        A riviverlo oggi, il GP Germania 1953, sembra di rispolverare non solo un'altra epoca, ma addirittura un'altra galassia. Il vecchio e terribile Nurburgring, con i suoi 22,81 chilometri, le 34 vetture al via, un vincitore pi&ugrave; vicino alla soglia dei 50 anni piuttosto che dei 40, giri da pole intorno ai 10 minuti, pit-stop nell'ordine dei 4 e, soprattutto, un pilota italiano a diventare campione del mondo con la Ferrari. L'ultimo e l'unico, finora, a riuscirci: Alberto Ascari. Bis mondiale E' una pagina ingiallita, quella del 2 agosto 1953, ma assolutamente non priva di fascino, se oggi, 70 anni dopo, siamo qui a ricordarla. Nessuno poteva sapere, e forse neanche immaginare, che quella domenica sarebbe stata l'ultima ad incoronare un italiano campione del mondo. Non esisteva ancora il titolo Costruttori, che sarebbe arrivato solamente 5 anni pi&ugrave; tardi, per cui il titolo Piloti era tutto quello per cui valeva la pena gareggiare. E quell'anno avrebbe riservato il bis ad Ascari e alla Ferrari, capaci di difendere il titolo di un 1952 dominato in un 1953 complessivamente pi&ugrave; difficile, ma ancora una volta vittorioso, con quella complicata ma felice domenica tedesca a consegnare a Maranello il secondo alloro iridato della sua storia. Domenica difficile, ma alla fine trionfale Non fu una corsa semplice, quella. Nonostante la pole position (in 9'59"8, unico a scendere sotto il muro dei 10 minuti), per Ascari la domenica &egrave; complicata: vorrebbe stare davanti ed imporre il suo ritmo, nella condizione che predilige, ed al primo giro le cose sembrano mettersi bene. Non ha fatto i conti per&ograve; con una gomma che si stacca, e ci vuole maestria e coraggio per portare la macchina ai box, nel vecchio 'Ring, su tre ruote: la sosta dura 4 minuti e la situazione si fa ardua, mentre davanti Farina, Fangio e Hawthorne lottano per la vittoria. A met&agrave; gara Ascari scambia la vettura con Villoresi (all'epoca si poteva), ma far&agrave; comunque poca strada, perch&eacute; al 15&deg; dei 18 giri previsti deve ritirarsi, con in pungo il punto del giro veloce. Tuttavia, basta e avanza: Farina, prima iridato della storia, vince il quinto e ultimo GP della carriera a 46 anni, 9 mesi e 3 giorni, mentre Ascari pu&ograve; festeggiare un titolo arrivato in virt&ugrave; della regola degli scarti (sono validi solo i quattro migliori risultati dell'anno) nonostante manchino ancora due tappe alla conclusione del mondiale. Ascari &egrave; il primo pilota della categoria a portare a casa un bis mondiale, in una corsa resa immortale, oltre dall'ultimo titolo di un pilota italiano, dalle 34 vetture al via: nessun gran premio ha mai avuto un numero di partenti cos&igrave; elevato. Tale padre, tale figlio Era un figlio d'arte, Alberto. Era un figlio d'arte che aveva dovuto dire addio troppo presto al suo pap&agrave;, Antonio, scomparso quando lui aveva compiuto da pochi giorni 7 anni. Un pap&agrave; che, conscio dei rischi del mestiere, non aveva mai voluto essere troppo tenero con i suoi figli: "Faccio un mestiere troppo rischioso, non voglio che soffrano troppo nel caso me ne dovessi andare presto". Una triste profezia che si avver&ograve;, senza distogliere comunque Alberto da quella che sarebbe stata la sua vera passione, le corse: "Io obbedisco soltanto a una passione. Le corse. Senza non saprei vivere". E in nome di questa passione, avrebbe scelto di seguire le orme del padre. Perdendo la vita, proprio come lui, in macchina, in circostanze mai chiarite, a Monza, durante un test improvvisato. Ma questa &egrave; un'altra storia.       

Esattamente 70 anni fa, il 2 agosto 1953, Ascari portava a casa il secondo alloro iridato della carriera: ad oggi, &egrave; l'ultimo italiano ad aver vinto il titolo in F1, nonch&eacute; l'unico ad averlo fatto con la Ferrari

GP Germania 1953: Ascari e la Ferrari campioni del mondo

Nurburgring, Germania, 1935. Con un Alfa Romeo nettamente inferiore alle Mercedes e Auto Union rivali, fu Tazio Nuvolari a far vedere l&#39;Inferno (Verde, in questo caso) agli avversari cogliendo una vittoria diventata leggenda

Quando l'Alfa Romeo e Nuvolari vinsero il GP di Germania in faccia ai nazisti

        Sebastian Vettel di nuovo al via di un GP di Germania? Un'ipotesi lontana secondo il diretto interessato, che dubita di poter vivere una nuova corsa di casa da pilota. Il tedesco, 35 anni a luglio, non ha davanti a s&eacute; tantissime stagioni di carriera (e non &egrave; ancora detto che sar&agrave; al via nel 2023) ed all'orizzonte non si vede un vivo interesse da parte del suo Paese di tornare ad ospitare un GP. Cosa che difficilmente accadr&agrave; prima del 2026, quando dovrebbero arrivare Audi e Porsche. L'ingresso dei due grandi marchi teutonici non &egrave; comunque una garanzia: la Germania dal 2010 ad oggi ha di fatto sempre "vinto", prima con Vettel e poi con la Mercedes, senza dimenticare il titolo di un tedesco su macchina tedesca con Nico Rosberg. Eppure, in questi anni l'interesse verso il GP di Germania &egrave; stato tiepido: si &egrave; corso al Nurburgring il GP Eifel nel 2020 solo a causa della pandemia, ma un vero e proprio GP di Germania manca dall'appuntamento del 2019 ad Hockenheim. Verso il GP Spagna: Barcellona cruciale per la Mercedes La fatica dei GP storici "Non so se la Germania ce la far&agrave; in tempo per me - ha detto Vettel alla testata RaceFans -, ma almeno sono contento di aver avuto il privilegio di correre in Germania per molti anni. Se guardiamo i luoghi nei quali stiamo andando a correre, penso che sia una questione molto semplice, la Germania non &egrave; disposta a pagare quella cifra per avere un GP. E' lo stesso problema di altre piste europee che stanno lottando per restare in calendario, penso a Spa che &egrave; un ottimo esempio ed &egrave; stata una disdetta quanto visto l'anno scorso, con la pioggia che ha annullato la gara senza che le persone abbiano potuto ottenere il rimborso dei biglietti. Ma dare tutta la colpa a Spa sarebbe sbagliato, perch&eacute; stanno gi&agrave; lottando per recuperare i soldi che perdono". Alpine al Monteme&ograve; con un'ala pi&ugrave; efficiente Tra circuiti vecchi e nuovi Secondo il pilota dell'Aston Martin sarebbe un peccato perdere i territori che hanno ospitato tradizionalmente la F1: "Non saprei, non sta a me sviluppare questo sport, non sta a me definire il business plan ed i futuri obiettivi. Esplorare nuovi posti &egrave; fantastico, ma &egrave; anche un qualcosa guidato dai soldi per sviluppare lo sport nel modo in cui desiderano. Sarebbe un peccato perdere la Germania, Spa, la Spagna, dove c'&egrave; sempre molto di cui parlare. Sono Paesi che uscirebbero dal calendario se non fossero pi&ugrave; in grado di pagare la tassa d'iscrizione e non sarebbe bello. Si direbbe che alcune gare come Silverstone o Monza hanno una garanzia, ma non ne sono sicuro. Vedremo cosa accadr&agrave; nei prossimi anni, sarebbe fantastico se la Germania tornasse in calendario ma ne dubito". Ottimismo McLaren verso Barcellona       

Il pilota dell'Aston Martin nutre forti dubbi sul fatto che la Germania possa tornare ad ospitare un GP prima del suo ritiro, dato che al momento sembra esserci poco interesse da parte della sua nazione nel tornare nel calendario di F1

Vettel: "Dubito che riuscirò a correre nuovamente un GP Germania"

        Dopo Imola, in calendario &egrave; atteso l&rsquo;inserimento del GP del Portogallo a Portimao, nella casella del 2 maggio rimasta libera in un programma della stagione 2021 pi&ugrave; che mai &ldquo;dinamico&rdquo;. Fluido, per dirla con le parole di Stefano Domenicali, nel quale l&rsquo;evoluzione della pandemia e le limitazioni all&rsquo;ingresso in alcuni Paesi detteranno l&rsquo;agenda alla Formula 1. Horner: Perez un animale da gara, far&agrave; meglio di Albon A dirsi pronti per un&rsquo;eventualit&agrave; che li rimetta in gioco, si dicono i vertici dell&rsquo;Automobil club tedesco, a sostenere la candidatura del Nurburgring o di Hockenheim, se necessario a riempire dei vuoti da defezioni dei GP in calendario. Il fattore sorpresa &ldquo;Probabilmente assisteremo a un paio di sorprese ancora relativamente la calendario di F1 nel 2021. Come negli anni scorsi, siamo pronti nuovamente, da organizzatori del GP di Germania, a supportare Liberty Media con un possibile GP in Germania, a Hockenheim o al Nurburgring&rdquo;, sono le parole del segretario generale dell&rsquo;AvD, Linden, all&rsquo;agenzia di stampa DPA. Le vicende che lo scorso anno portarono all&rsquo;organizzazione del GP al Nurburgring, anzich&eacute; a Hockenheim, furono legate anzitutto alle diverse limitazioni in essere per la presenza del pubblico a manifestazioni sportive, con la gara all&rsquo;ombra della Nordschleife che pot&egrave; ospitare un ridotto numero (20.000) di spettatori.&nbsp; Nei giorni scorsi, proprio dal Nurburgring confermavano la disponibilit&agrave; a subentrare in calendario, &ldquo;siamo fondamentalmente disponibili a discutere con la F1, lo scorso anno fummo molto felici e dimostrammo di poter ospitare un Gran Premio con un breve preavviso. Finora non abbiamo sentito nessuno dalla F1, vedremo cosa accadr&agrave;&rdquo;, le parole riportate da f1-insider. &ldquo;Alzate di mano&rdquo; che si inseriscono in un quadro in cui la F1 e gli organizzatori di gare su circuiti cittadini, nello specifico Monaco, si sono affrettati a smentire ogni ipotesi di cancellazione delle suddette gare. Calendario di Formula 1 2021 n.b. - le date sottolineate sono variazioni rispetto alla stesura originaria     21 marzo   Australia   Melbourne     28 marzo   Bahrain   Sakhir     18 aprile   Emilia Romagna   Imola     2 maggio   Da confermare   Da confermare     9 maggio   Spagna   Barcellona     23 maggio   Monaco   Monaco     6 giugno   Azerbaijan   Baku     13 giugno   Canada   Montreal     27 giugno   Francia   Le Castellet     4 luglio   Austria   Spielberg     18 luglio   Gran Bretagna   Silverstone     1 agosto   Ungheria   Budapest     29 agosto   Belgio   Spa-Francorchamps     5 settembre   Olanda   Zandvoort     12 settembre   Italia   Monza     26 settembre   Russia   Sochi     3 ottobre   Singapore   Singapore     10 ottobre   Giappone   Suzuka     24 ottobre   USA   Austin     31 ottobre   Messico   Citt&agrave; del Messico     7 novembre   Brasile   San Paolo     21 novembre   Australia   Melbourne     5 dicembre   Arabia Saudita   Jeddah     12 dicembre   Abu Dhabi   Yas Marina           

Dall'Automobil club tedesco non nascondono una disponibilit&agrave; a supportare la F1 nel caso in cui fosse necessario rimpiazzare gare costrette alla cancellazione. Hockenheim e Nurburgring restano alla finestra

GP di Germania pronto se necessario: 'Possibili sorprese in calendario'

        Hockenheim &egrave; fuori dai giochi. Non sar&agrave; la sede del Gran Premio di Germania che, eventualmente, la Formula 1 dovesse decidere di inserire in calendario. Potr&agrave; esserlo il Nurburgring, stando alle ultime indiscrezioni. Alla base della decisione confermata dai vertici della societ&agrave; che gestisce l&rsquo;impianto nella regione del Baden-W&uuml;rttemberg c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave; o meno di disputare la gara a porte aperte. Nei mesi scorsi, Hockenheim &egrave; andata &ldquo;in soccorso&rdquo; della Formula 1, offrendo un&rsquo;opzione per tornare in calendario dopo esserne uscita con l&rsquo;edizione 2019. Condizioni economiche da valutare, ovviamente, per essere inizialmente un ripiego nel caso in cui a Silverstone non fosse stato possibile correre, poi per arricchire il finale di campionato, orfano delle gare extra-continentali asiatiche &ndash; in attesa che uguale sorte venga annunciata per quelle in America &ndash;. Gara a porte chiuse&nbsp; Il nodo sul quale &egrave; naufragata la possibilit&agrave; di correre a Hockenheim riguarda l&rsquo;ammissione del pubblico. Chase Carey, nelle ultime indicazioni sul calendario strutturato dalla Formula 1, ha indicato la speranza di poter tornare a correre con la presenza del pubblico nel finale di campionato. In Germania, tuttavia, le normative pi&ugrave; restrittive previste nel Baden-W&uuml;rttemberg limitano attualmente questo scenario, come spiega il direttore generale dell&rsquo;impianto, Jorn Teske, a F1-insider. GP Toscana, incontro Binotto-Nardella: obbiettivo porte aperte Concorrenza tra normative &ldquo;Nelle recenti discussioni &egrave; riemerso pi&ugrave; volte l&rsquo;interrogativo degli spettatori in una gara di F1. Abbiamo sempre dovuto fare riferimento all&rsquo;attuale normativa sul coronavirus. Gli eventi con molti spettatori non sono possibili nel Baden-W&uuml;rttemberg. Non &egrave; cos&igrave; in tutti i Lander. Pu&ograve; ben essere che la prospettiva di correre con il pubblico in altri stati federati abbia anche contribuito ad assumere la decisione&rdquo;, con Teske a confermare come non si correr&agrave; a Hockenheim. &ldquo;Non si pu&ograve; dire se e con quale rapidit&agrave; cambieranno le norme, si lavora su vari allentamenti, ma non possiamo promettere cosa sar&agrave; nel Baden-W&uuml;rttemberg. Dall&rsquo;altra parte &egrave; ovviamente interesse della F1 generare spettatori e incassi dai biglietti&rdquo;. Teske non nasconde la delusione per l&rsquo;esito delle trattative, sulle quali Hockenheim ha chiesto alla F1 una decisione rapida in modo da non ostacolare la normale attivit&agrave; dell&rsquo;impianto e altre possibilit&agrave; di guadagno: &ldquo;Siamo ovviamente delusi, abbiamo sempre guardato i nostri calendari e detto come potevamo fare qualcosa qua e l&agrave;. Per noi &egrave; importante svolgere quest&rsquo;anno un business stabile, nelle trattative devi essere risoluto&rdquo;. Ferrari, si cambia: arriva il responsabile della Performance Development       

Le discussioni con Liberty Media non hanno prodotto l'esito sperato e tra i fattori in gioco c'&egrave; la possibilit&agrave; o meno di un GP aperto al pubblico. Il Nurburgring &egrave; destinato al ritorno il calendario

Calendario F1, Hockenheim conferma: non ci sarà un GP nel 2020

        L&rsquo;ultima volta che si ricordano insieme, in un calendario di Formula 1, risale al 1996: un GP in Portogallo, uno a Imola e uno al Nurburgring. Lo scenario sembrerebbe destinato a ripetersi, secondo le ultime indicazioni riportate dal giornalista Dieter Rencken, su racefans.net Imola e Portimao sono candidature accreditate, che avanzano verso il ritorno o l'esordio assoluto nel caso del tracciato in Algarve: Michael Masi ieri ha visitato le strutture del circuito Enzo e Dino Ferrari, dopo aver visionato il Mugello marted&igrave;, Gran Premio di Toscana in programma subito dopo Monza. Riemerge il Nurburgring Ecco, la novit&agrave; sarebbe l&rsquo;ingresso del Nurburgring, dove a lungo &egrave; stata Hockenheim la sede candidata a supportare una Formula 1 bisognosa di eventi europei per arricchire un calendario con tutte le difficolt&agrave; di organizzare spostamenti extra-continentali, causa pandemia di coronavirus pi&ugrave; avanzata che mai Oltreoceano. Ferrari, si cambia: arriva il responsabile della Performance Development Del Nurburgring non se ne ha traccia, nei legami con la F1, se non dalle problematiche vicende legate alla gestione del circuito, fino al 2013 ad alternarsi nell&rsquo;organizzazione del GP di Germania con Hockenheim, salvo dare forfait nel 2015 e 2017. I responsabili del circuito hanno confermato di aver intrattenuto delle discussioni con la Formula 1, se si andr&agrave; verso un ritorno in calendario potremmo scoprirlo a breve, come l&rsquo;annuncio dei GP a Imola e Portimao. L'editoriale del Direttore: Urge un colpo di reni dalla Ferrari         

Mentre sembrava scontato fosse Hockenheim a ospitare la Formula 1, insieme a Imola e Portimao, altri circuiti attesi in calendario, arriva il rumour di un Nurburgring che potrebbe tornare dopo 6 stagioni di assenza

Calendario F1, Nurburgring tra i candidati al rientro

        C&rsquo;&egrave; una sorta di numero magico che la Formula 1 deve provare a centrare nel 2020: 15. Quindici Gran Premi affinch&eacute; si salvi il salvabile, ovvero, arrivino gli introiti dei diritti televisivi e assicurino comunque svariate centinaia di milioni di euro da dividere in premi FOM, secondo analisi condotte dal giornalista Christian Sylt. L'editoriale del Direttore: Cuori da Corsa&amp;Cuori da Corsia Un quadro nel quale per F1 Group diventa quasi &ldquo;conveniente&rdquo; sovvenzionare alcuni promoters in caso di Gran Premi a porte chiuse, restando comunque una fetta di diritti pagati da realt&agrave; come Abu Dhabi, Bahrain, Cina e da quanti dovessero riuscire a organizzare gare con spettatori sulle tribune - uno scenario pi&ugrave; che mai remoto, oggi - Sticchi Damiani: "Monza si far&agrave;" Arrivare a posizionare in calendario (e disputare) 15 Gran Premi nel campionato 2020 passa anche da duplici appuntamenti sullo stesso circuito, una soluzione che dovrebbe essere prevista in Austria e a Silverstone, sebbene in quest&rsquo;ultimo caso di registrino rumours contrastanti, tra il rinvio a nuova data del GP (19 luglio quella fissata in origine) e la possibilit&agrave; che sia solo uno il GP in questione. Opzioni da risolvere e ufficializzare nelle prossime settimane. Trasferimenti da gestire Il problema fondamentale che si prospetta davanti alla Formula 1 non &egrave; tanto la &ldquo;penuria&rdquo; di circuiti sui quali gareggiare, piuttosto l&rsquo;organizzazione logistica degli spostamenti tra un Paese e l&rsquo;altro, da operare garantendo il rispetto delle normative nazionali di contrasto al coronavirus. Quindi, tamponi, garanzie di risultati negativi, gestione degli ingressi degli addetti ai lavori. DI candidature spontanee per offrire a Liberty Media una sede di Gran Premio se ne sono registrate numerose nelle ultime settimane, da Imola a Portimao, fino a Hockenheim. In Germania la Formula 1 era diventato un impegno off-limits per il promoter, causa costi eccessivi (comunque tra i pi&ugrave; bassi e allineati ad altri GP europei) in rapporto alle presenze di pubblico. Lo scorso anno l&rsquo;ultima edizione, prima dell&rsquo;uscita di scena. Hockenheim allo stadio pour parler L&rsquo;a.d. della societ&agrave; di gestione del circuito, Jorn Teske, a motorsport.com ha dichiarato come i contatti con F1 Group siano proseguiti in questi mesi, discutendo anche dello scenario legato al calendario e gare a porte chiuse: &ldquo;Posso confermare che stiamo parlando. Eravamo e siamo comunque in contatto con i nostri colleghi della Formula 1 di tanto in tanto. Stiamo parlando di questi temi e anche delle incertezze legate al calendario. GP Olanda, a porte chiuse solo con l'ok dei tifosi Abbiamo parlato della possibilit&agrave; o meno, del come potrebbe svolgersi, &egrave; stato uno scambio di idee per caso, ma non si &egrave; parlato di date, condizioni, contratti, che sono assolutamente necessari per poter esaminare seriamente qualcosa del genere. Non siamo andati fino a questo punto. A condizione di poter garantire quanto chiedono le autorit&agrave; e a condizioni economiche sensate, allora a Hockenheim non escluderemmo una gara senza tifosi. Sono per&ograve; discussioni che dobbiamo fare, non sono cos&igrave; concrete come si potrebbe pensare al momento&rdquo;.       

I contatti tra promoter e F1 Group non si sono mai interrotti e le discussioni su un GP a Hockenheim esistono. Tuttavia, mancano i dettagli per dare concretezza a un'opzione teorica al momento

Hockenheim, GP a porte chiuse: discussioni teoriche con FOM

        Non cambia la classifica del Gran Premio di Germania, dopo la pronuncia della Corte d&rsquo;appello internazionale della FIA sul ricorso avanzato da Alfa Romeo. Robert Kubica 10&deg;, Lewis Hamilton 9&deg; a seguito della penalizzazione inflitta alle due Alfa di Raikkonen e Giovinazzi, 30&rdquo; sommati al tempo finale, a causa dei quali i due hanno perso le posizioni nei punti guadagnate in gara, rispettivamente il 7&deg; e 8&deg; posto. Legg anche: F1 2021, evoluzione continua: ala anteriore in stile aereo Il ricorso in appello &egrave; stato ritenuto non ammissibile, secondo quanto riportato da un portavoce della FIA all&rsquo;agenzia Reuters. Il punto del contendere erano i tempi di risposta tra il rilascio della frizione al volante e la corrispondente quota di coppia erogata alla trasmissione, normati dal regolamento entro i 70 millesimi di secondo. L'editoriale del direttore:&nbsp;E ora sar&agrave; Sochi senza frontiere&nbsp; I riscontri dei commissari di Hockenheim avevano rilevato un&rsquo;operazione avvenuta tra i 2 e i 3 decimi su entrambe le monoposto, un dettaglio in grado di incidere sulla progressivit&agrave; dell'erogazione, superiore, quindi una forma di "aiuto" alla guida. Frederic Vasseur, dopo la gara, spiegava la posizione del team dicendo come &ldquo;la situazione &egrave; sorta nei giri passati dietro la safety car, prima della partenza da fermo. Abbiamo sofferto un malfunzionamento della frizione che era al di l&agrave; del nostro controllo, esamineremo ulteriormente il problema&rdquo;. Leggi anche: Brawn: qualifiche 2020, sperimentare per avere gare migliori Le speranze di cambiare la decisione dei commissari in appello si sono scontrate con l&rsquo;inammissibilit&agrave; del ricorso. La classifica Costruttori vede Alfa Romeo in ottava posizione con 35 punti, 11 dietro Racing Point e 20 punti dietro Toro Rosso.       

Classifica invariata, Hamilton e Kubica beneficiano della penalizzazione cronometrica inflitta a Raikkonen e Giovinazzi per il problema legato alla frizione, in partenza.&nbsp;

Alfa Romeo, FIA respinge il ricorso contro penalizzazione di Hockenheim

        Certi Gran Premi, nel calendario della Formula 1, dovrebbero starci praticamente di diritto. Le considerazioni di Sebastian Vettel sul futuro del GP di Germania si spingono su posizioni da appassionato estremo, con il fattore finanziario che, per assurdo, dovrebbe sparire. Una posizione condivisa da diversi piloti, Valtteri Bottas recentemente a commentare un dato innegabile: molti GP ospitano la Formula 1 per ragioni politiche ed economiche. &ldquo;Abbiamo visto una gran gara e sarebbe un peccato perderla dal calendario. &Egrave; importante portare lo sport dove c&rsquo;&egrave; passione per la Formula 1&rdquo;, cos&igrave; Sebastian domenica scorsa dopo la corsa a Hockenheim. Una passione che la Germania ha ritrovato sugli spalti in questa edizione, dopo anni di conti in rosso e presenze in calo: scarso interesse verso la F1? Un programma con poca attivit&agrave; in pista, vista l&rsquo;assenza della F2? Pi&ugrave; fattori. GP FINANZIATI DAI GOVERNI L&rsquo;edizione 2019 si &egrave; corsa grazie al supporto finanziario offerto da Mercedes, giunto lo scorso anno e con uno scenario ideale per celebrare i 125 anni di storia nelle corse e i 200 GP. Un intervento esterno che non si ripeter&agrave; per il 2020, sul quale le prospettive di correre ancora a Hockenheim sono ridotte al lumicino. Ferrari, c'&egrave; bisogno di rinforzarsi per non buttarsi via &ldquo;Il problema &egrave; che la Germania non &egrave; disponibile a pagare alcunch&eacute;, perci&ograve; servono figure esterne, investitori. Il governo non &egrave; felice di dare un supporto, diversamente dall&rsquo;Olanda e altri posti nei quali corriamo&rdquo;, ha commentato Vettel.  Supporto che, in Olanda, a Zandvoort &egrave; arrivato sotto forma di un incremento della tassa di soggiorno deliberata dalla municipalit&agrave;, destinata a rinnovare le vie d&rsquo;accesso al circuito. Il governo centrale ha escluso un finanziamento diretto agli organizzatori. Supporto governativo venuto meno anche in Messico, altro appuntamento in bilico. PAESI DA TUTELARE Un &ldquo;prodotto Formula 1&rdquo; proposto a pi&ugrave; offerenti, con una lunga lista di sedi che vorrebbero ospitare un GP, &egrave; la vera forza di Chase Carey nelle negoziazioni con gli organizzatori di gare storiche, da Monza a Silverstone, fino alle comunque radicate presente in calendario di Germania e Spagna. &ldquo;E&rsquo; importante che non si perdano certi Gran Premi, &egrave; irrilevante ci&ograve; che pagano. Una F1 senza Monza sarebbe stupida, perdere grandi Paesi con tanta storia come la Germania o la Spagna &egrave; sbagliato&rdquo;, prosegue Vettel, riportato da racefans.net. Binotto, GP Ungheria: in arrivo altre novit&agrave; aerodinamiche Le cifre staccate da diversi organizzatori europei, tra i 20 e i 30 milioni di euro a stagione, arrivano a essere una frazione di ci&ograve; che pagano appuntamenti come Singapore, Bahrain, Abu Dhabi, Azerbaijan: scenari diversissimi e, GP europei, &ldquo;tutelati&rdquo; nella misura in cui rappresentano veri monumenti irrinunciabili, vedi Monza. &ldquo;Le persone vogliono costantemente fare soldi e realizzare profitti, perci&ograve; non aiuta se alcune piste pagano meno di altre. &Egrave; importante portare lo sport dove c&rsquo;&egrave; la passione per lo stesso, quindi preservare in calendario Paesi come la Germania, il regno Unito e tutti questi posti iconici. &Egrave; anche pi&ugrave; divertente per noi piloti, guidare davanti a tanta gente piuttosto che di fronte a tribune vuote, anche se hanno sedili nuovi, inutili se non ci sta seduto nessuno&rdquo;.       

Sebastian torna a commentare la possibile uscita del GP di Germania dal calendario 2020 e ripete come le gare iconiche e quelle storiche, con tifosi appassionati, dovrebbero corrersi indipendentemente dal fattore economico

Vettel: GP storici devono restare in F1

C&rsquo;&egrave; un dolce paradosso nel bilancio del Cavallino Rampante, nel bel mezzo di questa stagione tutt&rsquo;altro che fortunata. Quella di Binotto, presumibilmente, &egrave; la Ferrari pi&ugrave; simpatica, umanamente gradevole e dialetticamente quieta vista negli ultimi decenni. L&rsquo;impressione generale &egrave; di trovarsi di fronte a quelli che, con una terminologia post ottocentesca desueta ma non inutile e tutt&rsquo;altro che vuota, si definiscono galantuomini.    S&igrave;, galantuomini e pure molto preparati, oltre che dedicati e per niente altezzosi, schifati o permeati da prosopopea. Nada di ci&ograve;. Gran belle persone, valide quanto genuine. E tutto ci&ograve; &egrave; bellissimo. Perch&eacute; questo team Ferrari verrebbe voglia di abbracciarlo e basta, sia quando perde che quando quasi vince, anche se nella storia della Casa, purtroppo, geneticamente non vincere equivale a prenderle del brutto e le vittorie mancano dallo scorso anno.  Ferrari, ancora zero vittorie    Ma andiamo oltre. Ormai, dopo il Gp di Germania, qualsiasi diagnosi tentata e intentata da sola non spiega tutto ma solo una parte della faccenda. Perch&eacute; il weekend di Hockenheim purtroppo ha dimostrato che di e in questa Ferrari, intesa come entit&agrave; ellittica e avvolgente, quindi nessuno escluso, a turno praticamente tutto &egrave; vulnerabile. Dal primo Gp della stagione di certo c&rsquo;&egrave; solo il numero di vittorie, zero. Ed &egrave; un grande peccato, perch&eacute; la Sf90 non &egrave; una monoposto tale da potere o dover morire vergine di trionfi. Ma il punto &egrave; un altro. Al termine del Gp di Germania, guardando a ritroso, tenendo conto del passato prossimo e anche del presente appena consegnato all&rsquo;archivio, la terribile morale &egrave; che in questa Ferrari 2019, cos&igrave; stylish e friendly tutto si pu&ograve; rompere e tanto, tantissimo, troppo, diventa facile e puntuale tallone d&rsquo;Achille.  Anzi questo Achille ha talloni ovunque, manco fosse disegnato da Picasso. Si sbagliano tattiche non infrequentemente e questo ci pu&ograve; stare perch&eacute; errori di strategia prima o poi ne fanno quasi tutti, per&ograve;, il problema, &egrave; che la genialata con capita mai. Cosa intendo per genio? Lo lascio dire agli Amici Miei di Monicelli: &egrave; fantasia, intuizione, colpo d&rsquo;occhio e velocit&agrave; d&rsquo;esecuzione. Ecco, questo a oggi in pista dalla Rossa se n&rsquo;&egrave; visto poco. Per contro, gli errori di muretto, sia in qualifica che in gara, non mancano e con essi quelle robe che fanno montare rabbia sorda e impotente, tipo il taglio di Leclerc in qualifica a Monaco o l&rsquo;unsafe realease di Charles medesimo in uscita dal cambio gomme in Germania, fortunatamente ascritto al contabile del team e non al pilota, senn&ograve; guai. Poi, non c&rsquo;&egrave; niente da fare, la Sf90 si rompe spesso e solo quando non dovrebbe assolutamente rompersi.    Se &egrave; una gara del cavolo, sulla carta persa fin dal primo giorno di prove, stai pur certo che la macchina dura e fila che &egrave; una meraviglia. Se &egrave; un piazzamento del piffero quello per cui stai lottando, nessunissima microcomponente per niente al mondo t&rsquo;abbandoner&agrave; e tutto lavorer&agrave; per conquistarla, quella posizione sciapa che non sposta niente. Invece, se stai lottando per il top in qualifica o per la vittoria, prima o poi, a qualcosa o a qualcuno un nonsoche succeder&agrave;. Magari una roba da niente, perfino qualificarsi con la mescola meno opportuna - ma in questa F.1 esistono davvero cose da niente? - un guaietto beffardo tipo gremlins ipo o ipertecnologico, ovvero un errore a turno di uno dei due piloti, un liscio e ciao Romagna. Succede in qualifica, vedi doppia inquietante debacle di Hockenheim, quando non c&rsquo;&egrave; rimedio, accade in gara, laddove la vittoria sembra in vista, vedi Bahrain, Canada, Austria e Germania che poi fanno quattro gare su undici, ossia tante, troppe e allo stesso tempo abbastanza per cominciare a tirare qualche conclusione. In questa Ferrari sbagliano tutti, a turno e solo quando servirebbe non farlo.  Le occasioni non sfruttate    Ossia nei pochi giorni in cui la Mercedes cicca la gara e c&rsquo;&egrave; la concreta possibilit&agrave; di approfittarne e alla fine ne approfittano sempre e solo Verstappen e la Red Bull- Honda. E allora non resta che mangiarsi le mani, perch&eacute; la Ferrari SF90 e in assoluto la Rossa con Binotto al timone, a oggi rischiano di passare allo storia come la nidiata tecnico-umana che vanta la maggior differenza tra le gare che avrebbe potuto meritatamente vincere e quelle che effettivamente ha fatto sue. A oggi, appunto, siamo gi&agrave; a quattro contro zero. Troppo.  E la caccia alle streghe ormai non serve a niente. Verissimo Vettel, al di l&agrave; del weekend positivo (ma sfortunato alla radice) nella corsa di casa, continua ad essere un pilota che deve fare ben altro per risollevarsi, mentre, nel frattempo, lo stesso Leclerc compete ormai con lui non solo sul giro secco ma anche quanto a errori terribili. Insomma, nessuno, in Ferrari e in questa Ferrari, a qualsiasi livello, &egrave; esente da colpe e responsabilit&agrave;.  E allora, che fare? La parte successiva del ragionamento va affrontata con cautela giacch&eacute; colma di rischi e insidie, ma l&rsquo;asetticit&agrave; dell&rsquo;analisi pu&ograve; e deve pur condurre da qualche parte. Quindi, punto primo, questa Rossa deve avere coraggio e dignit&agrave; di dichiararsi in crisi, smettendo di fare finta di niente. Basta dire con irreale nonchalanche stiamo migliorando, siamo tanto ottimisti, ogni volta &egrave; un passo avanti. Non &egrave; cos&igrave;. Forse &egrave; meglio riconoscere che non ci siamo proprio e che &egrave; tempo di azzerare, resettare psicologicamente e ripartire da capo. Senza pregiudizi, gerarchie soffocanti o soverchie pressioni. Pari dignit&agrave; tra Vettel e Leclerc, con Seb in ogni caso non pi&ugrave; pressato dall&rsquo;obbligo di fare il supercapitano (Hockenheim non mi ha fatto cambiare idea circa i troppi errori recenti di Seb, anche se stavolta il tetracampione ha pagato problemi non suoi). E soprattutto, l&rsquo;ammissione dello stato di crisi deve passare attraverso altri due passaggi fondamentali.  Le soluzioni    Quali? Il primo: questa Ferrari non ha bisogno di teste che rotolino, ma di energie nuove che si aggiungano a quelle che gi&agrave; pensano, lavorano e si impegnano in ottica Rossa. S&igrave;, la valida e simpatica Ferrari di Binotto ha bisogno di iniezioni, rinforzi, campagna acquisti di consolidamento, necessit&agrave; uomini in pi&ugrave; capaci di garantire altrettante opportunit&agrave;. Simone Resta &egrave; gi&agrave; un bel passo avanti, ma non solo. Ci vuole dell&rsquo;altro e trasversalmente, andando a toccare e vivificare tutti i segmenti della squadra, perch&eacute; laddove si rompe non tutto ma di tutto, &egrave; ovunque che bisogna intervenire, tamponare e rinforzare. Maggiore affidabilit&agrave;, controllo qualit&agrave;, prestazionalit&agrave;, sviluppo e reattivit&agrave;, al muretto e oltre.  Anche nei confronti dei piloti Ferrari, i quali da anni e anni in pista sembrano, - non so se lo pensiate anche voi -, attaccabili, con lo sguardo vulnerabile, schiacciati dalla pressione e, ciascuno, tra i campioni pi&ugrave; soli e aggredibili nell&rsquo;intera storia dei grandi piloti di F.1. S&igrave;, &egrave; tempo di fare qualcosa e non solo di puntare genericamente sull&rsquo;orgoglio Ferrari. Perch&eacute; la Sf90 ha grandi problemi a marciare sempre come un orologio, specie quando conta. Perch&eacute; Vettel &egrave; un problema. Leclerc, questa &egrave; la novit&agrave;, pu&ograve; diventare un problema pure lui. Questa Ferrari ha tanto, e quasi tutto per tornare grande, ma qualcosa le manca e abbisogna di tante piccole-grandi iniezioni vivificanti, che permettano di salvare tutto il buono che c&rsquo;&egrave; - e non &egrave; poco - mettendolo in risonanza virtuosa con la consistenza di nuovi arrivi, a rendere meno leggerino un organico che non pu&ograve; e non deve pi&ugrave; permettersi passi falsi e occasioni perdute.  Operazione &quot;simpatia vincente&quot;    La Ferrari di Binotto ha tutto per vincere, perfino restando simpatica. C&rsquo;&egrave; solo da mettere a punto il meccanismo non negando il bisogno di shopping antidepressivo e consolidante, facendo di tutto per esprimere il potenziale che c&rsquo;&egrave; gi&agrave;. E allora non ci sar&agrave; bisogno di abbracciare Binotto &amp; C. perch&eacute; sono dei galantuomini che meriterebbero di pi&ugrave;, ma potremo avere il privilegio di applaudirli perch&eacute; in grado di cambiare le sorti di una gran battaglia, ritrovando la propria identit&agrave; senza perderne la parte migliore.  In bocca al lupo, ragazzi: a voi il compito non facile dell&rsquo;autocritica, la pi&ugrave; efficace e intellettualmente onesta delle armi, che non vediamo l&rsquo;ora di vedervi usare a costo, da parte nostra, di rinunciare alle critiche sterili, distruttive e sciacallesche. Forza, Ferrari di Binotto, l&rsquo;Hungaroring non &egrave; il peggiore dei posti per reagire bene a questo crudele, beffardo e anche un po&rsquo; insincero 2019. 

La Rossa di Binotto ha qualit&agrave; e potenzialit&agrave; ma d&agrave; la sensazione d&rsquo;essere un&rsquo;entit&agrave; che ha bisogno di urgenti consolidamenti a livello di organigramma...

Ferrari, c&#39;&egrave; bisogno di rinforzarsi per non buttarsi via

Da Hockenheim all&rsquo;Hungaroring con ancora davanti agli occhi uno spettacolo sontuoso e i fotogrammi di una domenica di straordinaria follia agonistica, di quelle che ci riconciliano con uno sport che, al di l&agrave; di tutto, riesce ancora a essere imprevedibile. Non ci sono stati sbadigli, stavolta. In Germania, per 64 giri, siamo rimasti tutti incollati davanti alla tiv&ugrave; perch&eacute; in pista accadeva di tutto. E anche di pi&ugrave;. Con la pioggia a rimescolare le carte e a produrre emozioni in quantit&agrave; industriale &egrave; andato in scena il GP pi&ugrave; pazzo dell&rsquo;anno.  Dove Max Verstappen ha arpionato la seconda vittoria della stagione, vero principe dell&rsquo;Aquafan sull&rsquo;asfalto traditore della pista tedesca. Da Leclerc a Hamilton fino a Bottas: chi sbaglia paga e stavolta la lista &egrave; davvero lunga. E con vittime di lusso. Di lusso &egrave; stata anche la rimonta di Sebastian Vettel che ha trascinato la Ferrari al secondo posto salvando un week end che per gli uomini di Maranello &egrave; stato tutto in salita e non scevro da errori e sbavature con i guai delle qualifiche che hanno reso tutto ancora pi&ugrave; complicato. Tra le pieghe di un Gp inzuppato di emozioni si scrivono anche due straordinari racconti. Da una parte c&rsquo;&egrave; Daniil Kvyat che trascina la Toro Rosso sul podio.  L&rsquo;ultima volta che ci era salita con la scuderia che fa base a Faenza correva ancora Sebastian Vettel. Era il 2008 e il tedesco sbanc&ograve; Monza sotto la pioggia. A 11 anni di distanza da quella giornata trionfale al Gp d&rsquo;Italia, arriva la terza piazza colta dal russo divenuto pap&agrave; nella notte tra sabato e domenica, che poteva essere anche secondo posto se proprio Seb con la Ferrari non avesse dato un ultimo pesantissimo colpo di reni completando una rimonta gigantesca.  E poi si arriva al secondo racconto. Quello che riguarda Robert Kubica capace di agguantare il primo punto della stagione in seguito alle penalizzazioni che hanno fatto retrocedere in classifica le due Alfa-Sauber. Ci sono solo grandi applausi a salutare la prestazione del polacco, un meraviglioso spot per chi non si arrende mai ed &egrave; capace sempre di andare oltre.  E un meraviglioso spot per i rally nostrani sono anche i quasi 200 equipaggi che si sono sfidati sulle strade delle Langhe. Ad Alba nella sfida valida per CiWrc vinta da Sebastien Loeb davanti a Stephane Sarrazin si &egrave; assistito a una gara d&rsquo;altri tempi con il 9 volte iridato che, impegnato in gara per sviluppare la Hyundai Wrc Plus sull&rsquo;asfalto, ha fatto da richiamo assoluto e ha risvegliato antiche passioni. Bravi quindi gli organizzatori albesi che al debutto nel tricolore riservato alle Wrc hanno messo in piedi una gara che ha sbriciolato tutti i record di presenze del nuovo millennio.  Infine un&rsquo;informazione per i nostri lettori: quest&rsquo;anno ad agosto non vi abbandoneremo neanche per un week end. Ogni marted&igrave; ci troverete in edicola. Perch&eacute; la passione con annesse le belle storie da corsa non va mai in vacanza. 

Su Autosprint in edicola, tutte le storie di un grande weekend di motorsport

L&#39;editoriale del direttore: Danze acquatica a nobilitare la F1

        Ha il merito di non aver commesso errori, in un GP di Germania che ha lasciato pochissimi piloti esenti da sbavature pi&ugrave; o meno costose nell'arco dei 64 giri di gara. Robert Kubica porta al traguardo la Williams, sotto la bandiera 12&deg;, risultato che, con la penalizzazione delle due Alfa Romeo, vale l&rsquo;ingresso nella top ten e il primo punto per il team.  Dopo 8 anni e 8 mesi e mezzo dal quinto posto di Abu Dhabi 2010, &ldquo;chiusura&rdquo; della prima carriera in Formula 1, Robert &egrave; di nuovo in zona punti. Risultati e condizioni di base diversissime, prestazione di Hockenheim che ha riportato il pilota polacco in uno scenario da riscoprire, di gara bagnata. 9 ANNI DA INTERLAGOS &ldquo;E&rsquo; stata una corsa folle e le condizioni in pista molto scivolose. Sono riuscito a portare la macchina a casa senza commettere errori, ed &egrave; la cosa pi&ugrave; importante.  Pur non essendo le condizioni mutevoli e il correre sul bagnato scenari nuovi per me, sono passati 9 anni dall&rsquo;ultima volta in cui le affrontate su una F1 (GP del Brasile 2010, nono; ndr) e questa gara mi ha certamente rinfrescato la memoria&rdquo;, ha raccontato Kubica. Verstappen, GP Germania: Mercedes resta il riferimento CONCENTRATO E COMUNQUE AL LIMITE Sulle difficili condizioni di gara, Kubica ha aggiunto a racefans.net: &ldquo;Avevo dimenticato quanto spray ci fosse e scarsa la visibilit&agrave;. Pensavo alle speciali notturne nei rally, con la nebbia, quando devi spegnere la fanaleria suppelemtare perch&eacute; non ti aiuta di notte e nella nebbia, &egrave; da pazzi. Perlomeno l&igrave; puoi vedere e hai le note a dirti pi&ugrave; o meno dove sei&rdquo;. Hulkenberg, GP di Germania: via di fuga da riconsiderare Condizioni di visibilit&agrave; a parte, tradizionalmente critiche gi&agrave; per le monoposto che corrono in posizioni pi&ugrave; avanzate dell&rsquo;ultima fila Williams, Kubica ha aggiunto: &ldquo;In queste condizioni spesso molto sta nel restare calmo e con la testa concentrata, pur essendo molte macchine pi&ugrave; veloci della nostra, o gran parte, o anche tutte, devi comunque guidare al limite e non su ci&ograve; che vedi intorno&rdquo;.       

Hockenheim ha riportato Robert alla guida di una F1 sul bagnato, condizioni critiche per aderenza e, soprattutto, visibilit&agrave;: "Peggio che nei rally di notte con la nebbia"

GP Germania, Kubica ritrova punti e visibilità critica

        La gara in Germania ha "prodotto" parecchi documenti ufficiali da parte della direzione di gara, ma va detto che molti sono stati firmati nel corso delle qualifiche per annullare i crono ottenuti dai piloti in pista quando oltrepassavano i cordoli bianco-azzurri all'uscita delle curve 1 e 17, cio&egrave; la prima e l'ultima. Sono stati ben 16 i tempi annullati, ma va anche detto che quasi tutti non erano crono "buoni", anche perch&eacute; chi si accorgeva di essere finito largo in curva 1 preferiva rinunciare subito al giro e preparare al meglio quello successivo. L'eccezione &egrave; stata quella di Pierre Gasly che si &egrave; visto vanificare l'ultimo passaggio in Q3 per aver allargato troppo all'ultima curva, ma anche questo &egrave; stato ininfluente perch&eacute; &egrave; rimasto col 4&deg; tempo. Dopo la decisione di ammettere Sebastian Vettel in ultima posizione sullo schieramento bench&eacute; senza tempi in qualifica, puramente di routine, Vettel stesso &egrave; stato penalizzato poi di 10 posti (teorici) per sostituzione della centralina, mentre Lando Norris &egrave; stato mandato in fondo allo schieramento (19&deg;) per cambi di Mgu-K, batterie e centralina. Altre sostituzioni di elementi di power-unit sulla macchina di Daniel Ricciardo non hanno comportato penalit&agrave;, come nemmeno quelle delle scocche alle macchine di Pierre Gasly e Robert Kubica. La gara &egrave; iniziata con pista che il direttore Michael Masi ha ritenuto eccessivamente bagnata per partire normalmente, e quindi dietro safety car. A quel punto, come da art.36.14 del Regolamento Sportivo, vi erano due opzioni: partenza da fermo oppure "rolling start" come dopo qualsiasi safety car di gara, a discrezione del direttore (secondo le condizioni della pista) che dopo 3 giri ha deciso per lo "standing start". In ogni caso, dopo il giro di formazione/avvio si &egrave; cominciato a scalare i giri dai 67 ufficiali, e cos&igrave; la gara effettiva &egrave; stata di 64 giri. Il primo episodio in gara &egrave; stato l'unsafe release di Charles Leclerc, quando dopo il primo cambio gomme &egrave; stato fatto ripartire proprio davanti a Romain Grosjean, che &egrave; stato costretto a bloccarsi in pitlane. In questo caso &egrave; stato per&ograve; valutato che Leclerc non ha avuto modo di stare pi&ugrave; a destra perch&eacute; costretto ad evitare una pistola smontagomme nella piazzola successiva, e quindi non &egrave; stato penalizzato per la manovra; ma il team s&igrave;, con 5.000 euro di multa come avviene in altri casi di unsafe release, per&ograve; connessi alle ruote fissate male. Dopo il suo terzo pit-stop, proprio Leclerc &egrave; stato autore dell'uscita di pista in curva 16 "tradito" dalle gomme slick appena montate, che ha causato una seconda safety car e di nuovo un valzer di cambi gomme. Tra cui quello di Lewis Hamilton, tornato cos&igrave; in pista su gomme slick da asciutto. Tempo un giro, anzi nemmeno, e quando Hamilton &egrave; arrivato in curva 16 ha pressoch&eacute; fotocopiato l'uscita di Leclerc, mancando anzi per poco la Ferrari ferma (con il pilota poco pi&ugrave; in l&agrave; che camminava di fianco alle barriere!&hellip;). Secondo noi questa mancanza nel rispettare le bandiere gialle &egrave; piuttosto grave e ha messo a serio rischio la sicurezza di Charles e del personale di pista. Con le opportune distinzioni, dobbiamo davvero ricordare cosa successe con Bianchi a Suzuka? Invece Masi non ha nemmeno voluto considerare l'episodio, parlando di condizioni di pista che hanno tratto in inganno Hamilton. Pensiamo tuttavia che gi&agrave; l'incidente appena successo a Leclerc dovesse far capire che bisognava arrivare in quel punto con maggior cautela (tanto c'era la safety car, la velocit&agrave; era inutile) e comunque Hamilton sapeva benissimo che quella curva era bagnata (gi&agrave; da un po') e poteva dare problemi con le gomme slick appena montate. Di fatto &egrave; l'unico che ha commesso un tale errore in quel momento. Invece il pilota inglese &egrave; stato penalizzato per quanto fatto subito dopo: avendo il musetto danneggiato e capendo che le gomme slick non erano la scelta giusta, ha preferito rientrare subito verso i box. Il problema &egrave; che il birillo divisorio dell'ingresso in pitlane era pi&ugrave; indietro, e cos&igrave; ha tagliato la corsia. Paradossalmente, la stessa violazione dell'anno scorso, ma in direzione inversa. Il fatto &egrave; che proprio l'episodio del 2018 aveva convinto Masi a ribadire nelle note pre-GP di quest'anno che la manovra era vietata (in realt&agrave; la regola c'&egrave; sempre stata) e cos&igrave; sono scattati 5 secondi di penalit&agrave; per il pilota inglese. In questa occasione, inoltre, il sistema di cronometraggio ha "letto" automaticamente un giro troppo lento sotto SC da parte di Lewis, facendo partire un'altra investigazione. Ma quando l'analisi dei commissari ha evidenziato che il giro in questione era proprio quello del testacoda, ovviamente ha prevalso la causa di forza maggiore (la norma serve a evitare che un pilota ostacoli gli altri) e si &egrave; deciso di non procedere. Prima di fine gara c'&egrave; stato anche un contatto tra Alex Albon e Pierre Gasly dopo il tornantino, che ha determinato il ritiro del francese con l'ala anteriore spezzata finita sotto la macchina, che per questo ha tirato dritto in curva 7. Sebbene Albon avesse compiuto uno scarto a destra, subito prima del contatto, i commissari hanno deciso che l'errore &egrave; stato tutto di Gasly; ed essendo stato l'unico ad essere danneggiato, non era necessario alcun provvedimento. Infine, a gara gi&agrave; finita &egrave; stata esaminata una violazione tecnica da parte dell'Alfa Romeo, con entrambe le macchine di Kimi Raikkonen e di Antonio Giovinazzi, finiti a punti 7&deg; e 8&deg; rispettivamente. Ne abbiamo parlato anche in un altro articolo. Di fatto per settare le frizioni in modo adatto alla partenza sul bagnato, il tempo di applicazione della coppia motrice alla trasmissione ha ecceduto il valore massimo ammesso di 70 millisecondi: 200 ms per Raikkonen e 300 ms per Giovinazzi, quello riscontrato dai commissari tecnici tramite acquisizione dati. La regola serve ad evitare funzionamenti del sistema che possano portare a una sorta di traction control al via, e per questo ricade sotto l'articolo che parla di assistenze alla guida vietate (art.27.1 del Regolamento Sportivo). La sanzione &egrave; stata pari a 10 secondi di stop&amp;go, ma essendo a gara ormai finita (da un pezzo) &egrave; stata trasformata in un'aggiunta di 30 secondi al tempo gara di entrambe le macchine, che cos&igrave; sono state classificate 12&ordf; e 13&ordf;.       

Tra tempi annullati in qualifica, multe a Ferrari e penalit&agrave; a Hamilton per taglio pitlane, commentiamo le decisioni prese dai commissari a Hockenheim

GP Germania, gli interventi della direzione di gara

        Quasi sembrava poter realizzare quell&rsquo;obiettivo mai raggiunto, Nico Hulkenberg:accarezzare la lotta per conquistare il primo podio in Formula 1. E l&rsquo;avrebbe anche meritato, a Hockenheim. Quarantuno giri corsi bene, poi la trappola della via di fuga della penultima curva a mettere fine alle speranze di un buon risultato.  La striscia d&rsquo;asfalto dedicata alle gare di dragster &egrave; stata criticata dai piloti per la totale assenza di aderenza sul bagnato, conseguenza di una posa specifica per le sollecitazioni dei dragster e dalle caratteristiche di granulosit&agrave; del fondo probabilmente molto diverse, non pensate per dover drenare l&rsquo;acqua in caso di pioggia. &ldquo;Non so cosa dire, fino a quel momento abbiamo corso una gara fantastica, mia e del team, con un impegno straordinario. Ho perso la macchina per un istante e nella curva sbagliata, curva 16. L&rsquo;asfalto nella zona accanto alla pista non &egrave; normale, &egrave; una specie di pista di pattinaggio sul ghiaccio e, una volta l&igrave;, non ho potuto controllare la macchina. Avete visto il risultato, sono scivolato contro il muro&rdquo;, il racconto di Nico. VIA DI FUGA DA RIVEDERE Difficilmente Hockenheim sar&agrave; ancora in calendario nel 2020, dalle indicazioni emerse nel week end di gara; tuttavia, il tema legato alla sicurezza del passaggio nella penultima curva del Motodrom ritorna nelle parole di Hulkenberg: &ldquo;Credo che senza dubbio andrebbe riconsiderata la via di fuga, altri hanno avuto problemi simili l&igrave; e sar&agrave; penso un punto di discussione. Di solito siamo preoccupati della sicurezza, per&ograve; qui non si tratta nemmeno di sicurezza, &egrave; semplicemente ridicolo avere un asfalto completamente diverso. Verstappen, GP Germania: Mercedes resta il riferimento La striscia dei dragster sull&rsquo;asciutto va bene, ha il solito grip, ma sul bagnato &egrave; folle. S&igrave;, io non avrei dovuto perdere la macchina ma in qualsiasi altra pista esci e rientri in pista senza che accada nulla&rdquo;. INCIDENTE NEL TRASFERIMENTO A BUDAPEST Momento da dimenticare per Renault non solo per le vicende sportive del GP di Germania, ma anche per l&rsquo;incidente occorso a un mezzo del team, diretto da Hockenheim alla volta di Budapest,&nbsp;nei pressi di Gyor, come confermato dal team, senza gravi conseguenze per il guidatore del truck. MCLAREN ALLUNGA In Ungheria, Renault trover&agrave; le condizioni favorevoli alle caratteristiche della RS19 competitiva sui tracciati pi&ugrave; tortuosi. Con il doppio ritiro di Hockenheim e l&rsquo;ottima prestazione di Carlos Sainz, tuttavia, McLaren allunga ulteriormente nel mondiale nel confronto per il quarto posto, adesso con 31 punti di margine e una Toro Rosso rientrata in partita e quinta. Kvyat regala il secondo podio alla Toro Rosso &ldquo;Purtroppo finiamo con con due ritiri, quello di Daniel causato da una perdita dallo scarico, il primo intoppo di affidabilit&agrave; dopo un po&rsquo;. Abbiamo perso un&rsquo;opportunit&agrave; per conquistare tanti punti rispetto ai nostri diretti avversari, ma ci sono certamente degli aspetti positivi da prendere dal week end.  Vogliamo assaporare l&rsquo;essere nelle posizioni alte per merito con maggiore regolarit&agrave; e questo non ci distoglie dall&rsquo;attenzione rivolta sulla spinta continua e la realizzazione di una macchina pi&ugrave; competitiva&rdquo;, ha commentato Abiteboul.       

Nico si unisce al coro di critiche per il livello di aderenza sul bagnato della striscia d'asfalto dedicata ai dragster. Renault perde ancora contatto da McLaren. Incidente di un truck del team nel trasferimento verso Budapest

Hulkenberg, GP di Germania: via di fuga da riconsiderare

        Doveva essere una grande festa, Hockenheim tappezzata di Stelle a tre punte, Mercedes title sponsor del GP &ndash; a proposito, Wolff ha escluso qualsiasi supporto in vista del 2020 &ndash; 200 GP da celebrare, 125 anni di storia nelle corse, con tanto di livrea speciale e abbigliamento in stile automobilismo eroico. Persino il meteo a girare favorevolmente, il caldo estremo spazzato via. E la pioggia, statistica che raccontava, fino a domenica scorsa, di un dominio totale di Lewis Hamilton nelle gare corse sul bagnato nell&rsquo;era turbo-ibrida. Premesse ideali. Si trasformano in un raccogliere i cocci di un GP da dimenticare per Mercedes. Errori di guida affossano una gara iniziata con un solido ritmo, buono per vincere. Errori, capitano. Alfa Romeo: frizione, malfunzionamento fuori dal controllo del team La vittoria di Max Verstappen lo avvicina al secondo posto di Valtteri Bottas nel mondiale, recupera 23 punti su Hamilton, ma tanto Max quando Sebastian Vettel si limitano all&rsquo;analisi di un Gran Premio imprevedibile, piuttosto che immaginare scenari a dir poco improbabili, di un mondiale riaperto. Staccata decisa sul tema: Mercedes &egrave; e resta il riferimento. IN LOTTA ALLA PARI A OGNI GP &ldquo;S&igrave;, sono ancora tanti punti di ritardo, no?&rdquo;, dice Verstappen sui 63 che lo separano da Hamilton. &ldquo;Sono pi&ugrave; di due vittorie e loro restano la squadra dominante, credo. Oggi in pista c&rsquo;erano condizioni molto insidiose ed &egrave; facile commettere un errore come avete visto. Non &egrave; stata la loro giornata. Noi siamo riusciti a fare un buon lavoro ma abbiamo ancora molto su cui lavorare per chiudere il distacco e, in realt&agrave;, poter davvero battagliare per vincere a ogni gara: abbiamo tanto lavoro da fare. GP Germania, analisi gara: chi sbaglia paga, ma non sempre &Egrave; chiaro che, quando possibile, &egrave; bello ottenere pi&ugrave; punti di loro&rdquo;. Red Bull in corsa per quell&rsquo;obiettivo di 5 vittorie stagionali, fissato a inizio anno. L&rsquo;Hungaroring si presenta come un altro appuntamento favorevole, con una qualifica da prima fila. PRIMO PASSO INSIDIARE MERCEDES Se Verstappen esclude ogni ragionamento in prospettiva iridata, Vettel non pu&ograve; che sposarne il concetto, per una Ferrari competitiva sull&rsquo;asciutto ma fragile sull&rsquo;affidabilit&agrave;. &ldquo;Abbiamo ancora molte gare da correre, possono succedere tante cose ma non &egrave; che possiamo aspettarci una Mercedes che non fa pi&ugrave; punti per il resto della stagione, &egrave; piuttosto il contrario, saranno l&igrave;. Formula 1: le classifiche dopo il GP di Germania&nbsp; Noi dobbiamo assicurarci di migliorare e rendere loro la vita difficile, naturalmente se metti le persone sotto pressione allora le cose iniziano a muoversi. Sta a noi direi, a entrambi, noi come Ferrari e loro come Red Bull&rdquo;, ha aggiunto Seb.       

I punti recuperati su Hamilton non illudono Max sui valori in campo: "Dobbiamo migliorare per sfidarli a ogni GP". Per Vettel, sta a Ferrari e Red Bull mettere pressione sui favoriti

Verstappen, GP Germania: Mercedes resta il riferimento

        Questione di millesimi di secondo, in questo lasso di tempo si &egrave; consumata l&rsquo;irregolarit&agrave; Alfa Romeo in partenza. Il team si opporr&agrave; alla decisione dei commissari del GP di Germania e ha annunciato un ricorso contro la penalizzazione di stop&amp;go trasformato in sanzione cronometrica (+30&rdquo; al tempo di gara di Giovinazzi e Raikkonen).  Sebbene i commissari abbiano ascoltato e accettato le spiegazioni offerte dai tecnici Alfa Romeo, non hanno potuto fare a meno che applicare la norma. L&rsquo;infrazione &egrave; in un ritardo tra la richiesta di coppia al rilascio delle palette dietro al volante in partenza, da parte dei piloti attraverso le palette al volante, e la corrispondente erogazione sulla frizione. Sistema elettroidraulico che, da regolamento, prevede un'attuazione entro 70 millisecondi tra la richiesta operata dal pilota e l'erogazione della coppia corrispondente (valori interpretati dalla centralina).&nbsp; Cos&igrave; non &egrave; stato, per un&rsquo;operazione avvenuta tra i 2 e 3 decimi di secondo con le due monoposto nell'esatta corrispondenza dell'erogazione della coppia. Ritardo considerato come una progressivit&agrave; superiore e letta dai commissari quale un potenziale vantaggio nelle condizioni particolari di aderenza avute in partenza. VASSEUR CREDE NEL RICORSO &ldquo;E&rsquo; estramamente deludente avere entrambe le macchine penalizzate e fuori dai punti in quella che &egrave; stata una gara cos&igrave; avvincente. La situazione &egrave; sorta nei giri passati dietro la safety car, prima della partenza da fermo. Abbiamo sofferto un malfunzionamento della frizione che era al di l&agrave; del nostro controllo, esamineremo ulteriormente il problema&rdquo;, ha spiegato Frederic Vasseur in una nota del team. GP Germania, analisi gara: chi sbaglia paga, ma non sempre &ldquo;Rispettiamo il processo della FIA e il lavoro dei commissari ma ricorreremo in appello contro questa decisione, perch&eacute; crediamo di avere le prove e il terreno perch&eacute; sia capovolta. A tal proposito, presto saremo in contatto con la FIA&rdquo;. Dieci punti complessivamente sottratti ad Alfa Romeo, con l&rsquo;esclusione dal piazzamento di Raikkonen (7&deg;) e Giovinazzi (8&deg;), Antonio che su Instagram ha aggiunto: &ldquo;E alla fine l&rsquo;uragano &egrave; arrivato. Questa volta &egrave; un duro colpo da incassare, ma ci rialzeremo pi&ugrave; forti&rdquo;. Dalla penalizzazione inflitta ad Alfa Romeo ne traggono vantaggio Hamilton, nono e con 2 punti all&rsquo;attivo, e Rober Kubica, al primo punto iridato dal 2010, primo punto anche per Williams quest&rsquo;anno, finora unica squadra ancora a zero.       

Nei giri dietro safety car il sistema elettroidraulico di gestione della frizione &egrave; incappato nel malfunzionamento costato, a fine gara, la penalizzazione di Raikkonen e Giovinazzi. Vasseur annuncia ricorso: "Abbiamo le prove per ribaltare la decisione"

Alfa Romeo, GP Germania: malfunzionamento fuori dal controllo del team

Dalla rimonta epica di Vettel alla vittoria di Max Verstappen: ecco tutte le foto della GP tedesco

GP Germania, la gara: FOTO

        Quasi replicava il risultato di Baku 2017. Alla fine, Hockenheim consegna a Lance Stroll un eccellente quarto posto. Le prende da inizio anno in qualifica nel confronto con Sergio Perez, ma nel GP di Germania &egrave; Lance a correre con la testa e l&rsquo;attenzione che condizioni meteo imprevedibili impongono. Perez getta al vento le possibilit&agrave; di un buon risultato, sbaglia al secondo giro ed &egrave; out. A muro. Le sorti della gara di Stroll cambiano nel finale. Nulla da segnalare fino al giro 41, nessun lampo, finch&eacute; non gioca l&rsquo;azzardo della gomma slick, non avendo nulla da perdere, tanto pi&ugrave; dopo l&rsquo;errore del giro 27, testacoda in contemporanea con il ritiro di Norris. Stroll e Kvyat diventano il termometro del crossover intermedie-slick. Due da podio, potenzialmente. Daniil lo agguanta, Lance no. RAMMARICO PER IL PODIO MANCATO &ldquo;Il quarto posto sa di grandioso considerando tutto quel che &egrave; successo oggi pomeriggio. Ho corso nelle retrovie per gran parte del tempo, mi sono girato un paio di volte e fatto 5 pit! Per quanto sia speciale aver raggiunto il quarto posto, sono deluso che sia sfuggito il podio. Credo che sia stato un momento cruciale l&rsquo;errore fatto in curva 8 al secondo o terzo giro con gomma slick, &egrave; stato quando Daniil &egrave; riuscito a passarmi&rdquo;, racconta il pilota canadese. GP Germania, analisi gara: chi sbaglia paga, ma non sempre Inevitabile, con macchine molto pi&ugrave; veloci alle spalle, perdere anche l&rsquo;ultimo gradino del podio nel finale. Resta un ottimo piazzamento, premio per una strategia indovinata: &ldquo;Abbiamo lanciato i dadi un paio di volte con la strategia di Lance, per&ograve; siamo riusciti ad azzeccare alla perfezione i tempi per l&rsquo;ultimo passaggio alle gomme da asciutto e Lance si &egrave; trovato per un po&rsquo; in testa alla corsa&rdquo;, aggiunge Szafnauer. CONDIZIONI DA INTERPRETARE Navigazione a vista, a intuire, sentire il grip giusto per provare la carta delle slick, momenti sui quali Stroll ha commentato: &ldquo;Ho guidato per un giro intero con la visiera mezza aperta, osservando l&rsquo;asfalto, esaminandolo, pensando &lsquo;va abbastanza bene per le slick?&rsquo;. GP Germania, Alfa Romeo penalizzata Dovevamo prenderci il rischio con 20 giri al termine, eravamo in fondo e non avremmo fatto punti. In quella fase non era completamente asciutto, c&rsquo;erano ancora curve piuttosto bagnate. Si &egrave; trattato di sopravvivere, ma sapevo che se fossimo riusciti a saltare davanti ai nostri avversari su intermedie, in quella fase, ci saremmo trovati ancora in forma, ed &egrave; stato cos&igrave;&rdquo;. I 12 punti maturati a Hockenheim portano Stroll 12&deg; nel mondiale Piloti, 5 punti davanti a Perez, 1 meglio di Hulkenberg e 4 dietro Daniel Ricciardo. Racing Point avvicina Renault in sesta posizione, 31 punti contro i 39 del team francese, reduce da un pesante doppio 0.       

Mentre Sergio Perez sbaglia in avvio di gara ed &egrave; costretto al ritiro, Stroll approfitta degli eventi, azzarda con il team e trova la tempistica ideale per montare gomme slick: &egrave; la mossa che regala un piazzamento importante

Stroll, GP di Germania: l'azzardo Racing Point paga

        Questa a Hockenheim &egrave; diventata una giornata da ricordare per la Toro Rosso: il 3&deg; posto finale di Daniil Kvyat regala infatti alla Scuderia di Faenza il secondo podio in gara di sempre, dopo quello del 2008 a Monza (vittoria di Vettel). &laquo;&Egrave; incredibile tornare sul podio in quella che potremmo definire una "seconda carriera". Pensavo non sarebbe mai pi&ugrave; successo nella mia vita, quindi sono ancora pi&ugrave; felice. &Egrave; un risultato fantastico per tutti noi&raquo;, dichiara il pilota russo a fine gara. Decisivi sono stati il tempestivo ultimo pit-stop in occasione della safety car per l'incidente a Hulkenberg, e quindi il sorpasso a Stroll, anche se poi Kvyat ha dovuto cedere il 2&deg; posto al pi&ugrave; veloce Vettel. &laquo;Ero pi&ugrave; pronto che mai a combattere per queste posizioni. Quest&rsquo;anno mi sento pi&ugrave; maturo, sono lucido e pronto a combattere all&rsquo;apice, penso di averlo dimostrato a oggi: a me stesso, cos&igrave; come agli altri. Spero che questa possa presto diventare un'abitudine!&raquo;. &laquo;Questo genere di gare non &egrave; facile: la prima chiamata anticipata ai box &egrave; stata difficile da fare, ma &egrave; stata una scelta condivisa con la squadra: si vince o si perde insieme. Oggi abbiamo vinto insieme&raquo;, conclude Kvyat. Un "insieme" che pu&ograve; comprendere anche la prestazione di Alex Albon, pure lui spesso nelle posizioni di valore nonostante questa fosse la sua prima gara sul bagnato. Purtroppo per il tailandese, la sua tattica ha funzionato in modo inverso: ottimo il tempismo della prima sosta, che l'ha portato fino al 4&deg; posto; il contrario per l'ultima, quando ha perso 4 posizioni. Tanto che il 6&deg; posto finale pu&ograve; fin risultare deludente, anche se conferma la forza della Toro Rosso in questa occasione. &laquo;&Egrave; stata una bella gara. All&rsquo;inizio ero un po&rsquo; intimorito nel capire come si sarebbe comportata la macchina sul bagnato su questa pista. Sono contento anche per come mi sono comportato io, perch&eacute; questa &egrave; stata la mia prima volta al volante di una F1 in condizioni simili. Il team ha fatto un lavoro straordinario, la strategia &egrave; stata eccezionale e siamo riusciti a riscattarci dopo una qualifica difficile&raquo;, dice alla fine Albon.       

Il 3&deg; posto finale del russo a Hockenheim &egrave; storico per la Scuderia di Faenza, e la competitivit&agrave; della STR14 &egrave; stata confermata dal 6&deg; di Albon

GP Germania, Kvyat regala il secondo podio alla Toro Rosso

        Questa a Hockenheim &egrave; diventata una giornata da ricordare per la Toro Rosso: il 3&deg; posto finale di Daniil Kvyat regala infatti alla Scuderia di Faenza il secondo podio in gara di sempre, dopo quello del 2008 a Monza (vittoria di Vettel). &laquo;&Egrave; incredibile tornare sul podio in quella che potremmo definire una "seconda carriera". Pensavo non sarebbe mai pi&ugrave; successo nella mia vita, quindi sono ancora pi&ugrave; felice. &Egrave; un risultato fantastico per tutti noi&raquo;, dichiara il pilota russo a fine gara. Decisivi sono stati il tempestivo ultimo pit-stop in occasione della safety car per l'incidente a Bottas, e quindi il sorpasso a Stroll, anche se poi Kvyat ha dovuto cedere il 2&deg; posto al pi&ugrave; veloce Vettel. &laquo;Ero pi&ugrave; pronto che mai a combattere per queste posizioni. Quest&rsquo;anno mi sento pi&ugrave; maturo, sono lucido e pronto a combattere all&rsquo;apice, penso di averlo dimostrato a oggi: a me stesso, cos&igrave; come agli altri. Spero che questa possa presto diventare un'abitudine!&raquo;. &laquo;Questo genere di gare non &egrave; facile: la prima chiamata anticipata ai box &egrave; stata difficile da fare, ma &egrave; stata una scelta condivisa con la squadra: si vince o si perde insieme. Oggi abbiamo vinto insieme&raquo;, conclude Kvyat. Un "insieme" che pu&ograve; comprendere anche la prestazione di Alex Albon, pure lui spesso nelle posizioni di valore nonostante questa fosse la sua prima gara sul bagnato. Purtroppo per il tailandese, la sua tattica ha funzionato in modo inverso: ottimo il tempismo della prima sosta, che l'ha portato fino al 4&deg; posto; il contrario per l'ultima, quando ha perso 4 posizioni. Tanto che il 6&deg; posto finale pu&ograve; fin risultare deludente, anche se conferma la forza della Toro Rosso in questa occasione. &laquo;&Egrave; stata una bella gara. All&rsquo;inizio ero un po&rsquo; intimorito nel capire come si sarebbe comportata la macchina sul bagnato su questa pista. Sono contento anche per come mi sono comportato io, perch&eacute; questa &egrave; stata la mia prima volta al volante di una F1 in condizioni simili. Il team ha fatto un lavoro straordinario, la strategia &egrave; stata eccezionale e siamo riusciti a riscattarci dopo una qualifica difficile&raquo;, dice alla fine Albon.       

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