La prossima 24 Ore di Le Mans si annuncia " stellare" non solo per il livello dei partecipanti ma anche per gli ospiti d'onore. Ad assistere alla partenza, sabato 13 giugno, sar&agrave; presente anche il Presidente della Repubblica francese, Fran&ccedil;os Hollande, in compagnia del ministro dell'interno e del ministro dell'agricoltura.  L'ultima volta che un Presidente della Repubblica francese si era recato a Le Mans, era stato nel 1972, quando Georges Pompidou, che all'epoca aveva addirittura dato la partenza di una gara dominata poi dalla Matra. Nella lunga storia di Le Mans, sono solo 3 i Presidenti della Repubblica di Francia che hanno assistito alla gara.  Quest'anno, l'onore della partenza sar&agrave; invece assegnato a William Clay  Ford Jr, presidente della Ford. A sancire il ritorno ufficiale della Ford a Le Mans dal 2016 con la nuova GT gestita dal team di Chip Ganassi.  Cesare Maria Mannucci

Sar&agrave; il terzo Presidente della Repubblica francese a presenziare alla storica gara endurance

Fran&ccedil;ois Hollande alla 24 Ore di Le Mans

24 Ore Nurburgring, Audi Regina dell'Eifel

Con distacchi ancora una volta irrisori, specie considerando che parliamo di una gara durata una giornata, si &egrave; conclusa la 24 Ore di Daytona con la vittoria della Ford n.02 del team di Chip Ganassi e con l'equipaggio composto da Scott Dixon, Tony Kanaan, Kyle Larson e Jamie McMurray. Questo con un vantaggio di soli 1"333 sui secondi classificati, cio&egrave; Barbosa-Fittipaldi-Bourdais sulla Corvette DP n.5, che sono stati capaci di recuperare un forte ritardo dovuto a problemi elettrici nel corso della nottata. Mentre la bella gara dei fratelli Taylor col nostro Max Angelelli, comunque terzi sulla Corvette DP n.10, &egrave; stata compromessa da un'ultima sosta sul finire della corsa, per via del cambio pilota "obbligato" fra Jordan e Ricky per non "sforare" il tempo massimo di guida.  Questa edizione della classica gara di apertura delle serie gestite dall'Imsa (il campionato Tudor-Uscc ma anche il Naec) si &egrave; rivelata davvero dura, anzi un mezzo massacro. Il fatto &egrave; che ci&ograve; non &egrave; stato dovuto a condizioni particolari del clima o della pista, ma proprio ad una competitivit&agrave; estrema che ha spremuto all&rsquo;inverosimile piloti e macchine in tutte le classi in gara. &Egrave; cos&igrave; che si spiegano i cedimenti superiori alla media statistica come pure certe vere e proprie ingenuit&agrave; di guida, che sovente hanno compromesso la gara anche dei protagonisti pi&ugrave; accreditati. Infatti nessuno si &egrave; risparmiato e spesso i capofila hanno corso interi stint con gli avversari &ldquo;incollati&rdquo; al paraurti posteriore (o viceversa), e non soltanto per via delle neutralizzazioni, che pure sono state numerose.  Anche la GTLM ha visto una gara molto combattuta, con la vittoria della Chevrolet n.3 di Magnussen-Garcia-Briscoe insidiata fin sotto la bandiera a scacchi dalla BMW Z4 n.25 di Auberlen-Werner-Farfus-Spengler, secondi per soli 0"478. Ma questa &egrave; la categoria che pi&ugrave; di tutte ha visto i protagonisti quasi falcidiati da errori e inconvenienti tecnici: non ne sono stati esenti i primi due n&eacute; soprattutto Gavin-Milner-Pagenaut giunti terzi ma staccati con l'altra Corvette ufficiale n.4 dopo essere stati fra i protagonisti. Da segnalare come la Ferrari n.51 della AF Corse, nelle mani di Bruni-Perrodo-Collard-Vilander, sia stata protagonista iniziale ma poi vittima di problemi e incidenti quasi sempre quando alla guida era Perrodo. Mentre quella di Risi portata in gara col n.62 da Fisichella-Rigon-Kaffer-Beretta, anch'essi pi&ugrave; volte al vertice della classe nonostante qualche svista di guida poi recuperata, &egrave; stata messa in ginocchio da problemi elettrici al motore.  Sembrava che la Ferrari potesse consolarsi con la classe GTD, ma dopo aver brillato per gran parte della gara, le 458 della Scuderia Corsa sono venute a mancare sul finire. Parliamo della n.63 di Lazzaro-Bell-Sweedler-Segal, ma soprattutto della n.64 di Bertolini-Serra-Gomes-Longo, che il pilota di Sassuolo aveva condotto spesso in testa prima di un incidente con Longo alla guida, uscito pare per una chiazza d'olio. Cos&igrave; alla fine solo Rugolo ha avuto la possibilit&agrave; di agguantare un podio per la Ferrari, nello specifico la n.49 di AF Corse condivisa con Lathouras-Thome-Hoshino, ma &egrave; arrivato quarto a poca distanza dalla Porsche n.58 di Eng-Dempsey-Heylen-Snow e ovviamente dietro ai vincitori Farnbacher-Keating-Carter-Wittmer-Lawrence con la Viper n.93 e i secondi MacNeil-Keen-Davis-VanGisbergen sulla Porsche n.22 a soli 7 secondi e mezzo. Anche in questa classe sono parecchi a poter recriminare, a partire dalla Viper n.33 affidata ai Bleekemolen, Keating e Goossens per via di un'avaria tecnica. Ma nemmeno le Audi e le Porsche ufficiali possono gioire, le prime vittime di tanti guai e le seconde addirittura scontratesi fra loro in una difficile fase di gara.  Qui e qui gli approfondimenti-cronaca su quanto &egrave; successo a Daytona nella prima e nella seconda met&agrave; di gara, ricordando che il prossimo appuntamento con la serie americana sar&agrave; quello con la 12 Ore di Sebring, in programma il weekend del 21 marzo.  Maurizio Voltini    

Gara sempre combattuta e dura, oltre che stregata per le Ferrari, quella di apertura della serie Imsa, vinta da Dixon-Kanaan-Larson-McMurray

24H Daytona alla Ford per poco pi&ugrave; di 1"

Cos&igrave; dopo 23 ore Quando manca solo 1 ora alla conclusione di questa 24 Ore di Daytona, la situazione resta ancora tutt'altro che definita. Fra i Prototipi &egrave; al comando Dixon con la Ford n.02 ma &egrave; costantemente insidiato da Taylor che gli &egrave; in scia con la Corvette DP n.10. In pi&ugrave; &egrave; ancora a pieni giri e staccata di una ventina di secondi (che non sono certo un'eternit&agrave;) l'altra Corvette n.5 in mano a Bourdais, mentre la Ford n.01 guidata da Hand ha cominciato a patire problemi tecnici che le hanno fatto perdere ai box parecchi giri.  Un po' pi&ugrave; stabile la situazione in GTLM, dove al comando &egrave; la Corvette n.3 di Garcia. Ma la BMW Z4 n.25, pur con qualche guaio di troppo anche all'ultimo pit-stop di Werner (un meccanico ha litigato con una ruota), &egrave; sempre a pieni giri e nemmeno tanto distante. Quando la Corvette n.4 ultimamente in mano a Gavin ha dovuto fare una sosta in pi&ugrave; per riparare il parafango squarciato da un contatto, perdendo 4-5 giri ma restando comunque terza.  Simile la situazione in GTD: solo i primi due sono davvero in gara, anche se c'&egrave; un divario di quasi un giro fra la Viper n.93 di Farnbacher e la Porsche n.22 di Van Gisbergen. Mentre per il terzo posto la Porsche n.58 di Eng, attardata di 3 giri, potrebbe dover fare i conti con la Ferrari n.49 in mano a Rugolo, in rimonta dopo aver passato l'altra Ferrari n.63 guidata da Bell. &Egrave; questa l'ultima possibilit&agrave; rimasta per una "Rossa" di raggiungere il podio.   Cos&igrave; dopo 20 ore Contrariamente al solito, nella lotta per il vertice tra la Corvette DP n.10 di Taylor e le Ford 02 e 01 (ora con Larson e Karam) si &egrave; inserito un altro contendente: &egrave; l&rsquo;altra Corvette DP n.5 che con Fittipaldi, Barbosa e Bourdais prima di loro &egrave; risalita con costanza dopo i problemi elettrici patiti a met&agrave; nottata, arrivando a prendere anche la testa della gara, nonostante un piccolo incendio in un pit-stop. In ogni caso la situazione di testa &egrave; tuttora molto fluida, e tutti e quattro i contendenti citati sono nelle condizioni di poter pretendere la vittoria finale. Offrendo ancora momenti emozionanti, con i protagonisti spesso in coda l&rsquo;uno all&rsquo;altro e alcuni restart (numerose le bandiere gialle di neutralizzazione) con accesi testa-testa.  Al contrario, la gara delle GTLM si sta trasformando in un mezzo massacro, con l&rsquo;eliminazione progressiva dei vari protagonisti. Cos&igrave;, se ad un restart &egrave; stato entusiasmante il duello fra Gavin e Briscoe affiancati per varie curve, a quello successivo Gavin patisce un contatto fra la sua Corvette n.4 e una &ldquo;barchetta&rdquo; PC che danneggia ruota e parafango anteriori sinistri: questo lo costringe ad una riparazione ai box abbandonando la testa della corsa. Poco dopo c&rsquo;&egrave; un errore anche per Spengler, che nella bagarre sbaglia la chicane e, tagliando nell&rsquo;erba, danneggia la sua BMW Z4 n.25 strappando anche il paraurti posteriore. Aggiungendo a ci&ograve; lo stop della Porsche n.17 per un cedimento meccanico, abbiamo una situazione per cui pi&ugrave; si va avanti e pi&ugrave; questa si conferma, per le GTLM, una gara di resistenza ancorch&eacute; tiratissima, in cui &egrave; basilare evitare i problemi e i danni.  Non che in classe GTD siano stati pi&ugrave; tranquilli: prima arriva lo stop in pista della Viper n.33 di Bleekemolen, poco dopo la 17esima ora; poi il dritto di Rast con l&rsquo;Audi n.48 che lo fa scendere dal 3&deg; al 6&deg; posto; e successivamente alla stessa macchima, quando per&ograve; &egrave; passato Haase alla guida, cede il cofano in velocit&agrave;, col pilota costretto a trovare la via dei box con la visibilit&agrave; quasi del tutto impedita. Nel frattempo le classifiche cambiano di giro in giro ed &egrave; chiaro che nella storia di questa edizione della 24 Ore di Daytona ci sia ancora parecchio da decidersi. Anzi, proprio mentre scriviamo, Van Gisbergen (Porsche n.22) sta insidiando il comando della GTD a Wittmer (Viper n.93)...     Cos&igrave; dopo 16 ore Continua intensa la gara di Daytona anche all&rsquo;inizio della sua seconda met&agrave;, dopo 16 delle 24 ore totali. Quando in Florida &egrave; ancora buio, dato che sono le 6 locali. Qui il resoconto della prima met&agrave; di gara, ricordando che seguiamo la competizione anche su twitter all'account @autosprintLIVE.  Davanti a tutti, Angelelli approfitta di un pit-stop con solo cambio gomme e rifornimento per portarsi in scia alla Ford 02 (sulla quale era stato effettuato anche il cambio pilota fra McMurray e Dixon) e passarla per andare al comando. Segue sempre molto ravvicinata la Ford 01 sulla quale Hand ha appena sostituito Karam. Mentre &egrave; staccato di 2 giri Bourdais sulla Corvette DP n.5 che ha comunque recuperato parecchio, e poco dopo met&agrave; gara Pew era andato dritto a una curva mentre era 3&deg; con la Ligier n.60. Poi con l&rsquo;ultima sosta Hand e Taylor (che ha sostituito Angelelli) passano 2&deg; e 3&deg;, ma sono a contatto diretto.  Ancor pi&ugrave; vivace la competizione in classe GTLM, dove nelle ultime 4 ore Werner con la BMW Z4 n.25 continua ad insidiare la Corvette n.3 guidata prima da Magnussen e poi da Garcia. Questo con l&rsquo;altra Corvette n.4 di Pagenaud (e prima Milner) &egrave; sempre a una dozzina di secondi e deve controllare la Porsche n.17 di Henzler. Poi le Corvette approfittano di una neutralizzazione per effettuare una sosta con interventi pi&ugrave; pesanti del consueto, anche ai freni (sulla 3 viene sostituito pure il parabrezza) e perdono un po&rsquo; di tempo. Da segnalare inoltre che i meccanici sono riusciti a risistemare la Porsche n.911, che quindi &egrave; tornata in gara (con Tandy) anche se staccata di 7-8 giri.  In GTD bello osservare che Bertolini &egrave; stato parecchio al comando con la Ferrari n.64 e bene va anche la n.63 guidata da Sweedler, sempre di Scuderia Corsa. Sono comunque sempre in gara per la vittoria, dato che qui abbiamo ancora 6 vetture a pieni giri, con la Viper n.33 di Keating al comando. Mentre Rugolo si trova in ottava posizione di classe sulla Ferrari n.49 e Fisichella, per&ograve; in GTLM, &egrave; nono dopo i problemi elettrici di cui abbiamo gi&agrave; parlato.    Maurizio Voltini

Sempre nella lotta al vertice i nostri Angelelli fra i Prototipi e Bertolini fra le GTD. Competizione ancora apertissima anche in GTLM

24H Daytona: la seconda parte di gara

La Mercedes SLS AMG GT3 n.2 del Black Falcon ha dominato la decima edizione della 24 Ore del Dubai, gara inaugurale della International Endurance Series. Al via il poleman Martin Ragginger aveva tenuto il comando con la Porsche 997 GT3-R dell&rsquo;AutoTech (condivisa con Klohs, Richter e Muller) ma poi la macchina non ha passato la notte, costretta al ritiro per vari danni successivi. Cos&igrave; alla lunga nessuno ha resistito alla cavalcata vincente della SLS guidata da Abdulaziz Al Faisal, Hubert Haupt, Yelmer Buurman e Oliver Webb.  Poco hanno potuto i vincitori dell&rsquo;anno scorso, il team Stadler Motorsport, la cui Porsche 997 &egrave; stata vittima di vari inconvenienti, come pure l&rsquo;altra SLS del Black Falcon che &ldquo;ospitava&rdquo; Bleekemolen e Schneider, oltre a Simonsen (Andreas), ma che ha sbattuto alla quarta ora mentre guidava Al Qubaisi. Del resto gi&agrave; nella prima ora si sono avute sorprese, come quando Kenneth Heyer &egrave; andato a sbattere finito in testacoda con la SLS n.9 nel doppiare una Seat, ma anche in positivo come il grande numero di Nicky Pastorelli quando ha sfruttato un gruppetto di doppiati &ldquo;incrociandoli&rdquo; alla perfezione con la sua Corvette ZR1 per superare la SLS di Thomas Jaeger.  In questa gara sono dunque stati numerosi i &ldquo;code 60&rdquo; (per 13 volte &egrave; uscita la caratteristica bandiera violacea) dovuti ad incidenti vari, vale a dire il regime in cui tutti dovevano andare a 60 km/h massimi senza presenza di safety car. Ma la gara ha visto anche una bella lotta per il secondo posto finale fra la SLS n.30 di Arya-Jaeger-Onslow-Christodoulou, l&rsquo;altra SLS n.33 di Pierburg-Arnold-Assenheimer-Muller (prima di finire incidentata poco dopo l&rsquo;alba) e la Ferrari 458 n.88 del Dragon Racing con Mohammed Jawa, Jordan Grogor, Matt Griffin e Rob Barff. Questi ultimi sono giunti terzi assoluti ma anche primi nella classe Am, in cui hanno preceduto la Nissan GT-R di Strauss-Sanchez-Khanen-Hammann-Paletou: questi sono tutti piloti della Nissan GT Academy, provenienti cio&egrave; dalla&hellip; Playstation!  Al sesto posto assoluto troviamo un'altra Ferrari, la n.4 della Scuderia Praha che Malucelli divideva con Pisarik-Jirik-Kox. Bella prova anche per Matteo Cairoli, in gara fra gli Am con la Porsche n.11 di Fach Auto Tech (condivisa con Wagner-Bruder-Keller-Arnold) e in grado ad un certo punto di salire secondo assoluto, prima del ritiro mentre guidava Arnold. Ora il prossimo appuntamento della serie sar&agrave; proprio in Italia, con la 12 Ore del Mugello programmata per il 13-14 marzo.  Maurizio Voltini    

La SLS del Black Falcon vince la gara inaugurale della International Endurance Series

Dominio Mercedes alla 24H di Dubai

&Egrave; in corso a Daytona la &ldquo;Roar Before the Rolex 24&rdquo;, vale a dire la tre giorni di prove in preparazione alla famosa 24 Ore che si correr&agrave; a fine mese e che aprir&agrave; la stagione Imsa della serie Tudor-Uscc. Nella prima giornata hanno svettato le Ford Ecoboost, in particolare quella n.01 di Chip Ganassi guidata da Scott Dixon che ha preceduto per 99 millesimi il compagno di squadra Joey Hand con la n.02. Terza invece la Corvette DP n.5 della Action Express con Sebastian Bourdais, staccata di meno di 2 decimi.  Per quanto riguarda la presenza degli italiani, ricordiamo quella dei due Max, entrambi con delle Corvette DP: Angelelli &egrave; assieme ai fratelli Taylor sulla n.10 che ha segnato il sesto tempo, subito davanti alla n.31 che Papis condivide con Curran-Cameron-Keen. Terzo tempo fra le GTLM invece per Rigon che guida assieme a Kaffer la Ferrari 458 n. 62 di Risi Competizione, mentre Rugolo &egrave; pi&ugrave; indietro in GTD con la Ferrari n.49.  Infatti ricordiamo che oltre ai Prototipi dell&rsquo;assoluta corrono altre tre categorie: la Prototype Challenge, in pratica la LMP2 americana, dove il pi&ugrave; veloce &egrave; risultato Renger van der Zande sulla Oreca n.8; la GTLM in cui ha primeggiato Pedro Lamy con la Aston Martin n.98; infine la GTD dove ha svettato Marc Goossens con la Viper n.33.  Maurizio Voltini   

Nelle prime sessioni di prove in preparazione alla 24H Imsa sono Ford i Prototipi pi&ugrave; veloci

Daytona "Roar": a Dixon la prima giornata

Tutto &egrave; pronto per la 24 Ore di Dubai, prima prova dell&rsquo;International Endurance Series (la seconda gara sar&agrave; al Mugello con la 12H del 13-14 marzo), che prender&agrave; il via quando in Italia saranno le ore 11 (le 14 locali). Per la decima edizione di questa gara endurance sono schierate pi&ugrave; di 90 vetture, fra GT e Turismo, fra le quali spiccano - anche ai sensi della vittoria assoluta - le GT3 della classe A6. Ma bisogner&agrave; stare attenti anche alle &ldquo;silhouette&rdquo; della classe SP2, fra cui Maserati GT, Audi R8 e Focus V8.  Dopo le qualifiche, in cui l&rsquo;austriaco Martin Ragginger ha messo in pole position la Porsche 997 GT3 R n.12 che divide con Klohs-Richter-Muller, troviamo in prima fila anche la Mercedes SLS AMG GT3 n.2 di Al Faisal-Haupt-Buurman-Webb, staccata di 3 decimi. Sono presenti anche tre Ferrari 458 GT3: la n.15 del Glorax Racing scatter&agrave; 11esima (con Alexandrovich-Mastronardi-Lancieri-Deverikos-Tutumlu) mentre la n.88 del Dragon Racing partir&agrave; 15esima (con Jawa-Grogor-Barff-Griffin). Partir&agrave; invece dal fondo, per problemi in qualifica, la n.4 della Scuderia Praha (con Malucelli-Cox-Pisarik-Jirik).  Maurizio Voltini

Partenza alle ore 11 italiane per la prima prova dell'International Endurance Series a Dubai

24 Ore di Dubai: inizia la stagione endurance

Continua a crescere l&rsquo;interesse per le gare Endurance: da un lato abbiamo la 24 Ore di Daytona che ci attende fra meno di un mese (la serie Tudor-Uscc dell&rsquo;Imsa partir&agrave; il weekend del 25 gennaio) mentre l&rsquo;inizio del WEC sar&agrave; in aprile con la 6 Ore di Silverstone. Ma pure per la 24 Ore di Le Mans si &egrave; gi&agrave; in fibrillazione: &egrave; vero che la gara sar&agrave; a met&agrave; giugno, ma verso fine gennaio scade il termine per le iscrizioni, e pare proprio che quest&rsquo;anno ci sar&agrave; un vero boom di richieste per la partecipazione alla classicissima gara di durata francese.  Perch&eacute; in ogni caso a correre a Le Mans sono previste 56 vetture, ma stando alle prime indiscrezioni e ai primi calcoli sembra che le domande di iscrizione potrebbero arrivare ad essere addirittura un&rsquo;ottantina. Questo sia perch&eacute; la gara in s&eacute; &egrave; tornata ad essere sempre pi&ugrave; attraente nei confronti degli appassionati e dei costruttori (e parallelamente anche l&rsquo;intero campionato), sia perch&eacute; all&rsquo;arrivo di nuovi concorrenti pure in una categoria difficile come la LMP1, si aggiunge il rinfoltimento della LMP2 e l&rsquo;ingresso della nuova classe LMP3 che sta gi&agrave; raccogliendo un certo numero di partecipanti.  Analizzando pi&ugrave; in dettaglio, ricordiamo che la categoria di vertice dei Prototipi LMP1 vedr&agrave; l&rsquo;arrivo della Nissan e lo schieramento di una vettura in pi&ugrave; da parte della Porsche giusto per questo appuntamento. A seguire pubblichiamo la lista dei quasi certi concorrenti con i probabili equipaggi (molti da confermare) e vediamo come gi&agrave; in questa classe si possano contare 14 vetture.  Con il consueto travaso di concorrenti dalla European Le Mans Series che prosegue in modo positivo, la LMP2 a Le Mans potrebbe registrare addirittura pi&ugrave; di 30 richieste di iscrizione. Fra queste si prevede anche quella dagli Usa del team dei fratelli Taylor, che schiererebbe fra l'altro il nostro Max Angelelli. Cos&igrave; in LMP2 sarebbero due i piloti italiani - c&rsquo;&egrave; anche Maurizio Mediani con la SMP Racing - al pari di quelli in LMP1, che sono Marco Bonanomi e Andrea Belicchi.  La LMP3 &egrave; una categoria neonata che per&ograve; &egrave; promossa proprio dall&rsquo;ACO (Automobile Club de l&rsquo;Ouest), vale a dire l&rsquo;organizzatore di Le Mans, e quindi ci si aspetta le venga dato una sorta di &ldquo;posto privilegiato&rdquo;. Al momento sono almeno 5 i team che hanno programmato di partecipare a questa serie nell&rsquo;intera stagione, e dunque anche alla 24 Ore.  Per quanto riguarda le GT, ci si aspettano 9-10 macchine fra i Pro: ai team ufficiali Porsche, Aston Martin e Corvette, nonch&eacute; quello Ferrari-AF Corse con Bruni-Vilander-Fisichella e Rigon-Calado-Beretta (tutti con due vetture), si potrebbero aggiungere Risi Competizione e SMP Racing, con una 458 ciascuno. Mentre in classe GTE-Am si potrebbero avere facilmente una quindicina di vetture, sebbene in questo caso le caratteristiche amatoriali di piloti e squadre rendano pi&ugrave; difficile avere una qualche sicurezza sui programmi.  Di fatto, per quanto gli organizzatori non abbiano ancora ufficializzato nulla al riguardo, sembrano abbastanza certe almeno 70 richieste di iscrizione alla 24 Ore di Le Mans del 2015. Dunque non sar&agrave; facile selezionare adeguatamente fra queste domande e di sicuro ci sar&agrave; qualche difficolt&agrave; in pi&ugrave; nelle qualifiche&hellip; I Prototipi LMP1 alla 24 Ore di Le Mans Toyota Racing &mdash; Toyota TS040 Hybrid Buemi-Davidson-Conway Sarrazin-Wurz-Nakajima  Audi Sport Team Joest &mdash; Audi R18 e-tron quattro F&auml;ssler-Tr&eacute;luyer-Lotterer Duval-Di Grassi-Jarvis Rast-Albuquerque-Bonanomi  Porsche Team &mdash; Porsche 919 Hybrid Dumas-Lieb-Jani Bernhard-Webber-Hartley Hulkenberg-Tandy-Makowiecki-Christensen  Nismo Nissan Motorsport &mdash; Nissan GT-R LM Nismo Pla-Heidfeld Gen&eacute;-? Mardenborough-?  Rebellion Racing &mdash; Rebellion R-One Prost-Beche-Heidfeld Belicchi-Kraihamer-Leimer  Lotus CLM &mdash; Lotus P1/01 AER equipaggio da definire  Maurizio Voltini

Alla 24 Ore del 2015 &egrave; prevista una partecipazione senza precedenti

Boom di richieste per Le Mans

Si &egrave; chiusa con il successo di Ren&eacute; Rast, Laurens Vanthoor e Markus Winkelhock su Audi R8 LMS la 24 Ore di Spa-Francorchamps 2014. Il trio del team WRT ha battagliato per buona parte della corsa con i portacolori del MarcVDS Racing Dirk Werner, Lucas Luhr e Markus Palttala, e ha avuto la meglio quando mancavano soli 16 minuti alla conclusione. Decisivo un problema elettronico ad ABS e traction control che ha rallentato la vettura bavarese: il Team Principal Bas Leinders ha provato, in una mossa disperata, a mandare Werner in pista dopo l'ultima sosta con gomme vecchie ma per il tedesco, letteralmente sverniciato dal rivale, non c'&egrave; stata speranza. Per l'Audi invece si &egrave; trattato di un bel riscatto dopo i guai con il Balance of Performance dello scorso anno. Terzo e quarto posto per altre due Audi, quelle di Mies-Stippler-Nash e Ortelli-Sandstrom-Guilvert, mentre la Mercedes SLS dell'HTP Racing (vincitrice nel 2013) ha terminato quinta con Maximilian G&ouml;tz, Maximilian Buhk e Jazeman Jaafar.  Sesta piazza assoluta e vittoria in Pro-Am per Andrea Bertolini e Marco Cioci, vere e proprie "locomotive" del quartetto AF Corse che comprendeva anche Niek Hommerson e Louis Machiels, mentre terzi di categoria si sono piazzati Andrea Piccini e Michele Rugolo insieme al campione V8 Supercars Craig Lowndes e Steve Wyatt.  Grazie alla vittoria e alla leadership ai traguardi intermedi delle 6 e 12 ore, Laurens Vanthoor &egrave; balzato in testa alla graduatoria assoluta della Blancpain Endurance Series, mentre il trio della Scuderia Villorba Rizzoli-Gai-Castellacci, quinto di classe Pro-Am, comanda il campionato cadetto.  Dopo un inizio particolarmente concitato, che ha visto diversi piloti finire in ospedale in seguito a violenti incidenti, la notte ha portato consiglio con solamente altri due (incruenti) contatti con le barriere. Nel frattempo, sono stati dimessi dall'ospedale in cui si trovavano Tim Mullen ed Andrew Howard, mentre secondo le ultime informazioni raccolte, Marcus Mahy sarebbe sveglio dopo una nottata in rianimazione e in grado di muovere gli arti: una frattura vertebrale richieder&agrave; per&ograve; un intervento chirurgico.  Marco Cortesi         

La R8 di Rast Vanthoor Winkelhock vince una gara con vari e seri incidenti iniziali

24 Ore di Spa: l'Audi batte in ultimo la BMW

A tre quarti di gara &egrave; lotta ancora aperta, alla 24 Ore di Spa della Blancpain Endurance, fra l&rsquo;Audi R8 n.1 di Rast-Vanthorne-Winkelhock e la BMW Z4 n.77 di Luhr-Werner-Palttala. Ma a caratterizzare questa edizione sono stati finora i numerosi incidenti iniziali, che hanno portato anche ad una sospensione con bandiera rossa durata circa un&rsquo;ora, oltre a vari interventi della safety car.  Si inizia con Maleev che perde il controllo all&rsquo;Eau Rouge e va a sbattere rimbalzando in pista, ma senza coinvolgere altri, per cui tutto si risolve col pilota un po&rsquo; zoppicante. Poi tocca a Mullen sbattere a Blanchimont con la sua McLaren: vettura semidistrutta, ma anche qui nessuna conseguenza seria per il pilota pur se portato in ospedale. Segue un altro impatto violento di Ojjeh sempre su McLaren, ma soprattutto l&rsquo;incidente fra la Ferrari di Danyliw e l&rsquo;Aston Martin di Howard che la centra dopo un testacoda all&rsquo;Eau Rouge, coinvolgendo anche altre vetture.  L&rsquo;incidente pi&ugrave; serio &egrave; stato per&ograve; quello fra Kogay e Mahy, entrambi su Ferrari 458, che ha richiesto l&rsquo;intervento dell&rsquo;elisoccorso e la sospensione della gara. Anche nel corso della notte e della mattinata sono occorsi altri due incidenti che hanno fatto entrare la safety car, ma di entit&agrave; molto minore. Ve doverosamente segnalato che in tutti gli incidenti citati i piloti sono stati soccorsi tempestivamente e quasi sempre inviati alla struttura ospedaliera per ulteriori accertamenti, che nella maggioranza dei casi si sono risolti positivamente. L&rsquo;unico che non &egrave; stato ancora dimesso &egrave; Mahy, quello apparso in condizioni pi&ugrave; preoccupanti, ma non si hanno ulteriori notizie.  Maurizio Voltini        

La gara di Blancpain Endurance caratterizzata da numerosi incidenti che hanno portato anche ad una sospensione di 1 ora

24 Ore di Spa: inizio con botti [video]

24 Ore Nurburgring

Non &egrave; stata certo una gara dalle condizioni meteo drammatiche come quelle dell&rsquo;anno scorso, ma la 42&ordf; edizione della 24 Ore del Nurburgring si &egrave; rivelata comunque impegnativa e ha presto ricordato a tutti che il cosiddetto Inferno Verde va affrontato sempre con il dovuto rispetto. Cos&igrave; dopo 32 cambi di leader, alla fine ha vinto l&rsquo;Audi R8 LMS Ultra numero 4 del Phoenix Racing, guidata da Christopher Haase, Christian Mamerow, Ren&eacute; Rast e Markus Winkelhock, che ha dato cos&igrave; all'Audi un'altra prestigiosa 24 Ore a una settimana da Le Mans, segnando oltretutto il nuovo record sulla distanza con 159 giri percorsi. Seconda la Mercedes SLS Amg n.1 del Black Falcon, con equipaggio Bleekemolen-Simonsen-Menzel-Arnold.  Gi&agrave; nella prima ora molti sono stati traditi dall&rsquo;asfalto non ottimale e anche da un atteggiamento ben poco cautevole: certo oggi le gare di durata non possono premiare la rinuncia alle prestazioni sul giro, ma il &rsquo;Ring &egrave; sempre un circuito da non sottovalutare, e non solo per la sua lunghezza. Cos&igrave; gi&agrave; nelle fasi iniziali si sono registrati molti incidenti, spesso determinati da atteggiamenti di guida troppo disinvolti specie con i doppiaggi. Per il tamponamento alla Mini Cooper S n.134 da parte della Viper n.210 in regime di bandiere gialle, i commissari sono stati durissimi: hanno escluso da partecipazioni future alla gara il team Titus Dittmann e l&rsquo;hanno deferito al giudice sportivo.  Fra le prime &ldquo;vittime illustri&rdquo; anche la R8 n.3 per un errore di Basseng (in equipaggio con Fassler-Stippler-Vanthoor) mentre la McLaren MP4 n.66 della pole (Estre-Kox-Mullen-Bert) viene ostacolata all&rsquo;inizio della notte da una perdita d&rsquo;acqua. Ma i protagonisti della gara sono numerosi e con vari tipi di vettura. A dover abbandonare la lotta al vertice, nelle ore serali abbiamo la Z4 n.19 di Werner-Muller-Luhr-Sims per i danni dopo un contatto con un&rsquo;altra vettura, mentre un&rsquo;altra Z4, la n.26 di Leinders-Palttala-Catsburg-Adorf, dopo essere finita nella ghiaia all&rsquo;inizio e poi a lottare con la n.20, ha un&rsquo;incidente nella notte. Fra le Mercedes SLS la n.14 di AlFaisal-Haupt-Christodoulou-Buurman viene coinvolta in un incidente mentre era quarta, anche questo nelle ore notturne, mentre la numero 22 perde tempo a inizio mattino per foratura.  La lotta &egrave; sempre serrata e fino a fine mattinata di domenica non ha visto un dominatore evidente. Si registra anche un testacoda proprio della R8 n.4 vincitrice mentre cerca di superare la SLS n.1 approfittando di un doppiaggio, a contenderle la testa della gara. Dopo aver lottato a lungo con loro, a due ore alla fine la BMW Z4 n.20 in quel momento terza, perde tempo per la riparazione di una sospensione anteriore rotta contro un cordolo. Poi sar&agrave; protagonista con l&rsquo;Aston Martin ufficiale n.7 di un duello finale estremo per il quinto posto, che perder&agrave; per un&rsquo;incomprensione con una Clio doppiata che quasi la butta fuori. Da segnalare anche che la &ldquo;guest star&rdquo; Baumgartner &egrave; finito fra i primi 10, nono con la Audi R8 n.502.  La classifica della 24 Ore del N&uuml;rburgring 2014: 1. Audi R8 LMS Ultra n.4 (Phoenix Racing) Haase Mamerow Rast Winkelhock 2. Mercedes SLS Amg GT3 n.1 (Black Falcon) Bleekemolen Simonsen Menzel Arnold 3. Mercedes SLS Amg GT3 n.22 (Rowe Racing) Zehe Hohenadel Bastian Engel 4. Porsche 911 GT3 R 997 n.44 (Falken M.sports) Henzler Dumbreck Ragginger Imperatori 5. Aston Martin Vantage GT3 n.7 (Aston Martin) Mucke Turner Lamy 6. BMW Z4 GT3 n.20 (Schubert) Klingmann Baumann Hurtgen Tomczyk

Alla fine di una gara con 32 cambi di leader, svettano Haase Mamerow Rast Winkelhock con la R8 LMS

24 Ore del Nurburgring: vittoria con record per l'Audi

Non &egrave; a correre nella categoria &ldquo;top&rdquo; dei Prototipi, ma questo non significa che la presenza Ferrari a Le Mans sia marginale, anzi. Fra le agguerrite GT vi sono infatti svariate 458 a giocarsi la vittoria con le Aston Martin, le Porsche e le Corvette, rivali storici in pista e sul mercato. Ecco perch&eacute; la vittoria della numero 51 guidata da Gimmi Bruni, Giancarlo Fisichella e Toni Vilander ha un notevole valore da svariati punti di vista. Un successo che ripaga per esempio gli sforzi della AF Corse di Amato Ferrari, che gi&agrave; in prova aveva dovuto impegnarsi per ricostruire la 458 n.71 con la scocca piegata per l&rsquo;incidente di Calado. E che in gara ha visto quasi subito ferma la n.81 per l&rsquo;incidente di Bird, anche se in classe Am arriva ugualmente sul podio grazie a Cioci-Venturi-PerezCompanc (foto pi&ugrave; in basso).  Ma ovviamente ci&ograve; che ripaga di tutto &egrave; la vittoria dopo una gara molto accesa fra i Pro, tanto che perfino Montezemolo ha fatto i suoi complimenti: &laquo;Questa &egrave; una vittoria molto importante in una gara incredibile&raquo;, ha commentato infatti il presidente Ferrari. Che ha proseguito: &laquo;Questo risultato &egrave; estremamente soddisfacente ed &egrave; una giusta ricompensa per tutto il duro lavoro di tutto il team, al quale vanno i miei complimenti. Abbiamo dominato la gara con una vettura che &egrave; stata in grado di surclassare avversari molto forti e tutti alla Ferrari possono esserne davvero orgogliosi&raquo;.  Insomma, la Ferrari &egrave; in questo momento molto vicina al mondo dell&rsquo;endurance e in particolare a una gara iconica come la 24 Ore di Le Mans, come ha dimostrato anche la presenza di Fernando Alonso quale &ldquo;mossiere&rdquo; a dare il via. Ma purtroppo, come abbiamo gi&agrave; visto, la possibilit&agrave; di un debutto fra i Prototipi &egrave; in realt&agrave; ancora molto pi&ugrave; aleatoria di quanto piacerebbe agli appassionati.  Maurizio Voltini    

Cos&igrave; il presidente Ferrari commenta quella in GTE di Bruni-Fisichella-Vilander

Le Mans e Montezemolo: "Una vittoria molto importante"

Un continuo slalom fra i problemi: cos&igrave; pu&ograve; essere definita la gara di Le Mans per l&rsquo;Audi Motorsport. Si &egrave; cominciato con la necessit&agrave; di ricostruire da zero la vettura numero 1 dopo l&rsquo;incidente di Duval, proseguendo con i danni in qualifica sulla stessa macchina. Poi in gara si &egrave; iniziato con l&rsquo;eliminazione senza colpa della numero 3 guidata da Bonanomi, per continuare con vari problemi a turbina e iniettori sulle due R18 e-tron quattro restate in gara. Ma tutto &egrave; stato affrontato con esperienza, senza perdere la calma anche quando le cose sembravano volgere al peggio, permettendo non solo la vittoria ma pure la doppietta.  Chi ha sub&igrave;to in prima persona tutti questi alti e bassi della gara pi&ugrave; famosa e difficile &egrave; Wolfgang Ullrich, il capo della sezione Motorsport della Casa dei quattro anelli, sempre in prima linea a gestire i box dell&rsquo;Audi. Che commenta cos&igrave; dopo la vittoria: &laquo;&Egrave; stato il tipo di gara che si pu&ograve; correre solo a Le Mans. Ci sono stati diversi incidenti e comunque nessuna delle macchine di vertice &egrave; riuscita a percorrere tutti i giri senza alcun problema. I fattori decisivi per il nostro successo sono stati che le nostre R18 sono rimaste veloci in modo costante per tutte le 24 ore, che i nostri piloti non hanno fatto errori e che la nostra squadra ha risposto bene e velocemente ai problemi che ci sono capitati. In Porsche e Toyota abbiamo avuto due rivali davvero forti che, come prevedibile, non ci hanno reso la vita facile. Ma ho sempre creduto che saremmo stati in grado di vincere e che avessimo la vettura pi&ugrave; efficiente. Essere riusciti a vincere ancora mi rende orgoglioso. Dico grazie a tutta la squadra, ma anche ai nostri vertici che ci hanno dato la possibilit&agrave; di dimostrare il nostro motto &ldquo;all&rsquo;avanguardia della tecnica&rdquo; anno dopo anno qui a Le Mans. Ma esprimo anche il mio rispetto per la competitivit&agrave; dimostrata dalla Porsche al suo ritorno a Le Mans&raquo;.  Maurizio Voltini  

Il responsabile dell'Audi Motorsport spiega i motivi della vittoria con doppietta a Le Mans

Ullrich: "Abbiamo reagito bene alle situazioni"

Con le performance delle Toyota TS 040 evidenti gi&agrave; dalla gara di Silverstone e le Porsche 919 Hybrid piuttosto veloci nelle prove, affermare prima della gara che il team Audi dovesse contare sulla sua esperienza e sull&rsquo;affidabilit&agrave; delle R18 e-tron quattro sembrava un po&rsquo; stucchevole, il contentino concesso giusto per non dire che fossero fuori gara. Invece la 82esima edizione della 24 Ore di Le Mans si &egrave; confermata una volta di pi&ugrave; una gara di durata ma soprattutto dura, in cui nulla risulta scontato e nella quale l&rsquo;affidabilit&agrave; e la capacit&agrave; della squadra di affrontare i problemi assumono un ruolo decisivo. E in misura nettamente superiore perfino a quanto i pi&ugrave; pessimisti avrebbero potuto ipotizzare prima del via.  Ci&ograve; al di l&agrave; delle sfortune e dei singoli episodi di gara, come l&rsquo;incidente che ha tolto di gara il nostro Marco Bonanomi quando stava dimostrando di poter lottare a pari degli altri. Un episodio che, assieme al tour de force dei meccanici Audi quando hanno ricostruito la numero 1 distrutta da Duval, dimostra come la tendenza ad &ldquo;abbondare&rdquo; dell&rsquo;Audi fosse motivata; non solo abbondare in ricambi (che ha permesso la ricostruzione di una vettura completa) ma anche come numero di vetture schierate in pista. Perch&eacute; al di l&agrave; della doppietta al traguardo, va sottolineato che le squadre avversarie, Toyota e soprattutto Porsche, hanno avuto problemi di vario genere su entrambe le vetture schierate. Una in pi&ugrave; avrebbe potuto fare la differenza.  Non dimentichiamo infatti che entrambe le Audi al vertice sono state a lungo ferme ai box per la sostituzione del turbocompressore, giusto per citare il pi&ugrave; importante dei vari problemi accusati. Con Ullrich che avr&agrave; perso qualche anno di vita per le intense ed altalenanti emozioni vissute in questa gara. Solo che gli avversari ne hanno avuti anche di pi&ugrave;, di problemi, come la Toyota terza dopo essere andata quasi distrutta (foto sotto) o come la Porsche che alla fine ha ceduto proprio sul piano dell&rsquo;affidabilit&agrave;. Con addirittura certi spegnimenti improvvisi (risolti da reset di sistema, come se avessimo a che fare con dei computer e non delle auto) che testimoniano come la tecnologia quasi fantascientifica di queste macchine ibride comporti parallelamente una complicazione per nulla facile da tenere sotto controllo.  Del resto nemmeno le pi&ugrave; affidabili GT sono state immuni da problemi, che hanno per esempio tolto dalla (bellissima e avvincente) lotta per il vertice alcuni protagonisti come l&rsquo;Aston Martin di Turner-Mucke-Senna o la Corvette di Gavin-Milner-Westbrook. Cos&igrave; la Ferrari 458 numero 51 ha trionfato sia per la velocit&agrave; indiscussa di Bruni-Fisichella-Vilander, sia per l&rsquo;assenza di problemi decisivi grazie alla buona gestione del team AF Corse. E non si pu&ograve; ignorare che la Corvette seconda classificata in GTE, quella di Magnussen-Garcia-Taylor, sia stata ferma a lungo ai box nella notte per via di problemi a componenti solitamente &ldquo;insignificanti&rdquo;: i martinetti pneumatici che sollevano la vettura nei pitstop.  Alla fin fine, tuttavia, tutto ci&ograve; ha permesso che una volta di pi&ugrave; la 24 Ore di Le Mans risultasse una gara avvincente e aperta a qualsiasi risultato fin quasi al traguardo, quindi ben poco noiosa per chi assisteva nonostante la sua lunghezza, aggiungendo anche stavolta un tassello importante alla storia di questa classica competizione. Se nessuno critica che in questa occasione venga assegnato il doppio del punteggio, a differenza di quanto accaduto in F1 per la proposta relativa ad Abu Dhabi, un motivo ci sar&agrave;&hellip;  Maurizio Voltini  

Anche questa un&rsquo;edizione difficile in cui le prestazioni pure sono state meno decisive dell&rsquo;affidabilit&agrave;

Analisi Le Mans: &egrave; sempre una gara di durata

Tweets di @autosprintLIVE // <![CDATA[ !function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0],p=/^http:/.test(d.location)?'http':'https';if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=p+"://platform.twitter.com/widgets.js";fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document,"script","twitter-wjs"); // ]]> 24&ordf; ORA (e arrivo)  Con sei/tre giri di vantaggio sulla Toyota n.8, le Audi si preparano all'arrivo in parata con mezz'ora d'anticipo e alla fine tagliano il traguardo che assegna la vittoria di questa 82&ordf; 24 Ore di Le Mans all'equipaggio formato da Marcel Fassler, Andre Lotterer e Benoit Treluyer. Secondo posto finale per Di Grassi, Kristensen e per Gen&eacute; dopo essere stato "precettato" in seguito all'incidente di Duval. Quindi terzo gradino del podio per Davidson-Lapierre-Buemi con la Toyota, anche se sul traguardo tagliato "in parata" si accoda la Porsche n.14, rientrata in pista giusto per l'ultimo giro dopo i problemi al cambio che l'avevano fermata.  Grande successo in GTE per la Ferrari 458 n.51 della AF Corse con Gimmi Bruni, Giancarlo Fisichella e Toni Vilander, dopo una gara avvincente anche da parte della Corvette 73 di Magnussen-Garcia-Taylor e della Porsche 911 RSR 92 di Holzer-Makowiecki-Lietz, mentre la classe Am ha visto svettare l'Aston Martin 95 di Kristian Poulsen, Nicki Thiim e David Heinemeier-Hansson, a precedere Porsche 88 di Ried-Bachler-AlQubaisi e la Ferrari 61 di Cioci-Venturi-PerezCompanc. Infine in LMP2 la Zytek del team Jota riesce con Simon Dolan, Harry Thinknell e Oliver Turvey (recuperato all'ultimo momento a sostituire Gen&eacute;) a battere le Ligier, in particolare la n.46 di Thiriet-Badey-Gommendy. Terza la Alpine Signatech di Panciatici-Chatin-Webb.    23&ordf; ORA Ora nera per la Porsche. Dalle stelle alle stalle, ovvero dalla leadership di Mark Webber al ritiro per problemi al motore della 919 Hybrid dopo oltre ventidue ore di gara. Pochi minuti dopo lo stop dell&rsquo;australiano &egrave; arrivata la seconda doccia fredda per il team tedesco, con Mark Lieb che ha imitato il compagno di squadra rientrando in pit-lane ad andatura ridotta. Anche per il tedesco stop definitivo. Via libera quindi al tandem Audi, con la vettura numero 2 di Treluyer che ad un&rsquo;ora dal termine precede la &ldquo;gemella&rdquo; di Kristensen di due giri.  Nella classe LMP2 &egrave; rinvenuta in modo perentorio la Zytek di Oliver Turvey, che ha iniziato l&rsquo;ultima ora di gara con 50 secondi di vantaggio sulla Ligier di Badey. In GTE-Pro la Ferrari 458 numero 51, leader da diverse ore, &egrave; in pista con Gianmaria Bruni, che sembra avviato a concludere l&rsquo;ultimo stint. Nella classe GTE-AM sempre al comando la Aston Martin numero 95 di Poulsen.    21&ordf; ORA Doveva essere un mezzogiorno di tranquillit&agrave; in casa Audi, ed invece a tre ore e mezza dal termine la vettura leader della corsa, in quel momento guidata da Kristensen, si &egrave; improvvisamente fermata lungo la pista. Qualche secondo di panico, poi l&rsquo;Audi numero 1 &egrave; ripartita. Problemi risolti? No, perch&eacute; dopo un giro e mezzo il pilota danese ha fatto ritorno ai box. I tecnici tedeschi sono intervenuti sulla vettura, mentre la Porsche numero 20 in pista con Timo Bernhard si &egrave; dapprima sdoppiata e tre minuti e mezzo dopo ha preso il comando della corsa. Un vero colpo di scena, che ha gettato nel panico gli uomini Audi e in una pi&ugrave; piacevole tensione il box della Porsche. Anche l&rsquo;Audi numero 2, in pista con Lotterer, ha sfilato la vettura gemella, sfilando al secondo posto mentre la numero 1 &egrave; tornata in pista dopo 18 minuti (dopo aver sostituito la turbina) con al volante Di Grassi. Da parte sua Lotterer ha iniziato un forcing notevole sulla Porsche di Bernhard, recuperando circa trenta secondi e passando ad un minuto di distacco quando mancano 3 ore al termine della corsa.  Nella classe LMP2 sono sempre le due Ligier a tenere banco. Alex Brundle &egrave; leader della classifica, davanti a Gommendy che segue a meno di due minuti dopo essere stato costretto a sostituire la sospensione anteriore sinistra mentre era al comando. Tranquillit&agrave; in casa AF Corse, dove la Ferrari 458 numero 51, in pista con Tony Vilander, prosegue indisturbata al comando della classifica GTE-Pro dopo i problemi di motore e servosterzo costati una lunga sosta ai box (e 5 giri di ritardo) a Bruno Senna. Nella classe GTE-Am la leadership &egrave; nelle mani dell&rsquo;Aston Martin di Thim, davanti alla Porsche di Al Qubaisi e alla Ferrari numero 61 in pista con Mirko Venturi.    17&ordf; ORA Cambia ancora la leadership quando il sole &egrave; gi&agrave; alto: alle 7 del mattino l'Audi di testa, la n.2 con Fassler al volante arriva ai box per quello che sembra un normale rifornimento. Ma il pilota ha lamentato problemi al turbo: viene portato in garage, ha 2 giri di vantaggio, un controllo precauzionale. Pochi&nbsp;secondi e viene&nbsp;rimesso in pit lane per ripartire. Ma&nbsp;la macchina non si muove. Costernazione, smarrimento al box Audi. La n.2 viene rigirata e riportata nei garage, si toglie il cofano, ci si affanna intorno al motore per il difetto al turbo. Passa il tempo, prima 6 poi 7 poi&nbsp;8 minuti e i due giri di vantaggio che aveva cominciano a dissolversi. Dopo 18 minuti di sosta l'Audi n.2 perde la testa e viene superata virtualmente perch&eacute; &egrave; ferma ai box, dalla Audi n.1 di Gen&eacute;. E anche la&nbsp;Porsche n.20 di Webber, sale al secondo posto, ma &egrave; staccata di oltre un minuto e mezzo dalla Audi di testa.  Improvvisamente c'&egrave; un incidente alle esse Porsche alla Ferrari n.72 di Bertolini, dove era salito da 2 giri Shaitar, e che si giocava la vittoria nella classe GT/Am: le barriere sono danneggiate esce la safety far per permettere le riparazioni, la gara &egrave; neutralizzata&nbsp;per alcuni minuti e&nbsp;questo fa guadagnare tempo all'Audi n.2 ferma ai box: i meccanici possono completare la riparazione con pi&ugrave; margine di tempo ed evitano che anche la seconda Porsche passi avanti.&nbsp;Fassler riparte dopo 23 minuti di sosta staccato di 2 giri (ne aveva 2 di vantaggio prima) e mantiene almeno&nbsp;la terza posizione. 14&ordf; ORA Di solito &egrave; la notte che porta sconvolgimenti nella classifica, stavolta invece il colpo di scena alla 24 Ore matura alle prime luci dell'alba: c'&egrave; gi&agrave; un lieve chiarore quando poco dopo le 5 del mattino la Toyota di testa, la n.7 con Nakajima alla guida, si arresta improvvisamente alla curva&nbsp;di Arnage. Non &egrave; un dritto, ma qualcosa di pi&ugrave; grave: un guasto elettrico che la mette irrimediabilmente fuori gara. Disperazione ai box. Si leva alto il commento amaro di Alexander Wurz: "Mi verrebbe da piangere: fare mezza gara in testa senza problemi e poi vedere svanire il sogno in una frazione di&nbsp;secondo per un guasto senza preavviso". Sono passate esattamente 14 ore dal via e la corsa perde la sua protagonista.  Il comando passa cos&igrave; all'Audi n.2 di Treluyer-Fassler-Lotterer, che precedono l'altra Audi di Kristensen-Gen&eacute; e le due Porsche , la 20 di Bernhard e la 14 di Jani.  Maurizio Voltini

La nostra cronaca "live" su tutto quanto successo sul circuito della Sarthe nella 2&ordf; met&agrave; di gara con la vittoria di Fassler-Lotterer-Treluyer

Le Mans: doppietta Audi, terza Toyota

da Le Mans: Roberto Chinchero  &Egrave; inconsolabile Marco Bonanomi. Il pilota dell&rsquo;Audi aveva iniziato da grande protagonista la sua seconda 24 Ore di Le Mans, riuscendo a risalire fino alla seconda posizione dopo un&rsquo;ora e mezza di gara. Poi, con il tamponamento subito dalla Ferrari 458 di Sam Bird, ha visto di colpo svanire mesi di lavoro.  &laquo;Non &egrave; facile accettare di finire in questo modo una gara come la 24 Ore &ndash; ha commentato con amarezza Bonanomi &ndash; eravamo ancora all&rsquo;inizio, e per di pi&ugrave; con la pioggia che improvvisamente era iniziata a cadere abbondantemente. Eravamo in pieno rettilineo quando ho visto delle vetture pi&ugrave; lente, ed ho abbassato la velocit&agrave; anche perch&eacute; la visibilit&agrave; non era buona. Ho sentito un primo colpo nella parte posteriore della mia vettura, ed era Lapierre, finito in testacoda. Sono riuscito a riprendere il controllo della monoposto quando &egrave; arrivato Bird che mi ha colpito con grande violenza. Nell&rsquo;urto ha strappato una sospensione della mia vettura, ma soprattutto si &egrave; danneggiato il motore, che ha subito perso olio. Ho provato a riaccendere la vettura, ma non c&rsquo;&egrave; stato nulla da fare. Non capisco davvero dove volesse andare Bird a quella velocit&agrave; in quel momento di gara&raquo;.  I rimpianti di Bonanomi aumentano ancora di pi&ugrave; pensando al passo di gara. &laquo;Dopo il via mi sono accorto subito che le Toyota stavano riducendo il passo &ndash; ha confermato Marco &ndash; perch&eacute; anche loro devono fare i conti con il consumo. Sono risalito fino alla terza posizione, poi ho battagliato con Lotterer per la piazza d&rsquo;onore. Andava tutto al meglio, credo davvero che senza inconvenienti c&rsquo;era la possibilit&agrave; di dire la nostra per la vittoria&raquo;. Bonanomi non lascer&agrave; Le Mans in anticipo, avendo deciso di rimanere vicino al team. &laquo;Non posso che ringraziare questo gruppo di lavoro &ndash; ha concluso &ndash; anche se avrei preferito di gran lunga farlo attraverso una bella gara. Non sar&agrave; facile da dimenticare quanto accaduto oggi, ma ormai non posso far nulla per cambiare le cose&raquo;.  

"Ho abbassato la velocit&agrave; per le vetture lente e la visibilit&agrave; non buona. Poi il botto"

Bonanomi racconta l'incidente che l'ha fermato

Tweets di @autosprintLIVE // <![CDATA[ !function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0],p=/^http:/.test(d.location)?'http':'https';if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=p+"://platform.twitter.com/widgets.js";fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document,"script","twitter-wjs"); // ]]> DODICESIMA ORA Proprio a met&agrave; gara quando scattano le 3 di notte, il colpo di scena: una delle Audi, la n.1 di Kristensen rallenta di colpo sul rettifilo delle&nbsp;Huanudieres e poi completa il giro a bassa velocit&agrave;. &Egrave; terza, con un giro di vantaggio sulla Porsche n.20 di Bernhard, ma il guasto&nbsp;sembra serio: la macchina viene portata nel garage, ci si affanna attorno al motore e anche Ullrich preoccupato osserva. Intanto la Porsche n.20 macina chilometri e nel giro di qualche minuto si sdoppia e poi supera&nbsp;l'Audi ancora al box riportandosi in zona podio. La Toyota invece appare imprendibile anche nelle ore&nbsp;notturne: a un certo punto l'Audi n.2 di Lotterer aveva provato a forzare il rito scendendo su tempi veloci di 3'26"/3'27" permettere pressione alla Toyota, ma Wurz al volante della n.7 ha risposto colpo su colpo velocizzando il ritmo. La Toyota &egrave; veloce e l'unico modo dell'Audi di riacciuffare la gara &egrave; costringerla all'errore.  In GT continua il duello Aston Martin-Ferrari con la Corvette n.74 che stavolta insegue;mas intanto le GT sono salite&nbsp;al 16esimo posto assoluto, una bella progressione. E &nbsp;lo stesso duello si ripete nella classe GT/AM dove l'Aston Martin n.95 di Heneimer precede di nemmeno un giro la Ferrari 458 n.72 guidata da Bertolini: i due sono 23esimo e 24esimo assoluti.  Le classifiche a met&agrave; gara.    NONA ORA Scesa la notte, le auto di testa vanno un pochino pi&ugrave; caute: questa &egrave; la fase in cui non si devono correre rischi. I primi concludono la rotazione dei piloti e tornano al volante i piloti che hanno preso il via. In Toyota &egrave; Wurz che riprende il volante della n.7 in testa alla gara, mentre in Porsche, Webber effettua i suoi stint notturni pur con qualche difficolt&agrave;, tra cui un dritto alla frenata di Mulsanne. Un&rsquo;ora prima anche Hartley, prima di cedergli il volante era andato dritto nello stesso punto oltretutto spegnendo il motore. Dopo un momento di panico il neozelandese &egrave; ripartito ed &egrave; tornato ai box ma complessivamente ha perso un paio di minuti e una posizione scendendo fino al 4&deg; posto. La Porsche &egrave; la prima volta, che esce dalla zona podio dall&rsquo;inizio della corsa in cui &egrave; stata anche al comando con Bernhard sotto la pioggia.  A sorpresa sull&rsquo;Audi n.1 &egrave; Gen&eacute; al volante che nel suo stint &egrave; quello che gira pi&ugrave; forte in pista: viaggia costantemente sul passo di 3&rsquo;27&rdquo; e riporta la macchina nello stesso giro della n.2 di Fassler, pur se staccato di un minuto e mezzo. D&rsquo;altronde lo spagnolo aveva detto prima di salire in macchina: &ldquo;Ad ogni giro prendo pi&ugrave; confidenza, in prova ho fatto solo 5 giri di giorno e 15 al buio, sicuramente girando mi impratichir&ograve; e i miei tempi scenderanno&rdquo;. Detto fatto.  Arriva invece il ritiro per Belicchi sulla Rebellion n.13. Cos&igrave; gli italiani ritirati salgono a cinque su 15: Bonanomi, Mediani, Rigon, Rugolo (nemmeno salito in macchina per l&rsquo;incidente di Bird) e Belicchi. La rimonta della Toyota n.8 invece staccata di 8 giri, si arresta per uno stop ai box per rottura del fondo. perde altri 3 giri e scivola a 11 giri dalla vetta, in 11&deg; posizione. Mentre Heidfeld perde una ruota, arriva al box su tre ruote e la sua Rebellion n.12 che marciava come un orologio perde la 5&ordf; posizione per cederla alla Porsche n.14.  Nella GT finisce dopo una serie di pit stop sfalsati il lungo duello fra Aston Martin n.97 di Senna, la Corvette 74 di Gavin e la Ferrari di Fisichella. Giancarlo fa tre stint poi ricede la macchina a Bruni, sulla Ferrari pesano le due soste extra durante la pioggia per montare le rain, ma i tre allo scadere della zona ora sono divisi da appena 11 secondi, con la prima Porsche 911, quella di Makowiecki a un giro.    SETTIMA ORA Kazuki Nakajima ha tagliato da leader il traguardo della settima ora di gara. Dopo aver ottenuto la pole position, il giapponese continua ad essere un grande interprete della Toyota Ts-040, arrivando a concretizzare due minuti di vantaggio sull&rsquo;Audi di Fassler a parit&agrave; di soste, salite a otto. L&rsquo;Audi numero 1, portata in pista da Marc Gen&eacute;, segue ad un giro, ma i tempi dello spagnolo sono stati decisamente pi&ugrave; alti. Nella classe LMP2 il confronto &egrave; tra la Alpine di Oliver Webb e la Ligier di Mardenborough, che segue il leader britannico a circa trenta secondi ma con una sosta in&nbsp; pi&ugrave; gi&agrave; effettuata.  Alex Imperatori ha vissuto qualche momento di panico quando la sua Oreca-Nissan ha improvvisamente scartato sulla sinistra alla Porsche-Curve per un probabile cedimento di una sospensione posteriore. Lo svizzero ha sfiorato le protezioni, ma si &egrave; fermato nel mezzo della sede stradale causando l&rsquo;uscita della Safety-Car dopo 6 ore e 25 minuti di gara. I leader della corsa, Nakajima e Treluyer iniziano la lunga processione di chi deve rifornire in pit-lane, con il francese che cede la sua Audi a Fassler.  A tenere alta l&rsquo;attenzione del pubblico che attende l&rsquo;arrivo della notte sulle tribune di Le Mans &egrave; stata soprattutto la classe GTE-Pro. I protagonisti di questa fase di gara sono stati Giancarlo Fisichella e Durren Turner, che hanno raggiunto ed insidiato la Corvette del leader provvisorio Westbrook. I tre, racchiusi in un secondo, si sono dati battaglia a lungo, con l&rsquo;Aston Martin di Turner che ha avuto la meglio su Westbrook alla novantesima tornata. Nella GTE-Am la leadership &egrave; nelle mani dell&rsquo;Aston Martin di Paul Dalla Lana, nonostante un testacoda, davanti alla vettura gemella di Thim. QUARTA ORA Condizionata dall&rsquo;asfalto che si stava asciugando, la terza ora di gara ha visto molte macchine andare avanti con le gomme intermedie anche con l&rsquo;asfalto quasi asciutto per non perdere tempo con una sosta ulteriore. In questa fase sono saliti i piloti del secondo stint, quindi ad esempio Hartley ha rilevato Bernhard sulla Porsche n.20, Sarrazin &egrave; salito al posto di Wurz sulla Toyota n.7 di testa e Treluyer ha rilevato Lotterer sull&rsquo;Audi n.2.  Dopo 3/4 ore hanno cominciato ad emergere le differenze di autonomia: la safety car uscita per la pioggia e gli incidenti aveva ricompattato il gruppo, facendo sfumare i 30&rdquo; di vantaggio acquisiti dalla Toyota di Wurz e al comando hanno cominciato ad alternarsi la Porsche n.20, la Toyota n.7 e la Audi n.2. Sono emerse in questa fase le differenze di autonomia: la Porsche n.20 di Bernhard-Hartley per esempio, pur girando circa 1&rdquo; pi&ugrave; lenta delle avversarie, percorre un giro di pi&ugrave; delle rivali col pieno cui dopo 3/4 ore si &egrave; trovata a compiere i suoi pit stop sfalsati di una ventina di minuti rispetto a Toyota e Audi e cos&igrave; si ritrova frequentemente al comando della gara alternandosi con la Toyota a seconda del momento del pit stop. Un po&rsquo; pi&ugrave; staccata la seconda Audi rimasta, la n.1 di Kristensen-Di Grassi ma sempre nel giro dei primi.  Grande rimonta della seconda Porsche, la n.14 di Jani-Lieb, che dopo aver peso 4 giri per il guasto alla pompa benzina risale fino al 10&deg; posto. Mentre la pi&ugrave; veloce in pista per tutte questo tempo &egrave; la Toyota n.8, che dopo l&rsquo;incidente di Lapierre &egrave; stata presa da Buemi che girando sul passo di 3&rsquo;26&rdquo; costante, contro i 3&rsquo;&rdquo;7&rdquo;/29&rdquo; dei primi, cerca di recuperare. Ma &egrave; staccata di 8 giri, in 41&ordf; posizione.  I cambi di scena avvengono in GT invece, dove Bruni-Vilander sotto la pioggia devono rallentare per aver tenuto troppo a lungo le gomme rain e la Ferrari n.51 viene superata e staccata da Porsche e Corvette: salgono al comando della GT la Porsche 92 di Bergmeister, e la Corvette 74 di Gavin, che assieme alla seconda Porsche ufficiale danno luogo a un bel duello. Tutti comunque divisi da non pi&ugrave; di 25 secondi circa.  Per parecchi minuti momento di gloria per Patrick Dempsey che si trova in testa alla classe GT pur correndo nella categoria AM grazie al fatto che la sua Porsche 911 con Long alla guida compie solo 2 pit stop nelle prime 4 ore contro i 4 dei rivali GT/Pro. Affondano invece del tutto le speranze di Rigon e della seconda Ferrari GT/Pro, la n.71 che divideva con Beretta e Kaffer, che si deve ritirare per la rottura del motore, che aveva subito dei danni interni ancora da gioved&igrave; dopo l&rsquo;incidente di Calado.    SECONDA ORA Il fatto saliente della seconda ora di gara a Le Mans &egrave; stato l'incidente che purtroppo ha portato al ritiro di Bonanomi, che mentre era 3&deg; &egrave; stato tamponato da Lapierre (Toyota 8) e Bird che in quel momento guidava la classifica in GTE Am con la Ferrari 81, anch'egli ritirato (mentre Lapierre &egrave; riuscito a tornare ai box).  Trovate qui l'articolo pi&ugrave; approfondito sull'incidente, e a seguire le classifiche dopo 2 ore, "tagliate" sotto regime di safety car.    PRIMA ORA Dopo un'ora gara c'&egrave; la Toyota di Wurz al comando con circa 35" di vantaggio sulle Audi. Mentre tutte e le due le Porsche hanno avuto gi&agrave; le prime difficolt&agrave;. La corsa era partita sotto la bandiera francese mossa da Alonso subito con una grande battaglia, fra la Toyota n.7 di Wurz che ha preso il comando davanti alla Porsche n.14 di Jani, alla Toyota n.8 di Lapierre, alla Porsche n.20 di Bernhard e alle tre Audi con Lotterer, Kristensen e Bonanomi.  Poi sono quasi subito iniziati i primi problemi: la Porsche di Bernhard ha avuto un calo del boost e ha rallentato facendosi superare dalle tre Audi, poi Lapierre con la seconda Toyota che era in scia alla n.7 ha fatto un dritto alla chicane Michelin ostacolata da un doppiato e ha perso la posizione e portato terra in pista che ha provocato una slow zone (dove si deve viaggiare a 60 km/h). Kristensen (Audi 1) ne ha approfittato per rifornire prima, dopo 25 minuti, gli altri hanno fatto 12 giri regolari (45 minuti) col pieno, ma poi la Porsche 14 di Jani ha rallentato per guasto alla pompa di benzina e ha perso 4 giri ai box per la riparazione ripartendo solo 50&deg;. Ma sulla Toyota di testa di Wurz pende il timore di una penalit&agrave; per unsafe release al pit stop.  In GT ha guidato per met&agrave; ora Bruni, poi si &egrave; accesa una bella battaglia durante i doppiaggi dei Prototipi e alla fine la Corvette di Magnussen ha scavalcato la Ferrari ma poi ha riperso la posizione. Nella ghiaia a Mulsanne la Ferrari n.61 di Cioci durante un contatto con una Lmp2, che era tra le favorite in GT/Am.     Parte alle ore 15 con il via dato da Fernando Alonso la 82&ordf; edizione della gara pi&ugrave; massacrante dell'anno, la 24 Ore di Le Mans, che quindi se non si verificheranno inconvenienti si concluder&agrave; allo stesso orario di domenica. Seguiremo la gara in diretta, riportando le fasi salienti, con la nostra cronaca "live" in parallelo su web e twitter (@autosprintLIVE).  Ricordiamo che si corre sul circuito semistradale de la Sarthe di 13.629 metri: infatti al circuito permanente "Bugatti" di poco pi&ugrave; di 4 km, in occasione della 24 Ore vengono aggiunte strade normalmente aperte al traffico, che portano il tacciato alla configurazione classica - per quanto dal 1923 siano state apportate svariate modifiche - con 38 curve.  In pole parte la Toyota n.7 di Nakajima-Sarrazin-Wurz, affiancata dalla Porsche n.14 di Dumas-Jani-Lieb. Ma non bisogna sottovalutare le Audi, che punteranno all'esperienza per quanto riguarda i piloti, l'affidabilit&agrave; ma soprattutto la possibilit&agrave; di tenere sotto controllo i consumi per risparmiare tempo nelle soste ai box. E non dimentichiamo la pole nella classe GTE ottenuta dalla Ferrari 458 n.51 di Bruni-Fisichella-Vilander e del team AF Corse.  Ricordiamo infine alcuni link utili: - tutti gli iscritti con i numeri di gara (e gli italiani in evidenza); - le classi e le regole tecniche; - le differenze fra i Prototipi in gara.   

La cronaca "live" di tutto quello successo nella gara pi&ugrave; famosa. Da Nakajima leader alla battaglia in GT-Pro

24 Ore di Le Mans: la prima met&agrave; di gara

da Le Mans: Roberto Chinchero  Wolfgan Ullrich, gran capo di Audi Sport, nella tradizionale conferenza stampa svoltasi oggi a Le Mans ha confermato il buon stato di salute di Loic Duval, sfortunato protagonista dell&rsquo;incidente avvenuto mercoled&igrave; nella sessione pomeridiana di prove libere. &laquo;Loic &egrave; stato dimesso ieri alle 14 &ndash; ha confermato Ullrich &ndash; ed &egrave; venuto in pista per salutare la squadra. Lo abbiamo accolto con una torta per celebrare il suo compleanno, e tutti hanno tirato un sospiro di sollievo sapendo che lui stesso aveva guidato la sua auto dall&rsquo;ospedale alla pista&raquo;.  Come comunicato poche ore dopo l&rsquo;incidente, Duval non sar&agrave; al via della 24 Ore che scatter&agrave; domani. Ma la squadra ha voluto lasciare lo stesso il suo nome sulla macchina n.1, assieme a quello di Gen&eacute; che l'ha sostituito. &laquo;Guarder&agrave; la gara da casa. &ndash; ha concluso Ullrich &ndash; Loic &egrave; partito ieri diretto a casa dei suoi genitori, ma anche se ci rammarica non averlo con noi al via, siamo decisamente rasserenati dal suo stato di salute. &Egrave; un membro della nostra famiglia, e lo aspettiamo al pi&ugrave; presto&raquo;.

Ha festeggiato il compleanno in pista a Le Mans e poi &egrave; tornato a casa

Duval dimesso e "sta bene", conferma Ullrich

La 24 Ore di Le Mans non inizia sotto i migliori auspici, almeno per quanto riguarda la possibilit&agrave; di girare liberamente in pista nelle prove. Dopo essere apparse tre volte in quelle libere, anche nella prima sessione di qualifica sono state infatti le bandiere rosse a dominare la scena. Fortunatamente c'&egrave; stata molta meno ansia rispetto a quanto accaduto con Loic Duval, per il quale si parla solo di ferite alla gamba, ora, e verr&agrave; sostituito da Marc Gen&eacute;. Ma prima per la Oreca 37 di Minassian che si infila sotto le barriere dopo una trentina di minuti, poi per la Aston Martin 99 guidata da Rees che sbatte sempre nella sequenza di curve Porsche-Karting, alla fine si decide per la conclusione anticipata e vengono vanificati un'ottantina di minuti di prove (che non significano solo qualificazione, ma anche test funzionali).  Cos&igrave; al comando restano le Porsche, che invece nelle libere erano state in coda (pretattica?). In particolare la pi&ugrave; veloce &egrave; la n.20 di Hartley-Webber-Bernhard, a 8 decimi dalla n.14 di Jani-Lieb-Dumas. Dopo pi&ugrave; di 2 secondi vengono le Toyota 7 e 8 di Wurz-Sarrazin-Nakajima e di Davidson-Lapierre-Buemi, con la prima che si &egrave; anche fermata ammutolita in pista proprio in occasione della seconda bandiera rossa della sessione (la quinta totale finora). Poi le Audi 2 e 3 di Fassler-Lotterer-Treluyer e di Albuquerque-Bonanomi-Jarvis, con quella numero 1 fuori gioco per l'incidente nelle libere. I meccanici sono per&ograve; gi&agrave; in gara per riuscire a (ri)costruirla in tempo con i "ricambi" (in realt&agrave; ci vorr&agrave; una vettura completa...).  Ma come dicevamo la situazione non ha visto tutti battagliare in modo "completo" e pochi hanno potuto mostrare l'effettivo potenziale. Forse a ci&ograve; sfugge il risultato in GTE, che fra i "Pro" ha visto svettare la Ferrari 458 n.51 di Bruni-Fisichella-Vilander, davanti per 3 decimi all'Aston Martin n.97 di Mucke-Senna-Turner. Seguono la Porsche 911 n.92 di Makowiecki-Holzer-Lietz e, per variare un po', la Corvette n.73 di Magnussen-Garcia-Taylor. Nella classe "Am" sono invece davanti, sempre con una Ferrari 458, l'equipaggio n.72 Bertolini-Basov-Shaitar e quello 61 di Cioci-Venturi-PerezCompanc. Terza la Porsche 911 n.77 che Patrick Dempsey condivide con Foster e Long. In LMP2, infine, la Morgan n.26 di Rusinov-Pla-Canal precede di 6 decimi la Alpine n.36 di Panciatici-Webb-Chatin.  La seconda sessione di qualifiche a Le Mans si disputer&agrave; dalle ore 19 alle 21 di gioved&igrave;, seguita dalla terza e ultima sessione dalle ore 22 alle 24, sempre con la nostra diretta twitter su @autosprintLIVE, ma al momento non vi &egrave; stata conferma della ventilata possibilit&agrave; che possa essere recuperato almeno in parte il tempo perso oggi di prove.  Maurizio Voltini  

Le prime prove di qualifica vengono accorciate parecchio dalle neutralizzazioni e alla fine le Porsche precedono Toyota e Audi

41 risultati per '24h'

François Hollande alla 24 Ore di Le Mans