La vera sorpresa della stagione 2020 non &egrave; in pista ma &egrave; la pista. Meglio, certe piste. Tanto in fondo vince chi deve vincere, perde chi deve perdere e piace chi deve piacere, esattamente come al solito.&nbsp; Ma se c&rsquo;&egrave; una novit&agrave; vera, riguarda soprattutto il layout della stagione e il calendario del campionato, con tre circuiti su tutti, due gi&agrave; messi alla prova, Mugello e Portimao, e uno tutto da riscoprire: Imola. Ebbene, le cose che doveva dire questa annata di F.1 le ha gi&agrave; dette tutte. Mercedes stellare, protagonista della striscia vincente pi&ugrave; gloriosa di sempre, Hamilton nella leggenda, ormai davanti a Schumacher quanto a gare vinte e ben presto pari per titoli conquistati.  GP Portogallo: Hamilton, record assoluto di vittorie! Bottas 2&deg;, Leclerc &egrave; 4&deg;    Red Bull ancora in cerca d&rsquo;autore, Verstappen pure e la Ferrari in crisi che fa di tutto per cercare di risolleversi. Punto, tutto il resto non direbbe granch&eacute;, se non fosse per quella spruzzata di nuovo, di vero e di entusiasmante che si pu&ograve; percepire in questo 2020 cos&igrave; anomalo, drammatico e ben poco rasserenante. Perch&eacute; se c&rsquo;&egrave; qualcosa che si pu&ograve; davvero salvare, &egrave; l&rsquo;inserimento nel programma iridato di piste supplenti che altrimenti mai e poi mai, in condizioni normali, avrebbero avuto la loro bella chance. E che invece, alla resa dei fatti, hanno tutte le carte in regola per starci e restarci, nel panorama della F.1.  Il Mugello, per esempio, s&rsquo;&egrave; rivelato tracciato tosto, estremo, spettacolare e sicuro. Per un&rsquo;organizzazione assolutamente perfetta e meritevole di attenzione nonch&eacute;, auspicabilmente, di conferma del Circus.&nbsp; Stesso discorso per Portimao, tracciato sulle prime guardato con sufficienza e non troppe aspettative e che invece, per tutto il weekend del Gran Premio del Portogallo, dalle prove libere alle qualificazioni, ha offerto uno spettacolo bellissimo quanto a selettivit&agrave;, show, sicurezza e qualit&agrave; dell&rsquo;impianto. La gara, poi, conferma in pieno quanto di buono emerso dagli allenamenti, al punto che i primi due giri a pista appena bagnata rappresentano l&rsquo;avvio di Gran Premio pi&ugrave; bello del mondiale 2020 e i tanti sorpassi e le belle lotte capaci di animare la gara, praticamente per tutta la sua durata, sono la prova ulteriore che la validit&agrave; del campo di battaglia molto aiuta ad avere Gran Premi guardabili, piacevoli e degni d&rsquo;essere definiti tali.    GP Portogallo, le 5 chicche del fine settimana a Portimao  Perch&eacute; alla fin fine una pista nata per essere pista e quindi un anfiteatro naturale concepito con dettami classici, uniti a qualche tocco di ragionevolissima modernit&agrave;, gi&agrave; bastano sia al pilota che allo spettatore per riconcliliarsi col concetto di guida estrema e di Formula 1 che sa e deve piacere pi&ugrave; la sostanza e il piacere sportivo di ci&ograve; che offre, anteposti all&rsquo;impatto spettacolare, esotico, favolistico e munifico della location. In altre parole, sembra un triste paradosso, eppure c&rsquo;&egrave; voluto il Covid-19 per capire un concetto piuttosto scontato che anche in condizioni normali avrebbe dovuto costituire criterio discrezionale importante quanto irrinunciabile: in un campionato mondiale di F.1 la qualit&agrave; della pista &egrave; tanto, se non tutto. E di certo &egrave; molto bello anche rendersi conto di quanto sia pi&ugrave; serio e bello correre su piste valide per la F.1 anteponendole al nudo e crudo concetto della preferenza accordata esclusivamente a chi tira fuori pi&ugrave; soldi per avere una gara in calendario.  Dai, il senso del mondiale 2020 tutto qui sta. Pur all&rsquo;interno di un&rsquo;immane disgrazia mondiale, se proprio vogliamo trovare un effetto collaterale lieve ma positivo sul piano del nostro Sport, &egrave; che ci viene data la possibilit&agrave; di vedere il mondiale di F.1 in azione su posti che altrimenti mai e poi mai avrebero visto all&rsquo;opera un Gp iridato. Dando la chiara impressione che certe piste bellissime rappresentano gi&agrave; di per s&eacute; la garanzia per uno spettacolo di livello, molto pi&ugrave; di qualsiasi astrusa e cervellotica alchimia regolamentare. La F.1 non &egrave; un campo di calcio, no. La recita degli attori dipende tanto dal teatro prescelto, oltre che dal testo rappresentato. E allora in aggiunta vengono un paio di considerazioni semplici semplici, cio&egrave; queste. Ma, cavolo, fino ad oggi quanti bei Gran Premi e bellissimi tracciati ci siamo persi, per andare a inseguire tonnellate di soldacci di posti lontani, insulsi e capaci di offrire quasi sempre e solo sfide poco pi&ugrave; (o poco meno) che insignificanti? E quante volte ancora dovremo sopportare l&rsquo;idea di catapultarci in luoghi geopoliticamente vistosi ma sportivamente e agonisticamente del tutto inutili come Singapore o l&rsquo;incipiente Vietnam ovvero India, Corea o chiss&agrave; dove, sacrificando anfiteatri naturali, piste appropriate e location storiche e stupende, capaci di dare un tocco di qualit&agrave;, sostanza a sapore in pi&ugrave; alla sfida della F.1?   Possibile che questa stagione - peraltro piuttosto avara di colpi di scena narrativi importanti per quanto riguarda la scala dei valori in campo, al di l&agrave; di Gasly al top a Monza, neh -, non riesca almeno ad insegnare che la grande novit&agrave; &egrave; proprio quella rappresentata dalle piste inattese, dalle entrate a sospresa, dalle comparsate dell&rsquo;ultimo istante che invece dobrebbero sempre pi&ugrave; ambire a ruoli e parti importanti e godibili anche per il futuro?    GP Portogallo, Binotto: &quot;La strada intrapresa &egrave; quella giusta&quot;  Certo, con l&rsquo;aria che tira poche cose al momento sono ben definite, per il futuro immediato. E tra queste il calendario della F.1 2021 che dipender&agrave; in gran parte, proprio come &egrave; stato per quello attuale, dalla situazione mondiale e dal grado di sicurezza offerto dai singolo paese di volta in volta ospitante un Gran Premio. Eppure, fin da adesso, se questo 2020 cos&igrave; tanto umanamente da dimenticare potesse lasciarci una piccola e gradita eredit&agrave;, questa consisterebbe proprio nel rivalutare la qualit&agrave; di certe piste, pi&ugrave; che la consistenza del gettone di presenza pagato da questo o quel riccone di turno.  Basta fettucce semiaeroportuali insulse, toboga cittadini improvvisati, privi di tradizione e mordente, o megaimpianti totalmente asettici e inutilmente elefantiaci, dotati di paddock e sale stampa monumentali ma accompagnati da nastri d&rsquo;asfalto puntualmente mortificanti.  In altre parole, il 2021 potrebbe passare alla storia come l&rsquo;anno del vaccino dal Covid-19 e sarebbe bellissimo che qualcuno in seno a chi comanda nel mondo dei Gran Premi potesse capire che tracciati quali Mugello, Portimao e Imola sono a loro volta vaccini contro il male del nuovo millennio per questa F.1, ovvero la noia della trama e l&rsquo;inconsistenza desolante di certi terreni di sfida. E allora, anche per il futuro, la ricetta s&rsquo;impone bella chiara: meno effetti speciali, basta F.1 per vip, non c&rsquo;&egrave; bisogno alcuno di paradisi esotici, ma avanti tutta con le piste vere e ricche di sugo, perch&eacute; il palato, il cuore e la sensibilit&agrave; degli appassionati veri questo esigono. 

<p>L&rsquo;anno della pandemia porta e riporta alla ribalta tracciati inattesi e validi quali Mugello, Portimao e anche Imola. In poche parole, &egrave; la stagione in cui i circuiti veri e tosti non fanno rimpiangere quelli dei ricchi&nbsp;&nbsp;</p> 

Viva le piste al sugo!&nbsp;

Vincerà la gara di Portimao, approfittando degli errori di Mercedes e Red Bull

Sbaglierà qualcosa e sarà costretto al ritiro, non finendo la gara

2 risultati per 'gara portimao'

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