Alex Palou si &egrave; preso una rivincita a Detroit dominando l&#39;appuntamento dell&#39;IndyCar successivo alla Indy 500, quasi una tradizione per i piloti vittime di particolari sfortune nella tappa dell&rsquo;Indiana dopo avere espresso potenziale vincente. Il pilota spagnolo &egrave; partito dalla pole ed &egrave; stato quasi sempre al comando sulla nuova pista cittadina della capitale del Michigan. E&rsquo; stato superato solo in una fase centrale da Will Power che, con le gomme morbide nuove, era riuscito a beffarlo prima di soffrire per il degrado. Palou ha cos&igrave; ripreso il vertice controllando l&#39;australiano fino alla fine. Power, con la mossa di mettere le gomme morbide nel secondo stint, ha passato diversi avversari, e ha avuto anche l&rsquo;opportunit&agrave; di riprovarci per la leadership in uno dei tanti re-start finali. Prima che completasse l&#39;attacco &egrave; per&ograve; stato centrato da Scott Dixon, arrivato lungo in frenata.  Il campione in carica ha visto ammutolirsi la vettura, che &egrave; brevemente decollata, a causa dell&#39;anti-stallo entrato in funzione. Cos&igrave;, &egrave; stato passato anche da Alexander Rossi. Un&#39;ultima caution per un contatto tra Sting Ray Robb e Santino Ferrucci gli ha dato l&#39;opportunit&agrave; di rifarsi, facendogli riconquistare il secondo posto, mentre Rossi &egrave; stato passato con aggressivit&agrave; anche dal compagno di squadra Felix Rosenqvist, che ha cos&igrave; completato il podio.  Su una pista molto stretta&nbsp;(simile a quella della F1 negli anni &#39;80) sono state tante le toccate, iniziate sin dallo start quando Callum Ilott ha centrato in frenata Kyle Kirkwood. Il pilota americano ha incredibilmente chiuso sesto alle spalle di Dixon e Rossi, grazie alle veloci riparazioni effettuate dal pit di Andretti.  Dopo una prima parte di corsa tranquilla, sono arrivati i guai di Pato O&#39;Ward. Il messicano ha avuto un problema tecnico in uscita dalla pit-lane che gli ha fatto perdere un giro. Poi, nella foga di rimontare, &egrave; andato a muro nel tentativo di passare Ferrucci. E&#39; stata poi la volta di Sting Ray Robb, mentre Graham Rahal, ancora in crisi nera come tutto il team di famiglia, si &egrave; toccato con Benjamin Pedersen. Poi, ha sbattuto Grosjean con 19 giri al termine. Il francese aveva gi&agrave; avuto un contatto con Scott McLaughlin e un&#39;uscita in via di fuga. Gara da dimenticare per lui e un nuovo errore fatale.  McLaughlin ha poi terminato settimo seguito da Marcus Armstrong, Marcus Ericsson e Josef Newgarden. Con il successo di Detroit, Palou ha incrementato la propria leadership al comando della classifica ad oltre 50 punti nei confronti di Ericsson.  L&#39;ordine d&#39;arrivo del Detroit Grand Prix  1 - Alex Palou (Dallara-Honda) - Ganassi&nbsp; - 100 LAPS 2 - Will Power (Dallara-Chevy) - Penske - 1&quot;1843 3 - Felix Rosenqvist (Dallara-Chevy) - McLaren - 5&quot;9515 4 - Scott Dixon (Dallara-Honda) - Ganassi - 7&quot;5682 5 - Alexander Rossi (Dallara-Chevy) - McLaren - 9&quot;9841 6 - Kyle Kirkwood (Dallara-Honda) - Andretti - 10&quot;5426 7 - Scott McLaughlin (Dallara-Chevy) - Penske - 10&quot;935 8 - Marcus Armstrong (Dallara-Honda) - Ganassi - 11&quot;6792 9 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) - Ganassi - 13&quot;0181 10 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) - Penske - 14&quot;0223 11 - Colton Herta (Dallara-Honda) - Andretti - 17&quot;6606 12 - Devlin DeFrancesco (Dallara-Honda) - Andretti - 19&quot;4321 13 - Simon Pagenaud (Dallara-Honda) - MSR - 19&quot;6486 14 - Agustin Canapino (Dallara-Chevy) - Juncos - 21&quot;4219 15 - Conor Daly (Dallara-Chevy) - ECR - 21&quot;7748 16 - Christian Lundgaard (Dallara-Honda) - RLL - 22&quot;116 17 - Jack Harvey (Dallara-Honda) - RLL - 23&quot;071 18 - Rinus VeeKay (Dallara-Chevy) - ECR - 23&quot;8193 19 - Helio Castroneves (Dallara-Honda) - MSR - 24&quot;6734 20 - Benjamin Pedersen (Dallara-Chevy) - Foyt - 3 giri 21 - Santino Ferrucci (Dallara-Chevy) - Foyt - 3 giri  Ritirati  97&deg; giro - Sting Ray Robb 86&deg; giro - David Malukas 81&deg; giro - Romain Grosjean 51&deg; giro - Graham Rahal 42&deg; giro - Pato O&#39;Ward 2&deg; giro - Callum Ilott  In campionato  1. Palou 273; 2. Ericsson 222; 3. Newgarden 203; 4. Dixon 194; 5. O&#39;Ward 191. 

Lo spagnolo di Ganassi si prende cos&igrave; una rivincita personale sul risultato della Indy. Sul podio, Power e&nbsp;Rosenqvist

IndyCar: Palou domina il Grand Prix di Detroit

Will Power ha centrato il suo primo successo nell&#39;anno in IndyCar a Detroit. Una rivincita sia per le difficolt&agrave; della Indy 500, sia per quanto successo nel 2021 proprio a Belle Isle, quando dopo una bandiera rossa finale la sua vettura, che aveva fin li dominato, si era ammutolita. Power ha avuto la meglio su Alexander Rossi, anche lui in cerca di una vendetta dopo la deludente prova di Indy. L&#39;americano di casa Andretti, che nei giorni precedenti l&#39;evento aveva annunciato il passaggio al team McLaren per il 2023, ha scelto una strategia con tre soste, contro le due degli altri piloti in top-10, e nel finale ha recuperato un grande distacco nei confronti del leader. Ciononostante, Power ha gestito al meglio le gomme morbide del suo ultimo stint guidando pulitissimo, nonostante il traffico e le turbolenze delle altre vetture. Con la vittoria di Detroit, Power ha anche agganciato la leadership del campionato.  Al terzo posto, solida gara per Scott Dixon che, come Power, ha preso il via con le gomme dure sopravanzando il poleman Josef Newgarden, partito con le morbide. Dixon per&ograve;, ha guadagnato tantissimo mettendo le &quot;rosse&quot; per lo stint centrale e non in quello finale, riuscendo grazie al picco di performance maggiore a migliorare la posizione in una fase particolarmente tirata. Il compagno di Power probabilmente contava su qualche caution iniziale come se ne sono viste tante sul tosto circuito del Michigan. Invece, la corsa, l&#39;ultima che si disputer&agrave; sulla location di Belle Isle prima di passare nel centro di Detroit, si &egrave; disputata incredibilmente senza neutralizzazioni, come per altro l&#39;IMSA al sabato. Newgarden ha cos&igrave; terminato quarto, inghiottito dai primi quando il gruppo era ancora relativamente compatto.&nbsp;  Quinto sulla griglia, Pato O&#39;Ward si &egrave; preso la medesima posizione sotto la bandiera a scacchi, mentre Alex Palou ha recuperato bene con la stessa tattica di Dixon dal diciottesimo posto dopo una qualifica non facile. Tra gli altri, &egrave; balzato davanti anche il compagno in Ganassi e fresco vincitore di Indy Marcus Ericsson. Tra i pi&ugrave; aggressivi in recupero anche Felix Rosenqvist, penalizzato per un errore di posizionamento da parte del team in qualifica e partito ultimo.  Pi&ugrave; staccati tutti gli altri piloti che hanno scelto le tre soste. David Malukas &egrave; stato il migliore del team Coyne, arrivato con due macchine al Q3 del sabato, mentre Takuma Sato ha concluso tredicesimo alle spalle anche di Conor Daly e davanti a Christian Lundgaard. In difficolt&agrave; in particolare Scott McLaughlin e Romain Grosjean, quest&#39;ultimo protagonista di un forte contatto con le barriere in qualifica. Contatto in prova anche per Kyle Kirkwood che dopo aver vinto l&#39;IMSA al sabato, si &egrave; trovato in difficolt&agrave; fisiche durante l&#39;IndyCar e dovr&agrave; affrontare approfondimenti medici.  L&#39;ordine di arrivo del Detroit Grand Prix at Belle Isle (top-10)  1 - Will Power (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 70 giri 2 - Alexander Rossi (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 1&quot;0027 3 - Scott Dixon (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 7&quot;1239 4 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 10&quot;6716 5 - Pato O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) &ndash; McLaren - 11&quot;2348 6 - Alex Palou (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 14&quot;9056 7 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 40&quot;8996 8 - Colton Herta (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 41&quot;1286 9 - Simon Pagenaud (Dallara-Honda) &ndash; Shank - 41 2942 10 - Felix Rosenqvist (Dallara-Chevy) &ndash; McLaren - 42&rdquo;8774  In campionato  1. Power 255; 2. Ericsson 252 3. O&#39;Ward 243; 4. Palou 241; 5. Newgarden 208. 

Il pilota del team Andretti porta a casa la prima vittoria dell&#39;anno. Leggi qui resoconto, risultati e classifica finale

IndyCar: a Detroit Power resiste alla carica di Rossi

Vittoria di Pato O&#39;Ward nella seconda gara in due giorni per l&#39;IndyCar a Detroit. Il messicano si &egrave; esibito in un perentorio recupero dalle retrovie dopo un errore in qualifica, ed &egrave; riuscito con tre giri alla fine a strappare la prima posizione a Josef Newgarden, facendo anche a ruotate col rivale americano. Poi O&#39;Ward ha staccato il pilota Penske, che ha riportato un danno all&#39;aerodinamica, di quasi 7&quot;, involandosi verso il traguardo.  Doppietta nel 2021  O&#39;Ward ha recuperato a forza di sorpassi e strategia, con una tattica che l&#39;ha portato a ritardare le soste presentandosi per l&#39;ultimo stint con delle gomme dure in condizioni migliori rispetto a quelle degli avversari. All&#39;ultimo re-start non ha esitato ad avventarsi su Colton Herta prima e su Newgarden poi.  Oltre a diventare il primo &quot;repeat winner&quot; dell&#39;anno con il secondo successo 2021, ha incamerato per una sola lunghezza la leadership di campionato ai danni di Alex Palou. Lo spagnolo ha a sua volta messo in atto un buon recupero finendo terzo e approfittando di una spiattellata da parte di Herta.  Grosjean fuori per principio d&#39;incendio  Tra gli highlight della gara domenicale anche il secondo ritiro di Romain Grosjean, che, a -7 dal termine, ha avuto un principio d&#39;incendio partito dai freni. Grosjean, senza pensarci due volte, &egrave; uscito dall&#39;abitacolo correndo dai commissari a bordo pista per farsi dare un estintore, poi &egrave; tornato a spegnere le fiamme, prima di essere portato via dal team di sicurezza.    Dixon ormai ex favorito per il titolo  Alle spalle di Newgarden, che ha recuperato punti utili, Palou e Herta, ha concluso la corsa Graham Rahal, autore di una doppia top-5. Sesto e settimo posto rispettivamente per Will Power e Scott Dixon. Il neozelandese ha faticato particolarmente, sbagliando anche posizionamento in occasione dell&#39;ultima sosta.  Incredibile pensare che Dixon, fino a Indianapolis, era forse il favorito numero uno per il titolo, e ora il campionato &egrave; sempre pi&ugrave; aperto. Ai margini della top-10 sulla tosta pista di Belle Isle hanno concluso il vincitore di gara 1 Marcus Ericsson e Santino Ferrucci, autore di un crash non da poco in qualifica. Giornata difficile per Rinus VeeKay, che ha rimediato una penalit&agrave; in un momento critico e ha terminato diciottesimo.  L&#39;ordine di arrivo di gara 2 della Dual in Detroit:  1 - Pato O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) - AMSP - 70 giri 2 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) - Penske - 6&quot;7595 3 - Alex Palou (Dallara-Honda) - Ganassi - 6&quot;9392 4 - Colton Herta (Dallara-Honda) - Andretti - 7&quot;0558 5 - Graham Rahal (Dallara-Honda) - RLL - 7&quot;6952 6 - Will Power (Dallara-Chevy) - Penske - 8&quot;4418 7 - Scott Dixon (Dallara-Honda) - Ganassi - 8&quot;8324 8 - Simon Pagenaud (Dallara-Chevy) - Penske - 9&quot;0641 9 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) - Ganassi - 9&quot;5248 10 - Santino Ferrucci (Dallara-Honda) - Rahal - 10&quot;6860  In campionato  1. O&#39;Ward 299; 2. Palou 298; 3. Dixon 263; 4. Newgarden 248; 5. VeeKay 243. 

A Detroit il messicano &egrave; riuscito a strappare la prima posizione a Josef Newgarden ed &egrave; diventato il primo &quot;repeat winner&quot; dell&#39;anno

IndyCar: O&#39;Ward vince ed &egrave; il nuovo leader della serie

Alti e bassi. Cos&igrave; si potrebbe riassumere il weekend dell&#39;IndyCar a Detroit. Sulla difficile pista cittadina di Belle Isle, che si snoda a poca distanza dalle sedi dei grandi costruttori automobilistici, in un parco non utilizzato nel resto dell&#39;anno, si sono svolte due manche a punteggio pieno. Pochi tuttavia hanno potuto approfittare della doppia chance, visto che quasi tutti i piloti di vertice sono andati incontro a fortune alterne.  Josef Newgarden, grazie ad una sosta anticipata e ad una provvidenziale safety-car, &egrave; riuscito a beffare Alexander Rossi in gara 1, involandosi verso il successo. In gara 2, sempre mentre battagliava con Rossi per la leadership virtuale, Newgarden ha invece forzato troppo l&#39;attacco a James Hinchcliffe, che in uscita box si era piazzato davanti a loro con gomme fredde.    &nbsp;  Risultato, un ritiro che riduce al minimo il suo vantaggio in classifica. Con il secondo posto della prima frazione, e riuscendo a ripartire salvaguardando una top-5 nella seconda, Rossi viceversa si &egrave; fatto sotto.  Troppi errori e tante sorprese  Anche Scott Dixon ha avuto la sua quota di sorprese. Nella corsa di sabato, ridotta e ritardata per violenti temporali che rischiavano di mettere in pericolo il pubblico, il neozelandese ha commesso uno dei suoi rari errori, pizzicando il muro interno e venendo scaraventato verso quello esterno.  In gara 2, complice una provvidenziale caution e l&#39;incidente di Hinchcliffe-Rossi-Newgarden, &egrave; invece riuscito a centrare il successo. Al secondo posto ha chiuso Marcus Ericsson. Il team Schmidt ha fatto la migliore scelta di strategia, chiamandolo dopo soli due giri ai box per togliere le gomme morbide, rivelatesi molto poco durature. Se non fosse stato per la tamponata di Sebastien Bourdais a Spencer Pigot in ingresso box, che ha aiutato Dixon, Ericsson avrebbe potuto vincere.&nbsp;  Anche a causare la prima bandiera gialla &egrave; stato un contatto multiplo con vittime di lusso. Simon Pagenaud, dopo aver chiuso sesto al sabato, &egrave; arrivato lungo colpendo Felix Rosenqvist, e coinvolgendo anche Tony Kanaan e Will Power. L&#39;australiano ha poi guidato per tutta la corsa con un problema al cambio, ma con tanti sorpassi e l&#39;alternarsi delle soste si &egrave; ritrovato in terza posizione. Non ha potuto attaccare i leader nel final, ma ha guadagnato punti. Anche al sabato non aveva avuto vita facile: un errore della squadra gli aveva fatto perdere una ruota fuori dai box.  Sempre nella prima manche, Takuma Sato ha chiuso terzo a suon di sorpassi, risultato che ha tentato di ripetere anche la domenica, rimediando per&ograve; una foratura nel finale. Quarto in gara 1, Rosenqvist &egrave; sopravvissuto al colpo iniziale, ma ha pagato caroun errore: rotto lo sterzo in una leggera strisciata, ha tentato di continuare, finendo rovinosamente in testacoda.    Le classifiche  L&rsquo;ordine d&rsquo;arrivo di gara 1 della Detroit Dual:  1 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 43 giri  2 - Alexander Rossi (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 0&quot;8237  3 - Takuma Sato (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 11&quot;4760  4 - Felix Rosenqvist (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 11&quot;8833  5 - Ryan Hunter-Reay (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 12&quot;2263  6 - Simon Pagenaud (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 12&quot;5127  7 - Graham Rahal (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 13&quot;1515  8 - Zach Veach (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 14&quot;0022  9 - James Hinchcliffe (Dallara-Honda) &ndash; SPM - 15&quot;2409  10 - Spencer Pigot (Dallara-Chevy) &ndash; ECR - 16&quot;1462  &nbsp;  L&rsquo;ordine d&rsquo;arrivo di gara 2 della Detroit Dual:  1 - Scott Dixon (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 70 giri  2 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) &ndash; SPM - 1&quot;9419  3 - WIll Power (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 3&quot;6570  4 - Ryan Hunter-Reay (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 4&quot;5238  5 - Alexander Rossi (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 5&quot;1877  6 - Marco Andretti (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 6&quot;6330  7 - Graham Rahal (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 7&quot;1404  8 - Zach Veach (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 8&quot;0411  9 - Sebastien Bourdais (Dallara-Honda) &ndash; Coyne - 8&quot;7886  10 - Santino Ferrucci (Dallara-Honda) &ndash; Coyne - 9&quot;4809  In campionato:  1. Newgarden 316; 2. Rossi 301; 3. Pagenaud 291; 4. Dixon 264; 5. Sato 255.   

Il weekend dell&#39;IndyCar a Detroit &egrave; stato un altalena di sorprese e anche pioggia. A vincere gara 1 &egrave;&nbsp;Newgarden, mentre&nbsp;gara 2, sempre sulla difficile pista di Belle Isle, va a Scott Dixon,&nbsp;davanti a Marcus Ericsson e Will Power

IndyCar: a Newgarden e Dixon i successi di Detroit

Nella seconda gara a punteggio pieno dell&#39;IndyCar a Detroit, Ryan Hunter-Reay &egrave; tornato al successo battendo il giovane e veloce compagno di squadra Alexander Rossi. Il pilota della Florida &egrave; riuscito a prevalere con tre pit-stop, spingendo come un forsennato e costringendo Rossi ad un costoso errore in frenata nel tentativo di difendere la vetta. Dopo una bella prova, Rossi ha bloccato pi&ugrave; volte danneggiando una gomma. A ringraziare &egrave; stato Will Power, miracolosamente secondo con una corsa assolutamente di pregio e tornato leader della classifica col 12&deg; posto del rivale.&nbsp;  Power a parte, &egrave; stata molto complicata la prova di Detroit per i colori Chevrolet e anche per il team Penske. La squadra del Capitano (che tra l&#39;altro organizza l&#39;evento) si &egrave; salvata con l&#39;australiano fresco vincitore di Indy, mentre Josef Newgarden e Simon Pagenaud non si sono mai visti... In realt&agrave; si parla pi&ugrave; di un colpo a vuoto di Chevrolet dato che Power &egrave; stato l&#39;unico alfiere del cravattino in top-6 in entrambe le corse della Motor City. Decimo Pagenaud (a 1 minuto), quindicesimo Newgarden. Tony Kanaan, in recupero dopo un incidente in qualifica, ha fatto meglio di loro cos&igrave; come Charlie Kimball.  Certo, per quanto la giornata sia stata difficile per Newgarden e soci, nulla di paragonabile al KO del Vice Presidente Esecutivo per lo sviluppo di GM Mark Reuss che, incaricato di dare il via alla seconda corsa guidando la safety-car, ha perso il posteriore della Corvette ZR1 fiondandosi nel muro subito dopo l&#39;uscita ai box. Incredulit&agrave; da parte di tutti i piloti, rimasti fermi in pista e costretti a tornare ai box per poter finalmente iniziare la gara con un certo ritardo.  Tra i migliori protagonisti invece Ed Jones, che finalmente &egrave; riuscito a mettersi dietro Scott Dixon, in qualifica e anche in gara con un bel sorpasso. Quinto Graham Rahal, passato Robert Wickens, ancora positivo. Ha chiuso ventesimo Santino Ferrucci, penalizzato da due contatti (contro le barriere e con Spencer Pigot a inizio gara). Pi&ugrave; arretrato Sebastien Bourdais, rallentato a sua volta da una toccata iniziale.  L&#39;ordine d&#39;arrivo della Chevrolet Dual In Detroit, gara 2:  1 - Ryan Hunter-Reay (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 70 giri&nbsp; 2 - Will Power (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 11&quot;3549 3 - Ed Jones (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 13&quot;2291 4 - Scott Dixon (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 13&quot;7652 5 - Graham Rahal (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 16&quot;628 6 - Robert Wickens (Dallara-Honda) &ndash; SPM - 34&quot;9398 7 - Tony Kanaan (Dallara-Chevy) &ndash; Foyt - 41&quot;6328 8 - Charlie Kimball (Dallara-Chevy) &ndash; Carlin - 47&quot;3553 9 - Marco Andretti (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 56&quot;6293 10 - Simon Pagenaud (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 59&quot;5891  In campionato 1. Power 309; 2. Dixon 304; 3. Rossi 297; 4. Hunter-Reay 278; 5. Newgarden 270 

Il pilota del Team Andretti torna al successo battendo Power e Jones &nbsp;

IndyCar Detroit: Hunter-Reay conquista gara2

Vittoria dei fratelli Taylor nel round di Detroit del campionato IMSA. In una corsa caratterizzata da lunghe situazioni di caution, la Dallara del Wayne Taylor Racing &egrave; balzata al comando grazie ad un re-start eccellente del pi&ugrave; giovane Jordan, subentrato al maggiore Ricky a met&agrave; gara. Beffato l&rsquo;Action Express Racing, anch&rsquo;esso parte del pacchetto motorizzato e carrozzato Corvette ma dotato (come tutti gli altri contendenti) di telaio Coyote. Subito fuori gioco invece &nbsp;due dei prototipi di punta: Marc Goossens, finito nelle barriere dopo aver perso l&rsquo;ala posteriore, ha colpito anche Dane Cameron, eliminando di fatto ogni competizione per il duo di testa.&nbsp;  &nbsp;  Addirittura, per il terzo posto assoluto se la sono vista due dei prototipi monomarca della classe LMPC: a prevalere &egrave; stato, grazie ad uno dei rari errori del texano Colin Braun, il duo composto da Renger Van Der Zande ed Alex Popow. Con quasi tutti i team e piloti di classe GTLM impegnati nei test di Le Mans, a Detroit hanno corso solo le gran turismo della classe &ldquo;minore&rdquo; GTD. Con un&rsquo;ottima sosta ai box, ed un eccellente finale da parte dell&rsquo;olandese ha vinto la Dodge Viper di Keating-Bleekemolen. Terzo posto per Alessandro Balzan e Christina Nielsen, sulla Ferrari 488 della Scuderia Corsa. L&#39;accoppiata italo-danese ha rinsaldato la propria leadership in classifica.  &nbsp;  L&rsquo;ordine d&rsquo;arrivo della Chevrolet Sports Car Classic, quinta tappa dell&rsquo;IMSA 2016:  &nbsp;  1 - R.Taylor/J.Taylor (Dallara-Corvette) &ndash; Taylor - 57 giri  2 - Fittipaldi/Barbosa (Coyote-Corvette) &ndash; AXRacing - 1&rdquo;740  3 - Popow/van der Zande (Oreca FLM09) &ndash; Starworks - 33&rdquo;643  4 - Bennett/Braun (Oreca FLM09) &ndash; Core - 37&rdquo;117  5 - Alon/Kimber-Smith (Oreca FLM09) &ndash; PR1 - 48&rdquo;082  6 - French/Marcelli (Oreca FLM09) &ndash; Perf.Tech - 51&rdquo;278  7 - Bomarito/Nunez (Lola-Mazda) &ndash; SpeedSource - 1&rsquo;00&rdquo;980  8 - Drissi/Mowlem (Oreca FLM09) &ndash; Bar1 - 1&rsquo;01&rdquo;470  9 - Joel.Miller/T.Long (Lola-Mazda) &ndash; SpeedSource - 1 giro  10 - Keating-Bleekemolen (Dodge Viper) &ndash; Riley - 1 giro 

Seconda vittoria 2016 per la Dallara della compagine motorizzata Chevy

IMSA,&nbsp;I fratelli Taylor vincitori a Detroit

&nbsp;  &Egrave; stato il francese Sebastien Bourdais a vincere la seconda gara di Detroit di IndyCar, sul circuito stradale. Dopo la pioggia del sabato, che ha condizionato l&rsquo;esito di gara-1, anche la corsa della domenica si &egrave; svolta in parte sotto l&rsquo;acqua. Bourdais ha preceduto Sato, Graham Rahal, Vautier e Andretti.  Nei primi giri, finch&eacute; era bagnato, ha dominato Juan Pablo Montoya, ma poi al vincitore di indianapolis ne sono successe di tutti i colori. Prima ha fatto un pit stop troppo lento quando ho dovuto montare le slick, poi &egrave; stato ripassato nelle ripartenze, infine ha dovuto rallentare per mancanza di carburante e ha finito decimo.  Diversi incidenti hanno messo ko molti protagonisti, curiosamente molti crash sono accaduti fra compagni di squadra: Will Power sul finale della corsa, durante una ripartenza (forse toccato da Pagenaud) ha sbattuto contro il suo compagno di team in Penske, Castroneves. Idem fra i due compagni di colori del team Ganassi, dove Kimball ha buttato contro il muro Scott&nbsp;Dixon per non averlo visto mentre si postava per mettersi nella scia di un avversario.  Luca Filippi si &egrave; classificato 17&deg; a due giri, penalizzato da una strategia sbagliata che lo ha portato al pit stop nel momento errato&nbsp;e da un lieve contatto con il muretto che lo ha obbligato a una sosta extra per sostituire le ali davanti e dietro. A muro anche Stefano Coletti, ripartito e finito poi 16&deg;.

Nella seconda gara stradale di Detroit trionfa il francese ex F1 su Sato. Sfortunato Luca Filippi che termina solo 16&deg; 

Indycar gara-2: tocca a Bourdais

Inizio bagnato, inizio fortunato per Carlos Munoz a Detroit: il colombiano ha conquistato la sua prima vittoria in IndyCar anche grazie alle condizioni meteo, prevalendo in gara 1 del doppio appuntamento nella motor city. Si &egrave; trattato di un successo atipico, dato che la corsa &egrave; stata dichiarata conclusa dopo 47 dei 70 giri in programma per via di un violento temporale con rischio di forte vento e fulmini.  Mentre tutti i piloti, sicuri dell'imminente arrivo della pioggia, si sono fermati nelle battute finali a cambiare le gomme, Munoz ha scelto di ritardare il pi&ugrave; possibile la sosta, scommettendo su qualche tornata in pi&ugrave; con pista asciutta. Scommessa vinta dato che, quando &egrave; a sua volta riemerso con coperture rain dai box, era ampiamente al comando. Secondo ha terminato Marco Andretti, che anticipando il cambio verso le slick ad inizio gara si era portato in vetta. Terzo posto per Simon Pagenaud, mentre Will Power, che ha optato per strategie pi&ugrave; conservative, ha chiuso quarto.  La top-6 completata da Scott Dixon e Helio Castroneves, mentre Luca Filippi, che era arrivato ad occupare il terzo posto, ha terminato nono. Undicesimo il leader dei primi passaggi Takuma Sato, quindicesimo Stefano Coletti, protagonista di un contatto con James Jakes che ha messo KO Tony Kanaan e Graham Rahal.  Marco Cortesi

Il colombiano vince gara 1 a Detroit, precedendo Andretti e Pagenaud prima del temporale

Indycar: vittoria "anticipata" per Munoz

Galeotta fu la Honda. Lo direbbe cos&igrave; Dante Alighieri, se dovesse commentare lo scambio di battute che c&rsquo;&egrave; stato su Twitter tra i piloti di punta della Casa di Tokyo nelle massime categorie delle due e delle quattro ruote, ovvero Marc Marquez e Fernando Alonso, rispettivamente in forza ai Team HRC in MotoGP e McLaren-Honda in F1.  I due campioni spagnoli sono infatti stati protagonisti di un simpatico botta e risposta sul celebre social network, ma oggetto della &ldquo;contesa&rdquo; non &egrave; stato, a discapito di quel che si pu&ograve; facilmente giungere a pensare, un argomento relativo allo sport, alle stagioni di MotoGP e di Formula 1 che si apprestano ad indirizzarsi al via con i test invernali, ma l&rsquo;ultima novit&agrave; a quattro ruote presentata dal costruttore nipponico al Salone dell&rsquo;Automobile di Detroit, ovvero la nuova Honda NSX, supersportiva gi&agrave; vista in forma di concept tempo addietro ed ora ufficialmente svelata nella sua versione di serie.  Una vettura dal carattere fortemente emozionale, che ha lo scopo di raccogliere la pesante eredit&agrave; di un modello simbolo degli anni &rsquo;90, la cui versione originale venne sviluppata nientemeno che da Ayrton Senna. Un modello talmente carico di sportivit&agrave; da attirare a s&eacute; le attenzioni di due grandi piloti come appunto Marquez e Alonso, che da buoni alfieri della Casa di Tokyo non nascondono di fantasticare in merito all&rsquo;arrivo di questa vettura nel loro (sicuramente molto ricco) garage.  L&rsquo;asturiano ex ferrarista, da quest&rsquo;anno (ri)chiamato a portare i colori della McLaren, &egrave; rimasto infatti estasiato dall&rsquo;unveiling di questa sportiva ibrida, al punto da dichiarare attraverso Twitter (rivolgendosi alla vettura): &laquo;Tu non lo sai, ma un giorno noi staremo insieme&raquo;, contornando questa esternazione da una serie di smile con gli occhi a cuore.  Un Tweet che non &egrave; sfuggito a Marc Marquez, che ha replicato alla &ldquo;dichiarazione d&rsquo;amore&rdquo; di Fernando con un: &laquo;Mi sono innamorato anch&rsquo;io&raquo;, riferendosi a sua volta alla nuova NSX, un bolide che ricordiamo essere alimentato da un powertrain ibrido composto da un&rsquo;unit&agrave; termica V6 bi-turbo e da tre propulsori elettrici, la cui sinergia promette una potenza complessiva superiore a 500 cv; un valore questo che viene trasmesso ad entrambi gli assi da una trasmissione robotizzata a doppia frizione e da un cambio a nove velocit&agrave;.  Una vettura insomma capace di far riscoprire il lato pi&ugrave; passionale di due grandi campioni, questa nuova Honda, che per certo non andr&agrave; a dimostrare chi sar&agrave; pi&ugrave; veloce in pista, ma che potrebbe in compenso far emergere chi dei due sar&agrave; il pi&ugrave; veloce a &ldquo;volare&rdquo; in concessionaria.  Alessandro Colombo  

I due campioni spagnoli non sono rimasti insensibili al fascino della nuova supersportiva Honda

Alonso e Marquez si "litigano" la nuova NSX su Twitter

  &nbsp;  &laquo;Vorrei dire ai tifosi di lasciarci lavorare. Sar&ograve; presente ad alcuni Gran Premi, ma abbiamo sul campo il nostro team principal (Maurizio Arrivabene) e sar&agrave; lui ad occuparsi direttamente della gestione della squadra. Purtroppo partiamo con un gap iniziale, ma non discuto con chi ha voluto fare polemiche&raquo;. Il riferimento al vivace scambio di dichiarazioni con Luca Di Montezemolo &egrave; chiaro.  Dal Salone di Detroit Sergio Marchionne (nella foto con il presidente di FCA, John Elkann) ha risposto a tante domande relative al gruppo FCA, ma il discorso si &egrave; spostato anche sul fronte Ferrari.  &laquo;Siamo tutti impegnati per cercare di tornare a vincere il prima possibile &ndash; ha proseguito il Presidente del Cavallino - sar&agrave; un anno duro ma la cosa importante &egrave; tenere la testa bassa. Abbiamo in casa almeno 1000 persone che vogliono una sola cosa: vincere. &Egrave; una garanzia. Un buon risultato l&rsquo;abbiamo gi&agrave; ottenuto, potendo modificare il motore nel corso dell&rsquo;anno, mentre sembrava che tutto dovesse rimanere congelato. La considero una prima vittoria, altre spero arriveranno&raquo;.  Sul fronte &ldquo;produzione&rdquo; Marchionne ha chiarito di voler mantenere il pi&ugrave; possibile l&rsquo;esclusivit&agrave; del marchio Ferrari: &laquo;Sarebbe tecnicamente possibile arrivare dalle 6-7.000 unit&agrave; prodotte oggi di oggi a 10.000 o oltre. Ma abbiamo presente quello che diceva Enzo Ferrari: &egrave; sempre meglio vendere una Ferrari meno di quello che ci verr&agrave; chiesto dal mercato&raquo;.  Roberto Chinchero 

Il Presidente del Cavallino descrive una squadra impegnata a &ldquo;testa bassa&rdquo; per tornare a vincere quanto prima

Ferrari, Marchionne chiede tempo

  &nbsp;  Ecco le prime immagini della nuova Ford GT, presentata al Salone di Detroit e che nel 2016 vedr&agrave; il ritorno della Casa americana alla 24 Ore di Le Mans. Per ora si tratta di uno splendido concept, cui seguir&agrave; nel 2016 la vettura definitiva.  La Ford GT sostituisce la versione GT precedente, che era un supercar costruita in pochissimi esemplari ed ispirata alla mitica Ford GT40 degli Anni &lsquo;60 che corse e vinse anche a Le Mans. Proprio per onorare la simbolica ricorrenza dei 50 anni dalla vittoria Ford alla 24 Ore (1966-2016) il marchio americano intende allestire una versione racing di questa GT per prendere parte a Le Mans nella classe GTE (quella in cui si misurano Ferrari 458, Porsche 911, Corvette e Aston Martin). E rinverdire cos&igrave; la mitica sfida contro la Ferrari degli Anni &lsquo;60 quando all&rsquo;epoca Ferrari P3 e P4 lottavano contro le Ford GT40 e Mark VII per la classifica assoluta. Il programma GTE sar&agrave; gestito direttamente dal team di Chip Ganassi.  La nuova Ford GT utilizza un motore 6 cilindri Ecoboost biturbo di 3.5 litri, capace di circa 600 cavalli abbinato a un cambio doppia frizione a 7 marce. L&rsquo;Ecoboost V6 3,5 litri &egrave; lo stesso propulsore attualmente montato sul telaio Riley che corre nel campionato IMSA nella classe DP (Daytona Prototype).  Cesare M. Mannucci

C'&egrave; un progetto racing per la nuova coup&eacute; presentata a Detroit: correr&agrave; la 24 Ore nel 2016 per riproporre un duello mitico

Questa Ford GT sfider&agrave; la Ferrari a Le Mans

Exploit dei piloti del team Penske, Will Power ed Helio Castroneves, nella doppia gara IndyCar sul circuito stradale cittadino di Detroit, che da tanti anni ha lasciato le vie urbane per approdare sulle stradine dell'isoletta di Belle Isle, in mezzo al Detroit River.  Appena una settimana dopo Indianapolis i piloti dell'IndyCar non potevano trovare una pista cos&igrave; diversa dal catino dell'Indiana: tornantini, esse fra muretti e new jersey e asfalto senza grip e pieno di ondulazioni. In condizioni cos&igrave; particolari &egrave; affondato Ryan Hunter-Reay che aveva vinto Indy, e che qui per due volte si &egrave; qualificato all'ultimo posto ed ha chiuso con un 16&deg; e un ritiro le due gare perdendo anche la testa della classifica.  Chi ha dominato il week end &egrave; stato il pilota di Penske, Will Power che ha vinto la prima gara ed &egrave; giunto alle spalle del compagno di squadra Castroneves nella seconda. Nella prima Power ha regolato Rahal e Kanaan; nella seconda Castroneves &ndash; alla pirma vittoria stagionale - ha saputo gestire bene i sette giri sprint finali dopo l'ultima neutralizzazione e si &egrave; messo alle spalle appunto Power, poi Kimball che all'ultimo giro ha resistito agli attacchi di Hinchcliffe e Dixon. A gara finita per la gioia Castroneves ha dato spettacolo come solo lui sa fare, arrampicandosi stile Uomo Ragno sulle reti che dividono la pista dal pubblico, stavolta per&ograve; imitato dai suoi meccanici come tanti altri &ldquo;ragni&rdquo;.

Nelle due gare IndyCar sulla pista stradale del Michigan affonda Hunter Reay. Power in testa al campionato

Power e Castroneves, doppietta Penske a Detroit

Gara col fiato sospeso fino alla bandiera a scacchi per la 5&ordf; prova della serie Imsa Ussc a Detroit. Fra i Prototipi l&rsquo;ultimo giro sul tracciato di Belle Isle Park ha visto la battaglia ai ferri corti fra Ricky Taylor e Joao Barbosa: quando quest&rsquo;ultimo &egrave; riuscito a prendere l&rsquo;interno, ha poi accompagnato l&rsquo;altra Corvette DP a &ldquo;piallare&rdquo; il muretto in uscita. Ma il contatto &egrave; stato pi&ugrave; deleterio per lui, perch&eacute; si &egrave; ritrovato con la ruota posteriore sinistra forata e poi distrutta. Della disputa stava quasi riuscendo ad avvantaggiarsi il poleman Richard Westbrook, per&ograve; Taylor &egrave; riuscito a contenerlo precedendolo sul traguardo di soli 207 millesimi. Dunque primi in gara (e in classifica) i fratelli Taylor, seguiti da Westbrook-Valiante e Yacaman-Pla, mentre Barbosa-Fittipaldi si sono dovuti accontentare del sesto posto ottenuto tagliando il traguardo con la vettura semidistrutta nel lato della ruota ceduta.  Anche la classe GTD non &egrave; stata da meno: fino all&rsquo;ultimo Alessandro Balzan (Ferrari 458) ha dovuto difendersi prima da Spencer Pumpelly (Audi R8) che per&ograve; in seguito a un paio di attacchi sbagliati ha perso terreno e posizioni, per poi ritirarsi in seguito a un contatto con la Ferrari di Bell. Di ci&ograve; stava approfittando Mario Farnbacher (Porsche 911), ma anche in questo caso Balzan non si &egrave; fatto sorprendere n&eacute; dall&rsquo;avversario, n&eacute; dai doppiati poco collaborativi, n&eacute; dai pezzi in pista della Corvette di Barbosa, tagliando il traguardo per primo con un vantaggio di soli 297 millesimi, quando era partito 7&deg;. Dunque vittoria per la Ferrari 458 di Balzan-Westphal seguiti dalla Porsche 911 di James-Farnbacher e dall&rsquo;Audi R8 di Haase-Miller. Da rilevare che i primi 6 in classe GTD sono arrivati praticamente a filo di paraurti l&rsquo;uno con l&rsquo;altro, racchiusi in 2 secondi e mezzo.  Maurizio Voltini  

Vittorie insidiate fin sotto la bandiera a scacchi nella serie americana corsa a Belle Isle Park

Imsa-Ussc a Detroit: finali col brivido per i Taylor (DP) e Balzan (GTD)

da Detroit (Usa): Alberto Sabbatini  La conferenza stampa di Sergio Marchionne al Salone dell'Auto di Detroit la potete leggere per intero su Auto.it.  L'ad ha focalizzato il suo intervento sul rilancio&nbsp;Alfa Romeo, che coinvolger&agrave; Ferrari. Dichiarando: &laquo;Confermo la nostra strategia pi&ugrave; volte anticipata nei giorni scorsi&nbsp;&ndash; ha detto Marchionne &ndash;&nbsp;che prevede lo sviluppo di marchi premium e l&rsquo;impegno per il risanamento dell&rsquo;Alfa Romeo anche grazie alla rete di distribuzione mondiale della Chrysler&raquo;.  Nello specifico: &laquo;L&rsquo;Alfa Romeo &egrave; nata con alcune caratteristiche nel suo Dna, fatto di sportivit&agrave; e grinta, e credo che per portare l&rsquo;Alfa di nuovo sui mercati di tutto il mondo &egrave; essenziale ritornare a proporre elementi del suo Dna. Uno dei quali &egrave; la non comunanza di motori fra Fiat e Alfa. Dobbiamo tornare a motori ripetutamente Alfa Romeo, con quelle caratteristiche uniche che in passato li hanno sempre distinti. Quindi, a parte la gamma bassa (Mito, Giulietta, ndr), per i motori delle Alfa pi&ugrave; grosse sfrutteremo il know how e la conoscenza motoristica della Ferrari. Sarebbe da deficienti non attingere alle esperienze Ferrari in questo campo. Si pu&ograve; essere in disaccordo sulle prestazioni Ferrari nella F.1 ma non si pu&ograve; discutere la loro conoscenza in fatto di motori, dove rappresentano una eccellenza, e sono all&rsquo;avanguardia. Perci&ograve; c&rsquo;&egrave; gente che sta lavorando in segreto a questi progetti&raquo;.  La prima Alfa ad uscire sul mercato,&nbsp;la futura&nbsp;spider Duetto prevista nel 2015 e nata dall&rsquo;integrazione con la Mazda, avr&agrave; ancora un motore di derivazione Fiat: il 1750 turbo della Giulietta. I motori studiati con Ferrari motorizzeranno le Alfa pi&ugrave; grosse e di lusso, come la Giulia, una futura ammiraglia costruita su pianale Maserati Ghibli, e il Suv Alfa Romeo. E saranno ovviamente un adattamento dei V6 e V8 che attualmente sono montati sulle Maserati. Quel che &egrave; scontato, &egrave; che le Alfa torneranno a dei motori V6 come nella sua tradizione dai tempi della Montreal e della 164, ma non pi&ugrave; frutto di alchimie industriali forzate, come fu l&rsquo;adozione dei motori australiani di fine anni &rsquo;90 che snaturarono la personalit&agrave; delle Alfa Romeo.  &nbsp;

Come per la Maserati, verranno forniti i V6 e V8 per i modelli di alta gamma

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