  Che un&rsquo;automobile venga venduta all&rsquo;asta per una cifra di poco superiore al milione di Euro, &egrave; una notizia che ormai non sorprende pi&ugrave;. Da anni ricchi collezionisti di tutto il mondo si contengono auto di inizio &lsquo;900 senza badare a spese, staccando assegni a sei o sette zeri, e senza colpo ferire.    Ma qualche distinguo &egrave; d&rsquo;obbligo. Il 20 aprile 2019, presso la casa d&rsquo;aste RM Sotheby&rsquo;s, a segnare l&rsquo;ultimo rilancio e passare di mano a 1.040.000,00 Euro non &egrave; un&rsquo;auto storica o neanche un&rsquo;auto appartenuta a qualcuno dello spettacolo, un ricco rampollo o un sanguinario dittatore. L&rsquo;auto in questione ha solo 35 anni, il contachilometri fermo a 2196 chilometri, ed &egrave; una Lancia Delta S4 stradale, per gli appassionati del settore un&rsquo;icona a quattro ruote, che ha rivoluzionato il mondo delle corse. Per capire come, &egrave; necessario fare un passo indietro, nel 1982, tre anni prima dell&rsquo;entrata in scena della Lancia Delta S4.  &nbsp;    Gli anni &lsquo;80 - La lancia 037  Tra il 1982 e il 1986, le case automobilistiche di tutto il mondo si sfidano sui tracciati misti del mondiale Rally, gruppo B. Un segmento che lascia pesantemente mano libera ai progettisti e che inverte la regola di produzione, le case partono dal prototipo da corsa per poi avviare una produzione stradale dei 200 esemplari necessari per l&rsquo;omologazione. Per l&rsquo;Italia l&rsquo;eredit&agrave; della gloriosa Fiat 131 Abarth, vincitrice di 3 titoli mondiali nel WCR, &egrave; stata raccolta dalla Lancia 037, nata da quello che sembra un vero e proprio consorzio delle eccellenze motoristiche italiane: Lancia, Pinifarina, Dallara a Abarth, voluto da Cesare Fiorio, allora DS in casa Fiat e capeggiato dall&rsquo;ingegner Sergio Limone, dalle cui matite sono uscite e usciranno, tra le altre, la 131 rally, la Lancia Delta S4, la Lancia Delta, l&rsquo;Alfa Romeo 155, la 156 e la 155 GTA stradale, esemplare unico e per gli appassionati, quasi mitologico.    Il telaio della 037, prodotto da Dallara, era ereditato dalla Lancia Beta Montecarlo Turbo, un mostro da 450 cavalli, che nell&rsquo;allora gruppo 5 aveva vinto due Campionati Costruttori, nell&rsquo;80 e nell&rsquo;81. La carrozzeria era stata invece affidata a Pininfarina mentre Il motore era un 4 cilindri in linea, 1995 cm3 di cilindrata, 4 valvole per cilindro, sovralimentato con un compressore volumetrico Volumex, prodotto dalle officine Abarth, era capace di sviluppare 205 cavalli e un&rsquo;accelerazione da 0 a 100 in meno di 7 secondi. Trazione rigorosamente posteriore.  L&rsquo;auto &egrave; una predestinata e vince subito, 5 gare, 17 podi e 1 titolo costruttori portato subito a casa. Ma la sua carriera nel WRC si chiude subito. Le auto a due ruote motrici soffrono, e tanto, la competizione con le 4 ruote motrici che assicurano una tenuta di strada superiore e permettono di scaricare a terra molta pi&ugrave; potenza. La sagoma della Audi 4, in Borgo San Paolo, sembra minacciosissima.  Consapevoli che la 037 &egrave; la migliore estremizzazione di una trazione che ha raggiunto il proprio limite, i vertici del settore corse Fiat decidono di passare al 4 ruote motrici, con un solo problema: non c&rsquo;&egrave; nessuna esperienza nel settore se si esclude la produzione di vetture utilitarie, come la Panda e la Campagnola.  &nbsp;    Da 2 a 4 ruote motrici, nasce il progetto 038  Il progetto prende il nome di 038 ed &egrave; basato in casa Abarth. Viene creato in fretta e furia un gruppo di lavoro recuperando il pochissimo know how a disposizione: capo progetto &egrave; Paolo Messori, che aveva guidato la nascita della Campagnola, con lui l&rsquo;ingegner Sergio Limone, fresco di produzione della 037, direttore tecnico dei motori &egrave; Claudio Lombardi, al suo esame pi&ugrave; importante, mentre a metter emano sulla trazione integrale e sui volumi dell&rsquo;auto sar&agrave; l&rsquo;ingegner Renato Sconfienza, aiutato da Bruno Giardino. &nbsp;    Il telaio deve essere leggero e consentire a un team dei meccanici di lavorare agevolmente durante le gare, si decide quindi per una soluzione tubolare, facile da riparare, e per ammortizzatori a parallelogramma deformabile, capaci di reggere le fortissime sollecitazioni verticali e di accelerazioni a cui l&rsquo;auto sarebbe stata sottoposta. Il motore scelto era un 4 cilindri in linea da 1759 cm3 con 4 valvole per cilindro, per la prima volta i cilindri erano rivestiti di Cermetal, una ceramica che ne attutiva l&rsquo;attrito. Ma la mostruosit&agrave; del propulsore stava nella scelta di accoppiare al compressore volumetrico Volumex gi&agrave; collaudato sulla 937, un turbocompressore k27, dell&rsquo;azienda KKK. I due sistemi furono resi complementari: il Volumex potenziava l&rsquo;auto ai bassi regimi, disattivandosi gradualmente quando entrava in funzione il turbocompressore che spingeva l&rsquo;auto agli alti regimi. Il risultato fu un motore che assicurava prestazioni elastiche, ma straordinariamente potenti. La versione stradale della 038 aveva 250 cavalli, mentre quella omologata per le gare 480 al debutto, portata 650 cavalli nelle gare successive (grazie a una compressione del turbo che poteva superare i 2 bar, rendendo la macchina a dir poco difficile da controllare) rendendo il rapporto peso &ndash; potenza dell&rsquo;auto a dir poco imbarazzante. Per fare un paragone, nel 1985, la Ferrari di Michele Alboreto aveva una potenza compresa tra 660 e i 730 cavalli, ma la 038 era destinata ad altri asfalti.  &nbsp;    Dalla 038 alla Lancia Delta S4  Lo sviluppo dell&rsquo;auto, dopo il collaudo di Giorgio Pianta, temerario capo collaudatore Abarth, venne affidato a Miki Biasion, che anni dopo, sull&rsquo;erede della 038, diverr&agrave; campione del WRC. Il bilanciamento della potenza dell&rsquo;auto verr&agrave; fatto oscillare da l&igrave; in poi tra 20% - 80% e 35% - 65% tra anteriore e posteriore. L&rsquo;auto &egrave; pronta, e pronte sono anche le 200 vetture che servono per l&rsquo;omologazione (la leggenda dice che furono qualcuna in meno, ma poco importa oggi), l&rsquo;ufficio marketing battezza l&rsquo;auto con il nome di Lancia Delta (per legarla comune a un&rsquo;auto gi&agrave; negli autosaloni) S (come Sovralimentata) 4 (per le 4 ruote motrici). La Lancia Delta S4 fa bella mostra di s&eacute; nelle concessionarie della rete vendite Lancia, ma non la compera nessuno. &Egrave; normale, e poco importa. L&rsquo;auto non &egrave; nata per la grande distribuzione e i 200 esemplari prodotti e omologati con la sigla B276 servono solo per omologare per i rally con la sigla B276 02-01 ES la versione da gara.    I primi ad ascoltarne il rumore sono gli spettatori del rally della Costa Smeralda: l&rsquo;auto, guidata dai finlandesi Markku Allen e Ilkka Kivimaki fa da apripista alla manifestazione e viene cos&igrave; provata su un tracciato vero. La S4 convince e preoccupa gli addetti ai lavori di lingua svedese e i francesi di casa Peugeot.  L&rsquo;esordio al mondiale Rally &egrave; per l&rsquo;ultima tappa della stagione 1985, in Inghilterra. Due gli equipaggi in gara: Markku Allen - Ilkka Kivimaki e Henri Taivonen &ndash; Neil Wilson che si aggiudicano 43 delle 65 prove speciali e i primi due posti nella classifica finale. Il guanto di sfida &egrave; lanciato, le concorrenti sono avvisate. Chi vuol vincere nella stagione 1986 deve fare i conti con i tre equipaggi Lancia. In particolar modo con il duo Taivonen - Wilson che sembra, meglio degli altri, essere riuscito a domare la Delta S4.  La stagione del Campionato Mondiale Rally del 1986 verr&agrave; ricordata come una delle peggiori di sempre. Agli scontri tra case costruttrici, alle squalifiche, alle riammissioni e alla cancellazione della tappa di Montecarlo, con il passaggio del titolo di Campione del mondo piloti da Allen su lancia a Kankkunen su Peugeot, si aggiunge il triste luttuoso epilogo della morte del pilota lancia Taivonen e del suo copilota Cresto al rally della Corsica. Una stagione che determiner&agrave; la definitiva scomparsa del Gruppo B e l&rsquo;uscita di scena della Lancia Delta S4 dal WRC.  La Lancia Delta S4 &egrave; stata l&rsquo;auto della svolta in casa Lancia. Pur avendo avuto un tragico epilogo &egrave; stata portatrice di una sorta di patrimonio genetico che partiva dai cromosomi da corsa della Lancia Beta Montecarlo, passando per la 037 e poi trasferiti alla Lancia Delta HF Integrale, che dominer&agrave; il gruppo A del WCR dal 1988 al 1992. Prima Lancia a trazione integrale, la S4 &egrave; stata un&rsquo;auto speciale nata dal faticoso ed entusiasmante lavoro di un gruppo di persone, a loro volta speciali, che dovevano in breve tempo portare alla vittoria un marchio, seguendo una strada mai percorsa prima, usando competenza, intuizione, genio e soprattutto sinergia. Un&rsquo;auto che risultava estrema, ma che obbediva a un regolamento che rispondeva ad una sola legge: quella dello spettacolo, riconcorso ad ogni curva o tornante da folle di appassionati che si accalcavano lungo i tracciati, per vedere sfrecciare auto dalle potenze incredibili che solo pochi piloti erano in grado, ma soprattutto avevano il coraggio di guidare. Auto e piloti di altri tempi. Meccanica di avanguardia, che aveva bisogno per&ograve; del talento e del coraggio di chi pestava sul gas. Gente che non temeva nulla, disposta a rischiare e rimetterci, anche la vita. Un&rsquo;epoca di esagerazione che sarebbe tramontata proprio con la Lancia Delta S4.  Ecco perch&eacute; un&rsquo;auto che non ha vinto il titolo mondiale e che difficilmente si vedr&agrave; per strada, pu&ograve; arrivare a una valutazione di 1 milione di euro. Non roba per youngtimer quindi, ma riservata a chi conosce la storia delle corse e degli uomini che l&rsquo;hanno fatta grande. 

Voluta dai vertici del settore corse della FIAT e nata da una strettissima collaborazione con Abarth, la Lancia Delta S4 &egrave; stata la prima vettura a 4 ruoto motrici italiana e&nbsp;una delle auto pi&ugrave; estreme a gareggiare nel gruppo B, prima che questo fosse cancellato. Un&#39;auto leggendaria&nbsp;disegnata, costruita e guidata da uomini speciali.

Lancia Delta S4: l&#39;auto che fu campionessa per 10 giorni

Nata per contrastare quello che stava diventando uno&nbsp;strapotere delle vetture a 4 ruote motrici nei campionati mondiali rally, la Lancia Delta S4 &egrave; stata un&#39;auto brutale che esaltava la bravura dei piloti che la guidavano. Capace di erogare 650 cv di potenza su 4 ruote motrici, ha segnato l&#39;unica stagione cui ha partecipato al mondiale rally gruppo B. Tra i suoi pregi, quello di aver segnato la strada che avrebbe condotto alla Lancia Delta Integrale.&nbsp;&nbsp;

Lancia Delta S4 - la belva di casa Lancia

Della Lancia Delta S4, tra il 1985 e il 1986 sono stati prodotti solo 200 esemplari,&nbsp;quelli&nbsp;necessari a ottenere l&#39;omologazi0ne nel Gruppo B della versione Rally&nbsp;dell&#39;auto. La S4, grazie all&#39;abbinamento tra un compressore volumetrivo Volumex brevettato da Abarth e un turbo compressore k27 prodotto dalla tedesva kkk sviluappava circa 250 cv (arrivati a superare i 600 nella versione rally) ed &egrave; stata la prima Lancia da Rally a trazione integrale permanente. L&#39;auto non ebbe grande successo e rimase a lungo esposta nelle vetrine dei concesisonari Lancia a far bella mostra di se. Forse chi poteva permettersela avrebbe dovuto dimostrare un po&#39; pi&ugrave; di lungimiranza, visto che nel 2019, un modello di Lancia Delta S4 &egrave; stata battuta all&#39;asta per 1.040.000 Euro.&nbsp;

Lancia Delta S4 le foto della versione stradale

La Lancia 037 nacque nel 1982 per sostituire la 131 rally, che ormai segnava il passo. La 037 rappresenta l&#39;ultimo tentativo di Lancia di opporre una trazione posteriore alle trazioni integrali delle altre case costruttrici. Tentativo riuscito, visto che la 037 divent&ograve; l&#39;ultima auto del gruppo B con due ruote motrici a vincere un titolo Mondiale costruttori (nel 1983 davanti alla Audi 4). Non solo: la Lancia 037 montava un compressore volumetrico Volumex (Abarth) che poi avrebbe fatto la fortuna della Delta S4, della quale fu un vero e proprio laboratorio. Un prototipo della 037 denominato Mazinga test&ograve; la doppia alimentazione volumetrico - turbocompresore (modello k27 della tedesca kkk) arivando a scaricare a terra, in maniera brutale pi&ugrave; di 500 cavalli (e di fatto diventando inguidabile) . Questa soluzione abbinata alla trazione integrale fu la pecuiliarit&agrave; su cui si svilupp&ograve; la Lancia Delta S4.

4 risultati per 'Lancia Delta S4'

Lancia Delta S4: l'auto che fu campionessa per 10 giorni

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Lancia 037 - le foto dell'ultima due ruote motrici a vincere il mondiale Rally