Non sar&agrave; per tutti, ma i fortunatissimi che avranno l&#39;opportunit&agrave; e la possibilit&agrave; di acqustare un biglietto vedranno una gara di Formula 1 come nessuno aveva mia fatto prima. La novit&agrave; del GP di Monaco 2024 &egrave; la nuova ed esclusiva tribuna galleggiante&nbsp;Monaco Ports Lounge che sar&agrave; installata davanti alla Nouvelle Chicane del porto di Montecarlo, nel weekend a tutto gas del Principato di Monaco che culminer&agrave; con la gara del 26 maggio.  Galleggiando davanti il circuito di Monaco  La Monaco Ports Lounge, con una superficie di 600 metri quadrati e distribuita su tre livelli, &egrave; stata realizzata dalla Soci&eacute;t&eacute; d&#39;Exploitation des Ports de Monaco, con l&#39;Automobile Club di Monaco e Fomula One Management. Consentir&agrave; a un totale di 400 tifosi tra gli armatori degli yacht ormeggiati a Ventimiglia e i titolari di un posto barca presso il porto degli Scoglietti, di seguire la gara da una posizione davvero privilegiata. La Ports de Monaco &egrave; la stessa societ&agrave; concessionaria del Porto di Ventimiglia e la vendita dei biglietti, dal venerd&igrave; alla domenica, &egrave; appunto riservata ai clienti dei Porti di Monaco. 

Ospiter&agrave; 400 facoltosi tifosi e verr&agrave; collocata davanti alla chicane del porto di Montecarlo, dopo l&#39;uscita dal tunnel

GP Monaco: arriva la nuova (e super esclusiva) tribuna galleggiante

Non un granch&eacute;, francamente. In aggiunta e purtroppo, non si capisce il motivo. La Ferrari vista a Monte Carlo quest&rsquo;anno sembra in regresso rispetto a quella vista un anno fa. O, magari, in difficolt&agrave; rispetto ai progressi altrui. Niente di simile ad una macchina che consente a Leclerc di fare le acrobazie in qualifica scopo agguantare la pole, come accaduto nelle ultime due edizioni del GP. Non c&rsquo;era verso, onestamente, al netto dei numeri da sabato di Verstappen, della penalit&agrave; e compagnia cantante. Quella vista in pista &egrave; sembrata una macchina imballata, mai brillante. Il che pu&ograve; essere legato alla gara imolese non disputata (con qualche scombussolamento sui piani di intervento), oppure a questo annunciatissimo pacchetto aerodinamico destinato al debutto in Spagna, domenica prossima. Pance nuove, sospensione posteriore, fondi, sottofondi, eccetera eccetera. Il fatto &egrave; che siano al rinvio permanente di un parvenza di serenit&agrave; senza capire del tutto se questo progetto sia destinato a fornire urgenti soddisfazioni o a replicare illusioni.  Sono le parole, per&ograve;, a fornire qualche elemento di sconforto. Quelle di Vasseur, che pare ancora alle prese con una realt&agrave; non completamente decifrabile, quelle dei piloti che, gara dopo gara, faticano a scovare verbi e aggettivi utili a mantenere alto il loro umore come quello dei tifosi. In aggiunta, entrambi, Leclerc e Sainz, sono costretti a remare a tempo pieno con un entusiasmo in progressivo calo. Il che facilita il compito di chi ha voglia di mettersi nei panni di questi personaggi, dal team principal ai piloti, obbligati ad esprimere idee che non condividono o non condividono del tutto. Persino le analisi delle gare diventano poca cosa, nei tentativi, vani, di cercare qualche ingrediente valido dentro bilanci spesso amari. Soprattutto dopo aver espresso una gamma variabile di ottimismi alla vigilia, soprattutto trattandosi di Monte Carlo dove, forse, il feeling che muove Leclerc quando deve fare corsa di casa, genera ipotesi discordanti rispetto alla realt&agrave; tecnica del panorama. Ma i miracoli, non esistono, con tutto il rispetto.    Continua a leggere l&#39;articolo completo sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per la versione digitale! 

Le aspettative sono sempre alte ma i risultati di gara a livello di competitivit&agrave; per ora non autorizzano particolari voli di fantasia. Occorrer&agrave; ancora molto per risalire

Ferrari nel tunnel: la Rossa &egrave; in regresso

La bacchetta magica. O &ldquo;the silver bullet&rdquo;, la pallottola d&rsquo;argento per gli anglosassoni. Quante volte sono state evocate queste due figure per spiegare che gli equilibri in Formula Uno non cambiano in uno schiocco di dita! E adesso come la mettiamo, con la valanga di modifiche in arrivo per la Rossa, tutte insieme venerd&igrave; a Barcellona? Come si fa a immaginare che davvero possano sbloccare all&rsquo;improvviso il potenziale della SF-23 consentendole di riprendere la Red Bull e batterla nel Mondiale? Questo non &egrave; un delirio nostro, ma una convinzione che alcuni tecnici Ferrari alimentavano fino a un mese fa, dopo il GP di Baku. Erano certi &ndash; non escludiamo lo possano essere ancora &mdash; di poter cambiare radicalmente le prestazioni della macchina con le modifiche. Appunto, come per un tocco di bacchetta magica.    Diciamola tutta: &ldquo;sta Ferrari&rdquo; oltre che poco concreta e produttiva &egrave; anche discretamente rognata. Aveva un bel programmino che prevedeva di introdurre una prima serie, cauta, di novit&agrave; a Imola e sappiamo com&rsquo;&egrave; andata: in coscienza neanche &egrave; il caso di parlare di sfortuna, onestamente, davanti alla scena di migliaia di vite rovinate per davvero, dall&rsquo;acqua e dal fango. &Egrave; finita che Maranello non ha potuto introdurre le modifiche a Imola e ha scelto &ndash; magari giustamente &ndash; di non portarle a Montecarlo perch&eacute; il primo vero rischio &egrave; confondersi le idee e imboccare una strada tecnica sbagliata, ci&ograve; che su una pista storta e bugnata come quella del Principato pu&ograve; accadere.    La Mercedes invece se l&rsquo;&egrave; sentita, non ha atteso l&rsquo;affidabile circuito-laboratorio del Montmel&ograve;. Chi non risica non rosica, e allora dagli con le novit&agrave;: quelle portate dalla Stella a Monaco riempivano una lista lunga cos&igrave;. E dopo che nella terza sessione di prove libere Lewis Hamilton ha sbatacchiato la W14B in fondo al Mirabeau, quando le gru hanno alzato la vettura come un salame in cima al pennone della cuccagna, Toto Wolff &egrave; sbiancato: &quot;Chi ha usato quella gru lavorava per il Cirque du Soleil &ndash; ha detto amaro &ndash;. Non capisco perch&eacute; non l&rsquo;abbiano issata su un camion. In quel modo hanno mostrato il fondo della nostra macchina a tutto il mondo, e insomma, non &egrave; stato ottimale&quot;. Dunque Ferrari e Mercedes, nel loro duello di anti-Red Bull, sono partite distanti assai e con la Rossa in larghissimo vantaggio. Un anno fa la F1-75 era reduce da un grande avvio e accusava qualche primo inciampo mentre la Mercedes veniva definita dallo stesso Wolff shitbox, scatola di emme (e a Stoccarda non hanno fatto salti di gioia).  Continua a leggere l&#39;articolo completo sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per la versione digitale!  &nbsp; 

Dopo l&#39;annullamento di Imola, le scelte di Mercedes e Ferrari si sono divaricate. La W14B ha esordito a Monaco e Maranello ha tenuto le modifiche per il Montmel&ograve;

Ferrari, ora o la va o la spacca: tutto in un GP

Avr&agrave; anche un&rsquo;astronave a disposizione come la Red Bull, ma Max Verstappen si conferma l&rsquo;alieno della F.1. Capace di superare ogni ostacolo, anche incontri ravvicinati di ogni tipo pure con i guard-rail, indistruttibile quando viaggia nella sua particolare galassia, davanti a tutti quasi in un&rsquo;altra dimensione. Il due volte campione del mondo stravince sulle stradine del Principato, scava un solco profondissimo con tutta la concorrenza, accarezza i cordoli, all&rsquo;occorrenza li bacia. Sembra inaffondabile. Come la monoposto che guida. Quella che molti vorrebbero avere a disposizione. Quella che ha stravinto tutti i GP finora andati in scena in un Mondiale dove gara dopo gara si evidenzia sempre pi&ugrave; la manifesta superiorit&agrave; di una vettura e di un pilota che stanno correndo un campionato a parte. Monte Carlo avrebbe dovuto essere la pista di rilancio per la concorrenza Red Bull. Ma ancora una volta lo spettacolo andato in scena &egrave; stato un monologo con l&rsquo;olandese che si &egrave; permesso lussi importanti sull&rsquo;asfalto pi&ugrave; glamour di questo Circus dove in molti combattono ma alla fine vincono sempre gli stessi. Un dominio stordente che rischia di allungarsi su tutta la stagione, figlio di un ciclo tecnico che ha reso pressoch&eacute; imbattibile pure l&rsquo;ultima creatura di Adrian Newey.    Anche a Monaco la Ferrari toppa e lotta nelle retrovie, nella pancia di una classifica che si sta sempre pi&ugrave; ingrossando, ancora una volta fuori dalla lotta dei piani alti, immersa dentro duelli che ci illudevamo fossero solo brutti ricordi del passato. C&rsquo;era tanta attesa per l&rsquo;esito del GP di Monte Carlo in casa del Cavallino. Pareva l&rsquo;occasione propizia per tornare a riveder le stelle o quantomeno si sperava di rivedere una Rossa in lotta per posizioni da podio. E invece ancora una volta la realt&agrave; ha evidenziato una Ferrari fuori dai giochi che contano, impegnata a salvare posizioni di rincalzo, senza mai un guizzo, un qualcosa per sperare in un destino diverso. Mentre il Mondiale da Monte Carlo si sposta a Barcellona, su una delle piste pi&ugrave; indicative di tutta la serie iridata, con la prospettiva di un altro inevitabile dominio della Red Bull, non si possono non spendere parole di ammirazione per Fernando Alonso, ancora una volta gigantesco, ormai l&rsquo;unica variabile che potrebbe far impazzire, (intendiamoci solo in qualche occasione, eh), l&rsquo;extraterrestre e la sua infernale macchina da vittoria. Anche in questo caso trattasi di pilota di un altro pianeta, che guida come un animale quando annusa che la preda pu&ograve; essere vicina. Sar&agrave; uno spettacolo vederlo in pista a Montmel&ograve;, l&igrave; dove manda in visibilio il suo pubblico e soprattutto ha conquistato la sua ultima vittoria in F.1 con la Ferrari nel 2013. Sono passati dieci anni da quella domenica indimenticabile ma il tempo pare essersi fermato per il fuoriclasse di Oviedo tornato al centro della scena con l&rsquo;Aston Martin. Solo lui, al momento, pare essere l&rsquo;unico pilota in grado di rovinare qualche volta la festa a Verstappen e alla sua invincibile armata. Infine l&rsquo;ultima annotazione.    Riguarda ancora la pista di Monte Carlo. Ma stavolta tira in ballo Gabriele Min&igrave;. Quello che ha compiuto il siciliano sul sacro asfalto monegasco &egrave; un capolavoro che gli ha consentito di conquistare la prima vittoria in carriera in F.3. Un week end da applausi per il giovane dell&rsquo;Academy Alpine che ha per manager Nicolas Todt. Una prestazione che lancia Min&igrave; in piena corsa per il titolo e che fa inorgoglire il motorsport tricolore. La strada &egrave; ancora lunga prima di arrivare l&agrave; dove ci porta il cuore, ma il ragazzino di Marineo sta mostrando di avere buoni numeri e un talento tutto in parabola ascendente. 

Se in F1 la grande certezza &egrave; data da Verstappen, l&#39;Italia in F3 a Monaco si gode il successo dell&#39;astro nascente Gabriele Min&igrave;

L&#39;editoriale del Direttore: Monaco tra Max e Min&igrave;

        Da un lato ci sono le informazioni che Christian Horner definisce di "intelligence", note ai team che sono costantemente a caccia di immagini rivelatrici sulle soluzioni dei rivali. Dall'altro, Monaco e i recuperi delle monoposto incidentate, grazie all'impiego delle gru, permettono di avere un'idea chiara a tutti di come ciascun team interpreti il dettaglio cruciale della prestazione e della produzione di carico: la conformazione del fondo. Commenta con una battuta, Horner, l'episodio che sabato ha condizionato il week end di Sergio Perez e portato a ottenere immagini chiarissime del fondo della RB19: "&Egrave; da veri maleducati guardare sotto le gonne della gente". La caccia al dettaglio e il monitoraggio tra team Poi, aggiunge: "Questo week end &egrave; stato un po' come un mostra e racconta per tutte le squadre. A un certo punto tutti si sono trovati per aria, &egrave; lo stesso per tutti.&nbsp; Sterzi a parte: Il pi&ugrave; grande ultra40enne della F.1 moderna Le immagini dei fondi vengono scattate dentro e intorno al paddock. Sono pezzi che arrivano sui furgoni, i meccanici lavorano con le macchine e avviene tutto con le persiane su. Ogni squadra assume fotografi per servizi spia, per ottenere immagini delle macchine quando sono in ogni singolo pezzo: &egrave; una pratica comune". Vero. Come anche un elemento ulteriore da prendere in considerazione &egrave; l'interazione di determinate scelte e forme adottate sul fondo, sul bordo, nell'inclinazione dei canali pi&ugrave; avanzati, con il corpo vettura. Torna sempre quel concetto di pacchetto della monoposto, dove ogni singolo componente lavora al meglio in tutta una filosofia progettuale che interessa forme della carrozzeria e sospensioni. Peraltro, l'idea di base sull'estrazione dei flussi dal fondo e l'isolamento dei bordi, &egrave; univoca e orienta le scelte di tutte le squadre. "Non penso che sia la prima foto del fondo. Probabilmente &egrave; la prima volta che la macchina &egrave; rimasta sospesa a una gru, per&ograve; tutte le squadre sono sempre alla ricerca per questo tipo di informazioni", conclude Horner.       

Con una battuta, il team principal minimizza l'importanza d'aver rivelato la conformazione del fondo della RB19 ai rivali. La ricerca di informazioni &egrave; continua con il lavoro commissionato ai fotografi&nbsp;

Horner e i segreti del fondo Red Bull: "Non si guarda sotto le gonne"

Max Verstappen: 10    Un numero, pi&ugrave; di altri, per raccontare il fine settimana di Monaco: 39. Tanti quanti i punti di vantaggio che adesso ha su Perez dopo sei gare, tanti quante le vittorie conquistate con la Red Bull, di cui adesso &egrave; il pilota pi&ugrave; vincente di sempre, dopo aver superato le 38 affermazioni di Sebastian Vettel. Nel weekend in cui Checo sbaglia quando non doveva sbagliare, lui &egrave; perfetto, magistrale, alieno: a breve finiranno gli aggettivi, ma intanto a Monaco ha regalato lezioni di guida. Una qualifica strepitosa, uno stint pazzesco: non ce n&#39;&egrave; per nessuno.  Verstappen: &quot;Che bello vincere cos&igrave;&quot;    &nbsp;  Fernando Alonso: 9    Per la &ldquo;33&rdquo; tocca aspettare ancora. Ci aveva fatto, innegabilmente, un pensierino, perch&eacute; Monaco sembrava terreno di caccia propizio per lo sgambetto ad una Red Bull che invece fa sei su sei all&#39;alba di questo mondiale. Meno di un decimo in qualifica, un pit-stop di troppo ed ecco che Max non lo batti, perch&eacute; a volte nemmeno essere perfetti basta per sconfiggerlo, figurarsi un pit-stop regalato. Per&ograve; intanto torna sul podio a Montecarlo dopo 11 anni, salva il 2&deg; posto nel Costruttori alla Aston Martin e per ora non gli si pu&ograve; proprio dire nulla.  Alonso: &quot;Mai avuta una vera opportunit&agrave;&quot;  &nbsp;  Esteban Ocon: 9    Fa la gara che chiunque avrebbe fatto al suo posto. Si mette nelle condizioni giuste al sabato, in gara conta soprattutto non sbagliare: &egrave; solido nella difesa su Sainz, veloce nel passo e deciso sul momento della sosta. Il primo podio a Monaco, nel 50&deg; GP del marchio Alpine, &egrave; sempre speciale: fanno tre in carriera, il primo dalla rivoluzione regolamentare del 2022. Segno che qualcosa, ad Enstone, si muove.  Ocon: &quot;Siamo stati perfetti&quot;  &nbsp;  Lewis Hamilton: 7    Non era certo questa la gara per valutare a fondo la bont&agrave; della W14 rinnovata, ma intanto il risultato &egrave; stato positivo. Ci&ograve; che contava di pi&ugrave; per&ograve; era il feeling alla guida e quello finora &egrave; promosso, in attesa di mettere alla prova gli aggiornamenti su una pista ben pi&ugrave; indicativa come quella di Barcellona. Sul suo weekend poco altro da dire: rischia due volte l&#39;esclusione in qualifica ma non sbaglia al momento decisivo, in gara fa il massimo tentando la carta dell&#39;undercut al momento della prima sosta.  GP Monaco: gli highlights  &nbsp;  Yuki Tsunoda: 7    Un fine settimana molto buono non premiato dalla sorte, che lo mette fuori sotto forma di freni andati. Peccato, perch&eacute; avrebbe meritato il piazzamento a punti dopo un sabato consistente (nono tempo) ed una domenica assolutamente priva di errori. Avrebbe fatto felici pure quelle persone che a Faenza lo hanno visto spalare al loro fianco, invece questa AT04 lo tradisce.  Rivivi la domenica di Montecarlo  &nbsp;  George Russell: 6    Tocca bacchettarlo: aveva azzeccato la mossa ritardando il pit-stop, non si pu&ograve; buttare via tutto cos&igrave;. Si era preso il podio, e invece lo lascia al Mirabeau Alto, dove va dritto per poi rientrare in pista in modo pericoloso su Perez (doppiato), cosa che gli costa 5&rdquo; di penalit&agrave; sacrosanti. Poteva andargli pure peggio, sia nelle barriere che con Sergio: per sua fortuna riparte e porta a casa un 5&deg; posto che, col senno di poi, &egrave; deludente. Sufficienza solo perch&eacute; la mossa strategica &egrave; giusta ed &egrave; giusto premiarlo.  Sterzi a parte: Il pi&ugrave; grande ultra 40enne della F1 moderna  &nbsp;  Charles Leclerc: 6    Per il podio a Monaco, niente da fare anche stavolta. Sarebbe stata una consolazione in un&#39;annata che di soddisfazoni ne dar&agrave; presumibilmente molto poche, ma partire sesto aveva chiaramente gi&agrave; complicato la faccenda. Non attende la pioggia semplicemente perch&eacute; con quelle gomme non pu&ograve;: peccato aver aspettato un giro di troppo per il secondo pit-stop, ma non &egrave; certo questo l&#39;aspetto che lo preoccupa di pi&ugrave; pensando alle prossime gare.  Leclerc: &quot;Strategia? Sapevamo i rischi. Gestione gomme il nostro punto debole&quot;  &nbsp;  Carlos Sainz: 5,5    Fa lo stesso errore di Russell e nello stesso punto, ma lui con le slick. Perde quattro posizioni e qualunque altra possibilit&agrave; di finire meglio di 8&deg;, posizione in cui si ritrova dopo l&#39;errore e dopo la sosta. Non cerca nemmeno troppi alibi, perch&eacute; forse, proprio come il suo compagno di squadra, &egrave; pi&ugrave; preoccupato per una macchina che fa acqua da molti punti di vista piuttosto che per una strategia azzardata che non ha pagato. Certo, gli era gi&agrave; andata bene con Ocon: che rischio che si era preso...  Sainz: &quot;E&#39; stata una lotteria, ma troppi sbagli&quot;  &nbsp;  Sergio Perez: 3    Max sar&agrave; pure irraggiungibile, ma non avrebbe certo bisogno di regali del genere. Lo aveva detto sabato: &ldquo;la mia gara sar&agrave; un incubo&rdquo;. Ha avuto ragione, e non era difficile immaginarlo, anche se si complica ulteriormente la vita da solo, perch&eacute; l&#39;occasione di inventarsi qualcosa ci sarebbe, con la pioggia che arriva a scompigliare i piani. Non che potesse immaginare di fare chiss&agrave; che cosa, ma di certo avrebbe dovuto trovarsi pi&ugrave; avanti in quel momento: e invece tra alettoni rotti e rischi inutili, era gi&agrave; fuori da tutto.  Horner, ecco come la Aston Martin ha facilitato la vita alla Red Bull  &nbsp;  Lance Stroll: 3    Potremmo fare copia e incolla con la pagella di Perez, cambiando &ldquo;Max&rdquo; con &ldquo;Nando&rdquo;. Pure nel suo caso, il potenziale della macchina non rispecchia il piazzamento ed &egrave; una domenica d&#39;inferno, una domenica che lui complica ulteriormente con qualche svarione di troppo fino all&#39;incidente che lo mette ko. Irrisorio il confronto con il compagno di squadra, ma non &egrave; la prima volta.  La classifica Piloti  &nbsp;  Gli altri    La MCL60 dipinta in omaggio alla Tripla Corona porta bene a Norris (voto 7) e Piastri (6,5), bravi abbastanza per garantire al team di Woking un 9&deg; e 10&deg; posto buono a raccogliere qualche punto. Bene Gasly (6,5), che non vale Ocon ma che si comporta bene, inserendosi tra le due Ferrari. Buona prova per Bottas (6,5) che sfiora la zona punti, un 6 di incoraggiamento a De Vries nonostante l&#39;ennesimo fine settimana difficile. Albon (6) salva sempre la faccia, deludono Zhou e Sargeant (5 al cinese, 4 all&#39;americano in crisi per il graining), entrambi in difficolt&agrave; rispetto ai propri compagni di squadra. Bocciato il duo Haas: Hulkenberg (5) &egrave; troppo falloso (anche se la penalit&agrave; sembra forzata), Magnussen (5,5) prova a resistere con le hard sul bagnato ma finisce per sbattere.  GP Monaco: i 5 temi del fine settimana 

Un Verstappen magistrale si porta a +39 in classifica, formidabili Alonso e Ocon mentre i piloti Ferrari soffrono l&#39;inferiorit&agrave; tecnica della SF-23; bocciati Perez e Stroll

GP Monaco: le pagelle

        Tempismo perfetto. Montecarlo premia Ocon e Alpine con un podio costruito con un gran giro di qualifica al sabato e l'assist fornito dalla penalizzazione di Leclerc.&nbsp; Il risultato arriva dopo che l'a.d. Laurent Rossi, dopo Miami, non aveva mancato di criticare aspramente la squadra per le prestazioni insufficienti e sull'onda del week end nero vissuto a Baku. Alpine consolida la posizione nel mondiale Costruttori, un quinto posto che non &egrave; comunque l'ambizione coltivata dalla divisione del Gruppo Renault. Migliorare anno dopo anno e avvicinare i primi, questo l'obiettivo dichiarato. Porta a casa un podio meritato Ocon a Monaco, salvo mantenere la necessaria cautela sulla competitivit&agrave; generale della A523.  Festa per il podio e l'attesa dell'esame Barcellona "Se &egrave; un momento di svolta? Vedremo la prossima settimana. A Monaco abbiamo corso su una pista molto diversa per caratteristiche, per&ograve; la macchina l'abbiamo sentita chiaramente molto pi&ugrave; 'viva' e ho avuto molta fiducia in pi&ugrave; al volante con la quale iniziare il week end. Sterzi a parte: Il pi&ugrave; grande ultra40enne della F.1 moderna Abbiamo introdotto degli aggiornamenti che immaginavamo sarebbero stati piuttosto piccoli ma tutto quello che abbiamo portato &egrave; andato nella giusta direzione", ha raccontato il pilota di Evreux dopo la gara nel Principato. "&Egrave; assolutamente una bella sensazione e spero possa essere l'inizio di qualcosa di positivo, per&ograve; credo che dobbiamo mantenere i piedi per terra e vedere dove saremo tra una settimana. Sar&agrave; un buon test, s&igrave;, poi si vedr&agrave;". Barcellona &egrave; l'esame pi&ugrave; completo di questa prima parte di stagione. Valuter&agrave; i progressi della Mercedes aggiornata, misurer&agrave; in modo definitivo gli eventuali passi in avanti che riuscir&agrave; a fare la Ferrari nella gestione delle gomme in gara. Dar&agrave; risposte sulla competitivit&agrave; Aston Martin in velocit&agrave; massima. E dir&agrave; anche se la Alpine co-protagonista&nbsp; Monaco &egrave; stato un momento di sporadico o qualcosa in pi&ugrave;.&nbsp; Fiducia come mai prima Sottolinea un dettaglio, nuovo, Ocon rispetto alle ultime edizioni del GP in casa dei Ranieri: "&Egrave; stato un fine settimana molto diverso dai miei soliti a Monaco. Non mi ha spaventato avvicinare i muretti da subito, ed &egrave; quello che abbiamo fatto. Sono estremamente sorpreso, siamo sul podio e voglio ringraziare tutto il team a Enston, Viry, la squadra in pista". Sulla direzione da seguire, poi, nessun dubbio: "Quanto ad Aston Martin, massimo rispetto per quanto stanno facendo. Hanno dimostrato come sia possibile passare dall'essere una squadra di met&agrave; schieramento a essere un top team. Tutti noi dovremmo prenderli a esempio"        

Alpine ottiene un gran risultato a Monaco grazie a Ocon e all'ottima qualifica e a una gara attenta. I valori in campo, per&ograve;, sono destinati a tornare alla "normalit&agrave;" in Spagna

Ocon, festa per il podio ma piedi per terra: Barcellona dirà se è svolta vera

        La narrazione di un Sergio Perez candidato rivale di Max Verstappen per la lotta al titolo ha ricevuto una sonora spallata gi&agrave; a Miami. Con l'epilogo del GP di Monaco diventa un sogno improbabile, a meno di imprevedibili colpi di scena che riescano a rallentare la corsa di Verstappen.&nbsp; Nemmeno i muretti di Monaco, tra qualifica e gara, sono riusciti nell'obiettivo, con Verstappen che ha fatto a spallate e ha avuto la meglio con i rail, i marciapiedi, andando a prendere pole e vittoria. Dominio a tutto campo, insomma. Verso il GP di Spagna si va con un vantaggio di 39 punti e in mente le parole di Max dei giorni che portarono a Baku: io preferisco circuiti da curve veloci. Un po' una dichiarazione di come e quanto sarebbe stata differente la sfida mondiale una volta superati quei circuiti cittadini sui quali Sergio Perez &egrave; sempre stato molto competitivo. Sterzi a parte: Il pi&ugrave; grande ultra40enne della F.1 moderna Perez, il prezzo da pagare per l'errore Un brutto colpo alle ambizioni di Checo, quello rimediato nel Principato. "&Egrave; stata una giornata difficile, nella quale tutto ci&ograve; che poteva andare male &egrave; andato male. Sono davvero triste delle prestazioni, fondamentalmente non quelle odierne ma di ieri, con il mio errore. Sapevamo che il prezzo che avremmo pagato sarebbe stato questo", dice il messicano pensando sempre a quel giro in Q1 con la Red Bull contro le barriere a Sainte Devote. Guarda la classifica e i 39 punti di distacco da recuperare a Max, riconoscendo come sia "una situazione molto frustrante. Sapevo che l'errore mi sarebbe costato molto, sono stati 25 punti e sono molto deluso.&nbsp; Ho ancora qualche speranza ma so di non potermi permettere un altro zero durante il campionato. Spero davvero di tornare al mio normale livello a Barcellona".        

Mentre Verstappen domina a Montecarlo, Perez non riesce nella rimonta dal fondo dello schieramento e lo zero in chiave mondiale &egrave; un duro colpo alle ambizioni di lottare per il titolo

Delusione Perez a Monaco: vietati altri zero

La roulette di Monte Carlo colpisce ancora, anche se la pioggia non stravolge pi&ugrave; di tanto un podio deciso gi&agrave; dalla qualifica del sabato. I primi tre sulla griglia di partenza sono anche quelli che salgono sull&rsquo;Olimpo del Principato di Monaco: Verstappen, Alonso e Ocon. Purtroppo per la Ferrari invece, il padrone di casa Leclerc non riesce a sfatare la linea dei risultati negativi su questo circuito, perlomeno stavolta ha finito la gara. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a Monte Carlo

GP Monaco: ecco le pagelle della gara di Monte Carlo

        Fattore umano  Ci siamo sempre immaginati gli alieni brutti, verdi, con degli occhi grandi e neri a farci paura. Poi, ragionandoci, scopri che un alieno viene da Hasselt, cittadina belga non troppo distante dal confine con i Paesi Bassi. E' un alieno vestito di blu, con gli occhi azzurri e che guida da dio. Certo, obietta qualcuno: guida una Red Bull, facile cos&igrave;. Poi per&ograve; guardi che fine ha fatto l'altra Red Bull a Montecarlo e ti rendi conto che l'alieno Max Verstappen, in realt&agrave;, ha saputo fare la differenza proprio nel fattore umano. Sar&agrave; pure la macchina migliore (per distacco) dell'intera griglia del mondiale 2023, ma per quanto formidabile la RB19 non si guida da sola. Ci vuole qualcuno che la sappia esaltare, non solo portarla a spasso. Quello ci pu&ograve; stare nelle piste pi&ugrave; tradizionali, magari poco tecniche e con tante vie di fuga. Di certo non a Montecarlo, tappa anacronistica, dove nonostante vetture che sembrano panfili (cosa che rendi i sorpassi ancor pi&ugrave; complicati di quanto non lo fossero gi&agrave; nei vecchi cicli tecnici) c'&egrave; ancora spazio per il fattore umano. Non si offender&agrave; nessuno, nel garage Red Bull, se racconteremo la vittoria di Montecarlo 2023 come una vittoria soprattutto di Max Verstappen che non della RB19. Max la differenza l'ha fatta eccome: innanzitutto non sbattendo al sabato, poi correndo da maestro alla domenica. Guai, detrattori in servizio permanente effettivo, a sottovalutare le imprese di Max Verstappen nella 80&deg; edizione del GP di Monaco (la 69&deg; valida in F1). E' cominciato tutto in un sabato nero per Sergio Perez, a muro a Santa Devota in Q1. Cio&egrave; abbastanza presto per rovinarsi del tutto il weekend, mentre l'altro se ne andava a prendersi una delle pole position pi&ugrave; belle della carriera, di certo una delle pi&ugrave; esaltanti. Sembrava battuto, Max: era a due decimi da Alonso alla fine del secondo settore. E invece ha tirato fuori un T3 da urlo: ha aggredito in maniera fantascientifica la Rascasse, &egrave; stato preciso alla Anthony Noghes, ha voluto accorciare talmente la traiettoria da baciare due volte il muro, compreso quello interno verso il traguardo. Ha aggredito anche l'assetto, in un certo senso: nelle libere 1, con una vettura che proprio non lo convinceva, ha chiesto e ottenuto profondi interventi sulla macchina perch&eacute; senn&ograve; &ldquo;andr&ograve; di sicuro a sbattere&rdquo;. Uno che si presentava in Costa Azzurra con 14 punti di vantaggio, e con un solo, vero avversario nella persona di Sergio Perez, avrebbe anche potuto essere un pelo pi&ugrave; riflessivo: ma lui niente, perch&eacute; non &egrave; da lui. Aveva ragione, comunque: e infatti dalle libere 2 la musica &egrave; cambiata. La Red Bull e Verstappen sono poi stati pi&ugrave; vicini a perderla, questa gara, di quanto si possa pensare. Non pu&ograve; essere una certezza, ma un sospetto s&igrave;: chiss&agrave; come sarebbe finita se la Aston Martin, al giro 54, avesse montato subito l'intermedia. Se il team diretto da Mike Krack ci avesse provato subito, di sicuro Max avrebbe compiuto un giro con una pressione diversa, e lo stesso sarebbe accaduto ai meccanici di Milton Keynes, che invece hanno potuto effettuare l'unico pit-stop sulla vettura numero 1 con una certa dose di calma, se di calma si pu&ograve; parlare per gente che cambia quattro gomme abitualmente in meno di 2&rdquo;5. C'erano all'incrca 20&rdquo;, tra Max e Nando, al momento della seconda sosta: considerando che 19&rdquo; ne servivano solo per attraversare la pit-lane (tempo a cui poi c'era da sommare la sosta vera e propria), col senno di poi Nando la sua occasione l'avrebbe avuta. Poi magari Max, in quel caso, avrebbe spinto di pi&ugrave; nel terzo settore (non nel secondo, che era gi&agrave; allagato e dove era impossibile fare meglio) e sarebbe rimasto davanti, chi lo sa: ma intanto avrebbero avuto, lui e la squadra, una pressione diversa. E mai dire mai, in fasi cos&igrave; concitate. Se per&ograve;, alla fine della fiera, quella occasione (anche per colpe loro), Alonso e la Aston non l'hanno avuta, &egrave; stato soprattutto per merito di Verstappen. Perch&eacute; pu&ograve; sembrare una schiocchezza, ma i 55 giri completati sulla mescola media sono stati un capolavoro tanto quanto il giro in qualifica: &egrave; stato cos&igrave; che Max si &egrave; garantito l'opportunit&agrave; di coprire la strategia della vettura di Stroll senior. Anche qui, siamo di fronte a qualcosa di extraterrestre: gli unici che si sono spinti a tanto sono stati Tsunoda e De Vries (53 giri sulla C4), ma ovviamente con ben altro ritmo. Ecco perch&eacute;, in una gara da alieno, Max Verstappen ha chiarito quanto possa ancora contare, a volte, il fattore umano. Horner: "La strategia Aston ci ha lasciati fuori dai guai" &nbsp; Occasione persa?  Alla vigilia, Fernando Alonso si era divertito a fare l'enigmatico su Twitter, con quell'orologio fissato per il 28 maggio, data del GP di Monaco. Chiss&agrave; che voleva dire: la prima impressione &egrave; stata quella di un conto alla rovescia che, dopo pi&ugrave; di 10 anni dall'ultima vittoria, stava per scadere. Perch&eacute; se c'era una pista dove si poteva immaginare una AMR23 (ovviamente la sua) al vertice, era proprio quella del Principato. E invece, niente da fare. Fernando Alonso a Montecarlo ha dato tutto, come sempre. Ha dato tutto ma non &egrave; bastato, contro un Verstappen cos&igrave;. A 84 millesimi in una qualifica che avrebbe potuto cambiare faccia alla domenica, secondo per eccesso di prudenza in gara. Facile parlare con il senno di poi, ma la mossa della ex Force India &egrave; stata chiara per due motivi: primo perch&eacute; nessuno si aspettava uno scroscio cos&igrave; forte nell'immediato, secondo perch&eacute;, con Max ormai di molto avanti, veniva difficile pensare ad un undercut cos&igrave; efficace. La Aston Martin, sentendosi ormai tagliata fuori per il successo, ha fatto quello che ha reputato pi&ugrave; giusto: mettere al sicuro il 2&deg; posto. E non si possono biasimare pi&ugrave; di tanto, da questo punto di vista, le persone di verde vestite. Poi magari &egrave; giusto parlare di un team non ancora abituato a ragionare in termini di vittoria assoluta, e ci pu&ograve; stare. Col senno di poi, mettere la media al giro 54 &egrave; stata una follia, nonch&eacute; un rischio inutile: pochi secondi dopo sono arrivati Ocon e le Mercedes per montare le intermedie. Una svista che poteva costare carissima e che &egrave; costata quantomeno l'unica possibilit&agrave; di battere la Red Bull. Pensava di provarci in un altro modo, l'Aston Martin: pensava di farlo sulla distanza, montando la hard al via. Il disegno era chiaro: rinunciare all'opportunit&agrave; in partenza (&ldquo;qui il rettilineo fino a curva 1 &egrave; molto molto breve&rdquo;, spiegava Fernando) per garantirsene un'altra nel corso della gara. Forte di una tenuta di gomme straordinaria sulla AMR23, la squadra aveva due opzioni: o sfiancare Verstappen (erano convinti di poter far durare un pelo di pi&ugrave; la gomma, a maggior ragione dopo aver visto la media montata al via dall'olandese) oppure riuscire a stargli abbastanza vicino (sfruttando appunto il vantaggio di gomma che teoricamente si sarebbe dovuto creare con il passare dei giri) per poi tentare la carta dell'undercut. Invece non c'&egrave; stato niente da fare: Max se ne &egrave; andato nonostante la gomma media e l'unica opportunit&agrave;, quella appunto della pioggia, &egrave; stata malamente sfruttata. Nando per&ograve; ha voluto parlare non solo di bicchiere mezzo pieno, ma di bottiglia praticamente piena. La &ldquo;33&rdquo;, che in Spagna attendono con un conto alla rovescia che pare infinito, non &egrave; arrivata nemmeno a Montecarlo, eppure in squadra si avanti con il sorriso. Fanno cinque podi in sei gare, per Alonso fanno 103 podi in carriera (5&deg; posto all-time, al pari di Kimi Raikkonen) ed il quinto nel Principato (con la quarta squadra diversa), il primo dopo 11 anni in Costa Azzurra. Poteva andare meglio, certamente, e si potr&agrave; parlare, probabilmente, di occasione persa; ma di sicuro, non di rimpianti. Sterzi a parte: Il pi&ugrave; grande ultra 40enne nella F1 moderna &nbsp; Traguardo con festa  La base ad Enstone &egrave; ormai storica, ma il team Alpine, almeno nel nome, &egrave; piuttosto giovane. Quello di Monaco era il GP numero 50 dall'arrivo del marchio che ha rilevato il posto della Renault e non si pu&ograve; certo dire che non sia stato festeggiato a dovere. Merito di un Esteban Ocon in forma smagliante, uno dei migliori tra i muretti del Principato. Il suo podio Esteban se lo &egrave; conquistato soprattutto al sabato, con un giro che lo aveva messo davanti a tutti a tre minuti e mezzo dalla conclusione del Q3. Sognare una pole position non costa niente, ma non c'era da farsi illusioni: mancavano i tre mastini Leclerc, Alonso e Verstappen (nell'ordine di tentativo) che infatti si sono messi davanti. Charles solo per qualche ora, prima che i commissari lo retrocedessero, spalancando le porte a Esteban: c'era la grande opportunit&agrave;. Questa occasione non l'ha buttata via, con una corsa solida e priva di errori, il minimo per restare nella posizione di partenza. La difesa su Sainz &egrave; stata attenta, la chiamata ai box giusta: e tanto &egrave; bastato per salvare il podio. Anzi, in realt&agrave; no: &egrave; servita la compartecipazione di Russell, bravo a fregare tutti ritardando la sosta, ma non abbastanza per salvare un 3&deg; posto conquistato in pista con quell'errore al Mirabeu Alto. Un regalo scartato con cura da Ocon e dal suo team, bravi ad artigliare il terzo podio nelle loro 50 gare. Ocon ha fatto la gara che doveva fare, senza fare un briciolo di pi&ugrave; di quanto richiesto. Ha lasciato fuggire i primi due, ha gestito alla perfezione la pressione crescente di Sainz in due occasioni: nella primissima parte di gara e nelle concitate fasi in cui ha cominicato a scendere la pioggia. Questa terza posizione &egrave; anche un plauso ai grandi passi avanti che la Alpine sta compiendo: Monaco o non Monaco, pista atipica per eccellenza, &egrave; ormai quinta forza appurata ed in gara si sta avvicinando ai primi, Red Bull a parte. Lo ha indirettamente confermato pure il ritmo di Gasly, poi 7&deg; alla fine: partito come Leclerc con gomma dura, il francese aveva ormai azzerato il distacco dalla Ferrari appena prima del pit-stop del monegasco, evidenziando una gestione delle gomme migliore sulla A523 che non sulla SF-23. Segnali di incoraggiamento per una squadra che non poteva festeggiare in maniera migliore il traguardo dei 50 GP. Ocon: "Siamo stati perfetti" &nbsp; Manca tutto  Quando ti prendi certi rischi, quando provi sempre e comunque a fare qualcosa di diverso, &egrave; perch&eacute; sai che a copiare le mosse degli altri non ci guadagni nulla, per il semplice motivo che a parit&agrave; di condizione sei quello messo peggio. Ed effettivamente, &egrave; proprio cos&igrave;, questa Ferrari: messa male, molto male. Messa in una situazione in cui sembra mancare tutto: velocit&agrave;, gestione delle gomme, lucidit&agrave;. Questo non &egrave; un processo ad una chiamata dai box sbagliata, o quantomeno tardiva, perch&eacute; indicare il muretto vorrebbe dire mettere da parte quello che resta il vero, enorme problema del 2023 della Ferrari: la SF-23. Poi &egrave; giusto analizzare anche il contorno, ma il fatto principale resta quello di una macchina che non si capisce come faccia ad essere l'erede della F1-75, che pure qualcosa di buono aveva fatto vedere. Se vogliamo prendere uno spunto pi&ugrave; importante degli altri, si pu&ograve; prendere lo stint con gomma dura (ripetiamo: dura) di Leclerc. Su una pista s&igrave; impegnativa sul fronte della trazione, ma di certo non la pi&ugrave; difficile dal punto di vista della gestione (sia per il ritmo contenuto di gara sia per le temperature in calo), il crollo prestazionale di Charles &egrave; stato a dir poco preoccupante. Il monegasco si &egrave; fermato dopo 44 giri, e non importa stare nemmeno a sottolineare che Verstappen, con una mescola pi&ugrave; tenera, sia riuscito a coprirne tranquillamente 11 di pi&ugrave;; quello che importa sottolineare &egrave; che dopo quei 44 giri Leclerc fosse appena davanti a Gasly, bravo a ricucire il distacco grazie ad una gestione gomme migliore. Questo era il passo Ferrari a Monaco: quello dell'Alpine. O forse anche un pelo inferiore. L'avevamo gi&agrave; vista a Melbourne, quasi due mesi fa, una A523 in grado di stare vicina sul passo gara alla SF-23. Allora era una pista &ldquo;front limited&rdquo;, qui, per quanto caotica la corsa e atipico il circuito cittadino, eravamo su una pista &ldquo;rear limited&rdquo;. Abbastanza per parlare di un quadro preoccupante per la Rossa. Facile dire adesso che la Ferrari doveva attendere, che doveva allungare lo stint di Leclerc con la C3. Il problema &egrave; che il crollo &egrave; stato talmente evidente che forse qualcuno al muretto ha reputato anche pericoloso tenere ancora in pista il numero 16. E poi va dato atto alla Ferrari, come ha detto Vasseur, che nessuno si aspettava un acquazzone cos&igrave; improvviso. Si poteva fare qualcosa di pi&ugrave;, invece, al primo pit-stop di Sainz: &egrave; stata la Mercedes a rompere gli indugi con Hamilton, col senno di poi poteva provarci la stessa Ferrari per l'undercut su Ocon. Dopo la sosta di Lewis, fermarsi era praticamente obbligatorio: un altro giro e forse Hammer si sarebbe ritrovato davanti. Anche nel passaggio all'intermedia c'&egrave; di che discutere: un giro di troppo (quello dove Sainz finisce in testacoda al Mirabeau Alto) e le Rosse si sono ritrovate dietro alle Mercedes, nonostante un errore lo abbia poi commesso anche Russell. E qui si apre un'altra parentesi, sempre dal punto di vista prestazionale: George aveva da scontare 5&rdquo; di penalit&agrave;, sarebbe stato sufficiente stare sotto questo distacco. E invece Leclerc di secondi se ne &egrave; beccati pi&ugrave; di 10, altro segno di una mancanza di competitivit&agrave; totale, indipendentemente da degrado, usura o graining, perch&eacute; nello stint (poco pi&ugrave; di 20 tornate) con l'intermedia non c'era proprio tempo per parlare difficolt&agrave; con le gomme. Non c'era velocit&agrave;, punto. La speranza che c'era alla vigilia non era completamente infondata. Il disegno era semplice: qualificarsi pi&ugrave; avanti possibile e poi sperare di gestire il ritmo a piacimento, visto che a Montecarlo &egrave; possibile. E infatti la Rossa sul giro secco lontana non era: 106 i millesimi che hanno separato Leclerc da Verstappen, e appena 22 quelli costati la prima fila a favore di Alonso. Dalla terza casella di partenza, Charles e la Ferrari avrebbero impostato la stessa gara di Ocon: avrebbero fatto fuggire i primi due e si sarebbero concentrati sulla concorrenza alle spalle. Non &egrave; stato possibile per il grande errore del sabato, imperdonabile: un 10% di responsabilit&agrave; (e forse siamo gi&agrave; troppo cattivi) pu&ograve; andare al pilota, non completamente di lato, ma &egrave; chiaro che la stragrande maggioranza della colpa &egrave; di un muretto ancora una volta carente. Con sole altre nove macchine in pista, la gestione del traffico, per quanto complessa a Monaco, deve essere migliore, e invece non lo &egrave; stata. Ecco perch&eacute; tra prestazione e freddezza al muretto si pu&ograve; dire che a questa Ferrari manchi un po' di tutto. Manca anche la fiducia, ovvio, quella che si spera di recuperare in parte con gli aggiornamenti di Barcellona. Con l'attuale SF-23, Barcellona fa paura per gli sforzi che chiede ai pneumatici (ma non solo per quello): con gli aggiornamenti che arriveranno sulla monoposto si spera di avere un quadro migliore, risolvendo qualche problema di questo progetto deficitario. Guai ad attendersi miracoli: gli sviluppi non serviranno di certo per prendere la Red Bul (anzi, difficile pensare che sul passo possano colmare di botto il ritardo su Aston e Mercedes nelle gare pi&ugrave; critiche nella gestione gomme), ma dovranno, oltre che migliorare il rapporto tra velocit&agrave; in qualifica e passo gara, dare quelle indicazioni utili per ulteriori sviluppi. Un po' come Mercedes, la Ferrari deve innanzitutto capire che mosse fare per il futuro: il concetto delle &ldquo;vasche&rdquo; introdotto sulla F1-75 e proseguito sulla SF-23 potrebbe essere al capolinea e sparire nel progetto 2024. L'importante &egrave; che gli aggiornamenti riflettano le attese: perch&eacute; ad una Ferrari a cui manca tutto, non ci vorrebbe di certo la mancanza pure della correlazione dati. Cos&igrave; facendo, un'annata gi&agrave; difficilissima diventerebbe un vero e proprio incubo. Vasseur, compleanno amaro: "Il regalo pi&ugrave; bello? Un pezzo dell'ala di Sainz..." &nbsp; Una griglia congelata  Se non fosse per Lance Stroll, attualmente ottavo in classifica con una macchina che &egrave; seconda nel Costruttori, saremmo di fronte ad una graduatoria tipica delle gare di ciclismo a squadre. Se Lance non continuasse a buttare via piazzamenti, se Lance fosse solo un pochino pi&ugrave; concreto, potremmo avere cinque coppie di piloti con la stessa casacca uno attaccato all'altro in classifica generale. Dopo Verstappen e Perez, c'&egrave; Alonso. Dietro ai primi tre, ci sono le coppie Mercedes e Ferrari (ad Hamilton e Russell seguono Sainz e Leclerc), quindi, in ottava posizione nella classifica Piloti, c'&egrave; Lance Stroll, davanti al duo Alpine composto da Ocon e Gasly. Quella che sembrerebbe una classifica strana, o quantomeno curiosa, &egrave; in realt&agrave; il sintomo di una situazione chiarissima, quella di una griglia di partenza che sembra congelata. Figlia, ovviamente, di prestazioni definite. Il caso pi&ugrave; lampante, ad esempio, &egrave; quello dell'Alpine, quinta praticamente in scioltezza nel Costruttori. Con i suoi 35 punti raccolti (21 dei quali conquistati a Monaco), la casa francese ha fatto pi&ugrave; punti di tutte le cinque squadre che la seguono messe insieme, le quali arrivano a 34. Non &egrave; una grande notizia, per una F1 che puntava a rimescolare i valori di forza e che invece si ritrova, almeno guardando la classifica, una griglia congelata. Per fortuna, c'&egrave; speranza di pensare che sia solamente un caso (anche se pu&ograve; tranquillamente non esserlo): dietro alla Red Bull la battaglia &egrave; stata serrata quasi in tutte le gare, almeno per la piazza d'onore pu&ograve; essere partita aperta. Per&ograve; la fisionomia della graduatoria a squadra un po' di preoccupazione la desta, per il semplice motivo che si rischiano gare dai valori in pista fin troppo definiti. La Alpine, ormai, si &egrave; completamente staccata da tutti gli altri: non &egrave; al momento un obiettivo concreto per la McLaren, figurararsi per le altre. Con cinque squadre chiaramente superiori (ed a loro volta gi&agrave; piuttosto divise tra loro nelle prestazioni), il rischio &egrave; quello di una seconda parte di griglia destinata a combattere per le briciole, e comunque costretta a sperare in un passo falso di almeno uno dei primi dieci piloti per arraffare qualche punto. E' una riflessione da fare, in questo Formula 1 in cui la griglia ormai &egrave; suddivisibile in due parti. Vorr&agrave; dire che dal 6&deg; posto Costruttori in gi&ugrave;, a chiameremo Formula 1... e mezzo. La classifica Costruttori       

Un weekend superlativo da parte di Verstappen, mentre la Aston Martin di Alonso, pur se felicemente a podio, spreca forse un'occasione; gioia Ocon, delusione Ferrari

GP Monaco: i 5 temi del fine settimana

        Giro 54, forse l'opportunit&agrave; per Alonso e Aston Martin di introdurre un dubbio sul trionfo in solitaria di Max Vertappen e Red Bull nel GP di Monaco. Bottas da tre giri &egrave; su gomma intermedia, &egrave; stato il primo a montare le Pirelli da bagnato alle prime avvisaglie di pioggia. Con l'eccezione di Verstappen e delle due Ferrari (i tre lo faranno al giro 55), tutti i piloti della top ten montano le intermedie al giro 54. Non lo fa Aston Martin e, nel dopogara, Christian Horner sottolinea il "pericolo scampato" per Red Bull.  Tutto da perdere per il leader "Ci &egrave; sembrato di essere rientrati un giro troppo tardi per montare le intermedie e, se Fernando le avesse montate, sarebbe stata una lotta molto pi&ugrave; serrata e avrebbe messo sul nostro pit-stop maggiore pressione", spiega Horner. "Per fortuna ha scelto la gomma slick nel momento in cui la pioggia stava aumentando e a quel punto era importante che Max non prendesse alcun rischio e portasse la macchina al pit". Detto dell'enorme vantaggio che Verstappen e Alonso avevano costruito fino al giro 53, a poter giocare d'azzardo e provare mettere in discussione la vittoria di Max era solo Aston Martin. Tutti gli altri, lontani anni luce dalla testa della corsa. "Quando sei la macchina in testa puoi solo perdere, non hai nulla da guadagnare. Devi solo provare e gestire le condizioni. Abbiamo degli spotter in pista, provi a leggere il radar, guardare il pubblico e mettere tutto insieme. &Egrave; il pilota che ha il quadro migliore di cosa sta accadendo in pista", ancora Horner. Aston conservativa lascia Red Bull fuori dai guai "Col senno di poi ci saremmo dovuti fermare un giro prima per montare gomme intermedie. Credo che avessimo un margine sufficiente con il vantaggio di 9-10 secondi di Max in testa alla gara, quando si &egrave; fermato, che anche con un ritmo di 5-6 secondi pi&ugrave; lento saremmo comunque stati l&igrave;, tra terza e quarta posizione.&nbsp; Mi ha sorpreso che abbiano montato la gomma media, &egrave; stata una scelta che ci ha lasciati fuori dai guai", dice della decisione di Aston Martin. Di parere diverso &egrave; Alonso, che giustifica la mossa probabilmente ultra-conservativa fatta dal team. Gomma slick media al posto della dura, sperando che la pioggia restasse confinata a un paio di curve e di bassa intensit&agrave;. &nbsp; Da asciutto a bagnato in 90 secondi "Se sei secondo e monti le intermedie per la pioggia in due sole curve, forse solo Jenson Button pu&ograve; indovinare una scelta del genere", commenta Alonso.&nbsp; "Non sono sceso dalla macchina con la stessa lettura della gara che probabilmente avete dato voi dall'esterno. Per me era chiarissimo che la pista, nel giro in cui ci siamo fermati, fosse completamente asciutta, tranne in curva 7 e 8. Come avrei potuto montare le intermedie? Era completamente asciutta, nel 99% del circuito.  Mi sono fermato per le gomme da asciutto e le previsioni meteo a nostra disposizione indicavano pioggia breve e leggera. Avevamo un ampio margine di vantaggio alle nostre spalle per montare le gomme da asciutto e, se fossero state necessarie, quelle intermedie. Forse &egrave; stata una decisione molto conservativa, non so, per&ograve; in quel minuto e mezzo che serve per passare in curva 5, 6, 7 e 8 &egrave; cambiato tutto".        

Alonso al pit-stop monta gomme slick anzich&eacute; puntare sulle intermedie proprio mentre in pista la pioggia si intensifica. In Red Bull rileggono le decisioni strategiche e "ringraziano" la decisione conservativa di AM

Red Bull, Horner: strategia Aston ci ha lasciati fuori dai guai

Ormai, che Alonso riesca o meno a vincere un Gran Premio, non &egrave; pi&ugrave; un problema suo, ma della F.1. Perch&eacute; di un suo successo ne avrebbe pi&ugrave; bisogno la trama del campionato che non lo spagnolo. Il quale, sia chiaro, lo cerca con tutto se stesso, lo brama, lo desidera come Dante anel&ograve; a Beatrice, ma, alla fin fine, sa benissimo d&rsquo;aver gi&agrave; vinto politicamente, idealmente e esistenzialmente la battaglia pi&ugrave; bella e quasi impossibile. Quella diretta a dimostrare d&rsquo;essere, passati da un pezzo i quarant&rsquo;anni, un top driver integro, l&rsquo;animale anche mediatico oltre che agonistico capace di giocarsi la pole all&rsquo;ultimo push a Montecarlo, perdendola per il battito d&rsquo;ali d&rsquo;un microbo ubraico.    Altro che pensionato  Dai, il biennale firmato lo scorso anno con Stroll senior sembrava tanto agli occhi degli haters un finale alla Raikkonen o alla Vettel: la voglia ben retribuita, tipo Kimi &amp; Sebastian, d&rsquo;infilare due stagioni strane e altalenanti con qualche bel picco e tanta lotta nella pancia del gruppo, all&rsquo;interno di una squadra legnosa e difficile. Invece, manco per idea. Tanto per cominciare, la squadra stessa si dimostra elastica, flessibile e meravigliosamente capace di sfornare un missile. Da l&igrave;, un mucchio di podi, tanto champagne, mille interviste gioiose, applausi a scena aperta in tutti i circuiti del mondo in cui si va a correre e, infine, nel dopo Montecarlo, quel sottotesto di secondo posto neanche entusiasmante, senza troppi sorrisi.  Alonso, uguale, ma diverso da Mansell,&nbsp;Schumacher e Prost  Perch&eacute; ormai, per uno come lui, avrebbe importanza solo un trionfo. Anzi due, tre o pi&ugrave;, per diventare l&rsquo;anziano meno vecchio in tutta la storia della F.1 moderna, visto che il pi&ugrave; grande ultraquarantenne lo &egrave; gi&agrave;. &Egrave; vero, Nigel Mansell vince Australia 1994 su Williams a 41 anni suonati, ma la verit&agrave; dice che nel Leone ormai non c&rsquo;erano pi&ugrave; di voglia e motivazione, come dimostr&ograve; pochi mesi dopo al suo malinconico commiato alla F.1, a bordo della McLaren stretta di misura e per lui inguidabile. Nigel, al tempo, era bello sano di qualit&agrave; e capacit&agrave;, ma finito nella voglia di rischiare, impegnarsi, sbattersi, soffrire ed esaltarsi al volante di una vettura da corsa.  Stessa cosa per lo Schumi ultra40enne in Mercedes che guida ancora bene, una pole poi tolta a Monaco la fa segnare pure, a Valencia va a podio ma la verit&agrave; &egrave; che con la F.1 degli zero test e delle gomme ad alto degrado il Kaiser filosoficamente ha ben poco da spartire, per cui ciao senza rimpianti. Lo stesso Alain Prost 38enne del 1993 era un campione del mondo triste, malinconico, quasi depresso nell&rsquo;essere condannato a vincere con un&rsquo;AstroWilliams che non poteva perdere, salvo lasciare l&rsquo;abitacolo a fine stagione a un Ayrton Senna fortissimo, numero uno in pista, ma anche lui a soli 34 anni con addosso la sofferenza e la pressione - e purtroppo, col senno di poi, pure la maledetta sfortuna - di uno statista inquieto in zona di guerra.  Perch&eacute; Alonso &egrave; di un&#39;altra pasta  Alonso no. Tutta n&rsquo;altra storia, per dirla alla Pino Daniele. Debutt&ograve; in F.1 con la Minardi al Gp d&rsquo;Australia a 19 anni e 128 giorni, divenendo al tempo il terzo pilota pi&ugrave; giovane della storia dei Gran Premi e adesso, ben avviato a compiere 42 anni, il 29 luglio, &egrave; pronto a ricevere l&rsquo;investitura di pi&ugrave; forte pilota dei &ldquo;mid forty&rdquo; nella storia moderna del Circus. Anche se non riuscir&agrave; mai a superare gli exploit di Jack Brabham e di due 46enni terribili, Nivola dominatore nel 1938 a Monza e Donington con l&rsquo;Auto Union, e Fangio al top al Nurburgring e nel mondiale 1957 con la Maserati, ma non importa. Erano altri tempi, quelli. Tempi in cui la vita di un uomo come media naturale magari era meno lunga, ma senz&rsquo;altro pi&ugrave; larga e la carriera di un pilotissimo poteva superare l&rsquo;esistenza di un ragioniere, tanto la era meno irreggimentata e pi&ugrave; aperta all&rsquo;elogio alla follia, stile Erasmo da Rotterdam. Ma mi fermo qui, senn&ograve; s&rsquo;arriverebbe lontani.  Torno all&rsquo;Alonso di Montecarlo. Quello che avrebbe potuto perfino vincere, se gli avessero montato subito un set di intermedie, alle prime gocce, al 55esimo giro. E invece gli piantano addosso quattro inutili gomme medie, cambiate la tornata dopo, facendogli perdere un po&rsquo; pi&ugrave; di venti secondi. Ossia il distacco finale da Max Verstappen. Va bene, pazienza. In fondo manco importa. Perch&eacute; la morale di tutta questa storia &egrave; un&rsquo;altra e non serve solo per capire questo mondiale o comprendere meglio Alonso, bens&igrave; &egrave; utile per assaporare meglio la Vita.  Il segreto di Alonso  Sapete qual &egrave; il segreto dell&rsquo;asturiano? La Rabbia. L&rsquo;insoddisfazione. Il senso di dissipazione d&rsquo;aver vinto solo due mondiali quando uno con la sua classe poteva farne suoi sette o otto. L&rsquo;inconsolabile voglia di restare in piedi, dopo aver litigato e sbaraccato mezzo paddock. Furibondo nella McLaren di Ron Dennis con Hamilton rookie, indenne dalle spire dello spy-gate, quindi bello strizzato dalla Renault dell&rsquo;ultima era Briatore con il crash gate, salvo pure stavolta. E, infine, devastato dai mancati mondiali in Ferrari, dal tramonto stizzito dell&rsquo;era Montezemolo, con due mondiali buttati via nel 2010 e nel 2012, poi dal flop motoristico del ritorno Honda in F.1 alla McLaren, col &ldquo;Gp2 engine&rdquo;. Insomma, si contano sempre i titoli vinti per stabilire il pi&ugrave; grande, ma se per una volta s&rsquo;elencassero quelli persi per vedere chi &egrave; andato pi&ugrave; in bianco, il trionfatore sarebbe Alonso Fernando d&rsquo;anni quasi 42. E allora qual &egrave; il senso vero di tutto, la lezione, la morale, la frase d&rsquo;amore la quale racchiude il film che tutti noi stiamo vedendo e rivedendo quest&rsquo;anno, con protagonista l&rsquo;Aston Martin numero 14?  Filosofia di vita  Il filosofo Bertrand Russell stilando la ricetta per la felicit&agrave; diceva che il segreto di una vita bilanciata e serena era quello di togliersi tante soddisfazioni, ma non tutte. Perch&eacute; tra gli ingredienti giusti per allungare la quantit&agrave; e l&rsquo;aspettative d&rsquo;esistenza, oltre che la qualit&agrave;, c&rsquo;&egrave; l&rsquo;avere ancora qualcosa d&rsquo;inevaso e insoddisfatto. &laquo;Non consolatevi troppo con le gioie, perch&eacute; saranno le moderate insoddisfazioni a darvi carburante supplementare e inatteso per andare avanti. Date importanza non alla saziet&agrave; ma ai tardivi e temperati digiuni perch&eacute; vi regaleranno successivi e salvifici appetiti&raquo;.  Eccolo il senso di tutto. A quasi 42 anni Fernando Alonso &egrave; un uomo non del tutto soddisfatto della sua carriera di pilota ed &egrave; avvampato dalla voglia, proustiana pi&ugrave; che prostiana, di andare ancora a cercare il tempo e le vittorie perdute. Non le trover&agrave; e recuperer&agrave; mai tutte, perch&eacute; ci&ograve; che &egrave; perduto &egrave; appunto proustianamente perso per sempre e sol rimpianto, punto. Per&ograve;, cos&igrave; facendo, in questo anelito un po&rsquo; superomista, mezzo poetico, un pizzico paraculo, un tantino da figlio di buona donna e assai da campionissimo meravigliosamente arruffato, lo spagnolo continuer&agrave; a regalarci, tutte le volte che potr&agrave;, dei fine settimana memorabili. Cercando il miglior tempo in pista, avvampato dal retrodesiderio di fermare il Tempo per sempre. Non quello delle lancette, ma l&rsquo;altro, quello tosto, con la maiuscola. Quello delle fasi della vita. Aston Martin firma con la Honda dal 2026? Lui non esclude di non esserci pi&ugrave;. Chiaro, no? Sapete cosa dobbiamo salvare di tutto questo? La vitalit&agrave; infinita dell&rsquo;uomo e del campione Alonso. Che nel suo palmar&eacute;s strano, da bambino prodigio e genio precoce, comprende pure la precocit&agrave; negli errori politici, strategici e esistenziali evitabili, che lo hanno cos&igrave; deviato dalla retta via, facendo di lui un quasi 45enne mai domo. Con gli occhi accesi di passione, di gusto racing, di amore per la sfida, d&rsquo;eterna sinfonia ammaliata per il fascino delle corse di cui, ormai, lui stesso fa parte integrante. Con le vittorie antiche e i rovesci, le sconfitte portate a medaglia, le cicatrici a ornamento. Regalandoci una passione ferita, vulnerabile, imperfetta ma calda, infinita e ricca di un&rsquo;entusiasmo folle e dionisiaco che lo sta portando avanti, oltre i confini delle stelle. L&agrave; dove nessun altro quasi-quarantacinquenne dell&rsquo;epoca e dell&rsquo;epica d&rsquo;oggi -, cos&igrave; ruffiana, precisina, bracciocortesca, pallettara e perbenino -, potr&agrave; mai arrivare. 

Viaggio nei misteri e nei prodigi di Alonso

Il pi&ugrave; grande ultra40enne della F.1 moderna

        &Egrave; sceso dalla sua Ferrari e si &egrave; seduto su un muretto, con lo sguardo fisso verso il vuoto, quando ormai tutto era stato deciso. Carlos Sainz &egrave; il vero sconfitto di questo GP di Monaco: l'ottavo posto proprio non va gi&ugrave; allo spagnolo che puntava al podio. Troppi sbagli alla guida, troppe sportellate contro il muro, un grave errore di strategia, imposta dal muretto Ferrari, e una gara molto nervosa, documentata dalle tante rabbiose comunicazioni radio. L'umore dello spagnolo &egrave; un misto di delusione, frustrazione e rammarico. E le sue parole a caldo, rispecchiano tutto il suo malessere.&nbsp;  Vassuer, compleanno amaro: "Il regalo pi&ugrave; bello? Un pezzo dell'ala di Sainz..." La lotteria delle decisioni difficili &Egrave; capitato di tutto a Carlos: dalla rottura dell'ala posteriore dopo un contatto con Ocon, al battibecco col muretto via radio per un pit stop anticipato per tenere a bada Hamilton, mentre stava preparando l'attacco all'Alpine.&nbsp; L'episodio che &egrave; stato decisivo per&ograve; per Sainz &egrave; il pit stop mancato al giro 57, quando la pioggia ha iniziato a bagnare il tracciato e sono iniziate le varie soste degli avevrsari per mettere le intermedie.&nbsp; "Abbiamo provato a stare un giro in pi&ugrave; fuori dopo la seconda sosta, dalle medie alle hard, quando ha cominciato a piovere. Ma &egrave; stato un errore, anche da parte mia, voler restare fuori di pi&ugrave;. Devo dire che ci abbiamo provato, ma non ce l'abbiamo fatta. Ho sbagliato anche io in questa situazione Ci servir&agrave; da lezione e impareremo da questo. Chiaramente oggi era un po&rsquo; un lotteria e non era facile decidere. &Egrave; stata una gara difficile&rdquo;, ha detto lo spagnolo alla fine del GP di Monte Carlo. La speranza &egrave; che il 28enne di Madrid riuscir&agrave; subito a voltare pagina con il GP di casa a Barcellona di domenica prossima. Leclerc, 6&deg; a Monaco: "Gestione gomme nostro punto debole. Strategia? Sapevamo i rischi&rdquo; &nbsp;       

Lo spagnolo della Ferrari non si d&agrave; pace per l'ottavo posto e soprattutto per i troppi errori di guida e di strategia

Sainz: "Troppi sbagli: è stata un po' una lotteria"

        Non ha sorriso neppure questa volta il GP di casa a Charles Leclerc. Il week end del monegasco era infatti partito nel migliore dei modi, con il terzo tempo in qualifica, ma gi&agrave; sabato pomeriggio era arrivata la prima doccia fredda con la penalit&agrave; di tre posizioni in griglia per aver ostacolato Lando Norris. Scattato sesto, Charles in gara ha tentato di allungare il pi&ugrave; possibile il suo stint con gomme Hard per cercare di approfittare di una Safety Car o della pioggia. Pioggia che &egrave; arrivata troppo tardi, almeno per la Ferrari, vanificando quello che avrebbe potuto essere un grande jolly. Alla fine Leclerc ha chiuso il suo GP nella stessa posizione in cui era partito, senza riuscire neppure questa volta a concretizzare il sogno di salire sul podio della gara di casa. Al termine del gran premio, Charles ha ammesso che quello di oggi non &egrave; stato il gran premio ideale, ma chiarendo che la strategia adottata era comunque la pi&ugrave; corretta al momento dell'arrivo delle prime gocce. Ecco le parole del monegasco dopo il GP di Montecarlo: Vasseur, compleanno amaro: "Il regalo pi&ugrave; bello? Un pezzo dell'ala di Sainz..." Leclerc: "Tanto lavoro da fare" &ldquo;Non c'&egrave; dubbio che ci sia tanto lavoro da fare &ndash; ha esordito Leclerc nelle interviste post gara &ndash; Sappiamo che la gestione della gomma rimane comunque un nostro punto debole&rdquo;. E sulla strategia, in particolare riguardo alla decisione di non montare immediatamente gomme da bagnato non appena la pioggia ha iniziato a scendere, il ferrarista ha detto: &ldquo;Eravamo consapevoli dei rischi che avremmo preso rimanendo in pista. Adesso che la gara &egrave; finita ed &egrave; ovvio, ma in quelle condizioni, quando ci sono tante auto con le slick sulla pista, paga spesso di pi&ugrave; stare fuori e aspettare una Safety Car, e poi andare a fare il pit stop. La Safety Car non &egrave; mai arrivata quindi abbiamo perso un po' di posizioni l&igrave;. &Egrave; stata una scelta&rdquo; ha concluso Charles. Autore del sesto posto finale, Leclerc lascia il Principato con un bottino di appena 8 punti. Ora lo sguardo del ferrarista &egrave; tutto puntato verso Barcellona, pista decisamente meno atipica rispetto a quella di Monaco e in cui la Ferrari dovrebbe portare alcuni aggiornamenti per la SF-23. F1, la classifica Piloti aggiornata dopo il GP di Monaco        

Il pilota monegasco spiega le scelte di strategie della sua gara di casa che lo ha visto chiudere al 6&deg; posto

Leclerc: “Gestione gomme nostro punto debole. Strategia? Sapevamo i rischi”

Non un compleanno indimenticabile, per Fr&eacute;d&eacute;ric Vassuer.&nbsp;Il team principal della Ferrari, 55 anni nel giorno del GP di Monaco, ha dovuto commentare un 6&deg; e 8&deg; posto per il Cavallino Rampante, arrivato al termine di un fine settimana difficile: dopo le tre posizioni di penalit&agrave; al sabato per Leclerc, &egrave; arrivato un errore di Sainz ed un pit-stop s&igrave; ritardato con Leclerc ma non abbastanza per approfittare dell&#39;arrivo della pioggia.    L&#39;azzardo non ha pagato  Ai microfoni di Sky, Vasseur ha analizzato cos&igrave; la tappa monegasca: &quot;E&#39; difficile avere un quadro chiaro adesso, anche perch&eacute; non mi sono ancora confrontato con i piloti. E&#39; stata una domenica caotica. Nel primo stint credo che il passo fosse buono, Sainz ha provato a spingere un paio di volte su Ocon ma &egrave; rimasto bloccato dietro di lui ed ha visto scappare Verstappen e Alonso. Noi eravamo bloccati, senza possibilit&agrave; di sorpassare. Con l&#39;arrivo della pioggia abbiamo deciso di correre un rischio, eravamo al 5&deg; e 6&deg; posto, potevamo finire terzi o settimi, per cui abbiamo deciso di rischiare.&nbsp;   Errore di Sainz? Le condizioni erano difficili, nessuno si aspettava condizioni meteo cos&igrave; brutte. Non possiamo dargli la colpa. Ci sono stati anche altri incidenti, come ad esempio Russell, anche lui &egrave; andato fuori. Ma ormai &egrave; andata cos&igrave;, ora concentriamoci su Barcellona, torneremo su una pista tradizionale. In qualifica qui a Monaco abbiamo avuto una buona velocit&agrave; al sabato, dovremmo esserlo anche in Spagna. Porteremo degli aggiornamenti sulla macchina, speriamo possano darci benefici sulla prestazione. Vedremo cosa riusciremo a fare. Compleanno? Un giornalista mi ha portato una parte dell&#39;ala di Sainz come regalo...&quot; 

Il team principal della Ferrari ha commentato l&#39;azzardo di posticiare il pit-stop con la pioggia, un azzardo che non ha pagato

Vasseur, compleanno amaro: &quot;Il regalo pi&ugrave; bello? Un pezzo dell&#39;ala di Sainz...&quot;

        Un francese a podio a Monaco non si vedeva dai tempi di Olivier Panis, vincitore nel 1996 con la Ligier. Per Esteban Ocon ed Alpine fanno tre podi ciascuno, il primo per entrambi a Montecarlo. Il pilota non saliva sul podio dal GP Ungheria 2021, quando port&ograve; a casa la vittoria.  Alpine perfetta C'&egrave; dunque materiale per festeggiare nel box dei transalpini, nel giorno del GP numero 50 per il marchio Alpine: "Ce l'abbiamo fatta! &Egrave; stato un weekend super, gi&agrave; al simulatore avevamo buone sensazioni, abbiamo migliorato la macchina sessione dopo sessione, senza mai commettere un errore. Anche al momento di mettere le intermedie non abbiamo sbagliato. E' davvero bello tornare sul podio, spero che sia il primo podio di tanti. Oggi non abbiamo toccato il muro rispetto a ieri, ho appreso la lezione".       

Il transalpino, al primo podio a Monaco nel giorno del GP numero 50 per il marchio Alpine, ha esaltato il weekend senza sbavature da parte sua e della squadra

Ocon: "Alpine è stata perfetta: è bello tornare sul podio"

Gara lineare, fino all&#39;arrivo della pioggia che ha dato una scossa al GP di Monaco, seppur di poco. Alla fine i primi piloti della griglia di partenza, sono stati anche i primi alla bandiera a scacchi sul tracciato del Principato. Vince Verstappen, dop aver gestito una gara dall&#39;inizio alla fine con delle gomme medie durate oltre 50 giri, che precede Alonso e Ocon.  Le Ferrari purtroppo sono state lontane dal podio con Leclerc sesto, nel GP di casa che almeno questa volta ha portato a termine, e Sainz ottavo.    Guarda qui, gli highlights di Monte Carlo:  sky:sc:839615:17327:e6404a5432b1988ea2e71ec092e8608a 

Guarda qui tutto quello che &egrave; successo sul Principato di Monaco, con la vittoria da cannibale di Verstappen

GP Monaco, gli highlights della gara

        Dopo 11 anni, &egrave; di nuovo podio a Monaco per Fernando Alonso. Non c'&egrave; stato niente da fare contro Max Verstappen, ma lo spagnolo &egrave; stato bravissimo a gestire un complicatissimo giro con le slick dopo la sua sosta, prima di entrare di nuovo ai box per mettere l'intermedia. Fanno cinque podi in sei GP, abbastanza per rendere il pilota dell'Aston Martin felice del risultato, che oggi, con il podio numero 103 in carriera, eguaglia Kimi Raikkonen al 6&deg; posto di tutti i tempi. Per la Aston invece, al sesto arrivo in top 3, &egrave; il primo podio a Monaco.  Nando pensava ad una safety car! Questo il commento a caldo di Alonso: "E' stata una giornata difficile, abbiamo scelto di partire con le dure abbandonando un po' le speranze di andare in testa al via, dato che il rettilineo verso curva 1 &egrave; molto breve. Volevamo giocarsela alla distanza, ma Max ha guidato incredibilmente bene ed ha esteso il suo stint, per cui non abbiamo avuto una vera opportunit&agrave;. La pioggia poi ha complicato le cose, non era semplice guidare. Non si riusciva a mettere gi&agrave; tutta la potenza, in curva 5 e 10 eravamo al limite in frenata, per un attimo ho pensato addirittura ad una safety car. Tutti hanno fatto un ottimo lavoro a tenere le macchine in pista".       

Lo spagnolo ha spiegato le intenzioni del team di giocarsi la gara sulla distanza e non al via, ma &egrave; mancata l'opportunit&agrave; per merito di Verstappen

Alonso: "Mai avuta una vera opportunità, bravi tutti a restare in pista"

        Quarta vittoria in stagione, la seconda in carriera al GP di Monaco. Max Verstappen esce trionfatore assoluto dal fine settimana monegasco, in un fine settimana in cui conquista ben 25 punti sul compagno di squadra Perez.  Primo stint lunghissimo Euforico l'olandese della Red Bull nel dopo gara: "&Egrave; stata una gara abbastanza difficile, avevamo le medie all'inizio contro le dure di Fernando, non volevamo andare cos&igrave; lunghi ma &egrave; stato necessario farlo, perch&eacute; con il rischio pioggia non potevamo sapere cosa sarebbe accaduto. C'era&nbsp;graining sulle gomme medie, &egrave; servito tempo per recuperare passo, era complicato guidare. Poi ha cominciato a piovere, giro dopo giro aumentava e non potevamo fare altro che montare le intermedie. L'asfalto era incredibilmente scivoloso, quando sei in gara vuoi spingere senza esagerare e contemporaneamente non perdere tempo, &egrave; sempre difficile trovare un&nbsp;equilibrio. Ho toccato i muri un paio di volte. C'erano tanti detriti, era complicato evitarli. &Egrave;&nbsp;bellissimo vincere qui, soprattutto in questo modo. Abbiamo fatto tantissimi punti, estendiamo il vantaggio in campionato".       

A caldo Max ha raccontato la sua domenica, dalla scelta iniziale della gomma alle difficolt&agrave; improvvise legate alla pioggia, elemento che rende ancor pi&ugrave; speciale questo successo

Verstappen: "Ho toccato tanti muri ma che bello vincere così a Monaco"

Nel Principato di Monaco la Red Bull conquista la sesta vittoria consecutiva della stagione, ancora una volta, la quarta, a firma di Max Verstappen. Solo per&ograve; solo 25 i punti portati a casa dal team anglo-austriaco oggi: &egrave; infatti mancato il contributo di Sergio Perez, scattato ultimo in griglia e finito fuori dalla top 10.&nbsp;  Punti importanti anche per Aston Martin, grazie al secondo posto di Fernando Alonso, ma anche in questo caso l&#39;altro pilota, Lance Stroll, non ha contribuito alla classifica. Sono 28 i punti conquistati dalla Mercedes, con il 4&deg; posto di Hamilton, autore anche del giro veloce, e il 5&deg; di Russell.&nbsp;  Una Ferrari in difficolt&agrave; invece racimola, con Leclerc e Sainz rispettivamente 6&deg; e 8&deg;, appena 12 punti. Sono invece ben 21 i punti iridati conquistati dalla Alpine, con il podio di Ocon e il 7&deg; posto di Gasly: un doppio risultato grazie al quale la squadra anglo-francese riesce a guadagnare un ampio margine sulla McLaren.  Ecco chi sale e chi scende nella classifica dei team dopo l&#39;appuntamento di Baku:  GP Monaco, Montecarlo &egrave; di Verstappen: podio per Alonso e Ocon, Ferrari 6&deg; e 8&deg;  La classifica Costruttori aggiornata   

Ecco chi guadagna e chi perde dopo la gara nel Principato tra le scuderie

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