Avr&agrave; anche un&rsquo;astronave a disposizione come la Red Bull, ma Max Verstappen si conferma l&rsquo;alieno della F.1. Capace di superare ogni ostacolo, anche incontri ravvicinati di ogni tipo pure con i guard-rail, indistruttibile quando viaggia nella sua particolare galassia, davanti a tutti quasi in un&rsquo;altra dimensione. Il due volte campione del mondo stravince sulle stradine del Principato, scava un solco profondissimo con tutta la concorrenza, accarezza i cordoli, all&rsquo;occorrenza li bacia. Sembra inaffondabile. Come la monoposto che guida. Quella che molti vorrebbero avere a disposizione. Quella che ha stravinto tutti i GP finora andati in scena in un Mondiale dove gara dopo gara si evidenzia sempre pi&ugrave; la manifesta superiorit&agrave; di una vettura e di un pilota che stanno correndo un campionato a parte. Monte Carlo avrebbe dovuto essere la pista di rilancio per la concorrenza Red Bull. Ma ancora una volta lo spettacolo andato in scena &egrave; stato un monologo con l&rsquo;olandese che si &egrave; permesso lussi importanti sull&rsquo;asfalto pi&ugrave; glamour di questo Circus dove in molti combattono ma alla fine vincono sempre gli stessi. Un dominio stordente che rischia di allungarsi su tutta la stagione, figlio di un ciclo tecnico che ha reso pressoch&eacute; imbattibile pure l&rsquo;ultima creatura di Adrian Newey.    Anche a Monaco la Ferrari toppa e lotta nelle retrovie, nella pancia di una classifica che si sta sempre pi&ugrave; ingrossando, ancora una volta fuori dalla lotta dei piani alti, immersa dentro duelli che ci illudevamo fossero solo brutti ricordi del passato. C&rsquo;era tanta attesa per l&rsquo;esito del GP di Monte Carlo in casa del Cavallino. Pareva l&rsquo;occasione propizia per tornare a riveder le stelle o quantomeno si sperava di rivedere una Rossa in lotta per posizioni da podio. E invece ancora una volta la realt&agrave; ha evidenziato una Ferrari fuori dai giochi che contano, impegnata a salvare posizioni di rincalzo, senza mai un guizzo, un qualcosa per sperare in un destino diverso. Mentre il Mondiale da Monte Carlo si sposta a Barcellona, su una delle piste pi&ugrave; indicative di tutta la serie iridata, con la prospettiva di un altro inevitabile dominio della Red Bull, non si possono non spendere parole di ammirazione per Fernando Alonso, ancora una volta gigantesco, ormai l&rsquo;unica variabile che potrebbe far impazzire, (intendiamoci solo in qualche occasione, eh), l&rsquo;extraterrestre e la sua infernale macchina da vittoria. Anche in questo caso trattasi di pilota di un altro pianeta, che guida come un animale quando annusa che la preda pu&ograve; essere vicina. Sar&agrave; uno spettacolo vederlo in pista a Montmel&ograve;, l&igrave; dove manda in visibilio il suo pubblico e soprattutto ha conquistato la sua ultima vittoria in F.1 con la Ferrari nel 2013. Sono passati dieci anni da quella domenica indimenticabile ma il tempo pare essersi fermato per il fuoriclasse di Oviedo tornato al centro della scena con l&rsquo;Aston Martin. Solo lui, al momento, pare essere l&rsquo;unico pilota in grado di rovinare qualche volta la festa a Verstappen e alla sua invincibile armata. Infine l&rsquo;ultima annotazione.    Riguarda ancora la pista di Monte Carlo. Ma stavolta tira in ballo Gabriele Min&igrave;. Quello che ha compiuto il siciliano sul sacro asfalto monegasco &egrave; un capolavoro che gli ha consentito di conquistare la prima vittoria in carriera in F.3. Un week end da applausi per il giovane dell&rsquo;Academy Alpine che ha per manager Nicolas Todt. Una prestazione che lancia Min&igrave; in piena corsa per il titolo e che fa inorgoglire il motorsport tricolore. La strada &egrave; ancora lunga prima di arrivare l&agrave; dove ci porta il cuore, ma il ragazzino di Marineo sta mostrando di avere buoni numeri e un talento tutto in parabola ascendente. 

Se in F1 la grande certezza &egrave; data da Verstappen, l&#39;Italia in F3 a Monaco si gode il successo dell&#39;astro nascente Gabriele Min&igrave;

L&#39;editoriale del Direttore: Monaco tra Max e Min&igrave;

Gabriele Min&igrave; non &egrave; solo un gran manico, ma rappresenta una vera favola per l&rsquo;automobilismo da corsa. Favola che dalla mattinata della domenica del Gp di Monaco F.3 somiglia sempre pi&ugrave; a una possibilissima realt&agrave;. Gabriele Min&igrave; ha vinto la gara lunga di Montecarlo F.3 e meno male. Primo, perch&eacute; &egrave; un campione coi fiocchi, un supermanico in divenire, uno che si sta facendo largo partendo dal nulla e potendo contare solo sulla sua bravura. Secondo, perch&eacute; &egrave; reduce da due stagioni non proprio fortunate in F.Regional con Art Grand Prix, con la prima annata che poteva essere pi&ugrave; bella e la seconda parte dell&rsquo;anno due un po&rsquo; ammosciata da un team e da una monoposto non sempre all&rsquo;altezza delle sue qualit&agrave;. Stavolta no. Con Hitech Pulse Eight le cose stanno andando davvero bene e lui, classe 2005, &egrave; tornato dov&rsquo;&egrave; sempre stato da quando stupiva il mondo del kart siciliano ancora da baby, spendendo quasi niente e vincendo tutto.  LIVE F1: segui in diretta il GP di Monaco  Min&igrave;, corsa da campione  Primo. Davanti a tutti. Dopo una corsa da campione. E da trionfatore meritatissimo, con punti pesanti che lo rilanciano in campionato, lasciando intatto il sogno, un giorno non lontano, di poter arrivare in F.1.  Gabriele, per chi non lo conosce, &egrave; uno dei rari e forse ultimi casi di un figlio del popolo che arriva in alto. Figlio del meccanico di Marineo, piccolo centro del palermitano, inizialmente deve tutto al talento e alla infinita passione di pap&agrave;, pure lui buon pilota a livello locale. Poi, certo, &egrave; arrivato Nicolas Todt e le cose hanno preso un aspetto ben diverso. Ma Nicolas ha puntato, come spesso gli accade, con gran fiuto su un possibile campione, ma anche su una bella persona. &laquo;Le mie scelte - confida il manager francese - non sono mai disgiunte da un&rsquo;analisi e un apprezzamento delle qualit&agrave; umane e dell&rsquo;ambiente che circonda il ragazzo. Fu cos&igrave; anche con la famiglia Leclerc ed &egrave; stato in questo modo per Gabriele. Ora tocca a lui&raquo;.   E in effetti assieme a Kimi Antonelli (baby in orbita Mercedes) Gabriele &egrave; la pi&ugrave; grande speranza italiana per un ritorno tricolore in F.1, tanto che dal 14 febbraio del 2023 &egrave; entrato nella Academy del team Alpine F1. Ora arriva una vittoria a Monaco F.3 a fare da carburante prezioso a questa bella favola. Forza, Gabriele, continua cos&igrave;. Fallo per te e per tutti noi. E non solo perch&eacute; siamo sportivi italiani ma anche perch&eacute; la tua storia &egrave; una candida e stupenda favola meritocratica che rappresenta un grido di passione, di giustizia e di poesia in questo mondo del Motorsport che ha disperato e romantico bisogno di una fiaba cos&igrave;, come tu stesso di questa vittoria.  &nbsp; 

Il vincitore di Monaco F.3 ha una storia che sembra un film

Min&igrave; &egrave; un campione ma anche una favola

Una notte da Oscar. &Egrave; quella che ci prepariamo a vivere venerd&igrave; prossimo a Milano. Nella cornice del Tenoha di via Vigevano &egrave; pronta ad andare in&nbsp;scena l&rsquo;edizione 2019 dei Caschi d&rsquo;Oro di Autosprint e dei Volanti ACI. Si&nbsp;rinnova anche quest&rsquo;anno il gemellaggio tra il n(v)ostro settimanale e&nbsp;l&rsquo;Automobile Club Italia per dare vita all&rsquo;evento dell&rsquo;anno per il&nbsp;motorsport tricolore. L&rsquo;essenza della passione nella premiazione pi&ugrave;&nbsp;importante e longeva; il palcoscenico pi&ugrave; bello pronto ad accogliere e premiare i grandi protagonisti della stagione da corsa che si &egrave; appena&nbsp;conclusa.  Dove le eccellenze del motorsport italiano riceveranno i premi&nbsp;consegnati da Autosprint e ACI nell&rsquo;ambito di una serata che &egrave; essenzialmente una grandissima festa per le corse e i suoi protagonisti. E&nbsp;tante storie d&rsquo;italiani dal piede pesante con carriere gi&agrave; consolidate e piene di trofei alle quali fanno poi da contraltare quelle dei giovani di&nbsp;belle speranze cresciuti nel kart e pronti a costruirsi un futuro&nbsp;importante. Il riferimento &egrave; tutto per Gabriele Mini e Andrea &ldquo;Kimi&rdquo;&nbsp;Antonelli. Due talenti tenuti d&rsquo;occhio dai grandi del motosport e che&nbsp;stanno crescendo supportati da programmi importanti con il primo allievo&nbsp;della Ferrari Driver Academy e il secondo messo sotto contratto con&nbsp;Mercedes.   Giovanissimi e gi&agrave; con piede destro pesante e idee chiare anche se il cammino &egrave; tutto in salita e ogni stagione richiede l&rsquo;innalzamento di un&rsquo;asticella che si va a porre sempre pi&ugrave; in alto. Il futuro dell&rsquo;automobilismo tricolore che pu&ograve; guardare avanti e continuare a coltivare la tradizione di uno sport che fa ancora ribollire il sangue&nbsp;nelle vene col sacro fuoco del motore e produce quella passione che sar&agrave;&nbsp;l&rsquo;ospite principale alla grande festa di Autosprint e Automobil Club Italia.  A proposito dell&rsquo;Automobil Club Italia. A seguito del Consiglio Mondiale&nbsp;del Motor Sport FIA sono state presentate importanti novit&agrave; che riguardano&nbsp;l&rsquo;assegnazione dei punti delle superlicenze per alcuni campionati. Nello&nbsp;specifico, un&rsquo;indicazione importante &egrave; arrivata per la Formula Regional&nbsp; European Championship, serie continentale certificata FIA e di matrice italiana organizzata da ACI Sport in collaborazione con WSK Promotion, per&nbsp;la quale &egrave; stata confermata l&rsquo;assegnazione al vincitore di 25 punti per la&nbsp;Super Licenza. Fatto questo che testimonia il riconoscimento della qualit&agrave;&nbsp;del Campionato stesso da parte della Fia. Tra le altre decisioni stabilite&nbsp;dal Consiglio Mondiale, quella riguardante l&rsquo;equivalente serie francese,&nbsp;che &egrave; stata invece declassata. 

A milano venerd&igrave; 13 dicembre i Caschi d&rsquo;Oro di Autosprint e Volanti ACI

3 risultati per 'Gabriele Mini'

L'editoriale del Direttore: Monaco tra Max e Minì

Minì è un campione ma anche una favola

L'editoriale del Direttore: Pronti alla nostra notte degli Oscar