        Avrebbe potuto essere la 500 Miglia di tanti e tante cose. Avrebbe potuto essere la 500 Miglia di Marcus Ericsson, ad un passo dal compiere un'impresa riuscita solamente a cinque piloti; poteva essere la 500 Miglia di Alex Palou, l'uomo pi&ugrave; veloce nella storia di Indy per almeno un altro anno, se solo Rinus VeeKay non avesse commesso un errore da principiante; avrebbe potuto essere la 500 Miglia del dramma, se quella gomma fosse finita nel pubblico anzich&eacute; su una Chevrolet bianca, ed avrebbe potuto essere la 500 Miglia della McLaren, davanti a lungo ma non quando contava. E cos&igrave;, &egrave; stata la 500 Miglia di Josef Newgarden, vittorioso in un finale inaspettato.  Fight. To. The. Finish.@josefnewgarden wins on the last lap. #INDYCAR // #indy500 pic.twitter.com/PDMvvp2X77 &mdash; NTT INDYCAR SERIES (@IndyCar) May 28, 2023    La prima di Josef, la beffa di Marcus  Josef Newgarden si era laureato campione IndyCar gi&agrave; due volte (2017 e 2019), ma non era mai riuscito a portare a casa il Borg-Warner Trophy ed a gustarsi il latte pi&ugrave; dolce del mondo. Ce l'ha fatta in un'edizione strana, pazza per certi versi, con quelle tre bandiere rosse finali che hanno allungato a dismisura la narrazione di una 500 Miglia di Indianapolis che si sarebbe potuta concludere molto prima e con un esito diverso. Invece la trama si &egrave; sviluppata in modo imprevedibile, a cominciare dal grossolano errore di VeeKay,&nbsp;che ci ha privato di un Palou in formato campione dopo l'eccezionale pole position conquistata pochi giorni prima. Fin l&igrave; era stata una corsa lineare, azzardiamo pure tranquilla (per quanto tranquillo pu&ograve; essere andare a 370 orari), ma si sa che sul catino dell'Indiana le cose cambiano spesso ed in fretta, e non a caso &egrave; la corsa pi&ugrave; veloce del mondo. Dopo 91 giri senza inciampi, con la prima caution per Sting Ray Robb, sono passati pi&ugrave; di 50 giri per averne un'altra, stavolta per mano di Romain Grosjean. Ma &egrave; stato al giro 184 che la corsa &egrave; cambiata, con il botto di Rosenqvist colpito poi da Kirkwood. Il dio delle corse non si &egrave; girato dall'altra parte, ha fatto s&igrave; che la gomma volasse in un parcheggio e grazie al cielo Indianapolis ha potuto proseguire nella sua sceneggiatura, fatta di altre due bandiere rosse prima dell'ultimo giro, tutto d'un fiato. Era Ericsson contro Newgarden, ha vinto il secondo con l'amarezza del primo, che 21 anni dopo Helio Castroneves (biennio 2001-2002) stava per riuscire a compiere l'impresa di portare a casa due Indy consecutive. Non che non lo meritasse, Marcus: ma Indianapolis &egrave; questa, dolce o atroce a seconda che tu sia dietro di 0"0974 oppure davanti.  Champion. #INDYCAR // #Indy500 pic.twitter.com/E8veA9HZzi &mdash; NTT INDYCAR SERIES (@IndyCar) May 29, 2023    Un sogno che si realizza Il bello della domenica di Newgarden &egrave; stato anche il dopo gara. Umanissimo, nostalgico e struggente. Il bagno di folla che si &egrave; regalato dopo aver lasciato la macchina in mezzo alla pista, &egrave; stato un voler rendere partecipi tutti quanti. Perch&eacute; che tu sia un pilota, un meccanico, un ingegnere, un qualsiasi addetto ai lavori o anche solo uno spettatore, la Indy 500 unisce, tutti fanno parte di questo grande evento. E' quello che ha detto Josef, perch&eacute; Indianapolis senza le migliaia di persone che fanno da sfondo non sarebbe la medesima cosa. Per Josef era anche un omaggio a s&eacute; stesso, al Josef che, da bambino, andava proprio sugli spalti: &egrave; partito dalle gradinate di Indianapolis e ci &egrave; tornato adesso, da vincitore. Abbracciando tutti, divertendosi con tutti: e chiss&agrave; che la ciclicit&agrave; della storia non abbia fatto anche stavolta il suo corso, permettendo ad un bambino di abbracciare il Newgarden di oggi prima di diventare il Newgarden di domani.&nbsp; E poi il ringraziamento alla moglie, Ashley, che con le cuffie in testa sembrava ancora pi&ugrave; emozionata di lui. L'ha ringraziata, Josef, perch&eacute; a volte ci si dimentica che per chi rientra negli affetti pi&ugrave; stretti di un pilota le gare sono anche pi&ugrave; difficili che per i piloti stessi. Quelle parole tinte di rosa sono state un tocco in pi&ugrave; che non ha commosso solo i romantici, ma tutti gli appassionati di corse. E poi l'immancabile bacio ai mattoncini del traguardo, il tocco tra storia e tradizione, sempre stupendo in una giornata cos&igrave;.  Life changing moments.#INDYCAR // #Indy500 pic.twitter.com/vE0EqjSwcB &mdash; NTT INDYCAR SERIES (@IndyCar) May 29, 2023    Indy, la terra delle possibilit&agrave; Marcus Ericsson, che ha sperato in una bandiera gialla lunga fino alla bandiera a scacchi, dovr&agrave; farsene una ragione. Ma per lui che in F1 veniva ed a volte viene ancora ricordato "solo" come il primo compagno di squadra di Leclerc, &egrave; la certificazione di uno status di pilota di prim'ordine conquistato nei territori a Stelle e Strisce. E' il bello dell'America, la terra delle possibilit&agrave;. Soprattutto le seconde, quelle che concede a chi, battuto un anno, ci vuole riprovare l'anno successivo. Sar&agrave; cos&igrave; per Palou, sar&agrave; cos&igrave; per una McLaren che, dopo aver condotto la gara per ben 76 giri, lascia l'Indiana con un 5&deg; posto come miglior risultato. Quella possibilit&agrave; che, invece, non avr&agrave; pi&ugrave; il veterano Tony Kanaan: dopo averci corso 22 volte vincendo una (2013), TK ha lasciato con un 16&deg; posto. Niente di che, come piazzamento, ma dopo aver fatto vedere, a 48 anni, il fegato che ci vuole per gare cos&igrave;, con un sorpasso sull'erba che &egrave; roba da mitologia. Buona vita, Tony. Per tutti gli altri, invece, arrivederci Indianapolis: all'anno prossimo.       

Avrebbe potuto essere la 500 Miglia di tanti, e invece alla fine &egrave; stata la 500 Miglia di Josef Newgarden, in una giornata fatta di intrecci, delusioni, errori e drammi sfiorati

500 Miglia di Indianapolis: fra tanti, Josef Newgarden

Vittoria di Marcus Ericsson nel primo appuntamento dell&rsquo;IndyCar 2023 a St.Petersburg. La pista della Florida non ha perdonato nulla, come di consueto, e alla fine &egrave; riuscito a prevalere lo svedese, tenutosi fuori dai guai fino all&rsquo;affondo decisivo, in cui ha approfittato di un &ldquo;vuoto&rdquo; del turbo di Pato O&rsquo;Ward. Ma senza nulla togliere ad Ericsson, e nemmeno al messicano, secondo davanti a Scott Dixon, i due leader non avrebbero potuto nulla senza una clamorosa toccata tra il poleman e dominatore iniziale Romain Grosjean, e Scott McLaughlin, che aveva preso il comando dopo la prima sosta. Con poco pi&ugrave; di 20 giri alla conclusione, Grosjean si &egrave; fermato per l&rsquo;ultima sosta un giro prima del neozelandese, e gli &egrave; piombato addosso nella tornata successiva. McLaughlin si &egrave; difeso aggressivamente, ma &egrave; arrivato lungo quanto &egrave; bastato per mandare entrambi nelle barriere.  Ma i muri &ldquo;a imbuto&rdquo; e le barriere di gomme a sbalzo hanno mietuto molte vittime. La gara &egrave; stata subito fermata con bandiera rossa per un incidente iniziale: un contatto tra Scott Dixon e Felix Rosenqvist ha portato diverse vetture a tamponarsi a catena, bloccando il tracciato. Impressionante il botto tra Benjamin Pedersen, ultimo ad arrivare sulla scena, e Devlin DeFrancesco, fermo per traverso e scaraventato in aria. Out, oltre a DeFrancesco, entrambe le vetture dei team Foyt e Meyer Shank. Ma i contatti sono arrivati a piene mani anche dopo.&nbsp;  Al giro 42, Rinus VeeKay &egrave; andato lungo in curva 4 ed &egrave; stato investito da Jack Harvey e Kyle Kirkwood. L&rsquo;inglese &egrave; stato portato in ospedale per precauzione, mentre Kirkwood, decollato sulle quattro ruote, &egrave; incredibilmente ripartito chiudendo 15&deg; ed &egrave; stato l&rsquo;unico portacolori di Andretti al traguardo. KO anche Colton Herta, toccatosi con Will Power in un restart.&nbsp;  Alla fine, Alexander Rossi si &egrave; assicurato il quarto posto davanti a Callum Ilott, eccellente protagonista col team Juncos Hollinger. Da rimarcare anche il finale di Power che, penalizzato per il contatto con Herta, ha montato gomme morbide e, approfittando delle caution, ha passato diversi rivali terminando settimo, seguito da Alex Palou. Debutto difficile per Marcus Armstrong, che si &egrave; visto tagliare una gomma a inizio gara da David Malukas, e ha poi dovuto lottare nel gruppo per tutto il tempo. Da dimenticare l&rsquo;esordio 2023 di Josef Newgarden, sempre lontano dal top e ritirato con un principio d&rsquo;incendio.  L&#39;ordine d&#39;arrivo del Grand Prix di St.Petersburg, prima prova dell&#39;IndyCar Series 2023:  1. Ericsson (Dallara-Honda) 100 giri in 2h05&#39;30&quot;7907, alla media di 138,479 kmh; 2. O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) a 2&quot;4113; 3. Dixon (Dallara-Honda) a 2&quot;9257; 4. Rossi (Dallara-Chevy) a 6&quot;7689; 5. Ilott (Dallara-Chevy) a 8&quot;2650; 6. Rahal (Dallara-Honda) a 10&quot;7671; 7. Power (Dallara-Chevy) a 11&quot;6798; 8. Palou (Dallara-Honda) a 14&quot;7244; 9. Lundgaard (Dallara-Honda) a 14&quot;9528; 10. Malukas (Dallara-Honda) a 15&quot;4401; 11. Armstrong (Dallara-Honda) a 15&quot;8049; 12. Canapino (Dallara-Chevy) a 28&quot;1332; 13. McLaughlin (Dallara-Chevy) a 1 giro; 14. Daly (Dallara-Chevy) a 1 giro; 15. Kirkwood (Dallara-Honda) a 3 giri; 16. Robb (Dallara-Honda) a 4 giri. Giro pi&ugrave; veloce: il 68&deg; di Palou in 1&#39;01&quot;5104, alla media di 169.541 kmh.  In campionato  1. Ericsson 51; 2. O&#39;Ward 41; 3. Dixon 36; 4. Rossi 32; 5. Ilott 30.&nbsp;  &nbsp;   

Lo svedese si mantiene lontano dai guai e vince la prova in Florida. Guarda qui cronaca, risultati e classifica

IndyCar: a St. Petersburg tra gli incidenti spunta Ericsson

        E dire che &egrave; diventato pilota cos&igrave;, un po' per caso. Bast&ograve; una giornata sui kart per cambiargli la vita, per fargli capire che correre in macchina era il suo desiderio pi&ugrave; grande e, soprattutto, il suo destino. Solo che Marcus Ericsson rischiava di essere uno dei tanti, poi invece &egrave; arrivata la 500 Miglia di Indianapolis 2022. Ma quanto vale davvero Marcus Ericsson? La domanda &egrave; lecita, e forse qualcuno nel mondo della F1 dovr&agrave; chiedergli scusa. Di certo, quando a fine 2018 fu fatto fuori dall'Alfa Romeo-Sauber, nessuno pens&ograve; che un pilota cos&igrave; sarebbe potuto mancare al Circus. Non &egrave; cattiveria, solo la verit&agrave;: perch&eacute; in quattro anni aveva fatto alcune cose buone ma tante altre, diciamo cos&igrave;, rivedibili. E poi stava finendo fuori dal giro per far posto a Kimi Raikkonen, mica uno qualunque, uno per il quale tra l'altro aveva corso nella Formula 3 inglese di qualche anno prima, quando Marcus aveva 20 anni e sognava la F1. Quella stessa F1 che sarebbe arrivata nel 2014, in una Caterham senza ambizioni e, si scopr&igrave; poi alla fine di quella stagione, senza soldi, tanto che le ultime tre gare Marcus se le guard&ograve; dal divano. Ma per sua fortuna, il futuro se lo era gi&agrave; assicurato: per il 2015 aveva pronto un contratto con la Sauber. Verstappen: "Tripla Corona? Non mi serve rischiare la vita" In F1 Marcus non ha brillato Ed &egrave; qui, probabilmente, che si inizia a far fatica ad inquadrare questo pilota. Come se ci fosse la sensazione che Ericsson non si sia mai tolto di dosso quella scomodissima etichetta di pilota pagante, neanche quando le prestazioni buone sono arrivate. Perch&eacute; qualche prestazione buona, del resto, c'&egrave; stata. Il problema era il confronto con i compagni di squadra: le prese quasi sempre da un Kamui Kobayashi (anche se finirono entrambi a quota zero in classifica causa scarse prestazioni della CT05) ormai rassegnato all'addio alla F1, fece un terzo di punti di Felipe Nasr (bravino, ma non era Senna) nel 2015 e di punti non ne fece l'anno dopo, quando Nasr di punti ne port&ograve; a casa 2 ma fondamentali per garantire alla Sauber la top 10 tra i Costruttori; la squadra ringrazi&ograve; il brasiliano licenziandolo e tenendo, senza apparente logica sportiva, Ericsson per il 2017 insieme al nuovo arrivato Pascal Wehrlein. Fu qui, probabilmente, che l'etichetta di pilota pagante si attacc&ograve; in maniera viscerale, perch&eacute; era sotto gli occhi di tutti come, tra lui e Nasr, a meritare il posto fosse Felipe. Quindi il confronto, perso, con Wehrlein (5 punti Pascal, 0 Marcus), anche se per il 2018 a rimanere in Sauber, da allora con gli adesivi Alfa Romeo, fu lui e non il tedesco. Arriv&ograve; niente meno che Charles Leclerc con cui confrontarsi: e nel 2018 che rester&agrave; l'ultima annata in F1 dello svedese, dopo qualche difficolt&agrave; iniziale il monegasco lo baston&ograve; regolarmente, chiudendo sul 39-9 il confronto in termini di punti. Il contratto da terzo pilota per il 2019, alle spalle di Raikkonen e Giovinazzi, era solo un contentino. Marcus lo sapeva ed intelligentemente si guard&ograve; intorno: decise che la sua nuova vita sarebbe stata in America. Ed alla quarta stagione, dopo due vittorie nel 2021, il colpaccio di Indianapolis. Una nuova vita in America Dunque, la domanda ritorna: quanto vale Marcus Ericsson? Negli ultimi due anni in F1 non ha avuto compagni di squadra accomodanti, Wehrlein e Leclerc, e probabilmente ha vissuto a lungo con la pressione tipica di chi ha la valigia, che se da una parte ha il posto sicuro, dall'altra vive nella perenne ansia di dover dimostrare di meritare il posto. Pure la gavetta giovanile lasciava qualche dubbio: aveva vinto "solo" Formula BMW Inglese e Formula 3 Giapponese, troppo poco rispetto ad altri. Ma la nuova avventura in America ha fatto capire una cosa: guai a smettere di sognare. E guai pure a smettere di impegnarsi, anche dopo le delusioni. Nella IndyCar Marcus &egrave; arrivato in punta di piedi, in silenzio, riscontrando un disinteresse piuttosto marcato dall'altro lato dell'Oceano per chi arriva in F1 dopo tanti GP spesi nelle retrovie. Ha lavorato sodo per raddrizzare una carriera che, a 29 anni, non poteva aver gi&agrave; vissuto il meglio. Ci ha creduto fino alla fine, anche quando, dopo i guai di Palou e Dixon, era diventato l'ultima carta per Ganassi; ha continuato a crederci quando ha visto la bandiera rossa annullargli quel cuscinetto di vantaggio che sarebbe stato decisivo a pochi passaggi dalla fine; non ha sbagliato quando ha dovuto spiegare a Patricio O'Ward che il Messico, per quella giornata, poteva consolarsi con la vittoria a Monaco di Sergio Perez. Ed alla fine ha vinto, andandosi a prendere il sorso di latte pi&ugrave; dolce della sua vita. Insegnando a tutti che puoi anche non essere il talento pi&ugrave; cristallino tra quelli che prendono il via insieme a te: ma bisogna saper lottare, rialzarsi e sfruttare le occasioni. Del resto, anche questo &egrave; un talento. Lo ha insegnato Marcus Ericsson.       

Scaricato dalla F1 dopo anni deludenti, lo svedese si &egrave; ricostruito una carriera in America, dove &egrave; riuscito a centrare una delle vittorie pi&ugrave; mitiche nel panorama mondiale delle corse

500 Miglia di Indianapolis: la rivincita di Marcus Ericsson

        Sar&agrave; una 24 Ore di Daytona ricca di novit&agrave;, per il team di Chip Ganassi. Novit&agrave; sar&agrave; la presenza con due macchine, due Cadillac in Classe Dpi, per agguantare una vittoria contesa nel 2021 fino a 8 minuti dal termine, prima che una foratura rallentasse van der Zande. Novit&agrave; sar&agrave; la presenza di due rookie, come Marcus Ericsson e Alex Palou. Il pilota spagnolo, vincitore del campionato Indycar nella stagione d'esordio, divider&agrave; il volante della gara d'apertura del campionato IMSA con Renger van Der Zande, Sebastien Bourdais e Scott Dixon. Saranno sulla Cadillac DPi numero 1, mentre la numero 2 sar&agrave; affidata a&nbsp; Kevin Magnussen, Marcus Ericsson, Earl Bamber e Alex Lynn.  Tra Daytona e IMSA a tempo pieno Prima volta a Daytona con Chip Ganassi non solo per Ericsson ma anche per Bamber e Lynn, equipaggio impegnato a tempo pieno impegnati in IMSA con Ganassi, come lo saranno van Der Zande e Bourdais. LEGGI ANCHE - Palou ai Caschi d'oro: "Nel 2022 punto alla 500 miglia di Indianapolis" Quanto a Magnussen, dopo la gara di Daytona inizier&agrave; il lavoro di preparazione con Peugeot Sport, in vista del debutto nel WEC ne 2023. "Sembra essere una squadra forte per correre la mia prima 24 Ore di Daytona", ha twittato Palou.&nbsp; I preparativi in vista della 24 Ore partiranno con le giornate del ROAR, tra il 21 e 22gennaio; il via alla gara, sessantesima edizione, &egrave; previsto il 29 gennaio.       

Dalla vittoria del campionato Indycar alla guida del prototipo Cadillac DPi nella 24 Ore di Daytona, per Alex Palou. Prima volta anche per Marcus Ericsson

24 Ore di Daytona 2022, la prima di Palou

Marcus Ericsson ha conquistato a Nashville la sua seconda vittoria in IndyCar. Un successo incredibile considerato che, dopo 4 giri, la sua Dallara era decollata paurosamente in aria dopo aver centrato, per un errore di valutazione, Sebastien Bourdais. L&#39;esito del Grand Prix della Music City &egrave; stato un po&#39; l&#39;immagine di tutta la corsa, imprevedibile e per certi aspetti improbabile, con nove caution e contatti a ripetizione su un tracciato stretto e sconnesso. Per certi versi, una pista non adeguata ai livelli di agonismo e aggressivit&agrave; dell&#39;IndyCar, e i risultati si sono visti.  Dal botto al primo gradino del podio  Ma come ha fatto Ericsson a passare dal disastro al successo? E&#39; presto detto. Prima di tutto, ha contato su una Dallara indistruttibile, miracolosamente uscita dal botto solo con l&#39;ala rotta. Poi, ha sfruttato le safety-car. Fermandosi a rifornire nelle fasi iniziali, lo svedese ha potuto chiudere la corsa con solamente un&#39;altra sosta e, via via che si succedevano i pit-stop dei rivali, ha scalato le posizioni. Accodati una volta, accodati l&#39;altra, al giro 33 &egrave; riuscito addirittura a beffare il dominatore iniziale Colton Herta.    E non &egrave; stato l&#39;unico a farlo: quando ci sono cos&igrave; tante caution, gli &quot;undercut&quot; sono incredibilmente efficaci. I primi nove piloti in classifica finale si sono tutti fermati insieme a Ericsson al giro 45 per il loro ultimo stop, e hanno preso la top-10 indipendentemente da quello che gli era capitato in gara. Chi aveva pianificato la sosta successivamente, ha mangiato la polvere.  Sportellate e squalifiche  Una volta davanti, Ericsson si &egrave; fatto gli affari propri senza commettere errori, sapendo che solo Herta aveva il potenziale per passarlo di forza. Ripartito sesto dopo il suo secondo rifornimento (al giro 52) il californiano ha disperatamente cercato la rimonta, finendo a muro quando si trovava secondo a pochi centesimi da Ericsson. A quel punto, per il pilota di Ganassi &egrave; stata fatta.  Per il resto, la gara verr&agrave; ricordata per tantissimi contatti, incluso un &quot;big one&quot; al giro 19 causato da una sportellata di Will Power al compagno Simon Pagenaud. Con la pista bloccata, il gruppo si &egrave; accatastato portando all&#39;inevitabile interruzione. Tra l&#39;altro, Power si &egrave; poi ripetuto pi&ugrave; in l&agrave; nella serata centrando un altro compagno, Scott McLaughlin. Tra i contatti pi&ugrave; rilevanti, quello che ha portato alla penalit&agrave; Pato O&#39;Ward, poi tredicesimo, e quello che ha causato lo &quot;switch&quot; in testa alla gara, con VeeKay da solo a muro al giro 24.  Ma nel round di Nashville c&rsquo;&egrave; stato anche spazio per un allagamento in curva 3, e una squalifica per &ldquo;non mantenimento di una velocit&agrave; competitiva&rdquo; affibbiata a Cody Ware. Alla fine, a spuntarla per il podio sono stati Scott Dixon (ora secondo in campionato) e James Hinchcliffe, seguiti da Ryan Hunter-Reay e Graham Rahal. Come detto, le soste hanno deciso buona parte dell&#39;esito: Ed Jones ha concluso sesto nonostante un contatto e relativa penalit&agrave;, mentre Alex Palou ha incrementato il suo margine in classifica con un settimo posto nonostante il coinvolgimento in due degli stop. Semplicemente, hanno azzeccato il momento giusto per fermarsi. A seguire, Felix Rosenqvist, Helio Castroneves e Josef Newgarden. Quest&#39;ultimo, con un braccetto piegato da una toccata nei primi giri, &egrave; stato il primo in classifica tra coloro che si erano fermati pi&ugrave; tardi, al giro 52.  Grosjean 16&deg;  Romain Grosjean, che ha effettuato la sua seconda sosta al giro 56, ha finito sedicesimo, seguito da Alexander Rossi che ha tentato un cambio strategico, senza riuscire nell&#39;intento.  L&#39;evento di Nashville si &egrave; chiuso con un enorme successo promozionale e di pubblico, degno dei tempi d&#39;oro della categoria, ma con una prova agonistica non delle migliori. Sicuramente, se il pubblico cercava spettacolo, l&#39;ha avuto, ma la speranza per il futuro &egrave; che si possa offrire pi&ugrave; qualit&agrave; anche dal lato sportivo, come quasi sempre accade nella categoria.    L&#39;ordine d&#39;arrivo del Big Machine Music City Grand Prix di Nashville:  1 - Marcus Ericsson - (Dallara-Honda) - Ganassi - 80 giri 2 - Scott Dixon - (Dallara-Honda) - Ganassi - 1&quot;5596 3 - James Hinchcliffe - (Dallara-Honda) - Andretti - 2&quot;3918 4 - Ryan Hunter-Reay - (Dallara-Honda) - Andretti - 2&quot;8015 5 - Graham Rahal - (Dallara-Honda) - RLL - 4&quot;0833 6 - Ed Jones - (Dallara-Honda) - Coyne - 4&quot;7715 7 - Alex Palou - (Dallara-Honda) - Ganassi - 5&quot;5333 8 - Felix Rosenqvist - (Dallara-Chevy) - AMSP - 5&quot;9667 9 - Helio Castroneves - (Dallara-Honda) - Shank - 6&quot;7874 10 - Josef Newgarden - (Dallara-Chevy) - Penske - 7&quot;5286   In campionato   1. Palou 410; 2. Dixon 368; 3. O&#39;Ward 362; 4. Newgarden 335; 5. Ericsson 331. 

Dopo il terribile ribaltamento della sua Dallara il pilota svedese &egrave; stato fenomenale, recuperando e riuscendo a portare a casa il suo secondo successso

IndyCar: Ericsson dal crash alla vittoria a Nashville

        Primo successo di Marcus Ericsson in Indycar a Detroit, nella manche d&rsquo;apertura del doppio weekend della categoria sulla difficile pista di Belle Isle. Il circuito della &ldquo;motor city&rdquo;, con tante criticit&agrave; a partire dalla sede stradale sconnessa e dai muretti che non perdonano, ha regalato sorprese. Paura per Felix Rosenqvist In realt&agrave;, tutti hanno tremato per uno spavento, quando nelle prime fasi per Felix Rosenqvist. Lo svedese sembrava in ottima forma con la Dallara del team McLaren/Schmidt, ma &egrave; finito violentemente nelle barriere quando si &egrave; trovato in curva 6 con l&rsquo;acceleratore bloccato, impattando a 45&deg; e a oltre 250 chilometri orari. Impressionante lo schianto, che ha divelto le gomme di protezione e spostato le barriere in cemento. Rosenqvist, estratto con attenzione dai sanitari, &egrave; stato prima portato al centro medico del tracciato, poi trasportato in ospedale, ma non ha subito lesioni chiave: sempre cosciente, ha riportato dolori alle gambe. In un post in tarda serata, ha spiegato di non poter correre&hellip; gara 2: buon segno, il fatto che pensi gi&agrave; al giorno successivo, dato che comunque si temeva di peggio.&nbsp; Ericsson ne approfitta Ericsson si &egrave; trovato al vertice anche grazie all&rsquo;incidente, che ha sparigliato le strategie, e ha tenuto per tutto il tempo il passo di Will Power, dominatore della corsa per ampi tratti: di fatto, la &ldquo;rossa&rdquo; ha penalizzato coloro che non si erano fermati e premiato chi aveva scelto la strategia &ldquo;di mezzo&rdquo; senza undercut o overcut. Il colpo di scena &egrave; per&ograve; arrivato a -7 quando un&rsquo;altra bandiera rossa &egrave; stata esposta per un contatto di Romain Grosjean con le protezioni. Le vetture sono state riportate in pit-lane, e non &egrave; stato permesso ai meccanici di intervenire con i ventilatori fino a che tutta la fila fosse formata: questo ha portato al surriscaldamento dell&rsquo;elettronica sulla vettura di Power, prima della fila, e ad un danno alla centralina. Power non si &egrave; poi trattenuto, come sempre, nelle critiche alla direzione gara. Regna l'incertezza Ericsson, settimo vincitore diverso in sette gare 2021, &egrave; tornato sul gradino pi&ugrave; alto del podio dopo la volta nel 2013 in GP2 al Nurburgring. Alla fine, ha controllato con autorit&agrave; Rinus VeeKay, autore di un altro bel piazzamento con il team ECR dopo le performance di Indy, e Pato O&rsquo;Ward, con la vettura superstite di McLaren/Schmidt. Quarta piazza per Takuma Sato, come tutto il team RLL in rimonta dalle retrovie. Il giapponese, penalizzato poche tornate prima per blocking, ha rimontato con enorme cattiveria, ma non &egrave; riuscito a mantenere il podio. A seguire i compagni di colori Santino Ferrucci e Graham Rahal. Ottavo Dixon, tra i pi&ugrave; danneggiati dalla strategia insieme a Palou (15&deg; ma sempre in testa al campionato). Il migliore del team Penske &egrave; stato Josef Newgarden, un miracolo considerando la ruota persa nei primi giri e il rientro lento ai box. Tra le belle prestazioni da segnalare, quella di Ed Jones, nono per il team Coyne dopo una gara di vertice. Settimo Alex Rossi, primo della pattuglia Andretti, undicesimo Sebastien Bourdais. Sabato 12 giugno 2021, gara 1 1 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) - Ganassi - 70 giri 2 - Rinus VeeKay (Dallara-Chevy) - ECR - 1"7290&nbsp; 3 - Pato O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) - AMSP - 1"9105&nbsp; 4 - Takuma Sato (Dallara-Honda) - RLL - 8"1688&nbsp; 5 - Graham Rahal (Dallara-Honda) - RLL - 9"4645&nbsp; 6 - Santino Ferrucci (Dallara-Honda) - Rahal - 9"5670&nbsp; 7 - Alexander Rossi (Dallara-Honda) - Andretti - 10"3406&nbsp; 8 - Scott Dixon (Dallara-Honda) - Ganassi - 10"8956&nbsp; 9 - Ed Jones (Dallara-Honda) - Coyne - 11"9428&nbsp; 10 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) - Penske - 12"5061&nbsp;  In campionato 1. Palou 263; 2. O&rsquo;Ward 248; 3. Dixon 237; 4. VeeKay 231; 5. Pagenaud 219.       

L'ex pilota di F1 porta a casa il primo successo della serie USA sulla pista di Belle Isle

IndyCar: Ericsson vince la sua prima gara, paura per Rosenqvist

        Da un lato possono contare su una relativa tranquillit&agrave; economica del  tutto assente nel 2016, sull'arrivo di un direttore tecnico di primo  piano come Jorg Zander e su una formazione piloti rafforzata  dall'innesto di Pascal Wehrlein. Dall'altro, gli interrogativo sul 2017  Sauber passano dall'utilizzo della power unit Ferrari dello scorso anno,  particolare che si &egrave; visto quanto abbia inciso sulle prestazioni Toro  Rosso nella passata stagione. Sar&agrave; una Sauber fanalino di coda o pu&ograve;  coltivare l'ambizione a navigare in acque migliori? &laquo;Serve del  tempo, ma se guardiamo alla seconda met&agrave; della scorsa stagione, abbiamo  compiuto grandi progressi. L'obiettivo &egrave; quello di proseguire ovviamente  su questa strada nel 2017. Tecnici importanti hanno deciso di unirsi al  team negli ultimi mesi e questo fa la differenza. Sembra che ci stiamo  muovendo nella giusta direzione e con due giovani piloti ambiziosi  dovremmo fare bene&raquo;, la convinzione di Marcus Ericsson.&nbsp; Prima  dell'ingresso della finanziaria Longbow il team era arrivato al punto di  dover rinunciare alle sessioni di test infracampionato, presentarsi a  Montecarlo con un box attrezzato dell'essenziale, privi anche del  tappeto all'interno dei garage, senza dimenticare i ritardi nei  pagamenti dei dipendenti. &laquo;La stabilit&agrave; finanziaria fa tanto, tutti sono  motivati a dare il massimo per un nuovo inizio. Anzich&eacute; concentrarsi  sulla sopravvivenza giorno per giorno, tutti si esprimono al 100% per  ottenere prestazioni e questo fa una gran differenza&raquo;, commenta il  pilota svedese, che ha trovato la conferma del sedile con buon anticipo. Scaricato Felipe Nasr, senza pi&ugrave; la dote dello sponsor Banco do  Brasil, che valeva qualcosa come 15 milioni di dollari, la scuderia  diretta da Monisha Kaltenborn ha atteso gli sviluppi della vicenda  Mercedes-Bottas per aprire le proprie porte a Wehrlein. Le discussioni  per l'ingaggio del tedesco sono iniziate a novembre, ha anticipato Toto  Wolff. Ericsson che spende parole d'elogio per il nuovo compagno: &laquo;Ho  un'alta considerazione di Wehrlein, ha vinto il DTM e fa parte della   famiglia Mercedes da molto tempo, sembrano crederci parecchio (salvo ritenere prematura la promozione a titolare accanto a Hamilton; ndr).   Ovviamente l'obiettivo sar&agrave; batterlo, mi aspetto una dura lotta, quel   che serve per dare il meglio&raquo;. Felipe Nasr ha garantito i punti  in Brasile, boccata d'ossigeno per il team, ma osservando il rendimento  durante la stagione in gara, al netto dei ritiri (9 complessivamente), e  considerata la scarsa competitivit&agrave; del progetto, il pi&ugrave; delle volte &egrave;  stato Ericsson a fare meglio: nove volte davanti. Un nuovo approccio lo  ha portato a migliorare il proprio livello di guida, assicura: &laquo;Quando  ho iniziato a correre in Formula 1 provavo a ogni sessione a essere  veloce, se non ci riuscivo iniziavo a guidare oltre i limiti. Adesso  interpreto le libere al 100% come preparazione per la Q3 e la gara,  concentrandomi unicamente sull'assetto e lo sviluppo. Fa tanta  differenza per me, non &egrave; mai tardi per imparare! Sono migliorato molto  come pilota nelle ultime stagioni, ma non ho avuto una macchina per  dimostrarlo appieno. Spero potremo inserirci a centro gruppo e lottare  stabilmente per i punti&raquo;.       

Una Sauber che ha trovato un po' di serenit&agrave; sul fronte finanziario e un valido DT come Jorg Zander guarda al mondiale con l'obiettivo di proseguire sul trend di fine 2016

Formula 1, Ericsson: «Stimo Wehrlein, nel 2017 puntiamo alla top ten»

Conferma un sedile, per l&#39;altro si dovr&agrave; attendere ancora. In Sauber arriva l&#39;annuncio dell&#39;estensione di contratto per Marcus Ericsson, destinato a far coppia con Felipe Nasr anche il prossimo anno. Il brasiliano ha assicurato a Interlagos i due punti che per il team elvetico significano tantissimo e la conferma dovrebbe essere prossima, supportata da una dote di sponsor intorno agli 8 milioni di euro, come anticipato sull&#39;ultimo numero di Autosprint.&nbsp;  Per Ericsson il 2017 sar&agrave; la terza stagione in Sauber: &laquo;Dal punto di vista personale sono migliorato parecchio come pilota. Abbiamo avuto alti e bassi, ma sempre continuando a lavorare insieme e il pi&ugrave; duramente possibile.&nbsp;  Dall&#39;ingresso della nuova propriet&agrave; c&#39;&egrave; stata una spinta positiva nel team, sono arrivate in Sauber tante figure esperte, il che &egrave; un buon segno per il futuro. Il mio obiettivo personale nel 2017 &egrave; di continuare sulle prestazioni ottenute nella seconda met&agrave; di questa stagione e lavorare a fondo con la squadra, non vedo l&#39;ora di risalire nel 2017 la china verso le posizioni di centro gruppo e ottenere stabilmente punti&raquo;.  La figura esperta cui fa riferimento Ericsson &egrave; Jorg Zander, nuovo direttore tecnico&nbsp;in arrivo da Audi Sport, interessante colpo di mercato messo a segno dalla scuderia elvetica. Monisha Kaltenborn ha commentato l&#39;annuncio del prolungamento di contratto con Ericsson sottolineandone la disponibilit&agrave; mostrata in due stagioni molto difficili per la Sauber: &laquo;Quest&#39;anno Marcus ha dimostrato ancora una volta la voglia di fare quel passo in pi&ugrave; che serve per progredire, ha passato momenti difficili con noi ma li ha gestiti molto bene.&nbsp;  Negli ultimi 2 anni ha compiuto passi avanti significativi in termini di sviluppo personale, dimostrando le sue capacit&agrave; in pista e fuori. Non solo &egrave; un buon pilota ma anche un importante uomo squadra. Nel 2017 la Formula 1 affronter&agrave; una nuova era e sono fiduciosa potremo contare sul suo apporto per riportare il team alla competitivit&agrave;&raquo;. 

Lo svedese dovrebbe far coppia ancora con Felipe Nasr, reduce dai punti conquistati a Interlagos e con un supporto finanziario da 8 milioni di dollari

F1 2017, Sauber conferma Ericsson

Incassata la conferma in Sauber, Marcus Ericsson si racconta e spiega l&rsquo;evoluzione che l&rsquo;ha visto crescere nel corso della stagione. Una partenza non all&rsquo;altezza dei risultati di Felipe Nasr, subito protagonista dell&rsquo;exploit di Melbourne, poi un graduale processo di rivisitazione del metodo di lavoro e non solo, per l&rsquo;ex Caterham. C&rsquo;&egrave; anche l&rsquo;aiuto di Formula Medicine, la struttura del dottor Riccardo Ceccarelli, alla base dei progressi dell&rsquo;Ericsson pilota.  A Monza ha conquistato l&rsquo;ottava posizione e solo all&rsquo;ultimo giro ha dovuto cedere la settima a un Ricciardo di rimonta, punti buoni comunque per accorciare le distanze nel mondiale dai 16 punti di Nasr, per lui che ne ha 9.  &laquo;E&rsquo; stato un inizio di campionato molto difficile per me. La macchina era veloce, io non altrettanto. Essenzialmente ho modificato il modo di guardare all&rsquo;intero week end e ho fatto affidamento sull&rsquo;aiuto di professionisti, frequentando la clinica di Formula Medicine e lavorando su diverse aree&raquo;, le parole del pilota svedese a O Globo Esporte.  Oltre al lavoro fatto con l&rsquo;ingegnere di pista al box, ha rivisto anche il profilo mentale, &laquo;adesso lavoro sul lato personale, resto concentrato su un obiettivo specifico. Le mie prestazioni non erano al livello che volevo e, soprattutto, di cui ero capace&raquo;.  E il dottor Ceccarelli spiega il cambiamento visto in Ericsson, andando per&ograve; oltre, raccontando le difficolt&agrave; e le pressioni davanti alle quali si trovano i giovani piloti in particolare. &laquo;Adesso Marcus &egrave; pi&ugrave; maturo mentalmente. I piloti si prendono responsabilit&agrave; enormi e oggi sono molto giovani. All&rsquo;improvviso realizzano che non solo il loro futuro ma quello dell&rsquo;intera scuderia &egrave; nelle loro mani e, ripeto, sono molto giovani&raquo;.  Un programma, il Mental Economy Training, che Ceccarelli spiega come sia strutturato per consentire al pilota di tirare fuori tutte le risorse disponibili, sottolineando come non si tratti di trasformare un pilota lento in un campione, bens&igrave; di metterlo nelle condizioni di esprimersi al proprio meglio.  Fabiano Polimeni

La struttura del dottor Ceccarelli l&rsquo;ha aiutato a lavorare sul profilo mentale e migliorare le proprie prestazioni

F1, Ericsson e il coaching con Formula Medicine

Sedici punti Felipe Nasr, 6 Marcus Ericsson. In Sauber, realisticamente, era difficile aspettarsi di pi&ugrave; dopo la campagna 2014. Hanno massimizzato le occasioni avute nel corso della prima met&agrave; del campionato, con l&rsquo;exploit inaugurale di Melbourne, dove entrambi i piloti sono arrivati nella top ten. Poi, un resistere consapevoli dei limiti della Sauber C34, attesa a due importanti step di aggiornamento a Spa (motore Ferrari evoluto) e Singapore (modifiche alla monoposto). Hanno incassato in Ungheria la conferma anche per il 2015 ed &egrave; tempo di un primo bilancio stagionale. Anzitutto sul fronte tecnico e le aree in cui la C34 deve migliorare.  &laquo;Sappiamo che ha dei limiti in certi settori e per compensare proviamo cose diverse sul versante dell&rsquo;assetto. Andiamo in varie direzioni, un set-up pi&ugrave; o meno morbido. La macchina ha una finestra di funzionamento ristretta, nella quale d&agrave; il meglio in termini di prestazioni. Da parte mia sono sempre disposto a testare cose diverse che mi permettono di capire meglio la monoposto. E&rsquo; qualcosa dalla quale imparo molto&raquo;, spiega Nasr.  Sentendo Ericsson, invece, l&rsquo;altro tallone d&rsquo;Achille &egrave; sulle curve veloci ed &egrave; l&igrave; che il lavoro Sauber in vista del 2016 si dovr&agrave; concentrare. &laquo;E&rsquo; importante che io e Felipe lavoriamo vicini agli ingegneri per assicurarci di andare nella giusta direzione.   Da pilota, invece, mi sono concentrato a fondo sul miglioramento delle mie prestazioni in qualifica, perch&eacute; a inizio anno sono stato un po&rsquo; debole. Ho modificato alcune cose della preparazione e ho avuto dei benefici&raquo;. Con la concorrenza agguerrita per entrare nella top ten che si ritrovano davanti, il duo Sauber guarda anche agli obiettivi per il futuro: &laquo;Sono contento che Mark Smith ci abbia raggiunto in veste di direttore tecnico, ha gi&agrave; un buon quadro sulla situazione della monoposto. Penso stiamo andando nella giusta direzione e sono fiducioso che il prossimo anno riusciremo a lottare con maggior costanza per i punti. Il primo passo per riuscirci &egrave; assicurarci che gli aggiornamenti in arrivo funzionino a dovere&raquo;.  Chiarito dove si trova la Sauber nell&rsquo;ordine dei valori in pista, vanno pesati anche i piloti. Bravi ad approfittare delle occasioni avute, ma anche con delle gravi battute a vuoto. &laquo;In Malesia ero andato bene, sempre nella top ten, ma in gara, quando stavo attaccando per la settima posizione, mi sono ritirato nella ghiaia nel tentativo di sorpasso. E&rsquo; stato un peccato, ho mancato un&rsquo;occasione, il che fa parte del processo di apprendistato&raquo;, riconosce Ericsson.  Il momento da dimenticare di Felipe Nasr &egrave; stato, se possibile, pi&ugrave;&hellip; d&rsquo;impatto: &laquo;Il punto pi&ugrave; basso finora &egrave; stato a Montreal, quando ho avuto problemi ai freni per l&rsquo;intero week end. In aggiunta ho fatto un errore nelle libere 3, aprendo accidentalmente il DRS mentre riscaldavo le gomme. Sono cose dalle quali ho imparato degli insegnamenti&raquo;.  Fabiano Polimeni

Confermati per il 2016, fanno il punto sui miglioramenti da apportare alla monoposto e i momenti pi&ugrave; bassi toccati quest&rsquo;anno

Sauber, tempo di bilanci per Ericsson e Nasr

MARCUS ERICSSON  Nato a: Kumla Data: 2 settembre 1990 Esordio: GP australia 2014 Miglior posizione in campionato: 19&deg; nel 2014 Presenze: 16 Gp iniziati: 16 Miglior risultato in gara: 11&deg; nel GP di Monaco 2014 Miglior risultato in qualifica: 16&deg; nel GP di Russia 2014 Giri percorsi: 714 Km percorsi: 3.628  Sito web: www.marcusericsson.com Twitter: @Ericsson_Marcus  &nbsp;  FELIPE NASR  Nato a: Brasilia Data: 21 agosto 1992 Esordiente in F.1  Sito web: www.felipenasr.com Twitter: @FelipeNasr

Sauber: ha toccato il fondo, ora deve risalire

Ericsson - Nasr (2015)

da Jerez (Spagna): Cesare Maria Mannucci  Ferrari ancora ai vertici nella quarta e ultima giornata di prove sul circuito di Jerez, per i test F1 invernali. Kimi Raikkonen migliora il precedente primato ottenuto da Sebastian Vettel e conclude al meglio una sessione di prove decisamente positiva per la nuova Ferrari SF15-T.  Il finlandese ottiene il tempo di 1&rsquo;20&rdquo;841 facendo cos&igrave; meglio del 1&rsquo;20&rdquo;984 realizzato da Vettel due giorni prima. Raikkonen non solo &egrave; il pi&ugrave; veloce in pista ma con la gran quantit&agrave; di giri percorsi (anche dalla Sauber) &ldquo;certifica&rdquo; di fatto una affidabilit&agrave; che certamente sar&agrave; utile in questo campionato che vedr&agrave; ridurre il numero di motori e cambi a disposizione, con un incremento di lavoro per queste componenti del 25% rispetto al 2014.  In totale Raikkonen percorre oggi 106 giri pari a 469 km. Nell&rsquo;arco di 4 giorni di prove, affidata a Vettel e Raikkonen, la nuova Ferrari percorre 349 giri pari a 1545 km, senza che si siano manifestati problemi rilevanti alla power unit. Dopo aver utilizzato a lungo gomme hard e winter hard, Raikkonen ha ottenuto il suo tempo pi&ugrave; veloce facendo ricorso a gomme soft. Mentre Vettel in precedenza era stato pi&ugrave; lento di un decimo ma con gomme medie.  Al secondo posto, ancora una volta la Sauber motorizzata Ferrari, questa volta affidata a Ericsson. Anche il pilota svedese fa ricorso a gomme soft, gira spesso in condizioni di qualifica e una volta rimane pure senza benzina lungo la pista.  Al terzo posto Lewis Hamilton che con la Mercedes &egrave; ancora il pilota che percorre il maggiore numero di giri giornaliero. 117 tornate per lui e miglior tempo in 1&rsquo;22&rdquo;172 ottenuto con gomme medie nel corso di una simulazione di gara. Hamilton &egrave; anche protagonista di un testacoda alla chichane Senna che provoca l&rsquo;interruzione delle prove.  Situazione strana alla Renault. Il motore francese installato sulla Red Bull mostra ancora problemi con il circuito di raffreddamento, costringendo Kvyat a lungo ai box. Sulla Toro Rosso invece il motore Renault non mostra nessun difetto e Verstappen ottiene il 4&deg; tempo della giornata percorrendo 97 giri.  Ancora in difficolt&agrave; la McLaren. Oggi Button percorre 36 giri ottenendo per&ograve; il miglior tempo della settimana per la vettura motorizzata Honda in 1&rsquo;27&rdquo;660. Finalmente la McLaren riesce a percorrere alcuni giri a velocit&agrave; decente prima di fermarsi prima per un problema di pressione d&rsquo;olio, poi per la pompa del carburante. I tempi continuano ad essere lontanissimi ma almeno si comincia a vedere un po&rsquo; di luce.  Prossimi test F1 in programma sul circuito di Barcellona dal 19 al 22 febbraio.

Confermate fino all'ultimo le incoraggianti prestazioni Ferrari. Con la Mercedes sempre fra i primi, specie nella percorrenza

Analisi test F1: primato di Raikkonen

Davanti a spalti strapieni come non era mai capitato prima per i test F1 precampionato di Jerez, tutti ad attendere il debutto di Fernando Alonso sulla nuova monoposto, la McLaren-Honda ha invece deluso le aspettative degli spagnoli, girando pochissimo (si saranno consolati con Carlos Sainz jr?). Quando invece &egrave; stata proprio la Ferrari a primeggiare nella lista dei tempi, con un Sebastian Vettel risollevato dopo un iniziale stop ai box dovuto a non meglio precisati problemi elettronici generali. Inaspettatamente bene anche Markus Ericsson, 2&deg; tempo tutto grazie alle Pirelli soft (anzich&eacute; medie come gli altri), ma che ha percorso 73 giri come Valtteri Bottas. Inavvicinabile come percorrenza invece Nico Rosberg, che oggi ha fatto compiere alla sua Mercedes W06 ben 157 giri.  Ma vediamo pi&ugrave; nel dettaglio cosa &egrave; successo oggi, ricordando che la prima uscita delle nuove vetture nella stagione 2015 risente, come sempre, pi&ugrave; di problemi di assemblaggio e messa a punto che altro. La Red Bull RB11 &egrave; venuta pronta poco prima della presentazione - ha fatto scalpore la livrea &ldquo;camo&rdquo; - e dell&rsquo;ingresso in pista, mentre la Mercedes W06 anch&rsquo;essa mostrata ufficialmente in mattinata ha pur sempre beneficiato del precedente shake-down nel filming day a Silverstone. E infatti si &egrave; visto il differente grado di preparazione: Rosberg ha sparato il suo miglior crono subito alla prima ora (quindi non sottovalutiamo questo tempo) poi si &egrave; dedicato al 100% a prove sulla distanza, arrivando appunto a totalizzare 157 tornate. Un risultato in ogni caso stupefacente, pur con le premesse citate, per una monoposto al suo primo giorno di test veri. Del resto si voleva puntare a verificare l&rsquo;affidabilit&agrave;, unico punto debole (o meno forte) della stagione 2014.  Anche la Ferrari ha avuto qualche problema in mattinata con la parte elettronica, ma sostituito ci&ograve; che c&rsquo;era da sostituire (si parla in particolare di sensori che interferivano con i dati) ha poi funzionato regolarmente e ha permesso a Vettel di primeggiare, ritoccando pi&ugrave; volte il suo gi&agrave; miglior crono con gomme medie e prima ancora &ldquo;winter hard&rdquo; (quelle leggermente pi&ugrave; soffici delle hard ma soprattutto in grado di entrare prima in temperatura, riservate ai test invernali). Anche in questo caso 60 giri non sono un riscontro deludente, quando si perde gran parte della mattinata, e si abbinano ai 73 effettuati da Ericsson a pari motore.  Insomma, per le squadre che avevano una stagione di esperienza (alla fine del 2014 i problemi erano davvero pochi) le noie sono venute da elementi circoscritti alla nuova componentistica. Come i problemi all&rsquo;impianto elettrico della Red Bull (arrivata dopo aver effettuato i crash-test solo alla vigilia delle prove) specie alle batterie ma con influenza anche sul brake-by-wire; o quelli di raffreddamento della Williams, ma anche questa con 73 giri nonostante abbia iniziato in ritardo. Basti pensare che le bandiere rosse sono uscite solo due volte: prima per pochi secondi a causa di un testacoda di Ericsson, poi per recuperare la Toro Rosso fermatasi in pista (ma poi rimessa in sesto rapidamente).  Insomma, &egrave; alla fine abbastanza logico che la McLaren-Honda MP4-30 potesse palesare problemi di affidabilit&agrave; iniziale, quelli che non hanno permesso pi&ugrave; di 6 giri ad Alonso (1 solo quello completo del crono, che quindi non fa testo). Ma ovviamente &egrave; ancora decisamente troppo presto per considerarla fuori dai giochi, come del resto qualsiasi altra speculazione troppo assoluta sui riscontri odierni: dopotutto, ricordiamo che la pista era ancora estremamente sporca e le temperature ambientali decisamente basse, per cui meglio aspettare per le considerazioni pi&ugrave; approfondite. Fermo restando che iniziare davanti &egrave; sempre meglio che dietro, come insegna la storia delle corse&hellip;  Maurizio Voltini  

Dopo un&rsquo;iniziale impasse elettronica, si risolleva: Vettel pi&ugrave; veloce davanti a Ericsson e a un Rosberg &ldquo;maratoneta&rdquo;

Analisi test F1: la Ferrari comincia bene

&laquo;Per me &egrave; stata una sorpresa, non sapevo nulla dei piani futuri del team. Sembra che abbiano dovuto prendere questa decisione, ma chiss&agrave;, magari il team vuole schierare tre monoposto, o magari non ci sar&agrave; del tutto. Di sicuro dovremo parlare&raquo;. E&rsquo; un Sutil molto arrabbiato quello arrivato nel paddock di Interlagos. Il pilota tedesco non ha gradito il doppio annuncio arrivato da parte del team Sauber, che ha ufficializzato Marcus Ericsson e Felipe Nasr al via del prossimo mondiale.  Dalle parole di Sutil si pu&ograve; dedurre che abbia in mano un opzione a suo favore valevole anche per la stagione 2015, se non (come ipotizzato da alcuni media) addirittura un contratto biennale che includerebbe anche la prossima stagione. &laquo;Sauber ha confermato due piloti &ndash; ha aggiunto Sutil - &nbsp;ma non significa che saranno poi loro a scendere in pista. Al momento non posso aggiungere altro, ci sono parecchi aspetti da chiarire. Rester&ograve; in Formula Uno? Non posso rispondere&raquo;.  Sutil ha concluso il suo pomeriggio tutt&rsquo;altro che rilassante con una battuta anche per Perez: &laquo;No, dopo l&rsquo;incidente di Austin non abbiamo parlato, quindi potete dedurre che non &egrave; venuto a scusarsi. Io ed il team abbiamo perso una grande chance per conquistare dei punti, ma spero di potermi rifare gi&agrave; in questo weekend&raquo;.  Roberto Chinchero

Il pilota tedesco ha commentato con parole sibilline l&rsquo;annuncio Nasr-Ericsson da parte di Sauber. E non si sente ancora fuori dal team&hellip;

Adrian Sutil non ci sta

Sorprendendo un po' tutti, la Sauber comunica che nel 2015, il brasiliano Felipe Nasr sar&agrave; il secondo pilota e correr&agrave; al fianco dell'appena annunciato Marcus Ericsson.  Anche Adrian Sutil, cos&igrave; come Esteban Gutierrez, deve quindi lasciare il posto per il prossimo anno, ad un pilota che al team porta pi&ugrave; soldi di lui. Nasr, 22 anni, vice campione di GP2, &egrave; infatti sponsorizzato dal Banco do Brasil, che per assicurargli il posto in Sauber, ha garantito la cifra di 20 milioni di dollari.  "Bruciato" sul filo di lana Giedo van der Garde, che quest'anno aveva ricoperto il ruolo di terzo pilota alla Sauber e contava ormai di avere quel posto garantito, in virt&ugrave; di un'altra ingente sponsorizzazione.  Anche se la coppia Ericsson-Nasr non appare certo irresistibile, alla Sauber va riconosciuto il merito di essersi assicurata per il 2015 i due piloti dotati della maggiore sponsorizzazione. Nasr nel 2014 ha ricoperto il ruolo di terzo pilota Williams, sperava di correre con il team inglese ma si &egrave; trovato la strada sbarrata dalla riconferma di Felipe Massa. A quel punto ha dovuto guardarsi attorno e la scelta Sauber &egrave; stata alla fine la pi&ugrave; logica.  Adrian Sutil, nonostante disponesse di un contratto per il 2015, esce cos&igrave; di scena, ma potrebbe rientrare nel 2016 con il team di Gene Haas. Com ha rivelato Gunther Steiner spiegando che il tedesco potrebbe essere il pilota esperto di cui il team americano avr&agrave; comunque bisogno nella sua prima stagione F.1 nel 2016.  Cesare Maria Mannucci  &nbsp;  &nbsp;

Il brasiliano, con un colpo a sorpresa, affiancher&agrave; Marcus Ericsson nel prossimo mondiale 

Sauber annuncia Felipe Nasr titolare 2015

dal nostro inviato ad Austin (Usa): Cesare Maria Mannucci  La Sauber ingaggia Marcus Ericsson, rimasto a piedi dopo il ritiro della Catheram, per il 2015. Lo svedese porter&agrave; in dotazione una sponsorizzazione da 15 milioni di euro, necessari alla Sauber per tamponare i debiti pi&ugrave; imminenti. L'annuncio &egrave; stato dato ad Austin dalla stessa Monisha Kaltenborn: &laquo;Marcus non ha avuto una stagione facile, ma &egrave; sempre rimasto calmo mostrando costanti progressi. Il suo arrivo nel team &egrave; una ventata di freschezza&raquo;.  &laquo;Mi sono fatto il regalo di Natale in anticipo - ha detto lo svedese - la Sauber ha sempre formato grandi piloti, &egrave; un&rsquo;eccellente scuola&raquo;. Ericsson dovrebbe prendere il posto di Esteban Gutierrez, che potrebbe passare in Indycar. C'&egrave; solo da chiedersi se Ericsson alla Sauber riuscir&agrave; a finire la stagione, visto che in precedenza su questa vettura avevano cercato di correrci Siroktin, la De Silvestro e van der Garde.

Il pilota svedese &egrave; stato confermato dal team svizzero al via del mondiale 2015 nel ruolo di pilota titolare

&Egrave; fatta fra Ericsson e la Sauber

Come era prevedibile, la Marussia ha reagito a quanto pubblicato in Germania da &ldquo;Auto Bild&rdquo; e riportato ieri da diverse fonti, compreso Autosprint.it (leggi qui). Parliamo del dubbio che poco prima dell&rsquo;incidente di Jules Bianchi, il pilota fosse stato incitato via radio ad aumentare il ritmo, nonostante le condizioni meteo, per non farsi raggiungere da Ericsson.  Nel comunicato del team si legge: &ldquo;In questo momento di tensione, &egrave; angosciante dover rispondere a queste voci... Ma poich&eacute; si tratta di illazioni interamente false, la squadra non ha alternativa se non quella di replicare&rdquo;. Il comunicato prosegue rilevando che &ldquo;Un file audio della comunicazione radio fra Jules e il team &egrave; stata fonrita alla Fia, cos&igrave; come una trascrizione. Da esse emerge chiaramente che in nessun momento durante il periodo che precede l&rsquo;incidente, la squadra aveva detto a Jules di andare pi&ugrave; forte, o fatto alcun commento che potesse indurlo a farlo&rdquo;.  Secondo &ldquo;Auto Bild&rdquo;, invece, la Fia aveva un documento registrato che suggeriva il contrario. Sta di fatto, per&ograve;, che Bianchi ha accelerato.  Tanto &egrave; vero che il suo ultimo giro prima dello schianto, il 41esimo, avviene in 1&rsquo;57&rdquo;090, ed &egrave; il pi&ugrave; rapido degli ultimi cinque percorsi, nonostante la pioggia sempre pi&ugrave; forte. Probabilmente Jules sapeva che Ericsson, che aveva gi&agrave; montato le gomme da bagnato estremo, stava rimontando rapidamente alle sue spalle (1&rsquo;55&rdquo;389 il suotempo al 41. passaggio).  In ogni caso, stiamo parlando di tutto quello che precede l&rsquo;incidente, non del giro 42. Finch&eacute; Bianchi non passa davanti alle bandiere gialle, nel primo settore di quest&rsquo;ultimo giro, non &egrave; tenuto a rallentare. &Egrave; solo all&rsquo;inizio dell&rsquo;ultimo passaggio che la Fia dovrebbe dare, una volta per tutte, un dato ufficiale. Ma non lo fa. Charlie Whiting ha detto: &ldquo;Basta dire che ha rallentato. Di quanto, &egrave; un altro discorso&rdquo;. Mentre, dopo la gara, Mika Salo, rappresentante dei piloti presso i commissari, aveva fatto notare che la Marussia era passata davanti a cinque posizioni con bandiere gialle sventolate, facendo capire che non per questo aveva rallentato.  Evidentemente, Jules non inizia il giro 42 con un ritmo molto inferiore al giro precedente. Ma questo era nel suo diritto e fa parte del suo mestiere. Se la Marussia dice &ldquo;non l&rsquo;abbiamo incitato&rdquo;, in realt&agrave; sta parlando di niente. Il problema &egrave; solo se e quanto il pilota ha levato il piede dal gas nel T1 del giro 42. Ma, purtroppo, non sono mai stati forniti dati ufficiali. A parte il fatto che anche un rallentamento minimo sarebbe da considerare &ldquo;legale&rdquo;, ai fini del regolamento. &Egrave; proprio questo che dovr&agrave; cambiare.  L'unico dato a disposizione sull'ultimo giro di Jules, per ora, non &egrave; assolutamente ufficiale. Indicherebbe un rallentamento di velocit&agrave; (ma non nel tempo complessivo) di 15 Km/h rispetto al passaggio precedente.  Evidentemente non sono bastati a tenerlo in pista.  Alberto Antonini

"Non c&rsquo;&egrave; prova che lo abbiamo incitato". Ma fino al giro prima dell&rsquo;incidente Jules era andato pi&ugrave; forte: lo dimostrano i cronologici

Caso Bianchi, la reazione di Marussia

Jules Bianchi non ha rallentato prima dell&rsquo;incidente. Non abbastanza, almeno. Questo lo ha fatto capire Charlie Whiting, delegato Fia, a Sochi. Ma ora arrivano nuovi elementi, citati dal giornale tedesco &ldquo;Auto Bild&rdquo;. Elementi secondo i quali sarebbe stata addirittura la Marussia a incitare via radio il suo pilota, che rischiava di perdere la posizione sulla&nbsp;Caterham di Ericsson.  &ldquo;Bianchi non ha rallentato con le bandiere gialle. Via radio, la Marussia lo ha incitato ad andare forte per recuperare su Ericsson. Come da registrazione&rdquo;. Queste le informazioni che la stampa tedesca fa risalire a una fonte Fia.  Il Gps della Marussia riporta questi dati: al giro 40 - due prima dell&rsquo;incidente - Jules percorre il primo settore in 43&rdquo;346; e al giro successivo passa a 43&rdquo;621. Quindi un rallentamento lieve, nonostante la pioggia fosse nel frattempo aumentata. Nel secondo settore, Bianchi addirittura recupera: 51&rdquo;160 invece di 51&rdquo;395 del passaggio precedente. Nel segmento finale abbiamo 22&rdquo;309 contro 22&rdquo;395 del giro 40.  Quindi, nel passaggio prima del suo incidente, Jules avrebbe accelerato negli ultimi due settori. Intanto era stata esposta la bandiera per Sutil, uscito appunto al 41&deg; giro mentre era appena alle spalle di Bianchi.  Perch&eacute; questo aumento di ritmo? Secondo la Fia, voce riportata dai tedeschi, perch&eacute; Ericsson, in quel momento dietro a Bianchi, stava recuperando terreno dopo avere cambiato le gomme, passando dalle intermedie a quelle da pioggia estrema, in quel momento pi&ugrave; competitive.  I tempi sul giro confermano la cosa: al 40&deg; giro la Caterham di Ericsson si era fermata ai box per sostituire le gomme e montare le full wet e aveva perso la 15&deg; posizione che deteneva davanti a Bianchi che era 17&deg;, ripartendo dietro la Marussia in 19&deg; posizione. Ma poi nei giri successivi il pilota svedese, con le gomme pi&ugrave; scolpite aveva cominciato a rosicchiare con decisione il distacco dalla Marussia davanti a lui mettendosi a girare su un buon ritmo, in 1'55&rdquo;839, pi&ugrave; veloce di Bianchi che non riusciva a scendere sotto 1'57&rdquo; (1'57&rdquo;090 il suo ultimo giro), il pi&ugrave; veloce degli ultimi cinque passaggi. C'era il rischio che venisse raggiunto da Ericsson. Al 42&deg; giro, forse, Jules avrebbe rallentato, a costo di perdere la posizione. Ma quel giro non lo ha mai concluso.   Se queste voci venissero confermate ci sarebbe una responsabilit&agrave; diretta della Marussia nell&rsquo;incidente. Ma il &ldquo;se&rdquo;, al momento, &egrave; d&rsquo;obbligo.  Alberto Antonini

Secondo la stampa tedesca, che cita fonti Fia, ecco perch&eacute; il pilota Marussia non ha rallentato prima dell&rsquo;incidente

Bianchi incitato via radio a forzare?

Come anticipato da Autosprint lo scorso 17 Gennaio, il team Caterham sar&agrave; al via del campionato mondiale di F1 2014 con il tandem di piloti formato da Kamui Kobayashi e Marcus Ericsson. Un ritorno ed un esordio ufficializzati oggi dal team inglese, due storie molto differenti con l&rsquo;unico denominatore comune della &lsquo;sorpresa&rsquo;. Il ventisettenne pilota giapponese &egrave; riuscito nella difficilissima impresa di tornare nel Circus dopo esserne uscito per una stagione. Kobayashi ha piazzato un colpo importante, cos&igrave; come Ericsson, apparso nel mercato piloti solo nel mese di dicembre. Lo svedese, dopo una deludente stagione 2013 nella Gp2 Series, sembrava avviato ad una carriera nelle ruote coperte, ed invece ha trovato importanti appoggi economici risultati la chiave per avviare una proficua trattativa con la Caterham.  &laquo;E&rsquo; una sensazione bellissima ritrovarsi ad essere un pilota di F1 &nbsp;- ha commentato Kobayashi - e sono davvero contento di questo accordo Caterham. Nel periodo in cui sono progredite positivamente le trattative, sono stato colpito dai progetti del team, e dagli investimenti sul fronte tecnico in parte gi&agrave; fatti e che proseguiranno in futuro. Ho visitato prima la sede di Leafield poco prima di Natale, ed ho incontrato gente molto motivata&raquo;.  Quello di Ericsson &egrave; il nome che ha completato lo scacchiere dei piloti che saranno il prossimo 16 Marzo a Melbourne al via del primo Gran Premio del 2014. Il ventitreenne riporta la bandiera svedese in Formula Uno dopo 23 anni: &nbsp;&laquo;E&rsquo; un grande giorno per me e per chi mi ha seguito nel corso della carriera, avevo sempre avuto il sogno di essere un giorno in Formula Uno, e quel sogno oggi si &egrave; avverato&raquo;.  La conferma delle anticipazioni di Kobayashi ed Ericsson ufficializza ovviamente la partenza dal team Caterham dei due piloti titolari del 2013, Giedo Van der Garde e Charles Pic. L&rsquo;olandese &egrave; stato confermato oggi dalla Sauber come terzo pilota, mentre Pic sar&agrave; annunciato a breve dalla Lotus nello stesso ruolo.  La Caterham ha inoltre annunciato l&rsquo;olandese Robin Frijns (che nella foto vediamo proprio in mezzo fra Kobayashi ed Ericsson) nel ruolo terzo pilota.  Roberto Chinchero

Un ritorno ed un esordio ufficializzati oggi dal team inglese

Kobayashi ed Ericsson piloti Caterham 2014

Come anticipato da Autosprint due giorni fa, la Caterham sta chiudendo il mercato piloti per la stagione 2014 all&rsquo;insegna delle sorprese. Dopo aver puntato sul ritorno in Formula Uno di Kamui Kobayashi, che salir&agrave; nuovamente al volante di una Formula Uno dopo un anno di assenza, la squadra britannica sembra sempre pi&ugrave; intenzionata a completare il suo schieramento piloti con un annuncio a sorpresa.  Non sar&agrave; della partita Charles Pic (in orbita Lotus) e sia Giedo Van der Garde che Heikki Kovalainen sembrano essere fuori gioco a causa della candidatura di Marcus Ericsson. Il ventitreenne svedese di Kumla, dopo quattro stagioni trascorse tra alterne fortune in Gp2, ha trovato un appoggio finanziario che ha giocato un ruolo cruciale nelle trattative.  La Caterham non ha ancora diramato notizie ufficiali in merito alla sulla &lsquo;line-up&rsquo; di piloti con cui sar&agrave; in pista dal 28 gennaio a Jerez, ma sembra sempre pi&ugrave; probabile che sul tracciato spagnolo possano esordire l&rsquo;inedito tandem Ericsson-Kobayashi.  Roberto Chinchero

Confermato Kamui ma continuano le sorprese

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