La presenza di Flavio Briatore non gli crea alcun problema, anzi, bench&eacute; nessuno ci abbia fatto caso, i due si abbracciano privatamente e con molto affetto durante la cerimonia dei Caschi d&#39;Oro 2&#39;23 di Autosprint: &quot;Nessuno sa che Nathan Falco, figlio di Flavio, e il mio Pipo a Montecarlo andavano a scuola insieme, essendo anche molto amici. Non a caso sul piano personale io e Flavio abbiamo un ottimo rapporto, che tuttora perdura, al di l&agrave; delle vicissitudini delle sfide in pista...&quot;.   Il titolo di F1 &quot;rubato&quot; nel 2008  Felipe Massa si gode un Casco Legend, sentitamente ringrazia e pensa al futuro, che per lui significa soprattutto due cose: &quot;Una immediata, dal punto di vista agonistico, l&rsquo;altra invece da quello legale e delle giustizia. In pista posso dire che debutter&ograve; a fine gennaio alla 24 Ore di Daytona con un telaio Riley in squadra col connazionale Fraga, che ha gi&agrave; esperienze in Lmp3. Per me sar&agrave; un&rsquo;esperienza in pi&ugrave; in carriera. Poi proseguir&ograve; il mio impegno nella Stock Car brasiliana. Quanto alla mia ricerca di giustizia per il titolo mondiale F.1 2008, trovo sempre pi&ugrave; solidariet&agrave; tra i personaggi della F.1 e i tifosi, per cui spero proprio di concretizzare il mio sogno di convincere l&rsquo;autorit&agrave; sportiva di cambiare idea. Un mondiale ex aequo tra me e Hamilton? Potrebbe essere una soluzione io l&rsquo;accetterei, mi sentirei contento, anche se a oggi non &egrave; mai stata presa una decisione del genere&quot;.   Chiedergli a quale tribunale intende ricorrere per l&rsquo;azione legale nei confronti delle autorit&agrave; sportive, &egrave; ancora prematuro: &quot;Non posso rivelarlo ora, perch&eacute; &egrave; ancora presto per scoprire le carte, ma di sicuro questa sar&agrave; una scelta fondamentale. Di certo andr&ograve; avanti per cercare la giustizia che merito, visto il finale del controverso 2008. Infine ci tengo a puntualizzare una cosa: quando Montezemolo dice che io sono l&rsquo;unico brasiliano che non sa giocare a calcio, si sbaglia, confondendosi con Rubens Barrichello. Perch&eacute; io a pallone ci gioco eccome e sono anche bravissimo!&quot;.   

L&#39;ex team principal della Benetton dopo aver abbracciato l&#39;ex pilota Ferrari fa lo stesso con Pipo, figlio di Felipe

Briatore e Massa: l&#39;abbraccio pacificatore ai Caschi d&#39;Oro di Autosprint

        Una grande serata di stelle a cui Flavio Briatore non poteva mancare. Il brand ambassador di Formula 1, fortemente voluto dal CEO del Circus Stefano Domenicali, &egrave; stato uno dei grandi protagonisti dei Caschi d'Oro 2023 al Foro Italico di Roma. L'ex team principal della Benetton &egrave; salito sul palco per ricevere il premio Casco d'Oro Autosprint:&nbsp;"Sono felicissimo di essere qui e di ricevere un riconoscimento cos&igrave; importante per me. La Formula 1 resta un mio grandissimo amore che continuo a seguire in giro per il mondo con il mio nuovo ruolo di ambassador. E per questo ringrazio Domenicali che fa un lavoro incredibile con la F1 per crescere in tutto il mondo. La Ferrari? Decisamente un Mondiale complicato, la speranza &egrave; che Vasseur...." GUARDA L'INTERVISTA VIDEO COMPLETA  Tutte le interviste esclusive dei Caschi d'Oro 2023       

Il brand ambassador della F1 ed ex team principal della Benetton &egrave; uno dei grandi ospiti della cerimonia di premiazione andata in scena al Foro Italico di Roma

Flavio Briatore ai Caschi d'Oro 2023: "Vasseur sarà il francese che farà vincere la Ferrari?"

        Le recenti parole di Bernie Ecclestone sul GP Singapore 2008 hanno smosso nuovamente interesse attorno a quel campionato terminato con Lewis Hamilton vincitore con appena un punto di margine su Felipe Massa. Il brasiliano ex Ferrari ha ammesso di aver contattato degli avvocati per vedere quali vie legali siano percorribili, e nel frattempo sono arrivate le parole dell'altro brasiliano coinvolto nella faccenda, Nelson Piquet junior. Il figlio del tre volte campione del mondo, all'epoca alla Renault, and&ograve; a sbattere provocando l'uscita della safety car favorendo cos&igrave; il successo del suo compagno di squadra, Fernando Alonso. Massa studia le prossime mosse Flavio, un tiranno Nel podcast Pelas Pistas Piquet junior ha chiarito la sua posizione: "Avevo un ordine di squadra per aiutare qualcun altro all'interno del nostro team, non per sfavorire Felipe Massa. Niente del genere. Per&ograve; s&igrave;, &egrave; stato un errore. Mi trovavo in una posizione scomoda, sognavo di restare in F1 per tanti altri anni ancora, poi &egrave; arrivata la gara di Singapore e psicologicamente mi hanno messo all'angolo".  Piquet junior, come altri prima di lui, si trovava ad avere in Flavio Briatore sia il capo squadra che il proprio manager: "Nel mio viaggio in F1 non avevo pensato di farmi accompagnare da qualcuno, che fosse un avvocato o un manager, deve essere cos&igrave;. Mio padre nel mio primo anno (il 2008, ndr) non &egrave; venuto ad alcuna gara, io avevo solo Flavio che era il team principal ed il mio manager. Flavio era il manager anche di altri piloti, ero solo una figurina: gli altri erano Webber, Kovalainen, Alonso, Fisichella e Trulli. Briatore ha un modo di fare grottesco, lontano dalla tv &egrave; anche peggio. Io ero solo, lui mi ha destabilizzato, &egrave; difficile far capire tutto quello che ho passato".  Pentito? S&igrave; Oggi, a quasi 15 anni di distanza, il figlio d'arte ammette di essere pentito: "Tuttora&nbsp; molto persone mi chiedono 'Lo rifaresti?', e la mia risposta ovviamente &egrave; 'No'. Ma a quell'et&agrave;, sotto quella pressione, senza nessuno l&igrave; con te se non una persona cos&igrave; prepotente, che si lamenta sempre, che ti mette sempre sotto pressione e che di continuo ti avverte di essere all'ultima possibilit&agrave;, &egrave; stato diverso. Inseguivo la vita ed avevo la sensazione che tutto stesse andando a rotoli, avrei dovuto fare pi&ugrave; test, ed alla fine come Kovalainen ero un altro compagno di squadra non abbastanza forte per Alonso. Per tutti questi motivi ho fatto quell'errore".       

Il brasiliano &egrave; tornato sull'episodio che ha macchiato la sua carriera: si dice pentito di un gesto fatto quando si trovava ormai spalle al muro, con accuse pesanti a Briatore che all'epoca era suo team principal ma anche suo manager

Singapore 2008, Piquet: "Pentito? Sì. Ero solo, Briatore un prepotente"

        Tre ore per prendere una decisione. Tanto ci &egrave; voluto al collegio dei commissari del GP di Singapore, per decidere come punire Perez dopo le due infrazioni in regime di Safety Car. Una lunghissima attesa, dopo la bandiera a scacchi e la festa del podio, per dare una sentenza che non ha cambiato nulla&hellip; Ma che comunque ha influito sulla gara. Se la decisione sui 5&rdquo; di penalit&agrave; fosse arrivata prima, Leclerc non avrebbe bruciato le gomme per attaccare il messicano, gli sarebbe bastato mettersi in scia. Altro esempio di lentezza esasperante dei giudici che hanno fatto scatenare l&rsquo;ira di Briatore che ha commentato: "La penalizzazione di Perez? Se fossi stato in Ferrari, io ieri avrei spaccato il computer. Ognuno ha il suo sistema di gestione. Quello che posso dire &egrave; quanto fatto ieri non fa bene allo sport e allo spettacolo. C'&egrave; stato anche il podio, metti che non ci fossero stati i 5" avrebbe vinto la Ferrari dopo due ore. Non esiste. Pi&ugrave; facile per la Fia decidere con la Ferrari di Leclerc a 7" da Perez? Assolutamente, ma se decidevano subito magari Leclerc faceva un'altra gara".       

L&rsquo;ex team manager di F1 ha commentato, nel suo stile, la penalizzazione di Perez

Briatore è una furia: “Fossi stato in Ferrari, avrei spaccato tutto”

        Nei mesi scorsi si ragionava di un possibile ritorno di Flavio Briatore in Formula 1, prospettando l'orizzonte Alpine. Il diretto interessato, quando si &egrave; trovato a commentare le opzioni di consulenti esterni ai team le battezzava come figure inutili. Il riferimento, diretto, alla possibilit&agrave; che Jean Todt tornasse con un simil ruolo in Ferrari. Torna in Formula 1, Briatore. Lo fa per&ograve; da una prospettiva diversa,&nbsp;contribuir&agrave; allo sviluppo dei temi commerciali.&nbsp;Il Circus ha ampliato gli orizzonti verso "citt&agrave;-destinazioni" globali che siano vetrine per lo sport. Rispondono a tale logica le apparizioni di Singapore, Jeddah, Miami la prossima new entry. Altro bolle in pentola, l'interesse di Los Angeles verso la categoria.&nbsp;  Quale sar&agrave; il ruolo di Briatore "Sono lieto e onorato di poter continuare a supportare lo sviluppo commerciale e di intrattenimento della F1, lo sport che amo e che &egrave; stato una parte cos&igrave; importante della mia vita professionale", ha commentato Briatore. C'&egrave; un potenziale da sviluppare per la Formula 1 che guarda al "cliente" da Paddock Club, per intenderci. Servizi di lusso per vivere un Gran Premio da una prospettiva altra rispetto al mondo dei tifosi del "prato".&nbsp; LEGGI ANCHE - Test Bahrain F1 in diretta su Sky e NOW Ci sono poi le iniziative da strutturare insieme ai promoter dei vari eventi in calendario, fronte sul quale Briatore contribuir&agrave;, come specifica la nota richiamata dal diretto interessato sui propri social: &ldquo;Flavio Briatore, nella sua qualit&agrave; di ambasciatore di lunga data per la Formula 1, continuer&agrave; a supportare il Circus nelle relazioni con alcuni promotori, partner esistenti e potenziali, sviluppando anche eventuali collaborazioni commerciali e di intrattenimento&rdquo;, cos&igrave; si tratteggia il ruolo del manager piemontese.       

Il tema commerciale, delle sponsorizzazioni, dei rapporti con i promoter, saranno tutti nel perimetro di azione del Briatore ambasciatore della Formula 1

Briatore torna in Formula 1 e c'è un business da potenziare

        Una delle sfide pi&ugrave; grandi per Davide Brivio sar&agrave; quello di conoscere il pi&ugrave; rapidamente possibile il mondo della Formula 1. L'uomo nuovo della Alpine, che ha una lunga militanza nel Motomondiale, &egrave; praticamente a digiuno in fatto di F1, e questo potrebbe essere, almeno inizialmente, un ostacolo, soprattutto per quanto riguarda la "politica". Secondo Flavio Briatore per&ograve;, questo non sar&agrave; un problema. Davide Brivio: chi &egrave; l'uomo al timone della Alpine che ha lasciato la MotoGP per la F1 Dall'inesperienza ai 7 mondiali L'ex team principal di Benetton e Renault infatti alla Gazzetta dello Sport ha fatto un parallelo tra se stesso e Brivio per quanto riguarda la F1: "Anche io ne ero a digiuno quando ci sono arrivato. Non avevo mai visto nemmeno una gara, poi per&ograve; ho vinto sette titoli (4 Piloti, due a testa con Schumi ed Alonso, e 3 Costruttori, uno con la Benetton e due con la Renault, ndr). Dunque non credo ci sia da aggiungere altro e auguro a Brivio di fare altrettanto. Di certo se la Renault lo ha scelto ci saranno molte buone ragioni, per cui sono sicuro che l'inesperienza non sar&agrave; un problema. Alla fine si tratta di gestire uomini, in pochi mesi capir&agrave; tutto quello che &egrave; necessario fare". Dakar 2021, Sainz critico: "Da raid a gimkana" Alonso e la macchina Anche sul fronte dei rapporti e delle relazioni, secondo Briatore Davide Brivio non non dovr&agrave; preoccuparsi: "Non sar&agrave; un problema nemmeno quello. Per me non lo &egrave; mai stato. Brivio arriva in un team in crescita, avr&agrave; un pilota eccezionale come Fernando Alonso ed alla fine quel che importa &egrave; la performance. &Egrave; avere una macchina che vada forte". F1 2021, Lawrence Stroll conferma: "Australia rinviata, partenza dal Bahrain"       

L'ex team principal di Benetton e Renault ha spiegato che secondo lui l'inesperienza di Davide Brivio in fatto di F1 non sar&agrave; un problema

Briatore promuove Brivio: "Anche io ero a digiuno di F1, poi ho vinto 7 mondiali"

L&#39;ex team manager Benetton e Renault &egrave; attualmente ricoverato al San Raffaele di Milano, dove &egrave; stato trasportato nella giornata di ieri luned&igrave; 24 agosto d&#39;urgenza, a causa dei sintomi della polmonite da coronavirus

Flavio Briatore è positivo al Covid: ricoverato in condizioni serie ma stabili

        Fernando Alonso? Carico e pronto a tornare. A dirlo &egrave; il suo manager Flavio Briatore, secondo il quale lo stop in F1 ha restituito energie allo spagnolo, con voci sempre pi&ugrave; insistenti che lo vorrebbero in Renault gi&agrave; nel 2021. Alonso e Renault: fantamercato o possibilit&agrave; concreta? Fernando carico Nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Briatore dice di aver visto un Alonso motivato: "Fernando &egrave; carico, allontanarsi dalla F1 gli ha fatto bene. Diciamo che si &egrave; disintossicato, lo vedo sereno e pronto a tornare.&nbsp;Stiamo osservando ci&ograve; che accade, bisogna tenere presente che c&rsquo;&egrave; ancora un campionato da correre. Almeno speriamo che si possa. E' stato giusto fermarsi, ma adesso bisogna riprendere. I medici hanno imparato a conoscere il virus, comunque anche in caso di un contagio, bisognerebbe andare avanti lo stesso." Franz Tost: "Vettel &egrave; ancora da titolo" Il "duello" Vettel-Alonso Le voci di mercato parlano di un Alonso in procinto di tornare alla Renault, meta che potrebbe essere appetibile anche per Vettel. Duello per il sedile all'orizzonte? Flavio dice che &egrave; presto per parlarne: "Non so dire che ci sia ancora posto per Vettel in F1, di sicuro mi ha stupito la tempistica della Ferrari, c'&egrave; tutto un 2020 da correre ma qui parlano tutti di 2021. Non penso che Sebastian andr&agrave; alla Mercedes, c'&egrave; gi&agrave; Hamilton che si trova benissimo con Bottas e non avrebbe senso cambiare. Duello tra Vettel e Alonso per la Renault? E' decisamente troppo presto per parlarne". Vettel e Mercedes: pro e contro       

L'ex team principal della Renault sostiene che lo spagnolo sia pronto per il ritorno in F1, sebbene ricordi che ci sia ancora tutto un mondiale da disputare

Briatore: "Alonso carico, può tornare nel 2021".

        Secondo Flavio Briatore, il mondiale 2020 si far&agrave;. L'ex capo di Benetton e Renault si dice fiducioso per il ritorno in pista quest'anno, sperando addirittura ad un finale di campionato con il pubblico. Alonso in Renault nel 2021? L'ottimismo di Flavio Briatore ha espresso le sue idee all'agenzia di stampa Adnkronos: "Sono assolutamente ottimista sulla stagione 2020 della F1. Ora c'&egrave; un calendario, si parte a luglio in Austria e si finisce a met&agrave; dicembre ad Abu Dhabi. Sono state programmate 19 gare e per il problema dei diritti tv se ne dovranno fare almeno 15. Le prime gare in Europa in estate saranno di sicuro a porte chiuse, speriamo che nel prosieguo del campionato ci possa essere una riapertura, seppur parziale, al pubblico". Gp Belgio, via libera per gara a porte chiuse Il calendario "ufficioso" Il calendario cui si riferisce l'imprenditore di Cuneo &egrave; quello spuntato fuori in questi giorni su varie testate. Questo calendario che, sottolineiamo bene, non &egrave; affatto ufficiale, prevederebbe il via del campionato il 5 luglio in Austria, con un'altra gara sempre in Austria la settimana dopo. Anche Silverstone pare andare verso il doppio appuntamento, a cavallo tra luglio ed agosto. Monza sarebbe prevista per il 6 settembre, dunque nella data originaria. Un altro doppio appuntamento dovrebbe essere quello in Bahrain, per la terzultima e penultima prova del mondiale, prima dell'atto conclusivo di Abu Dhabi programmato per il 13 dicembre. Russell sulle scelte di McLaren e Ferrari L'ipotesi di calendario per il 2020 5 luglio - Gp Austria (gara-1)12 luglio - Gp Austria (gara-2)26 luglio - Gp Gran Bretagna (gara-1)2 agosto - Gp&nbsp; Gran Bretagna (gara-2)9 agosto - Gp Ungheria23 agosto - Gp Spagna30 agosto - Gp Belgio6 settembre - Gp Italia20 settembre - Gp Azerbaijan27 settembre - Gp Russia4 ottore - Gp Cina11 ottobre - Gp Giappone25 ottobre - Gp Usa1 novembre - Gp Messico8 novembre - Gp Brasile22 novembre - Gp Vietnam29 novembre- Gp Bahrain (gara-1)6 dicembre - Gp Bahrain (gara-2)13 dicembre - Gp Abu Dhabi       

L'ex team principal della Renault si dice fiducioso sul ritorno in pista per quest'anno, il tutto mentre esce una bozza di calendario "ufficiosa"

Briatore professa ottimismo: "Il mondiale F1 2020 si farà"

Un tuffo un paio di ere fa, nella Formula 1 di fine anni Ottanta, poi verso i Novanta e traghettata nei Duemila. Flavio Briatore, Enstone dalla Benetton all&rsquo;ultimo capitolo Renault. Una chiacchierata ai microfoni di Beyond The Grid, podcast della F1, per raccontare aneddoti e rapporti all&rsquo;interno del Circus.  L&#39;editoriale del Direttore:&nbsp;Bernie hai toppato, intanto si va avanti!  Raccontare l&rsquo;importanza dell&rsquo;essere un manager nel senso puro del termine, un gestore, anzitutto di persone. Applicare a un team di F1 un modello di business e renderlo vincente, da una prospettiva diversissima, ad esempio, dai Frank Williams e dai Ron Dennis.  L&#39;arroganza di Ron Dennis  Racconta l&rsquo;&rdquo;accoglienza&rdquo; riservata all&rsquo;arrivo nel Circus, &ldquo;Ricordo Ron Dennis parlare sempre con &lsquo;tu non capisci, tu non capisci&rsquo;. Ron &egrave; stato l&rsquo;unico in F1, spesso abbiamo parlato con Frank (Williams; ndr) in Benetton di aspetti commerciali, sport, spettacolo. L&rsquo;avvicinare la macchine, renderle pi&ugrave; simile tra loro e spostare la battaglia tra i piloti, che &egrave; ci&ograve; che vuole vedere il pubblico. Con tutti si parlava, con Frank, Vijai, solo Ron.    Ron al tempo era una persona molto arrogante, non so oggi. Molto molto arrogante, si sentiva superiore, non lo era. &Egrave; uno arrivato nel posto giusto al momento giusto, ha costruito la McLaren e merito a lui. Aveva molti pi&ugrave; soldi di chiunque altro, solo la Ferrari era vicina.  Quel che Ron non capiva era come il lavoro fosse nella gestione delle persone. La Formula 1 &egrave; un prototipo, dissi a Luciano Benetton, &egrave; un prodotto che devi accertarti che sia veloce, non &egrave; una macchina affatto, &egrave; qualcosa di unico&rdquo;.  Il rapporto con Brawn  Differenze gestionali del proprio metodo che Briatore spiega raccontando: &ldquo;Penso che le persone abbiano realizzato che avessi competenze gestionali del tutto diverse e ricordo Ross Brawn dirmi, mi piace lavorare con te perch&eacute; hai modi completamente diversi.  Ci fu un momento in cui avevamo pi&ugrave; sponsor nel team. Ricordo una volta entr&ograve; Pat Symonds in ufficio e mi disse degli adesivi, per gli ingegneri rendevano la macchina pesante. Gli dissi ok, togliete gli adesivi e non abbiamo i soldi per correre: scegliete, macchina con gli adesivi o macchina senza e non correte, ditemi cosa preferite. Avevamo un team molto forte&rdquo;.  Ferrari, che errore con Leclerc  Nel podcast, poi, l&#39;ex team manager ha proseguito parlando dell&#39;impatto di Leclecr al suo primo anno in Ferrai. Per Briatore, il team di Maranello &egrave; stato troppo conservativo, aspettando un anno di troppo per portare il giovane monegasco sulla Rossa: &quot;Se fossi stato in Ferrari, l&#39;avrei preso subito al posto di Raikkonen, com Kmi si sa che non vincerai mai nulla. Avrei preso questo rischio, Charles va fortissimo,&nbsp;&egrave; giovane, ha due gran palle e lo sta dimostrando&nbsp;&quot;.  Poi, conclude paragonandolo a Verstappen: &quot;E&#39; troppo presto per giudicare Leclerc, mentre Verstappen &egrave; incredibile, un gladiatore per come supera e combatte&quot;.&nbsp;  GP Canada, decisione dopo Pasqua: nuova data ultima spiaggia 

Il manager piemontese ricorda gli anni in Formula 1, il &quot;benvenuto&quot; e le visioni differenti rispetto a Ron Dennis

Briatore: &quot;Fossi stato in Ferrari avrei preso Leclerc subito&quot;

        Troppo importante il fattore monoposto nella moderna Formula 1 per non investire tutte le risorse nella realizzazione di un progetto vincente, prima ancora che sul mercato piloti. Il contributo del pilota vale gli ultimissimi decimi. Cos&igrave;, in prospettiva, Flavio Briatore non ha dubbi sulle scelte che dovrebbe compiere la Ferrari. Il prolungamento di contratto offerto a Charles Leclerc &egrave; la &ldquo;puntata&rdquo; corretta, oltrech&eacute; a cifre del tutto vantaggiose in relazione ai piloti gi&agrave; iridati e anche allo stesso Verstappen. Anche una questione di costi Hamilton o Leclerc? Ai microfoni de La politica nel pallone, Briatore non ha dubbi: &ldquo;Io, tra Leclerc e Hamilton 2021, tengo Leclerc. E mi costa anche meno&hellip; Hamilton ci vuole met&agrave; del budget&hellip;&rdquo;. Leggi anche: Ferrari, ufficiale il nuovo contratto per Leclerc&nbsp; Se le prospettive sul mercato piloti, un Hamilton futuro ferrarista una possibilit&agrave;, sul fronte del management non crede affatto al rumour circolato nelle scorse settimane, alimentato da Eddie Jordan, difficile da immaginare per i molteplici interessi: Toto Wolff a Maranello. Wolff resta in Mercedes &ldquo;Ho cenato l&rsquo;altra sera con Toto, lui rimane l&igrave; (Mercedes; ndr) &egrave; azionista; non ha nessun senso, un azionista va a fare il dipendente di un altro team. I problemi non li risolve Wolff, l&igrave; serve un leader che la Ferrari al momento, con tutto rispetto per Binotto, non ha&rdquo;, commenta Briatore. Il pilota e l'esempio Renault Tra i &ldquo;problemi&rdquo; da risolvere c&rsquo;&egrave; la necessit&agrave; di sviluppare una monoposto competitiva, fattore cruciale nelle chance di vittoria, di gran lunga pi&ugrave; del fattore pilota. &ldquo;&Egrave; importante la macchina. Tutti sti piloti, abbiamo visto Ricciardo, la Renault gli ha dato una barca di soldi, era meglio investirli nello sviluppo della macchina. Leggi anche: Wolff: 'Alla Ferrari? Preferirei volare su Marte con Hamilton' Abbiamo avuto l&rsquo;esempio di Alonso quando era in Ferrari, giocava s&igrave; i mondiali, era uno che poteva portare la macchina a un certo livello, poi basta guardare il secondo pilota della Ferrari dov&rsquo;era. Credo che la Ferrari debba lavorare tecnicamente per avere una macchina che sia a mezzo decimo dalla Mercedes, poi il pilota far&agrave; la differenza. La differenza il pilota non te la fa sui 5 decimi, te la fa sui 2 decimi, 2 decimi e mezzo&rdquo;.       

L'investimento su Leclerc, l'importanza di un progetto tecnicamente valido, i rumour su Toto Wolff. Flavio Briatore indica quali devono essere le priorit&agrave; Ferrari per il futuro

Briatore su Leclerc: serve una Ferrari a mezzo decimo da Mercedes

        A cristallizzare la gara dell&rsquo;Albert Park e i rapporti di forza espressi, forse ha ragione Flavio Briatore. Non &egrave; cambiato nulla. Il vantaggio che la Mercedes aveva sugli avversari &egrave; sempre presente. Sar&agrave; un campionato a due protagonisti, Hamilton e Bottas. Non c&rsquo;&egrave; stato il recupero necessario della Ferrari. Un quadro sufficientemente catastrofista, che necessita per&ograve; di altre prove, di un&rsquo;analisi pi&ugrave; completa dopo il Bahrain e la Cina, per capire se il passaggio del GP d&rsquo;Australia pu&ograve; relegarsi a un episodio o meno, nella competitivit&agrave; insufficiente delle due SF90. Non si pu&ograve; liquidare nel suo andamento un mondiale da 21 gare dopo 310 km, tre turni di libere e una qualifica. &ldquo;Non &egrave; cambiato assolutamente niente. Hanno 3 mesi di tempo per preparare le macchine. Il distacco che c&rsquo;era nelle ultime gare, la Ferrari non ha perso nei confronti della Mercedes ma non ha recuperato&rdquo;, commenta Briatore su Radio Capital. &ldquo;Il GP d&rsquo;Australia &egrave; un po&rsquo; atipico, per&ograve; se vai forte vai forte dappertutto. Il libro delle scuse comincia alla prima gara, &egrave; molto dura&rdquo;. La monoposto in grado di dominare il mondiale &egrave; vero non deve temere nessun circuito. &Egrave; riuscito a Mercedes nel 2018, con il netto salto di qualit&agrave; prodotto sulle piste lente e tortuose, senza perdere in competitivit&agrave; altrove. Dovr&agrave; dimostrare d&rsquo;averlo fatto la Ferrari quest&rsquo;anno con la SF90 rispetto alla SF71H. Impressioni che, dopo i test, la squadra &nbsp;leggeva assolutamente positive, salvo non ritrovarle pi&ugrave; una volta in Australia. Il primo quarto di campionato passer&agrave; in rassegna tipologie molto diverse di tracciati e condizioni ambientali e si avr&agrave; un quadro molto pi&ugrave; nitido e veritiero che non un focus concentrato su una sola gara. F1: Carey discute il rinnovo di Barcellona, Zandvoort al rush finale Rispetto alla quale, Briatore sottolinea la mancanza del grande miglioramento necessario per erodere il vantaggio della Mercedes: &ldquo;Bisogna fare uno step importante che non credo abbia fatto nessun team. La Mercedes ha fatto il proprio programma, compiuto il proprio step, che nessuno ha fatto. Per battere la Mercedes bisogna recuperare 8-9 decimi. Continuer&agrave; a dominare, non l&rsquo;ha fatto nessuno. Se la macchina &egrave; cos&igrave; forte, l&rsquo;unica competizione che c&rsquo;&egrave; &egrave; una competizione in casa, tra Hamilton e Bottas&rdquo;. Non manca una critica diffusa alla Formula 1 di oggi, che poi nei temi &egrave; sempre la stessa, specialmente sul fattore gomme, altro bersaglio della critica del manager piemontese: &ldquo;Deve funzionare un po&rsquo; tutto, il pilota le gomme. Devi conoscere le gomme, ormai &egrave; diventata una variante talmente importante che &egrave; quasi un campionato gomme, pi&ugrave; che piloti. La F1 &egrave; diventata talmente tecnologica che le gare, la gente, senti i telecronisti che parlano di gomme, di gomme, di gomme, anzich&eacute; parlare di gladiatori&rdquo;. L'Editoriale del direttore: Cavallino Mancante Una variabile in realt&agrave; della Formula 1 degli anni Duemila, pi&ugrave; equa oggi di quanto non fosse in regime di libera lotta tra pi&ugrave; fornitori, l&rsquo;era Michelin-Bridgestone, dove 8 decimi di miglioramento era un attimo trovarli dalle gomme realizzate su misura del team.       

Il dominio Mercedes &egrave; destinato a proseguire, a sentire Flavio Briatore. Nessuno ha prodotto un miglioramento invernale superiore alla W10, cos&igrave; i rapporti di forza sono gli stessi degli ultimi campionati

F1, Briatore: "Ferrari non ha recuperato, se vai forte vai ovunque"

        Non ha risparmiato critiche a Sebastian Vettel, colpevole di un approccio al mondiale errato, per immaginare di poter ambire al risultato finale pi&ugrave; importante. E, Flavio Briatore, non risparmia la gestione Ferrari che, nel 2018, avrebbe dovuto finalizzare un progetto competitivo con il titolo iridato: &ldquo;Quest'anno la Ferrari aveva le carte in regola per vincere il mondiale e non l'ha fatto. Quando non si vince le cose devono cambiare e immagino che chi guida la Scuderia di Maranello abbia pensato in questo modo&rdquo;, commenta il manager piemontese, nelle parole riportate dall&rsquo;agenzia d stampa AdnKronos. Aspettando l&rsquo;ufficialit&agrave; di uno scenario gi&agrave; delineato nelle figure e nei ruoli chiave, il mancato rinnovo del contratto del team principal, l&rsquo;investitura del capo dell'area tecnica Binotto a figura di riferimento al muretto, fino alla riorganizzazione pi&ugrave; ampia dei ruoli, gi&agrave; annunciata nei mesi scorsi, che interesser&agrave; le figure di Laurent Mekies (direttore sportivo) e Jock Clear (ingegnere di pista di Charles Leclerc), Briatore analizza le scelte della dirigenza e sottolinea il buon lavoro prodotto dall&rsquo;area tecnica diretta da Mattia Binotto. Il capo dell&rsquo;area voluta da Sergio Marchionne a organizzazione orizzontale ha finalizzato il progetto SF70H competitivo ma con ancora lacune nei confronti della Mercedes, deficit soprattutto di tipo aerodinamico, oltre che motoristico, deficit di fatto azzerati nel 2018 dalla SF71H. Tanto Vettel quanto Arrivabene hanno sottolineato il passaggio a vuoto nello sviluppo della monoposto in estate, trasformatosi nelle debacle di Singapore e Sochi, fino a Suzuka, centrale quanto gli errori del pilota tedesco. Una grandissima monoposto che, per&ograve;, non &egrave; stata dominante, l&rsquo;altra sottolineatura spesso richiamata tra le (tante) cause addotte alla mancata conquista del titolo mondiale. F1, in Ferrari &egrave; rivoluzione: Binotto prende il posto di Arrivabene "Binotto ha fatto un lavoro eccellente da direttore tecnico, quest'anno la Ferrari aveva una macchina ottima&rdquo;, aggiunge Flavio Briatore. &ldquo;Una macchina velocissima e con una gestione diversa dei piloti poteva portare il mondiale a casa. Vedremo che lavoro far&agrave; Binotto da team principal, di certo non credo che potr&agrave; avere il doppio ruolo team principal e dt, quindi bisogner&agrave; vedere anche chi lo sostituir&agrave; alla parte tecnica". Mattia Binotto, chi &egrave; il nuovo Team Principal della Ferrari       

Il manager sottolinea i meriti dell'area tecnica diretta da Mattia Binotto e, sull'avvicendamento nel ruolo di team principal con Arrivabene dice: "Quando non vinci serve il cambiamento"

F1, Briatore: "Ferrari vincente con un'altra gestione dei piloti"

        L&rsquo;importanza dell&rsquo;essere passisti, secondo Flavio Briatore. Una chiacchierata a tu per tu con Nico Rosberg confluita nell'ultimo vLog Youtube di Nico, nella quale ricorda il passato, narra aneddoti e analizza il momento della Formula 1. E del mondiale che andr&agrave; a incoronare Lewis Hamilton. La colpa pi&ugrave; grande di Vettel? Secondo Briatore il puntare sempre e comunque all&rsquo;obiettivo massimo.&nbsp; &ldquo;Sta facendo troppi errori, &egrave; il pi&ugrave; grande nemico di se stesso. In questo momento credo che sia la Ferrari la macchina pi&ugrave; veloce, non la Mercedes. Le gare si decidono su 60 giri, non su un solo giro. Ricordo, dall&rsquo;esperienza con Fernando, quando vuoi vincere un campionato a volte se finisci terzo in una gara &egrave; gi&agrave; fare bingo. &Egrave; importante stare in pista. Penso all&rsquo;incidente di Monza, davvero, non ha senso. Sai che la macchina &egrave; la migliore, vedi che l&rsquo;altro parte meglio, basta, stai dietro, segui, hai altri 60 giri per recuperare. Se vai fuori ne hai zero. Con la macchina che hai finisci comunque terzo o quarto, ma quando vuoi vincere il mondiale, devi essere un maestro di queste cose, arrivare spesso secondo, terzo, l&rsquo;obiettivo &egrave; mettere insieme i punti, non ti serve vincere ogni gara&rdquo;. Un approccio chiaramente diverso da quello che, Sebastian, pi&ugrave; volte ha opposto alle critiche che gli venivano mosse dopo le gare di Baku e del Paul Ricard: gli errori capitano ma non cambio il modo di approcciare i gran premi, cercare sempre la vittoria. La storia delle gare corse quest&rsquo;anno ha bocciato la visione del pilota tedesco, sottoposto a una pressione enorme com&rsquo;&egrave; logico che sia. L&rsquo;obbligo di vincere, ancor pi&ugrave; quando il progetto vale l'avversario migliore, viene appesantito dagli errori commessi. Responsabilit&agrave; del pilota, senza sollevare la gestione della squadra, criticata da Briatore, che aggiunge: &ldquo;Anche il team credo abbia fatto molti errori nelle ultime gare sulla strategia ed &egrave; difficile da capire quando hai la macchina superiore. Sterzi a parte: La Ferrari deve imparare a convivere col problema Vettel Tu hai visto, nella lotta con Lewis, a un certo punto era pi&ugrave; veloce ma hai vinto tu perch&eacute; hai gestito. Se avessi lottato direttamente contro di lui avresti perso. Quando vuoi vincere il titolo, &egrave; qualcosa di incredibile, ti distrugge mentalmente, ma devi prenderlo passo dopo passo. Se perdi tre o quattro opportunit&agrave; come ha fatto Vettel, 25 punti buttati via quando era in testa sul bagnato, dopo diventa molto difficile dal punto di vista mentale. Lo stress che sopporta un pilota &egrave; enorme, sei nella posizione di dover gestire lo stress e fare il tuo lavoro&rdquo;. La pressione, l&rsquo;avversario pi&ugrave; difficile da reggere, usurante per quanto a lungo va portata sulle spalle. &ldquo;Lo stress dei piloti &egrave; cos&igrave; grande perch&eacute; lotti contro gente forte, pu&ograve; essere il tuo compagno di squadra - ed &egrave; lo scenario peggiore perch&eacute; vivi col nemico nello stesso motorhome -; lo stress nasce perch&eacute; finita una gara hai la prossima, buona o cattiva che sia andata. Competi con i migliori al mondo e la linea tra l&rsquo;essere campione o secondo &egrave; molto, molto sottile. Hamilton: solidariet&agrave; a Vettel, merita pi&ugrave; rispetto Se fai secondo in campionato sei il primo perdente. Qui sta lo stress. Il confine &egrave; sottilissimo. Quando fai errori come quelli, per me &egrave; impossibile vincere, pi&ugrave; errori fai pi&ugrave; pressione ti carichi, ed &egrave; sbagliato se dopo l&rsquo;errore punti a vincere a tutti i costi per recuperare. Ricordo che a Fernando, quando avevamo una macchina inferiore, dicevo fai secondo, terzo, secondo. &Egrave; sbagliato pensare vado l&agrave; fuori e penso a vincere&rdquo;.&nbsp;       

Vincere un mondiale &egrave; come affrontare una "gara a tappe", nella quale la costanza di piazzamento &egrave; essenziale. Flavio Briatore a tu per tu con Nico Rosberg analizza la stagione e il rendimento di Sebastian Vettel

Formula 1, Briatore consiglia Vettel: non esiste solo la vittoria a ogni gara

E&rsquo; un Flavio Briatore che, dopo il Gran Premio del Brasile, guarda all&rsquo;insieme della stagione Ferrari, all&rsquo;opportunit&agrave; persa di vincere il titolo, pi&ugrave; che al&nbsp; positivo risultato di tappa. Interlagos rappresenta un piccolo riconoscimento al grandissimo lavoro del team, che avrebbe meritato molto pi&ugrave; delle 5 vittorie ottenute finora, bottino che non era cos&igrave; &quot;ricco&quot; dal 2010, altro anno in bagarre per il campionato, fino all&#39;ultimo allora. E, dai microfoni di Radio Rai, bacchetta anzitutto i piloti. Per dire quello che &egrave; un dato difficilmente confutabile: Raikkonen manca della consistenza di risultati necessaria perch&eacute; la Ferrari possa aspirare al mondiale Costruttori. E per tornare sul momento decisivo del campionato: Singapore.   Parte dall&rsquo;attualit&agrave;, Briatore: &laquo;Non dimentichiamo che in Brasile non c&rsquo;era Hamilton. Grande vittoria, con Hamilton che partiva dietro e ha fatto la sua cavolata. Adesso siamo tutti contenti che la Ferrari ha vinto, per&ograve; mancava l&rsquo;attore principale. Va bene cos&igrave;, finisci in bellezza, per&ograve;&hellip; Credo che la Ferrari ha avuto un momento in cui poteva davvero dare una botta al sistema Mercedes e non l&rsquo;ha fatto&raquo;.  Il momento &egrave; il week end di Singapore e gli sciagurati eventi in partenza, affrontata dalla prospettiva errata: &laquo;La macchina era molto buona quest&rsquo;anno, per&ograve; quando fai una partenza cos&igrave; rovinosa, influisce su tutto il team. I meccanici che si fanno un mazzo cos&igrave; e vedono un pilota che butta via tutto, quella gara per il morale della squadra &egrave; stata durissima; poi puoi avere anche problemi di affidabilit&agrave; eccetera.  Mi ricordo che quando ci giocavamo il mondiale e avevamo una macchina meno competitiva della McLaren, a Fernando dicevo &ldquo;Falli passare, dobbiamo arrivare terzi&rdquo;. Quando ti giochi il campionato &egrave; diverso da quando ti giochi una gara. L&rsquo;altro (Raikkonen; ndr) &egrave; partito per una volta bene, Verstappen non &egrave; che potesse sparire, era l&igrave;, corre, non &egrave; che doveva frenare per far passare la Ferrari.   La colpa &egrave; dei piloti. Con una macchina come la Ferrari, terzo o quarto arrivi comunque. Prima di partire, devi dire a Vettel: se vedi che Verstappen ti attacca, fallo passare. Qual &egrave; il problema? Durante la gara lo passavi, mal che vada prendevi i punti del secondo. Il disastro vero &egrave; quando hai due macchine fuori, devi gestirli in modo diverso i piloti&raquo;.   L&rsquo;accoppiata Vettel-Raikkonen non crede sia quella che possa portare il mondiale Costruttori. Briatore che vedrebbe bene Verstappen in Rosso. Fantascienza. Un&rsquo;alternativa a Raikkonen, capace di esprimersi per l&rsquo;intera stagione sui livelli di Vettel e non sporadicamente, &egrave; una necessit&agrave; superiore alla pur utile stabilit&agrave; interna e serenit&agrave; nel box. Se ne riparler&agrave; nella programmazione del 2019.&nbsp; &laquo;Non so chi piaccia a Marchionne, &egrave; imprevedibile e vuole vincere. Per vincere servono due piloti che possono vincere il mondiale e per me non ci sono. Deve mettere un team manager che sappia fare strategie e sappia gestire il team. Arrivabene ha fatto un lavoro onesto.   Credo che il prossimo anno, con Raikkonen, vincere il mondiale Costruttori sar&agrave; molto difficile. E&rsquo; bravo ma con Raikkonen non puoi vincere il titolo. Verstappen lo prenderei a occhi chiusi, &egrave; l&#39;unico vero talento che c&rsquo;&egrave; in F1. In una F1 tutta clinica, attenta alla riga bianca, &egrave; l&rsquo;unico pilota vero, un gladiatore, ogni gara trovano una scusa per penalizzarlo. Fossi in Ferrari sarebbe il primo che prenderei&raquo;.  Sterzi a parte: Troppe mescole &amp; tattiche in questa F1  Se Verstappen &egrave; il gladiatore, Alonso &egrave; visto ancora il migliore in assoluto. Atteso a un ritorno nelle posizioni in lotta per il podio nel 2018. &laquo;Fernando, se gli dai un mezzo motore, non sta roba di quest&rsquo;anno, &egrave; sempre l&igrave;. E&rsquo; Il pilota pi&ugrave; consistente e forte che c&rsquo;&egrave;: ogni giro, qualunque macchina ha, fa il giro di qualifica, il massimo che la macchina pu&ograve; fare. Non si rilassa mai&raquo;.   Disamina del campionato che premia anche Hamilton: &laquo;Quest&#39;anno ha fatto molto bene, era pi&ugrave; motivato in pista che in discoteca. Lewis non andr&agrave; in Ferrari, non pu&ograve; coesistere con Vettel&raquo;.  Hamilton boccia le 3 PU nel 2018 

Piloti responsabili dell&#39;errore di Singapore e con questo Kimi la Ferrari non pu&ograve; vincere il mondiale Costruttori. Verstappen l&#39;unico talento, Alonso il pi&ugrave; forte, nel Flavio-pensiero

Formula 1: Briatore bacchetta Vettel e Raikkonen

&quot;Il Flavio&quot; torna a parlare di Formula 1. L&#39;indiscusso protagonista di oltre un decennio di gare &egrave; stato ospite negli studi di Sky Sport 24, dove ha rilasciato una lunga intervista. A partire dai fatti pi&ugrave; recenti, riguardanti il siluramento dell&#39;amico&nbsp;Bernie Ecclestone, che ha finalmente ceduto lo scettro a Chase Carey e a Liberty Media.&nbsp;&quot;Lo sento tutti i giorni - ha commentato Briatore - eravamo a cena l&#39;altra settimana e lo vedr&ograve; dopodomani a Londra. Diventare lui Presidente Onorario, quando sei stato padrone, &egrave; la cosa peggiore che ti possa succedere. Da padrone diventi garzone. Sono cariche che non valgono niente. E quelle cariche le pu&ograve; prendere un politico che ha bisogno di un gettone di presenza, ma non un imprenditore che &egrave; stato padrone dell&#39;azienda. Ecco perch&eacute; mi sembra una gran cavolata questo incarico. Bernie ha 86 anni. E&#39; normale, e io gliel&#39;ho sempre detto, che al cimitero sia pieno di gente che ritenevamo indispensabile. Lui adesso si deve godere la vita. Se arrivi a 90 anni hai gi&agrave; una botta di fortuna. E lui ha dieci anni buoni, ma che si rilassi! Rimanere altri tre anni in un posto dove non conti niente, abituato com&#39;era ad essere di fatto il dittatore della Formula Uno. Non puoi da proprietario diventare un presidente che non conta niente. Non &egrave; nemmeno bello per la carriera che hai fatto&quot;.  Il forzoso addio di Mr E. ha immediatamente dato vita a una ridda di congetture sulla nascita di un campionato alternativo alla F1, ipotesi smentita da Ecclestone e cos&igrave; commentata da Briatore: &quot;Questi sono gossip che non hanno alcun senso. Guardiamo l&#39;et&agrave; di Bernie. Liberty cercher&agrave; di cambiare delle cose, non dimentichiamo che Liberty non ha comprato tutta la Formula Uno, ha comprato il controllo della Formula Uno, ha comprato le azioni della CVC, la stessa che aveva la Dorna prima. Non so se conoscono il prodotto&quot;.  Il Flavio, uno che di show business se ne intende, accetterebbe dai nuovi proprietari un ruolo do consulente? &quot;Consulente &egrave; una parola che non vuol dire niente - risponde con la consueta schiettezza - Quando vedi uno che &egrave; consulente ti viene da ridere. Io non posso lavorare per qualcuno, io sono uscito dalla Formula Uno, negli ultimi anni avevamo creato la FOTA e avevamo, credo per la prima volta, messo le cose in modo tale che il pilota diventasse il centro dello sport. Io sono uno anti-ingegneri da sempre, abbiamo vinto i campionati lo stesso. Cos&#39;&egrave; il prodotto F1? Il prodotto &egrave; una gara. Uno che guarda la televisione, non vuol sapere se il motore sotto pu&ograve; andare sulla luna o su una macchina da strada, non gliene frega niente a nessuno&quot;.  In altre parole ci&ograve; che ha recentemente espresso Ross Brawn, nuovo managing director del Circus, che assieme a Briatore visse gli anni dei primi trionfi di Schumacher. &quot;Ho parlato con lui l&#39;altra settimana. Io e Ross siamo stati insieme otto anni. Lui sa esattamente cosa penso della F1, ne abbiamo parlato a lungo. Al pubblico di vedere l&#39;ingegnere che ha inventato la doppia frizione non gliene frega assolutamente niente, il pubblico vuole vedere i gladiatori. I gladiatori sono i piloti. Per quanto riguarda i team, esclusa la Ferrari, io non ho mai visto delle bandiere Mercedes in giro. Perch&eacute; la F1 era uno sport di gladiatori? Perch&eacute; prima di tutto c&#39;erano molte meno regole, le regole le discutevamo noi. Per rimettere il pilota al centro della scena, la prima cosa che devi fare &egrave; avere le macchine che abbiano tutte pi&ugrave; o meno le stesse performances. Quando ho fatto la GP2 l&#39;idea era far vedere un pilota vero, che pu&ograve; arrivare in F1, senza che abbia gli sponsor, i soldi del pap&agrave; che gli prende le macchine migliori. Facciamo una categoria dove le macchine sono tutte uguali e vediamo la differenza. Hamilton e Rosberg sono usciti di l&igrave;. La mia idea era ancora pi&ugrave; estrema: a fine gara, prendiamo le macchine, le portiamo via senza che gli ingegneri mettano mano e le riconsegniamo ai piloti il venerd&igrave; successivo. Abbiamo fatto delle regole per cui la GP2 adesso ha dei GP fantastici. L&#39;ingresso dei costruttori ha portato ad avere dei budget folli. Un campionato per un costruttore di F1 costa 600-700 milioni di euro, per mettere due macchine in pista. Se fate i conti di quanti Gran Premi sono, &egrave; una follia pura. Il problema di base &egrave; che pi&ugrave; spendi e pi&ugrave; diminuisce lo spettacolo, perch&eacute; pi&ugrave; spendi in tecnologia e pi&ugrave; vantaggi dai alla macchina e vedi meno le skill del pilota&quot;.  Una degli altri principali argomenti degli ultimi mesi &egrave; stato il terremoto Rosberg. Il campione, ritiratosi a sorpresa, che ha dato vita a un complesso gioco di mercato, terminato con l&#39;arrivo di Bottas in Mercedes. Molti appassionati avrebbero sperato di vedere Fernando Alonso al fianco di Hamilton, ma Briatore nega che ci siano mai stati negoziati in tal senso, n&eacute; che Lauda abbia fatto offerte al suo ex pupillo. &quot;Sono gossip. Se Lauda vuole vedere il contratto non c&#39;&egrave; nessun problema, &egrave; a Ginevra depositato, basta chiederlo&quot;.  Una delle poche squadre che non ha cambiato quasi nulla a livello di organico &egrave; Ferrari, cos&igrave; come Red Bull: &quot;Non so cosa sia cambiato, a parte che quest&#39;anno Marchionne non ha fatto dichiarazioni, ma il team &egrave; sempre lo stesso. Per me il forno &egrave; quello, i panettieri sono quelli e la qualit&agrave; del pane &egrave; quella. Non &egrave; che veda dei cambiamenti. Credo invece che i cambiamenti saranno pi&ugrave; a favore della Red Bull perch&eacute; le macchine saranno molto pi&ugrave; veloci, sar&agrave; impossibile sorpassare. Andiamo sempre nella direzione per cui questi ingegneri hanno sempre questa voglia di far vedere che tecnicamente possono migliorare la performance di 3-4 secondi ma poi non gli interessa se possono superare o non superare, credo che Ross voglia anche abolire l&#39;apertura degli alettoni, e sono d&#39;accordo con lui perch&eacute; &egrave; tutto fittizio. Purtroppo per la Ferrari, credo che il vantaggio che ha la Mercedes sia incolmabile e hanno un pilota oltretutto molto bravo che l&#39;anno scorso ha fatto un po&#39; il deejay e un po&#39; di robe strane. Quest&#39;anno credo che il deejay non lo faccia pi&ugrave; e a sciare non ci vada, si concentrer&agrave; a guidare per cercare di vincere il Mondiale&quot;.  Infine l&#39;immancabile domanda sullo stato di salute di Schumacher, quando sono ormai trascorsi pi&ugrave; di tre anni dall&#39;incidente di Meribel: &quot;Io ho notizie di rimbalzo da Jean Todt e Felipe Massa. Credo che non ci siano notizie n&eacute; buone, n&eacute; cattive, per cui non buone. E&#39; bello che la prima foto che ha messo su Instagram sia quella con la Benetton e con noi, quella del suo primo Mondiale, per&ograve; &quot;no news, bad news&quot;. 

L&#39;ex manager Benetton torna a parlare del Circus e degli addii di Ecclestone e Rosberg. Ma anche di Ferrari e Schumacher

Briatore: &quot;Ecclestone da padrone a garzone della Formula 1&quot;

E&#39; un Flavio Briatore diretto, quello che analizza la situazione Ferrari dopo 8 gare. Dal clima di entusiasmo sul potenziale della SF16-H in inverno a una realt&agrave; dei fatti che vede Vettel terzo nel mondiale a 45 punti da Rosberg. Il manager cuneese, tra gli artefici dello sbarco della Formula 1 in Azerbaijan, suggerisce di percorrere una strada che a fasi storiche alterne si ripropone: &laquo;La Ferrari per vincere deve cambiare, ma non cambiare manager, perch&eacute; di cambi ne hanno fatti tanti, deve internazionalizzarsi, avere della gente, &egrave; difficile che ci sia qualcuno che vada a Maranello. Non &egrave; dove qualcuno sogna di vivere, magari deve fare un&#39;antenna tecnologica in Inghilterra&raquo;.  A ben vedere non mancano i tecnici di talento e le strutture a Maranello, cos&igrave; come parlare di internazionalizzazione appare fuoriluogo nell&#39;accezione classica del termine; &egrave; una visione da approfondire, quella di Briatore: &laquo;Sono stato 20 anni in F1 e le cose non succedono con i miracoli, ci vuole creativit&agrave;, inventiva e materiale umano. In Inghilterra ci sono 10 team in un raggio di 60 km, Maranello &egrave; logisticamente lontana e paga dazio nel convincere qualcuno, i tecnici inglesi: &nbsp;bisogna cercare di capire che la F1 purtroppo &egrave; in Inghilterra&raquo;, rilancia in un&#39;intervista radiofonica a La politica nel pallone.    &laquo;In questo momento c&#39;&egrave; stata un&#39;evoluzione tecnica molto forte, ma la vediamo dalle squadre inglesi: la Mercedes &egrave; tedesca ma dove fa la Formula 1 &egrave; in Inghilterra. Come Benetton e come Renault eravamo in Inghilterra, ho sempre detto che se fai champange &egrave; meglio trasferirti in Francia, se fai prosciutto va bene Parma, ma se fai la F1 almeno un&#39;antenna tecnologica in Inghiterra la devi avere&raquo;.  Vettel ringrazia Kimi e avverte le Mercedes  Baku ha sottolineato un divario molto ampio tra Vettel e Rosberg, in qualifica come in gara, limitato nella portata finale solo dal fatto che Nico ha gestito ancor prima che si arrivasse a met&agrave; gran premio e nell&#39;economia di un mondiale non sar&agrave; quest&#39;anno che si avr&agrave; un capovolgimento dei ruoli, tra favoriti e inseguitori: &laquo;Il distacco &egrave; enorme, ieri (domenica; ndr) c&#39;era un problema di motore e di telaio. Su un circuito come Baku c&#39;&egrave; pi&ugrave; di 1&quot; e non credo che Rosberg spingeresse completamente: quando hai 16-17 secondi di vantaggio devi solo guidare e portare la macchina nel garage, perch&eacute; non ci siano problemi tecnici. Non &egrave; cambiata dall&#39;anno scorso, quest&#39;anno sar&agrave; uguale e con Mercedes ancor pi&ugrave; forte, l&#39;ho detto a inizio anno&raquo;. Previsioni forse un po&#39; troppo pessimistiche, perch&eacute; su diverse piste la Ferrari ha risposto presente ed &egrave; stata in partita sulla prestazione pura, senza tralasciare il dettaglio di aver messo sotto pressione la Mercedes, situazione manifesta con i numerosi problemi di affidabilit&agrave; che hanno afflitto quest&#39;anno Hamilton e Rosberg, sconosciuti nelle ultime due stagioni.  Previsioni fosche accompagnate da un &quot;suggerimento&quot; a Sergio Marchionne, stimato per l&#39;approccio con un mondo, quello della Formula 1, nuovo, ma nel quale sarebbe meglio fare qualche proclama in meno e lavorare per far parlare i risultati: &laquo;Marchionne ha un grande entusiasmo, ci ha messo la faccia, &egrave; molto difficile che un presidente di un gruppo importante come la Fiat metta la faccia. Lui pensa che mettendoci la faccia tutti dovrebbero fare meglio il lavoro, non credo che faccia mancare alcun supporto finanziario, ma il team ha la parte tecnica che &egrave; quella di quattro-cinque anni fa (in realt&agrave; numerosi si sono contati parecchi avvicendamenti negli ultimi due anni, a cominciare dall&#39;addio di Tombazis e Fry; ndr). Marchionne &egrave; arrivato in F1 adesso, da due anni, il prossimo credo che magari si faranno meno proclami e magari si vince&raquo;.&nbsp;  Sterzi a parte, il calendario di F1 non dev&#39;essere un&#39;arma  Ferrari a parte, Briatore si &egrave; soffermato anche su quello che ritiene un evento di successo, il debutto della Formula 1 in Azerbaijan. Parla dell&#39;evento nel suo complesso, al di l&agrave; dello spettacolo sportivo in pista (minimo). Sottolinea il fattore chiave che dovrebbe essere al centro anche di altri appuntamenti e, con l&#39;inaugurazione di un nuovo Billionaire a Baku lo scorso week end, inevitabilmente pone l&#39;accento sul glamour: &laquo;Questo GP l&#39;ho voluto io contro tutti, parlavano di diritti umani, poi per&ograve; andiamo in Cina. C&#39;era tutto un movimento molto positivo (richiama anche gli eventi a contorno, i concerti di Pharrell, Iglesias, Brown; ndr) che quando normalmente vai nei GP &egrave; tutto molto sgonfiato, belle ragazze e bei ragazzi in griglia&raquo;. E il futuro oltre Baku? Quali nuove mete deve puntare la F1? &nbsp;  &laquo;Adesso digeriamo Baku, non &egrave; stata cos&igrave; semplice negli ultimi 2 anni. Con calma ci saranno da sostituire certi gran premi che non hanno il glamour, ci sono 5-6 GP che non hanno nessun senso, poi bisogna avere gran premi vintage, Monza, tornare a Magny Cours&raquo;.&nbsp;  F1 e Le Mans in mano ai tedeschi 

Secondo il manager, la scuderia dovrebbe dotarsi di una struttura in Inghilterra, per essere appetibile per i tecnici britannici. A Marchionne suggerisce: &laquo;Meno proclami, forse si vince di pi&ugrave;&raquo;

Briatore: &quot;Alla Ferrari serve un po&#39; d&#39;Inghilterra&quot;

&Egrave; un Flavio Briatore a tutto campo, quello intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport. L&rsquo;ex boss della Renault si &egrave; detto molto contento di rivedere in Formula Uno la casa per cui ha lavorato tanti anni (nell'immagine Briatore con Lauda al GP di Turchia 2009). &laquo;Se Ghosn ha deciso di compiere questo passo, &egrave; perch&eacute; evidentemente ha deciso di mettere risorse adeguate nel progetto. E&rsquo; senz&rsquo;altro una bella notizia per la Renault e per tutta la F.1. E poi basta con questa barzelletta che Ghosn non spende. Quando c&rsquo;ero io, ogni nostra richiesta veniva esaudita&raquo;.  Briatore ha sottolineato come la Renault sia partita con il piede sbagliato al via del ciclo power unit ibride, e prevede ancora un anno marchiato Mercedes: &laquo;In Renault sono stati dei fautori di questa nuova formula e forse hanno sottovalutato l&rsquo;impatto. Il guaio &egrave; che la Mercedes ha un grande vantaggio e temo che il prossimo anno il Mondiale rivivr&agrave; lo stesso schema di quello che si &egrave; concluso, ovvero con una Mercedes davanti e una Ferrari all&rsquo;inseguimento. Ma sono scettico che Maranello possa colmare il gap. La Renault si &egrave; data tre anni per vincere? Tre anni sono troppi. Questa F.1 che sta agonizzando ha bisogno una Renault forte molto prima. Ma &egrave; vero che bisogna ricostruire tutto: rinforzare la struttura tecnica sia a Enstone, dove se ne &egrave; andata tanta gente valida, sia a Viry-Chatillon al reparto motori. Non sar&agrave; facile&raquo;.  Renault e la Formula 1, una storia di successo  Argomento Alonso, sempre caro e di attualit&agrave; quando parla Briatore. Ci sar&agrave; la tentazione di tornare in quella Renault con cui ha vinto i suoi due titoli Mondiali? &laquo;Al momento lo escludo. Abbiamo un contratto con la Honda&raquo;. Sembra il copione di quando Briatore parlava dell&rsquo;Alonso ferrarista che sarebbe partito da Maranello da li a poco. &laquo;Con Maranello non abbiamo mai fatto contratti lunghi. Alonso non sar&agrave; felice per come &egrave; andata la stagione per&ograve; mi pare che solo Hamilton e Rosberg possono davvero gioire per il loro 2015. E poi aspettiamo il prossimo anno, non sar&agrave; facile neppure per Renault&raquo;.  Roberto Chinchero

L&rsquo;ex team principal della Renault vede ancora un anno Mercedes, ed esclude uno passaggio di Alonso nella sua ex squadra.

Briatore scettico sul recupero Ferrari

Se si cerca un po&rsquo; di sale sulla Formula 1, chiedere a Briatore. Che abbia ragione, poi, &egrave; tutto da vedere, perch&eacute; l&rsquo;analisi del mondiale per come si &egrave; corso finora non &egrave; pienamente condivisibile. Ai microfoni di GR Parlamento, il manager cuneese va cauto e sulla ritrovata, reale, competitivit&agrave; al vertice &egrave; pi&ugrave; che mai dubbioso. Le Mercedes? Non vanno a tutta. Come? &laquo;La Mercedes non vuole far vedere il suo strapotere, altrimenti verranno cambiate le regole. Ha l&rsquo;interesse a non stravincere&raquo;.  Difficile essere d&rsquo;accordo con questa visione. Se non fossero andati a tutta in Bahrain, Rosberg specialmente, forse non sarebbe andato in crisi l&rsquo;impianto frenante. Se non fosse andato a tutta in Bahrain Hamilton in avvio gara, probabilmente non avrebbe messo tra s&eacute; e Vettel il deserto nei primi 10 giri. Controllare un Gran Premio in certe fasi &egrave; anche normale, poi se si parla di stravincere, quella in Cina cos&rsquo;&egrave; stata? Non servono i distacchi da misurare con la clessidra per capire quanto a Shanghai Hamilton e Rosberg fossero saldamente davanti alle Rosse.  Quando parla, invece, di Bernie Ecclestone e della leadership necessaria in Formula 1, invece, si legge una visione condivisa da altri all&rsquo;interno del Circus, che rimpiangono la presidenza e il decisionismo di Mosley al vertice della federazione. Senza Ecclestone, con una maggiore &ldquo;democrazia&rdquo;, non sar&agrave; un bene per la Formula 1: &laquo;Se non &egrave; immortale, rester&agrave; ancora un anno o due&raquo;.  Addirittura &egrave; convinto che abbia la forza di fare una nuova Formula, quella che si sa vorrebbe senza power unit e ritorno ai V8 con Kers o con una convivenza tra due regolamenti: &laquo;Dovrebbe avere pi&ugrave; supporto dalla CVC e dalla Fia. Dopo Ecclestone non ci sar&agrave; pi&ugrave; un personaggio come lui. Se rimarr&agrave; la CVC, far&agrave; una ricerca su un amministratore delegato, magari americano, e la F1 sar&agrave; controllata da un board, collegialmente&raquo;. E&rsquo; quel che serve? Secondo Briatore, no. L&rsquo;uomo solo al comando &egrave; essenziale: &laquo;Ci vuole sempre un piccolo-grande dittatore che dia le regole&raquo;.  L&rsquo;ultimo passaggio &egrave; legato alla successione Ferrari, quella al sedile di Kimi Raikkonen. Chiarisce che lui terrebbe ancora Kimi e se alternativa dev&rsquo;essere, il nome di Bottas &egrave; tra i preferiti ma non il solo: &laquo;Il mio favorito &egrave; sempre Ricciardo, ma &egrave; bloccato alla Red Bull&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il manager parla del mondiale, della successione a Ecclestone e del bisogno di un &laquo;piccolo-grande dittatore&raquo; in F1

Briatore: Mercedes non vuole stravincere

&laquo;E&rsquo; stato solo un incidente&raquo;. La dichiarazione &egrave; quella di Flavio Briatore, l&rsquo;incidente &egrave; quello di Fernando Alonso. Probabilmente ha ragione il manager cuneese, tuttavia, il modo in cui &egrave; stata trattata mediaticamente la vicenda, lascia spazio a speculazioni e tesi varie.  Il comunicato ufficiale della McLaren imputa tutto alla mancanza improvvisa di aderenza e al forte vento, l&rsquo;abbiamo gi&agrave; letto. &laquo;Dalla telemetria abbiamo visto che ha provato a tenere la macchina in pista&raquo;, aggiunge Briatore ai microfoni Rai, ma volendo sostenere teorie al limite del &ldquo;complotto&rdquo;, viene da chiedersi se sia realmente possibile perdere il controllo di una monoposto di F1 a velocit&agrave; da 150 orari (quella riportata da Vettel domenica scorsa), provare un controllo e non riuscire a mantenerla in pista (con asfalto asciutto).    Interrogativi legittimi. &laquo;La cosa importante &egrave; che i test [medici] sono risultati tutti negativi. [Fernando] non ricorda l&rsquo;incidente, ma &egrave; normale. Credo che domani (mercoled&igrave;; ndr) sar&agrave; fuori dall&rsquo;ospedale. Questo &egrave; il secondo incidente serio della sua carriera, il primo &egrave; stato nel 2004 (in realt&agrave; si trattava del 2003; ndr) quando ebbe un duro impatto a San Paolo&raquo;, - prosegue Briatore. Ecco, pensando a quell&rsquo;incidente decisamente spettacolare, a velocit&agrave; molto pi&ugrave; sostenuta e con la Renault disintegrata, Fernando scese dalla monoposto s&igrave; frastornato, ma senza alcun bisogno che gli venissero somministrati calmanti.  Ne ha anche per i complottisti, Briatore: &laquo;Non capisco queste&nbsp; storie, &egrave; stato un normale incidente. Sfortunatamente sono cose che capitano, anche a un pilota come Fernando, con forze G tremende. Altre volte puoi avere un incidente molto pi&ugrave; spettacolare senza che ti accada nulla&raquo;.  f.p.  

&ldquo;Fernando ha tentato il controllo della McLaren, senza riuscire a evitare l&rsquo;impatto&rdquo; 

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Briatore e Massa: l'abbraccio pacificatore ai Caschi d'Oro di Autosprint