Il pilota finlandese campione del mondo nel 1998 e 1999 compie oggi 55 anni. Tra i più amati della sua generazione, riportò ai vertici la McLaren dopo l'era Senna-Prost

Buon compleanno, Mika Hakkinen!

        Un faro in casa McLaren c'&egrave; e si chiama Lando Norris, parola di Mika Hakkinen. L'inizio della stagione 2023 per la scuderia di Woking &egrave; stato complicato e ci vorr&agrave; del tempo per risalire, ma il finlandese &egrave; convinto che in tutto questo una nota positiva c'&egrave; ed &egrave; proprio Norris, il quale secondo il finlandese non ha niente da invidiare ai migliori piloti della categoria. F1 2023: il calendario Norris un talento, a McLaren serve pazienza Hakkinen, parlando su Unibet International, ha espresso il suo punto di vista sull'inglese: "Norris &egrave; un pilota velocissimo ed ha gi&agrave; ottenuto molto, o meglio sta dimostrando di essere capace di portare a casa risultati convincenti con una certa costanza. Ha un talento straordinario, non c'&egrave; dubbio. E' sullo stesso piano di Leclerc, Verstappen e Sainz, ed &egrave; ad un livello di velocit&agrave; molto alto".  Parlando invece della squadra con cui ha portato a casa due titoli, la McLaren, Mika ha detto: "Non credo che la McLaren abbia aspettative troppo alte per quest'anno. Conoscono il loro dipartimento di sviluppo, in pi&ugrave; i loro sponsor ed i loro partner sono giganti della tecnologia a livello mondiale. La McLaren ha il loro supporto, ma la squadra sa di non essere ancora pronta. Per i risultati di vertice penso occorrano ancora un paio d'anni. E' un progetto a lungo termine, pu&ograve; capitare di avere qualche buon risultato in questo campionato ma le vere prestazioni arriveranno nel giro di due stagioni". McLaren in crisi: Norris indica gli esempi Ferrari ed Aston Martin       

Il due volte campione del mondo non esita a mettere Norris tra i top driver, mentre dice che la McLaren ha bisogno di almeno un paio d'anni di tempo prima di arrivare ai vertici della categoria

Hakkinen: "Norris velocissimo, è allo stesso livello di Verstappen, Leclerc e Sainz"

        Mercedes gi&agrave; fuori dalla corsa al titolo iridato? S&igrave;, secondo Mika Hakkinen. Nonostante tra Brackley e Brixworth si continui a professare fiducia in vista di una svolta nelle prestazioni da parte della W13 se solo si riuscisse a risolvere il problema del porpoising, il due volte campione del mondo &egrave; convinto che ormai sia ormai troppo tardi per i campioni in carica tra i Costruttori per pensare al titolo. Mercedes corre ai ripari: aggiornamenti sulla W13 a Miami In Mercedes &egrave; corsa contro il tempo Il finlandese ha diffuso il suo pensiero in un intervento alla testata Speedweek: "La Mercedes ha problemi complessi con la vettura. Lo trovo incredibile da dire, ma sembra che il titolo mondiale sia gi&agrave; fuori portata. Erano dieci anni che la Mercedes non mancava il Q3 con entrambe le vetture. Penso che questo progetto abbia grossi problemi a pi&ugrave; livelli. Nessuno ti aspetta in F1, le gare sono ravvicinate e per le squadre il tempo per risolvere ci&ograve; che non funziona &egrave; limitato". Secondo Hakkinen, l'emblema dei guai Mercedes &egrave; il doppiaggio subito ad Imola da Hamilton da parte di Verstappen: "Il fatto che un pilota come Lewis Hamilton venga doppiato dopo 41 giri la dice lunga sulle difficolt&agrave; attuali della Mercedes. Sembra che abbiano compreso quale sia il problema di fondo, ma si sta esaurendo il tempo per trovare soluzioni". Verso il GP Miami: Freitas e Wittich positivi, chi sar&agrave; il direttore di gara?       

Il due volte campione del mondo ha detto che gli sembra improbabile una Mercedes ancora in lotta per il titolo, perch&eacute; il tempo stringe e le gare passano

Hakkinen sicuro: "Mercedes già fuori dalla lotta iridata nel Mondiale 2022"

        Che Valtteri&nbsp;Bottas sia in difficolt&agrave; non &egrave; certo un mistero sia per la Mercedes e sia per i tifosi della Formula 1. Dopo lo strike con Stroll al GP d'Ungheria &egrave; ncora pi&ugrave; evidente quanto il finlandese sia confuso mentalmente e in pista. Tanti errori alla guida, risultati decisamente al di sotto delle aspettative e un confronto con Hamilton che non regge: il pilota di Nastola &egrave; a un passo dalla fine della sua avventura nel team di Brackley. Col contratto in scadenza a fine stagione, il futuro di Bottas &egrave; pi&ugrave; che mai incerto e quasi sicuramente non basteranno gli ultimi 11 GP rimasti in questo Mondiale 2021 per dare il via al probabilissimo scambio di sedili con Russell. Con una spada di Damocle puntata, il finlandese ha ammesso anche recentemente di non riuscire a gestire le pressioni e le attese. "Non essere in scadenza di contratto avrebbe certamente risparmiato un sacco di energie e mi avrebbe risparmiato pressioni inutili che disturbano", ha detto Bottas piccato su un mancato colloquio con Toto Wolff.&nbsp; E se da un lato il suo rapporto col team principal - che per esempio ha riservato un trattamento completamente diverso rispetto alla firma del rinnovo lampo con Hamilton fino al 2023 - non lo aiuta, dall'altro lato c'&egrave; chi come Mika Hakkinen lo difende.&nbsp;  Valtteri e Lewis come Hakkinen e Senna Da finlandese a finlandese, il due volte iridato con la McLaren nel 1998 e nel 1999, i tanti attacchi e le critiche non hanno lasciato indifferente nemmeno chi di GP in Formula 1 ne ha corsi pi&ugrave; di 160 e che ha dovuto lottare con leggende come Senna, Mansell e tanti altri. "&Egrave; facile elogiare un campione del mondo, cos&igrave; come criticare il suo compagno: &egrave; un confronto facile che per&ograve; non considera il quadro generale di cosa significhi essere l&rsquo;altra met&agrave; di una squadra che vince il titolo. Bottas fa un grande lavoro che resta oscuro - ha detto Hakkinen - . E io so cosa vuol dire affrontare il miglior pilota di una generazione, nel mio caso, Ayrton Senna, cos&igrave; come aver lavorato con ottimi compagni di squadra come Johnny Herbert, Martin Brundle, Nigel Mansell e, naturalmente, David Coulthard.  Ho vinto due campionati del mondo, ed in parte &egrave; stato possibile perch&eacute; Coulthard si &egrave; confermato un forte compagno di squadra. Quando la McLaren mi ha messo in macchina al fianco di Senna &egrave; stata un'opportunit&agrave; fantastica, ma anche una sfida enorme e mi sono reso contro di cosa vuol dire l&rsquo;esperienza. In questi anni una parte importante del lavoro di Valtteri &egrave; stato quello di lavorare al fianco di Lewis, spingendo il pi&ugrave; possibile ma mantenendo sempre la massima comunicazione con l&rsquo;altra parte del box. Questo aspetto genera un clima positivo nella squadra, ed &egrave; importante soprattutto quando sei un top-team. Da campione del mondo inevitabilmente costruisci la squadra intorno a te, lasciando al tuo compagno di squadra molto pi&ugrave; lavoro da fare, poi ci sono altri aspetti, come abbiamo visto a Silverstone quando Valtteri in qualifica ha dato la scia a Lewis, o quando ti fermano prima in gara per valutare lo stato delle gomme, e non &egrave; facile. La Mercedes ha un approccio molto corretto e Valtteri sa che il suo compito &egrave; battere la concorrenza della squadra, in particolare ora che Red Bull e Honda hanno fatto un importante passo avanti. Come compagno di squadra di Lewis, Valtteri si deve confrontare con il pilota pi&ugrave; completo in assoluto presente da anni in Formula 1, oltre ad essere&nbsp;un pluricampione. Beh, non &egrave; semplice per nulla. &Egrave; stato incredibile vedere quanto sia rimasto calmo, controllato e determinato, quanto abbia continuato a lavorare duramente, nonostante stesse incassando tante critiche feroci quanto facili".&nbsp;&nbsp;       

Il due volte iridato finlandese si schiera contro le critiche e le pressioni subite dal suo connazionale dopo l'incidente al via in Ungheria e un futuro nebuloso a Brackley: "So cosa vuol dire affrontare il miglior pilota di una generazione, nel mio caso era Ayrton Senna"

Bottas e la crisi in Mercedes, Hakkinen lo difende: "Facile elogiare Hamilton, così come criticare Valtteri"

        Quel giorno nell'aria c'era la sensazione di qualcosa di unico, di storico, di irripetibile. Probabilmente, se non ce l'avessero fatta quel giorno Michael Schumacher e la Ferrari non ce l'avrebbero fatta pi&ugrave;. Cinque anni di delusioni sarebbero bastate ed avanzate per chiuderla l&igrave;. Di sicuro se lo sarebbero chiesto, Michael e la Rossa, dove trovare nuovamente la forza dopo l'ennesimo titolo sfumato all'ultima corsa. Ma per fortuna, non era quello il caso: era l'8 ottobre 2000, precisamente 20 anni fa, e la storia del Cavallino e della Formula 1 si apprestava a cambiare per sempre. Mick Schumacher pronto al debutto Cielo grigio a Suzuka Quel giorno la luce tenue e soffice del Sol Levante tipica di Suzuka aveva lasciato il posto ad un cielo plumbeo, capace di dispensare anche qualche goccia di pioggia giusto per aggiungere pathos ad una domenica gi&agrave; ansiogena. Era pomeriggio in Giappone, l'alba in Italia mentre Michael Schumacher correva contro quel demonio di Mika Hakkinen, unico e fiero avversario di quegli anni di lotte e battaglie, vinte e perse. In cinque anni Schumi di battaglie ne aveva vinte parecchie, anche in maniera grandiosa, ma non era mai riuscito a far sua la guerra.&nbsp;  GP Eifel: bentornato Nurburgring! Che stagione L'occasione si ripresentava quell'anno, in coda ad un campionato nuovamente combattuto sul filo del rasoio. In Belgio Mika aveva sferrato quello che sembrava il colpo del ko, ma Michael era riuscito a ribaltare una situazione apparentemente critica vincendo a Monza e poi ad Indy, laddove il motore di Hakkinen si era dissolto in una nube di fumo. A Suzuka serviva completare l'opera, anche per evitare di protrarre tutto all'atto finale di Sepang, in Malesia. Pole position ma partenza sbagliata, quindi inseguimento senza respiro al finlandese, per 37, lunghissimi giri. Mika quindi era andato ai box, e per Michael si era presentata l'occasione dell'adesso o mai pi&ugrave;; tre giri a tutta poi dentro ai box pure lui, per la sosta decisiva del mondiale: meccanici Ferrari impeccabili e Michael via a scappare davanti. GP Eifel: Wolff tra maltempo, storia e quel giro sulla Nordschleife La voce di Jean Con la tensione a mille, la Rossa numero 3 completa ad uno ad uno tutti i giri che la separano dalla bandiera a scacchi. Hakkinen dietro insegue, ma non pu&ograve; fare niente. Fino all'ultimo giro, all'ultima curva, all'ultimo metro prima della fine: dopo 21 anni la Ferrari &egrave; nuovamente iridata nel Piloti, per Schumi fanno tre in carriera, il primo con il Cavallino dopo una lenta e faticosa risalita durata cinque stagioni. "Niente sar&agrave; pi&ugrave; come prima, Michael", sussurra la voce tremante di Jean Todt nell'orecchio di Schumi. Aveva ragione. Vettel: "In Ferrari ho fallito e ci sono stati dei motivi, ma nessun rimpianto"       

Sono passati esattamente due decenni da quel Gran Premio del Giappone che riconsegn&ograve; a Maranello il titolo dopo 21 anni da attesa

Schumacher, 20 anni fa il primo Mondiale in Ferrari

        Ritrover&agrave; Suzuka e la McLaren, il prossimo agosto, Mika Hakkinen. Non sar&agrave; la Formula 1 portata in pista per un&rsquo;esibizione lo scorso anno, bens&igrave; la McLaren 720S GT3, iscritta all&rsquo;Intercontinental GT Challenge in classe Pro/Am. 10 ore di Suzuka, dal 23 al 25 agosto prossimi, in equipaggio con Hiroaki Ishiura &ndash; un paio di campionati vinti in Super Formula e l&rsquo;impegno in Super GT nel 2018 &ndash; e l&rsquo;&rdquo;amateur&rdquo; Katsuaki Kubota. Sar&agrave; un ritorno alle corse a distanza di 8 anni, dal 2011 a Zhuahi, round dell&rsquo;Intercontinental Le Mans Cup. SUZUKA, F1 POI 16 ANNI DI ASSENZA Pista carica di ricordi, Suzuka. Nel 1998 e 199 Hakkinen vinse i due mondiali in Formula 1, contro Schumacher e Irvine. E, come racconta Mika - oggi 51 anni da compiere a settembre -, non vi torn&ograve; per moltissimo tempo: &ldquo;Visitai per la prima volta in 16 anni la pista di Suzuka nel marzo del 2017 e riuscii a incontrare ancora una una volta gli appassionati tifosi giapponesi. Lo scorso anno, poi, ho guidato la MP4/13 e mi sono goduto il tracciato a otto. Quest&rsquo;anno, ho deciso di tornare a correre per la prima volta dall&rsquo;Intercontinental Le Mans Cup del novembre 2011 e ho scelto Suzuka per il ritorno. &Egrave; stata anche la pista nella quale ho vinto il titolo di Formula 1 per la prima volta e dove ho tanti amici. Sono davvero grato a Katsu-san (Kubota, ndr) e Mobilityland per aver reso possibile questo meraviglioso progetto. Spero di rivedere ancora i tifosi giapponesi il prossimo agosto&rdquo;.       

Il pilota finlandese correr&agrave; la 10 Ore di Suzuka, round dell'Intercontinental GT Challenge. Lo far&agrave; sulla pista di Suzuka, che gli ha riservato i due titoli mondiali di F1

Hakkinen di nuovo in pista: sarà al volante della McLaren nel GT

        E' l'occasione di una vita, quella che verosimilmente avr&agrave; Valtteri Bottas con il suo passaggio in Mercedes. Poter dimostrare appieno il proprio valore, andare oltre i podi conquistati in Williams e confermare le aspettative che ne hanno accompagnato la carriera nel 2014 e nel 2015. E', al tempo stesso, un rischio enorme. Il confronto sar&agrave; con Lewis Hamilton, dovr&agrave; calarsi nella realt&agrave; Mercedes da subito e dimostrarsi pronto gi&agrave; a Melbourne: il divario tra i due nel corso del campionato rappresenter&agrave; un giudizio inequivocabile. &laquo;Dalla prospettiva di un pilota, non potrebbe esserci una situazione migliore di quella in cui sei richiesto. E' uno scenario da sogno&raquo;, ha commentato Mika Hakkinen alla tv finlandese MTV. Hakkinen che insieme a Didier Coton e Toto Wolff gestisce la carriera di Bottas attraverso Aces Management dal 2008. L'attesa &egrave; sull'ufficializzazione dell'accordo, dovrebbe arrivare entro questo mese, mentre una prima visita in fabbrica Valtteri l'ha gi&agrave; effettuata a dicembre.&nbsp; Non pu&ograve; certo negare l'ovvio, Hakkinen: &laquo;Ci sono state delle trattative, &egrave; da vedere quale sar&agrave; l'esito. Non &egrave; una mia decisione. Non dir&ograve; che sapremo qualcosa prima della gara inaugurale, ma non resta molto tempo prima dei test invernali e credo che avremo delle notizie con ampio anticipo&raquo;. A Barcellona si inizier&agrave; a girare il 27 febbraio, quattro giorni prima scopriremo la Mercedes W08, questi gli appuntamenti a medio termine. Un Hakkinen convinto che Bottas sar&agrave; all'altezza delle aspettative: &laquo;Non posso aggiungere altro, se non che quando sei ricercato da un team, in particolare la squadra che sta dominando in Formula 1, &egrave; una situazione da sogno per qualsiasi pilota. Poter essere in un team che &egrave; al vertice fa si che spetti a te lottare per le vittorie e il campionato. Ovviamente vedo in Valtteri qualcuno che ha quel che serve per essere campione&raquo;. Un titolo di GP3 nel 2011, poi la stagione finora migliore in Formula 1 nel 2014, conclusa al quarto posto nel mondiale e con una sequenza estiva di risultati che portarono Bottas alla ribalta: terzo in Austria, secondo a Silverstone e Hockenheim, poi terzo in Belgio, Russia e Abu Dhabi. Ha capitalizzato al meglio il potenziale Williams nella stagione del debutto delle power unit turbo, salvo dover ridimensionare le ambizioni nel 2015, con due terzi posti a Montreal e Citt&agrave; del Messico, fino all'unica apparizione sul podio nel 2016, ancora a Montreal, terzo e agevolato dai problemi di Kimi Raikkonen.       

Riuscir&agrave; Valtteri a offrire un rendimento elevato accanto a Hamilton e con la pressione di un top team? Per l'ex campione &egrave; nella posizione ideale

Hakkinen: "Bottas ha quel che serve per diventare campione"

Due &ldquo;consigli&rdquo;, firmati Mika Hakkinen. Uno guarda alla posizione di Nico Rosberg, autore di un crescendo di prestazioni buono per vincere il titolo lo scorso anno, se non fosse che &egrave; arrivato quando i giochi erano gi&agrave; decisi e l&rsquo;iride assegnato. Si ripartir&agrave; dai test invernali con un vantaggio psicologico per il tedesco? Difficile dire quanto possa pesare davvero, con un mondiale da costruire partendo da zero.  &laquo;Per i piloti &egrave; una dura lotta, solo uno pu&ograve; vincere e finora &egrave; stato Lewis, ma non significa che sia finita. Per chi &egrave; nella posizione di Nico la cosa pi&ugrave; importante &egrave; non mollare e non vivere da secondo. Devi lottare, anche se solo uno vince alla fine&raquo;. Conclusione degna del miglior Boskov, quella del due volte iridato resa a Sport Bild.  La seconda riflessione riguarda, invece, la situazione dello sport in senso generale: &laquo;La Formula 1 &egrave; tecnicamente troppo complessa, la gente vuole cose semplici, viviamo gi&agrave; vite abbastanza complicate. Poi vanno utilizzati i social media per mettersi in contatto con i tifosi, che non vogliono unicamente vedere ci&ograve; che accade, ma vogliono sentirsi sul posto&raquo;.  Una complessit&agrave; tecnica evidentemente figlia dei tempi, oggi quelli dell&rsquo;elettrificazione; altre frontiere si attraversarono negli anni dei mondiali contesi tra Hakkinen e Schumacher, tra fine anni Novanta e inizio Duemila, quando c&rsquo;era s&igrave; un motore pi&ugrave; semplice nell&rsquo;architettura, ma come dimenticare la ricerca estrema sul versante dei materiali, tra i pi&ugrave; esotici che si potessero immaginare: chi si ricorda del berillio?  Fabiano Polimeni

L&rsquo;ex campione del mondo lancia due suggerimenti: uno rivolto a Nico, l&rsquo;altro alla categoria

Hakkinen: F1 troppo complessa, Rosberg non viva da secondo

Formula1: i piloti McLaren e l'ex pilota della scuderia si sono esibiti in una serie di drift a Wenbley in occasione di un evento Johnny Walker

Alonso, Button e Hakkinen, drift show per i fan

Meglio provarci, magari sbagliare &ndash; come &egrave; capitato &ndash; che starsene remissivo come troppe volte lo si &egrave; visto. Risultato finale a parte, Kimi Raikkonen a Sochi &egrave; piaciuto, nonostante le responsabilit&agrave; nell&rsquo;incidente con Bottas. Impossibile negare l&rsquo;evidenza, tanto pi&ugrave; dalla prospettiva di Mika Hakkinen, che, per&ograve;, va oltre e prova a spiegare il perch&eacute; dell&rsquo;assalto finale.  &laquo;In quella situazione Kimi era per certi versi frustrato dal vedere il suo compagno davanti e sul podio, non &egrave; sembrato in grado di tenere il passo di Vettel&raquo;, commenta dalle pagine del suo blog su Hermes. Un&rsquo;analisi non condivisibile, avendo battagliato lealmente e provando davvero a resistere quando il tedesco ha sferrato l&rsquo;attacco. Nella bagarre con Bottas c&rsquo;era qualcosa in pi&ugrave; di un Vettel che era sulla strada per l&rsquo;ennesimo podio, c&rsquo;era la vitalit&agrave; di un Raikkonen in lotta e aggressivo. Sulla misura, eccessiva, si pu&ograve; anche discutere, non sul comportamento dettato da frustrazione per il risultato del compagno di team.  Pesca nella memoria Hakkinen, tornando al 1994, Aida, prima curva dopo il via: &laquo;Era la seconda gara dell&rsquo;anno e sbagliai punto di staccata, spingendo fuori Senna. Decisi dopo la gara di andare da Ayrton, che guidava per la Williams. Passai nella stanza delle riunioni del team, con tutti gli ingegneri che aspettavano e ammisi che era stato un mio errore, non voluto. Ayrton mi critic&ograve; abbastanza duramente e la presi con umilt&agrave;. Alla gara successiva fu gentile e mi stimava per aver ammesso l&rsquo;errore davanti a tutti. E&rsquo; meglio ammettere un errore, faccia a faccia, porta a essere rispettati&raquo;.  Situazioni in realt&agrave; non direttamente equiparabili, perch&eacute; a Sochi c&rsquo;era in ballo il risultato, all&rsquo;ultimo giro di gara, non al via di un gran premio.  Fabiano Polimeni

Per Mika l&rsquo;incidente con Bottas &egrave; stato dettato dalla frustrazione di non riuscire a tenere il passo di Vettel

Hakkinen a Raikkonen: meglio ammettere gli errori

Torna sul Gran Premio d&rsquo;Italia a Monza, Mika Hakkinen. E lo fa per sottolineare due punti nel commento personale dalle pagine del suo blog: la velocit&agrave; espressa in qualifica da Kimi Raikkonen e le prospettive future di Valtteri Bottas, fresco di opzione esercitata dalla Williams per il 2016.  Sul primo si spinge a dire che &laquo;la velocit&agrave; espressa ha dimostrato come non sia il secondo pilota. E&rsquo; stato bello ritrovare Kimi competitivo in qualifica, &egrave; possibile anche che l&rsquo;atteggiamento di Vettel nei suoi confronti cambi lentamente&raquo;. Ora, se c&rsquo;&egrave; un punto cardine sul quale la Ferrari ha puntato per il futuro &egrave; proprio nel rapporto tra i due piloti, un clima sereno ed equilibrato che giova al team. Nei fatti, poi, sono stati i risultati durante la stagione a definire le gerarchie tra i due. Difficile immaginare gli scenari prospettati da Hakkinen.  Quanto a Bottas, cerca di ribadire il valore del suo pupillo, sfumato il passaggio in Ferrari e con un&rsquo;altra stagione in Williams per mettersi in mostra, tirando un po&rsquo; le orecchie ai suoi connazionali. &laquo;A mio avviso, in Finlandia non avete ancora compreso appieno il potenziale di Valtteri. Non dobbiamo dimenticare quanto i criteri Williams nella selezione di un pilota siano severi; la conferma per il quarto anno in un buon team, dalla tradizione importante &egrave; un ottimo risultato&raquo;.  Tradizione e storia che hanno il loro ruolo, tuttavia nei momenti pi&ugrave; concitati di gara non sempre sono apparsi reattivi come ci si aspetterebbe da una scuderia che punta alla vittoria. Quanto dovr&agrave; attendere ancora Bottas? &laquo;Quando ero in una situazione in cui sapevo non era possibile correre per vincere in Formula 1, cercavo di capitalizzare al massimo la situazione e fare pi&ugrave; punti possibile, come sta facendo Valtteri. Arriver&agrave; il giorno in cui avr&agrave; una monoposto vincente e allora i finlandesi saranno fieri di lui&raquo;.  Fabiano Polimeni

L&rsquo;ex iridato contento di un Kimi competitivo e su Bottas critica i finlandesi: &ldquo;Non vi &egrave; chiaro il potenziale&rdquo;

Hakkinen, Raikkonen non &egrave; un secondo pilota

Nove gare ancora tutte da correre, 225 punti disponibili. Ha ragione Toto Wolff a dire che i 42 punti di vantaggio di Hamilton su Vettel non possono considerarsi un margine di tranquillit&agrave; e sulla stessa lunghezza d&rsquo;onda si posiziona Mika Hakkinen, commentando il Gran Premio d&rsquo;Ungheria che ha visto tornare alla vittoria la Ferrari. &laquo;Vettel &egrave; un pericolo, perch&eacute; la stagione &egrave; solo a met&agrave; e ci sono ancora tanti punti in palio. Sta guidando estremamente bene e le sue prestazioni sono di prim&rsquo;ordine. Ha fatto una gran partenza, che certamente ha sorpreso i piloti Mercedes&raquo;, si legge sul suo blog Hermes.  Guardando come si era messa la gara di Hamilton, va via dall&rsquo;Ungheria salvando il salvabile e l&rsquo;ex iridato sembra essere indulgente sull&rsquo;errore al primo giro, la staccata alla chicane dopo curva 5 che lo ha ributtato indietro nel gruppo: &laquo;La gara di Lewis &egrave; iniziata male sin dalla partenza; il fuoripista &egrave; difficile da giudicare, soprattutto al primo giro di gara. Il punto di frenata al primo giro &egrave; un po&rsquo; diverso per la confusione che c&rsquo;&egrave; intorno.  Non c&rsquo;era troppo spazio e ha perso molte posizioni, poi ha dovuto effettuare parecchie fermate ai box, ha avuto contatti con altri piloti, insomma, &egrave; un miracolo che abbia terminato la gara&raquo;. Non si lascia scappare l&rsquo;occasione per mettere l&rsquo;accento sulle prestazioni di Valtteri Bottas, la cui gara &egrave; stata rovinata dal tamponamento (con taglio della posteriore destra incluso) subito da Max Verstappen. Un week end tutt&rsquo;altro che sugli scudi per la Williams che sarebbe potuto finire con qualche punto, invece il pupillo di Hakkinen si &egrave; dovuto accontentare della 14ma piazza: &laquo;Ancora una volta &egrave; stato positivo vedere una buona partenza di Valtteri&raquo;.  Fabiano Polimeni

Hakkinen fa i complimenti al ferrarista e non chiude i giochi in ottica iridata: &ldquo;La stagione &egrave; solo a met&agrave;&rdquo;

F1: Mercedes, attenta a Vettel!

Da un lato raccoglie la &ldquo;solidariet&agrave;&rdquo; di Mika Hakkinen, dall&rsquo;altro Max Verstappen viene inchiodato alle sue responsabilit&agrave; dalla telemetria. Su Twitter &egrave; Alan Permane a rispondere alle accuse di una frenata anticipata che l&rsquo;olandese aveva mosso a Grosjean nell&rsquo;immediato dopogara. &laquo;Romain ha frenato 5 metri pi&ugrave; tardi che nel giro precedente, i dati sono stati accettati dalla Fia per cui la penalit&agrave; &egrave; stata per Max e non Romain. La Fia ha tutte le informazioni ed erano soddisfatti del comportamento di Romain. Max la superer&agrave;, &egrave; un talento enorme&raquo;.  Anche sullo spostamento leggermente verso destra fatto dal francese, va considerata come una manovra difensiva, consentita dal regolamento, spiega Permane: &laquo;Ti &egrave; permesso muoverti un po&rsquo;, non &egrave; stato un andare a zig zag sulla pista&raquo;.    Molto pi&ugrave; indulgenti con Verstappen sono, invece, Mika Hakkinen e Jan Lammers. Il campione del mondo - a dire il vero basandosi sugli elementi visti in tv - ha commentato: &laquo;Se la Lotus non avesse cambiato traiettoria e velocit&agrave;, &egrave; probabile che il sorpasso si sarebbe completato con successo. A mio avviso, queste penalizzazioni non sono giuste&raquo;.  Un po&rsquo; a sorpresa, &egrave; invece critico sul comportamento di Ricciardo e a Ilta Sanomat aggiunge: &laquo;Daniel ha dimostrato molte volte che appena qualcuno lascia uno spazio, si lancia dentro senza pensare se ci siano o meno rischi eccessivi&raquo;. Altro ex pilota schierato in difesa di Verstappen &egrave; Jan Lammers, con non poco spirito nazionalistico, che al De Telegraaf dice: &laquo;Chiunque abbia interesse nella Formula 1 dovrebbe ringraziare Dio per l&rsquo;arrivo di Max. Grazie a lui le persone guardano di nuovo le gare in punta di sedia, poi arriva questa penalizzazione&hellip; mi chiedo cosa vogliano le persone.  Non &egrave; un motivo sufficiente dire che ha 17 anni e vogliono dargli un segnale. Penso che andando a sbattere contro la barriera sia stato un segnale sufficientemente chiaro&raquo;.  Fabiano Polimeni

Dalla Lotus rivelano i dati sulla frenata di Grosjean, mentre l&rsquo;ex iridato critica Ricciardo

F1: la telemetria &ldquo;inchioda&rdquo; Verstappen, Hakkinen lo difende

&laquo;Ci sono sempre piccole discussioni tra compagni di team Se non vinci, non sei contento&raquo;. E&rsquo; Mika Hakkinen a tornare sulle vicende che hanno visto protagonisti Nico Rosberg e Lewis Hamilton, relegando il tutto a &ldquo;normale amministrazione&rdquo;, di due piloti che si sfidano per vincere, anche se a ben guardare finora &egrave; mancata proprio la sfida, il confronto diretto.  &laquo;Se non vinci, diventi frustrato e al momento Lewis e Nico hanno entrambi la possibilit&agrave; di farlo. Finora &egrave; stato Lewis a vincere e credo sia normale l&rsquo;esistenza di un gioco psicologico, fa parte del gioco&raquo;, aggiunge alla vigilia dei Laureus Awards.    Mercedes a parte, il campione finlandese guarda anche al suo ex team, prospettando per la McLaren-Honda un recupero nel medio periodo: &laquo;Sono fiducioso torneranno, arriveranno al successo, serve del tempo. La tecnologia in Formula 1 &egrave; molto complessa e quando entra un nuovo arrivato, un nuovo motorista, non &egrave; semplice. Non lo &egrave; mai stato e ora &egrave; ancor pi&ugrave; impegnativo. Hanno cos&igrave; tanti problemi tecnici che affliggono la power unit, per cui avranno bisogno di tempo&raquo;.  Fabiano Polimeni

Nulla di nuovo le discussioni tra compagni di team per il finlandese, che si attende anche il ritorno McLaren

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