C&#39;&egrave; di pi&ugrave; oltre alle vittorie. Portare per la prima volta la bandiera della propria nazione all&#39;interno della F1, per esempio, non ha prezzo. Kamur Ram Narain Karthikeyan &egrave; stato il primo indiano nella storia della Formula 1, l&#39;uomo che ha provato a trainare un movimento che poi non lo ha seguito fino in fondo.  Juan Manuel Correa torna a correre!  India, non &egrave; un paese per piloti  Da Coimbatore, Narain Karthikeyan &egrave; comparso in F1 per tre stagioni, divenendo il primo dei due indiani ad aver corso nel Circus. L&#39;altro &egrave; stato Karun Chandock. Non &egrave; poco per un indiano riuscire a sfondare nel mondo dei motori, dal momento che l&#39;India &egrave; un paese praticamente senza cultura motoristica, e che impone ai suoi giovani piloti di andarsene presto per cercare di costruirsi una carriera. E&#39; stato in un contesto difficile dunque che Karthikeyan &egrave; riuscito a farsi largo, spinto dall&#39;ambizione di essere il primo indiano a correre in Formula 1.  Che fine hanno fatto: Robert Doornbos  Tra Europa ed Asia  Il giovane Narain trov&ograve; terra fertile in casa, dal momento che suo padre era un appassionato di corse cimentatosi in qualche rally indiano, mostrando pure qualche buona dote. L&#39;avventura di Narain nel mondo dei motori cominci&ograve; con un podio in Formula Maruti, una serie per monoposto in India, praticamente un must per chi cominciare a gareggiare da quelle parti. Per lui, classe 1977, la prima esperienza fuori dai confini indiani &egrave; arrivata a 15 anni d&#39;et&agrave;, nel 1992, con la partecipazione alla Elf Winfield Racing School in Francia. Grazie ai primi sponsor, un&#39;esperienza buona per migliorare, tornare in India l&#39;anno dopo e poi ripartire alla volta dell&#39;Europa. In quel periodo corse un po&#39; da tutte le parti: Formula Ford invernale, Formula Asia, Formula 3 britannica, Formula Nippon e World Series by Nissan.&nbsp;  Che fine hanno fatto: Jaime Alguersuari  Debutto in F1  Furono i successi di tappa nella serie Nissan a spalancare a Narain le porte della Formula 1, con l&#39;approdo alla Jordan nel 2005. Quell&#39;anno la Jordan aveva sempre il nome del vecchio Eddie ma di fatto la carriera come costruttore per l&#39;irlandese era gi&agrave; conclusa: aveva venduto tutto a mister mister Alex Shnaider, canadese di origine russa pronta a ribattezzare&nbsp;la squadra Midland (la prima della storia a licenza russa) a partire dal 2006. Compagno di squadra di Karthikeyan, nel 2005, &egrave; stato il portoghese Tiago Monteiro, quasi sempre pi&ugrave; veloce dell&#39;indiano. Con la EJ15, bellissima nella livrea tutta gialla ma ben poco competitiva, i due fecero fatica, ma il pazzo GP Usa di Indianapolis, con sole sei vetture al via causa abbandono gommati Michelin, permise alla coppia del team di Silverstone di portare a casa dei punti: Monteiro su incredibilmente 3&deg; e Narain 4&deg;. La stagione prosegu&igrave; senza altre soddisfazioni, con Karthikeyan che a fine anno pass&ograve; alla Williams in qualit&agrave; di collaudatore per il 2006 ed il 2007, appoggiato dallo sponsor indiano Tata.  Ancora in F1  Con la F1, comunque, si tratt&ograve; solo di un arrivederci. In quegli anni Narain si ciment&ograve; in altre categorie come l&#39;A1 GP, la Formula Superleague (un successo con i colori del PSV Eindhoven) e la Nascar, prendendo il via alla 24 Ore di Le Mans del 2009. L&#39;opportunit&agrave; per il rientro in F1 si present&ograve; con l&#39;Hispania Racing Team (HRT) nel 2011, nel team che all&#39;inizio doveva chiamarsi Campos. Narain corse solo le prime otto gare per poi lasciare il posto a Daniel Ricciardo, al debutto in F1, e riprendendo il volante, stavolta al posto di Vitantonio Liuzzi, in occasione del Primo Gran Premio d&#39;India. Correre nel primo GP di casa fu una forte emozione per lui. Karthikeyan rimase con la HRT anche nel 2012, nell&#39;ultimo anno di attivit&agrave; della scuderia prima di chiudere i battenti: il miglior piazzamento fu un 15&deg; posto a Montecarlo.  Che fine hanno fatto: Vitaly Petrov  Lunga carriera nel Sol Levante  La sua esperienza nel Circus si concluse con 48 GP alle spalle e 5 punti. Ma la sua carriera &egrave; proseguita e prosegue ancora nei giorni nostri: dopo il ritorno nell&#39;A1&nbsp;GP del 2013 (con ben cinque successi di tappa con la Super Nova e la quarta piazza in campionato), l&#39;indiano &egrave; tornato in Giappone per correre nella rinnovata Super Formula. Cinque stagioni in tutto con la doppia presenza, nell&#39;inverno 2016-17, alla poco conosciuta MRF Challenge, una serie indiana con vetture di Formula 2000 e Formula 1600. In quelle occasioni, Narain incroci&ograve; in pista gente anche Mick Schumacher ed Harrison Newey, figlio del geniale progettista Red Bull. Dopo la Super Formula, Narain &egrave; rimasto a correre in Giappone nel Super GT a partire dal 2019, anno nel quale ha fatto sua la seconda gara della &quot;Dream Race&quot; che riuniva Super GT e DTM al Fuji.&nbsp;  Sondaggio: Binotto non sa se la Ferrari vincer&agrave; nel 2021. Secondo te? VOTA  Con il Racing Team India sognando Le Mans  Il presente ed il futuro si chiamano Racing Team India, la prima squadra completamente indiana di cui Narain fa parte insieme agli altri piloti Naveen Rao (con licenza americana) e Arjun Maini. I tre, supportati anche dall&#39;Algarve Pro Racing Team, prenderanno il via nell&#39;imminente Asian Le Mans Series, nella categorie LMP2, che scatter&agrave; il 13 febbraio ad Abu Dhabi: saranno quattro corse da 4 Ore, tutte quante sul circuito di Yas Marina. Chi vincer&agrave;, avr&agrave; il diritto di partecipare alla 24 Ore di Le Mans, il vero obiettivo dell&#39;equipaggio. &quot;Da tempo sogno di tornare a Le Mans, questo &egrave; il progetto probabilmente pi&ugrave; entusiasmante della mia carriera&quot;, ha detto recentemente Narain. Non resta che augurargli buona fortuna. 

<p>Ecco a voi la storia del primo indiano ad aver corso in F1, unico del suo paese ad aver preso punti nel Circus, il tutto mentre la sua carriera, a quasi 44 anni, prosegue</p> 

Che fine hanno fatto: Narain Karthikeyan

Era il 2009, e l&rsquo;allora presidente della FIA Max Mosley apr&igrave; le porte della Formula Uno a tre nuovi team: HRT, Virgin Racing (poi acquisita dalla Marussia) e Lotus, che poi cambi&ograve; nome in Caterham. Nel Gran Premio degli Stati Uniti, in programma il prossimo weekend, i tre team voluti da Mosley non saranno al via, terminando (tranne ripensamenti) un ciclo di vita breve e molto avaro di risultati.  Proprio Max Mosley, che usc&igrave; dal&nbsp;mondo della F1 dopo lo&nbsp;scandalo delle&nbsp;piccanti rivelazioni sulle su abitudini masochistiche,&nbsp;&egrave; intervenuto luned&igrave; 27 ottobre&nbsp;in un programma radiofonico della BBC per commentate il forfait di Caterham e Marussia. "Il grosso problema &egrave; che le grandi squadre hanno molto pi&ugrave; denaro dei team minori come Caterham e Marussia &ndash; ha commentato l&rsquo;ex Presidente - da un punto di vista sportivo sarebbe auspicabile che tutti i team ricevano la stessa quota dei soldi (provenienti dai diritti televisivi, ndr), tutti la stessa cifra. Poi si lasciano libere le squadre di operare sul mercato delle sponsorizzazioni come meglio credono".   "Una team come la Ferrari - ha continuato Mosley - avr&agrave; ovviamente introiti legati alle sponsorizzazioni molto maggiori alla Marussia, ma se tutti ricevessero gli stessi soldi di base, almeno si partirebbe tutti alla pari. Sarebbe un passo avanti importante, soprattutto se in abbinamento a questo cambiamenti fosse introdotto un tetto massimo di spesa&raquo;.  Mosley ha commentato anche il nuovo ciclo motoristico intrapreso quest&rsquo;anno dalla Formula Uno:&nbsp;"Sono a favore dei motori &ldquo;verdi&rdquo;. Per me l&rsquo;errore non &egrave; stato quello di lasciare liberi i costruttori di spendere quanto volevano in ricerca e sviluppo, ma quello di non mettere un tetto al costo della fornitura della power unit. Avrei visto bene un limite 4 o 5 milioni di euro piuttosto che i 15 o 20 che vediamo sul mercato oggi".  Roberto Chinchero

Proposta provocatoria dell&rsquo;ex presidente FIA sulla crisi dei team minori: si augura un distribuzione pi&ugrave; equa degli introiti televisivi

Mosley: Soldi uguali per tutti

Non si pu&ograve; negare che Colin Kolles subisca molto il fascino della F1. Per due volte nell&rsquo;ultimo decennio il manager rumeno ha concluso prima del previsto le sue avventure nel &ldquo;Circus&rdquo; (Force India e HRT), ma quando sembrava destinato a calcare altri paddock, ecco che ritorna alla ribalta.  Il nuovo progetto si chiama &ldquo;Forza Rossa&rdquo;, e le intenzioni sono quelle di entrare nel mondiale 2015. Sembra (condizionale d&rsquo;obbligo) che la FIA abbia gi&agrave; dato il suo benestare al piano del gruppo rumeno, soprattutto all&rsquo;indomani dell&rsquo;esordio posticipato di dodici mesi del team Haas.  I tempi appaiono gi&agrave; molto stretti, visto che le squadre al momento presenti in F1 sono gi&agrave; in fase avanzata nel progetto delle vetture 2015. Il nome &ldquo;Forza Rossa&rdquo; ha ovviamente accostato il progetto all&rsquo;area Ferrari, ma si tratta di speculazioni al momento rafforzate dalla presunta presenza nel gruppo di investitori dell&rsquo;importatore Ferrari per il mercato rumeno.  Roberto Chinchero

Il manager rumeno Colin Kolles subisce molto il fascino della F1. Dopo Force India e HRT eccolo tornare alla ribalta con il suo nuovo progetto

New entry F1 2015: si propone "Forza Rossa"

&Egrave;&nbsp;iniziata oggi a Parigi la valutazione delle domande ricevute dalla FIA da parte di squadre interessate ad iscriversi al mondiale di Formula Uno 2015. Non ci sono informazioni ufficiali, ma iniziano a trapelare indiscrezioni che indicano in due le squadre per le quali potrebbero aprirsi le porte del Circus. Il team che gode dei favori del pronostico &egrave; la Haas Racing, squadra statunitense che riporterebbe in Formula Uno la bandiera a stelle e strisce dopo una lunga assenza.  La sorpresa, qualora fossero confermate due &lsquo;entry&rsquo;, sarebbe una vecchia conoscenza del Circus: Colin Kolles. Dopo le esperienze gi&agrave; avute con il team Midland e HRT, il quarantacinquenne manager romeno sarebbe interessato a tornare nuovamente in Formula Uno, ed a favore di questa indiscrezione c&rsquo;&egrave; la volont&agrave; di Kolles di mantenere operativa la sede tedesca utilizzata nel primo anno di attivit&agrave; dell&rsquo;HRT. La FIA dovrebbe comunicare ufficialmente le sue scelte entro la fine del mese di Febbraio.  Roberto Chinchero

Il manager romeno avrebbe presentato alla FIA la documentazione per l&rsquo;iscrizione al campionato

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È Kolles la seconda new-entry per il mondiale 2015?