Correrebbe ogni settimana, in qualsiasi categoria. Parole di Fernando Alonso. Che sono destinate a trasformarsi in realt&agrave;. Se non proprio alla lettera, sfruttando al massimo le occasioni che offrir&agrave; il 2018. Il test in Bahrain con Toyota non pu&ograve; relegarsi a una semplice curiosit&agrave; sul mondo WEC. E&rsquo; una tappa del piano Tripla Corona. Vederlo alla 24 Ore di Le Mans il prossimo giugno &egrave; uno scenario che non pu&ograve; non considerarsi naturale sviluppo dell&rsquo;approccio alla TS050 Hybrid, cos&igrave; come lo &egrave; la presenza a Daytona.  Non mancherebbero le opportunit&agrave; di girare pi&ugrave; a lungo con la LMP1 e in un week end di gara, a Spa-Francorchamps. Se immaginiamo quella che potrebbe essere la stagione in pista di Alonso, ecco 6 mesi senza sosta.  Gusto il tempo di festeggiare l&rsquo;arrivo del nuovo anno e il 5 gennaio andr&agrave; in pista a Daytona sulla Ligier di United Autosports, tre giorni di test in preparazione della 24 Ore. Il 27 e 28 gennaio il momento clou: la gara. Poco meno di un mese di pausa prima di tornare nell&rsquo;abitacolo della McLaren, con i test di Formula 1 a Barcellona, dal 26 febbraio all&rsquo;1 marzo, seguiti a brevissima distanza dalla seconda sessione: dal 6 al 9 marzo.  Dieci giorni di relax e sar&agrave; la volta di Melbourne, la settimana del GP d&rsquo;Australia, in programma il 25 marzo. E, con il primo gran premio stagionale alle spalle, se dovesse concretizzarsi il piano di una partecipazione al WEC con Toyota, non circoscritta alla 24 Ore di Le Mans, avrebbe l&rsquo;opportunit&agrave; di volare al Paul Ricard e girare il 5 aprile nel prologo alla stagione 2018-2019. Sulla carta, perch&eacute; il 6 aprile dovrebbe essere a Sakhir, per il week end del GP del Bahrain.  Tra Azerbaijan e Spagna, le due settimane di interruzione verrebbero colmate al meglio con la 6 Ore di Spa-Francorchamps, primo appuntamento del WEC 2018-2019, in pista dal 3 maggio, cinque giorni dopo aver corso a Baku e prima di presentarsi nel gran premio di casa, il 13 maggio.  Escluso l&rsquo;impegno a Indianapolis &ndash; nuovamente in concomitanza con il GP di Monaco &ndash; il 27 maggio correr&agrave; a Montecarlo; prima di volare in Canada, il 3 giugno l&rsquo;Endurance sbarcher&agrave; a Le Mans per la giornata di test, fondamentale ai rookie. Intermezzo canadese il 10 giugno e arriverebbe la settimana della 24 Ore: dalle prove libere del 13 giugno alla gara del 16 e 17.  Se la fame di corse di Fernando non fosse ancora soddisfatta, nel finale di campionato di Formula 1 potrebbe ancora inserire tra il GP del Giappone e quello degli USA la 6 Ore del Fuji, il 14 ottobre, una settimana dopo Suzuka: un posizionamento pi&ugrave; favorevole non potrebbe augurarselo. Cos&igrave; come si presta la pausa tra GP del Messico e Abu Dhabi - tra 28 ottobre e 9 novembre - per fare una puntata a Shanghai con la 6 Ore in programma il 4 novembre.  21 gran premi di Formula 1 certamente in programma, la partecipazione a Daytona, Alonso potrebbe arrivare a disputare fino a 26 eventi in tre diversi campionati.&nbsp; 

Tra Daytona e Abu Dhabi, potrebbero essere 10 mesi senza un attimo di sosta per Fernando: tra il probabile impegno a Le Mans con Toyota e il calendario favorevole per correre anche nel WEC

Alonso, un 2018 senza soste tra Formula 1 ed Endurance

La 24 Ore dei prototipi ha visto trionfare le Cadillac, con Max Angelelli che chiude alla grande la carriera&nbsp;anche grazie al duello all&rsquo;arma bianca del compagno Rick Taylor contro Albuquerque. Ma a Daytona si sono viste grandi battaglie anche e soprattutto nelle categorie GT.&nbsp;  In GTLM la gara, interrotta da ben 21 safety car, &egrave; stata in bilico fino alla fine, con la Ferrari 488 GTE pilotata da Fisichella, Vilander e Calado che ha condotto&nbsp;a pi&ugrave; riprese, come nell&rsquo;ultima ora. L&rsquo;episodio decisivo a mezz&rsquo;ora dal termine quando Dirk Mueller, al volante della Ford GT n. 66, si &egrave; infilato di prepotenza alla prima curva appoggiandosi alla Ferrari, guidata in quel momento da Calado, che era costretto a guidare pulito per risparmiare carburante. La manovra &egrave; stata estrema, le vetture sono venute a contatto ma alla fine i commissari hanno considerato regolare la manovra. Come conseguenza dell&rsquo;attacco della Ford il pilota Ferrari &egrave; stato superato anche dalla Porsche 911 RSR di Pilet, seconda al traguardo dietro alla GT.&nbsp;  E se per Ford a Daytona arrivano grandi conferme, dopo la vittoria a Le Mans dello scorso anno,&nbsp;la classica dell&rsquo;endurance ha messo in luce le doti delle rivoluzionarie Porsche 911 RSR, le prime a motore centrale.&nbsp;Pilet &ndash; che ha diviso la vettura con Werner e Makowiecki - ha infatti tagliato il traguardo con nemmeno 3 secondi di distacco da Mueller e a met&agrave; gara in GTLM c&rsquo;erano le due Porsche davanti a tutti.&nbsp;  Frank-Steffen Walliser, capo del Motorsport Porsche ha commentato: &ldquo;E&rsquo; stata una gara incredibile, un grande debutto per le nuove 911 RSR. Siamo andati vicini alla vittoria ma in questo caso non importa. E&rsquo; stata una gara molto dura, molto combattuta. Entrambe le vetture sono arrivate al traguardo e senza problemi&rdquo;.&nbsp;  Se in casa Porsche sono soddisfatti e fiduciosi per il futuro, in Ford sono giustamente al settimo cielo. &ldquo;Questa vittoria rende orgogliosi tutti in Ford &ndash; ha commentato il global director della divisione Performance Dave Pericak -&nbsp;&ldquo;Ci siamo preparati molto per questa gara ed &egrave; stato grandioso vedere tutte e quattro le nuove GT correre cos&igrave; bene. C&rsquo;&egrave; stata una competitivit&agrave; incredibile e i ragazzi con la macchina numero 66 hanno corso una gara perfetta. E&rsquo; un modo perfetto per iniziare il 2017 e non potremmo essere pi&ugrave; orgogliosi di cos&igrave;&rdquo;.&nbsp;  Una lotta, quella tra Ferrari, Ford e Porsche, che si prospetta dunque molto interessante anche in ottica WEC e Le Mans. Il primo appuntamento con il Mondiale Endurance &egrave; fissato per il 16 aprile, quando si correr&agrave; la 6 Ore di Silverstone.&nbsp;  24 ORE DI DAYTONA &nbsp;- CLASSIFICA&nbsp;GTLM - TOP TEN&nbsp;  1. Hand/M&uuml;ller/Bourdais (USA/D/F), Ford GT, 652 laps 2. Pilet/Werner/Makowiecki (F/D/F), Porsche 911 RSR, 652 3. Fisichella/Calado/Vilander (I/I/SF), Ferrari 488, 652 4. Garcia/Magnussen/Rockenfeller (E/DK/D), Chevrolet Corvette, 652 5. Tincknell/Priaulx/Kanaan (GB/GB/BRA), Ford GT, 652 6. Estre/Vanthoor/Lietz (F/B/A), Porsche 911 RSR, 652 7. Pla/M&uuml;cke/Johnson (F/D/USA), Ford GT, 652 8. Auberlen/Sims/Farfus (USA/GB/BRA), BMW M6, 651 9. Gavin/Milner/F&auml;ssler (GB/USA/CH), Chevrolet Corvette, 651 10. Westbrook/Briscoe/Dixon (GB/USA/NZL), Ford GT, 624 

Lo squadrone Chip Ganassi Racing centra un altro significativo successo dopo la 24 Ore di Le Mans. Ma le rivoluzionarie RSR si sono dimostrate molto competitive

24 Ore di Daytona, in GTLM vince Ford ma la nuova Porsche fa paura

Massimiliano Angelelli, Max The Axe, ha chiuso la carriera in trionfo. Il bolognese, arrivato al giro di boa dei 50 anni,&nbsp;aveva deciso di smettere per dedicarsi alla sola attivit&agrave; di manager nel team dell&#39;amico e socio&nbsp;Wayne Taylor. Ma prima l&rsquo;ultima sfida, la 24 Ore di Daytona, vinta nel 2005 proprio assieme a Wayne e al francese Collard.  Questa volta Max divideva l&rsquo;abitacolo della Cadillac-Dallara numero 10 con i figli di Taylor, Ricky e Jordan, oltre a Jeff Gordon. E l&rsquo;impresa &egrave; riuscita. L&#39;italiano che ha fatto fortuna in America (due volte campione delle Grand-Am Rolex Sports Car Series e 27 vittorie nell&#39;Imsa) ha vinto e ora pu&ograve; appendere il casco al chiodo da leggenda vivente del motorsport.&nbsp;  &ldquo;E&rsquo; meraviglioso &ndash; ha commentato Max dopo il podio - Sono senza parole. Non ci posso ancora credere. Cosa c&rsquo;&egrave; di meglio di questo? Sono felice, veramente felice. Felice per ci&ograve; che ho fatto e per quanto ho ottenuto con i ragazzi e Jeff. Felice di terminare la mia carriera con una vittoria, una grande vittoria. E&rsquo; straordinario. E sono veramente grato alla famiglia Taylor&rdquo;.  L&rsquo;ultimo stint della carriera &egrave; stato il penultimo della gara, prima di cedere il volante a Ricky Taylor, protagonista di un contatto controverso che ha mandato in testacoda alla curva 1 la Cadillac n. 5 pilotata da Albuquerque, in quel momento in testa, consentendo alla squadra di Wayne di vincere. Mancavano 7 minuti al termine e con una staccata al limite il figlioccio di Max ha giocato il tutto per tutto, regalando alla squadra e al &ldquo;patrigno&rdquo; una&nbsp;vittoria che lo consegna definitivamente alla storia delle corse.  &nbsp;    &nbsp;  &ldquo;Eravamo nel traffico delle GT &ndash; ha spiegato Ricky dopo la gara &ndash; &ldquo;Ed ero molto vicino. Lui (Albuquerque, Ndr.) era in difficolt&agrave;, la loro macchina non andava molto veloce alla curva 1 mentre noi eravamo molto forti in staccata. Sono convinto che lui mi abbia visto arrivare, ma se lo sapeva perch&egrave; mi ha sbattuto la porta in faccia causando l&rsquo;incidente?&rdquo;&nbsp;  Non si trattava solo di una vittoria personale. Ma di affari di famiglia: &ldquo;Era l&rsquo;ultima gara di Max e c&rsquo;erano molte emozioni in gioco. Volevo vincere a tutti i costi. Potevo tentare il tutto per tutto o potevamo sederci qui come secondi per cosa? Aspettare il prossimo anno? Ma io non volevo che finisse cos&igrave;. Max fa parte della famiglia da 20 anni, ci ha insegnato tutto quello che sappiamo, lo chiamavamo il Professor Axe. Veniva a casa nostra, quando eravamo bambini, con carta e penna e ci insegnava cos&rsquo;era il downforce e a fare i sorpassi. E oggi ho messo in pratica le sue lezioni. E&rsquo; stata una mossa alla Axe&rdquo;.&nbsp;  &quot;C&#39;&egrave; sempre una fine a tutto nella vita&rdquo; aveva dichiarato Angelelli prima della gara. Ma c&#39;&egrave; modo e modo di scrivere la parola fine. Come ha riconosciuto anche il grande Mario Andretti.&nbsp;  &nbsp;   Brilliant win #Rolex24 @WayneTaylorRcng @Cadillac @RickyTaylor_10 @jordan10taylor @JeffGordonWeb.Best way for M Angelelli to retire from P1 &mdash; Mario Andretti (@MarioAndretti) 29 gennaio 2017 

Max The Axe ha vinto la 24 Ore di Daytona 2017, l&#39;ultima gara della sua vita, anche grazie alla mossa finale del &quot;figlioccio&quot; Ricky Taylor

Angelelli, l&#39;ultima impresa del bolognese d&#39;America: &quot;Senza parole&quot;

Non si sono certo annoiate le migliaia di spettatori accorse al Daytona International Speedway per assistere alla grande classica dell&#39;endurance americano. Dopo 15 ore di gara, iniziata alle 20.30 italiane di sabato e terminata 24 ore dopo, la direzione gara aveva fatto sventolare dai commissari le bandiere gialle per ben 13 volte - poi salite a 17 - , neutralizzando anche la corsa per quasi un&#39;ora a causa di incidenti - tra cui quelli di Angelelli su Cadillac-Dallara e Hartley sulla sua Ligier-Nissan - e della pioggia caduta per ore a rendere insidioso il tracciato.&nbsp;  Ma alla fine, con vari cambi della guardia al vertice, l&#39;ha spuntata tra di colpi di scena, proprio la Cadillac numero 10 pilotata da Max&nbsp;Angelelli, alla sua ultima corsa, dai&nbsp;due&nbsp;Taylor e Gordon. Una vittoria sudata e frutto di una rimonta nei confronti della Riley di Goossens, Van Der Zande e Rast, unica vettura in grado di contedere la vittoria alle Cadillac, con la vettura numero 5, affidata agli autori della pole Barbosa, Fittipaldi e Albuquerque, seconda al traguardo dopo essere stata speronata dalla vettura gemella, con Ricky Taylor che ha toccato Felipe Albuquerque a pochi minuti dal termine mentre tentava il sorpasso all&#39;interno, mandando l&#39;avversario in testacoda. Contatto frutto di una manovra al limite, poi considerata corretta dalla direzione gara, che ha privato il portoghese, in quel momento in testa, della vittoria.&nbsp;  Quarta la Nissan di Sharp, Dalziel e Derani a precedere la prima delle GTLM, la Ford GT pilotata da Mueller, Hand e Bourdais. Ford, con un&#39;armata di quattro vetture allo start,&nbsp;ha rischiato di prenderle in casa dalle nuove Porsche 911 RSR a motore centrale, con Pilet, Makowiecki e Werner che hanno chiuso in sesta posizione. Settimo piazzamento per la prima delle Ferrari, con la 488 GTE di Fisichella, Calado e Vilander a precedere la Chevrolet Corvette C7.R di Garcia, Magnussen e Rockenfeller. Chiudono la top ten la Ford GT di Tincknell, Prialx e Kanaan davanti alla Porsche di Estre, Vanthoor e Lietz. &nbsp;  In GTD la spunta la Porsche 911 GT3 R&nbsp;di Morad, Lazare e De Quesada, con la Ferrari 488 di Cressoni, Balzan, Nielsen e Bird costretta al ritiro a due ore dal termine, mentre guidava la categoria, a causa della rottura del motore. Settima delle GTD la prima delle Lamborghini Hurac&agrave;n guidata dall&#39;equipaggio di Caldarelli.&nbsp; 

Angelelli, Taylor e Gordon si aggiudicano la classica dell&#39;endurance dopo un contatto a pochi minuti dal termine con la Cadillac di Barbosa, Fittipaldi e Albuquerque. In GTLM la spunta Ford

24 Ore di Daytona, Angelelli chiude la carriera in trionfo con Cadillac

Le immagini dal Daytona International Speedway, dove la Cadillac numero 10 di&nbsp;Ricky e&nbsp;Jordan Taylor, Massimiliano Angelelli e Jeff Gordon ha prevalso davanti a quella di Filipe Albuquerque, Christian Fittipaldi e Joao Barbosa. Nella classe GTLM vittoria di misura per la Ford GT di&nbsp;Mueller, Hand e Bourdais.&nbsp; &nbsp;

24 Ore di Daytona, vince la Cadillac di Angelelli: foto

La prima 911 a motore centrale nella storia di Zuffenhausen &egrave; scesa in pista a Daytona per le qualifiche della classica 24 Ore IMSA.&nbsp;Approfittando delle nuove normative regolamentari 2017 per la classe Fia GT, Porsche ha pesantemente modificato la posizione del motore 4 litri 6 cilindri boxer da 510 cv portandolo davanti all&rsquo;asse delle ruote posteriori.&nbsp;La pi&ugrave; veloce delle due 911 esordienti &egrave; stata quella pilotata da Patrick Pilet, quinto in qualifica nella classe GTLM, dietro a tre Ford GT e alla Ferrari 488 di Fisichella, Calado e Vilander. &nbsp;

Porsche 911 RSR, il debutto alla 24 Ore di Daytona

E&#39; una folta pattuglia, quella degli italiani al via della 24 Ore di Daytona del prossimo 28 gennaio. Rappresentanza in gran parte collocata in classe GT Daytona, al volante di Lamborghini Huracan e Ferrari 488, dove si contano complessivamente 27 macchine iscritte, contro le 11 della classe GT Le Mans, i 5 Prototype Challenge e i 12 Prototype 2017, dove troveremo il nostro Max Angelelli, al volante della Cadillac DPi del team WTR. Sar&agrave; l&#39;ultima uscita in pista del 50enne bolognese prima di appendere il casco al chiodo e si concentrer&agrave; sulla gestione del team di cui &egrave; co-proprietario.  Sar&agrave; sulla macchina numero 10, a dividere il sedile con Ricky e Jordan Taylor e Jeff Gordon. Tra le GTLM da seguire la Ferrari 488 GTE numero 62 del team Risi Competizione, con Giancarlo Fisichella, Calado e Vilander. Paolo Ruberti, Raffaele Giammaria, Luca Persiani saranno sulla Lamborghini Huracan GT3 (numero 27) del Dream Racing Motorsport, in classe GTD, insieme allo statunitense De George e il monegasco Sbirrazzuoli.  Su un&#39;altra Huracan, la numero 11 di GRT Grasser Racing Team, sar&agrave; Mirko Bortolotti,&nbsp; insieme a Engelhart, Perez Companc e Ineichen. Con il numero 46 della scuderia Elimotors correranno Emanuele Busnelli, Fabio Babini ed Emanuel Collard, anche per loro una GT3 della casa di Sant&#39;Agata Bolognese. La stessa che Andrea Caldarelli divider&agrave; con Sellers, Snow, Miller e von Moltke per il Paul Miller Racing (numero 48).  Saranno su Ferrari 488 GT3, invece, Maurizio Mediani, Alessandro Pier Guidi e Davide Rigon, la numero 51 del team Spirit of Race, affiancati da Peter Mann. Con il numero 63, infine, di Scuderia Corsa, a Daytona correranno Alessandro Balzan e Matteo Cressoni, insieme a Sam Bird e Christina Nielsen. 

Angelelli con Cadillac, Fisichella in classe GTLM, &egrave; in GTD che si conta il maggior numero di piloti nostrani al via: 14

27 risultati per '24%20Ore%20di%20Daytona'

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