        &Egrave; come un temporale estivo. Improvviso e potenzialmente in grado di far tanti danni. Mercedes cambia, pu&ograve; chiamarsi rivoluzione, quando annunci l&rsquo;uscita, concordata, di quello che pu&ograve; ritenersi il pap&agrave; delle W iridate. Aldo Costa lascia la direzione dell&rsquo;ingegneria a fine anno, ponte di comando dal quale ha dettato la progettazione e sviluppo delle Frecce d&rsquo;Argento. Arrivato nel 2011 a Brackley, trov&ograve; una Mercedes lontana parente della dominatrice dell&rsquo;era turbo-ibrida. Sette anni dopo torner&agrave; in Italia con in tasca quattro titoli Costruttori e 178 gran premi vinti (finora) dalle sue monoposto. Quel primato assoluto Mercedes oggi messo in discussione pi&ugrave; che mai, conteso da una Ferrari che nel 2018 ha dimostrato d&rsquo;aver compiuto progressi superiori agli avversari di sempre, fino a strappare una vittoria dall&rsquo;elevatissimo valore simbolico a Silverstone. Per il tipo di pista e per la tempistica. Mercedes lancia una monoposto quasi versione-B in Austria? Ferrari rilancia con aggiornamenti che la rendono competitiva come era difficile immaginare.  Il team diretto da Toto Wolff si trova di fronte la sfida pi&ugrave; difficile affrontata dal ritorno in Formula 1. Aldo Costa rester&agrave; consulente tecnico del team, un ruolo defilato, a partire dal 2019. Figura centrale del gruppo dell&rsquo;ingegneria, membro senior, diverr&agrave; John Owen, gi&agrave; capo progettista, e risponder&agrave; alla direzione di James Allison.  Dice addio al team anche Mark Ellis, direttore delle prestazioni, che dopo 30 anni di competizioni e 19 di Formula 1 si fermer&agrave; per un anno, fino a maggio 2019. Fino ad allora seguir&agrave; la transizione nel reparto da lui diretto, leadership che passa nelle mani di Loic Serra, fino a oggi capo della dinamica del veicolo.  Il momento del passaggio delle consegne, perlomeno il suo annuncio, arriva in una fase cruciale del campionato. Per il piano di sviluppi da portare avanti sul progetto W09 e, soprattutto, per la definizione della monoposto 2019, passaggio molto pi&ugrave; importante di quel che si pensi, viste le novit&agrave; regolamentari e la semplificazione aerodinamica che porter&agrave; nuove sfide per i reparti tecnici. Aree strutturate per lavorare in parallelo, su due progetti contemporaneamente, vera forza dei top team.  &laquo;Gli ultimi 7 anni con Mercedes sono stati un&rsquo;esperienza incredibile, non solo di successo professionale ma anche un&rsquo;esperienza di vita che ha arricchito me e la mia famiglia, e dato una mentalit&agrave; pi&ugrave; aperta e internazionale&raquo;, ha commentato Aldo Costa, giunto in Mercedes nel 2011 dalla Ferrari.  &laquo;Abbiamo visto i progressi compiuti dal team e la conquista del successo, la nostra prossima sfida &egrave; quella di creare un gruppo ancora pi&ugrave; forte per centrare le sfide del prossimo decennio. Nell&rsquo;ultimo anno ho lavorato con Toto e James (Allison; ndr) allo sviluppo di un piano di successione a lungo termine che aiutasse la prossima generazione a lavorare nel modo migliore possibile. Sono contento di lasciare il comando nelle mani capaci di John (Owen; ndr) e James e di continuare a supportare la nuova organizzazione come consulente tecnico per garantire che prosperi in futuro&raquo;.  L&rsquo;addio di Aldo Costa coinvolge un personaggio centrale nella struttura tecnica, ben pi&ugrave; di quanto non fosse Paddy Lowe, la cui uscita &egrave; stata metabolizzata da Mercedes senza alcun problema. &laquo;&Egrave; un momento importante per il nostro team e una grande opportunit&agrave;. Abbiamo detto tante volte che non puoi congelare un&rsquo;organizzazione di successo. &Egrave; una struttura dinamica e sono fiero che siamo in grado di trasferire il comando in modo lineare alla futura generazione di leaders all&rsquo;interno del team&raquo;, ha commentato Toto Wolff.  &laquo;Abbiamo discusso per molti mesi con Mark e Aldo su come implementare al meglio questa transizione e conferire i poteri ai loro successori. Mark e Aldo hanno entrambi aiutato a definire la tempistica e i modi di questi cambiamenti e il futuro del team si prospetta molto luminoso con John, Loic e tutta la guida tecnica diretta da James. Sin dai primi giorni del 2013 io e Aldo abbiamo condiviso tante cene a Oxfort da compagni esiliati, come anche giornate incredibili in macchina alla Mille Miglia lo scorso anno. Ho conosciuto non solo un uomo straordinario ma anche qualcuno che mi ha insegnato cos&igrave; tanto sulla Formula 1 e l&rsquo;umilt&agrave; necessaria per avere successo&raquo;.       

Il team affronta il pi&ugrave; importante cambiamento tecnico degli ultimi 7 anni. Aldo Costa lascia la direzione dell'ingegneria e Mark Ellis l'area Performance. Un avvicendamento di ruoli programmato negli ultimi 12 mesi

Formula 1, rivoluzione Mercedes: Aldo Costa lascia

Il 30 settembre 2011 la scuderia MercedesGp annuncia l&rsquo;arrivo di Aldo Costa nel ruolo di Direttore dell&rsquo;Engineering e responsabile della Progettazione e Sviluppo. Lo stesso anno il tecnico italiano era stato licenziato dalla Ferrari, nella quale aveva mantenuto l&rsquo;incarico di direttore tecnico fino al giorno 24 maggio.&nbsp;  Ma torniamo a Aldo Costa uomo Mercedes.&nbsp;  Domenica 9 ottobre 2016, quindi ieri l&rsquo;altro: la Casa tedesca con la vittoria di Rosberg e il terzo posto di Hamilton ha festeggiato il terzo titolo mondiale consecutivo Costruttori, al quale ben presto si aggiunger&agrave; il terzo mondiale di fila per Piloti, Rosberg o Hamilton ai fini del computo complessivo non fa alcuna differenza, perch&eacute; nell&rsquo;era Hybrid, o se preferite, nell&rsquo;epoca di Aldo Costa in plancia di comando, le Frecce d&rsquo;Argento, alias le sue W05,W06 e W07, si sono aggiudicate sei mondiali uno dietro l&rsquo;altro. Stupefacente. Una gran bella soddisfazione per chi crede negli ingegni italiani, a partire dal grande Gian Carlo Minardi che a Costa dette fiducia in tempi non sospetti, facendolo crescere all&#39;interno del suo team e preparandolo al meritato ingresso in Ferrari.&nbsp;  La Ferrari, invece, quest&rsquo;anno non ha vinto neppure una gara e il mondiale non lo vede dal 2007, quando Raikkonen port&ograve; al successo una monoposto il cui responsabile dell&rsquo;autotelaio era Aldo Costa medesimo.  Analisi Formula 1 Giappone: una gara di scivoloni  Ecco, sono cose che fanno pensare, queste, in una Formula Uno nella quale la competitivit&agrave; della monoposto &egrave; sempre pi&ugrave; frutto della genialit&agrave; dell&rsquo;equipe tecnica che la partorisce, mentre per il pilota portarla alla vittoria &egrave; ormai soltanto sintomo di ulteriore esecutivit&agrave; di una competitivit&agrave; che nasce e s&rsquo;afferma ben prima, nella fase del concepimento di telaio e power unit.  Paradossalmente, trovare un campione che ti fa vincere non &egrave; un problema, perch&eacute; di vincenti sul mercato ce ne sono e non si pu&ograve; certo dire che uno valga l&rsquo;altro, anche se con una monoposto davvero al top l&rsquo;onesto mestierante pu&ograve; far vedere sorci verdi al talento naturale, ecco.  Il difficile, la vera quadratura del cerchio, chiamiamola la pietra filosofale della F.1 dell&rsquo;era moderna, &egrave; avere o portarsi in casa il tecnico giusto.&nbsp;  Perch&eacute; di intelligenti ne girano diversi ma di geni veri capaci di fare la differenza sterzando a loro favore la faccenda sul mercato ce ne sono pochi e dire due gi&agrave; &egrave; tanto.  Passano gli anni, la realt&agrave; inizia a farsi leggere nella sua spietata nudit&agrave; e della triade Red Bull che port&ograve; quattro annate iridate complete di altrettanti mondiali Piloti e Costruttori, dal 2010 al 2013, analizzando i tre fattori vincenti ora &egrave; possibile arrivare a conclusioni piuttosto interessanti. La Renault &egrave; poi entrata in crisi affrontando male l&rsquo;era ibrida salvo riprendersi, Vettel si &egrave; molto ridimensionato, prendendole prima in casa da Ricciardo e in seguito perfino sul giro secco in casa Ferrari dal sempre meno agguerrito Kimi Raikkonen, il che &egrave; tutto dire.  Formula 1: Nico Rosberg &quot;Big in Japan&quot; e Lauda lo incorona  No, il solo dei tre che a dispetto di tutto e tutti ha continuato a pensare monoposto potenzialmente vincenti &egrave; Adrian Newey, il progettista pi&ugrave; blasonato e pluripremiato della F.1 moderna, al top sia in Williams che in McLaren, prima ancora di sublimarsi, libero e creativo come non mai, alla Red Bull.  Perch&eacute; per iniziare un nuovo ciclo vincente ci vogliono nomi e idee, sul versante tecnico.&nbsp;  E il pi&ugrave; bravo ferrarista che c&rsquo;era a disposizione negli ultimi dieci anni, la Rossa l&rsquo;ha messo alla porta un quinquennio fa e da allora a Maranello non &egrave; mai pi&ugrave; stata primavera.  Per questo bene ha fatto, anzi, benissimo, Arrivabene di recente a mettere in chiaro che al momento la conferma di Vettel non &egrave; una priorit&agrave;, perch&eacute; in questa F.1 uno che porta al successo la Rossa si trova ma, occhio: a patto di costruirne una finalmente in grado di vincere dei Gran Premi.  Peccato solo che quando c&rsquo;era e si chiamava Aldo Costa gli fu assegnato il ruolo di parafulmine, facendolo andar via e mettendolo nelle condizioni di progettare monoposto che da tre anni regalano mitragliate di titoli mondiali, ma ad altri. 

<p>Terzo titolo mondiale Costruttori per la Mercedes,&nbsp;con la monoposto realizzata dal tecnico che la Ferrari licenzi&ograve; nel 2011</p> 

Costa trionfa e la Ferrari soffre

Costa ai Caschi D&rsquo;Oro: &ldquo;Cos&igrave; si lavora alla Mercedes&rdquo;

Persino la grande Mercedes ha qualcosa di sbagliato. Lo ha ammesso con la consueta franchezza Aldo Costa, il responsabile progetto della squadra di Brackley. &laquo;Se non usiamo quasi mai l&rsquo;ottava marcia&raquo; dice l&rsquo;ex ferrarista &laquo;&egrave; perch&eacute;, sinceramente, nabbiamo calcolato nmale i rapporti del cambio. Pensavamo che nel corso della stagione ci sarebbe stata un&rsquo;evoluzione maggiore delle velocit&agrave; in curva, che giustificasse un rapporto finale pi&ugrave; lungo&raquo;.  Con il nuovo regolamento, i team possono cambiare la rapportazione una sola volta nel corso della stagione.

Costa: &ldquo;Non usiamo quasi mai l&rsquo;ottava marcia: abbiamo calcolato male i rapporti del cambio&rdquo;

F1, anche la Mercedes ha un difetto 

Uno dei tanti capi tecnici della Mercedes, nella fattispecie quello con la vera qualifica di &ldquo;direttore tecnico&rdquo;, e cio&eacute; Bob Bell, ha lasciato la squadra della stella d&rsquo;argento dov&rsquo;era da tre anni per - come ha dichiarato il team - &ldquo;inseguire nuove sfide professionali&rdquo;.  Visto che l&rsquo;annuncio &egrave; arrivato ieri, poche ore dopo le dimissioni di Domenicali, molti hanno letto in queste dimissioni di Bell il primo indizio di un rinforzo dello staff tecnico di Maranello. Anche perch&eacute; sembra che in passato lo stesso Domenicali abbia avuto un contatto con Bell. Non bisogna nemmeno dimenticare che il tecnico ex Mercedes era parte integrante dello staff tecnico di Alonso alla Renault F1 negli anni in cui Fernando con la squadra F1 guidata da Briatore ha vinto due titoli mondiali.  Bell per&ograve; &egrave; andato via da Mercedes perch&eacute; il suo ruolo era ridondante: aveva sopra di lui sia Aldo Costa, direttore dell&rsquo;ingegneria, che Paddy Lowe, n.1 dello staff tecnico arrivato a inizio anno dalla McLaren. Quindi c&rsquo;era una chiara incompatibilit&agrave; di presenze per cui Bell, messo nell&rsquo;angolo, ha preferito lasciare la squadra di Brackley tanto che Paddy Lowe ha gi&agrave; dichiarato che non verr&agrave; sostituito ma assorbir&agrave; lui le competenze di Bell.  Quindi Bell come rinforzo della Ferrari o per rimpiazzare definitivamente Pat Fry (a cui per&ograve; qualche tempo fa &egrave; stato rinnovato il contratto)? Potrebbe anche non essere cos&igrave;. Perch&eacute; voci in Inghilterra danno invece Bell come futuro direttore tecnico della McLaren-Honda nel 2015. I giapponesi avrebbero preteso un rinforzo dello staff tecnico visto che la Mercedes si &egrave; presa&nbsp;a inizio 2014 Paddy Lowe e cos&igrave; Dennis vorrebbe ricambiare alla Mercedes lo sgarbo portandogli via uno dei capi tecnici. Sembra questa una ipotesi molto pi&ugrave; concreta di un eventuale passaggio in Ferrari il cui unico potenziale indizio &egrave; soltanto nella coincidenza degli annunci di dimissioni fra Domenicali e Bell.  In ogni caso per via degli accordi di non concorrenza fra i team, ogni tecnico che va da una squadra all&rsquo;altra deve lasciar passare sei mesi di intervallo prima di lavorare per la nuova squadra. Quindi Bell, Ferrari o McLaren che sia, non sar&agrave; operativo prima di ottobre/novembre.

Uno dei direttori tecnici Mercedes ha lasciato la squadra. La coincidenza delle dimissioni fa pensare al Cavallino, ma &egrave; pi&ugrave; probabile vada con la Honda

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