Ecco il consueto appuntamento della rubrica "Ci vediamo da Mario", dedicata ai 40 anni dalla prima vittoria in F.1 di Elio De Angelis, che è anche l'ultima della Lotus di Colin Chapman. E oltre a ciò altre piccole e grandi considerazioni a cura come sempre del nostro Mario Donnini

Ci vediamo da Mario: i 40 anni dalla prima vittoria di Elio De Angelis

POTENZA PICENA - In un fine settimana in cui la F.1 ha taciuto e i motori dell&rsquo;automobilismo che conta rombavano a Le Mans, il ricordo corre a rinnovare la memoria di un grande dell&rsquo;automobilismo italiano: Elio De Angelis. Con un incontro dibattito la sera di sabato, a Villa Buonaccorsi, dimora originaria del XVI secolo a due passi da Macerata, intitolato &ldquo;Elio De Angelis - La velocit&agrave; nel sangue, l&rsquo;arte e lo stile nell&rsquo;anima&rdquo;.&nbsp;  &laquo;Siamo qui, nell&rsquo;ambito della terza edizione del Memorial Scarfiotti - queste le parole del figlio di Lodovico, Luigi -, per raccontare delle storie. Per leggere e vivere le macchine non come pezzi di ferro, ma strumenti privilegiati per capire e ricordare l&rsquo;uomo che le ha condotte in gara. E quest&rsquo;anno tocca proprio a Elio De Angelis, personaggio importante e a tutto tondo dell&rsquo;automobilismo italiano&raquo;.  Insieme a Lodovico Scarfiotti e a Riccardo Patrese, Elio resta a tutt&rsquo;oggi uno dei tre piloti tricolori in grado di vincere una gara iridata di F.1 in suolo italiano, da 53 anni a questa parte.&nbsp;  E d&rsquo;altra parte tutto il weekend dal 16 al 18 giugno - che aveva avuto uno stupendo premio di presentazione a inizio mese a Roma, presso il Salone d&rsquo;onore del Coni - &egrave; stato incentrato sulla celebrazione del ricordo di Elio, nato nel 1958, 108 Gp disputati, 2 vinti, 10 podi pi&ugrave; tre pole all&rsquo;attivo. Purtroppo scomparso il 15 maggio 1986 per le conseguenze di un incidente avvenuto in una sessione di test privati sul tracciato francese del Paul Ricard.  Tutta la giornata di sabato 17 giugno &egrave; stata bellissima occasione di rimembranza, che ha avuto artefice Roberto De Angelis, fratello di Elio, in nome della famiglia che &egrave; accorsa per l&rsquo;evento, insieme a tantissimi appassionati che non hanno dimenticato le prodezze in pista del campione romano.&nbsp;  L&#39;editoriale del Direttore: Quanti fantasmi nel Motorsport!  Presenti anche le monoposto che seppero far crescere Elio, la Ralt Rt1-Toyota con cui vince il Gp Lotteria di Monza di F.3 1977 e la Chevron B38-Toyota che lo vide sbancare il Gp di Montecarlo di F.3 1978, ultimo biglietto utile per salire sul prestigioso treno della F.1, che sarebbe arrivata all&rsquo;inizio dell&rsquo;anno successivo, con la Shadow.&nbsp;  Una F.1 mirabilmente rappresentata da Clive Chapman, figlio del mitico Colin, che ha portato il bilico del Classic team Lotus, con due monoposto simbolicamente assai importanti, per Elio, la Lotus 91 della prima vittoria iridata al Gp d&rsquo;Austria 1982 e la fantomatica Lotus 88 a doppio telaio, vettura proibita a met&agrave; stagione 1981 dalla Federazione, quasi a simboleggiare ci&ograve; che avrebbe potuto essere e non &egrave; stato.&nbsp;  Il clou della manifestazione nel pomeriggio successivo, a Porto Potenza Picena, dove Emanuele Pirro, che alle prime esperienze in kart sfid&ograve; i fortissimi fratelli De Angelis - oltre a Elio pure Roberto e Andrea in pista non scherzavano affatto -, &egrave; salito percorrendo per tre volte il rettilineo del lungomare sulla Lotus 88, seguito da Beppe Gabbiani, il grande &ldquo;Cavallo Pazzo&rdquo;, fiero avversario di Elio nelle formule promozionali, a bordo della Chevron B38 e dalla Ralt Rt1 vincente al Lotteria e guidata dal collezionista svizzero Giacomo Talleri, seguita dalla Porsche 928 S appartenuta a Elio e guidata dal fratello Roberto.    Molto emozionato Pirro: &laquo;Lo ammetto: c&rsquo;&egrave; scappata la lacrimuccia. D&rsquo;altra parte i De Angelis e Elio in particolare fanno parte della parte pi&ugrave; fresca e spensierata della mia carriera, quella in kart e per me guidare la sua Lotus indossando il casco personale &egrave; un immenso onore&raquo;.  L&rsquo;incontro-dibattito a Villa Buonaccorsi ha visto dirigere la discussione Lino Ceccarelli, cronista Rai della F.1 anni ruggenti, accompagnato da Ezio Zermiani e da Gianfranco Palazzoli, per decenni al seguito del grande Mario Poltronieri, quindi lo stesso Roberto De Angelis, Emanuele Pirro, Clive Chapman, figlio di Colin, artefice della Lotus e team manager di Elio, il promoter Sergio Peroni, Andrea Gallignani della Everest, il padrone di casa Luigi Scarfiotti nonch&eacute; Nestore Morosini, celeberimo inviato del Corriere della Sera.&nbsp;  Per tutti coloro che vorranno leggere i vari interventi, Autosprint dedicher&agrave; una puntata della rubrica &ldquo;Cuore da Corsa&rdquo; all&rsquo;evento, all&rsquo;interno del numero in edicola la prossima settimana, a partire da marted&igrave; 27 giugno.  In definitiva un intenso momento di commozione e ricordo di un grande campione, del ragazzo intelligente e buono che Elio seppe essere. Ma soprattutto, come lo ha didascalizzato Clive Chapman: &laquo;Un vero numero uno e un pilota maledettamente veloce&raquo;  AUTOSPRINT N.25 IN EDICOLA, EDIZIONE DIGITALE 

Il pilota italiano &egrave; stato celebrato a Potenza Picena (Macerata), con Emanuele Pirro che ha preso il volante della Lotus 88 guidata da Elio nel 1981

Nel ricordo del grande De Angelis

&ldquo;Elio aveva deciso fin da piccolo che quella del pilota sarebbe stata la sua vita, aveva studiato per farlo e aveva coronato il suo sogno. Era arrivato ed era felice prima che il destino lo portasse via&rdquo;. Cos&igrave; Giovanni Malag&ograve;, Presidente del Coni e amico di infanzia di De Angelis, ha tratteggiato il suo ricordo del pilota romano che mor&igrave; a Marsiglia nel il 15 maggio 1986, un giorno dopo il grave incidente nella sessione di prove libere &ldquo;private&rdquo; al Paul Ricard, con la problematica Brabham BT 55 a cui si stacc&ograve; l&rsquo;ala posteriore. Malag&ograve; ha aperto&nbsp;la presentazione della terza edizione del &ldquo;Memorial Lodovico Scarfiotti&rdquo;, tenutasi a Roma nel Salone d&#39;onore del Coni, che si correr&agrave; nel weekend 16-17 giugno e sar&agrave; dedicato proprio alla memoria di De Angelis.  Molto commosso anche il ricordo di Giancarlo Minardi che aveva portato De Angelis in Formula 2 e che era quasi riuscito a metterlo sul sedile della Ferrari in F1 &ldquo;Quando Gilles Villeneuve ebbe l&rsquo;incidente in Giappone nel 1977 con la Tyrrell a 6 ruote di Peterson &ndash; ha raccontato Minardi - Enzo Ferrari decise di far valere un diritto di opzione che io avevo inserito nel contratto di Elio. Lo fece provare in pista a Fiorano e lui and&ograve; pi&ugrave; forte dei piloti ufficiali. Lo richiam&ograve; a Maranello per ingaggiarlo ma il padre Giulio non cedette, dopo un pomeriggio intero di tesissime negoziazioni. Ferrari voleva prima fargli fare due gare con la Surtees, una macchina pessima, ma il padre non cedette perch&eacute; non voleva esporlo a brutte figure&rdquo;.  Infine, a Roma c&rsquo;era anche Jean Alesi, arrivato nella Capitale per omaggiare il &ldquo;suo&rdquo; eroe De Angelis &ldquo;Per noi che correvamo in Formula 3, chi faceva la F1 era una specie di dio in terra ed Elio era uno dei miei idoli. Per questo ho deciso di mettere i suoi colori sul mio casco e mio figlio che ha iniziato a correre da poco ha fatto la stessa cosa&quot;. 

Minardi &quot;Ferrari voleva ingaggiarlo per la F1 ma l&#39;accordo salt&ograve;&quot;, Alesi &quot;Era un idolo per me, il mio casco porta i suoi colori&quot;

Ricordando Elio De Angelis, il terzo Memorial Scarfiotti &egrave; dedicato a lui

Elio De Angelis, trent&rsquo;anni dopo. Centotto Gran Premi, due vittorie, tre pole. I numeri paiono ricami bugiardi, dicono ma non spiegano. Annaspano, fanno fatica a giustificare il cuore e la stima che continuano a scaldarsi per il pilota romano, che in quel magico 1985, visto come l&rsquo;anno di Alboreto e della Ferrari, dopo Monaco era in testa al Mondiale, proprio davanti a Michele. Da l&igrave; in poi, niente and&ograve; pi&ugrave; bene. La sua Lotus, la politica, i delicati equilibri interni, la scelta d&rsquo;andarsene e dove, l&rsquo;arrivo in Brabham, la strana Bt55 e ci&ograve; che ne segu&igrave;, fino a quel maledetto giorno al Ricard. Un anno da incubo, a finale tragico. Da Montecarlo a Montecarlo. Nel 1985 leader del mondiale, nel 1986 inconsapevole e anonimo outsider, all&rsquo;ultimo Gp della sua vita. No, maledizione. Non &egrave; giusto. E, trent&rsquo;anni dopo, il senso d&rsquo;indignata ribellione per questo destino echeggia e trasmuta - come se i sentimenti positivi fossero energie rinnovabili - in un immenso affetto e nella voglia di non dimenticare.  De Angelis era un bel pilota e un uomo buono. Cos&igrave; lo ricorda il fratello Roberto:&nbsp;&laquo;Ecco, se mio fratello fosse stato pi&ugrave; freddo e calcolatore, avrebbe ottenuto di pi&ugrave;, ma lui in fondo era un buono. Era un ragazzo generoso, allegro, tifava per la Roma e dalla carriera meritava tanto di pi&ugrave;. &Egrave; morto per un incidente in un test che non doveva spettare a lui, nel quale fu chiamato all&rsquo;ultimo istante per sostituire Patrese. Era destino..&raquo;  L&rsquo;ingegnere Mauro Forghieri ha due ricordi distinti&nbsp;di Elio DeAngelis, uno da pilota, l&rsquo;altro, sorprendente&nbsp;e quasi inatteso, da improvviso ospite dei De&nbsp;Angelis, in un capodanno a Porto Cervo, in Sardegna:&nbsp;&laquo;Un incontro per caso, a capodanno, a casa De Angelis presso Porto Cervo. Finimmo per passare insieme la festa e scoprii una famiglia semplice, calda, col senso dell&rsquo;accoglienza e tanti valori veri. Ecco, fu bellissimo, perch&eacute; quell&rsquo;ambiente spiegava esattamente il modo di essere di Elio, sicuramente di buona famiglia e allo stesso tempo verace e piacevole come persona. Uno dei pochi capaci di suonare un pianoforte e di spremere il meglio da una monoposto&raquo;.  Jan Lammers &egrave; stato il primo compagno di squadra di Elio De Angelis in F.1, nel 1979, all&rsquo;interno della Shadow: &laquo;Al tempo vivevo le cose con preoccupazione e concitazione, ma ripensandoci a ritroso non posso che apprezzare il suo spirito scanzonato, la sua capacit&agrave; di sorridere anche quando le cose non andavano troppo bene e le tante risate fatte insieme a lui e a Jaime Manca&raquo;.  Elio arriva alla Lotus per la stagione 1980, dove ad attenderlo &egrave; il confronto diretto con Mario Andretti. E proprio a &ldquo;Piedone&rdquo; tocca di ricordare quell&rsquo;anata intensa ma sfortunata: &laquo;Con Elio De Angelis ho corso insieme nell&rsquo;ultima mia stagione in Lotus. Si present&ograve; sfoggiando due qualit&agrave; importanti: era molto veloce in pista e nella vita si muoveva con la classe del grande signore, anche se aveva poco pi&ugrave; che vent&rsquo;anni&raquo;.  Lo speciale completo &nbsp;e l&#39;ultima intervista a Elio De Angelis, in edicola da marted&igrave; 17 maggio nel nuovo numero di Autosprint. 

Il 15 maggio 1986 il pilota lasciava questo mondo in seguito alle ferite riportate nell&#39;incidente al Paul Ricard: lo speciale di Autosprint in edicola da marted&igrave;

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Nel ricordo del grande De Angelis

Ricordando Elio De Angelis, il terzo Memorial Scarfiotti è dedicato a lui

Il Ricordo: Elio De Angelis, l'Uomo Nero dal cuore buono