazione delle future power unit sia un obiettivo allineato alla strategia Honda

Honda conferma: interessati alla F1 2026, già diversi contatti

        McLaren-Honda &egrave; una sigla pi&ugrave; che suggestiva. E' una sigla storica, senza ombra di dubbio, nel ricordo di quel binomio che rub&ograve; la scena a cavallo tra gli anni '80 e '90. And&ograve; invece molto peggio tra il 2015 ed il 2017, quando le due compagini tornarono a collaborare: fu un disastro su tutta la linea e le due parti si lasciarono con qualche rancore. Ma per il 2026, a quasi 10 anni dall'ultima volta, McLaren ed Honda potrebbero clamorosamente tornare insieme. Nuova McLaren MCL60: ecco quando verr&agrave; svelata La suggestione E' quanto trapela dall'Inghilterra, anche se per adesso &egrave; solo un'idea. Ci&ograve; che &egrave; certo &egrave; che la F1 del 2026 &egrave; uno scacchiere ancora da completare e McLaren si guarda attorno, con Zak Brown che sta vagliando tutte le ipotesi. Tra queste, appunto, quella di una nuova collaborazione con la Honda. La casa nipponica non sar&agrave; pi&ugrave; al fianco della Red Bull, che nel suo Red Bull Powertrains aprir&agrave; le porte alla Ford, e per questo motivo &egrave; anche lei alla ricerca di un partner. Tra McLaren ed Honda ci sarebbero gi&agrave; stati dei contatti, una consultazione diciamo esplorativa prima di intavolare una vera e propria trattativa.&nbsp; Ricordiamo che per il 2026 gli iscritti come motoristi sono Audi, Ferrari, Mercedes, Red Bull-Ford, Renault e appunto Honda. Al momento, l'unica senza scuderia &egrave; proprio la Honda: sulla griglia oltre alla McLaren potrebbe essere appetibile la Williams, un'altra squadra che sarebbe ben felice di tornare ad essere prima scelta di una casa, e per questo motivo Grove continua ad essere accostata a Porsche, la quale tuttavia non figura ancora ufficialmente tra i fornitori di motori del 2026. L'accordo Red Bull-Ford vale una fortuna Quali altre possibilit&agrave; per McLaren? Quella della Honda per la McLaren &egrave; un'opzione ma non l'unica. Zak Brown come detto si guarda intorno ed a quanto pare ha gi&agrave; visitato anche Red Bull Powertrains, dove nasceranno i motori sviluppati da Red Bull e Ford. Horner in tempi recenti ha sostenuto che sarebbe ben felice di avere dei team clienti, ma al tempo stesso pu&ograve; anche decidere di fare le cose per gradi: nel 2026, alla prima, vera esperienza da motorista, fornire subito tre team (un cliente oltre a Red Bull ed AlphaTauri, ovviamente) potrebbe essere un grande sforzo. Cos&igrave; alla McLaren rimarrebbe l'opzione Audi, che rilever&agrave; la Sauber, oppure una semplice prosecuzione della collaborazione gi&agrave; in atto, ovvero quella con la Mercedes.&nbsp;       

La scuderia di Woking e la casa giapponese potrebbero clamorosamente tornare a collaborare nel 2026: entrambe sono alla ricerca di un partner per la nuova era motoristica della F1 ed a quanto pare hanno gi&agrave; avviato i primi contatti

McLaren-Honda nel 2026, la collaborazione è possibile

        Se il 2026 appare molto lontano nell'immaginario collettivo, non &egrave; cos&igrave; per i colossi della Formula 1 che devono programmare, in ogni minimo dettaglio, l'avvento del nuovo regolamento motoristico. Da questo punto di vista, il tempo stringe: tra fare un piano, discutere gli accordi e poi partire con un progetto che nascer&agrave; da un foglio bianco, non &egrave; che di tempo ce ne sia poi tantissimo. Vale per i Costruttori gi&agrave; impegnati nel Circus, e vale anche per quelle Case che sono state accostate alla F1 in tempi recenti, come la Ford. F1 2023: Aston Martin la prima ad annunciare la data di presentazione della vettura No comment Per adesso si tratta di speculazioni, niente &egrave; certo. Tanto che la casa di Detroit si &egrave; trincerata dietro ad un "no comment" riguardo alle voci rimbalzate nelle ultime settimane. "Non commentiamo notizie speculative", si legge su Sports Business Journal a nome del marchio americano. Una dichiarazione, comunque, molto lontana da una secca smentita riguardo ad un interesse in chiave 2026. GP Italia 2023: biglietti in vendita dal 21 dicembre Ford, oltre a Red Bull c'&egrave; anche Andretti Alla Ford sarebbero legati i nomi di Red Bull e Andretti. La casa di Milton Keynes ha una struttura pronta, Red Bull Powertrains, a costruire in toto un nuovo motore, tuttavia il team austriaco non &egrave; prevenuto su possibili collaborazioni. Ci&ograve; che &egrave; certo, &egrave; che la Red Bull vuole indipendenza totale: per questo motivo &egrave; saltato l'accordo con la Porsche. Ford si guarderebbe bene dall'avere le stesse pretese, ed anzi potrebbe addirittura limitarsi ad un supporto non necessariamente tecnico, ma finanziario: una sorta di sponsorizzazione per ribattezzare le Pu nate a Milton Keynes se proprio la casa americana non volesse impiegare risorse tecniche ed umane per il progetto F1 2026. Red Bull, dal canto suo, sarebbe disposta a trattare: lo far&agrave; probabilmente anche con la Honda, ma la collaborazione tra Milton Keynes ed i nipponici non &egrave; scontata, per quanto tra le due compagini i rapporti siano ottimi. Il desiderio della F1 &egrave; quello di coinvolgere sempre pi&ugrave; il territorio americano e per questo, sul discorso Ford, sta alla finestra Andretti. I due formerebbero un tandem tutto americano che non potrebbe non far felice Liberty Media, la quale potrebbe contare su due nomi statunitensi di prim'ordine.       

La casa americana non ha voluto commentare le voci che la vorrebbero coinvolta in F1 nel 2026: un no comment che in ultima analisi non &egrave; dunque, almeno non ancora, una smentita

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