Messa in archivio la stagione 2020 della Formula1 è tempo di bilanci. Ecco tutti i nostri giudizi ora che le monoposto del Circus hanno spento i motori, ma siamo sempre in attesa di conoscere la vostra opinione nei commenti!

F1, il pagellone finale piloti: ecco i voti del Mondiale 2020

E’ sotto la pioggia che Hammer vince il GP di Turchia, conquista il suo 7° titolo iridato e raggiunge il record di 16 anni fa di Schumi. 94 GP vinti, 97 pole position, 163 podi, 3738 punti collezionati: numeri da capogiro per il pilota più forte di tutti i tempi che ha riscritto la storia della F1. Lacrime, emozioni e una passione iniziata coi kart e poi consolidata dal debutto in F1 nel 2007: “Sono andato ben oltre i miei sogni”

F1, Lewis Hamilton: 7 volte Campione del Mondo come Schumi VIDEO

        Nuovo weekend e nuovo Gran Premio di Formula 1. Dopo le prime due gare della stagione in Austria sul circuito di Zeltweg, il Mondiale di Formula 1 cambia paese e sbarca in Ungheria per il terzo Gp del 2020. Da venerd&igrave; 17 luglio per le prove libere fino alla gara di domenica 19 luglio si correr&agrave; sul circuito dell'Hungaroring, uno dei tracciati pi&ugrave; lenti del Circus, lungo 4,381 km e con 14 curve, dove le alte temperature e il carico aerodinamico saranno fattori fondamentali fin dai primi giri. &Egrave; ora che si pronunci la propriet&agrave; Ferrari Come sempre il Gp d'Ungheria sar&agrave; visibile in televisione sul canali a pagamento di Sky Sport Formula 1 e in chiaro su Tv8.  Ecco tutti gli orari del weekend:&nbsp; Gioved&igrave; 16 luglio Ore 19.30 Conferenza stampa dei piloti F1 Venerd&igrave; 17 luglio Ore 10.45: Paddock LiveOre 11.00: prove libere 1 F1 diretta su Sky SportF1 HDOre 12.30: Paddock LiveOre 14.45: Paddock LiveOre 15.00: prove libere 2 F1 diretta su Sky SportF1 HDOre 16.30: Paddock LiveOre 18.45: conferenza stampa TeamOre 19.30: Paddock Live Show Sabato 18 luglio Ore 11.45: Paddock LiveOre 12.00: prove libere 3 F1 su Sky SportF1 HDOre 13.00: Paddock LiveOre 14.30: Paddock LiveOre 15.00: qualifiche diretta su Sky SportF1 HD e in differita su Tv8 alle 18:00Ore 16.15: Paddock LiveOre 19.30: Paddock Live Show Domenica 19 luglio Ore 13.30: Paddock Live garaOre 15.10: Gp d'Ungheria, gara in diretta su Sky SportF1 HD e in differita su Tv8 alle 18:00Ore 17.10: Paddock LiveOre 17.30: Paddock Live #SkyMotoriOre 19.00: Race Anatomy  &nbsp;       

Non si ferma nemmeno questo weekend la Formula 1 che per il terzo Gp della Stagione lascia l'Austria per volare a Budapest sul circuito dell'Hungaroring

F1, Gp Ungheria: gli orari del fine settimana su Sky e Tv8

Seconda gara del Mondiale 2020 di Formula 1 e secondo appuntamento con la nostra rubrica! Ecco chi abbiamo scelto per il nostro Top&Flop del Gp della Stiria

Gp della Stiria: i nostri Top e Flop VIDEO

Posso dirlo? Dopo che la scorsa settimana avevo intitolato il pezzo &ldquo;Ferrari, perch&eacute; non parli?&rdquo;, penso sia ora di scendere pi&ugrave; nei dettagli nonch&eacute; di salire di pretesa e meglio specificare e rafforzare la richiesta: giunti a questo punto, &egrave; tempo che a pronunciarsi sulla situazione in corso non sia sempre e solo il responsabile del programma F.1 Mattia Binotto, ma colui il quale sta un po&rsquo;, tanto, pi&ugrave; su di lui, ovvero il Presidente John Elkann.  Perch&eacute; qui ormai il problema &egrave; ben pi&ugrave; complesso di quello d&rsquo;aver a che fare con un fastidioso e transitorio momento sportivamente no. Sul piano tecnologico, la SF1000, dopo aver mostrato carenze di potenza e velocit&agrave; di punta nel Gp d&rsquo;Austria, nel weekend gemello della Stiria in qualifica, sul bagnato, invece di risorgere o approfittare delle mutatissime condizioni meteo, finisce in netta crisi, tra trazione, assetto e quant&rsquo;altro. Sul piano della gestione puramente sportiva, poi, in gara il pilota pi&ugrave; lucido e ficcante, ovvero colui che rappresenta il futuro e cio&egrave; il prodigioso Charles Leclerc, alla terza curva manda per aria baracca e burattini, costringendo al ritiro se stesso e un Vettel che per una volta appare incolpevole, amaramente meravigliato e parte lesa.    Gp Stiria: i 5 temi pi&ugrave; importanti  Peggio ancora, se solo si deglutisce, si prende un respiro e si guarda passato, passato prossimo e presente Ferrari, quasi fosse una vita che somiglia a un film, si nota che dal 2008 a oggi sono stati quasi sempre e solo bocconi amari. Alla fine del primo decennio del millennio, con la crisi economica globale, il contenimento dei costi e il conseguente taglio delle prove private, con la fine del test team, e la possibilit&agrave; quotidiana di sviluppo reale, la Rossa perde forza, potere e competitivit&agrave;, peggio che Sansone dal taglio dei capelli. Poi di cose poco e meno belle ne arrivano altre. Verrebbe tanto da buttarla sulle persone per dire che purtroppo Alonso si ritrova il carattere e la personalit&agrave; di Alonso, mentre Vettel ahilui non &egrave; Schumacher, ma, su, siamo onesti, evitiamo la comoda scappatoia di prendersela con questo o quello, perch&eacute; l&rsquo;amara verit&agrave; &egrave; che dal 2009 non c&rsquo;&egrave; mai stato un anno che uno in cui la Ferrari sia apparsa nettamente al top, caposcuola conclamata nonch&eacute; locomotiva del treno F.1.  E diciamola tutta: dal 2014, anno dell&rsquo;entrata in vigore della formula turboibrida, la Ferrari stessa non &egrave; mai stata leader n&eacute; valida corrente d&rsquo;opposizione, perch&eacute; il primato tecnologico, sportivo e financo politico, dal primo giorno di tale tema tecnico, resta saldamente in mano alla Mercedes. Diciamo pure che non c&rsquo;&egrave; mai stata formula tecnologica digerita peggio dalla Ferrari, in tutta la storia della F.1, di quella semielettrificata.  Con prospettive attuali peraltro tutt&rsquo;altro che rosee e segnali che non lasciano intendere n&eacute; sconvolgimenti nella scala dei valori n&eacute; rivoluzioni annunciate, tali da modificare o minare alla base il dominio pi&ugrave; annichilente mai registrato in settanta anni di Formula Uno. Quello della Mercedes.    In altre parole, la situazione &egrave; tale per cui, giunti a questo punto, continuare a sentire una sera per l&rsquo;altra l&rsquo;intervento dialettico cortese, competente, signorile, moderato, salmodiante e ricco di colto buonsenso dell&rsquo;ottimo Mattia Binotto - il quale spiega invariabilmente ogni volta che le cose stanno andando cos&igrave; cos&igrave;, magari la &ldquo;Mille&rdquo; &egrave; sbagliata e che presumibilmente lavorando sodo tutti uniti la prossima volta magari andranno cos&igrave; cos&agrave; - ormai serve fino a un certo punto.  No, lo stato di crisi, di carenza d&rsquo;identit&agrave;, di smarrimento di fiducia e di perdita del senso dell&rsquo;orientamento &egrave; tale, da non potersi pi&ugrave; accontentare di sentir parlare solo il capitano, l&rsquo;allenatore o chi per lui, ma che prenda la parola e con energia - restando ma anche uscendo dalla metafora calcistica - il Presidente.  Perch&eacute; quando le problematiche e la sofferenza di un programma raggiungono le latitudini toccate dalla Ferrari in F.1 nella fase che sta vivendo, non &egrave; pi&ugrave; questioni di alchimie, formazioni, ali, token, evo, nolder, schemi o questioni da spogliatoio, ma la faccenda tocca aspetti ben pi&ugrave; ampi e complessi, con altre domande ad affacciarsi all&rsquo;orizzonte, che poi sono quelle che si pone l&rsquo;Uomo e che si fanno gli uomini nelle fasi esistenziali pi&ugrave; delicate. Dai, le solite. Quelle toste e vere. Mica facili da rispondere senza fede. Chi siamo, dove andiamo, come, con chi, perch&eacute; e in che modo. Ecco. Anche perch&eacute;, a forza di dire e pensare che la Ferrari sta per aprire un nuovo ciclo vincente, sono dodici anni che prosegue imperterrito, per un motivo o per l&rsquo;altro, quello perdente.  E, attenzione, Mattia Binotto, oltre a essere espertissimo e bravo, teoricamente bravissimo nel suo mestiere, in tutta la storia della Ferrari assomma un potere spaventosamente intenso, in quanto, con rispetto parlando, &egrave; papa &amp; re, incarna sia quello temporale che spirituale, essendo sia leader tecnico che politico-organizzativo.  Da ingegnere capo dei capi, il quale sceglie e dirige la Rossa, oltre che da casa anche sui campi di gara. In altre parole, neanche i signori Jean Todt o Ross Brawn, sul piano strutturale e mentale, per quanto forti e assai delegati, potevano avere una reale capacit&agrave; intellettuale di incidenza cos&igrave; premiante. Anzi, per dirla tutta, era dai tempi dell&rsquo;immenso e mai abbastanza lodato Mauro Forghieri che un uomo non polarizzava in Ferrari una potenza decisionale cos&igrave; vasta, enciclopedica ed eclettica.  Tutto ci&ograve; per dire due cose: Mattia Binotto in questo momento, oltre che far da s&eacute;, fa per tre. E con una concentrazione di competenze cos&igrave; vaste in un unico soggetto, diventa anche difficile affiancargli qualcuno, giacch&eacute; risulterebbe ben poco agevole parzialmente semi-sostituirlo o quasi surrogarlo. Parliamoci chiaro: se la Ferrari fosse il Comune di Maranello, ora Binotto sarebbe sindaco, segretario del partito di maggioranza e allo stesso tempo ingegnere capo dell&rsquo;Ufficio Tecnico.  In altre parole, questo schema ben difficilmente si chiosa, si corregge o si cambia aggiungendo qualcosa o qualcuno per una riformina lieve, un comissariamento dolce o un affiancamento carino. No, una realt&agrave; come questa o la si muta ripartendo da zero oppure, al contrario, la si rassicura fortificandola, premiandola con una scommessa ulteriore e convinta, un supplemento di fiducia e coerenza, pi&ugrave; una ribadita e impegnata consonanza con l&rsquo;attuale dirigenza. In altre, semplici e pi&ugrave; sentite parole, visto lo stato delle cose, adesso a contare davvero non sono tanto le previsioni di Binotto per il weekend dell&rsquo;Hungaroring, ma il punto di vista della propriet&agrave; Ferrari sulle prospettive e sull&rsquo;avvenire della squadra e del suo assetto, in Formula Uno e magari non solo.  Non siamo pi&ugrave; ai vernissage di Reggio Emilia, ai sorrisi e alle fasi d&rsquo;ottimismo e squisito galantomismo. Ci vuole molto di pi&ugrave;: non solo parole, tra l&rsquo;altro, ma un patto rinnovato, un gesto nuovo, un segnale rifondante che il Popolo Rosso attende, cui seguano tanti altri piccoli concreti segnali, altrettanto rigeneranti. Ed esso non pu&ograve; che giungere dal vertice. Dalla Propriet&agrave;.  Vedete, in un momento come questo non avrebbe senso n&eacute; sarebbe corretto essere a favore o contro Binotto, perch&eacute; a cambiare, a venire incontro alla situazione, a dare un senso di attenzione profonda e di ribadito e coraggioso impegno, dev&rsquo;essere LA FERRARI. E #essereFerrari non deve restare un hashtag, ma tramutarsi in un modo ora invocato e rinnovato di ricominciare a vivere il Cavallino Rampante.  In un momento come questo, Enzo Ferrari parlerebbe senz&rsquo;altro e il suo sarebbe uno show ben pi&ugrave; affascinante di quello della Mercedes nel Gp della Stiria. Dopo di lui l&rsquo;avrebbe fatto Montezemolo, con risultati mediatici equivalenti e di certo non meno chiarificatori. Adesso tocca a John Elkann prendere la parola, metterci del suo e fare e farci capire dove si vuole andare a parare, a medio e lungo termine.  E, credetemi, la questione principale non &egrave; mica se ci togliete Binotto o se lo tenete rinfrancato o pronto al riscatto, no, no, no. Lo sa solo chi comanda cos&rsquo;&egrave; giusto fare. Ma lo dica e senza indugio, perch&eacute; &egrave; ora. Noi tutti che abbiamo a cuore il Cavallino, non dobbiamo votare pro o contro Mattia, ma in realt&agrave; vogliamo solo che ci venga, semplicemente, restituita la Ferrari. 

La crisi &egrave; profonda, il travaglio delicato. Sarebbe facile scagliarsi contro Binotto. No, in realt&agrave; &egrave; meglio andare oltre e dire che &egrave; ora che la propriet&agrave; Ferrari prenda la parola per spiegare, se c&rsquo;&egrave;, un piano per sanare la situazione.

&Egrave; ora che si pronunci la propriet&agrave; Ferrari

La testa &egrave; bassa. Cammina da solo Sebastian Vettel, ancora con il casco indosso per ragiungere il paddock. Questa &egrave; l&#39;immagine delle prime qualifiche dell&#39;ultima stagione del tedesco alla Ferrari. Non inizia per nulla bene il suo Mondiale 2020, inutile far finta di nulla. Dopo la dura verit&agrave; di binotto sulla scelta di non proporgli alcun rinnovo, Seb deve incassare anche l&#39;amarezza di una qualifica disastrosa, finita in Q2 e con l&#39;11&deg; tempo che lo far&agrave; partire in griglia dalla sesta fila. Al contarrio di Leclerc, lento anche lui ma che domani partir&agrave; settimo.&nbsp;  Non da lui, non da quel Seb che tutti i tifosi di Maranello continuano a difendere visto come &egrave; stato messo alla porta dalla Rossa e la signorilit&agrave; che sta dimostrando nonostante il difficilissimo momento. E infatti per trovare una simile disfatta bisogna tornare indietro di ben sei anni, al 2014 quando cadde nello stesso errore nel Gp di Russia.&nbsp;  Troppo sovrasterzo  Purtroppo l&#39;errore nell&#39;ultimo giro lanciato, unito al solito caos degli ultimi secondi della seconda sessione di qualifica, ha lasciato una grande amarezza in Vettel: &ldquo;Ovviamente &egrave; una sorpresa. Pensavamo di avere qualcosa di pi&ugrave; in tasca. Probabilmente gli altri sono andati in modo pi&ugrave; conservativo nelle prove rispetto a noi. Non sono stato contento dell&rsquo;auto. Avevamo pi&ugrave; sovrasterzo nell&rsquo;ingresso di curva rispetto a quello che piace a me. Domani in gara la partita sar&agrave; diversa e molto pi&ugrave; lunga. Avremo anche condizioni di pista differenti.   Non sono molto contento della SF1000 - ha aggiunto il pilota Ferrari ai microfoni di Sky -. In configurazione da gara la macchina credo sia un po&rsquo; meglio e saremo l&igrave;, cercheremo di giocarci le nostre carte. Sul passo gara siamo vicini alla Racing Point e pi&ugrave; veloci della McLaren&ldquo;.   &nbsp;   The first big shock of the weekend   Sebastian Vettel failed to make Q3 for the first time since last year&#39;s German Grand Prix#AustrianGP  #F1 pic.twitter.com/A54oJiHtDC &mdash; Formula 1 (@F1) July 4, 2020   &nbsp; 

Il tedesco partir&agrave; dalla 11esima posizione per la prima gara di questo Mondiale 2020 e non si d&agrave; pace per la mancata Q3 visto l&#39;ultima volta risale a ben sei anni fa, in Russia: &quot;Non sono molto contento della SF1000: la monoposto andr&agrave; meglio in configurazione da gara&quot;

Gp Austria, Vettel: &quot;Non sono contento, sorpreso per queste qualifiche&quot;

Con quattro mesi di ritardo la Formula 1 &egrave; risucita finalmente a ripartire con le&nbsp;prove libere del Gp in Austria sul circuito di Zeltweg. E come se non si fosse mai fermata questi primi giri del Mondiale 2020 hanno confermato quello che gi&agrave; si immaginava: il dominio della Mercedes nelle FP1 e FP2, ma anche stamattina nelle FP3, che partiranno dalla prima fila per cercare di accaparrarsi la pole in gara. Non sono mancate le polemiche poi con la Red Bull che nella serata di ieri ha ufficialmente presentato alla FIA una documentazione di protesta contro il DAS delle Frecce d&#39;Argento. Ricorso che per&ograve; &egrave; stato rigettato nella notte dai commissari tecnici della FIA in quanto per questa stagione non sussiste nessuna violazione del regolamento tecnico.  Inevitabilmente le Ferrari di Vettel e Leclerc sono rimaste dietro durante questi primi contatti con l&#39;asfalto, col tedesco ieri dietro il terzo posto della Recing Point di Perez. Al contrario del monegasco che invece si &egrave; fermato nono, sopra il muro dell&#39;1&#39;09&quot;. Mentre oggi nelle FP3 hanno segnato rispettivamente il quinto e il settimo tempo incastrati tra il terzo posto di Verstappe, il quarto sempre di Perez e il sesto di Albon. Non sono mancate le polemiche anche nella scuderia di Maranello, come era prevedibile. Ieri Binotto ha confessato di non aver mai proposto a Vettel un prolungamento di contratto, proprio nel giorno in cui Seb festeggiava il suo 33esimo compleanno. Vedremo dunque questa giornata di qualifiche quale sopresa ci riserver&agrave; per la Rossa.&nbsp;  F1, Gp Austria: tutti gli orari di Sky e Tv8  Segui qui la diretta online delle qualifiche del GP d&#39;Austria della Formula 1 2020!   &nbsp;  Gp Austria, Hamilton tuona: &quot;Le trattative di rinnovo non sono ancora cominciate!&quot; 

Sul circuito di Zeltweg vanno in scena le qualifiche della prima gara del Mondiale 2020. Le prove libere hanno confermato il dominio Mercedes. Sar&agrave; Hamilton, dopo il dominio nelle libere, a guadagnarsi la prima pole position della stagione?&nbsp;

F1 live Gp Austria, qualifiche: segui la diretta da Spielberg dalle 15!

        Qualche giorno e finalmente, dita incrociate permettendo, torner&agrave; in pista anche la Formula 1. Una lunga astinenza che verr&agrave; interrotta domenica 5 luglio col primo Gp in Austria, sul circutio di Zeltweg, e che dar&agrave; ufficialmente il via al tanto atteso Mondiale di F1 2020, seppur con un calendario ancora incerto. A soffrire della falsa partenza in Australia, dovuta alla pandemia coronavirus che ha coinvolto da vicino la McLaren, non sono solo i tifosi del Circus ma soprattutto i piloti. Tra questi anche Vettel che &egrave; pronto alla sua ultima stagione al volante di una Rossa per far posto a Sainz.&nbsp; Sar&agrave; strano per i tifosi e come ha ammesso anche lui, sar&agrave; doloroso per lo stesso Sebastian non vederlo pi&ugrave; con i colori di Maranello dal 2021, dopo questo addio inaspettato e rocambolesco per tutti. Non sar&agrave; facile per uno che la Ferrari l'ha sempre sognata, tifata e amata con tutto il cuore fin da bambino. Ma se c'&egrave; una certezza che ahim&egrave; il Circus insegna &egrave; proprio che non tutte le favole finiscono con un lieto fine o un per sempre. Cosa succeder&agrave; se Hamilton far&agrave; un gesto &ldquo;politico&rdquo; a Spielberg?  Vettel: "Gare fantastiche e grande spettacolo" "Non vedo l'ora di ricominciare a correre, stiamo aspettando da un bel po' di tempo - dice Sebastian Vettel a pochi giorni dal primo Gp -. Provare al Mugello &egrave; stato bello, ma tornare a correre &egrave; tutta un'altra storia. Non vediamo l'ora di tornare in pista, competere con gli avversari. L'Austria &egrave; un posto che mi piace, un circuito che mi piace ma quello che &egrave; bello &egrave; sapere che ci &egrave; permesso di tornare.  Ci mancheranno i tifosi, penso che correre senza di loro non sar&agrave; lo stesso. Non l'ho mai fatto e non riesco davvero a immaginare come sar&agrave;. Ma spero che prima o poi si possa riportarli in pista con noi. Allo tesso tempo spero ci seguano in tv, noi cercheremo di regalare loro gare fantastiche e un grande spettacolo".&nbsp;Frasi che sembrano scontate ma che dette da lui, soprattutto dopo la rivolta social portata avanti sui media della Scuderia Ferrari dagli appassionati del motorsport di ogni scuderia non appena &egrave; stato comunicata l'ufficialit&agrave; del divorzio, assumono un significato di profonda gratitudine e intesa con il cuore pulsante di Maranello: i suoi tifosi. Sulla SF100 per dare tutto In molti, addetti ai lavori e non, si sono chiesti come sar&agrave; l'ultima stagione di Seb in Ferrari. Dar&agrave; il massimo? Riuscir&agrave; finalmente a tirare fuori quella cattiveria mostrata con la Red Bull? O correr&agrave; solo per s&eacute; e render&agrave; la stagione difficile alla Ferrari o a Leclerc? Tutte domande che presto avranno una risposta, anche se sembra impossibile immaginarlo a bordo della nuova SF1000 senza la sua consueta professionalit&agrave; e il suo grande amore per la Ferrari.&nbsp;  Dello stesso avviso &egrave; anche l'ex pilota di F1 Martin Brundle, che da opinionista di Sky Sports Uk F1, non ha dubbi: Seb sar&agrave; uno dei grandi protagonisti del Mondiale 2020: "Vettel&nbsp;voler&agrave; nel 2020. In passato non ha mai dato grande attenzione agli ordini di scuderia come testimonia quanto avvenuto con Mark Webber ai tempi della Red Bull e con Charles Leclerc un anno fa.&nbsp;Guider&agrave; per s&eacute; e andr&agrave; fortissimo. Non credo che abbia perso velocit&agrave; col passare degli anni, magari non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave; lucido nei duelli ruota a ruota, ma resta un pilota molto veloce. La Ferrari ovviamente metter&agrave; in primo piano il suo uomo del futuro, Leclerc, ma in molti sostengono che l&rsquo;abbia gi&agrave; fatto a partire dalla passata stagione. Di solito si stabiliscono i piani per il futuro a due terzi di stagione, adesso invece Vettel si sentir&agrave; una persona poco gradita nel box sin da subito. Tutti guarderanno da un&rsquo;altra parte, nessun dettaglio sul futuro verr&agrave; condiviso con il tedesco". Della stessa opinione anche un altro ex pilota, Johnny Herbert: &ldquo;Vettel potr&agrave; correre libero e senza pensieri. In passato sentiva sulle sue spalle la Ferrari e tutti i tifosi del Cavallino Rampante. Nel 2020 non sar&agrave; cos&igrave;&rdquo;.  Ad aspettarsi grandi cose dal 4 volte iridato c'&egrave; anche Hamilton che ha rivelato: "Il mio avversario pi&ugrave; duro? Direi Sebastian&rdquo;.&nbsp;       

Il Mondiale 2020 sar&agrave; l'ultimo per Sebastian con i colori di Maranello. E Brundl &egrave; sicuro che senza la solita pressione non commetter&agrave; gli stessi errori in pista della passata stagione. Intanto il tedesco, temuto da Hamilton su sua confessione, ammette: "Sar&agrave; dura senza tifosi, non riesco davvero a immaginare come sar&agrave;"

F1, Vettel e Ferrari: non vede l'ora di correre libero e senza pensieri?

A meno di una settimana dall'inizio della nuova stagione della Formula 1 ecco che la scuderia di Grove presenta la sua nuova livrea. Senza più il colore rosso e senza più lo sponsor ROKiT: l'unica certezza è il bianco-azzurro che Russell e Latifi guideranno in questo Mondiale 2020 

F1, Williams : svelata la nuova livrea 2020 della FW43 FOTO

        C'&egrave; chi si riaccende e c'&egrave; chi ancora non pu&ograve;. La Formula 1 si avvicina alla stagione 2020 non solo con l'incognita del calendario, per ora con solo 8 Gp programmati e la partenza in Austria dal prossimo 3 al 5 luglio, ma anche con il dubbio di alcune scuderie che non potranno scendere in pista prima del debutto a Spielberg. Se Mercedes e Ferrari hanno gi&agrave; avuto modo per questa settimana di organizzare i test a Fiorano (Vettel e Leclerc guideranno la vecchia SF71-H) e a Silverstone (Bottas ed Hamilton saliranno sulla vecchia W09), per rimettere alla guida i loro piloti e fargli riprendere la confidenza con le vecchie monoposto - come da regolamento vista l'impossibilit&agrave; di vetture pi&ugrave; recenti di due anni -; la Red Bull e la McLaren hanno gi&agrave; fatto intendere che non potranno sfruttare questa grande opportunit&agrave;. E la causa purtroppo &egrave; riconducibile alla grave crisi economica che ha colpito tutto il Circus, ma non solo. Cos&igrave; purtoppo i due team non avranno l'opportunit&agrave; soprattutto di permettere a meccanici, piloti e staff di entrare pi&ugrave; in sintonia con i nuovi protocolli sanitari anti-Covid 19, visto il lungo stop dovuto all'emergenza coronavirus. Red Bull nella trappola Renault Il team di Milton Keynes quindi non potr&agrave; far scorrere il chilometraggio di Verstappen e Albon a bordo della RB14. Tutto 'per colpa' della power unit Renault e per la rottura col marchio francese avvenuto due anni fa e che ha portato poi l'anno scorso alla nuova motorizzazione Honda. Da qui si capisce che per la Red Bull sarebbe impossibile, oltre ad essere anche un danno d'immagine, far correre i due ragazzi a queste condizioni. L'unica via d'uscita sarebbe quella di utilizzare dai cuigini della Toro Rosso la STR13 guidata due anni fa da Hartley e Gasly, gi&agrave; equipaggiata della Honda con la power unit giapponese.&nbsp; &nbsp; McLaren nel profondo rosso Ben diversa la situazione a Woking, dove non &egrave; un mistero la grave crisi economica che ha affondato ancora di pi&ugrave; la situazione precaria della scuderia. Ufficialmente il problema sarebbe quella di far arrivare dalla Francia la power unit Renault, per poi rimontarla sulla MCL33, senza incappare nella quarantena di due settimane che il governo britannico impone a tutte le persone che arrivano nel paese, meccanici della Formula 1 compresi. Una motivazione che appare pi&ugrave; un palliativo visto il recente taglio del personale. E i rumors infatti rincorrono vocie sempre pi&ugrave; insistenti di un Norris in continuo contatto con la Carlin e un Sainz Senior spesso al telefono con la Trevor affinch&egrave; tutti possano togliersi un po' di ruggine e sgranchirsi le gambe prima di iniziare il mondiale 2020 di F1. L'editoriale del direttore: Mugello, l'ipotesi che fa bene al cuore       

E' quasi certo che le due scuderie non scenderanno in pista prima della riaccensione dei motori in teoria prevista con il Gp d'Austria in programma dal 3 al 5 luglio sul circuito di Spielberg&nbsp;

F1, McLaren e Red Bull niente test prima del Mondiale 2020

        La pandemia di coronavirus &egrave; stata, per la Formula 1, una sorta di &ldquo;palla al balzo&rdquo; da cogliere per cambiare. Di fronte alla rappresentazione plastica di un business a rischio tracollo davanti a uno stop prolungato dell&rsquo;attivit&agrave; - per il modello stesso di dipendenza finanziaria -, il tema del budget cap &egrave; stato sviluppato su valori che fino allo scorso anno sembravano essere impensabili da poter raggiungere con l'accordo delle squadre. In Edicola: 131 Abarth, favola italiana La crisi ha colpito duramente, impattato sull&rsquo;industria dell&rsquo;auto che apre i rubinetti a molte realt&agrave; in griglia. Rinnovarsi era una necessit&agrave;. Sul futuro serve scrivere ancora la parola decisiva in accordi commerciali tra F1 Group e le squadre, quel Patto della Concordia in scadenza a fine anno e sul quale Chase Carey spiega si riprender&agrave; a tessere le fila del discorso una volta superato un ordine di priorit&agrave;. &ldquo;Eravamo su una strada in discesa, probabilmente nella fase finale dal compiere l&rsquo;accordo dalla nostra prospettiva, finalizzarlo, prima che esplodesse il coronavirus. Sentivamo c&rsquo;erano delle priorit&agrave; che avremmo dovuto gestire e dare precedenza. Le sfide del rispondere a un calendario, ai problemi sorti durante l&rsquo;anno e mettere a punto i cambiamenti regolamentari: la forza finanziaria, sportiva, tecnica dello sport sul lungo periodo sono diventate questioni prioritarie. A breve probabilmente torneremo a parlarne&rdquo;. La firma sulla spartizione della torta Un tasto pausa sulle trattative legate ai privilegi riconosciuti alle squadre storiche, il pi&ugrave; equo ripartire i premi derivanti dai diritti tv, organizzativi, le sponsorizzazioni. Si torner&agrave; a discutere con squadre minori a rischio sopravvivenza senza il budget cap messo a punto, grandi marchi come Mercedes e Renault a ribadire l&rsquo;impegno in una presenza garantita nella Formula 1 che si &egrave; delineata. Sainz, in Ferrari non da secondo Si attende una questione dalla rapida definizione Carey una volta archiviata la &ldquo;pratica calendario&rdquo; &ndash; a fine giugno l&rsquo;obiettivo di un quadro completo sui GP dopo Monza e fino ad Abu Dhabi &ndash;. &ldquo;Per lo sport &egrave; di massima importanza che ci siano davvero la competitivit&agrave; e l&rsquo;azione in pista che vogliamo. Non &egrave; un caso che le tre squadre che hanno conquistato fondamentalmente ogni podio negli ultimi 5 anni siano le 4 squadre che hanno speso di gran lunga pi&ugrave; di chiunque altro. Vogliamo che la Formula 1 continui a essere il vertice delle corse&rdquo;, la premessa dell&rsquo;a.d. di F1 Group. Minori differenze Farlo con budget rivisti, strutture da ripensare, un&rsquo;idea che a essere premiante sia &ldquo;come spendi i soldi e non quanti ne spendi&rdquo;. &ldquo;Le squadre credo spendano 10 volte quanto spende qualsiasi altro team in altre serie motoristiche, non si tratta di un&rsquo;assenza di risorse. In realt&agrave;, sebbene capiamo come vi siano delle sfide da questo tetto ai costi per alcuni team, render&agrave; il business pi&ugrave; in salute nel lungo periodo ed &egrave; di estrema importanza. Non penso si possa avere uno sport che sul lungo periodo abbia 3 squadre su 10 in lotta davvero per un campionato. Non ci sar&agrave; un campo di gara assolutamente livellato ma sar&agrave; un campo nel quale gli outsider avranno pi&ugrave; possibilit&agrave; di vincere&rdquo;.       

Con altre priorit&agrave;, legate alla sopravvivenza della Formula 1, le discussioni in dirittura d'arrivo con le squadre per il rinnovo degli accordi commerciali riprenderanno a breve, assicura Chase Carey

F1, Carey: discussioni in pausa sul Patto della Concordia

La Williams &egrave; in vendita. Al miglior acquirente. L&rsquo;annuncio &egrave; stato dato direttamente dalla squadra di Grove. Il terzo team pi&ugrave; longevo della Formula Uno dopo Ferrari e McLaren &egrave; alla canna del gas. Messo in ginocchio da una crisi senza fine acuita ancora di pi&ugrave; dalla pandemia Covid-19. I dati finanziari relativi al 2019 che emergono dalla revisione strategica fatta nel corso degli ultimi giorni parlano chiaro. Dicono che le entrate del gruppo sono diminuite di 16,3 milioni di sterline in appena un anno. Si passa infatti dai 176,5 milioni del 2018 ai 160,2 del 2019.  Per quanto riguarda esclusivamente il reparto F.1, le entrate sono diminuite di ben 35,3 milioni di sterline (95,4 milioni del 2018 contro i 130,7 dell&rsquo;anno precedente), con perdite di 10,1 milioni di sterline rispetto a un utile di 16 milioni di sterline siglato nel 2018. Una situazione insostenibile che ha portato al doloroso annuncio al quale si &egrave; aggiunta un&rsquo;altra tegola con l&rsquo;annuncio del main-sponsor Rokit che ha sciolto l&rsquo;accordo che lo legava alla squadra inglese fino al 2023.  Sterzi a parte: Rivalutiamo il reale!  E&#39; una notizia dolorosa quella che arriva dal Regno Unito e che si aggiunge ai numerosi licenziamenti annunciati anche dalla McLaren che illustrano chiaramente tutte le difficolt&agrave; in cui si sta dibattendo la F.1 in questi giorni. Ma non ci sono solo brutte notizie dal fronte perch&egrave; proprio nel corso della passata settimana sia Renault che Mercedes hanno smentito le voci di un possibile addio al Circus riconfermando la loro presenza anche negli anni a venire.  Intanto pian piano il mondo del Motorsport si sta rimettendo in moto. II team di F.1 sono tornati al lavoro in vista del primo weekend di luglio quando in Austria dovrebbe prendere il via questo disgraziatissimo Mondiale 2020.&nbsp; Una stagione che si porter&agrave; in dote situazioni inconsuete con tanti piloti con la valigia pronta perch&egrave; dal 2021 sanno gi&agrave; che dovranno cambiare aria. Tra questi Sebastian Vettel. A questa situazione del tutto inusuale per il team di Maranello abbiamo dedicato la copertina di questo numero perch&egrave; ovviamente &egrave; uno dei temi caldi che ci accompagneranno nel corso di una stagione che, almeno stando al calendario provvisorio stilato, dovrebbe prevedere 19 Gran Premi su 16 circuiti.    Dal 29 maggio, intanto, &egrave; in edicola un nuovo numero di Autosprint Gold Collection. Si tratta di una monografia di 132 pagine dedicata alla 131 Abarth, la berlina di casa Fiat destinata alle famiglie capace di conquistate tre titoli iridati (nelle stagioni 1977, 1978 e 1980) un mondiale Piloti (con Walter Rohrl nel 1980) e una Coppa Fia Piloti (vinta da Markku Alen nel 1978). Una bella storia in salsa tricolore tutta da rileggere. Buona lettura. 

Con le entrate del gruppo diminuite di 16,3 milioni di sterline in appena un anno, il terzo team pi&ugrave; longevo della F1 alza bandiera bianca e si offre al miglior acquirente. E intanto il Circus si prepara al probabile via del Mondiale 2020 col Gp d&#39;Austria ai primi di luglio

L&#39;editoriale del Direttore: Williams in vendita e F.1 in sofferenza

Se devo sintetizzare con una sola parola la figura che sta facendo il mondo della Formula Uno rispetto all&rsquo;emergenza - e alla tragedia - mondiale Covid 19, me ne viene una di lignaggio classico: HYBRIS. Da vocabolario, presso gli antichi Greci, tale si definiva l&rsquo;orgogliosa tracotanza che porta l&rsquo;uomo a presumere della propria potenza e fortuna e a ribellarsi contro l&rsquo;ordine costituito, sia divino che umano, immancabilmente seguita dalla vendetta o punizione divina (t&iacute;sis): concetto di fondamentale importanza in alcuni scrittori greci, specialmente in Eschilo.  F1, Montezemolo: &quot;Schumi voleva a tutti i costi Vettel in Ferrari&quot;  Passano i giorni, le settimane, passeranno i mesi e tutti cominciano a guardare alla situazione internazionale con la distanza e la vicinanzaormai calibrate, per capire e realizzare quale razza di tormento e problema epocale ci stia attanagliando. Ma se c&rsquo;&egrave; qualcuno che, a giudicare dalle sporadiche interviste, dai timidi dibattiti e dalle non rare sparate a cavolo di cane, proprio non ha ancora capito niente dell&rsquo;entit&agrave;, della pervasivit&agrave; e soprattutto delle implicazioni morali del problema, quello &egrave; proprio il micromondo della Formula Uno.  Prima d&rsquo;andare avanti, per&ograve;, fermi un attimo. Non voglio fare d&rsquo;ogni erba un fascio, eh, perch&eacute; ad esempio Mattia Binotto m&rsquo;&egrave; piaciuto assai quando ha puntualizzato che la Rossa non avrebbe corso in Australia, indipendentemente da esiti di confronti e votazioni interne, cos&igrave; come c&rsquo;&egrave; solo commozione a pensare che la Ferrari stessa come azienda stia facendo molto di suo per rendersi utile rispetto ai respiratori e la Dallara non manca di dare una mano a sua volta su materiale e attrezzature per combattere l&rsquo;emergenza stessa, quanto Lamborghini e Brembo, ciascuno nel suo.  Cos&igrave; come il gesto di Roberto Lacorte e di Cetilar che hanno devoluto tutto ci&ograve; che non hanno speso a Sebring, avendo il coraggio e la dignit&agrave; di ritirarsi per primi dal correre, non andr&agrave; dimenticato. Si chiamano sinergie ma sono anche pensieri belli, simboli di cuore e anima che in questo momento danno un senso e, perdonerete, anche un pizzico d&rsquo;orgoglio alla nostra passione per il Motorsport tutto, non solo per la massima formula, eh.  Coronavirus, Vettel sui social Ferrari: &quot;Non perdiamo la speranza&quot;  Per&ograve; di cose ce ne sono altre che fanno girare le eliche e anche tanto. Capita quando a maneggiare milioni e bilioni ci son personaggi che se non si danno una calmata rischiano di far solo la figura dei coglioni. In altre parole, adesso, sottotraccia, squittendo, fastidiosamente lamentandosi, i poteri forti del Circus non fanno che ricicciare, mettere e rimettere mano al calendario ogni cinque minuti, proponendo, congetturando e mercanteggiando tante di quelle versioni emendate e naufragate, che in confronto le evoluzioni delle autocertificazioni italiane paiono rarissime e stabili.  Peggio. In un momento come questo sarebbe bello vedere tutti i rappresentanti di entit&agrave; importanti nel mondo del Circus portare avanti iniziative o decisioni utili alla causa, invece, dai e dai, qui l&rsquo;unica cosa importante sembra essere diventata capire se si corre in giugno, luglio, agosto o quandomai. E se si far&agrave; in tempo o meno a disputare un numero minimo di Gran Premi per non invalidare la stagione, quindi evitando di far saltare tanti remunerativi contratti in essere.  In poche e altre parole, il mondo della F.1 ai massimi vertici si sta preoccupando di una sola cosa: di salvare la superpagnotta, apparentemente ignorando l&rsquo;entit&agrave; del problema devastante in atto, autochiamandosi fuori dal mondo. Perch&eacute; questo la F.1 sembra: in gran parte, un&rsquo;accozzaglia di grossi e grassi ed egoisti ed egostisti marziani che ben poco hanno a che vedere col pianeta Terra, peraltro in piena coerenza coi comportamenti posti in essere almeno da tre decenni, ovvero dai pi&ugrave; trionfanti e arricchenti - non certo spiritualmente - raccolti dell&rsquo;era Ecclestone.  Pure Vasseur, uomo forte dell&rsquo;Alfa Romeo in F.1, ha detto chiaramente che l&rsquo;ambiente dei Gp la deve smettere di sentirsi in un&rsquo;altra dimensione, figuriamoci se non possiamo pensarlo noi. C&rsquo;&egrave; un che di punitivo (appunto di t&iacute;sis, direbbe chi ha studiato), nell&rsquo;eventualit&agrave; che tutta la baracca sia messa in mora in quanto inadempiente e forzatamente, bench&eacute; incolpevolmente, non in grado di adempiere agli impegni contrattuali nei confronti dei contraenti, visto lo sconvoglimento in atto.  Tutto questo dopo che, appunto per decenni, il promoter di turno, in piena crisi di automitizzazione, ipertrofia dell&rsquo;io, di bulimica fame di quattrini nonch&eacute; di spregiudicato opportunismo, aveva messo un ideale coltello sotto la gola agli organizzatori di qualsiasi Paese, cercando di spremere oltre l&rsquo;immaginabile le tasche altrui - a cascata di organizzatori di Gp, sponsor e, a caduta, fino agli spettatori -, rivendicando una tracotanza, un senso di superomismo commerciale e arrogante (sempre quello che ha studiato parlerebbe di Hybris), facendo letteralmente a pezzi la geopolitica, strutturale, ideale e sentimentale del mondiale di Formula Uno.  Di pi&ugrave;. Spostando il baricentro del mondiale verso paradisi turistici, economici e fiscali quasi irreali che nulla hanno a che fare con la tradizione motoristica, ma che tanto hanno a che vedere con la tradizione quattrinara. Facendo letteralmente a pezzi circuiti classici in nome d&rsquo;una malintesa sicurezza, sostituendoli con postacci che in confronto il kartodromo di Pomposa sembra il vecchio Nurburgring, tanto &egrave; bello, rigoglioso e tecnicamente impegnativo.  Ecco, ora questi, i padroni del vapore, son l&igrave; con la coda tra le gambe, che cercano, adesso che il buffet si sta frantumando, di raccogliere sotto il tavolo e salvare brandelli di torta, separandoli dai cocci dei piatti, facendo a pugni con le formiche. Mass&ugrave;, un po&rsquo; di stile. Ancora una volta, il meno fuori dal mondo di tutti si sta dimostrando il venerabile e venerando 89enne Bernie Ecclestone medesimo, il quale, tagliando corto, dice: &laquo;Penso che si dovrebbe chiudere la discussione sulla possibilit&agrave; di gareggiare quest&rsquo;anno. &Egrave; l&rsquo;unica cosa da fare per la sicurezza di tutti. &Egrave; un peccato, ma &egrave; cos&igrave;&raquo;. Chi &egrave; dentro le pi&ugrave; segrete cose, aggiunge anche che Bernie a quelli di Liberty Media glielo ha gi&agrave; detto e cantato chiaro e tondo: lasciate perdere con questi tentativi di acchiappare farfalle che non volano pi&ugrave;, annunciate che molto probabilmente non ci saranno le condizioni per correre e fate slittare tutto il mondiale di F.1 al 2021, perch&eacute; &egrave; la sola cosa sincera e sensata da fare.  Invece no. Ecco che si continua a dire: ma dai, in giugno magari si potr&agrave; far qualcosa, al limite in luglio, senn&ograve; c&rsquo;&egrave; agosto, comunque Monza non &egrave; mica a rischio, no? Boh. Qui nessuno di noi ha la bench&eacute; minima infarinatura di gestioni pandemiche, tuttavia, con i contagi nel mondo mediamente in implacabile esplosione, in questo momento stare a fare previsioni sul ritorno in sicurezza e sulla riaccensione dei motori per l&rsquo;FP1 del primo Gp 2020 &egrave; folle, anacronistico e semplicemente idiota.  Come immaginare durante l&rsquo;eruzione di Pompei il capo della locale comunit&agrave; che si domanda&nbsp; se la calamit&agrave; potrebbe impedire il successivo passaggio di Maradona dal Barcellona al Napoli. Ma, dico, stiamo scherzando? Chi ha un minimo d&rsquo;animo da buon padre di famiglia, mica i luminari, ma pure il meccanico di paese spiega al sottoscitto tonto e attonito che il vero problema in prospettiva non sar&agrave; tanto vedere calare o scemare i contagi, quanto evitare che si verifichino ritorni di fiamma, esplosioni reiterate e crisi ripetute a seguito di spostamenti indesiderati capaci di riprocurare link letali. Perch&eacute; le ricadute fanno male quanto le cadute, se non di pi&ugrave;.  Della serie, il difficile non &egrave; smettere di fumare, l&rsquo;abbiamo fatto tutti centinuia di volte. La quasi impossibilit&agrave;, la battaglia pi&ugrave; difficile, &egrave; non ricominciare. E per l&rsquo;amaro caso del Covid-19 sar&agrave; la stessa identica cosa. Come si pu&ograve; pensare di spostare duemila persone del Circus e mescolarle in qualsiasi parte del mondo con altre cento-centocinquantamila teoricamente provenienti da ognidove, senza temere una ricaduta di contagio che al quel punto sarebbe lecito definire anche peggio che colposa e un tantino criminale? Per questo sinceramente penso che a oggi non c&rsquo;&egrave; alcuna base certa e ottimistica per dire che il mondiale di Formula Uno potr&agrave; riprendere entro un lasso di tempo ragionevolmente breve o a media scadenza.  Quindi, direi, usando ragionevolezza a spanne, delle due l&rsquo;una: o si ricomincer&agrave; nel 2021 e ciao mare, oppure si far&agrave; un campionato alla Wec o stile calcio in chiave 2020-2021, con qualche corsetta giusto a fine stagione, ma son dettagli. E state sereni e tranquilli, a parte qualche taglio, sacrificio e dieta, come leggete altrove in questo numero, nessuna delle squadre finir&agrave; in strada perch&eacute; incapace di pagare bollette o monnezza. Per un motivo molto semplice: in F.1 soggetti deboli non esistono.  Perfino i team pi&ugrave; piccoli sono legati, incardinati e collegati ai soggetti pi&ugrave; grandi, quelli blindati e autodifendibili. Pertanto tamponabili, salvabili e aiutabili in attesa che torni il sereno. Peggio stanno tutti coloro che nel mondo corrono in altre discipline, dalla Indy ai rally, passando per le formule minori. Quelle sono le strutture, medie e piccole, che soffrono davvero. Quindi, la F.1 non rischia di fallire o sparire e neanche le singole squadre.  Piuttosto, nei Gp lo scenario prevedibile &egrave; il digiuno dei bulimici, la fame dei magnoni, la catastrofica dieta indesiderata che fin da ora sta mandando fuori di testa costoro che pensavano di poter tenere per le palle chiunque al mondo, nel loro settore. Anzi, pi&ugrave; si va avanti, pi&ugrave; mi guardo in giro, e pi&ugrave; penso che in un momento come questo gli sport pi&ugrave; ricchi al mondo - mettici pure anche il calcio, accanto alla F.1 -, stanno mostrando soprattutto la loro povert&agrave; morale, mentre i pi&ugrave; poveri nulla hanno da perdere, potendo sfoggiare, una volta di pi&ugrave;, solo la loro immensa dignit&agrave;. Ecco, vedete.  &Egrave; questa la HYBRIS. L&rsquo;incapacit&agrave; di capire che le sorti umane, mica solo quelle della Formula Uno, eh, son sempre attaccate e dipendenti da qualcosa di impalpabile, sovrumano e sostanzialmente ingovernabile, assorbibile solo con consapevole rassegnazione. Questo &egrave; il senso di tutto. Capire che alla fine i destini delle co(r)se non li decidiamo noi. E che chi si ostina a negarlo, annegher&agrave; un giorno, travolto e strafatto d&rsquo;HYBRIS.  Il saggio contadino sa che tanto del suo raccolto, se non tutto, pi&ugrave; che dalla sua bravura e avvedutezza, dipender&agrave; dal tempo, inteso come meteo. Quando ero bambino, pure il mio edicolante, il Sor Pietro, quando abbandonava d&rsquo;improvviso il negozio partendo per chissadove a bordo d&rsquo;un Ape, lasciava in vetrina un foglio con su scritto: &ldquo;Torno presto. Se Dio vole&rdquo;. Questa &egrave; la prima, immediata e ineludibile lezione che proviene dall&rsquo;orrenda storia che stiamo vivendo. 

In F.1 ci si ostina a non capire che la crisi emergenziale mondiale al momento non prevede vie d&#39;uscita a breve o medio termine. La verit&agrave; &egrave; che per il 2020 non dovrebbe esserci trippa per gatti...

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Vanzini che urla il Predestinato e le stricce nere di Gené 

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