        La gara in Messico sembrava partita nel migliore dei modi, per la Ferrari: dalla prima fila Charles Leclerc scatta bene, mentre Sebastian Vettel copre il possibile attacco di Lewis Hamilton che deve rallentare e presta il fianco a Max Verstappen. I due vengono a contatto alla prima curva (analizzeremo meglio l'episodio in un altro articolo) e cos&igrave; con Alex Albon inaspettatamente terzo sembra spianarsi la strada. In effetti il ritmo &egrave; buono per entrambi i ferraristi, finch&eacute; il tailandese (anche lui su un passo simile e non lontano) si ferma per il primo cambio gomme. &Egrave; il patatrack: Leclerc viene fatto sostare anche lui per "coprire", e questo gli distrugge la gara per un doppio motivo: non solo &egrave; troppo presto rispetto alla tattica ideale a due soste (a fine giro 14, quando per la Pirelli dovevano essere 20-24&hellip;) ma per come si sviluppa la gara si capisce presto che la strategia ideale diventa quella a una sola sosta. Invece il passaggio da medie ad altre medie non permette nemmeno di provare altre soluzioni, inasprendo anzi qualche problema del monegasco a salvaguardare i pneumatici (in conseguenza della situazione). Poi la seconda sosta permetter&agrave; a Charles di ottenere il giro veloce (e relativo punto) e di rifarsi sotto, dovendosi per&ograve; accontentare del 4&deg; posto. Nel caso di Vettel, invece, la Mercedes riesce nella tattica dell'undercut con Hamilton, e da quel momento non c'&egrave; pi&ugrave; storia (Lewis non fa il minimo sbaglio e sa quando forzare) pur cercando di posticipare il pit per provare a giocarsela sul finale (ma pagando l'averlo lasciato in balia dei doppiati in quel momento prima del pit). Dove per&ograve; &egrave; gi&agrave; tanto che non ne approfitti pure Bottas, ottimo 3&deg;. Insomma, un risultato finale ben diverso da ci&ograve; in cui speravano i tifosi Ferrari dopo l'ottimo risultato in qualifica e anche considerando le prestazioni effettive della SF90 in gara, tutt'altro che mediocri specie nel non risultare vulnerabile ad attacchi in rettifilo. Come se non bastasse, la Ferrari non brilla nemmeno nei cambi gomma, pur senza arrivare ai disastri di McLaren con Lando Norris (poi forzato al ritiro dopo un unsafe release, non sanzionato, che gli fa perdere un giro) e soprattutto di Alfa Romeo con Antonio Giovinazzi, la cui C38 viene abbassata a gomme non ancora montate. Male per&ograve; anche Red Bull: Albon &egrave; molto veloce in questa gara, ma subisce anche lui la strategia a doppia sosta, mentre Verstappen dopo il contatto al via con Hamilton si ritrova con una gomma tagliata un un sorpasso forzato ma bello su Bottas e poi litiga anche con Sainz e con Magnussen, finendo 6&deg; ma staccatissimo. Peccato, perch&eacute; anche per Max le premesse e le effettive possibilit&agrave; erano ben altre. Parlando delle retrovie, Sergio Perez vince un bel duello con Daniel Ricciardo e cos&igrave; conquista davanti al pubblico di casa il miglior risultato possibile (7&deg;) per chi non &egrave; in uno dei top3 team. Appena dietro (come posizione, perch&eacute; doppiati) anche Nico Hulkenberg lotta, ma proprio a due curva al traguardo Daniil Kvyat lo tocca mandandolo in testacoda contro le barriere. Il russo viene penalizzato di 10 secondi (in questa decisione i commissari sono stati tempestivi) e cos&igrave; scende 11&deg; alle spalle dello stesso Hulkenberg e soprattutto lasciando il 9&deg; posto al compagno Pierre Gasly. Gara incolore per Lance Stroll 12&deg;, che inizialmente sale di posizioni solo per aver ritardato la prima (e unica) sosta, mentre Carlos Sainz finisce 13&deg; dopo essere coinvolto in diverse situazioni (pure la toccata al via tra Hamilton e Verstappen) che potevano finire anche peggio. Detto del guaio che ha rovinato la gara di Giovinazzi 14&deg; (mentre Kimi Raikkonen si &egrave; ritirato), dietro si classificano Kevin Magnussen 15&deg; e Romain Grosjean 17&deg; senza riuscire a sopperire alle carenze della monoposto. Tra le due VF19 si mette George Russell 16&deg;, massimo risultato cui pu&ograve; ambire oltre allo stare davanti a Robert Kubica, 18&deg; ma non lontanissimo dopo aver sub&igrave;to pure una foratura. Tuttavia si &egrave; visto che se le Haas e le Williams sono a due giri dal vincitore, &egrave; ingeneroso darne la colpa ai piloti.       

Di nuovo la Scuderia non concretizza la prima fila sullo schieramento, mentre Hamilton sopravvive al primo giro e poi non sbaglia nulla

GP Messico F1, analisi gara: Ferrari di nuovo sprecona

        Neanche in Messico la Ferrari riesce a concretizzare la prima fila delle qualifiche e il fatto che un velocissimo Verstappen si ritrovi subito fuori gara. Al contrario, Hamilton e la Mercedes sfruttano al meglio la strategia e un ottimo sfruttamento delle gomme, e cos&igrave; pur con un certo rischio iniziale (e un danno al fondo) nel resistere a Max confezionano una gara esemplare che porta alla vittoria finale davanti a Vettel e Bottas. Questa posizione del finlandese rinvia ad Austin i possibili festeggiamenti di campionato per Lewis. Mentre una strategia non ottimale a due stop "condanna" Leclerc al 4&deg; posto (i primi 4 sono comunque in 3 secondi) davanti ad Albon e Verstappen che invece finiscono staccati. Da parte sua Perez concretizza una bella gara proprio davanti al pubblico di casa, precedendo Ricciardo che &egrave; stato l'unico a partire su gomme hard, mescola che poi anche gli altri hanno utilizzato con profitto. Hulkenberg sarebbe arrivato alle spalle del compagno, ma Kvyat lo spedisce contro le barriere della penultima curva. 10 secondi di penalit&agrave; per il russo, cos&igrave; Gasly viene promosso 9&deg; e Hulkenberg rientra in zona punti. Ritirati Raikkonen e Norris, dopo strafalcioni nei pit-stop dei team (quello Alfa con Giovinazzi). Ricordiamo che il prossimo GP sar&agrave; tra un solo weekend e sempre in NordAmerica, ad Austin. I RISCONTRI DELLA GARA IN MESSICO  La nostra cronaca con Twitter Tweets by autosprintLIVE          

La gara a Mexico City ha visto l'inglese sfruttare tutte le opportunit&agrave;, mentre la Ferrari non azzecca le strategie: Vettel 2&deg; davanti a Bottas che resta ancora (teoricamente) in lizza per il titolo. Perez svetta in casa tra "gli altri"

Live F1, GP Messico: Hamilton vince, ma non è ancora mondiale

        Alla fine, dopo pi&ugrave; di tre ore dal termine delle qualifiche, i commissari del Messico si sono espressi sul comportamento di Max Verstappen nel giro che gli aveva ribadito la pole position sotto la bandiera a scacchi. Giro in cui per&ograve; erano esposte le bandiere gialle nell'ultima curva per via dell'incidente occorso a Valtteri Bottas. In un primo momento i sistemi elettronici erano stati a favore dell'olandese, certificando un rallentamento (per quanto risibile) nella zona delle bandiere gialle, motivo per cui gli ufficiali di gara non avevano nemmeno preso in considerazione un'eventuale investigazione. Poi per&ograve; nel corso della conferenza stampa con i primi tre delle qualifiche, alle domande dei giornalisti Max ha risposto forse un po' troppo onestamente (o semplicemente facendo un po' troppo lo sbruffoncello) che aveva visto le bandiere ma non aveva ritenuto opportuno alzare il piede dal gas. A questo punto in direzione di gara non hanno potuto pi&ugrave; far finta di niente e hanno risperto il caso analizzandolo pi&ugrave; approfonditamente e arrivando alla sanzione finale: che non &egrave; stata un semplice annullamento del tempo, bens&igrave; 3 posti di arretramento in griglia e 2 punti licenza, come del resto fatto in altre occasioni similari. Come detto, inizialmente la direzione di gara non aveva nemmeno preso in considerazione il fatto che Verstappen potesse aver violato la bandiera gialla per via di Bottas a muro. Infatti nonostante Max avesse abbassato il suo crono da pole position, non era scattato nessun "allarme" perch&eacute; in quel microsettore, l'ultimo prima del traguardo, &egrave; stato pi&ugrave; lento (ma sarebbe pi&ugrave; corretto dire "meno veloce") che nel run precedente, e solitamente tanto basta a "garantire" che il pilota abbia rallentato come richiesto dal regolamento. Che poi nel resto del giro sia stato talmente veloce da migliorare il riferimento cronometrico complessivo, non ha alcuna valenza. In realt&agrave; i dubbi in merito sono stati pi&ugrave; d'uno. Marginale tuttavia il fatto che i pannelli elettronici non avessero segnalato l'incidente quando Verstappen stava passando (strano, visto il tempo intercorso: c'&egrave; chi dice che Bottas avesse danneggiato dei sensori del sistema) dato che comunque il commissario alla postazione precedente stava sventolando la bandiera gialla (ma non "doppia gialla" come ha erroneamente affermato qualcuno). Un fattore quest'ultimo che ha portato Cris Horner ad affermare che non vi erano bandiere gialle esposte, e che dovrebbe far riflettere sul corretto utilizzo del sistema dei pannelli, che gi&agrave; si &egrave; dimostrato poco affidabile a Suzuka. &Egrave; stato proprio per questo, inoltre, che il "sistema" non ha avvertito i commissari in direzione gara della possibile violazione di Verstappen: per i computer il giro pi&ugrave; veloce &egrave; stato infatti ottenuto senza che vi fossero bandiere gialle in pista. In senso opposto invece la percezione (apparentemente avvalorata da grafici di telemetria diffusi su internet) che Verstappen avesse s&igrave; alzato un poco il piede dal gas, ma solo poco prima del traguardo e quindi dopo il punto focale dell'incidente di Bottas. Insomma, &egrave; vero che il tempo nel microsettore in questione &egrave; stato pi&ugrave; lento, ma non nel punto in cui serviva ai fini della sicurezza, cio&egrave; prima della macchina a muro con Valtteri dentro. In pi&ugrave; sono arrivate, nel corso della conferenza stampa, le dichiarazioni dello stesso Verstappen che ha dichiarato di non aver assolutamente rallentato in quel frangente. E sono state soprattutto queste, a quanto pare, ad aver convinto i commissari a riaprire il caso, analizzando pi&ugrave; approfonditamente tutti gli elementi. E portando alla penalizzazione finale.       

Dopo un primo momento in cui il cronometraggio certificava un rallentamento di Max sotto bandiere gialle, le sue dichiarazioni in conferenza stampa fanno riaprire il caso, facendogli perdere la pole

GP Messico F1: penalizzato Verstappen dopo le dichiarazioni

        Alla fine delle qualifiche del Messico ha tenuto banco la prestazione di Max Verstappen: l'olandese &egrave; stato velocissimo e gi&agrave; nel primo run in Q3 ha ottenuto un 1'14"910 che gi&agrave; gli avrebbe garantito una bella pole position rispetto al 1'15"024 di Charles Leclerc. Poi per&ograve; nel secondo run avviene l'incidente di Valtteri Bottas (in quel momento parecchio veloce) proprio nell'ultima curva, dove Verstappen passa per ultimo. Il "problema" &egrave; che taglia il traguardo abbassando ulteriormente il suo tempo da pole a 1'14"758, ma nel microsettore specifico avrebbe lo stesso rallentato. Una situazione complessa che analizziamo meglio a parte e che comunque ha portato alla penalizzazione di Max. Di conseguenza le Ferrari si trovano ora entrambe in prima fila.  L'incidente di Bottas &egrave; stato piuttosto violento ma senza conseguenze fisiche per il finlandese; la macchina invece potrebbe richiedere riparazioni "pesanti", si parla di un possibile danno anche al cambio, anche se Toto Wolff ha parlato del 90% di probabilit&agrave; di non prendere penalit&agrave;. In ogni caso la bandiera gialla esposta ha costretto molti a rinunciare a completare il giro veloce, come Sebastian Vettel che cos&igrave; resta 3&deg; dietro a Leclerc, nonch&eacute; Lewis Hamilton in seconda fila, mentre in terza si collocano Alex Albon e lo stesso Bottas, il cui crono precedente resta peraltro a soli 168 ms da Vettel (tutti ravvicinati qui, insomma). Dopo che perfino diversi piloti del "midfield" hanno provato a passare le Q2 con gomme medie come fatto dai tre top team (per questioni strategiche di gara) ripensandoci per&ograve; nel secondo run, ritroviamo le McLaren davanti a tutti gli inseguitori con Carlos Sainz a precedere Lando Norris di 3 decimi, mentre la Toro Rosso si "accontenta" della quinta fila dopo aver portato entrambi i piloti in Q3, con Daniil Kvyat appena davanti a Pierre Gasly, che peraltro ha girato sotto gli effetti di un'infezione allo stomaco. Vedremo se la libert&agrave; strategica conseguente al fatto di aver fatto l'11&deg; tempo permetter&agrave; a Sergio Perez di consolarsi per essere stato escluso dalla top ten di soli 8 millesimi, quando il compagno Lance Stroll non ha superato le Q1. Subito dietro le Renault, che non sembrano essere state rallentate oltremodo dalla questione del ripartitore di frenata, con Nico Hulkenberg davanti per giusto 48 ms a Daniel Ricciardo. Seguono le Alfa Romeo in quella che &egrave; una lotta ancora aperta per le posizioni di campionato dietro a McLaren, con Kimi Raikkonen 3 decimi davanti ad Antonio Giovinazzi. Peggio &egrave; andata comunque alle Haas (questa non &egrave; mai stata una pista particolarmente fortunata per loro) dietro a Stroll con Kevin Magnussen 17&deg; per 163 ms su Romain Grosjean, a precedere solo le Williams di George Russell (stavolta a meno di 3 secondi dalla vetta) e di Robert Kubica.       

L'olandese non &egrave; stato graziato per non aver rallentato per l'incidente a Bottas, cos&igrave; la Ferrari va a occupare l'intera prima fila

GP Messico F1: affondo finale di Verstappen, ma la pole passa a Leclerc

        Dopo che in Giappone la Mercedes si &egrave; assicurata la vittoria di campionato sia tra i costruttori che tra i piloti, ora in Messico si tratta di dirimere o no la questione tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, visto che solo loro sono ancora il lizza per il titolo tra i driver. In particolare, Hamilton potrebbe diventare gi&agrave; matematicamente campione se in questa gara riuscisse a raccogliere 14 punti pi&ugrave; di Bottas. Perch&eacute; ci&ograve; succeda rendendo Lewis campione per la sesta volta nella sua carriera, questi a seguire sono i vari casi in base ai rispettivi risultati, considerando anche il punto attribuito con il giro pi&ugrave; veloce in gara. - Hamilton 1&deg; e GpV con Bottas 4&deg; o peggio - Hamilton 1&deg; con Bottas 5&deg; o peggio - Hamilton 2&deg; con Bottas 8&deg; o peggio - Hamilton 3&deg; e GpV con Bottas 9&deg; o peggio - Hamilton 3&deg; con Bottas 10&deg; o peggio Ovviamente &egrave; tutt'altro che impossibile il verificarsi di uno di questi casi, ma nemmeno cos&igrave; probabile. Come ha detto lo stesso Hamilton in conferenza stampa al gioved&igrave;, &laquo;Non ricordo sia successo di battere Valtteri di pi&ugrave; di 14 punti in questa stagione, forse una volta al massimo&raquo;. In effetti questo &egrave; capitato appunto una sola volta, in Ungheria, quando Bottas non solo venne superato dal compagno di squadra, ma anche da Leclerc rimediando in quell'episodio la rottura dell'ala anteriore, fatto che non gli permise di finire oltre l'8&deg; posto (Hamilton invece vinse). Insomma, il tutto potrebbe essere deciso da imprevisti oppure essere semplicemente rimandato di una settimana, alla prossima gara negli Usa.       

Vediamo in quali casi Lewis potr&agrave; conquistare matematicamente il suo sesto titolo mondiale gi&agrave; in questo weekend messicano

Hamilton campione in Messico: ecco le combinazioni

        Come abbiamo gi&agrave; spiegato precedentemente, il risultato di Nico Hulkenberg e Daniel Ricciardo a Suzuka &egrave; stato vanificato dalla squalifica imposta dai commissari Fia alla Renault, per via del sistema che variava il bilanciamento della frenata nel corso del giro. Un sistema che di per s&eacute; non violava il regolamento tecnico, in quanto erano adottate le normali componenti approvate, ma piuttosto quello sportivo in quanto si "sgravava" i piloti di un impegno, quello di variare manualmente tale bilanciamento ogni singola volta, e quindi gli si dava un aiuto supplementare non ammesso. In Messico il team principal Cyril Abiteboul ha voluto sottolineare il fatto che il sistema fosse legale dal punto di vista tecnico e che non &egrave; servito a rendere pi&ugrave; veloce la macchina. Anzi &egrave; saltato fuori che non solo era stato approvato dalla Fia (sempre dal punto di vista tecnico, &egrave; bene specificarlo) ma che veniva adottato gi&agrave; da parecchio tempo e non soltanto durante questo campionato. Tra i chiarimenti Renault, anche quello per cui a insospettire la Racing Point non sarebbe stato il filmato, circolato anche su internet, in cui nel display sul volante si vede come il bilanciamento vari autonomamente, senza che i piloti agiscano sui relativi cursori. &laquo;Quel video nei test di Barcellona mostra un sistema legale, gi&agrave; conosciuto dalla Fia e confermato essere in ottemperanza del regolamento tecnico. Siccome non avevamo niente da nascondere in merito a questo sistema innovativo, non abbiamo nascosto niente&raquo;, viene scritto in un comunicato Renault. Che prosegue: &laquo;Le informazioni riportate da Racing Point ed esposte dopo il GP del Giappone, sono state fornite da un ex-dipendente del Renault F1 Team ora in forza a Racing Point, e non solo da questo video&raquo;. Dunque, una "gola profonda" che ha rivelato segreti e "furbate"? In realt&agrave; la cosa si &egrave; svolta in modo molto meno aggressivo o bieco di quanto si potrebbe supporre in prima analisi. Infatti la questione &egrave; stata sollevata pi&ugrave; che altro in seguito ai problemi di bilanciamento della frenata che avevano assillato soprattutto Sergio Perez in alcune gare precedenti. Quando il tecnico citato (e rimasto anonimo) &egrave; venuto a conoscenza della situazione una volta in Racing Point, ha naturalmente suggerito che il problema potesse essere risolto adottando lo stesso sistema di Renault. A quel punto la Racing Point ha messo le mani avanti, per sicurezza, chiedendo ufficialmente alla Fia se potessero utilizzarlo in modo regolare. Solo che la risposta &egrave; stata negativa. Di conseguenza &egrave; stato quindi ovvio che alla prima occasione utile, cio&egrave; a Suzuka dove le Renault avevano concluso davanti, sia stato formulato il reclamo. Paradossalmente la Fia ha confermato che tecnicamente il sistema non &egrave; irregolare, ma non ha potuto fermarsi l&igrave; appurata la violazione dal punto di vista del regolamento sportivo, facendo cos&igrave; scattare la sanzione. Se la Fia non ha "calcato la mano" &egrave; anche per aver ammesso in precedenza il sistema dal punto di vista tecnico, senza aver valutato in modo appropriato le altre implicazioni. In ogni caso &egrave; pur vero che effettivamente si tratta solo di una "facilitazione" per i piloti e non di qualcosa che d&agrave; un reale vantaggio prestazionale, al di l&agrave; dei ragionamenti sul fatto che i driver si possano concentrare di pi&ugrave; sulla guida. Sorge poi il dubbio "da nostalgici" sul senso di imporre ai piloti di guidare pensando pi&ugrave; a pulsanti e cursori che non a volante e pedali; un po' come se noi dovessimo guidare la nostra auto pensando continuamente a sintonizzare la radio e senza nemmeno l'aiuto dell'RDS&hellip; Ma resta il fatto che il regolamento &egrave; questo.       

Rivelati alcuni retroscena su come si &egrave; arrivati a sanzionare il sistema di bilanciamento freni variabile adottato da molto tempo e sull'imbeccata di un ex-tecnico

GP Messico F1: Abiteboul spiega la squalifica Renault

        L'ultimo giro delle qualifiche in Messico viene condizionato dall'incidente di Bottas che va a sbattere proprio all'ultima curva, causando l'esposizione delle bandiere gialle. I piloti che seguono abbandonano il giro, mentre Verstappen ultimo a prendere la bandiera a scacchi riesce invece a migliorare ulteriormente il tempo che gli dava gi&agrave; la pole position. La situazione verr&agrave; valutata dalla direzione di gara, ma per adesso resta il crono di 1'14"758 che gli permette di precedere Leclerc di 0"266 e Vettel di 0"41. Hamilton segue Vettel di 92 ms e precede Albon di 74 ms, con Bottas 6&deg; per 2 millesimi. Pi&ugrave; staccato Sainz ma comunque primo "degli altri" a precedere Norris di 3 decimi, con le Toro Rosso di Kvyat e Gasly a chiudere la top ten, dalla quale avevano estromesso Perez giusto per 8 millesimi. In attesa delle decisioni degli ufficiali di gara, rimandiamo al prossimo appuntamento con la nostra cronaca "live" per i 71 giri di gara, che per gli italiani inizier&agrave; alle ore 20,10 domenica. I RISCONTRI DELLE QUALIFICHE IN MESSICO  La nostra cronaca con Twitter Tweets by autosprintLIVE          

La cronaca delle qualifiche a Mexico City ha visto Max migliorare il tempo da pole position con le bandiere gialle esposte per l'incidente di Bottas. Seguono Leclerc e Vettel

Live F1, qualifiche GP Messico: Verstappen in pole con riserva

        L'ultima ora di prove libere in Messico si &egrave; in realt&agrave; ridotta all'ultima quindicina di minuti, per via della pista molto bagnata a causa della pioggia notturna. Solo sul finire &egrave; stato possibile utilizzare le gomme slick, specie le soft, con le quali Leclerc ha svettato in 1'16"145 superando Vettel di 27 millesimi. In seconda fila virtuale le due Mercedes di Bottas a 0"114 e Hamilton a ulteriori 0"122, quindi molto vicine. Ancora una volta in evidenza Sainz tra gli inseguitori, 5&deg; a 0"493 davanti anche alle Red Bull, con Verstappen 6&deg; per 0"758 dal vertice. Nonostante un'indisposizione Gasly &egrave; 7&deg; per 4 millesimi su Albon, alla cui macchina &egrave; stata sostituita la scocca dopo l'incidente di ieri. Bene anche Norris a ulteriori 52 ms e Perez ad altri 61 ms, mentre le due Renault sono senza tempo perch&eacute; fermate ai box a causa di problemi al circuito di raffreddamento. Ora l'appuntamento con la pista passa alle qualifiche, che saranno alle ore 20 italiane, sempre seguite dalla nostra cronaca "live". I RISCONTRI DELLE PROVE LIBERE IN MESSICO  La nostra cronaca con Twitter Tweets by autosprintLIVE          

La cronaca delle bagnate prove libere del sabato ha visto Leclerc pi&ugrave; veloce per pochissimo su Vettel, Bottas e Hamilton, mentre Sainz svetta 5&deg; tra gli altri

Live F1, GP Messico FP3: Ferrari davanti a tutti, ma le Mercedes incalzano

        La pioggia della nottata precedente ha un po' condizionato le prove sul circuito Hermanos Rodriguez in Messico, in particolare la prima sessione con l'asfalto ancora umido a chiazze, che ha causato diversi errori soprattutto in frenata. L'evoluzione del fondo &egrave; stata sensibile man mano si puliva e gommava, e alla fine della giornata di prove la Ferrari si &egrave; dimostrata particolarmente veloce, soprattutto con Sebastian Vettel. Un paio di testacoda invece per Charles Leclerc, anche perch&eacute; la SF90 &egrave; sembrata perdere un po' la stabilit&agrave; posteriore con il passare dei giri e l'affaticamento delle gomme. Cos&igrave; tra i due riesce ad inserirsi Max Verstappen , peraltro anche lui abbastanza veloce dato il ridotto gap da Vettel (115 ms), mentre Alex Albon dopo buoni sprazzi &egrave; per&ograve; andato a picchiare contro le protezioni di curva 7, affrontata un po' troppo aggressivamente, causando la seconda neutralizzazione della giornata (la prima per Stroll fuori in curva 15 nelle FP1). Errori nel giro "buono" anche per Lewis Hamilton, che cos&igrave; si deve accontentare del 5&deg; tempo pi&ugrave; veloce alle spalle anche di Valtteri Bottas. Il duo Mercedes si &egrave; per&ograve; dimostrato parecchio in forma nei long run soprattutto con le gomme pi&ugrave; dure (il finlandese anche con le Pirelli hard) per cui &egrave; indubbiamente ancora troppo presto per parlare di effettivi valori nelle forze in campo. A questo punto il consiglio diventa solitamente quello di aspettare le prove del sabato per verifica, anche alla luce delle modifiche studiate in base alle prove del venerd&igrave;. Tuttavia &egrave; previsto che anche nella nottata tra venerd&igrave; e sabato arrivi a piovere, e quindi si ripetano le condizioni della prima giornata, relativamente al fondo pista. Che quindi dovr&agrave; tornare a "sistemarsi" prima di dare il meglio o almeno avvicinarvisi. Aspettiamoci dunque possibili sorprese fino all'ultimo, tra qualifiche e probabilmente anche gara. Intanto comunque va apprezzato il risultato di Toro Rosso, che mette entrambi i piloti davanti a tutti quelli del "midfield": Daniil Kvyat coglie il 6&deg; tempo e Pierre Gasly il 7&deg;, a precedere "il solito" Carlos Sainz. Tra lui e il compagno di squadra Lando Norris si inserisce Nico Hulkenberg: speriamo per lui e per Daniel Ricciardo (13&deg;) che questo dimostri come tutto sommato il sistema che ha causato la squalifica del Giappone non fosse il motivo delle recenti prestazioni Renault. Da rilevare che tra Norris 10&deg; e Ricciardo 13&deg; intercorrono solamente 31 millesimi, nei quali sono lo stesso riusciti a "incastrarsi" le due Racing Point di Lance Stroll e di Sergio Perez. Il messicano vuole ovviamente ben figurare nel GP di casa, ma al momento sembra che questa spinta lo stia portando solo a finire troppo spesso oltre misura (seppur di poco finora). Pi&ugrave; staccati gli altri, a partire da Kimi Raikkonen che &egrave; stato ostacolato nel giro "da qualifica", ma il fatto che a seguirlo compatti e tutti a oltre 2 secondi siano nell'ordine Romain Grosjean, Antonio Giovinazzi e Kevin Magnussen, sta a dimostrare che anche stavolta Alfa Romeo e Haas hanno qualche difficolt&agrave; di troppo a trovare la bussola. Nelle gare precedenti sono solitamente riuscite ad andare meglio in gara, ma non &egrave; una certezza. A differenza delle Williams che sono sempre a oltre 3 secondi con George Russell e Robert Kubica davanti in lista solo ad Albon.       

L'evoluzione del tracciato sembra favorire al momento le SF90, ma la RB15 &egrave; vicina e le W10 sono andate bene nei long run, per cui &egrave; ancora tutto in gioco

GP Messico F1, analisi prove: Ferrari migliora con la pista

        La pista migliora sensibilmente nel secondo turno di prove libere in Messico, e la Ferrari si dimostra molto veloce, in particolare con Vettel che segna 1'16"607. Da parte sua Leclerc &egrave; staccato di 0"465 e cos&igrave; in quel gap si insinua Verstappen a soli 0"115 dalla vetta. Stavolta Bottas precede Hamilton al 5&deg; posto, ma con distacchi di oltre 6 e 9 decimi rispettivamente che testimoniano come i giri fossero tutt'altro che perfetti. Albon invece non ha effettuato le simulazioni di qualifica per aver picchiato in curva 7, causando l'esposizione delle bandiere rosse. Tra gli inseguitori, ottima prestazione della Toro Rosso con Kvyat 6&deg; a 1"140 e Gasly subito dietro per 0"256, a precedere Sainz di 76 ms. Un altro paio di decimi per trovare Hulkenberg e Norris, con le due Racing Point di Stroll e Perez, e quindi Ricciardo, fuori dalla top ten per soli 31 ms complessivi! Ricordiamo che le prove riprenderanno domani quando in Italia saranno le ore 17, con l'ultima ora di FP3 che seguiremo sempre con la nostra cronaca "live". I RISCONTRI DELLE PROVE IN MESSICO  La nostra cronaca con Twitter Tweets by autosprintLIVE          

La cronaca delle seconde prove libere del venerd&igrave; a Mexico City vede Max inserirsi tra le due Ferrari dopo l'incidente di Albon. Mercedes bene sui long run, Toro Rosso veloci nel midfield

Live F1, GP Messico prove libere 2: Vettel chiude in testa, Verstappen è vicino

        La pista molto scivolosa ma anche varie situazioni di traffico hanno condizionato parecchio le prime prove libere in Messico, causando anche parecchio graining sui pneumatici nei long run. Ci&ograve; nulla toglie comunque alla prestazione di Hamilton, il pi&ugrave; veloce con il tempo di 1'17"327, ma nemmeno a quella di Leclerc, 2&deg; a soli 119 millesimi utilizzando per&ograve; gomme medie anzich&eacute; soft. Altri soli 15 ms per trovare Verstappen, seguito da Albon, Bottas e Vettel pi&ugrave; staccati. Di nuovo Sainz davanti a tutti nel "midfield", a 1 secondo dal vertice e 2 decimi davanti a Gasly, a sua volta davanti al compagno di squadra Kvyat e quindi Giovinazzi a chiudere la top ten di questa sessione. Che ad un certo punto &egrave; stata interrotta con bandiera rossa per Stroll finito contro le barriere di curva 16 (la penultima). Bravi per&ograve; i meccanici Racing Point a rimetterlo in pista prima di fine turno, nonostante vari elementi danneggiati tra cui l'ala posteriore (ma non il cambio). Le prove proseguiranno alle ore 21 italiane, sempre accompagnate dalla nostra cronaca "live". I RISCONTRI DELLE PROVE IN MESSICO  La nostra cronaca con Twitter Tweets by autosprintLIVE          

La cronaca delle prime prove libere a Mexico City ha comunque visto Leclerc vicinissimo nonostante abbia utilizzato gomme pi&ugrave; dure, e Verstappen appena dietro, con una pista ancora molto scivolosa

Live F1, prove libere 1 GP Messico: il primo acuto è di Hamilton

        Inaugurato nel 1962, l'Autodromo Hermanos Rodriguez &egrave; situato alla periferia di Citt&agrave; del Messico e ha ospitato tutte le edizioni del GP messicano, quando si &egrave; disputato: quella attuale &egrave; la sedicesima volta. Dopo l'abbandono nel '92, &egrave; rientrato nel Mondiale F1 nel 2015 con una versione rivista del tracciato, che ora si sviluppa per 4.304 metri e presenta 17 curve totali. Il circuito si caratterizza per il lungo rettifilo di partenza, dove &egrave; stato possibile superare i 370 km/h, ma presenta altri due allunghi sensibili, due zone con curve lente e anche una serie di esse veloci: &egrave; dunque abbastanza vario e non rende difficili i sorpassi, possibili pure in partenza. La caratteristica principale e pi&ugrave; problematica &egrave; tuttavia la collocazione ad alta quota: si trova a pi&ugrave; di 2.200 metri sul livello del mare, fatto che comporta una sensibile rarefazione dell'aria. Ci&ograve; influisce relativamente sui motori, visto che i turbo risentono meno di questo fattore, fermo restando che per&ograve; bisogna stare attenti a non sforzare troppo le turbine; anche il raffreddamento ne risente, per la minor quantit&agrave; d'aria che attraversa i radiatori. Ma &egrave; soprattutto l'aerodinamica a peggiorare: le superfici riescono a fornire molta meno deportanza e cos&igrave;, nonostante i lunghi rettilinei, si scelgono configurazioni alari molto spinte, con carico medio-alto. In pratica solo a MonteCarlo si usano ali pi&ugrave; deportanti. Ci&ograve; nonostante, la deportanza effettivamente ottenuta resta piuttosto bassa e il comportamento delle monoposto &egrave; scivoloso. Ci&ograve; causa una certa tendenza al graining per i pneumatici, fattore che unito alle velocit&agrave; raggiunte ha convinto la Pirelli a portare mescole pi&ugrave; dure di uno step rispetto allo scorso anno: C2 hard, C3 medium e C4 soft. Un ulteriore motivo di questa scelta &egrave; che la sosta ai box &egrave; abbastanza penalizzante e di conseguenza i team tendono il pi&ugrave; possibile a fare un solo pit-stop in gara (salvo safety car): avere mescole pi&ugrave; dure e "resistenti" permette cos&igrave; di non dover amministrare troppo le gomme con tali strategie. Infine, rispetto all'anno scorso non sono state effettuate modifiche al tracciato, per&ograve; le zone di attivazione dell'ala mobile passano da due a tre: il DRS potr&agrave; essere utilizzato in tutti e tre gli allunghi principali, quello della partenza, quello da curva 3 a curva 4 (il detection point &egrave; lo stesso per entrambi, in curva 15) e quello da curva 11 a curva 12.       

L'autodromo dedicato ai fratelli Rodriguez &egrave; caratterizzato da lunghi rettilinei ma soprattutto dalla posizione ad alta quota che influisce sensibilmente dal punto di vista aerodinamico

GP Messico F1, il circuito: vario, veloce e "alto"

        Alla vigilia della gara che potrebbe gi&agrave; incoronarlo campione mondiale F1 per la sesta volta (per quanto sia pi&ugrave; facile che questo accada ad Austin) Lewis Hamilton &egrave; stato fra gli altri al banco dei piloti nella tradizionale conferenza stampa del gioved&igrave;. Inizialmente le domande vertono sulla preparazione al weekend di gara e su un&hellip; incontro di boxe! &laquo;S&igrave;, sono stato invitato ieri con Kimi a questo evento, c'&egrave; stata una grandissima partecipazione di pubblico&raquo;, spiega Lewis in merito a un'esibizione sul ring con Julio Cesar Chavez, con qualche "scambio" coi guantoni pi&ugrave; che soft. E racconta: &laquo;&Egrave; pazzesco, perch&eacute; io avevo iniziato a praticare la boxe quando avevo 8 anni, ma diciamo che non ero particolarmente portato. &Egrave; stato comunque un onore per me salire sul ring con una leggenda di quel calibro. Mi ha dato qualche indicazione e mi ha detto che &egrave; stato contento e che ho la mano pesante&raquo;. Sulla sfida che invece lo attende nei prossimi giorni, Hamilton risponde anche a chi gli fa notare che gli manca la pole position da sei gare&hellip; &laquo;Non penso che questo cambi le cose pi&ugrave; di tanto. Arriviamo a questo weekend sapendo che la Ferrari &egrave; pi&ugrave; veloce, soprattutto in rettilineo, e qui i rettilinei sono una parte importante del circuito. Per cui non so quando conquisteremo un'altra pole&hellip; A meno che non arrivi a piovere, e allora cambierebbe tutto&raquo;. Al momento per&ograve; le previsioni danno qualche possibilit&agrave; di pioggia giusto per la seconda sessione del venerd&igrave;. &laquo;Per&ograve;, come si &egrave; dimostrato nelle ultime gare &ndash; prosegue Lewis &ndash; la qualifica non &egrave; cos&igrave; fondamentale. L'importante &egrave; avere un passo veloce in gara&raquo;. &laquo;In passato questa &egrave; stata una pista favorevole a Red Bull e Ferrari, ma noi abbiamo migliorato parecchio la nostra comprensione della macchina e come sfruttarla, quindi magari avremo pi&ugrave; opportunit&agrave;&raquo;, spiega meglio Hamilton. Al quale si fa quindi presente, parlando appunto della gara di domenica, che potrebbe conquistare il suo 6&deg; titolo mondiale se arrivasse a raccogliere 14 punti pi&ugrave; di Bottas. Al riguardo per&ograve; Lewis si dimostra piuttosto scettico: &laquo;Mah, non ricordo se ho mai battuto Valtteri di 14 punti nel corso di questa stagione. Se &egrave; successo, &egrave; stato forse in una gara al massimo (in Ungheria, dove Hamilton vinse mentre Bottas arriv&ograve; 8&deg; per via dell'ala danneggiata a inizio gara, ndr). Quindi immagino che possa essere difficile che succeda: Valtteri &egrave; stato forte nel corso di tutta la stagione, ha anche vinto l'ultima gara, quindi mi aspetto che sia molto forte anche questa volta&raquo;. Altre domande dalla platea sono andate a parare sulle "esternazioni" di Hamilton sui social, in particolare Instagram, in merito alla sua preoccupazione sul futuro del pianeta. In questo senso (condensando le varie risposte) Lewis ha risposto che si &egrave; sentito di usare la sua posizione per sensibilizzare chi lo segue su questo problema, in merito al quale si &egrave; dichiarato &laquo;pi&ugrave; consapevole: credo che sia un periodo spaventoso per tutti, mentre i governi parlano tanto ma non sembra riescano a trovare soluzioni&raquo;. Ha fra l'altro ammesso che come tutti ha pure lui i suoi alti e bassi, che non si fa condizionare da certe reazioni non sempre positive (&laquo;Non perdo troppo tempo a leggere i commenti&raquo;), che sta "elettrificando" il suo parco macchine, che occorre ricordare che l'attuale F1 consuma un terzo di carburante rispetto al passato, e infine che a colpirlo in questo senso &egrave; stato in particolare un documentario, che l'ha ispirato a "fare qualcosa di pi&ugrave;". Ma che non per questo passer&agrave; a correre in Formula E: &laquo;Mi sento positivo alla vigilia di questa gara perch&eacute; torno a fare quello che amo, e sono totalmente concentrato sulla gara. Ma &egrave; importante essere aperti anche a quello che accade all'esterno&raquo;.       

Il pilota inglese non si vede battuto in partenza rispetto ai rivali, ma riconosce che Bottas &egrave; troppo forte per pensare di ottenere in una volta i 14 punti che lo separano dalla vittoria in campionato

GP Messico F1: Hamilton fra trascorsi di boxe e 6° titolo vicino

        Dopo le levatacce per il GP nipponico, il Circus della Formula 1 si trasferisce oltre Atlantico, in Messico: la differenza di fuso orario resta di 7 ore per&ograve; in senso opposto, per cui gli appuntamento con le trasmissioni in TV (e con le nostre dirette "live") delle varie fasi di gara passano ad orari decisamente serali. Il GP messicano sar&agrave; dunque praticamente concomitante con la cena, con diretta su Sky Sport F1 e Sky Sport Uno (canali 207 e 201 rispettivamente) intorno alle ore 20. Stavolta non ci sar&agrave; da aspettare molto per la cronaca registrata di TV8, poco pi&ugrave; di un'ora dopo. Per la precisione, Sky Sport F1 inizia venerd&igrave; con le prove libere alle ore 17 e 21, che proseguono sabato alle ore 17 seguite quindi dalle qualifiche alle 20. Queste ultime saranno in contemporanea anche su Sky Sport Uno e in differita su TV8 (alle 21,15). Infine la gara di domenica con partenza alle ore 20,10 sar&agrave; replicata su TV8 alle ore 21,30. Come sempre Sky trasmetter&agrave; altri servizi a supporto del weekend, con i vari Paddock Live dal retrobox e diverse repliche, ma soprattutto con Race Anatomy domenica a mezzanotte precisa. Tutto questo in un weekend televisivamente molto ricco per gli appassionati del motorsport, perch&eacute; se da Mexico City verranno mostrate anche le Porsche SuperCup a contorno della F1, sono altres&igrave; previsti collegamenti con la MotoGP in Australia, con la Superbike in Qatar e pure con le Finali Mondiali Ferrari al Mugello. GLI ORARI TV DEL GP MESSICO venerd&igrave; 25 ottobre ore 17,00-18,30 &nbsp; prove libere 1 in diretta su SKY ore 21,00-22,30 &nbsp; prove libere 2 in diretta su SKY sabato 26 ottobre ore 17,00-18,00 &nbsp; prove libere 3 in diretta su SKYdalle ore 20,00 &nbsp;&nbsp; qualifiche in diretta su SKY dalle ore 21,15&nbsp;&nbsp;&nbsp; qualifiche in differita su TV8 domenica 27 ottobre dalle ore 20,10 &nbsp;&nbsp; GP F1 Messico (71 giri) in diretta su SKY dalle ore 21,30 &nbsp;&nbsp; gara in differita su TV8       

Ecco i momenti in cui poter seguire in televisione (o con noi) le varie fasi di gara sul circuito di Mexico City, in diretta serale su SKY e in differita su TV8

GP Messico F1: questi gli orari TV del weekend

        La partenza del GP messicano risulta decisiva ma senza che il corpo a corpo nelle prime curve arrivi a livelli esagerati con danni alle macchine. Per&ograve; Daniel Ricciardo non riesce a scattare al meglio, al contrario di Max Verstappen che controlla Lewis Hamilton e si invola verso la sua quinta vittoria in carriera. Non che ce ne sia stata l'occasione, ma anche in questo caso l'olandese riesce a condurre una gara senza inutili scaramucce n&eacute; sbavature e conquista una meritatissima vittoria. Il podio viene completato dai due piloti Ferrari, in una gara in cui tutto il team lascia poco spazio a recriminazioni. Sebastian Vettel non vuole rischiare troppo al via ma comunque replica subito al sorpasso di Bottas, poi interpreta alla perfezione la gara facendo il massimo. Che significa tra l'altro aver superato in pista il rivale primo, Hamilton. Anche quando "eredita" il secondo posto da Ricciardo &egrave; comunque gi&agrave; l&igrave; ad attaccarlo, per cui non si pu&ograve; proprio parlare di regali o fortuna. Gara spenta solo apparentemente per Kimi Raikkonen, che in realt&agrave; &egrave; l'unico tra i top driver a finire la gara con un solo pit-stop, quando gli altri hanno sofferto parecchio il comportamento delle gomme. Qualche problemino anche per lui con le prime ultrasoft, migliorando per&ograve; con le supersoft che ha gestito per 54 giri. Ovvio che questa necessit&agrave; gli impedisse di forzare e di impegnarsi in inutili difese "alla morte" da chi in quel momento andava pi&ugrave; veloce, conseguentemente al gioco dei cambi gomme. Per questo il terzo gradino del podio &egrave; un posto pi&ugrave; che meritato. Un risultato che tiene ancora in lizza la Ferrari nel campionato Costruttori, con 530 punti contro 585 della Mercedes, quando ce ne sono ancora 86 in palio. Arriviamo cos&igrave; al quarto classificato, vale a dire Lewis Hamilton, che con questo risultato si aggiudica il quinto titolo mondiale. &Egrave; davvero ingeneroso che anche stavolta (come un altro paio in passato) l'inglese festeggi la conquista matematica del campionato con una prestazione sottotono, in cui ha rischiato quasi il doppiaggio. Ma la causa di tutto &egrave; stato pure in questa occasione uno sfruttamento dei pneumatici assolutamente inadeguato da parte delle Mercedes, tant'&egrave; vero che Valtteri Bottas 5&deg; risulta perfino a 1 giro di distacco, costretto addirittura a 3 soste. Meglio concentrarsi su altri fattori, come l'aver eguagliato Juan Manuel Fangio come numero di titoli. Daniel Ricciardo &egrave; stato condannato pure qui a non finire la gara, abbandonato dalla power unit mentre stava difendendo da Vettel un secondo posto guadagnato anche in questo caso sapendo sfruttare bene e con accortezza le gomme. Per non parlare di quando ha passato Hamilton facendolo finire lungo in staccata: qualcosa che non tutti possono vantare. Davvero una stagione da dimenticare per l'australiano, nonostante le scintille di Monaco e Cina. Ancora una volta ad approfittare della posizione liberata dai top, la sesta, &egrave; Nico Hulkenberg, sempre (o quasi) tra i primi degli inseguitori. Anche la Renault avrebbe potuto fare una "doppietta virtuale", ma similmente alla Red Bull &egrave; venuto meno in gara l'altro pilota, Carlos Sainz, per un'avaria. Piuttosto fa un po' pensare che a parit&agrave; di motore si sia arrivati a due giri di distacco, pur nella particolarit&agrave; di una pista cos&igrave; "corta" nei tempi di percorrenza. La Renault dovr&agrave; darsi da fare per mettersi in grado di ottenere risultati all'altezza sia del nome, sia dell'arrivo di Ricciardo l'anno prossimo. Da parte sua Charles Leclerc suggella con il 7&deg; posto una gara rimarchevole, anche nel bel duello con Sergio Perez. Purtroppo per lui e per il pubblico, il messicano non &egrave; arrivato in fondo tradito dalla macchina, ma questo non toglie nulla alla prestazione del pilota monegasco. L'ottima giornata della Sauber viene completata dal 9&deg; posto di Marcus Ericsson, anche lui protagonista in alcuni bei duelli. Tra i due finisce 8&deg; Stoffel Vandoorne, in una gara finalmente senza troppi problemi, al contrario di quanto successo a Fernando Alonso preso a sandwich tra le Force India al via e subito fuori. Meglio delle rosee fanno stavolta le Toro Rosso: Pierre Gasly ottiene l'ultima posizione a punti, decimo, davanti a Esteban Ocon e Brendon Hartley, che a sua volta si &egrave; difeso fino all'ultimo da Lance Stroll e Sergey Sirotkin. Le strategie creative e diversificate in tema di mescole non riescono invece a salvare le gare di Kevin Magnussen e di Romain Grosjean, con le Haas che in questo weekend non sono proprio riuscite a risolvere i problemi di sfruttamento ottimale delle gomme, finendo in coda, davanti solo ai quattro piloti doppiati. Qualcosa che va al di l&agrave; del calo visto in quest'ultima parte della stagione, per cui ci si pu&ograve; aspettare un ritorno a posizioni pi&ugrave; consone a partire dalla prossima gara tra due weekend in Brasile.       

Il degrado esagerato delle gomme rischia di far festeggiare il titolo di Hamilton con una prestazione non all'altezza dei suoi meriti

Formula 1 Messico, analisi gara: pneumatici guastafeste, o quasi

        Scattando perfettamente al via, Verstappen costruisce la sua quinta vittoria in carriera dominando a Citt&agrave; del Messico. Bella gara anche da parte di Ricciardo, che per&ograve; si deve ritirare pure stavolta mentre era 2&deg;. Posto che passa a Vettel che lo stava attaccando, facendo finire a podio anche Raikkonen. Gara meno brillante del previsto per Hamilton, che per&ograve; riesce ad arrivare 4&deg; rischiando il doppiaggio alle prese con problemi di gomme, come &egrave; stato pure per Bottas 5&deg;. Posizioni che comunque garantiscono matematicamente a Lewis il suo quinto titolo mondiale. Similmente a Red Bull, la Renault piazza Hulkenberg 7&deg; e quindi "primo degli altri" quando invece Sainz &egrave; costretto a fermarsi in pista. Ottimo 7&deg; posto per Leclerc come anche per Vandoorne ed Ericsson che seguono, nonch&eacute; Gasly che chiude la top ten dopo aver vinto il duello con Ocon. Mentre purtroppo per i tifosi messicani Perez &egrave; stato costretto al ritiro. Il prossimo appuntamento sar&agrave; quello con Interlagos, in Brasile, tra due settimane. QUI TUTTI I RISCONTRI DELLA GARA A MEXICO CITY La cronaca con Twitter Tweets by autosprintLIVE        

La cronaca del GP ha visto le vittoria di Max dopo il ritiro di Ricciardo, Vettel 2&deg; davanti a Raikkonen e infine Hamilton 4&deg;, risultato che gli garantisce il titolo 2018

Formula 1 Messico: vince Verstappen, Ferrari a podio, Hamilton campione

        Anche stavolta le qualifiche sono state elettrizzanti: sebbene alla fine abbia monopolizzato la prima fila, la superiorit&agrave; della Red Bull non era cos&igrave; scontata. E soprattutto non era scontato che a conquistare la pole position proprio sotto la bandiera a scacchi sarebbe stato Daniel Ricciardo, riuscito con un giro volitivo (ma anche molto preciso nello sfruttare le gomme hypersoft) a superare di 26 millesimi il compagno di squadra Max Verstappen. Significativo come ai box Helmut Marko abbia mostrato la sua delusione in diretta, cosa che la dice lunga sulla posizione dell'australiano all'interno della squadra e sulle motivazioni che l'hanno portato a preferire la Renault per l'anno prossimo. Tuttavia partire davanti non &egrave; sempre la situazione migliore sull'autodromo Hermanos Rodriguez, per via del lunghissimo rettilineo che permette di sfruttare la scia da parte di chi segue. E chi segue non &egrave; certo qualcuno che difetta in potenza e velocit&agrave;: 3&deg; a soli 135 ms abbiamo infatti Lewis Hamilton e al suo fianco "attardato" di altri 76 ms &egrave; Sebastian Vettel. Ai due contendenti per il titolo si presenta quindi un'ottima occasione al via (a patto ovviamente di scattare bene) sebbene possa intimorire un po' l'idea di questi quattro che si avventano assieme alla prima staccata&hellip; Peraltro i due della Red Bull potranno far valere la grande deportanza delle STR14, che oltre a dare stabilit&agrave; permetter&agrave; alle gomme di andare prima in temperatura. Per cui le fasi iniziali non saranno certo tranquille. Non vi saranno invece altri fattori di diversificazione, dato che tutti i piloti dei tre top team hanno affrontato le Q2 con gomme ultrasoft e di conseguenza partiranno con quelle. Dunque anche Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen che partiranno in terza fila proprio alle spalle dei rispettivi compagni di squadra. Tra gli inseguitori si conferma per adesso il buon weekend della Renault: le minori differenze motoristiche determinate dall'altitudine valgono per tutti i motori francesi, anche quelli della Casa madre, e pure per Alonso. Cos&igrave; in quarta fila abbiamo Nico Hulkenberg e Carlos Sainz, con il tedesco riuscito a fare una certa differenza in questa occasione, davanti di 0"257. Buon risultato anche per Sauber, con entrambi i piloti in top ten e affiancati in quinta fila: in questo caso Charles Leclerc &egrave; riuscito a stare a soli 105 ms da Sainz e davanti di 324 ms a Marcus Ericsson. Va per&ograve; evidenziato che le Force India non hanno insistito per entrare in Q3, affrontando anzi le Q2 addirittura su gomme supersoft, prima di passare alle ultrasoft. Questo allo scopo di poter affrontare la gara con libert&agrave; di scelta in tema di pneumatici, partendo comunque da posizioni appena retrostanti: infatti Esteban Ocon &egrave; riuscito a finire 11&deg; mentre Sergio Perez &egrave; 13&deg;. Tra i 3 decimi che separano i due si &egrave; inserito Fernando Alonso, autore di due considerevoli "colpi di reni" prima in Q1 e poi in Q2. Bravo anche Brendon Hartley nel riuscire a passare le Q1, come pure Pierre Gasly che per&ograve; poi in Q2 fa solo un ingresso "di presenza". Avendo infatti accumulato 20 posizioni di penalit&agrave; (per sostituzioni di power unit e cambio) partir&agrave; comunque ultimo e quindi non serviva sprecare gomme. Del resto anche Romain Grosjean partir&agrave; tre posti indietro e non 16&deg; per via della penalit&agrave; rimediata negli Usa, in seguito alla tamponata a Leclerc. Ma non &egrave; questo il problema della Haas, come dimostra anche il 18&deg; tempo di Kevin Magnussen: le macchine italo-americane non riescono infatti a mandare correttamente a regime le gomme, vedremo se la situazione migliorer&agrave; in gara. Infine, con Stoffel Vandoorne 17&deg; (ma 15&deg; al via) in coda alle qualifiche troviamo nuovamente le Williams, con Lance Stroll davanti a Sergey Sirotkin per meno di 2 decimi. Ma conta di pi&ugrave; il secondo che li separa da una qualifica pi&ugrave; dignitosa&hellip;       

Prima fila Red Bull a Mexico City, ma l'australiano beffa Verstappen per 26 millesimi. In seconda fila, pronti ad approfittarne, Hamilton e Vettel

Formula 1 Messico, analisi qualifiche: Ricciardo sorprende tutti

        Mentre tutti gli occhi sono puntati su Verstappen, Ricciardo gli strappa la pole position messicana segnando un fantastico 1'14"759 che separa di 26 millesimi l'olandese dall'essere il pi&ugrave; giovane polesitter della storia della F1. Seguono in seconda fila i due contendenti per il campionato, con Hamilton 3&deg; a 0"135 e Vettel dietro di 76 ms. I rispettivi compagni di squadra seguono in terza fila, con Bottas a +0"401 e Raikkonen a +0"571. Tra gli inseguitori svetta la Renault, confermando quanto visto nelle prove libere, con Hulkenberg 7&deg; a 1"068 dalla pole e Sainz staccato di 0"257. Bene in Q3 anche le Sauber, con Leclerc dietro allo spagnolo di 105 ms ed Ericsson a ulteriori 324. Le Force India affrontano le Q2 con gomme ultrasoft come i top team (anzich&eacute; hypersoft) e si accontentano di essere 11&deg; Ocon e 13&deg; Perez. Tra i due &egrave; Alonso, a soli 27 ms dal francese, mentre Hartley &egrave; 14&deg; a 17 ms dal messicano. Gasly non gira in Q2 visto che comunque partir&agrave; ultimo per le 20 posizioni di penalit&agrave;, come del resto Grosjean 16&deg; ne pagher&agrave; 3. Tra le McLaren e Williams indietro stavolta &egrave; Magnussen, dopo i problemi avuti nelle libere3 oltre a quelli di gomme, come anche Bottas al quale hanno sistemato appena in tempo la vettura dopo lo stop in prova. Ora tutto passa ai 71 giri di gara, che inizieranno domani alle ore 20,10 italiane, sempre con la nostra cronaca diretta a seguire cosa succeder&agrave; effettivamente nel corso del GP a Mexico City. QUI TUTTI I RISCONTRI DELLE QUALIFICHE IN MESSICO La cronaca con Twitter Tweets by autosprintLIVE        

La cronaca delle qualifiche vede la prima fila Red Bull davanti ai contendenti del campionato. Hulkenberg e la Renault svettano invece tra gli inesguitori

Formula 1 Messico: Ricciardo strappa la pole a Verstappen. Hamilton e Vettel dietro

        Che la Red Bull fosse competitiva sulla pista intitolata ai fratelli Rodriguez, non era proprio inatteso, e cos&igrave; non &egrave; una sorpresa trovare Max Verstappen e Daniel Ricciardo davanti a tutti alla fine delle prove del venerd&igrave;, separati tra loro giusto di 153 millesimi. Pi&ugrave; inaspettato invece che gli altri siano tutti ad almeno 1"233 e che il primo tra loro sia Carlos Sainz. E al momento non preoccupa pi&ugrave; di tanto l'avaria che ha bloccato Verstappen a 10 minuti alla fine, vuoi si tratti di un problema alle batterie (la macchina ha avuto un black-out del tutto simile a quello di Ricciardo ad Austin) oppure di tipo idraulico come ha ipotizzato a caldo Max. Che anche la Renault possa approfittare delle particolarit&agrave; del tracciato messicano (che rende meno decisivi i divari di potenza) &egrave; sicuramente vero, come oltre a Sainz dimostra pure Nico Hulkenberg 5&deg; a 1"326. Tuttavia nei risultati degli altri a partire da Ferrari e Mercedes ci sono tanti fattori che rendono sterile considerare probanti i responsi cronometrici di questo venerd&igrave;, del resto come e pi&ugrave; di tutti i consueti venerd&igrave;. Infatti molti sono stati pi&ugrave; attenti alle prove di tipo aerodinamico (raffrontati i due modelli di fondo gi&agrave; visti ad Austin sulle Ferrari) e a gestire i problemi di raffreddamento, che non altro. Molti errori in pista sono stati infatti istigati sia al basso grip del fondo ancora "verde", sia al comportamento non sempre irreprensibile dei freni surriscaldati. Ma anche riuscire a interpretare bene il comportamento delle Pirelli hypersoft non &egrave; stato facile. Cos&igrave; pochi sono riusciti a sfruttare a fondo l'unico tentativo di simulazione di qualifica, come Sebastian Vettel 4&deg; e dietro di 1 solo millesimo a Sainz. Del resto gli altri top driver non sono riusciti a sopravanzare la felice prestazione di Brendon Hartley, ottimo 6&deg; a 1"341 dal vertice, quindi una buona prestazione in assoluto e non solo per la particolare situazione. Alle sue spalle troviamo nell'ordine Lewis Hamilton (+1"380), Kimi Raikkonen (+1"413) e Valtteri Bottas (+1"420), quindi racchiusi in 4 centesimi. Tuttavia i margini di miglioramento sono sensibili per tutti loro, come del resto dimostra il continuo altalenare delle prestazioni culminato con un inaspettato giro molto pi&ugrave; veloce da Vettel nei long run, quasi sfuggito per sbaglio. Insomma, tra motori tenuti in margini cautelativi, alcune scelte di set-up ancora da affinare e qualche sbavatura di guida, siamo ancora lontani dai veri limiti che esprimer&agrave; questo appuntamento. Sempre che sabato non piova, per&ograve;. A chiudere la top ten &egrave; l'idolo locale Sergio Perez, non distante (+1"447 dal vertice) a precedere il compagno di squadra Esteban Ocon di 0"318. Pi&ugrave; staccati gli altri (oltre 2 secondi dal vertice) a partire da Romain Grosjean. Quando tuttavia Kevin Magnussen &egrave; in fondo alla lista, ma solo per non aver sfruttato bene la simulazione di qualifica. Del resto i problemi di traffico, di sfruttamento gomme e anche di sistemazione delle vetture in quanto a set-up complessivo e "resistenza al calore" sono stati ancora decisivi e hanno contribuito a mescolare un po' i valori, come del resto dimostra Fernando Alonso penultimo nonostante la buona giornata delle power unit Renault: ma nel suo caso lo hanno quasi abbandonato i freni per surriscaldamento. Insomma, c'&egrave; ancora molto da lavorare e da parecchi punti di vista, e questo vale praticamente per tutti, dopo una giornata che &egrave; stata un po' sperimentale da questo punto di vista e che non ha visto "spremere" davvero le power unit. Se non da parte di chi, come Honda, vede comunque queste gare con Toro Rosso come "collaudi" in vista della prossima stagione. Per cui attendiamoci ancora dei cambiamenti nelle forze in campo nel corso del weekend.       

Ancora molto lavoro da fare per quasi tutti dopo una prima giornata "cautelare" in cui svettano le motorizzazioni Renault

Formula 1 Messico, analisi: venerdì in piena esplorazione

Da vincitore della scorsa edizione del GP in Messico, pur dopo una partenza rocambolesca, Max Verstappen &egrave; stato naturalmente tra i piloti invitati alla conferenza stampa del gioved&igrave; prima della gara messicana. Per&ograve; la prima domanda rivoltagli &egrave; andata a ricordare lo scorso GP di Austin, dove &egrave; stato autore dell&#39;ottima rimonta dal 18&deg; posto di partenza fino al 2&deg; sotto la bandiera a scacchi. Forse la sua miglior gara finora.  &laquo;Mah, &egrave; difficile dire se sia stata davvero la mia gara migliore - risponde Verstappen - ma &egrave; stata sicuramente un&#39;ottima gara. La cosa importante &egrave; stata fare il pi&ugrave; punti possibile, considerando quanto siamo partiti indietro. Non mi aspettavo davvero di poter arrivare a lottare per il podio, per&ograve; guardando indietro nella stagione, ancora una volta come in passato siamo stati molto competitivi in gara, e anche stavolta abbiamo dimostrato di poterlo essere&raquo;.  &laquo;La strategia &egrave; sembrata quella ottimale - specifica meglio Max - ha funzionato bene, e trovarmi a fine gara a lottare per la vittoria &egrave; stato davvero molto bello. Riuscire a tenermi stretto il secondo posto negli ultimi giri &egrave; stato davvero impegnativo, con le gomme che avevo, per&ograve; anche molto divertente&raquo;. Ricordiamo infatti che se da un lato stava in scia al vincitore Raikkonen, dall&#39;altro Verstappen doveva anche difendersi dalla pressione di Hamilton, che infatti a due giri al termine ha provato ad approfittare dell&#39;unico errore di Max, ma senza successo per la difesa forte e precisa dell&#39;olandese.  A questo punto dell&#39;attuale stagione, con tre gare rimanenti e vista la competitivit&agrave; della RB14, Verstappen pensa che ci sia la possibilit&agrave; di una vittoria? Forse proprio in Messico? &laquo;Sicuramente questa &egrave; la miglior opportunit&agrave; per noi e cercheremo di assettare la macchina nel miglior modo possibile, poi scopriremo quali saranno le nostre effettive prestazioni. Non credo che in qualifica avremo una vera opportunit&agrave;, per&ograve; in gara sembriamo andare sempre molto meglio, e quindi mi aspetto che potremo andare ancora meglio rispetto ad Austin&raquo;. Ma da vincitore uscente, cambia qualcosa nel modo di affrontare questo GP rispetto agli altri? &laquo;No, &egrave; la stessa identica cosa&raquo;, &egrave; infine la risposta &quot;raikkoniana&quot; di Max.  Andando allora pi&ugrave; verso il futuro, dato che Chris Horner ha affermato ieri che in Usa la power unit Honda era pi&ugrave; veloce di 6 decimi al giro rispetto a quella Renault, l&#39;anno prossimo la Red Bull motorizzata dai giapponesi potr&agrave; davvero lottare per il campionato? &laquo;Beh, ovviamente &egrave; difficile dirlo ora, perch&eacute; dovremo sviluppare ancora una macchina molto forte. Lo scopriremo l&#39;anno prossimo, quindi. Credo che inizialmente potremmo non essere abbastanza forti per lottare per la vittoria, per&ograve; credo anche che recupereremo terreno nel corso della stagione. Almeno, questo &egrave; il programma, sicuramente lavoreremo in quella direzione&raquo;.  Tornando allora al momento attuale e a questa gara, &egrave; questo un circuito favorevole alla Mercedes? E Verstappen come pensa che Hamilton affronter&agrave; questa gara? &laquo;Credo che loro, gli altri due top team, saranno vicini in qualifica e noi un poco dietro, ma penso che in gara potremo avere una possibilit&agrave;. Riguardo a Lewis, credo che ogni pilota voglia sempre vincere, per cui non credo che il suo approccio cambier&agrave; pi&ugrave; di tanto&raquo;.  Infine, quali sono gli effetti positivi e negativi del fatto di correre a un&#39;altitudine elevata come a Citt&agrave; del Messico? Questo sia a livello tecnico che fisico. &laquo;Credo che i motori saranno un po&#39; pi&ugrave; vicini tra loro a livello di prestazioni - spiega Max - perch&eacute; qui &egrave; pi&ugrave; difficile &quot;respirare&quot; per le power unit. Inoltre c&#39;&egrave; molto meno carico aerodinamico, la tenuta dipende molto pi&ugrave; dal grip meccanico e da altri aspetti. E se anche metti il carico alare massimo, poi nel rettilineo ti toglie molto. Quindi dipende molto dal grip che ottieni in altri modi, e noi siamo molto forti in questo, ed &egrave; probabilmente proprio per questo che siamo pi&ugrave; competitivi su questa pista che non su altre, sebbene ci sia un lungo rettilineo. Credo che questo spieghi molto. Invece a livello fisico non &egrave; una pista particolarmente impegnativa, proprio perch&eacute; c&#39;&egrave; poca aderenza&raquo;. 

Da vincitore uscente sull&#39;autodromo Rodriguez, Max si aspetta una gara molto competitiva anche stavolta, specie dopo la bella rimonta di Austin

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