Gira, gira, si parla di tanto, si discorre di tutto, per&ograve; ragionando di Formula Uno non si arriva al punto della questione. Che sarebbe poi questo: la vera sorpresa nell&rsquo;inizio di stagione iridata non &egrave; data dal binomio Charles Leclerc-Ferrari F1-75, ma da quanto il concetto di macchina in generale &egrave; in grado d&rsquo;influenzare ormai totalmente e inesorabilmente non solo le prestazioni, ma anche la valutazione oggettiva del pilota.  Ribaltamento di fronte in pochi mesi  Ricordate? Pochi mesi fa la Formula Uno era una sorta di coatto dualismo a duello, con Lewis Hamilton e Max Verstappen ritenuti supercampioni dal dna diverso dagli altri. E con Charles Leclerc collocato nel circoletto dei depressi, a tratti impreciso, pasticcione e suonato a parit&agrave; di macchina financo dal compagno di squadra Carlos Sainz. Di pi&ugrave;. La coppia dei demotivatissimi piloti Sauber-Ferrari - al secolo Kimi Raikkonen &amp; Antonio Giovinazzi - era in uscita dalla F.1 e quella dei conduttori delle Haas - Schumi Jr. &amp; Mazepin -, sbertucciabile a ogni Gran Premio. Per non dire di Kevin Magnussen, da quel d&igrave; un prepensionato, l&rsquo;umarell pi&ugrave; biondo del mondo, estromesso con disgusto dal Circus, che passava le giornate a guardare con licenza d&rsquo;incidere i cantieri a cielo aperto dell&rsquo;Imsa e del Wec.  L&#39;occasione sfruttata del nuovo regolamento  Cambia il regolamento, arrivano le nuove vetture e improvvisamente accade quanto segue: Charles torna a essere la Belva dagli Occhi Tristi e diventa nell&rsquo;immaginario collettivo - mobile qual piuma al vento -, un ircocervo met&agrave; Schumi Senior met&agrave; Gilles Villeneuve, Max Verstappen &egrave; bravissimo ma alla fin fine mica tutto &rsquo;sto fenomeno, mentre Lewis Hamilton impreca silente in purgatorio, all&rsquo;ombra dei depressi, in compagnia di Carlos Sainz medesimo, il quale, adesso che la Ferrari va per davvero, improvvisamente all&rsquo;amico Leclerc manco lo vede.  E George Russell? Come prevedibile, passando dalla modesta Williams alla togata Mercedes, ha fatto un salto di qualit&agrave; che lo mette di default in lizza per il podio a ogni gara. Anche se il crollo di prestazionalit&agrave; della Freccia d&rsquo;Argento lo tiene per ora distante dalla lotta per la vittoria, divenuta un affare esclusivamente riservato a Charles e Max, ovvero alla Ferrari e alla Red Bull, quando quest&rsquo;ultima dura sino alla fine.  La rinascita della Haas  Kevin Magnussen, invece, tolto dall&rsquo;oblio, con la Haas va come una scheggia, esprimendosi improvvisamente e allegramente come un top driver, con Gunther Steiner che sembra diventato in quattro e quattr&rsquo;otto Alfred Neubauer. E attenzione perch&eacute; Steiner vale a prescindere e vale tanto. Bene. Allora vogliamo dirla, la verit&agrave;? Tutto questo, sommato, shakerato, frullato e analizzato, significa una cosina semplice, ossia questa: il pilota ormai, inteso come capacit&agrave; di incidere, guidare e rappresentare il vero cuore pensante, ormai non conta pi&ugrave; niente o, perlomeno, una percentuale del tutto irrisoria. Tendente per asintoto a zero, lambendolo all&rsquo;infinito, toh.  Il rapporto uomo-macchina nella F1 moderna  Negli Anni &rsquo;70 Niki Lauda fece scandalo dicendo fifty-fifty, ossia che il campione spostava met&agrave; rispetto alla sua monoposto vincente, circa i meriti del successo d&rsquo;entrambi. Nel 2016 James Allison, ancora in forze alla Ferrari, poco prima di passare alla Mercedes, diceva chiarissimamente che la percentuale, nell&rsquo;era modernissima e turboibrida della Formula Uno, era scesa al 20% per il pilota e all&rsquo;80% per la macchina. Favoloso. E adesso? Si diceva - e giustamente - che il totale cambio di regolamento avrebbe potuto portare a un sommovimento nella scala di valori in pista.  Be&rsquo;, il rimescolio delle carte e con esso dei giocatori vincenti c&rsquo;&egrave; stato eccome. Tuttavia stranamente, come abbiamo visto, sono i rendimenti delle monoposto a influenzare, esaltare o coartare la competitivit&agrave; dei singoli campioni e non viceversa. L&rsquo;uomo &egrave; una guarnizione, un terminale, un&rsquo;escrescenza pur nobile ma necessaria e non sufficiente Max Verstappen, Lewis Hamilton, Charles Leclerc, Carlos Sainz e George Russell pi&ugrave; Kevin Magnussen sono esattamente gli stessi di dicembre 2021, eppure sul borsino della F.1 ora per ciascuno le quotazioni si sono talmente invertite, tanto da far sembrare la bilanca totalmente impazzita e per niente oggettiva.  Chi ha ragione?  Delle due l&rsquo;una: o la citata frase di Allison ha trovato perfettamente compimento, oppure la situazione &egrave; talmente peggiorata, con il pilota ora conta solo il 15% se non il 10% secco, rispetto al mezzo che conduce in pista. Ovvio, direte, per&ograve; il pilota conta eccome al 100% se riesce a battere il compagno di squadra. E invece no. Non in assoluto. Perch&eacute; ci&ograve; ha un senso in condizioni di massima competitivit&agrave; del mezzo, ossia se la vettura &egrave; vincente.  Con una Rossa che spacca, Leclerc sta davanti, seppur di poco, a Sainz. Ma, se la Ferrari &egrave; quella sbagliata del biennio 2020-2021, pu&ograve; succedere che Carlos si dimostri di poco pi&ugrave; prestazionale e redditizio del compagno monegasco, perch&eacute; il mezzo moscio deprime sempre il pi&ugrave; forte e compensa al confronto le magagne con quello che va appena di meno.  &Egrave; il motivo per cui il supercampione Hamilton con la per ora recalcitrante W13 in pista e a quota punti rende appena di meno del motivatissimo e per niente intimidito George Russell.  Nostalgia dei tempi passati  In altre parole, quelli che godono, fanno festa e tirano i cappelli per aria visto il ritorno alla vittoria della Ferrari e di Leclerc, un po&rsquo; li capisco, ma non del tutto, perch&eacute; vado oltre e mi prende la malinconia. Li capisco, s&igrave;, son contento pur&rsquo;io, per&ograve;, se &egrave; lecito gioire perch&eacute; col ritorno dell&rsquo;effetto suolo la Mercedes non &egrave; pi&ugrave; schiacciasassi e la Red Bull ha le sue fatiche, sar&agrave; anche bene dire che in quello che nel 1950 era nato esclusivamente come Mondiale Piloti, ormai il pilota senza la macchina giusta non ha la bench&eacute; minima possibilit&agrave; di dire la sua.  Dov&rsquo;&egrave; la notizia, direte, qual &egrave; la novit&agrave;? Di nuovo c&rsquo;&egrave; che le monoposto contano ancora di pi&ugrave; e gli uomini sempre di meno. Negli Anni &rsquo;90 si diceva che Michael Schumacher con una Minardi avrebbe fatto poco meglio di Esteban Tuero e forse era vero (senza contare che Minardi coi soldi e gli sponsor che avrebbe portato Schumacher avrebbe avuto altri motori e ben altra monoposto), adesso il problema &egrave; un altro e di gran lunga peggiorato, perch&eacute; a queste condizioni si fa fatica ad arrivare a podio financo con una Mercedes, tanto il mezzo non concede margini di creativit&agrave; a chi lo guida, pioggia o gare matte a parte.  La vera rivoluzione &egrave; svelata  In conclusione, godiamoci la Ferrari sola al comando, ammazziamo il vitello pi&ugrave; grasso a lode e gloria alla scala dei valori rimescolata, cinguettiamo perch&eacute; le monoposto riescono finalmente a correre in scia e a fare qualche sorpasso senza Drs - sempre pochi quelli veri -, ma il vero problema, il tarlo, il male filosofico, il peccato originale della F.1 da fine Anni &rsquo;70 a questa parte, resta: il Mondiale Piloti &egrave; sempre pi&ugrave; mondiale e sempre meno piloti. Poi che Leclerc, Hamilton e Verstappen siano i pi&ugrave; bravi e quasi alla pari tra loro, non ci piove. Peccato per&ograve; che a turno possano fare la figura dei geni o dei coglioni ma solo perch&eacute;, da un anno o da un mese all&rsquo;altro, hanno la ventura di guidare un missile o un catorcio, senza averne colpe e meriti perch&eacute; ormai lo sviluppo lo fa il simulatore. Forse, per pi&ugrave; onest&agrave; intellettuale, varrebbe la pena di certificare la vera rivoluzione gi&agrave; avvenuta e cambiare la denominazione del campionato di F.1 in &ldquo;Mondiale Piloti che in quei dodici mesi hanno la fortuna di ritrovarsi per le mani il mezzo giusto&rdquo;. Peggio ancora, in &ldquo;Mondiale Piloti di chi, tra quei tre davvero pi&ugrave; bravi degli altri, in quel periodo gli va di culo d&rsquo;avere in mano un razzo&rdquo;. Dai, pensiamo a Imola, che &egrave; meglio. 

In questa F.1 senza un razzo non vai da nessuna parte, che tu sia Lewis o Charles poco conta

Leclerc da depresso a espresso. Sai perch&eacute;?

Prima fila tutta Mercedes, con Bottas davanti di un soffio a Russell. Alle loro spalle, Verstappen e un super Leclerc, autore del quarto tempo

GP di Sakhir, le qualifiche

        Cinquant'anni fa, Peter Sauber dava alla luce una delle squadre pi&ugrave; longeve nel panorama automobilistico. Ha fatto correre le sue macchine nelle cronoscalate, nell'Interserie, tra i Prototipi e quindi in Formula 1, alla quale ha detto definitivamente addio nel 2016, vendendo le sue ultime quote a Longbow Finance. Quando mister Sauber parla per&ograve;, sempre meglio ascoltarlo. GP Emilia-Romagna, Rueda: "Partire con le medie sarebbe stato meglio" La F1 non si dimentica Lo svizzero ha recentemente concesso una lunga intervista alla testata tedesca Speedweek, con la quale ha parlato di vari temi. Uno su tutti, la Formula 1 di oggi: "Naturalmente seguo ancora la Formula 1. Sono lontano da quattro anni e non ho pi&ugrave; azioni, ma &egrave; difficile separarsi da qualcosa che hai fatto con tutto il cuore per anni. Seguo da vicino la Formula 1 in televisione e ho orari e date dettagliate a portata di mano. Se ci sei abituato da anni, &egrave; cos&igrave;...". GP Emilia-Romagna, i team radio Il vero problema sono i costi La F1 gli &egrave; rimasta dentro, ma non per questo Peter Sauber le ha risparmiato qualche critica: "&Egrave; difficile dire cosa non funzioni, vi ho fatto parte per tanto tempo e ci sono sempre stati alti e bassi. Si &egrave; sempre voluto ridurre la tecnologia per abbassare i costi e bilanciare i valori in campo, e di solito dopo un cambiamento si finiva sempre in una situazione peggiore rispetto a prima. Se provavi a fare qualcosa di pi&ugrave; economico, alla fine diventava pi&ugrave; costoso. In questo senso, sono stati fatti degli errori. Un esempio? L'ibrido, per me &egrave; stato un errore. La Renault l'ha promosso, la Mercedes le &egrave; andata dietro, e invece oggi tutti sarebbero felici se questi motori non ci fossero pi&ugrave;. I costi sono elevatissimi e sono il problema principale, il budget cap pu&ograve; eliminarli solo in parte. Fa male vedere una squadra storica come la Williams restare solo grazie ad gruppo esterno, senza pi&ugrave; appartenere alla famiglia fondatrice". GP Emilia-Romagna, le 5 chicche del fine settimana  Serve una distribuzione pi&ugrave; equa La cura, se cos&igrave; vogliamo chiamarla, non &egrave; facile da trovare: "Non sono ottimista per il futuro - ha aggiunto -, l'uscita di scena della Honda &egrave; un allarme. La F1 &egrave; sempre sopravvissuta a situazioni complicate, anche questa lo &egrave;, ma la distribuzione del denaro &egrave; ancora un grosso problema,&nbsp;le squadre piccole ottengono ancora troppo poco, anche dopo le nuove regole. In America ad esempio la spartizione &egrave; pi&ugrave; equa". Hamilton: "Nel 2021 vorrei esserci, ma nessuna garanzia" Ad Hinwil manca la potenza Infine, Peter Sauber ha speso belle parole per Kimi Raikkonen e Charles Leclerc, senza mancare di dire la sua sulla sua ex squadra: "Kimi &egrave; una scommessa sicura. Se ha la possibilit&agrave; di ottenere risultati, pu&ograve; ancora essere molto veloce, chi lavora con lui dice che &egrave; un combattente molto prezioso per il team. Lavora sodo con gli ingegneri e si reca spesso ad Hinwil. La squadra in termini di telaio &egrave; alla pari con la Ferrari, l&igrave; c'&egrave; Charles Leclerc che &egrave; un pilota di prim'ordine e se stanno davanti &egrave; merito del pilota, non della Ferrari. Il vero problema comunque per l'Alfa Romeo-Sauber &egrave; il motore, perch&eacute; per il resto non c&rsquo;&egrave; molto distacco dal centro gruppo, ovvero AlphaTauri, McLaren e Renault. Con qualche cavallo in pi&ugrave; la situazione sarebbe diversa, anche se credo si possa fare qualcosa anche sulla macchina".&nbsp; Sterzi a parte: Viva il maschio AlphaTauri!       

Peter Sauber, in una intervista a Speedweek, ha raccontato di seguire ancora da vicino quello che &egrave; stato il suo mondo per tanti anni, esprimendo per&ograve; qualche critica sul discorso dei costi

Peter Sauber: "Difficile separarsene, ma l'ibrido è un problema"

Tocca a Leclerc l&#39;ultimo giorno di collaudi al Montmel&ograve;. Eccolo in azione

Ferrari: Leclerc in pista a Barcellona

Il motore Ferrari 2020 ha ha fatto sentire la sua voce, ora non resta che vedere il resto della vettura. Binotto, Vettel e Leclerc alzeranno il sipario sulla nuova Rossa l&#39;11 alle 18:30, a Reggio Emilia, ma prima della presentazione formale, i piloti del Cavallino Rampante saranno protagonisti di una sessione di autografi con i tifosi.  Atteso un&nbsp;bagno di folla per Seb e Charles, che si caricheranno dell&#39;affetto dei tifosi, per affrontare al meglio la stagione 2020. Appuntamento, dunque, a Reggio Emilia, in Piazza Martiri del 7 Luglio dalle 17:15 alle 17:45, per incontrare i piloti   #Tifosi, quale modo migliore per rendere magica una giornata importante? Seb e Charles vi aspettano in Piazza Martiri del 7 Luglio per salutarvi e firmare autografi ? #essereFerrari pic.twitter.com/0wFUfxTa2q &mdash; Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) February 7, 2020 

I piloti Ferrari, prima della presentazione ufficiale della Rossa 2020, incontreranno i tifosi in piazza, a Reggio Emilia, per una sessione di autografi

Ferrari: Vettel e Leclerc con i fan prima della presentazione della monoposto 2020

Ad Austin si &egrave; presentato un Hamilton deciso a chiudere la partita titolo, gli bastano solo 4 punti per diventare per la sesta volta Campione de Mondo, ma pi&ugrave; di Bottas&nbsp;&egrave; Leclerc a volergli rendere la partita difficile.  Il turno di libere del mattino non &egrave; stato proprio brillante per la SF90 #16. Il monegasco, passato con violenza su uno dei dossi dell&rsquo;asfalto del COTA, ha danneggiato l&rsquo;acceleratore e ha dovuto attendere 30 minuti ai box, in attesa delle riparazioni, prima di riprendere la pista.  Poi si &egrave; diviso tra i test delle gomme 2020 e una prima verifica della tenuta delle morbide.  Il secondo turno di libere &egrave; stato dedicato alla prova di qualifica, dove &egrave; arrivato il miglior tempo per Charles, 1:33.533 a tre decimi da Hamilton, e alle sessioni di simulazioni gara fatte con le medie e le morbide.  &ldquo;Nel complesso &egrave; stata una giornata positiva - Ha detto Leclerc - Nonostante il problema che ho avuto nella prima sessione, la macchina mi ha trasmesso delle buone sensazioni, specie in configurazione da qualifica&quot;.  Quest&rsquo;anno, le condizioni della pista paiono peggiorate in maniera sensibile. Visto quanto successo nelle FP1, bisogner&agrave; tenere conto anche le sconnessioni dell&rsquo;asfalto e Leclerc non manca di fare un appunto agli organizzatori: &ldquo;La pista &egrave; piuttosto sconnessa, qualcosa di insolito in Formula 1, ma sono sicuro che nell&rsquo;arco del weekend riusciremo ad adattarci anche a questo&rdquo;.  In configurazione qualifica la macchina sembra a posto, ma&nbsp;sul passo gli avversari lo sono di pi&ugrave;. L&rsquo;ultimo turno di libere diventa fondamentare per trovare i decimi che servono per tentare il colpaccio e ritardare la festa a Hamilton: &ldquo;Dobbiamo lavorare ancora per migliorare il nostro passo gara perch&eacute; abbiamo visto che i nostri rivali in questo senso sono gi&agrave; a posto&rdquo; ha concluso Leclerc. 

Il monegasco ha chiuso al secondo posto le prove libere. Alla SF90 manca qualcosa dal punto di vista del passo, da sistemare in vista della gara

6 risultati per 'Lelcerc'

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