A Istanbul, il Mondiale di F1 torna a essere ancora pi&ugrave; combattuto che mai. Il GP di Turchia conferma ancora una volta che a sole 6 gare dalla fine della stagione, il titolo &egrave; sempre pi&ugrave; in ballo tra Hamilton e Verstappen, soprattutto ora che l&rsquo;olandese ha risorpassato l&rsquo;inglese. La vittoria di Bottas e il podio delle due Red Bull ha lasciato Hammer indietro. Ecco una carrellata dei dialoghi via radio pi&ugrave; anomali di Ferrari, Mercedes, Alfa Romeo e...

GP Turchia, team radio del weekend: Kimi “affoga", Hamilton in silenzio spettrale e Tsunoda se la prende con Perez

        Ci sono trofei che brillano per la loro preziosa forgiatura, ed altri che risplendono di luce propria. E le intermedie di Ocon del GP di Turchia sono decisamente una coppa di inestimabile valore. Il francese dell'Alpine, &egrave; stato l'unico a Istanbul a decidere di non fermarsi per tutta la durata della gara e ha completare i 58 giri senza mai andare ai box per cambiarle. Devastate, sbrindellate e quasi distrutte: "Ancora un giro, poi, e avremmo avuto una foratura", ammette Esteban. Una scommessa vinta, ma rischiosissima, grazie a una buona dose di fortuna.  La gomma? Non ha proprio un bell'aspetto Quell'anteriore sinistra di Ocon, con un cratere e tele esposte e senza pi&ugrave; gomma,&nbsp;&egrave; molto pi&ugrave; di uno pneumatico, &egrave; diventato il simbolo per l'Alpine di indomito coraggio e di resilienza in un Mondiale che sta regalando tante soddisfazioni alla scuderia. Dal ritorno di Alonso, all'arrivo di Brivio come racing director, alla prima storica vittoria in carriera in F1 di Esteban al GP d'Ungheria, al quinto posto nella classifica costruttori dietro alla Ferrari (per ora): il team con sede a Enstone macina grandi prestazioni. Imprese che per&ograve; a livello di risultati non corrispondono: Ocon domenica infatti &egrave; partito 12&deg; e ha chiuso 10&deg;, guadagnando un solo punto seppur abbia portato a termine un'impresa che mancava dal GP di Germania del 1993 con Gerhard Berger su Ferrari.&nbsp; &ldquo;&Egrave; stato un rischio, s&igrave;. E alla fine siamo stati ripagati con un punto. La gomma non ha un bell&rsquo;aspetto, ma penso che la appenderemo al muro in fabbrica. L&rsquo;anno scorso ho avuto un incidente nel primo giro, e fondamentalmente da l&igrave; in poi ho guidato sulle intermedie per tutta la gara. Quindi ho pensato che anche quest&rsquo;anno potessimo riprovarci, anche se &egrave; stata dura".  &zwj; (My face after crossing the line)! Risky one but we are happy to get a reward to finish with  #EO31 #turkishgp pic.twitter.com/uZZN93XdxV &mdash; Esteban Ocon (@OconEsteban) October 10, 2021    &nbsp;       

Il francese dell'Alpine commenta con sempre pi&ugrave; entusiasmo i 58 giri portati a termine senza mai effettuare un pit stop: "&Egrave; stato un rischio, s&igrave;. E alla fine siamo stati ripagati con un punto"

Ocon, la gomma devastata al GP di Tuchia come trofeo: "L'appenderemo in fabbrica"

Cose davvero turche per il Mondiale di F.1 che torna da Istanbul dopo un Gp di equilibrismi e azzardi. Una domenica bagnata e neanche troppo agitata all&rsquo;interno del confronto Mercedes- Red Bull, dove stavolta a fare la vo- ce grossa &egrave; stato Valtteri Bottas, consistente e determinato a chiudere prima che sia troppo tardi il lungo digiuno dalla vittoria.  In pieno conto alla rovescia, il finlandese che nella prossima stagione approder&agrave; all&rsquo;Alfa-Sauber piazza una prestazione da leone e sbrana tutte le pretese dell&rsquo;accoppiata Red Bull Verstappen-Perez.  Una gran bella battaglia al termine della quale Max torna leader del Mondiale con sei punti di vantaggio su Hamilton che chiude al quinto posto ed &egrave; colui che brilla di meno nel Gp di Turchia. &Egrave; un Mondiale sempre pi&ugrave; col botto quello che si sta dipanando in questa stagione densa di sorprese nel quale emerge la crescita della Ferrari.  La prestazione delle Rosse a Istanbul &egrave; stata davvero da incorniciare. Per lunghi tratti Leclerc ha fatto sognare il popo lo rosso al comando della gara. A lungo terzo Charles ha sempre avuto nel mirino la Red Bull di Verstappen e quando si &egrave; trattato di scegliere se rientrare ai box a 20 giri dalla fine ed accontentarsi del terzo gradino del podio o rischiare l&rsquo;azzardo e giocarsi il tutto per tutto, il monegasco ha scelto la seconda opzione.  Cos&igrave; &egrave; rimasto in pista con gomme intermedie ormai usurate mentre Bottas, Verstappen e Perez avevano gi&agrave; effettuato il pit per montare Pirelli verdi nuove. La fuga di Charles ha fatto emozionare ma poi &egrave; stato risucchiato dai rivali pi&ugrave; performanti con le nuove coperture. Leclerc &egrave; entrato ai box al giro 47 per poi tornare in pista davanti a Perez ma le intermedie nuove non hanno offerto subito un livello di aderenza ottimale e Charles ha visto cos&igrave; svanire anche il terzo gradino del podio. A fine gara il team principal Mattia Binotto ha spiegato: &quot;La macchina ora ci permette di fare buone rimonte e sorpassi. Ci manca un quarto di bicchiere, ma ci stiamo lavorando. Ci lavoriamo un passo alla volta. Non abbiamo la bacchetta magica, ma stiamo lavorando su ogni aspetto. Usciamo da questa gara soddisfatti, questo &egrave; il mio pensiero&quot;.  Nello scorso week end si sono conclusi diversi campionati. E non sono mancate neanche le polemiche. Le pi&ugrave; roventi arrivano dal DTM dopo un finale nel quale Lawson &egrave; stato messo kappa&ograve; a un passo dal titolo. Il neozelandese con la Ferrari di AF Corse &egrave; stato messo in condizioni di non nuocere, speronato dal rivale Kelvin Van der Linde. Cos&igrave; il titolo &egrave; andato all&rsquo;incredulo Goetz con il patron di AF Corse Amato Ferrari che ha sottolineato: &quot;&Egrave; un peccato perdere cos&igrave; un campionato che ci sentiamo di aver ampiamente meritato di vincere. Il comportamento di Kelvin Van der Linde &egrave; stato assolutamente antisportivo e autolesionista, visto che ha compromesso anche le sue possibilit&agrave; di vincere il campionato. &Egrave; stato un comportamento senza senso, che non mi attendevo di vedere in questa categoria che deve essere frequentata solo da professionisti&quot;.  A rendere meno amara la pillola per il Cavallino &egrave; per&ograve; arrivata la conquista del GT World Europe da parte della Ferrari che si conferma al top nella classifica piloti Pro del GT World Challenge Endurance Cup, bissando il successo colto lo scorso anno con Alessandro Pier Guidi; ed &egrave; ancora grazie al pilota alessandrino, a Nicklas Nielsen e C&ocirc;me Ledogar che Iron Lynx si &egrave; aggiudicata il primo titolo internazionale, ottenuto con il fondamentale supporto tecnico di AF Corse, maestra nel gestire la Ferrari 488 GT3.  Infine uno sguardo anche al Tricolore Rally. Anche qui si parla di titoli e soprattutto di un Giandomenico Basso ancora protagonista. Capace di vincere il quarto scudetto della carriera con una gara d&rsquo;anticipo e con una determinazione ancora feroce. Passano gli anni ma il vecio di Cavaso del Tomba non molla di un millimetro. Razza Piave, terra di campioni dei rally. 

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L&#39;editoriale del direttore: Cose turche e Max torna leader

        Dopo Sochi, l'ambiente Red Bull guardava alle sette gare restanti, decisive per il mondiale, con la fiducia di chi se la sarebbe giocata alla pari, senza pi&ugrave; piste marcatamente favorevoli a Mercedes. Il GP di Turchia &egrave; in archivio e l'esibizione Red Bull &egrave; stata lontana dall'essere una concreta minaccia per Bottas. Nonostante tutto, ripartono alla volta di Austin con una testa del mondiale Piloti riconquistata. Ma anche con rinnovati sospetti, ancora intorno alla power unit Mercedes. La richiesta di chiarimenti avanzata dopo la pausa estiva, intorno al funzionamento del polmone di aspirazione del V6 Mercedes, non ha sortito effetti presso la FIA, che non ha inteso di dover procedere. Tutto regolare. Sterzi a parte: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max! Un minor carico non basta pi&ugrave; Non parla chiaramente di irregolarit&agrave;, Christian Horner, pur instillando il dubbio che in Mercedes abbiano qualcosa in pi&ugrave; che permette velocit&agrave; di punta molto elevate, nel confronto con Red Bull.&nbsp; "La loro velocit&agrave; in rettilineo ha compiuto, recentemente, un passo in avanti significativo e credo che, laddove prima riuscivamo a eguagliarli con ali meno cariche, adesso non riusciamo ad avvicinarci. L'abbiamo visto in particolare su questa pista, dove soprattutto Lewis aveva un significativo vantaggio di velocit&agrave; massima con un'ala posteriore pi&ugrave; grande. Dobbiamo massimizzare il nostro pacchetto il pi&ugrave; possibile, &egrave; sorprendente che abbiamo compiuto il passo avanti che hanno fatto con la power unit", analizza Horner. Non gli unici ad aver chiesto chiarimenti Tutto il campionato si &egrave; corso su due scenari paralleli: il confronto in pista e quello politico, con proteste e richieste di chiarimento su soluzioni tecniche dell'uno e dell'altro. A mettere i puntini sulle "i", Horner ribadisce: "Solo per essere chiari, non abbiamo protestato contro la power unit, abbiamo sollevato alcuni interrogativi, come fanno tutte le squadre.&nbsp; Leggi anche: Leclerc: "Abbiamo corso per vincere, cresciamo pi&ugrave; degli altri" Comunque non &egrave; stata solo Red Bull, ci sono stati anche altri Costruttori che hanno sollevato domande e continuano a essere poste. Spetta alla FIA verificare e sorvegliare, ma quando hai un'elevata velocit&agrave; di punta, superiore a quella di un DRS aperto, fa decisamente impressione. Lewis soprattutto era 15-20 km/h pi&ugrave; veloce dopo la piega sul rettilineo".&nbsp; I prossimi appuntamenti in calendario vedranno un fattore power unit contare parecchio a Austin, poi a Interlagos, un po' meno a Citt&agrave; del Messico, dove la minore densit&agrave; dell'aria e il ridotto drag avranno un ruolo preponderante. "Dobbiamo trovare un po' di velocit&agrave; di punta, forse loro hanno utilizzato una diversa configurazione aerodinamica, ma c'&egrave; della velocit&agrave; da trovare. Arriveranno piste che speriamo si addicano a noi, sappiamo per&ograve; come Austin sia territorio di Hamilton, dovremo esprimere il nostro miglior gioco".       

Red Bull si interroga sulla velocit&agrave; di punta trovata da Hamilton in Turchia, un passo avanti non pi&ugrave; compensabile con assetti aerodinamicamente meno carichi. Sui "sospetti" legati al motore Mercedes chiarisce: "Non siamo stati i soli a rivolgerci alla FIA"

Horner e quella superiorità Mercedes che impressiona

        Si potrebbe definire l'occhio dell'ingegnere contro l'istinto e la fantasia, il confronto tra Mercedes da un lato e Lewis Hamilton dall'altro, nella seconda parte del GP di Turchia. Il tutto senza dimenticare come la Formula 1, volenti o nolenti, sia uno sport dominato dal dato scientifico, dai numeri, da quella che in economia sarebbe la razionalit&agrave; perfetta.&nbsp; Inevitabilmente, Ross Brawn sposa la visione del muretto, a richiamare Hamilton prima che fosse troppo tardi e perdesse anche la posizione su Pierre Gasly. Una decisione in realt&agrave; che &egrave; andata a "mettere una pezza" a un errore precedente, quello che anche Toto Wolff ha riconosciuto sarebbe stato un ordinato agire con il pit-stop di Lewis nei giri in cui si sono fermati Bottas e Verstappen. Su GP di Turchia, Brawn riconosce come "non ci sia stata una quantit&agrave; enorme di azioni spettacolari; tuttavia, &egrave; stato bello nel suo sviluppo e nella sua evoluzione, in particolare verso la conclusione, con il dilemma tra lo stare in pista su un unico set di gomme o rientrare ai box. Ha preso alla sprovvista un po' di squadre". Mercedes ha saputo dire no Mettendo a confronto due scenari simili perch&eacute; mossi da visioni contrapposte tra muretto e pilota in macchina, quanto accaduto in Turchia per certi versi d&agrave; la misura di come, un team vincente, sappia arrivare a imporsi sul pilota, anche quando si tratta di un campionissimo. Diversamente da una McLaren, ad esempio, che in Russia ha mancato il momento dell'ordine che avrebbe scritto tutto un altro finale. Posizioni differenti, si dir&agrave;, con in ballo poste anch'esse diversissime. D&agrave; per&ograve; una misura del come serva scavalcare il pilota nelle decisioni, quando necessario. La bolla del pilota contro i dati del muretto "Ancora una volta le squadre hanno dovuto affrontare una difficile decisione tattica. In questi scenari fai affidamento al tuo giudizio, all'esperienza e alle sensazioni. Come visto nel caso di Lewis, c'&egrave; stata un'iniziale resistenza dall'abitacolo a rientrare per il pit. Quanto queste situazioni non sono nette e dal pilota ti arriva un un rinvio, &egrave; facile per un team rinunciare a quella che sente essere la decisione corretta. Leggi anche: Leclerc: "Cresciamo pi&ugrave; degli altri" Il pilota &egrave; in una bolla, ha bisogno di darti informazioni ma quel che non possono vedere sono tutti i dati che alimentano il muretto. Nel caso di Lewis, se non si fosse fermato e le gomme fossero finite o se fosse tornata una leggera pioggia, sarebbe precipitato in classifica e sarebbe stato un disastro", analizza Brawn, in una sintesi del "non si possono vincere tutte le gare".&nbsp; Il peso di ogni singolo punto Conta, tanto pi&ugrave; nel punto-a-punto della lotta Verstappen-Hamilton, con 6 gare al termine del mondiale, affrontare ogni round aspettando il momento giusto per affondare il colpo, contenendo le perdite quando l'avversario o le condizioni esterne - vedi la penalit&agrave; per la sostituzione del motore - lo impongono.&nbsp; "Tutti sappiamo come i punti siano fondamentali a ogni passaggio della stagione, ma quando entri in questa fase, ti concentri su ogni singolo punto. Dovresti farlo per tutto l'anno ma non &egrave; la stessa cosa quando arrivi alle ultime gare, nelle quali ogni cosa &egrave; pi&ugrave; intensa e sai che se sbagli non c'&egrave; tempo per recuperare".       

Ross Brawn sposa la linea decisa dal muretto Mercedes, alimentata dalle informazioni e dati che, a Hamilton, non erano tutti disponibili. Torna la solita questione di un'interpretazione della corsa imposta dai dati o bilanciata dalla volont&agrave; del pilota

Brawn, con Hamilton scongiurato il rischio di un disastro

        Ad Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo chiede di dimostrare in pista di valere la conferma per il 2022. Prestazioni e risultati il modo migliore di farlo. Aiuterebbero anche strategie ottimali, spesso mancate quest'anno per responsabilit&agrave; del muretto.&nbsp; In Turchia &egrave; arrivato a 7 decimi da un punto che, col senno di poi, avrebbe potuto strappare se la comunicazione tra muretto e pilota fosse stata migliore. Nel coaching su una pista in lento miglioramento, avrebbero dovuto i tecnici suggerire a Giovinazzi una maggiore aggressivit&agrave; in curva 8, che col senno di poi avrebbe permesso di agganciare la Alpine di Ocon in tempo per tentare un sorpasso. Sterzi a part: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max! Finale di ordini ignorati Invece, nel dopogara tiene banco in casa Alfa Romeo il "no" opposto da Antonio alla richiesta di lasciar passare Raikkonen - con un ritmo pi&ugrave; veloce -, al giro 52 dei 57 corsi dalle due Alfa. &nbsp; "Abbiamo chiesto di scambiare le posizioni ma, a quel punto, Antonio ha iniziato ad alzare il suo ritmo e ha deciso che voleva restare davanti. Leggi anche: Ocon, 58 giri senza pit-stop: "Ancora un giro e avrei forato" La situazione si &egrave; verificata forse per un paio di giri, quando avremmo potuto essere pi&ugrave; veloci come squadra. Poi, avremmo avuto bisogno di un giro in pi&ugrave; per prendere Ocon", commenta Pujolar, responsabile dell'ingegneria in pista. Mercato 2022 deciso? Vasseur ha indicato ancora in un paio di settimane, l'attesa per scoprire su chi ricadr&agrave; la scelta per il sedile 2022. Alla vigilia del GP di Turchia, perlomeno nelle dichiarazioni, ha escluso l'ipotesi Oscar Piastri. L'attrito sull'ordine di scuderia non rispettato &egrave; chiaro come non sia d'aiuto a Giovinazzi, che ha legittimamente deciso di correre la propria gara e, forse, con una visione sul 2022 gi&agrave; chiara. "Per la squadra non &egrave; stata una decisione ottimale. Non ho capito perch&eacute; non avremmo potuto scambiare le posizioni, visto che a fine gara avremmo potuto ripristinare le posizioni in base alla situazione che si sarebbe creata. Per noi &egrave; importante ottenere i punti e il ritmo di Kimi era competitivo in quella fase", giustifica Pujolar.       

Il muretto Alfa Romeo ha chiesto di lasciar passare Raikkonen nel tentativo di andare all'attacco della decima posizione di Ocon. A Giovi, tardiva l'informazione di spingere maggiormente in curva 8

Alfa Romeo-Giovinazzi, il no di Antonio all'ordine di scuderia

        Ci sono pi&ugrave; elementi positivi della prestazione Ferrari nel GP di Turchia. Riguardano la velocit&agrave; espressa da Charles Leclerc in gara e quella prodotta da Carlos Sainz, autore di una rimonta da incorniciare, dove altri piloti sono rimasti nelle sabbie mobili delle retrovie.&nbsp; C'&egrave; il punto positivo di una prestazione sul bagnato tornata a essere di prim'ordine, dopo le difficolt&agrave; sofferte nelle qualifiche a Spa. Il dato prodotto poi dalla power unit con l'ibrido omologato 2021 ha segnalato una maggior prestazione in rettilineo, dove il recupero d'energia non interviene a limitare lo sviluppo della velocit&agrave; di punta. Sterzi a parte: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max! Non meno importante c'&egrave; una prospettiva tornata sulla vittoria nelle scelte al muretto, provare a cogliere un'occasione per centrare un gran risultato. Azzardare, la scelta corretta "La delusione c'&egrave;, ovviamente. In una stagione cos&igrave; difficile anche per me, ci sono state occasioni con tanta sfortuna. Salire sul podio fa sempre bene per&ograve; quando c'&egrave; un'opportunit&agrave; per la vittoria... eravamo consapevoli che battagliare per la vittoria, a quel punto, sarebbe stato un rischio per il terzo posto e perdere anche 3 punti per i quarto. Lo sapevamo tutti, non ho nessun rimorso, era la cosa giusta da fare: se c'&egrave; un'opportunit&agrave; per la vittoria voglio provare a prenderla", torna ad analizzare Leclerc, a 24 ore di distanza dalla gara dell'Istanbul Park, intervistato da Sky F1. "C'&egrave; tanta adrenalina pensavamo solo alla vittoria e basta, tenere Bottas dietro e portare la vittoria a casa, non &egrave; successo ma &egrave; cos&igrave;". Leggi anche: I top e i flop del GP di Turchia Progressi evidenti Gli sviluppi portati sulla power unit sono l'indicatore di una crescita che altro, ancora, andr&agrave; a produrre sul 2022, quando verr&agrave; introdotto un motore completamente nuovo nella componente endotermica. Fiducia nel lavoro dei tecnici, "&egrave; quello che abbiamo provato a fare, l'anno scorso &egrave; stato molto difficile ma abbiamo lavorato sempre bene, sono sempre stato fiducioso della giusta direzione intrapresa. Non avvengono miracoli, tutti lavorano per migliorare, anche loro facevano dei miglioramenti ma l'impressione &egrave; che noi stiamo crescendo pi&ugrave; degli altri". Sei gare da "vincenti" e pronti per il 2022 Restano ancora 6 gare da affrontare, sulle quali la prospettiva di Charles &egrave; chiara: "Io provo ad analizzare la situazione e fissare obiettivi fattibili ma penso sempre alla vittoria, anche se sembra irrealistico. Ci sono 6 gare per ottenere 6 vittorie, oggi realisticamente non &egrave; possibile ma se ci sar&agrave; l'opportunit&agrave; prover&ograve; a prenderla. Sono sei gare comunque per crescere ed essere sicuri di iniziare il prossimo anno, la nuova era della F1, nel miglior modo possibile".       

Dopo l'ottima prestazione di squadra nel GP di Turchia, Leclerc guarda i progressi compiuti dalla Ferrari e giudica la crescita superiore agli avversari. A Istanbul l'azzardo sulle gomme per giocarsi la vittoria senza mezzi termini

Leclerc: "Abbiamo corso per vincere, cresciamo più degli altri"

        In quel "man", via radio, rivolto a Peter Bonnington nel continuo scambio di visioni sul da farsi, c'&egrave; tutto il disappunto di Lewis Hamilton per un finale di gara che avrebbe voluto correre diversamente. "Te l'avevo detto, non saremmo dovuti rientrare", poi l'"istinto" da seguire. C'&egrave; la foga normale di una fase di gara concitata e i rischio che diventasse decisiva per il mondiale.&nbsp; Sterzi a parte: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max! Un giro di rassegna stampa, sondare i termometro che indica un "Lewis contro Mercedes" su una decisione del muretto a rimediare su una prima chiamata errata, quella di restare fuori mentre Verstappen e Bottas effettuavano il pit. Non rientra Mercedes al giro 38 perch&eacute; Bonnington d&agrave; un ritorno in pista nel traffico.&nbsp;  Acque tranquille Un&nbsp; giro di rassegna stampa, poi, su Instagram, parla Lewis, ancora.&nbsp; "Buongiorno mondo! Ho visto un po' della stampa stamani esagerare un po' troppo l'episodio della gara di ieri, sul quando rientrare ai box. Non &egrave; vero dire che sono furibondo con la squadra. Come team lavoriamo sodo per costruire la migliore strategia possibile ma, con l'evolversi della gara, devi compiere decisioni separate mentre ci sono cos&igrave; tanti fattori in costante cambiamento. Ieri abbiamo preso il rischio di stare fuori, sperando che l'asfalto si asciugasse. Ma non &egrave; avvenuto.&nbsp; Volevo rischiare quella scelta e provare ad andare al traguardo, ho chiesto io di stare fuori (giro 41 e giro 42, mentre Bonnington chiamava il pit-stop; ndr) e non ha funzionato. Alla fine abbiamo fatto il pit ed &egrave; stata la cosa pi&ugrave; sicura da fare". Ordinarie tensioni di gara Col senno di poi si pu&ograve; ragionare analizzando le proiezioni dei tempi sul giro di Ocon (qui le parole del francese sulla difficolt&agrave; dell'arrivare al traguardo), misurare quanto meglio avrebbe potuto fare Hamilton nel gestire la gomma rispetto a un'Alpine, teorizzare dei distacchi al giro 36 e al giro 50. Si pu&ograve; costruire la tesi a difesa dell'una o dell'altra chiamata. Resta una certezza: da Istanbul sarebbe stato folle ripartire puntando su un azzardo assoluto, per l'economia di appena 6 punti, tra un podio tutto da dimostrare nella sua difesa fino al termine e un piazzamento che limita bene i danni. "Viviamo e impariamo. Vinciamo e perdiamo come una squadra. Non aspettatevi mai che io sia tutto gentile e calmo via radio mentre sto correndo. Siamo tutti molto appassionati e nella foga del momento quella passione pu&ograve; venire fuori, come accade per tutti i piloti. In pista ci metto cuore e anima, &egrave; il fuoco in me che mi ha portato cos&igrave; lontano, ma qualsiasi rabbia &egrave; rapidamente dimenticata, ne abbiamo gi&agrave; parlato, proiettandoci alla prossima gara. Oggi &egrave; un altro giorno per crescere e farlo come squadra. Sempre pi&ugrave; in alto", chiude Lewis, insieme alle polemiche. L'ordine d'arrivo del GP di Turchia         

Lewis torna sulla decisione di effettuare il pit-stop a 8 giri dal termine nel GP di Turchia e spazza il campo dalle tensioni con la squadra: "Via radio tutta la passione e la foga del momento. Non c'&egrave; rabbia con il team, ne abbiamo gi&agrave; parlato"

Hamilton: "Non sono furibondo col team, episodio esagerato"

        C'&egrave; l'azzardo strategico e c'&egrave; la fortuna, nel risultato di Alpine con Esteban Ocon in Turchia. Ecco, contestualizzando tutto, partire 12&deg; per concludere 10&deg;, non &egrave; un risultato per il quale esaltarsi. Un risultato ottenuto con una gara di resistenza, premiata dal fatto d'essere doppiato e aver trovato il traguardo pochi secondi dopo Valtteri Bottas, risparmiando 5.300 metri in pi&ugrave; che avrebbero significato con relativa certezza un piazzamento perso in favore di Antonio Giovinazzi. Sterzi a parte: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max! Esteban Ocon ne &egrave; consapevole e nel dopogara tratteggia i contorni di un finale al limite: "&Egrave; stato piuttosto difficile, abbiamo concesso una pausa ai ragazzi del pit-stop...", dice, scherzando, sulla scelta di correre tutta la gara con uno stesso treno di gomme intermedie. Leggi anche: Mercedes e il pit di Hamilton: "I tempi sarebbero crollati"  Due curve e addio ai punti "No, sul serio, &egrave; stata una gara insidiosa, alla fine un paio di curve ancora e avrei perso quel punto, sono contento d'averlo portato a casa per tutti quanti nel team. Ancora un giro, poi, e avremmo avuto una foratura. &Egrave; stata una scommessa rischiosa ma l'abbiamo fatta funzionare oggi". La gomma intermedia portata ben oltre il limite dell'ordinaria gestione (e dei consigli di utilizzo forniti da Pirelli), in condizioni critiche l'anteriore destra, arrivata in parco chiuso con un cratere e tele esposte. Di gomma, lo strato pi&ugrave; esterno del battistrada, non ve n'era pi&ugrave; da un bel po' di giri.&nbsp; Leggi anche: Il GP di Turchia in 5 punti chiave "Ricordavo dalla gara dello scorso anno che qualcosa del genere sarebbe stata possibile farla, &egrave; stato difficile ma le gomme hanno retto appena e abbiamo una piccola ricompensa. Mi sono goduto anche le battaglie in pista, ci siamo fatti strada ed &egrave; stato divertente", prosegue Ocon, autore per Alpine del 15&deg; Gran Premio concluso in zona punti dai bleu di Francia.&nbsp;Ma &egrave; un risultato non supportato dalla prestazione, come racconta anche la gara di Alonso.&nbsp; "Non &egrave; stato il migliore dei week end per noi, un punto probabilmente lo salva appena, per&ograve; abbiamo del lavoro da fare per tornare al livello di prestazioni che avevamo un paio di gare fa", chiosa Ocon. L'ordine d'arrivo del GP di Turchia         

Era dal 1997, Mika Salo su Tyrrell, che un pilota non copriva la distanza di gara senza effettuare un pit-stop. Ocon e Alpine hanno provato l'azzardo e sono stati ripagati con un punto&nbsp;

Ocon, 58 giri senza pit-stop: "Ancora un giro e avrei forato"

        TOP  Valtteri Bottas Un anno dopo, di nuovo quel dolce sapore della vittoria. Un anno e tredici giorni dopo, per la precisione. E sempre in circostanze difficili per Hamilton, tra la doppia penalit&agrave; di Sochi 2020 e l'obbligo di rimontare da met&agrave; schieramento ad Istanbul 2021. In entrambi i casi, Valtteri Bottas &egrave; stato il gregario perfetto, l'uomo giusto al momento giusto quando viene meno la legge del pi&ugrave; forte. Ci ha pensato lui a fare le veci di Lewis Hamilton, garantendo un alto rendimento ed una prestazione sontuosa per la quale in Mercedes devono ringraziarlo: si &egrave; tenuto dietro Verstappen ed ha aggiunto un altro tassello ad un campionato Costruttori tutt'altro che chiuso. Si &egrave; tolto pure la soddisfazione di andare in doppia cifra, con il decimo successo della carriera: non sono pochi. Certo, avrebbe avuto la macchina per ottenerne qualcuno in pi&ugrave;, ma correteci voi accanto ad Hamilton. E comunque, in Turchia Valtteri &egrave; stata la miglior versione di se stesso, lontano da quello impalpabile visto troppe volte quest'anno e molto pi&ugrave; convincente, pi&ugrave; vicino a quello dei giorni migliori, quello dei giorni in cui, senza Hamilton nei paraggi, ti dimostra che puoi contare su di lui. E' stata una domenica in cui doveva farcela, per le logiche di squadra certo, ma anche e soprattutto per se stesso: ed &egrave; stata una lieta dimostrazione di forza ed una prova d'orgoglio che serviva in particolar modo a lui prima del congedo definitivo dai colori Mercedes. Primo successo stagionale, sesto vincitore quest'anno: non accadeva di vederne cos&igrave; tanti dal 2012, quando furono addirittura otto. Ha ancora sei gare per metterci del suo, poi ci sar&agrave; il salto nel buio destinazione Hinwil: chiss&agrave; se vivr&agrave; ancora giorni a guardare tutti dal gradino pi&ugrave; alto del podio. Bottas: "Vittoria attesa e meritata" Max Verstappen Parla di gara noiosa e dal suo punto di vista ha ragione, non &egrave; che nei suoi dintorni sia successo granch&eacute;. La partenza, viste le prestazioni della Mercedes e della Red Bull, era probabilmente l'unica opportunit&agrave; di provare ad infastidire Valtteri; mancata quell'opportunit&agrave;, &egrave; stata soprattutto gestione dall'inizio alla fine, con un secondo stint con i remi in barca a preservare la meccanica senza rischi inutili. Per certi versi, in Turchia Perez &egrave; stato pi&ugrave; brillante di lui, che si &egrave; preso il massimo con, apparentemente, il minimo sforzo. Va benone cos&igrave;, su una pista che la RB16B ha mal digerito sin dai primi giri del venerd&igrave;. In pi&ugrave;, un problema allo sterzo che si piegava leggermente verso sinistra ha accentuato l'usura sulle sue gomme, anche se lui ha minimizzato spiegando che ripercussioni sulla prestazione non ce ne sono state. Di nuovo leader del campionato, +6 su Hamilton: ad Istanbul poteva andargli decisamente peggio. Un Max meno appariscente e molto pi&ugrave; calcolatore. Sterzi a parte: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max Ferrari Promossi macchina e piloti, strategia non premiante ma che valeva la pena mettere in pratica nel tentativo, quasi disperato, di porre fine ad un digiuno che inizia a farsi decisamente insopportabile. Ma c'&egrave; tanto di positivo a Maranello dopo questo fine settimana: il motore nuovo funziona bene e la squadra, almeno in Turchia, &egrave; parsa saper affrontare i tipici problemi all'avantreno consegnando nelle mani dei suoi piloti una macchina senza carenze da questo punto di vista. E' vero, il bottino avrebbe potuto essere maggiore: a bilancio vanno messi anche la sosta molto lunga di Sainz, penalizzato dal traffico in corsia box, e l'azzardo con Leclerc. Ma fanno comunque 10 punti tondi recuperati ad una McLaren che all'Istanbul Park non valeva la Rossa, adesso fiduciosa di terminare in crescita questa stagione 2021. Leclerc, ormai si &egrave; capito, &egrave; uno che se non lotta per il titolo preferisce sempre e comunque rischiarla piuttosto che garantirsi il piazzamento, e per l'ennesima volta ha fatto una scelta usando il cuore e non la testa, nell'illusione di poter portare a casa il GP; Sainz invece &egrave; uno molto pi&ugrave; freddo nell'affrontare le situazioni, ma ieri non si &egrave; risparmiato in una risalita che avrebbe potuto anche essere migliore se non fosse stato per l'intoppo gi&agrave; menzionato in occasione della sosta. E il fatto che la macchina abbia funzionato anche con due assetti diversi, &egrave; un'altra nota positiva per il finale di questo campionato. Leclerc: "Fine settimana positivo in generale, ma sono deluso" &nbsp; FLOP Daniel Ricciardo Disperso sul Bosforo. Una qualifica deludente porta la McLaren a sostituirgli la power unit, scelta logica dato che sarebbe partito comunque tra gli ultimi, ma &egrave; il prologo di una domenica in cui proprio non c'&egrave;. Abbastanza indicativo, e imbarazzante, il confronto diretto con Sainz: partito accanto a lui, lo spagnolo scappa via mentre Daniel resta invischiato nel traffico, senza guizzi n&eacute; sorrisi. E' il primo a cambiare gomme, forse pi&ugrave; per disperazione che per scelta ponderata, ma anche quello non cambia la sostanza alla sua corsa: finisce 13&deg;, doppiato e con nessun aspetto positivo dalla trasferta in Turchia. Un'involuazione piuttosto preoccupante anche per la McLaren, che ad Istanbul non &egrave; mai stata in grado di stare vicino alla Ferrari: adesso ci sono 7,5 punti da difendere nel Costruttori. Binotto: "C'&egrave; amarezza, ma giusto provarci" Fernando Alonso Di lui, che della visione di gara ha fatto un'arte, ha sorpreso vedere quell'aggressivit&agrave; nei primi chilometri: al via si &egrave; gettato all'esterno di Gasly rischiando e pagando l'azzardo, poi ha fatto il classico fallo di frustrazione nei confronti di Schumacher, quando nella foga di rimontare &egrave; entrato nella fiancata di Mick, rovinandogli la gara. Di Pierre a caldo ha detto che &egrave; &ldquo;un idiota&rdquo;, con Schumi invece &egrave; andato a scusarsi perch&eacute; la responsabilit&agrave;, in quel caso, era a senso unico. I commissari nell'episodio della prima curva gli hanno dato ragione, ma non &egrave; che Gasly avesse tutte queste opzioni per evitare il contatto: all'interno aveva Perez ed all'esterno c'era lui, e per di pi&ugrave; il volante dell'AlphaTauri, al momento dello scontro, era tutto girato verso sinistra. Si poteva quindi lasciar correre, catalogando l'episodio come incidente di gara: perch&eacute; quando ti fiondi all'esterno di due vetture in quella maniera l&igrave;, lo sai che qualche rischio te lo prendi. Peccato, perch&eacute; dopo un'ottima qualifica c'erano tutte le premesse per assistere ad un'altra grande gara di un giovane 40enne. Sainz: "Oggi non possiamo lamentarci" Sebastian Vettel Spesso e volentieri ci ha visto lungo, ieri invece ha cannato completamente la scelta. Un azzardo eccessivo, un errore di valutazione anche pesante per uno esperto come lui, guidato forse pi&ugrave; dalla voglia di fare il colpaccio piuttosto che dal pensare all'ennesimo, risicato piazzamento in zona punti. Stava entrando a fatica nei dieci, da qui la decisione, sbagliata ma coraggiosa, di tentare la via delle slick, e per di pi&ugrave; le medie: forse aveva paura di un eccessivo graining con le morbide, che &egrave; l'unica spiegazione plausibile per cui abbia preferito una mescola pi&ugrave; dura, di solito penalizzante sull'umido salvo rari casi. Il tedesco si &egrave; assunto la responsabilit&agrave; della chiamata, rendendosi conto a sue spese che le medie fossero completamente impossibili da &ldquo;attivare&rdquo;, nel senso che non c'era verso di mandarle in temperatura, oltre al fatto che la pista era ancora troppo scivolosa per premiare la scelte delle gomme da asciutto.  GP Turchia: il fine settimana in 5 punti       

Bottas perfetto, Verstappen cinico; applausi alla Ferrari per la prestazione nonostante il podio perso, mentre Alonso e Vettel sbagliano

GP Turchia: i top e flop

Il GP di Turchia ribalta la classifica del Mondiale piloti. Bottas vince, ma &egrave; Verstappen a sorridere perch&eacute; all&rsquo;olandese basta un secondo posto per riprendersi la testa della graduatoria&hellip; E Hamilton sbotta contro il muretto per scelte di strategia non gradite. La Ferrari non va a podio, ma si dimostra competitiva con il nuovo motore, mentre i bocciati sono Vettel, Alonso e&hellip; Guardate il resto del video per scoprirlo.

GP Turchia: Verstappen, un secondo posto da Mondiale

        Pasta del (vice)capitano  Istanbul 2021, per sua fortuna, &egrave; stata tutta un'altra cosa rispetto ad Istanbul 2020. Un anno fa la Turchia rappresent&ograve; la fine matematica di speranze iridate mai esistite, il punto pi&ugrave; basso di una carriera che mai lo aveva visto finire cinque volte in testacoda nella stessa gara. Stavolta no: ha corso in maniera perfetta, facendo quello che doveva fare. E lo ringrazier&agrave; Lewis Hamilton per essersi tenuto dietro un Max Verstappen che, comunque, non ne aveva per vincere all'Istanbul Park. Ieri Valtteri Bottas ha spiegato perch&eacute;, in Mercedes, abbiano scelto di tenerselo per cinque stagioni: per il pubblico neutrale non sar&agrave; stato il massimo, ma per i diretti interessati &egrave; stato un appoggio solido, quasi fondamentale, per proseguire con i successi iniziati quando al suo posto c'era ancora Nico Rosberg. Si &egrave; tolto di dosso l'ansia di chiudere la stagione senza vittorie, Bottas, e lo ha fatto nel giorno in cui non poteva assolutamente sbagliare: lo ringrazier&agrave; anche Toto Wolff, che ha potuto contare su di lui. Il quale, a sua volta, ha potuto contare su una Mercedes eccezionale sin dal venerd&igrave;: &egrave; bastato poco a capire che, da un punto di vista prestazionale, ad Istanbul non ce n'era per nessuno. E se da un lato tra Brackley e Brixworth hanno perso punti nella classifica Piloti (8 per la precisione, passando da +2 a -6), hanno arrotondato il vantaggio in quella Costruttori, guadagnandone 2 e ritrovandosi con 36 lunghezze di margine sui bibitari. Piuttosto, visto quanto andava la Mercedes in Turchia, con il senno di poi viene da chiedersi se i campioni in carica abbiano fatto bene a sostituire il motore termico ad Hamilton proprio qui: sorge il dubbio che Austin o Citt&agrave; del Messico sarebbero state pi&ugrave; indicate, della serie meglio un uovo oggi che una gallina domani; in Turchia Lewis avrebbe probabilmente vinto, tra Usa e Messico invece le cose potrebbero essere diverse perch&eacute; negli States sorpassare appare pi&ugrave; facile, mentre a casa di Perez la Red Bull &egrave; la forte candidata a dettare legge. Parlare dopo &egrave; sempre facile, e questo si sa: ma sono valutazioni che vanno comunque fatte. Detto questo, la casa della Stella &egrave; riuscita in quello che non le accadeva da inizio maggio, cio&egrave; il portare a casa due gare consecutive: con un Hamilton a posto con i motori ed un Bottas, forse, finalmente libero da pressioni, chiss&agrave; che la striscia non possa allungarsi. Bottas: "Vittoria attesa a lungo e meritata" &nbsp; In trincea In Red Bull se ne sono accorti in fretta, tra una lattina e l'altra, che ad Istanbul non sarebbe stato il fine settimana che si erano immaginati. Da qui la presa di coscienza che bisognava stringere i denti, resistere, difendersi sperando che la rimonta di Lewis Hamilton fosse solo buona e non eccezionale. E dalla Turchia per la Red Bull arriva solo un grande sospiro di sollievo, perch&eacute; pesa pi&ugrave; l'aver limitato i danni piuttosto che il pensiero di non aver sfruttato l'occasione di un Hamilton costretto a scattare in sesta fila. Una delle Red Bull peggiori dell'anno, possiamo dirlo, perch&eacute; mai capace di andare a prendere la Mercedes di Bottas: all'inizio Max ha tenuto il passo, ma probabilmente perch&eacute; era una fase in cui nessuno poteva permettersi di spingere pi&ugrave; di tanto per far durare le gomme; una volta messo il treno nuovo, Bottas se ne &egrave; letteralmente andato, con un Verstappen azzoppato da indecifrati problemi al volante (ad un certo punto si &egrave; aperto in radio dicendo che la macchina &ldquo;tirava&rdquo; verso sinistra) ma incapace di tenere il ritmo del numero 77. Sia l'olandese che il team principal Horner hanno parlato di aver limitato i danni, consapevoli delle difficolt&agrave; accusate dalla RB16B sul tracciato turco. Gi&agrave;, quali difficolt&agrave;? In Turchia la vettura di Adrian Newey ha sofferto un certo sottosterzo che si &egrave; portata avanti sin dalle prime prove del venerd&igrave; e mai del tutto scomparso, anche se nel corso del fine settimana il bilanciamento della monoposto &egrave; andato a migliorare, pur senza mai diventare ottimale. Forse ha influito una pista che ha offerto un'aderenza molto maggiore del previsto, che andava ad accentuare il sottosterzo: c'era troppo grip dietro e poco davanti, per una gestione dell'anteriore pi&ugrave; complicata del previsto. Ma in generale, la Red Bull con la livrea speciale dedicata alla Honda non ha mai volato, con Verstappen che addirittura al venerd&igrave; lamentava alcuni &ldquo;snap&rdquo; nelle curve pi&ugrave; veloci. Per questa serie di motivi, aver guadagnato 8 punti nel Piloti ed averne persi solamente 2 nel Costruttori va pi&ugrave; che bene ad una squadra che sapeva di non avere di fronte il migliore dei fine settimana. Verstappen: "Non si poteva spingere" &nbsp; Non solo cavalli per il Cavallino Che la nuova power unit sia stata promossa non c'&egrave; neanche bisogno di starlo a sottolineare. Lo aveva dimostrato Leclerc in Russia, lo ha confermato Sainz in Turchia, con Mattia Binotto pronto in entrambi i casi a rimarcare i passi avanti. La nuova versione dell'ibrido aiuta nella gestione delle temperature e dal punto di vista energetico, riuscendo a fornire pi&ugrave; potenza supplementare ed a distrubuirla per pi&ugrave; tempo. Anche per questo, le due rimonte dei piloti negli ultimi due GP sono state buone, con prestazioni in entrambi i casi molto positive. Avere una maggior disponibilit&agrave; sul dritto &egrave; un fattore che aiuta eccome, ed &egrave; un qualcosa che va ad &ldquo;allungare&rdquo; la coperta di una SF21 che, ricordiamo, parte dalla base della disastrosa SF1000: quella era una coperta cortissima, la SF21 prima versione si era rivelata una coperta un pi&ugrave; estesa e con la nuova versione della Pu lo &egrave; anche di pi&ugrave;. Questo non basta ancora per prendere i primi della classe, e non baster&agrave; da qui alla fine dell'anno: ma intanto c'&egrave; la sensazione che adesso ci sia un'arma in pi&ugrave; per andare a prendere una McLaren avanti in classifica di 7,5 punti. Ma il motore non &egrave; stato l'unico elemento ad aiutare il Cavallino ad Istanbul: le buone prestazioni della Rossa non sono riconducili alla sola unit&agrave; motrice, perch&eacute; come &egrave; noto sul bagnato si sta meno sul gas e l'importanza della Pu si riduce. La SF21 ad Istanbul ha sorpreso laddove ci si poteva aspettare avrebbe sofferto di pi&ugrave;, cio&egrave; nella gestione delle anteriori. In un venerd&igrave; in cui quasi tutti avevano sofferto di sottosterzo, la Rossa si &egrave; mossa bene alla ricerca di un assetto per niente facile da trovare in Turchia (le squadre si erano preparate immaginando un tracciato con uno scarso livello di aderenza, cosa che invece non si &egrave; verificata dopo i trattatamenti subiti dall'asfalto), lavorando a fondo proprio sull'asse anteriore. Sainz in particolare si &egrave; concentrato su questo tipo di lavoro, effettuando un solo tentativo con poca benzina ad inizio FP2 per poi concentrarsi sul passo gara per tutta la sessione. Lo stint dello spagnolo era stato lunghissimo e molto incoraggiante, con tempi ottimi e con ben poca usura; in pi&ugrave; lo spagnolo &egrave; andato in gara con un assetto aerodinamicamente un po' pi&ugrave; carico rispetto al compagno di squadra, protagonista di un capolavoro considerando che con quella scelta aerodinamica avrebbe dovuto soffrire di pi&ugrave; sulla pista umida della domenica. In sostanza, la Ferrari in Turchia ha trovato la chiave per far funzionare tutta la macchina, senza soffrire i soliti problemi all'avantreno (che, ripetiamo, avrebbero dovuto essere accentuati in una condizione di sottosterzo diffuso): merito dell'essere riusciti a trasferire alle gomme la giusta energia, complice una macchina ben bilanciata che ha sfruttato fino in fondo le condizioni esterne. Complessivamente la squadra ha lavorato molto bene nella messa a punto ed anche nelle scelte tattiche del sabato, mandando in pista Sainz in Q2 al solo scopo di dare una scia a Leclerc; &egrave; andata peggio domenica, tra una sosta troppo lunga con Sainz (8&rdquo;1, colpa anche del traffico in corsia box) ed una scelta che non ha pagato con Leclerc, desideroso come il team di porre fine ad un digiuno che va avanti da due anni. Binotto: "C'&egrave; amarezza, ma era giusto provarci" &nbsp; Fermateli! Incoscienza o meravigliosa follia? Lewis Hamilton e Charles Leclerc ci hanno pensato ad andare fino in fondo senza soste, Esteban Ocon invece &egrave; stato l'unico a farlo davvero. Una scelta che ha fatto rabbrividire la Pirelli, che nella persona di Mario Isola, il responsabile, durante la corsa aveva fatto sapere che con un solo treno di intermedie sarebbe stato impossibile finire la gara. Anche per questo ma non solo per questo Ferrari e Mercedes si sono fermate, pensando che i rischi fossero ormai troppi in confronto ai vantaggi: Leclerc aveva ormai perso la prima posizione e vincere non avrebbe vinto; Lewis invece aveva tantissimo da perdere, perch&eacute; se gli fosse andata male il danno in termini di classifica sarebbe stato notevole. Che poi una volta tornati in pista con il set nuovo abbiano faticato, quello &egrave; un altro discorso: avevano un'intermedia troppo nuova per quella condizione ed hanno sofferto il graining, come tutti o quasi dopo la fermata. Ovviamente sono state tante le discussioni tra i piloti ed i rispettivi box, con Hamilton che &egrave; stato anche pi&ugrave; polemico del monegasco: voleva a tutti i costi non fermarsi oppure fermarsi solamente per giocare il jolly delle slick, proposte rifiutate dalla Mercedes che ha preferito andare sul sicuro, anche a costo di perdere un piazzamento. Vedere Ocon (voto 10 all'intraprendenza) finire il GP senza pit-stop ha ulteriormente insospettito Lewis sulle reali possibilit&agrave; di evitare la sosta, ma va detta anche un'altra cosa: la Mercedes ha decisamente pi&ugrave; carico aerodinamico della Alpine, e avere pi&ugrave; carico significa anche trasmettere pi&ugrave; energia alle gomme, per cui non &egrave; detto che le gomme che hanno retto sulla A521 avrebbero retto anche sulla W12. In pi&ugrave;, c'&egrave; da dire che Esteban era partito gi&agrave; d'accordo con il team di non cambiare gomme, per cui aveva gestito sin dall'inizio il suo treno di pneumatici; nonostante questo, negli ultimi sette pessaggi il francese perde pi&ugrave; di 20" nei confronti di Giovinazzi, che non passa solo perch&eacute; convinto, erroneamente, di avere a disposizione un altro giro ancora (errore del team a non avvisarlo). Dopo le prime 15 tornate, forse in Mercedes si erano illusi di poter finire molto pi&ugrave; avanti, per&ograve; la gara ha preso una determinata piega e recuperare posizioni non &egrave; pi&ugrave; stato possibile, da qui il malumore di Lewis che ha lasciato la Turchia convinto che il potenziale fosse maggiore, e certamente lo era guardando Bottas. Ma in chiave iridata, la scelta difensiva della Mercedes &egrave; stata pi&ugrave; che logica. Ocon aveva anche molto meno da perdere, e l'ha rischiata per artigliare il punticino del 10&deg; posto, chiudendo a fatica davanti a Giovinazzi: non accadeva da Monaco 1997, con la Tyrrell di Mika Salo, che qualcuno coprisse la distanza dell'intero GP senza soste, e quella volta il finlandese chiuse con un bel 5&deg; posto. Mercedes spiega: "I tempi sarebbero crollati, giusto fermarsi" &nbsp; Nessun ritirato: la stagione 2021 segna un record E con questa fanno gi&agrave; tre volte, quest'anno, in cui tutti i piloti vedono la bandiera a scacchi. E' successo in Francia, in Belgio (in quella che si fatica a chiamarla &ldquo;gara&rdquo;, ma che per classifiche e statistiche lo &egrave; stata a tutti gli effetti) ed ora in Turchia. Lo avevamo raccontato dopo il Paul Ricard, di una generazione di vetture che si rompe sempre meno e che marcia sempre pi&ugrave; con regolarit&agrave;, ma ieri &egrave; stato curioso perch&eacute; in condizioni comunque non facili c'&egrave; stato solo qualche testacoda e nessun vero incidente, al netto di guasti meccanici completamente assenti all'Istanbul Park. Cos&igrave;, tocca rivedere la statistica dei GP con il 100% dei piloti classificati: in 1051 GP nella storia della F1, questa &egrave; solo la 12&deg; volta in cui vengono classificati tutti i piloti all'arrivo, ma &egrave; la prima volta che succede per tre volte nell'arco della stessa stagione. Battuto il &ldquo;record&rdquo; del 2016, che vide due gare senza ritirati, vale a dire Cina e Giappone. A suo modo, un altro primato di questa F1. Sterzi a parte: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max!       

Gara senza ritirati ad Istanbul ma ricca di spunti: Bottas torna al successo dopo oltre un anno aiutando la Mercedes in entrambe le classifiche, mentre la Red Bull limita i danni e la Ferrari sogna prima di doversi accontentare

GP Turchia: il fine settimana in 5 punti

Il vero vincitore del Gran Premio di Turchia &egrave; Max Verstappen. Per carit&agrave;, Valtteri Bottas ha tutti i meriti di questa terra, &egrave; un primo ben legittimo, ma ancora una volta &egrave; l&rsquo;Olandese Volante ad aver dato segnali di crescita e di adamantina consistenza in questa estanuante e bellissima lotta iridata contro la Mercedes di Lewis Hamilton.    Mercedes pi&ugrave; forte  Il discorso &egrave; piuttosto semplice: in Turchia la Mercedes ne aveva di pi&ugrave;, rispetto alla Red Bull. Lo testimonia il fatto non smentibile che sia in qualifica che in gara le Frecce nere son restate sempre al top, a parte la sfuriata di corsa ad opera della Ferrari di Charles Leclerc, dovuta solo al pit-stop ritardato. In realt&agrave; contro la Mercedes W12 a Instanbul c&rsquo;era poco da fare. E uscire dalla trasferta giungendo davanti ad Hamilton, recuperando la leadership del mondiale e infliggendogli anche sei punti secchi di distacco in classifica generale, significa avere tutti i motivi di fare una grande festa, di ritorno dalla Turchia, per il team di Marko e Horner, nonch&eacute; per tutto l&rsquo;entourage di Max, il quale a fine corsa sfoggiava un sorriso strabordante, piuttosto raro per uno come lui.  Perch&eacute;, vedete, a questo punto l&rsquo;analisi oltre che tecnica deve farsi anche psicologica e caratteriale e in tali versanti sembra tanto di vedere un Hamilton logorroico nei team radio, tanto ciarliero e quasi trafelato, mentre, di converso, Max parla meno e sembra gestire di pi&ugrave;, dando l&rsquo;idea di essere ora caratterizzato da una temperatura emotiva inferiore a quella del rivale. Non solo. In questa ultima parte del mondiale, con eccezione di Monza che &egrave; stata un episodio difettivo e valevole quale resa dei conti di Silverstone, Verstappen medesimo sembra muoversi animato da una consapevolezza e da una postura del tutto diverse da quelle che generalmente caratterizzavano il suo aplomb, il suo comportamento, il suo porsi verso ciascun weekend di corsa. In generale, il Max Verstappen che si incammina a questo infuocato, incandescente finale di mondiale sembra dare a ogni gara tangibile testimonianza di una consistenza psicologica favolosa e di una raggiunta condizione mentale in grado di mandarlo nel modo migliore a contrapporsi a Lewis Hamilton e alla Mercedes nello showdown finale.  Hamilton soffre la pressione?  Mai si era visto mister Trentatr&eacute; cos&igrave; contento d&rsquo;essere arrivato secondo come a Istanbul, mai si era mostrato tanto felice di ragionare, mai era apparso sul suo volto la ruga in pi&ugrave; che fa capolino ogni volta che butta l&agrave; una frase riflessiva, un pensiero attendista, una sorta di carezza tattica a una situazione che, giorno dopo giorno, sembra poter stancare pi&ugrave; la Mercedes e Hamilton che non lui stesso.  Max Verstappen quest&rsquo;anno non ha sbagliato praticamente niente. Silverstone e Monza a parte, dove per&ograve; le rogne se le sono cercate, trovandole in quantit&agrave; industriale, entrambi gli sfidanti. Ma quelli non son mica errori marchiani, no, sembrano tanto ammaccature delle armature date dal clamore e dal clangore della pugna.  Per il resto la verit&agrave; &egrave; che sotto pressione Hamilton sta patendo di pi&ugrave;, sbuffa, fiotta, si lamenta e ogni tanto sbaglia, vedi a Imola alla Tosa col dritto, col drittaccio di Baku all&rsquo;ultimo restart, o a Monza partendo male nel Granpremietto, o a Sochi urtando il muretto in qualifica, tanto per dirne solo quattro. Poi, per carit&agrave;, mica significa che tutto &egrave; scritto, no, macch&eacute;, &egrave; tutto &ldquo;too close too call&rdquo;, troppo tirato per azzardare una proiezione.  E alla fine vince chi vince e poche storie. Per&ograve; sono indizi, striature rugose di una fatica esistenziale che qualcosa significa eccome e che in questo momento sul piano dei segnali dell&rsquo;ansia da prestazione e della fatica emotiva mettono Max lievemente favorito su Lewis, poich&eacute;, senz&rsquo;altro e se non altro, pi&ugrave; fresco, ciclopicamente determinato e meno amaramente sbalordito...  Verstappen in versione ragioniere  Perch&eacute; il Max che sta emergendo nel momento pi&ugrave; delicato e importante di questo mondiale &egrave; un campione inatteso e glaciale, divenuto improvvisamente calcolatore e ragioniere, un ex pistolero capace di convertirsi felicemente dalle pallottole al pallottoliere, conscio che per operare l&rsquo;ultimo step evolutivo della sua carriera, iniziata da baby, anzi, da quando era ancora in fasce, adesso &egrave; giunto il momento di apprezzare la gestione razionale delle cose e non pi&ugrave; il solo impetuoso assalto all&rsquo;arma bianca.  Bench&eacute; in Turchia la sua Red Bull bianca lo era davvero, per compiacer la Honda. C&rsquo;&egrave; un momento in cui un grande pilota diventa un campione o in ogni caso si dimostra pronto alla trasformazione: quando riesce a dare il meglio di s&eacute; non pi&ugrave; pensando alla vittoria del giorno ma concentrandosi unicamente sulla gestione della corsa in chiave iridata, anteponendo un target nobile, un obbiettivo preordinato superiore. Ecco il Max Evo 2 che non si era mai visto e che finalmente fa capolino, tra le nebbie e le pozzanghere di questo pazzo mondiale. L&rsquo;olandese della Red Bull sapeva benissimo che doveva iniziare il campionato e girare la boa cercando di vincere il pi&ugrave; possibile per lavorare ai fianchi Hamilton e la Mercedes. Adesso sta realizzando chiaramente che le fughe per la vittoria restano importanti ma non sono tutto.  Trasformazione da Mondiale  Fiaccare ulteriormente Lewis ormai equivale a lasciar perdere la lotta per vincere a tutti i costi giorno per giorno, per concentrarsi in un comportamento tattico sfiancante, teso a marcarlo come meglio non si potrebbe, a sottrargli ogni volta chance e punti, a logorarlo con jab e ganci alla figura anzich&eacute; tentare sguaiati e sperticati - oltre che rischiosissimi - colpacci da kappa&ograve; immediato.  Occhio, attenzione, fermi tutti, quindi: il Max Verstappen gestore del mondiale visto a Sochi e rivisto in ancora miglior veste a Instanbul fa perfino molta pi&ugrave; paura di quello trionfatore a Zandvoort o demolitore di Monza. Il candidato all&rsquo;iride all&rsquo;opera in Turchia e Russia ha tutte le qualit&agrave; per risultare il vincitore finale del mondiale 2021, perch&eacute; interiormente, sottocutaneamente e psicologicamente &egrave; in grado d&rsquo;ostentare una sicurezza, una saggezza e una lungimiranza che prima non ha mai avuto. Come se improvvisamente, per trionfare nell&rsquo;iride e per realizzare l&rsquo;impresa quasi impossibile di battere Hamilton, Max stia cedendo e lasciando la scena alla sua versione evoluta pi&ugrave; saggia ed efficace. Il solito Verstappen sembra essersi tramutato nel solido Verstappen e, se continua cos&igrave;, per Lewis Hamilton saranno dolori.   

Dalle pallottole al pallottoliere. Il pistolero della staccata ormai lascia spazio a un freddo ed efficace calcolatore in grado di puntare al target finale del titolo

Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max!

Tra il giro 36 (pit di Verstappen) e il giro 50 hanno corso in una sorta di &quot;terra di mezzo&quot;, con un azzardo da giocare e la possibilit&agrave; che si trasformasse in un colpaccio. Sono stati i giri tra la logica di una decisione strategica ultraconservativa e l&#39;ultima tornata utile per &quot;mettere una pezza&quot; a uno scenario che sempre pi&ugrave;, agli occhi degli ingegneri al muretto Mercedes, appariva difficile si potesse realizzare: arrivare al termine del GP di Turchia, con Hamilton, senza cambiare le gomme intermedie e mantenendo la posizione sul podio.  Ocon &egrave; riuscito nell&#39;&quot;impresa&quot;, ma da tutt&#39;altra prospettiva rispetto a Hamilton e Mercedes. &quot;La chiamata corretta credo sarebbe stata quella di essere molto conservativi, fare il pit-stop quando tutti gli altri si sono fermati, anche rientrando dietro Perez, dietro Leclerc, per poi lottare in pista per la terza posizione. Quella probabilmente sarebbe stata la chiamata corretta&quot;, analizza Toto Wolff.    Round di passaggio  Istanbul non era la gara in cui andare a vincere il mondiale, di certo poteva diventare una in cui rischiare di perderlo. Col senno di poi, dell&#39;azzardo da portare fino all&#39;arrivo, di una speranza di conservare il piazzamento sul podio, &egrave; vero che sul tavolo di Hamilton ci sono 5 punti in meno all&#39;attivo. Da un&#39;altra prospettiva, per&ograve;, il GP di Turchia ha consentito di superare la penalit&agrave; per la sostituzione della power unit rimediando 8 punti da Verstappen e ripartendo alla volta di Austin, tra due settimane, con un distacco di 6 lunghezze.  Leggi anche: Delusione Hamilton: &quot;Abbiamo perso punti&quot;  &quot;La gomma intermedia sembrava davvero pericolosa, per&ograve; pensavamo di poter forse soffrire l&agrave; fuori e finire terzi senza fermarci o, se fosse apparsa una traiettoria asciutta, pensare alla gomma slick morbida.&nbsp;  Indicatore Leclerc  Abbiamo valutato tra il rientrare ai box - forse una scelta molto conservativa - in lotta con Leclerc e Perez per la terza posizione in pista, oppure, prendere un azzardo e vincere o finire terzi. Poi Leclerc ha iniziato a crollare(pit al giro 47; ndr), le gomme di Lewis pure: non ce l&#39;avremmo fatta ad arrivare alla fine. Se fosse rimasto fuori, alla fine avrebbe perso la posizione su Gasly&quot;, spiega Wolff, che alle sensazioni di Lewis abbina altro: &quot;In macchina sentiva bene le gomme ma girava a 1&quot;5 dal ritmo e avrebbe perso la posizione in ogni caso.&nbsp;  Leggi anche: Leclerc: &quot;Fine settimana positivo ma sono deluso&quot;  &Egrave; chiaro, in macchina hai una quantit&agrave; di informazioni limitate; in generale, penso sarebbe stata la cosa peggiore da fare&quot;.  Lo scenario peggiore ha dettato il pit  La chiamata del muretto per il cambio gomme &egrave; arrivata in tempo limite prima che Gasly passasse davanti, un ostacolo in pi&ugrave; col quale fare i conti negli ultimi 8 giri di gara, oltre a una gomma intermedia nuova che nelle condizioni di pista umida non funzionava come una intermedia usurata. &quot;Se guardate a Esteban, &egrave; stato superato da Stroll a 5-6 giri dal termine e ha concluso 17&quot; alle spalle, questo dice quanto in fretta decadono i tempi. Questo &egrave; quel che &egrave; passato nelle nostre teste, non si tratta solo del ragionare in termini di riusciremo a tenere questo passo. Esteban ha perso ulteriori 2 secondi nel breve run verso la fine, e cos&igrave; sarebbe finita&quot;, spiega Andrew Shovlin, direttore dell&#39;ingegneria in pista. Ocon che, all&#39;ultimo giro, ha perso tutti i 4 secondi di margine che aveva su Antonio Giovinazzi, arrivato a un nulla (7 decimi) dalla decima posizione.  &quot;Passeremo in esame tutti i dettagli ma siamo piuttosto certi che Lewis avrebbe perso quelle due posizioni, se non a rischio di perderne delle altre.  Abbiamo avuto una breve riunione e adesso capisce le ragioni. C&#39;&egrave; della delusione ma se guardiamo al modo in cui abbiamo agito, &egrave; stato ragionevole. In una lotta per il campionato c&#39;&egrave; sempre un punto in cui devi fermarti nel prendere rischi e ragionare nel limitare le perdite&quot;.  Classifica mondiale piloti   &nbsp; 

Nell&#39;ottica di una lotta per il mondiale, il rischio di un crollo dei tempi - come subito da Ocon - nel ritmo di Hamilton ha suggerito al muretto Mercedes una scelta conservativa richiamandolo al box per il cambio gomme al giro 50

Mercedes e il pit di Hamilton: &quot;I tempi sarebbero crollati, giusto fermarsi&quot;

Ecco come cambia la classifica del Mondiale Costruttori, dopo il GP di Turchia. Mercedes conserva la testa della graduatoria, con 36 punti di vantaggio su Red Bull, mentre la Ferrari si avvicina alla terza piazza, rosicchiando punti pesanti alla McLaren. Guarda qui i risultati completi.  Mondiale Costruttori, la classifica  Classifica costruttori 

Leggi qui la classifica completa del Mondiale Costruttori, con gli ultimi risultati aggiornati

F1, Mondiale Costruttori: la classifica dopo il GP di Turchia

A sette gare dalla fine del Mondiale, il GP di Turchia diventa un punto di svolta per la classifca piloti. A Max Verstappen &egrave; bastato il secondo posto per ritornare in testa alla graduatoria, con 6 punti di vantaggio su Hamilton.  Guarda qui la classifcia completa  Mondiale piloti, classifica  Classifica piloti 

A Verstappen basta il secondo posto per riprendersi la testa del Mondiale. Leggi qui i risutlati completi

F1, Mondiale Piloti: come cambia la classifica dopo il GP di Turchia

&ldquo;Non &egrave; il giorno per essere delusi, oggi c&rsquo;&egrave; da essere felici&rdquo;. E&rsquo; raggiante a fine gara Carlos Sainz, finito ottavo dopo una rimonta dal diciannovesimo posto e che l&rsquo;ha incoronato &ldquo;Pilota del Giorno&rdquo;. Una gara vissuta sempre all&rsquo;attacco, con tanti sorpassi e la soddisfazione di essere stato tra i pi&ugrave; veloci in pista, tanto che solo Bottas, nel finale, gli ha strappato il punto per il giro pi&ugrave; veloce.  &ldquo;Mi sono divertito - ha dichiarato Carlos ai microfoni di Sky Sport F1 - ho fatto tanti sorpassi. Non sono partito bene perch&eacute; dopo la prima curva ero ancora 19esimo e ho dovuto passare un avversario alla volta, giro per giro. Quando la pista si &egrave; asciugata, la corsa si &egrave; fatta pi&ugrave; difficile perch&eacute; bisognava gestire la gomma sul tracciato che aveva una sola linea pulita, ma abbiamo tenuto sempre un buon ritmo. Negli ultimi 10 giri abbiamo recuperato anche quello che abbiamo perso nel pit-stop&rdquo;.  Leggi qui: La delusione di Leclerc    Nessun rimpianto  La sosta, infatti, &egrave; l&rsquo;unica fonte di rammarico per lo spagnolo. Senza quella manciata di secondi persi nel rilascio della SF21 #55, il bottino di punti da prendere sotto la bandiera a scacchi sarebbe stato pi&ugrave; cospicuo.  &ldquo;Beh s&igrave; &egrave; possibile - Ha proseguito Sainz - ma oggi c&rsquo;&egrave; solo da essere felici. Certo, quando finisci a 3 secondi da Norris, dopo aver fatto 10 giri dietro Ocon, un po&rsquo; di rammarico c&rsquo;&egrave;, ma oggi non &egrave; una giornata nella quale voglio lamentarmi&rdquo;.  Nuovo motore, speranza per tornare a vincere  E dopo averli visti in azione in Russia, in Turchia sono arrivate le conferme che a Maranello aspettavano: gli aggiornamenti della parte ibrida della PU funzionano e si meritano gran parte dei meriti delle ultime prestazioni.  &ldquo;Il motore va bene - ha concluso Sainz - questo dimostra che stiamo lavorando. Abbiamo portato un upgrade a sette gare dalla fine, quando gli altri stanno gi&agrave; pensando al 2022. Continuiamo a spingere perch&eacute; non vogliamo finire quarti o ottavi, vogliamo vincere&rdquo;.  GP di Turchia, la classifica finale  Gara 

Lo spagnolo porta a termine una rimonta incredibile, dal 19esimo all&#39;ottavo posto, e guarda con fiducia alla parte finale della stagione grazie al nuovo motore

Sainz, GP Turchia: &quot;Oggi non possiamo lamentarci&quot;

Fatica a trattenere delusione e nervosismo, a fine gara, Lewis Hamilton. Il campione del mondo ha concluso la gara al quinto posto, dopo essere partito dall&rsquo;undicesima piazza a causa della sostituzione del motore, anche per scelte strategiche del team apertamente contestate dall&rsquo;inglese via radio. Gli ultimi giri della Freccia Nera #44, infatti, sono stati ad alta tensione, animati da duri scambi tra pilota e muretto.    La rimonta fino al terzo posto  L&rsquo;inglese, dopo una prima parte di gara arrembante, con il solo Tsunoda capace di tenerlo dietro a lungo, si era portato ai margini del podio, terzo alle spalle di Verstappen. Posizione, tutto sommato, accettabile considerando le condizioni sfavorevoli di partenza.  &ldquo;Oggi &egrave; stata una gara molto difficile - ha commentato Hamilton a Sky Sport F1 - Non ci aspettavamo che la pista si sarebbe asciugata cos&igrave; lentamente. Nonostante le condizioni, difficili per tutti, nella prima parte di gara siamo stati molto forti, peccato non sia finita molto bene&hellip;&rdquo;.  Tensione al box  Ed &egrave; proprio il finale il tarlo di Hamilton. La rimonta fino al terzo posto l&rsquo;aveva costruita gestendo le intermedie per 48 giri, ma poi si &egrave; arrivati il dilemma: resistere e portare la macchina a bandiera, rischiando con una gomma ormai finita, oppure andare ai box e pensare al campionato?  L&rsquo;epta campione del mondo, via radio, &egrave; stato chiarissimo: &ldquo;Se entro, voglio le rosse&rdquo;. Ma hai box, gli hanno montato nuove&nbsp; intermedie, scelta non gradita e che ha innervosito ancora di pi&ugrave; Hamilton: &ldquo;Non so cosa abbia pensato il team - ha concluso - devo parlare con loro e capire la motivazione di determinate scelte, ma oramai &egrave; finita. Che la mia scelta fosse giusta sbagliata, sar&agrave; l&rsquo;argomento della prossima discussione, io penso solo che abbiamo perso punti che invece avremmo potuto ottenere. Oggi sono solo contento di aver finito la gara&rdquo;.  GP di Turchia, la classifica finale  Gara 

L&#39;inglese non nasconde di non aver gradito la scelta strategica del team e si rammarica di aver perso terreno nei, confronti di Verstappen, in classifica

GP Turchia, Hamilton: &quot;Sono deluso, abbiamo perso punti&quot;

          Un rischio che non ha pagato, ma vale la pena provare. E' questa la lettura che ha dato Mattia Binotto della quarta posizione di Charles Leclerc, il quale &egrave; rimasto sorpreso dalla gestione delle intermedie nuove dopo la sosta.&nbsp;  Bottas: "Vittoria attesa e meritata"   Charles tradito dal graining Ai microfoni di Sky, Leclerc ha analizzato cos&igrave; la sua corsa: "Abbiamo provato ad andare fino alla fine senza fermarci, queste intermedie funzionavano in modo strano,perch&eacute; quando tutti gli altri hanno messo le nuove eravamo pi&ugrave; veloci di loro nei primi 6 o 7 giri, quindi ci siamo detti che forse non c'era tanto da guadagnare con un nuovo treno, ma dopo altri 6 o 7 giri una volta che ripulivi il graining c'era tanta prestazione con la nuova intermedia".  La sosta, con le gomme sulle tele, &egrave; stata obbligata: "In quel momento ci siamo fermati perch&eacute; perderemmo troppo, ma ormai era troppo tardi ed alla fine ho fatto fatica proprio perch&eacute; ero nella fase in cui c'&egrave; tanto graining. Appena fuori dai box ho sentito che il grip al posteriore era molto molto basso, una volta avuto graining anche davanti la macchina ha trovato di nuovo un certo equilibrio ma ormai era troppo tardi, eravamo gi&agrave; a 5 o 6 secondi da Perez. Sicuramente abbiamo avuto una buona macchina oggi, soprattutto nel primo stint, mentre il secondo stint &egrave; difficile da giudicare, perch&eacute; le gomme non erano nella condizione giusta. E' stato un weekend positivo in generale, ma ovviamente sono un po&rsquo; deluso dalla fine".  Verstappen: "Non si poteva spingere"         

Il monegasco ha spiegato che a tradirlo &egrave; stato il graining una volta uscito dai box, condizione che gli ha impedito di difendere il podio, per un risultato che non lo soddisfa

Leclerc: "Fine settimana positivo in generale, ma sono deluso"

        Una Ferrari che merita il podio, lotta per la vittoria e poi conclude al 4&deg; posto con una macchina ed all'8&deg; con l'altro. C'&egrave; spazio per un del rammarico non nascosto da parte di Mattia Binotto, che ha sottolineato comunque la prestazione della SF21 in Turchia e l'intraprendenza della squadra. Da una parte una sosta ritardata, dall'altra un pit-stop lento (8"1) a togliere qualche punto al bottino Rosso di Istanbul. Verstappen: "Gestione delle gomme difficile, non si poteva spingere"   Orgoglio ed amarezza Ai microfoni di Sky, il team principal della Ferrari ha dato la sua lettura della corsa: "Ci abbiamo creduto, ci abbiamo voluto provare, il sentimento a caldo &egrave; un po' di amarezza. Da parte nostra &egrave; stato coraggioso provarci, eravamo terzi con il rischio di perdere una posizione, come poi &egrave; avvenuto, ma l'occasione era ghiotta, per cui penso sia stato giusto averci provato. E' andata cos&igrave;. Quando Charles &egrave; tornato in pista ha sofferto come tutti di graining nei primi giri e l'abbiamo pagata perdendo il podio con Perez. Sainz? Sono contento della gara di Carlos e della sua rimonta, a dimostrazione che oggi il passo c'era. Peccato davvero per il suo pit-stop, senza quello avrebbe potuto chiudere ancora pi&ugrave; avanti in classifica. Ha fatto una bellissima gara sin dal primo giro ed una grande rimonta. Bene la nuova power unit, in questo momento ci sta dando un vantaggio utile non solo in qualifica ma anche in gara, con tanti sorpassi. Il contributo da parte del motore c'&egrave; stato, adesso entrambi i piloti possono contare sulla nuova Pu senza dover pi&ugrave; scontare penalit&agrave;".  Bottas: "Vittoria attesa e meritata" Ricciardo e Sainz, confronto a favore della Rossa Binotto ha poi spiegato le difficolt&agrave; di Leclerc nella parte finale della gara: "Abbiamo avuto graining sul posteriore, la pista era pi&ugrave; asciutta e dipendeva molto da quanto uno spingeva una volta uscito dai box. Charles uscendo con Perez alle spalle non ha avuto modo di poter gestire le temperature alle posteriori, da qui il graining che poi ha dovuto ripulire. Penso sia successo lo stesso ad Hamilton. Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Dobbiamo essere realisti, ci siamo avvicinati ai migliori anche se loro restano davanti e restano inattaccabili. La nuova Pu per&ograve; ci consente di metterci subito alle loro spalle, e questo &egrave; importante perch&eacute; vuol dire essere davanti a tutti gli altri e provare a prendere il podio ad ogni gara. Sono punti importanti, anche oggi ne abbiamo guadagnati 10 sulla McLaren, se da qui alla fine consolideremo questi risultati andr&agrave; molto bene. Oggi lo abbiamo visto, partendo dalla stessa posizione Carlos ha rimontato bene mentre Ricciardo &egrave; rimasto intrappolato dietro. Questa macchina ci consente di fare belle gare, belle rimonte ed oggi anche dei sorpassi. Manca ancora un quarto di bicchiere per riempirlo, ma assicuro che ci stiamo lavorando. Un passo alla volta, serve pazienza perch&eacute; non esiste una bacchetta magica in Formula 1. Conta ogni dettaglio, purtroppo lo abbiamo visto oggi con il pit-stop, non ci si deve accontentare e secondo me non dobbiamo uscire soddisfatti da questa gara".  Rivivi la domenica di Istanbul  La classifica Costruttori         

Il team principal della Ferrari ha sottolineato il coraggio e la voglia di rischiare da parte del team, che ha dimostrato di aver fatto un passo avanti con la nuova Pu, anche se questo non deve bastare a Maranello

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