Faccio outing. Ho un debole per Stefano Domenicali. Meglio chiarire subito: niente di particolarmente morboso. Ammiro il suo modo di approcciare alla vita, la sua insostenibile leggerezza dell&rsquo;essere uno che ha scalato tutti i gradini di una carriera senza limiti e confini. Dal 1&deg; gennaio 2021 sar&agrave; il manager imolese, 55 anni met&agrave; dei quali spesi alla Ferrari, a tirare le fila della Formula Uno.  Il successore di Bernie Ecclestone e Chase Carey plana sulla scena portandosi in dote il suo Dna corsaiolo e le grandi esperienze maturate in Audi e Lamborghini. Ora tutti si interrogano su come potr&agrave; essere il futuro del mondo dei Gp con Domenicali al comando, sulle eventuali priorit&agrave; da risolvere e i tanti nodi da sciogliere per assicurare un futuro sicuro per la categoria. Avr&agrave; modo e tempo per far vedere il suo modo di operare, Domenicali. Ma nel frattempo godiamoci per un attimo la bella favola raccontata da questo manager capace, cresciuto all&rsquo;ombra di icone dell&rsquo;imprenditoria e delle corse, che ha saputo apprendere molto bene i segreti del mestiere.  Partito dal basso e arrivato clamorosamente in alto, Stefano rappresenta la faccia bella del nostro paese, un vero e proprio modello esportazione. Vederlo in cima al mondo che ha sempre amato per lui &egrave; un sogno che si avvera e per noi una bella botta di orgoglio tricolore che non fa mai male di questi tempi.    Nel frattempo nel weekend appena trascorso al Gp di Sochi abbiamo assistito a due favole finlandesi. Quella di Valtteri Bottas ancora a segno nel Gp di Russia e quella di Kimi Raikkonen che ha raggiunto quota 323 Gp disputati eguagliando il record immenso detenuto da Rubens Barrichello.   In fatto di record &egrave; andata peggio a Lewis Hamilton che si &egrave; visto affibbiare una penalizzazione che fa discutere. L&rsquo;arrivo a quota 91 Gp vinti &egrave; solo rimandata, ma certe decisioni prese dai commissari a Sochi risultano indigeribili. Infine la Ferrari. La sesta piazza colta da Leclerc &egrave; un piccolo, flebile, segnale di risveglio. Come un bel brodino caldo quando arrivano i primi freddi. L&rsquo;ammalata Rossa resta sotto osservazione ma le terapie, forse, iniziano a fare qualche piccolo effetto.    Sterzi a Parte: Da Sochi esce re soltanto Raikkonen  Ultima annotazione: esce in edicola un nuovo numero di Autosprint Gold Collection. Porta il titolo di Stagioni del Cuore. Si celebrano cos&igrave; le 15 annate della rubrica firmata da Mario Donnini. Parla di una Formula Uno dove prevale il fascino dell&rsquo;insolito. Proprio quella che ci piacerebbe vedere dalla prossima stagione, quella che vedr&agrave; debuttare Stefano Domenicali sul ponte di comando della F.1 

La nomina del successore di Ecclestone e Carey &egrave; una bella botta di orgoglio tricolore: toccher&agrave; a lui sciogliere tutti i nodi in F1 per assicurare un futuro sicuro per la categoria. Intanto dopo il GP di Russia la Ferrari lancia un piccolo, flebile, segnale di risveglio

L&#39;editoriale del Direttore: Domenicali la novit&agrave; pi&ugrave; bella

        Dopo tre anni Chase Carey &egrave; pronto a farsi da parte, per lasciare il ruolo di Ceo della Formula 1 a Stefano Domenicali. Carey rester&agrave; comunque nell'orbita F1, assumendo il suolo di presidente non esecutivo. Hamilton non contento del venerd&igrave;: "Libere 1 da dimenticare, devo lavorare su guida e assetto" 2020, una sfida molto impegnativa Le sue parole di commiato sono state raccolte dal sito ufficiale della Formula 1, al quale Carey ha affidato il suo pensiero: "E' stato un onore guidare la Formula 1, uno sport globale con una storia alle spalle lunga 70 anni. Sono orgoglioso della nostra squadra che non solo ha attraversato un 2020 immensamente impegnativo, ma che ha anche risposto con ancor pi&ugrave; convinzione e determinazione nelle aree della sostenibilit&agrave;, della diversit&agrave; e dell'integrazione. Sono sicuro che abbiamo costruito delle solide basi affinch&eacute; il business cresca a lungo termine. E' stata un'avventura e mi &egrave; piaciuto lavorare con le squadre, la Fia e tutti i nostri partner. Guardo avanti rimanendo coinvolto nel progetto e supportando Stefano che prende il comando". Gp Russia, Fp2: cronaca, tempi e passi gara       

Chase Carey lascia il posto di Ceo della F1 a Stefano Domenicali restando come presidente non esecutivo

F1, Carey: "Basi solide, per me è stato un onore"

        Si aspettava solo l&rsquo;ufficialit&agrave; di uno scenario emerso a ridosso del GP di Russia e sul quale nessuna delle parti interessate ha avanzato una smentita. Stefano Domenicali lascia la presidenza di Automobili Lamborghini dopo 4 anni che hanno portato il marchio a superare la barriera delle 8.000 auto vendute in un anno (risultati 2019). Una breve nota diffusa dalla casa di Sant&rsquo;Agata Bolognese conferma l&rsquo;uscita: &ldquo;Automobili Lamborghini annuncia che il Chairman e CEO Stefano Domenicali lascer&agrave; il suo incarico alla guida della Casa del Toro per intraprendere da Gennaio 2021 nuove e prestigiose sfide professionali. A partire dal suo ingresso nel 2016, in quattro anni Domenicali ha guidato Lamborghini attraverso un periodo storico cruciale di grande trasformazione con l&rsquo;introduzione di Urus, pi&ugrave; di 700 nuove assunzioni, un raddoppio dei volumi globali e una crescita significativa della notoriet&agrave; del marchio su scala mondiale&rdquo;. Vettel: 'Domenicali conosce la F1, bello se tornasse' Contestualmente, arriva l'ufficializzazione del nuovo ruolo, da parte della Formula 1: da gennaio, sar&agrave; presidente e amministratore delegato, al posto di Chase Carey, che rester&agrave; presidente non esecutivo.  Liberty Media have confirmed that Stefano Domenicali will take up the role of President and CEO of Formula 1 in January 2021Chase Carey will move to the role of non-executive Chairman#F1 pic.twitter.com/DgRJrLG05t &mdash; Formula 1 (@F1) September 25, 2020    Contatto costante con le corse Le competizioni, oltre al programma di Lamborghini Squadra Corse, sono rimaste un legame di sottofondo forte per Domenicali, presidente della Commissione FIA monoposto sin dal 2014, dove ha inciso razionalizzando il percorso formativo dei giovani piloti nella rincorsa alla Formula 1. Lo sviluppo della Formula 4 nelle varie realt&agrave; nazionali, i piani sviluppati sulla Formula 3, sono stati aspetti che Domenicali ha vissuto da vicino. Ora si prospetta la sfida della direzione della Formula 1, un mondo conoscutio nei minimi particolari, qui la novit&agrave; rispetto al quadriennio Liberty Media con Carey: dopo Bernie Ecclestone, Chase Carey, tocca a un italiano, Domenicali, guidare la categoria nel futuro. Dovr&agrave; lavorare da una posizione nella quale il processo decisionale resta ancora molto complesso, peraltro un quadro conosciuto da vicino, dopo aver trascorso 23 anni in Ferrari. Dal 1991 dell&rsquo;approdo a Maranello, fino ai ruoli all&rsquo;interno della Gestione Sportiva, direttore sportivo prima e team principal tra il 2008 e il 2014.       

Stefano Domenicali sar&agrave; presidente e a.d. della Formula 1 dal gennaio 2021. Chase Carey rester&agrave; nelle vesti di presidente non esecutivo

Domenicali lascia Lamborghini, è il nuovo a.d. della Formula 1

        Della triade Carey-Brown-Bratches, con la quale Liberty Media ha governato la Formula 1 dal 2017, dopo la sostituzione del direttore commerciale a fine 2019 si prospetta, adesso, l&rsquo;avvicendamento nella posizione di presidente e amministratore delegato. Chase Carey &egrave; in uscita e, al suo posto, arriverebbe Stefano Domenicali. La notizia &egrave; stata anticipata da racefans.net. GP Emilia Romagna, i prezzi dei biglietti per la due giorni a Imola Domenicali, attuale amministratore delegato e presidente Lamborghini dal 2016, ha legato la propria carriera in Formula 1 alla Ferrari, dove tra il 2008 e il 2014 ha ricoperto il ruolo di team principal e guidato la GeS nell&rsquo;era del dopo-Todt, prima ancora direttore sportivo: 23 anni trascorsi a Maranello, poi una nuova sfida, chiamato da Audi e posto a capo di Lamborghini, dove i successi commerciali hanno portato il marchio a consegnare oltre 8.000 vetture nel 2019 (+43% sul 2018). Domenicali il nome giusto Posizione di amministratore delegato della Formula 1 d&rsquo;attualit&agrave; negli ultimi 18 mesi, dapprima per le mire di Toto Wolff, bloccate dal veto Ferrari, pi&ugrave; di recente per i rumours circolati intorno al nome di Luca Cordero di Montezemolo. Domenicali spezza una lancia a favore di Binotto Secondo le anticipazioni di stampa, Domenicali - la cui presenza in ambito motorsport FIA &egrave; proseguita dopo l'uscita dalla Ferrari con la presidenza della Commissione monoposto della Federazione - rileverebbe Chase Carey prima dell&rsquo;avvio del prossimo campionato. Carey, il crollo e la risalita della F1 Portata a conclusione la firma del Patto della Concordia con tutti i 10 team, il 2020 del manager statunitense pu&ograve; descriversi bene osservando l&rsquo;andamento del titolo in borsa, con il tracollo della Formula 1 tra fine febbraio (46 dollari/azione al 19 febbraio) e la cancellazione del GP d&rsquo;Australia (titolo a 20,51 dollari/azione), per i casi di coronavirus rilevati nel paddock. Il punto pi&ugrave; basso della gestione Carey, al quale &egrave; seguito un recupero, seppur altalenante, fino agli attuali valori del titolo (35 dollari/azione). Meriti alla gestione dell&rsquo;emergenza da riconoscere nella capacit&agrave; di strutturare un calendario alternativo - sebbene con un drastico impatto sul bilancio - e su un buon numero di gare, prima categoria internazionale del motorsport a essere tornata in pista, la Formula 1.&nbsp; L'editoriale del direttore: Ferrari, l'attesa del segnale buono       

L'indiscrezione &egrave; supportata da pi&ugrave; fonti, per l'attuale a.d. Lamborghini si tratterebbe di un ritorno in Formula 1 dopo l'esperienza da direttore sportivo prima e team principal poi, in Ferrari.&nbsp;

Formula 1, Domenicali futuro nuovo a.d. al posto di Carey

In comune, Stefano Domenicali e Mattia Binotto, si ritrovano l&rsquo;aver occupato lo stesso ruolo a capo della Gestione Sportiva Ferrari, una storia a Maranello lunga pi&ugrave; di due decenni e, purtroppo, ad accomunarli ci sono stagioni in Formula 1 identificate come le peggiori del recente passato per risultati e prestazioni: il 2014 e questo 2020.  Diverse sono le condizioni e le premesse di una competitivit&agrave; inaccettabile: quel 2014 primo anno di un&rsquo;era ibrida iniziata come peggio non si sarebbe potuto fare; il 2020 condizionato dalla stretta proprio su una power unit considerata il perno del progetto SF1000, sperando di mascherare altre lacune.  Un progetto e il tempo per attuarlo  Amministratore delegato Lamborghini, Domenicali guarda al momento critico della Rossa con gli strumenti di chi, team principal, lo &egrave; stato tra il 2008 e il 2014. &ldquo;Ci conosciamo molto bene, come potete immaginare, perch&eacute; Mattia ha lavorato con me. Come segno di rispetto, non interferisco nelle loro decisioni, non commenter&ograve; perch&eacute; credo non sia la cosa giusta da fare.  Sterzi a parte: Sto con Mick tutta la vita  Dobbiamo dargli il tempo e lo spazio per sviluppare i suoi piani. Essendo stato nei suoi panni, non voglio intervenire in alcun modo, perch&eacute; solo le persone che lavorano all&rsquo;interno della squadra, quotidianamente, sanno esattamente cosa sta accadendo&rdquo;, spiega intervistato dal magazine olandese Formule1.  La pressione tutta Ferrari  Sviluppare il piano di ritorno alla competitivit&agrave; piena nel 2022, farlo con innesti di qualit&agrave; in una struttura della GeS che deve inseguire la stabilit&agrave;, fattore spesso individuato come fondamentale per la creazione di cicli vincenti. Inevitabilmente, la figura del team principal finisce con l&rsquo;essere volto e bersaglio della critica nei momenti di difficolt&agrave;, pressione tutta italica moltiplicata dal fattore-Mito Ferrari: &ldquo;Posso assicurarvi che il capo di un team come la Ferrari ha tanta pressione addosso, &egrave; molto intenso. Vincere &egrave; normale, finire secondo &egrave; un disastro. E tra l&rsquo;uno e l&rsquo;altro passa pochissimo, per&ograve; fa parte del gioco e ne sei consapevole&rdquo;, prosegue Domenicali.  GP Emilia Romagna a Imola, biglietti in vendita da marted&igrave;  Sacrificare un&rsquo;altra stagione, che sar&agrave; di stabilit&agrave; regolamentare, tale da rendere difficile un recupero completo &ndash; permetter&agrave; per&ograve; di riguadagnare una competitivit&agrave; (leggi nuova power unit) che sia perlomeno dignitosa e non un navigare a ridosso della top ten -, in un&rsquo;ottica di medio periodo pu&ograve; essere un &ldquo;investimento&rdquo; ragionato (dove non una necessit&agrave;), visto il cambiamento regolamentare in arrivo nel 2022.  Isolarsi dalle critiche  Diventa una delle condizioni per avviare un ciclo, al quale presentarsi finalmente con le carte giuste, non come accadde nel 2014 dell&rsquo;era turbo ibrida al debutto. Cicli vincenti da programmare, affrontare attrezzati di uomini, strutture e strumenti. &ldquo;E&rsquo; come il ciclo della vita. McLaren, Williams e Mercedes, tutti hanno un ciclo. La cosa pi&ugrave; importante &egrave; continuare a essere concentrati, concentrarsi e non prestare attenzione a ci&ograve; che viene scritto e detto.  La Ferrari deve recuperare in fretta, al campionato serve una Ferrari in lotta, la F1 ne beneficia di una Ferrari in corsa per il mondiale. Con pi&ugrave; avversari intravedo un futuro luminoso per la Formula 1&rdquo;, ha concluso Domenicali.  GP Russia 2020, gli orari in tv del fine settimana su Sky e Tv8 

Ha ricoperto il ruolo di team principal, oggi &egrave; a.d. Lamborghini. Stefano Domenicali guarda al momento Ferrari e la necessit&agrave; di tempo per attuare un progetto che riporti la Rossa a essere vincente

Domenicali spezza una lancia a favore di Binotto

        Nonostante sia un momento molto difficile, la F1 ha i mezzi per salvarsi da sola. Lo sostiene Stefano Domenicali, ex team principal Ferrari e presidente Lamborghini, che ha parlato dell'attuale crisi legata al Covid-19 ed alle possibilit&agrave; che la F1 ha di uscirne indenne. F1, modificato il regolamento sportivo 2020 Anno di transizione Per Stefano, a capo del reparto corse del Cavallino dal 2008 fino ad inizio 2014, questo sar&agrave; un anno di transizione, con ripercussioni economiche ed un numero di gare ovviamente ridotto: "Per dare inizio al campionato c'&egrave; bisogno dell&rsquo;autorizzazione di Paesi che hanno iniziato a fronteggiare l&rsquo;emergenza proprio adesso. Sar&agrave; inevitabilmente un anno di transizione, nel corso del quale tutti gli stakeholder, team grandi e piccoli, proprietari di scuderia, piloti, organizzatori, televisioni dovranno fare ragionamenti correlati e pesanti rinunce economiche affinch&eacute; il sistema regga. La F1 &egrave; comunque in grado di salvarsi da sola, sebbene penso sia inevitabile la contrazione dei costi e degli investimenti sullo sviluppo tecnologico che subiranno un rallentamento funzionale". I racconti della passione: i misteri della Riviera La solidariet&agrave; della Lamborghini Chiuso il discorso sulla F1, Stefano &egrave; passato a parlare di come la Lamborghini stia dando il suo contributo nella lotta contro il Covid-19:"Abbiamo riaperto soltanto il reparto selleria, una piccola riconversione che interessa una ventina di operai. Produciamo visiere di protezione e mascherine insieme ad&nbsp;un&rsquo;azienda biomedicale del territorio ed anche componenti per respiratori e delle valvole. Sono duemila pezzi al giorno, li destiniamo in gran parte all&rsquo;ospedale Sant&rsquo;Orsola di Bologna. Non si tratta di beneficenza, ma di solidariet&agrave;, un contributo tanto spontaneo quanto doveroso". Covid, ecco il "Progetto Pitlane"       

L'ex team principal della Ferrari ha parlato riguardo alla stagione che dovr&agrave; vivere la F1, con inevitabili ripercussioni economiche, prima di soffermarsi sull'aiuto alla sanit&agrave; che sta dando la Lamborghini

F1, Domenicali: "Anno di transizione, ma la F1 può salvarsi da sola"

        Il &ldquo;capitale umano&rdquo; &egrave; mediamente tra i migliori espressi dalla Formula 1 degli ultimi anni. A difettare &egrave; la disponibilit&agrave; di &ldquo;strumenti&rdquo;, macchine in grado di portare pi&ugrave; piloti in lotta per il campionato. Stefano Domenicali guarda a chi si &egrave; imposto top driver e chi, invece, si mette in luce nelle retrovie. &ldquo;Direi che dopo tantissimi anni siamo di fronte a una situazione dove non erano mai stati cos&igrave; tanti i piloti cos&igrave; forti. E&rsquo; un valore aggiunto del campionato, vuol dire che nella filiera delle formule sotto la Formula 1, dalla Formula 4 nazionale, alla F3, alla f2, vuol dire che il lavoro impostato dalla federazione sta pagando&rdquo;, spiega intervistato da GR Parlamento a La politica nel pallone. MONOPOSTO CRUCIALE &ldquo;Abbiamo ovviamente in mente i giovani come Charles Leclerc, Max Verstappen - sembra un veterano ma ha 21 anni &ndash;, per&ograve; dietro ci sono ragazzi forti come Norris, Russell, Sainz. &Egrave; difficile dare un verdetto, dobbiamo essere prudenti, perch&eacute; da un lato parliamo di Hamilton che, salvo situazioni quasi non pensabili, si accinge a vincere un altro titolo e quando riesci a vincere cos&igrave; tanto, fai parte dell&rsquo;Olimpo dei supercampioni della storia della F1. Sterzi a parte: Please, salviamo il Piccolo delle Madonie Parliamo di Charles che era noto essere un pilota straordinariamente forte, dal punto tecnico e soprattutto mentale: sembra avere il doppio dell&rsquo;et&agrave; per com&rsquo;&egrave; calmo, razionale, freddo. Come deve dovr&agrave; affrontare i prossimi anni che lo vedranno sicuramente protagonista. Verstappen &egrave; maturato molto, adesso sembra aver trovato un approccio diverso alle gare. Sono convinto che il campionato del prossimo anno sar&agrave; ancor pi&ugrave; competitivo. &Egrave; chiaro che se i piloti non hanno a disposizione un mezzo per mettere in mostra le proprie caratteristiche, possono essere forti quanto vuoi ma la differenza totale sul pacchetto prestazionale, nella Formula1 di oggi, non la puoi fare&rdquo;. CONVERGENZA 2020? Troppo importante la componente tecnica, troppo marcate le differenze tra due top team e il resto del gruppo, in una fase che andr&agrave; a chiudersi nel 2020 per aprire, con nuove incognite nel 2021, un ciclo dettato da un regolamento che punta a differenze prestazionali ridotte. L&rsquo;idea &egrave; di &ldquo;premiare&rdquo; lo sviluppo nell&rsquo;ordine dei decimi e non dei secondi, per centrare l'obiettivo sono tanti i vincoli tecnici imposti. Leggi anche: McLaren, GP Messico: piazzamento da mettere in cassaforte &ldquo;Il vero tema al quale la F1 deve lavorare &egrave; che nel 2020, a parit&agrave; di regolamenti, mi aspetto di vedere una competitivit&agrave; di pi&ugrave; pi&ugrave; vetture molto pi&ugrave; vicina rispetto agli ultimi anni, &egrave; un aspetto fondamentale&rdquo;, dice Domenicali. Quella convergenza che, secondo i grandi team, diverrebbe naturale a regolamenti stabili. La realt&agrave; ha dimostrato come, grandissime differenze, siano possibili anche a cicli tecnici stabili. Vedi la power unit Ferrari 2019 rispetto alla concorrenza. FERRARI SVILUPPO VINCENTE Un Domenicali che sul campionato della Rossa e le prospettive 2020 aggiunge: &ldquo;Credo ci siano tutte le carte in regola per tornare a vincere. Dal punto di vista complessivo, quest&rsquo;anno ha raccolto meno di quanto doveva per tanti motivi. Basti pensare all&rsquo;inizio, al problema di affidabilit&agrave; in Bahrain, se non ci fossero stati altri problemini, questo fine 2019 sarebbe stato diverso. L'editoriale del direttore:&nbsp;Kimi &amp; Lapo, che Cuori da corsa! Mattia Binotto &egrave; un ragazzo straordinario che sapr&agrave; tenere in tiro la squadra e sapr&agrave; gestire il tema: quando hai due piloti forti devi avere un regolamento molto preciso, perch&eacute; diventi un punto di forza e non debolezza. La squadra deve ragionare in maniera molto chiara, senza discussioni. Mattia sapr&agrave; dare i suoi input, abbiamo visto crescere la macchina. La stabilit&agrave; regolamentare aiuter&agrave; le macchine che sono cresciute nel 2019 a essere competitive, la Ferrari ha una grande chance&rdquo;.       

L'a.d. di Lamborghini e presidente della Commissione monoposto della FIA auspica un 2020 all'insegna di pi&ugrave; voci in lotta per il campionato. La Ferrari beneficer&agrave; dello sviluppo prodotto quest'anno, il dualismo Vettel-Leclerc &egrave; un punto di forza se regolamentato

Domenicali: Leclerc maturità da veterano, da Binotto regole precise

        Il riassetto ferrarista ai vertici potrebbe riservare ancora clamorosi colpi di scena. Nello specifico, il ritorno di Stefano Domenicali. Oggi a.d. di Lamborghini, portata a sviluppare una crescita del 51% nelle vendite nel 2018, il manager imolese viene indicato quale possibile sostituto di Louis Carey Camilleri, come anticipa l&rsquo;edizione odierna de Il Corriere dello Sport. Al terremoto innestato nella GeS con l&rsquo;uscita di Maurizio Arrivabene e l&rsquo;investitura di Mattia Binotto nuovo team principal e sempre a capo dell&rsquo;area tecnica, si lavora per individuare quel profilo &ldquo;ferrarista&rdquo; che ricopra le vesti di amministratore delegato, pi&ugrave; ancora del presidente figura centrale, colui che gestisce il business nella quotidianit&agrave;. Marchionne divenne &ldquo;ferrarista&rdquo; e, della Ferrari, avrebbe continuato a seguirne le vicende dopo l&rsquo;uscita programmata da FCA, ma il destino ha scritto altre pagine. Ha costruito la struttura tecnica affidata a Binotto ed espose con forza le ragioni Ferrari, il no ai progetti Liberty Media di una &ldquo;Nascar globale&rdquo;: parole decise che, nei fatti, hanno portato la Formula 1 a battere altre strade sulle power unit 2021. Quelle trattative, insieme al complesso rinnovamento della governance della Formula 1, sono ancora in atto, dovranno concludersi nei prossimi mesi e, come scrive Fulvio Solms su Il Corriere dello Sport, &ldquo;Chi rinegozia ora con Liberty Media il Patto della Concordia, che regolamenta la divisione dei proventi della Formula 1 e scade a fine 2020? Binotto? Ammesso e non concesso che ne abbia competenza, avr&agrave; altro da fare (&hellip;). Ecco che Elkann ha avviato un&rsquo;operazione cui si fa quasi fatica a credere: cercare Stefano Domenicali per riportarlo a casa&rdquo;. Delle vicende sportive e regolamentari Domenicali ha l&rsquo;esperienza che serve, trascorsi tra il passato ferrarista e il ruolo ricoperto in seno alla FIA da presidente della Commissione monoposto, subito dopo l&rsquo;uscita dalla Ferrari nel 2014. La trattativa per riportarlo a Maranello non &egrave; semplice, al presidente Elkann il compito di toccare le giuste corde per scrivere un ritorno clamoroso.       

L'indiscrezione rilanciata dal Corriere dello Sport, per il manager imolese sarebbe un ritorno dopo l'addio nel 2014. E' il profilo "ferrarista" ideale per discutere del futuro della F1 con Liberty Media

Ferrari, idea Domenicali nuovo a.d.

FRANCORCHAMPS &ndash; Il 15 marzo 2016, insediandosi alla presidenza di Lamborghini, Stefano Domenicali disse: &quot;Raccolgo con grande entusiasmo questa importante eredit&agrave;, con l&#39;impegno di dare continuit&agrave; ai successi ottenuti sotto la guida del mio predecessore, Stephan Winkelmann&quot;.&nbsp;  E&rsquo; trascorso quasi un anno e mezzo dal &ldquo;giuramento&rdquo; e Domenicali &egrave; volato a Spa per supportare i suoi alla vigilia della gara pi&ugrave; importante dell&rsquo;anno per la Squadra Corse. La 24 Ore &egrave; stata vinta da Audi, ma agli all blacks di Sant&rsquo;Agata rimane la soddisfazione di mantenere la leadership e di avere buone possibilit&agrave; di vincere il titolo nelle Blancpain GT Series con il team Grasser.&nbsp;  E da vero &ldquo;corsaro&rdquo; Domenicali &egrave; il primo a spingere sul pedale del motorsport. Nessun grande marchio pu&ograve; dirsi completo senza le cicatrici e le medaglie conquistate in pista. Sotto l&rsquo;anomalo sole mediterraneo delle Ardenne il manager valuta molto positivamente il primo anno di gare della Hurac&aacute;n GT3 (escludendo i primi vagiti del 2015): &ldquo;Se parliamo di motorsport il 2016 &egrave; stato un anno molto importante, perch&eacute; sulla base di una buonissima vettura &egrave; stato preparato un pacchetto che dal punto di vista della competitivit&agrave;, della affidabilit&agrave; e del prezzo, abbiamo messo in piedi un programma di cui andare soddisfatti. A partire dal Super Trofeo: basti vedere il numero di vetture in pista a Spa quest&rsquo;anno e nella scorsa edizione. Penso sia il pi&ugrave; alto raggiunto negli ultimi anni da un monomarca. Inoltre sosteniamo le attivit&agrave; dei team clienti e l&rsquo;anno scorso siamo stati protagonisti in tutti i campionati dove hanno partecipato le nostre GT3. E&rsquo; stata un&rsquo;annata positiva, che ci ha fatto emergere come mai era successo. Ci sono marchi che hanno basato tutto sul loro sport; Lamborghini lo scorso anno &egrave; riuscito ad affermarsi anche nel motorsport a livello internazionale&rdquo;.&nbsp;    Imsa, Adac GT Maters, Blancpain GT Series, British GT, Italiano GT, etc. Sono oltre 60 le Hurac&aacute;n GT3 che corrono con team privati in una lunga teoria di campionati internazionali. Nel 2016 sono arrivate le prime affermazioni, con il titolo nell&rsquo;International GT Open. I trofei sono l&rsquo;anticamera per conquistare nuovi clienti. Incrementare le vendite significa avere maggiori fondi e correre in campionati pi&ugrave; prestigiosi. &ldquo;Siamo anche cresciuti nella gestione degli eventi, basta vedere la nostra hospitality: non bisogna mai essere contenti ma possiamo essere soddisfatti. Uno dei valori su cui puntare e da non perdere &egrave; questo: grande competizione in pista e coinvolgimento degli appassionati per vivere esperienze e vivere insieme il mondo Lamborghini&rdquo;.&nbsp; Ha ragione. I piloti del Programma giovani chiacchierano con gli ospiti e i gentleman driver, tra un calice di bollicine e due fette di culatello. Creando un&rsquo;atmosfera esclusiva ma allo stesso tempo colloquiale e squisitamente &ldquo;made in Motor Valley&rdquo;.&nbsp;  Lamborghini vende il 98% delle proprie vetture all&rsquo;estero, &egrave; di propriet&agrave; di un gruppo tedesco ma rimane orgogliosamente legata alle proprie origini. E i risultati in pista sono il viatico imprescindibile per aumentare la popolarit&agrave; del marchio anche in patria: &ldquo;Il motorsport ci sta dando la possibilit&agrave; di farci conoscere in profondit&agrave; anche in Italia e credo che stiamo esercitando un ruolo significativo, ovviamente insieme ai nostri amici della Ferrari. In questo momento Lamborghini &egrave; trainante sia sotto l&rsquo;aspetto numerico che qualitativo. Questo mi fa molto piacere perch&eacute; la responsabilit&agrave; di un&rsquo;azienda automobilistica italiana come la nostra &egrave; quella di far crescere la cultura del motorsport nel proprio Paese. Ed &egrave; quello che stiamo facendo. Non a caso abbiamo anche una scuola, dedicata ai giovani piloti, nonch&eacute; una collaborazione con la Federazione e con i maggiori circuiti nazionali. Abbiamo iniziato da poco ma abbiamo gi&agrave; creato una bella palestra, che ci permette di farli crescere non solo professionalmente ma di fargli comprendere i valori del nostro brand. Quando vanno a correre per i team clienti sono consapevoli di chi rappresentano. Il nostro obiettivo &egrave; di creare piloti polivalenti, in grado essere collaudatori, istruttori e nostri ambasciatori nei campionati di tutto il mondo&rdquo;.&nbsp;  Tuttavia l&rsquo;adolescenza, prima o poi, finisce per tutti e anche in Lambo dovranno decidere se alzare l&rsquo;asticella. L&rsquo;unica strada sensata percorribile, considerando la gamma di Sant&rsquo;Agata, sono le categorie GTE nel Mondiale Endurance. Vedere Ferrari, Porsche e Lamborghini combattere a Le Mans non &egrave; un sogno mostruosamente proibito: &ldquo;Credo sia corretto pensare a Lamborghini nel Wec, &egrave; lo sviluppo naturale di ci&ograve; che siamo in questo momento. Tuttavia tra il dire e il fare ce ne passa: stiamo ragionando per capire in quale fase noi potremmo pensare a un programma di questo genere. Dobbiamo ragionare per priorit&agrave;: stiamo in una fase di grande crescita aziendale ma avendo risorse limitate dobbiamo decidere dove abbiamo bisogno di investire. Abbiamo una piattaforma da consolidare, se poi saremo in grado di trovare il punto di incontro tra l&rsquo;investimento necessario e le squadre in grado di supportare un programma GTE, lo analizzeremo e ne parleremo con i nostri azionisti&rdquo;.&nbsp;  Nell&rsquo;anno in cui Porsche annuncia il precipitoso addio alla categoria Lmp1 nel Wec e Mercedes al Dtm per abbracciare la Formula E, Lamborghini come si pone nei confronti dell&rsquo;elettrico? &ldquo;Siamo lontani dall&rsquo;elettrificazione per coerenza di prodotto. La nostra priorit&agrave; sono le tecnologie che gi&agrave; abbiamo. Non vedo questo passo nel breve termine per nessun marchio di supersportive ma soprattutto per quanto riguarda noi. Altro discorso riguarda l&rsquo;ibridazione, che sar&agrave; un passo necessario anche se non a brevissimo termine. La Formula E &egrave; un campionato che sta interessando tantissimi costruttori ma che io ritengo complementare al momento al motorsport tradizionale. Una non cannibalizza l&rsquo;altra, hanno due vite parallele&rdquo;. &nbsp;  Domenicali non &egrave; solo il numero uno di Sant&rsquo;Agata, ma anche il presidente della FIA Single-Seater Commission e ha un punto di vista&nbsp;privilegiato&nbsp;anche su quanto accade nel mondo delle monoposto. L&rsquo;introduzione dell&rsquo;Halo sulle vetture di Formula 1 dalla prossima stagione ha provocato un maremoto di commenti negativi da parte degli appassionati; tanto rumore per nulla? &ldquo;La Fia &egrave; stata molto esaustiva riguardo all&rsquo;Halo e la Federazione ha ragione nel mettere la sicurezza al primo posto. Mi ricordo molte innovazioni che hanno avuto un impatto negativo nei confronti dell&rsquo;opinione pubblica, ma &egrave; sempre durata poco. E&rsquo; una questione di abitudine, basta farci l&rsquo;occhio, non credo che nessuno possa mettere in dubbio l&rsquo;utilit&agrave; di questo sistema: la questione estetica passer&agrave; subito in secondo piano&rdquo;.&nbsp;  Mentre a Spa va in scena la 24 Ore, a Budapest la Ferrari centra una doppietta che alla Scuderia serve come l&rsquo;aria. Impossibile rinunciare a un suo commento: &ldquo;Vedo una stagione molto pi&ugrave; interessante rispetto a quella scorsa, un campionato totalmente aperto che si potr&agrave; decidere all&rsquo;ultima gara. E da italiano e per ci&ograve; che &egrave; stato spero proprio che si possa arrivare fino in fondo con un risultato in grado di ripagare la grande passione che circonda la Ferrari nel nostro Paese&rdquo;.  Il tramonto arrossa l&rsquo;Eau Rouge e per Domenicali &egrave; tempo di tornare a Sant&rsquo;Agata. La 24 Ore di Spa &egrave; stata una fugace evasione in un&rsquo;agenda traboccante di impegni. E qui si torna all&rsquo;impegno preso un anno e mezzo fa. Che voto si d&agrave; come presidente? &ldquo;Non mi devo dare voti. Al massimo posso darmeli quando mi guardo allo specchio (dice ridendo, Ndr). Ci&ograve; che mi interessa veramente &egrave; creare una bella squadra: conosciamo i nostri obiettivi e se voglio pretendere molto dalle persone devo essere inattaccabile sotto ogni punto di vista. E dal punto di vista della passione, della dedizione e della professionalit&agrave; credo di dover dimostrare io per primo prima di pretendere dagli altri&rdquo;.&nbsp;  &nbsp; 

Alla guida della Lamborghini da oltre un anno preferisce non darsi voti, dimostrando il suo impegno con la dedizione. E sotto la sua guida il Toro sta iniziando a galoppare anche nel motorsport.&nbsp;

Stefano Domenicali, un presidente da 10 in condotta

SANT&#39;AGATA BOLOGNESE. Il volto sorridente di Stefano Domenicali &egrave; una sorta di manifesto della Motor Valley che sgomma orgogliosa lungo la via Emilia.&laquo;Adesso sono cambiate le prospettive, &egrave; una sfida tutta diversa &raquo;, chiarisce subito il manager imolese, classe 1965, ex cestista, ventitr&egrave; stagioni a Maranello, una carriera tutta in ascesa alla Ferrari e che, dopo un passaggio all&rsquo;Audi, si appresta a vivere appieno il suo nuovo ruolo di presidente e amministratore delegato della Lamborghini.  Bisogna salire due rampe di scale e infilarsi tra i corridoi illuminati prima di arrivare al nuovo ufficio del capo, zigzagando tra la storia del marchio di Sant&rsquo;Agata Bolognese. Un percorso che dal 15 marzo scorso Domenicali compie ogni giorno, un&rsquo;altra sfida per l&rsquo;ex Team Principal della Rossa al timone della Casa del Toro lanciatissima e pronta per nuove avventure. &laquo;Se guardo alla mia esperienza in F.1 per me &egrave; stato un periodo straordinario che mi porto dentro e che &egrave; assolutamente incancellabile - racconta - Non mi sentirete mai e poi mai non ringraziare chi mi ha dato fiducia in passato. Ma questo fa parte della mia vita. Adesso, per&ograve;, siamo focalizzati su una nuova sfida che devo dire &egrave; altrettanto stimolante, bellissima, in una dimensione diversa&hellip;&raquo;.  Sant&rsquo;Agata Bolognese, un venerd&igrave; a mezzogiorno. Il passato &egrave; passato e questa &egrave; l&rsquo;unica concessione che Domenicali fa sulla sua vita a Maranello, 32 km di distanza da qui e ben altri pensieri su cui riflettere in questo momento. E allora... Lambo: anima italiana e soldi tedeschi. &laquo;Lamborghini &egrave; un marchio che ha la forza e la solidit&agrave; patrimoniale in Germania, perch&eacute; questo &egrave; un dato di fatto. E devo dire che &egrave; anche un nostro punto di forza. Ma la nostra &egrave; un&rsquo;azienda assolutamente italiana, con uno spirito italiano e con un Dna che &egrave; caratterizzato da chi ha lavorato o lavora ancora qua a Sant&rsquo;Agata Bolognese. In questo contesto va dato atto a chi &egrave; riuscito nonostante le difficolt&agrave; degli anni passati a progettare le macchine che sono venute fuori in un contesto dove ogni anno c&rsquo;erano problemi diversi con gli azionisti che&nbsp;cambiavano. Vuol dire che il patrimonio delle persone (uomini e donne) che lavoravano in Lamborghini &egrave; sempre stato eccellente, perch&eacute; altrimenti sarebbe stato impossibile fare le macchine che sono state prodotte dalla Miura, alla Countach, alla Diablo. Dal 1998 con l&rsquo;arrivo di Audi c&rsquo;&egrave; stato un consolidamento che ha permesso di dare tranquillit&agrave; al sistema, di premiare il lavoro delle persone che erano qui a Sant&rsquo;Agata Bolognese e ovviamente di sfruttare le potenzialit&agrave; e la forza di un gruppo cos&igrave; grande alle spalle. Questa &egrave; un&rsquo;azienda completamente italiana, con tecnologia italiana ma tecnologia che ci viene anche dai nostri azionisti che ci permettono di fare vetture uniche, straordinarie e che sono in questo momento dei prodotti che ci stanno facendo affermare sempre di pi&ugrave; nei mercati mondiali, perch&eacute; se guardiamo la crescita che il mercato ci ha riconosciuto, questo &egrave; un attestato di riconoscenza della qualit&agrave; del prodotto e anche del fatto che la Lamborghini si sta sempre pi&ugrave; affermando&raquo;.  Il 2016 &egrave; un anno davvero strategico per voi. Lamborghini si apre a nuovi orizzonti. Come state vivendo questa fase? &laquo;Siamo in una fase di crescita importante sia a livello di volumi sia a livello di affermazione nel mondo. In questi primi mesi ho avuto modo di confrontarmi con alcuni mercati (non tutti perch&eacute; questo lo far&ograve; nella seconda parte dell&rsquo;anno) e questa sensazione la percepisci parlando con i clienti e i deal. &Egrave; una bellissima cosa. Il 2016 &egrave; anche l&rsquo;anno di preparazione per quello che sar&agrave; il gioco di svolta della Lamborghini con l&rsquo;arrivo della Urus: stiamo lavorando giorno e notte per fare lo stabilimento nuovo; parliamo di raddoppiare la sede produttiva. Ci dobbiamo preparare perch&eacute; per noi questo vuol dire non solo cambiare le dimensioni a livello numerico e anche tipo di clienti rispetto ai nostri abituali, ma vuol soprattutto dire entrare in una nuova dimensione di mercato. Dobbiamo crescere come contatto clienti, struttura, assistenza; &egrave; fondamentale cambiare il nostro atteggiamento. Quindi vuol dire che grazie al consolidamento che abbiamo vissuto in questi anni ci stiamo preparando a questa sfida di mutare totalmente le regole del gioco. Vuol dire anche a livello culturale nostro cambiare tante cose. Quello che non dobbiamo perdere sono le caratteristiche delle nostre macchine. Quindi anche in un segmento come quello del Suv o del SuperSuv &egrave; chiaro che il Dna della Lamborghini deve venire fuori. Di conseguenza dovr&agrave; essere un&rsquo;auto con una linea caratterizzante che la riconosci sempre. Le linee spigolose fanno parte della Lamborghini. In pi&ugrave; dovr&agrave; possedere caratteristiche di guidabilit&agrave; e performance, elementi ovviamente al centro della vettura. Noi dobbiamo essere unici con una vettura che appena la vedi e appena la provi devi dire: wow, sono felice di averla e sono orgoglioso di entrare a far parte del nostro meraviglioso marchio. Abbiamo davanti anni di passaggio verso una dimensione a cui non siamo abituati. La gente da noi deve capire che c&rsquo;&egrave; bisogno di fare il 110% perch&eacute; usciamo da una situazione in cui ognuno opera con regole che gi&agrave; conosce e andremo in un mondo che deve essere da noi ancora esplorato. E tutto questo &egrave; bello. E molto eccitante&raquo;.  Lamborghini, il nostro&nbsp;viaggio a Sant&#39;Agata Bolognese  Eccitanti, per certi versi, sono anche i numeri del vostro impegno nel motorsport. Nell&rsquo;ultimo week end a Spa c&rsquo;erano 50 vetture a sfidarsi nel Super-Trofeo. E dire che nel 2009 al primo anno del monomarca le vetture in pista si contavano sulle dita di una mano&hellip; &laquo;Io mi ricordo questo perfettamente, visto che ero dall&rsquo;altra parte: alla Ferrari. Comunque sia, con meparlare di certe cose viene anche facile. Le prime persone che ho incontrato quando mi sono insediato alla Lamborghini sono state quelle del motorsport. Poi ho detto alt devo ricordarmi che ho un altro ruolo. A parte le battute, un&rsquo;azienda come Lamborghini non pu&ograve; vivere senza la passione per il motorsport. &Egrave; chiaro che anche qui dobbiamo inquadrare le cose nel contesto della nostra dimensione. Mi hanno posto decine di volte la domanda: &ldquo;Quando vedremo Lamborghini in F.1?&rdquo; e io rispondo che non &egrave; la priorit&agrave; di oggi perch&eacute; abbiamo altre sfide che sono a livello di priorit&agrave; davanti a questo. E poi noi oggi abbiamo un sistema che nelle corse sta funzionando davvero bene. Perch&eacute;, al di l&agrave; che il prodotto &egrave; indubbiamente centrato, abbiamo un volano di business intorno che &egrave; sicuramente straordinario. Va dato atto a Maurizio Reggiani e a Giorgio Sanna e a tutte le persone che lavorano nel motorsport di aver scelto bene il programma sportivo. Comunque sia non puoi pensare a un brand come Lamborghini senza motorsport. Questo &egrave; un postulato. Parliamo di macchine che ti devono dare la passione di guida. L&rsquo;emozione che ti d&agrave; il motorsport &egrave; fondamentale. Sotto questo profilo dico che noi dobbiamo sentire la responsabilit&agrave; di mantenere alta la passione del motorsport. Il mondo delle corse, in alcuni paesi rispetto ad altri, vive situazioni difficili. Noi con le nostre macchine, a dei prezzi giusti rispetto al mercato, dobbiamo dare la possibilit&agrave; a chi vuole correre di farlo. E infine, particolare da sottolineare: Lamborghini &egrave; l&rsquo;unico costruttore al mondo a montare le vetture da corsa sulla nostra catena di montaggio. Vengono montate sulla linea di produzione sia le vetture Supertrofeo che le Gt3&raquo;.  L&#39;intervista completa a Stefano Domenicali &egrave; sul numero 33 di Autosprint, in edicola fino al 22 agosto   

Dopo cinque mesi alla presidenza Lamborghini Stefano racconta la sua nuova sfida, una prospettiva che &egrave; cambiata e nessun veleno verso il passato: &quot;Un periodo straordinario&quot;

Domenicali, &egrave; tutto Toro quel che luccica

Era nell&rsquo;aria il nuovo incarico di Stefano Domenicali, ex team principal Ferrari fino al 2014, quando lasci&ograve; il timone a Marco Mattiacci prima e Maurizio Arrivabene poi. Da allora per Domenicali c&rsquo;&egrave; stato l&rsquo;impegno all&rsquo;interno della FIA, responsabile della Commissione monoposto, che ha dato un forte impulso alla creazione di una gerarchia chiara di formule propedeutiche alla categoria regina e alla loro promozione: il lancio del campionato di Formula 4, lo sviluppo e l&rsquo;estensione in altri paesi, da ultimo l&rsquo;idea di una Formula 3 &ldquo;intermedia&rdquo;, su base regionale, per quei piloti che non riescono a compiere subito il salto dalla F4 alla F3.  Per Domenicali c&rsquo;&egrave; adesso una nuova sfida, a capo di Lamborghini: presidente e amministratore delegato. Succede a Stephan Winkelmann, a sua volta nominato amministratore delegato di quattro GmbH, divisione sportiva del gruppo Audi.  Imolese, 51 anni il prossimo maggio, Domenicali ha iniziato a lavorare in Ferrari nel 1991; due anni dopo il passaggio alla scuderia: dalla divisione Finanza di Ferrari a responsabile del business plan. Accanto ai compiti interni al team, quello di direttore del circuito del Mugello, propriet&agrave; della scuderia di Maranello. Nel 1996 diventa responsabile delle sponsorizzazioni, ruolo dal quale assume l&rsquo;incarico di direttore sportivo nel 1998. Rester&agrave; celebre, quell&rsquo;anno, la &ldquo;rincorsa&rdquo; in pitlane a Schumacher nel Gran Premio del Belgio, dopo l&rsquo;incidente con Coulthard.  Dieci anni pi&ugrave; tardi viene nominato team principal della Scuderia Ferrari, incarico che rivestir&agrave; fino al 2014, quando si aprono le nuove prospettive con il ruolo nella Commissione monoposto della FIA e la vice presidenza della divisione Nuove iniziative di business nel gruppo Audi.  &laquo;Raccolgo con grande entusiasmo questa importante eredit&agrave;, con l&rsquo;impegno di dare continuit&agrave; ai successi ottenuti da Lamborghini sotto la guida del mio predecessore, Stephan Winkelmann&raquo;, il primo commento di Domenicali, che si ritrova un marchio con i risultati di vendita raddoppiati nel periodo 2004-2015 e un fatturato triplicato, al pari della rete commerciale.  Il futuro prossimo Lamborghini vedr&agrave; l&rsquo;arrivo di un nuovo modello nel 2018, un suv, la Urus, che pu&ograve; considerarsi l&rsquo;ultimo progetto del corso Winkelmann. Al prossimo salone di Ginevra, inoltre, la casa di Sant&rsquo;Agata Bolognese presenter&agrave; un esemplare celebrativo, la Centenario, omaggio ai 100 anni dalla nascita di Ferruccio Lamborghini.  Fabiano Polimeni

Succede a Stephan Winkelmann, che passa ad Audi quattro GmbH. Dopo la lunga carriera in Ferrari, la presidenza della Commissione monoposto FIA

Domenicali alla presidenza di Lamborghini

Si &egrave; esteso &ldquo;a macchia d&rsquo;olio&rdquo; il campionato di Formula 4. Il via in Italia, era il 2014, poi l&rsquo;estensione lo scorso anno a sette paesi nei quattro continenti e, nel 2016, un ulteriore passo avanti che includer&agrave; quattro nuove &ldquo;palestre&rdquo; per i giovani. L&rsquo;intenzione &egrave; quella di ampliare il coinvolgimento dei paesi nel continente americano, in particolare in Sud America. Si lavora in questa direzione, ma con uno scenario all&rsquo;orizzonte al quale la FIA dovr&agrave; dare una risposta: nella piramide di categorie propedeutiche alla Formula 1, come agire se il salto dalla Formula 4 alla Formula 3 non si compie naturalmente per chi ha il potenziale ma ha bisogno di un po&rsquo; di tempo in pi&ugrave; per esprimersi, oppure, non dispone delle risorse economiche necessarie?  Stefano Domenicali, presidente della Commissione monoposto della FIA, ha un&rsquo;idea, che andr&agrave; al vaglio del Consiglio mondiale per essere approvata: un campionato intermedio di Formula 3, su base regionale. &laquo;Per evitare che si perdano lungo il percorso dei giovani di talento, ai quali potrebbe servire un po&rsquo; di tempo in pi&ugrave; per maturare, oppure manca il sostegno economico per salire di categoria immediatamente, guardiamo alla creazione di un livello intermedio tra le due serie&raquo;, spiega.  Formula 4, Formula 3 Europea e, in mezzo, una Formula 3 &ldquo;di transizione&rdquo;. &laquo;L&rsquo;idea sul tavolo &egrave; di strutturare dei campionati di F3 regionali che inizino gi&agrave; nel 2017, cos&igrave; che i piloti possano acquisire esperienza e progredire, restando su un percorso ben definito e regolamentato. In ogni caso, non dobbiamo perdere di vista un elemento cruciale per entrambe le categorie: il controllo dei costi&raquo;, aggiunge Domenicali, che prospetta anche un&rsquo;espansione in aree dove manca un percorso come quello creato attraverso l&rsquo;istituzione del campionato di Formula 4 e Formula 3, proseguendo poi verso l&rsquo;alto: &laquo;Il piano al quale stiamo lavorando non solo ha definito un modo di agire chiaro rivolto nel motorsport rivolto ai giovani, contribuendo a consolidare la realt&agrave; in aree dalla gi&agrave; forte tradizione come Europa e Giappone, ma punta a svilupparsi in zone nelle quali le opportunit&agrave; per quanti vogliono diventare piloti non sono nette e definite, penso agli USA, al sud est asiatico, all&rsquo;Australia, India e Cina&raquo;.  Anticipa, infine, una novit&agrave; nel campo partenti ammesso alla Formula 3 International Cup di Macao, che vedr&agrave; ridotta la griglia da 36 a 32 piloti: &laquo;Avremmo potuto averne di pi&ugrave;, ma abbiamo deciso di limitare i partecipanti per introdurre stabilit&agrave; nella serie e garantire la riuscita di ogni evento: deve restare una categoria accessibile ai giovani e vogliamo proseguire nel miglioramento di ogni aspetto, sia sportivo che tecnico e legato alla preparazione dei piloti&raquo;, ha spiegato il presidente della Commissione monoposto.  Fabiano Polimeni

Il Consiglio mondiale dovr&agrave; approvare la proposta di una serie tra Formula 4 e Formula 3, su base regionale

Domenicali pensa alla F3 &ldquo;intermedia&rdquo;

L&rsquo;assemblea generale riunitasi nel World Motorsport Council di Doha ha ufficializzato il nome del nuovo presidente della single-seater FIA, la commissione che si occupa di indicare le linee guida nel mondo delle categorie propedeutiche alla Formula Uno. La carica &egrave; andata a Stefano Domenicali, che subentrer&agrave; a Gerhard Berger. La vicepresidenza &egrave; andata a John Ryan.  Berger, che torner&agrave; ad occuparsi a tempo pieno delle aziende di famiglia (o accetter&agrave; un&rsquo;offerta di lavoro &ldquo;top-secret&rdquo; giunta da un team F1) ha concluso il suo ciclo di lavoro che ha portato al rilancio della serie Europea di Formula 3 ed al varo del format Formula 4, che &egrave; stato adottato in molti Paesi.  Domenicali manterr&agrave; tuttavia il suo ruolo presso il gruppo Volkswagen, essendo quello FIA un ruolo (non retribuito) che non richiede un impegno costante e a tempo pieno.  Roberto Chinchero

L&rsquo;ex team manager Ferrari sostituir&agrave; Gerhard Berger al timone della commissione FIA "single-seater"

Domenicali alla Commissione Monoposto FIA

Come annunciato dal Presidente della FIA Jean Todt durante la conferenza stampa tenuta a Sochi lo scorso 10 ottobre, &egrave; stata definita la composizione di un gruppo di esperti che dovr&agrave; far luce sull&rsquo;incidente che ha coinvolto Jules Bianchi nel corso dello scorso Gran Premio del Giappone (leggi QUI).  Il gruppo effettuer&agrave; una revisione completa dell&rsquo;incidente al fine di ottenere una migliore comprensione dell&rsquo;accaduto, e proporr&agrave; nuove misure per rafforzare la sicurezza in circuiti, con le raccomandazioni da suggerire al Presidente della FIA. Il gruppo di lavoro inizier&agrave; la sua attivit&agrave; questa settimana con l&rsquo;obiettivo di presentazione una documentazione completa dei suoi accertamenti in occasione della prossima riunione del World Motor Sport Council, in programma il 3 dicembre 2014 a Doha, in Qatar.  La presidenza del gruppo di lavoro &egrave; stata affidata a Peter Wright (presidente della Commissione Sicurezza FIA) che dovr&agrave; cooperare con i membri: Ross Brawn, Stefano Domenicali (a destra nella foto con Jean Todt), Gerd Ennser (rappresentante dei commissari sportivi), Emerson Fittipaldi, Eduardo de Freitas (Direttore di Gara WEC),&nbsp; Roger Peart&nbsp; (Presidente della Commissione circuiti, Presidente della ASN di Canada, F1 Steward), Antonio Rigozzi (avvocato, giudice presso la Corte d&rsquo;Appello Internazionale della FIA), G&eacute;rard Saillant (Presidente della Commissione Medica) e Alex Wurz (presidente della GPDA).  Roberto Chinchero

Far&agrave; parte assieme a Ross Brawn del gruppo di lavoro voluto dalla Fia che dovr&agrave; investigare sull'incidente di Suzuka e riferire al Consiglio Mondiale

Todt vuole Domenicali per indagare su Bianchi

Davanti alla platea del festival dell&rsquo;Unit&agrave; di Reggio Emilia Stefano Domenicali ha parlato in pubblico rispondendo alle domande del giornalista ed amico Leo Turrini. Per l&rsquo;occasione l&rsquo;ex team principal della Ferrari ha risposto a tanti interrogativi rimasti senza risposta dalla scorsa primavera, quando alla vigilia del Gran Premio di Cina lasci&ograve; il suo posto al timone della Scuderia.  &laquo;Io mi sono assunto le responsabilit&agrave; di un fallimento &ndash; ha precisato Domenicali - le cose non sono andate come mi aspettavo e come ci aspettavamo, quindi non ha senso per me, adesso, pontificare. Ovviamente ho le mie idee e magari un giorno trover&ograve; un amico che le raccoglier&agrave; in un libro, per&ograve; non inseguo le polemiche. Della Ferrari dico solo questo, sommessamente, da innamorato della squadra e facendo anche autocritica, se qualcuno vuol capire: non sarebbe male recuperare la serenit&agrave; all'interno, perch&eacute; poi abbiamo visto gente in gamba che altrove ha avuto modo di dimostrare il proprio talento. E ho detto che questa &egrave; una autocritica&raquo;.  Uno dei temi &ldquo;caldi&rdquo; &egrave; anche il rapporto con Alonso, un punto sul quale Domenicali fa chiarezza: &laquo;Non &egrave; vero che Alonso aveva un rapporto difficile con me o con la Scuderia. Fernando &egrave; una bella persona e lo dico con franchezza. Rispetto a Schumi certamente &egrave; pi&ugrave; aperto nei confronti della comunicazione, magari talvolta una sua parola viene tradotta male, ma non &egrave; mai stato negativo nei confronti della squadra, della Ferrari. E' stato anche sfortunato, siamo anche stati sfortunati. Abbiamo pagato per i nostri errori, per&ograve; se avessimo vinto un paio di titoli, ecco, nessuno avrebbe potuto contestarli. Raikkonen &egrave; diversissimo da Fernando, ma io lo trovo adorabile. Sono orgoglioso di averlo riportato a Maranello. Mi dispiace di non aver garantito a lui e a Fernando la macchina che meritavano, per&ograve; sulle cause del flop, come ti ho detto, non mi voglio esprimere, non ora, non sarebbe giusto&raquo;.  Domenicali non si &egrave; sottratto neanche all&rsquo;argomento del momento, ovvero i problemi interni di casa Mercedes. &laquo;Della situazione attuale in Mercedes sono testimone da lontano. Non penso che Ricciardo possa essere il terzo che gode, alla fine il titolo o sar&agrave; di Hamilton o sar&agrave; di Rosberg. Lewis deve stare attento alla sindrome di Paperino, se cede alla tentazione di considerarsi il parente povero della famiglia si inguaia. Nico dovr&agrave; sopportare, sin da Monza, una pressione enorme, per quello che &egrave; accaduto recentemente. Non mi chiedere per&ograve; come li avrei gestiti io! La logica mia, che era poi un insegnamento di Montezemolo e di Todt, era chiara: l'interesse del team prevale sempre, deve prevalere sempre. Dopo di che ci sono molti modi di affrontare le realt&agrave; imposte dalla pista. Io cercavo sempre di chiarire le cose in anticipo, ad esempio sono state scritte sui giornali cose orrende nel 2010 per l'ordine dato a Massa in Germania, ma esisteva una gerarchia determinata il sabato sera, non ci fu nessun colpo basso all'ultimo momento&raquo;.  Infine il futuro, da quello lavorativo alla &ldquo;sua&rdquo; Monza che il prossimo weekend ospiter&agrave; il Gran Premio d&rsquo;Italia: &laquo;In autunno certamente occuper&ograve; un ruolo nuovo, non far&ograve; il pre-pensionato a vita, anche se i mesi senza Ferrari mi hanno felicemente costretto a riscoprire i piaceri della vita quotidiana. Io abito a pochi chilometri dall'autodromo di Monza. Per quasi venticinque anni il week end del Gran premio d'Italia era il week end della corsa a casa mia. Mi hanno invitato, ma stavolta penso che rester&ograve; lontano dal circuito. Mi manca la Formula Uno? S&igrave;, un po', &egrave; inevitabile. Potevo ottenere di pi&ugrave;, nel ruolo che ho ricoperto? Sicuramente, ma ho dato tutto quello che avevo&raquo;.  Roberto Chinchero

L&rsquo;ex team principal della Scuderia rivela anche che in autunno ricoprir&agrave; un nuovo ruolo

Domenicali: Ferrari, recuperare serenit&agrave;

Da quando lo scorso 6 aprile ha lasciato il circuito di Al Sakhir, in Bahrain, Stefano Domenicali ha rotto il silenzio solo in un comunicato stampa emesso pochi giorni dopo il suo addio alla Ferrari. L&rsquo;ex dirigente della casa di Maranello &egrave; tornato a parlare ieri, in occasione della FIA Sport Conference che si sta tenendo questa settimana a Monaco. Tra le tante tematiche affrontate, non poteva mancare qualche domanda sul tema Formula Uno.  &laquo;La stagione sta andando in modo non molto diverso da quanto immaginato &ndash; ha confermato Domenicali &ndash; come avevo gi&agrave; detto lo scorso anno &egrave; abbastanza evidente che le squadre che oggi possono vantare un buon vantaggio sono destinate a mantenerlo fino al termine del campionato. Mercedes ha fatto un ottimo lavoro e si manterr&agrave; questo vantaggio per un lungo tempo. Per gli avversari &egrave; difficile ridurre questo &ldquo;gap&rdquo; con l&rsquo;attuale regolamento tecnico che congela buona parte della Power Unit. Personalmente spero che gli avversari riescano a recuperare terreno, lo dico perch&eacute; andrebbe a vantaggio dello spettacolo&raquo;.  Domenicali non ha per&ograve; fatto chiarezza sulle sue future intenzioni lavorative. &laquo;Dopo 23 anni di lavoro non-stop sto tirando un po&rsquo; il fiato. Per ora sto sfruttando il tempo libero per stare molto vicino alla famiglia, poi si vedr&agrave;&raquo;.  Roberto Chinchero

L&rsquo;ex dirigente della casa di Maranello &egrave; tornato a parlare. "Mercedes ha fatto un ottimo lavoro e si manterr&agrave; questo vantaggio per un lungo tempo"

Domenicali: Difficile recuperare il gap

Ross Brawn &egrave; stato a Maranello. E senza fare dietrologia, possiamo tranquillamente dire che si trattava di una visita annunciata. Ne era al corrente, a quanto risulta, anche Stefano Domenicali, il team principal dimissionario. Ma &egrave; sbagliato parlare di &ldquo;staffetta&rdquo;.  La Ferrari ha scelto il successore di Stefano con Marco Mattiacci. Ross, in pensione dalla Mercedes alla fine dell&rsquo;anno scorso, aveva programmato una vacanza italiana in questo mese di maggio. &Egrave; vero che lui e Mattiacci si sono visti, ma sarebbe avvenuta la stessa cosa con Domenicali, senza le sue dimissioni dello scorso mese.  Che la Ferrari abbia pensato a riprendersi il suo ex direttore tecnico, anche pi&ugrave; volte, dopo che questi aveva lasciato il team nel 2007, &egrave; cosa nota. Ma non significa che debba avvenire adesso. Soprattutto non in modo cos&igrave; plateale, con una visita nella sede del Cavallino.  In questo momento, la priorit&agrave; professionale di Brawn &egrave;... l&rsquo;edilizia. Sta infatti ristrutturando una tenuta di campagna che ha acquistato in Inghilterra. Anche per Bob Bell, altro &ldquo;dimissionario&rdquo; dalla Mercedes Gp, non si parla - nemmeno ufficiosamente - di un arrivo a Maranello. Almeno per ora.

&Egrave; in vacanza in Italia: ma le voci si scatenano

Brawn a Maranello: visita annunciata

Arrivato nella notte fra gioved&igrave; e venerd&igrave; a Shanghai dagli Usa, Marco Mattiacci, il nuovo team principal della Ferrari &egrave; comparso in pista per le prime prove libere. Inaugurate dal primo tempo di Alonso, una sorpresa che l'ha fatto sorridere anche se per tutta la giornata nonostante lo smog Mattiacci non ha mai tolto gli occhiali dandogli per tenere nascosto lo sguardo.  Ecco come si &egrave; raccontato ai giornalisti. "Il mio ingaggio? Sono stato svegliato da una telefonata alle 5.58 del mattino di venerd&igrave; e la voce al telefono mi offriva il comando della Ferrari. Per un attimo ho pensato a un pesce d'aprile..."  Il suo ruolo lo definisce cos&igrave;: "Guidare la Ferrari F1 &egrave; una missione, non un semplice lavoro". Mattiacci non ha paura di non essere un esperto di F1: "Non essere un esperto mi d&agrave; una grandissima motivazione. Sono una persona molto curiosa, guardo molto gli altri. Ma ho l'appoggio del presidente Montezemolo con cui mi sento tante volte al giorno. Io sono un manager e il principio cui mi ispiro &egrave; l'umilt&agrave;: ascoltare e imparare. Possibilmente poi farlo velocemente".  Mattiacci rivoluzioner&agrave; la Ferrari? Lui risponde cos&igrave;: "La mia filosofia &egrave; prima vedere cosa c'&egrave; di buono, poi eventualmente si cambia. Il mio ruolo, da manager, &egrave; quello di assemblare i team, esaltare i talenti".  Poi Mattiacci, confortato dai risultati delle prime prove dice: "Non so se qui lotteremo per la pole, ma di sicuro lotteremo". E a chi gli chiede se teme di perdere a fine anno Alonso deluso dai risultati Ferrari, risponde: "Ritengo sia il miglior pilota della F1, condivido le sue esigenze ma penso anche che voglia vincere un mondiale di F1 con la Ferrari che &egrave; il sogno di qualsiasi pilota".  Alberto Sabbatini

Le prime parole ai box del nuovo capo Ferrari. "So ascoltare e imparare"

Ecco Mattiacci: esalto i talenti

Dal nostro inviato a Shanghai (Cina): Alberto Antonini  Un cielo grigio piombo e pioggia intermittente (forse durer&agrave; per tutto il week end) accolgono la F.1 a Shanghai. Nel paddock immenso e semideserto la notizia che rimbalza come un&rsquo;eco &egrave; quella che riguarda Stefano Domenicali. Lui se n&rsquo;&egrave; andato in montagna con la famiglia, per ora. Marco Mattiacci, il suo successore, arriver&agrave; in Cina solo stanotte e domani si presenter&agrave; al suo primo giorno di lavoro.  Intanto parla Alonso: &ldquo;C&rsquo;&egrave; stata qualche novit&agrave; nel team. Dobbiamo rispettare la decisione di Stefano, forse non era pi&ugrave; nello stato d&rsquo;animo giusto per sopportare il peso (della responsabilit&agrave;, ndr). Il fatto che abbia lasciato il team non significa che andremo subito un secondo pi&ugrave; veloci, non era Stefano che progettava le ali... Prima di tutto Stefano &egrave; una gran bella persona. Non &egrave; un mistero che siamo amici, siamo andati a sciare assieme a gennaio, ci conosciamo da tanti anni. &Egrave; importante separare il lavoro dall&rsquo;amicizia. Come team principal ha fatto scelte buone, ovviamente ha perso delle occasioni con noi nel 2010 e 2012, e nel 2008 con Felipe. Se no avrebbe tre titoli mondiali in pi&ugrave;. Ha fatto buone scelte, ha portato Pat Fry, James Allison nel team. Ma la pressione in Ferrari &egrave; sempre enorme e lui ha preso questa decisione che io rispetto&rdquo;.  &ldquo;Siamo qui per cercare di migliorare la situazione, siamo un po&rsquo; pi&ugrave; competitivi di come si &egrave; visto nelle prime gare. Lotteremo per tornare su, non siamo dove vorremmo essere ma c&rsquo;&egrave; tanto spazio per migliorare, La strada &egrave; ancora lunga, probabilmente la prima parte del mondiale non saremo al livello di Mercedes o dei team che ora sono davanti. Dobbiamo fare pi&ugrave; punti possibile e sperare nella seconda parte di stagione&rdquo;.  Il fatto che Mattiacci non abbia esperienza di F1 non lo preoccupa: &ldquo;Diamogli tempo per adattarsi, &egrave; troppo presto per giudicarlo. Dobbiamo solo assicurarci che abbia tutti i mezzi che gli servono e che la squadra sia con lui dal primo giorno. Speriamo che sappia gestire la squadra con successo, ce lo aspettiamo tutti&rdquo;.  Alle tristezze Ferrari fa eco Lewis Hamilton, il dominatore del Gp Bahrain conquistato dopo una lotta a coltello con Rosberg: &ldquo;Ho rivisto le immagini del Gp, una grande gara. Spero che ce ne saranno altre ma non sar&agrave; sempre cos&igrave;&rdquo;. Con Nico c&rsquo;&egrave; una rivalit&agrave;-amicizia che risale ai tempi dell&rsquo;adolescenza: &ldquo;Ma non &egrave; come nel karting, l&igrave; non c&rsquo;&egrave; aderenza aerodinamica. Ma lo scorso Gp &egrave; stato unico&rdquo;.  Daniel Ricciardo &egrave; arrivato in Cina con la doccia fredda della confermata esclusione della classifica di Melbourne per il caso-benzina: &ldquo;Ormai guardo avanti. Non mi aspettavo molto da questa gara, dovremo comuque inseguire&rdquo;.

"Ha preso una decisione che io rispetto". E intanto per domani &egrave; atteso l'arrivo al Gp Cina del nuovo Team Principal Marco Mattiacci

Alonso: Domenicali ha fatto bene

A due giorni di distanza, Autosprint &egrave; in grado di svelarvi un po' di retroscena sulla settimana "calda" che ha rivoluzionato il vertice della Ferrari. Da cui si scopre che la decisione di dimettersi di Domenicali ha preso di sorpresa tutti quanti, a partire dallo stesso presidente del Cavallino. Ovvero, non sono state dimissioni "pilotate" o "richieste" ma giunte inaspettate.  IL PROPOSITO - Domenicali in cuor suo aveva deciso gi&agrave; da tempo di chiudere l'esperienza ferrarista a fine anno. Comunque fosse andata a finire la stagione. Troppe pressioni, troppe difficolt&agrave; per tenere insieme un gruppo che aveva costruito con fatica e che non riusciva pi&ugrave; a indirizzare dove e come voleva lui. Basti pensare che Alonso l'aveva voluto fermamente ingaggiare lui a met&agrave; 2009; quell'Alonso che in Ferrari aveva la strada sbarrata all'epoca di Todt che non aveva mai dimenticato una promessa non rispettata da Fernando nei suoi confronti nel 2003. Ma poi proprio con Alonso l'anno scorso erano nati screzi e il rapporto non si era mai completamente rinsaldato. Di qui anche la decisione di ingaggiare Raikkonen per evitare di avere una Ferrari troppo Alonso-dipendente.  LA DOCCIA FREDDA - L'amara realt&agrave; Domenicali l'ha capita nei primi test in Bahrain, quelli di met&agrave; febbraio. Quando ha compreso che la Ferrari era lontanissima dalle Mercedes. In quell'occasione le alte velocit&agrave; di punta della Rossa avevano ingannato molta gente facendo immaginare che il V6 turbo di Maranello fosse potente, invece quelle velocit&agrave; - si &egrave; saputo poi - erano frutto di un aspetto aerodinamico particolarmente scarico. Impossibile da utilizzare nei Gp. Presto si &egrave; capito che mancavano i cavalli "elettrici" dello MGU-H, il recupero di energia dal calore e dal flusso dei gas di scarico. E che oltretutto l'erogazione di coppia non era particolarmente '"morbida" e finiva per rovinare in fretta le gomme togliendo alla Ferrari una delle sue armi storiche: quella di essere "gentile" sulle gomme e poter impostare gare di rimonta sul buon ritmo di corsa.  L'ADDIO - Le prime gare hanno confermato i timori di Domenicali. Dopo il Gp Bahrain e l'imbarazzante fuga di Montezemolo dal circuito prima della fine del Gp, ha capito che le critiche avrebbero provocato uno sconquasso. L'opinione pubblica - e lo stesso presidente - avrebbero richiesto un capro espiatorio, una testa da "tagliare". Domenicali riteneva che allontanare un tecnico tanto per dare in pasto al pubblico una vittima, come era stato fatto con Costa e con Dyer, non aveva senso in questa occasione in cui invece i tecnici avrebbero dovuto lavorare a testa bassa e senza distrazioni per risolvere pi&ugrave; in fretta possibile i problemi. Proprio il contrario di quello che stava succedendo. E poi non aveva persone per rimpiazzare il "sacrificato" in tempi stretti. Non c'erano telaisti o motoristi liberi sul mercato. Cos&igrave; dopo averci ragionato su una/due notti ha deciso di sacrificare se stesso, tanto comunque avrebbe lasciato entro pochi mesi. Un modo per dare fiato alla squadra e permettersi di concentrarsi sullo sviluppo e non sulla caccia alla vittima sacrificale.  LE DIMISSIONI - Domenicali ha consegnato le dimissioni al presidente Montezemolo non sabato come si dice ma addirittura gioved&igrave; scorso, 10 aprile. Cogliendo impreparato e di sorpresa Montezemolo che ha provato a dissuaderlo senza successo. Il presidente poi si &egrave; affrettato a consultarsi con Marchionne, il quale l'indomani, venerd&igrave; 11 &egrave; venuto a Maranello con la scusa dell'inaugurazione di una ala del museo Ferrari, gi&agrave; per affrontare il problema del sostituto. I due hanno subito escluso di ricorrere a soluzioni esterne come Ross Brawn, per esempio, perch&eacute; la Ferrari da tempo per volont&agrave; di Marchionne e di tutto il gruppo Fiat ha una ferrea politica di controllo dei budget e delle spese e gli ingaggi milionari dell'epoca di Todt (e che hanno portato al suo distacco) sono stati aboliti da tempo.  MATTIACCI - Il nome di Marco Mattiacci, da 15 anni in Ferrari e con trascorsi di successo in Estremo Oriente e negli USA e tra l'altro conosciuto anche da John Elkann e ben noto a tutti, &egrave; venuto fuori quasi subito. A Montezemolo andava bene perch&eacute; &egrave; espressione della managerialit&agrave; interna Ferrari, a Marchionne andava bene perch&eacute; non &egrave; un tecnico, ma un manager di prodotto e marketing, cos&igrave; simile a quel Luca De Meo che &egrave; stato uno dei suoi pupilli in Fiat e uno degli uomini chiave del rilancio commerciale e soprattutto d'immagine del marchio torinese (tanto &egrave; vero che poi &egrave; stato strappato alla Fiat dall'Audi)  IL PASSAGGIO DI CONSEGNE - Mattiacci &egrave; stato fatto imbarcare in fretta e furia su un aereo a New York gi&agrave; venerd&igrave; sera e sabato mattina &egrave; atterrato in gran segreto a Bologna raggiungendo Maranello. Il passaggio di consegne fra Domenicali e Mattiacci &egrave; maturato nel week end ma soltanto luned&igrave; 14 il ribaltone &egrave; stato reso pubblico.  IL CONFRONTO - Rimane la coincidenza del fatto che Domenicali ha annunciato le dimissioni nello stesso giorno in cui il governo ribaltava i vertici delle aziende statali, in cui la maggior parte dei manager si attaccava alla poltrona per non perdere i privilegi di potere di un incarico di comando. Nello stesso giorno invece, il manager sportivo pi&ugrave; sotto l'occhio dei riflettori ha avuto il coraggio e l'umilt&agrave; di farsi da parte e rimettere il suo incarico anche se la Presidenza non glielo aveva (ancora) chiesto. Almeno questa uscita di scena a testa alta, a fronte di tante critiche dei tifosi, va riconosciuta a Domenicali.  Alberto Sabbatini

Ecco come &egrave; maturata la decisione delle dimissioni e cos'&egrave; successo davvero

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L'editoriale del Direttore: Domenicali la novità più bella