Vittoria numero quattro dell&rsquo;anno a Indy per Kevin Harvick, gi&agrave; trionfatore del round precedente a Pocono. Sulla Ford Mustang di punta del team Stewart-Haas, il californiano ha messo ancor pi&ugrave; in chiaro il ruolo di favorito per la conquista del titolo, a chiudere un periodo di prestazioni altalenanti che avevano danneggiato l&#39;esito del 2019. A favorirlo definitivamente &egrave; per&ograve; stato un incidente occorso a Denny Hamlin, che con lui aveva comandato quasi tutta la corsa. Fatale per il pilota Toyota, ancora alla ricerca del suo primo titolo, una foratura con sette passaggi al termine. Harvick &egrave; al suo terzo successo nella Brickyard 400 all&rsquo;Indianapolis Motor Speedway.  Secondo si &egrave; cos&igrave; classificato Matt Kenseth, finalmente competitivo col team Ganassi dopo il ritorno in sostituzione di Kyle Larson. Sua la migliore Chevy del gruppo, con Chase Elliott e gli altri piloti Hendrick fuori dalla top-10. Altre due vetture di Stewart-Haas hanno terminato in top-5, quelle di Aric Almirola, terzo e di Cole Custer, quinto alle spalle di Brad Keselowski. Quinta posizione per Kyle Busch davanti a Michael McDowell, riuscito a portare ancora il team Front Row nelle zone alte della classifica. Top-10 anche per il rookie Tyler Reddick, Bubba Wallace e Joey Logano.    La gara &egrave; stata caratterizzata da un incidente ai box dopo soli 15 giri. Un clamoroso tamponamento a catena all&#39;inizio della pitlane ha infatti coinvolto diverse vetture che hanno bloccato la corsia stile GP di Macao. Un meccanico del team Penske di Ryan Blaney &egrave; rimasto schiacciato tra due vetture mentre cambiava una gomma, ma &egrave; stato gi&agrave; dimesso dall&#39;ospedale. Tra i piloti coinvolti e ritirati Ryan Preece e Martin Truex, oltre a Ricky Stenhouse e Justin Allgaier, mentre Blaney pur avendo recuperato &egrave; stato fermato da problemi successivi.  Da notare che Allgaier sostituiva al team Hendrick Jimmie Johnson, infettato dal COVID-19: preoccupato dai sintomi della moglie, il californiano ha fatto un test scoprendo di essere positivo e si dovr&agrave; astenere dalle gare fino a completa guarigione. Una curiosit&agrave; sempre legata al coronavirus: la gara &egrave; stata intitolata ad un marchio di vodka che si &egrave; riconvertito al disinfettante per mani, senza perdere la sponsorizzazione.  L&#39;ordine d&#39;arrivo della Big Machine 400 di Indianapolis:  1 - Kevin Harvick (Ford Mustang) &ndash; Stewart &nbsp;- 161 giri 2 - Matt Kenseth (Chevrolet) &ndash; Ganassi &nbsp;- 161 3 - Aric Almirola (Ford Mustang) &ndash; Stewart &nbsp;- 161 4 - Brad Keselowski (Ford Mustang) &ndash; Penske &nbsp;- 161 5 - Cole Custer (Ford Mustang) &ndash; Stewart &nbsp;- 161 6 - Kyle Busch (Toyota Camry) &ndash; Gibbs &nbsp;- 161 7 - Michael McDowell (Ford Mustang) &ndash; Front Row &nbsp;- 161 8 - Tyler Reddick (Chevy Camaro) &ndash; Childress &nbsp;- 161 9 - Darrell Wallace Jr. (Chevy Camaro) &ndash; Petty &nbsp;- 161 10 - Joey Logano (Ford Mustang) &ndash; Penske &nbsp;- 161  Il campionato  1. Harvick 637; 2. Elliott 552; 3. Keselowski 549; 4. Blaney 534; 5. Hamlin 528. 

Il californiano cala il poker e rimarca il ruolo di favorito nella corsa al titolo. Paura per l&#39;incidente ai box al giro 15

Nascar: Harvick vince a Indy, paura ai box

 p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Helvetica; -webkit-text-stroke: #000000} p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Helvetica; -webkit-text-stroke: #000000; min-height: 14.0px} span.s1 {font-kerning: none}  Scott Dixon continua la sua marcia da mattatore anche nel secondo appuntamento dell&#39;IndyCar 2020, sullo stradale di Indianapolis. Il pilota neozalandese del team Ganassi, gi&agrave; trionfatore nell&#39;apertura in Texas, si &egrave; imposto sulla pista dell&#39;Indiana grazie ad una provvidenziale caution, ma anche alla prudenza strategica. Il muretto, guidato dal nuovo ingegnere Michael Cannon, aveva infatti deciso di anticipare il secondo pit-stop dei tre in programa per evitare i danni in caso di possibile caution. E la caution al giro 34 &egrave; provvidenzialmente arrivata, con Oliver Askew che si &egrave; stampato nel muro dell&#39;ultima curva. A quel punto, Dixon, tra i pochi che si era gi&agrave; fermato ha avuto un vantaggio decisivo. Dopo aver recuperato al termine del ciclo di soste la seconda piazza, ha dovuto solo passare Graham Rahal che, avendo in programma una strategia a due pit-stop, &egrave; stato una preda facile in quanto doveva risparmiare carburante.&nbsp;  Rahal alla fine ha preceduto di poco al secondo posto Simon Pagenaud che, complice la stessa strategia di Dixon, ha recuperato addirittura dalla 20esima casella in griglia. A bocca asciutta invece gli piloti del team Penske. Will Power, al top nel primo stint dalla pole, si &egrave; trovato fuori sequenza, dovendo effettuare la seconda sosta in safety-car e vedendosi passare da chi si era gi&agrave; fermato. L&#39;australiano ha poi perso concentrazione, spegnendo il motore al pit-stop conclusivo e finendo 20&deg;. Josef Newgarden, anche lui in lotta al top all&#39;inizio, ha concluso settimo. Il quarto posto &egrave; andato a Colton Herta, mentre Rinus VeeKay, rookie olandese di Ed Carpenter, ha centrato un&#39;insperata quinta posizione.  Indietro anche altri protagonisti iniziali, come Felix Rosenqvist e Jack Harvey, che hanno pagato la sfortuna alle soste uscendo dalla top-15. Giornata da dimenticare invece per Alexander Rossi, fermato da un problema di pressione dell&#39;olio.  L&#39;ordine d&#39;arrivo del GMR Grand Prix di Indianapolis:  1. Dixon (Dallara-Honda) 80 giri in 1h41&#39;59&quot;3232, alla media di 183.753 km/h; 2. Rahal (Dallara-Honda) a 19&quot;9469; 3. Pagenaud (Dallara-Chevy) a 20&quot;5642; 4. Herta (Dallara-Honda) a 25&quot;0882; 5. VeeKay (Dallara-Chevy) a 25&quot;6361; 6. Ericsson (Dallara-Honda) a 25&quot;7133; 7. Newgarden (Dallara-Chevy) a 31&quot;8973; 8. O&#39;Ward (Dallara-Chevy) a 33&quot;8363; 9. Ferrucci (Dallara-Honda) a 43&quot;0469; 10. Sato (Dallara-Honda) a 44&quot;8913; 11. Hinchcliffe (Dallara-Honda) a 46&quot;1674; 12. Daly (Dallara-Chevy) a 49&quot;9774; 13. Hunter-Reay (Dallara-Honda) a 50&quot;4892; 14. Veach (Dallara-Honda) a 52&quot;2172; 15. Rosenqvist (Dallara-Honda) a 56&quot;6884; 16. Chilton (Dallara-Chevy) a 1&#39;00&quot;2317; 17. Harvey (Dallara-Honda) a 1&#39;03&quot;8457; 18. Kimball (Dallara-Chevy) a 1&#39;05&quot;5192; 19. Palou (Dallara-Honda) a 1&#39;06&quot;4782; 20. Power (Dallara-Chevy) a 1&#39;11&quot;6129; 21. Kellett (Dallara-Chevy) a 1 giro; 22. Andretti (Dallara-Honda) a 1 giro; 23. Karam (Dallara-Chevy) a 1 giro. Giro pi&ugrave; veloce: il 49&deg; di Dixon in 1&#39;11&quot;7514, alla media di 196.940 km/h.  In campionato:  1. Dixon 104; 2. Pagenaud 75; 3. Newgarden 64; Herta 58; 5. Rahal 54. 

Il neozelandese del team Ganassi si impone in Indiana e fa due su due

IndyCar: Dixon vince anche a Indy e allunga

        Gli intrecci tra Indianapolis e la Formula 1 registrano pi&ugrave; fronti. Dal possibile interesse della Ferrari a uno sbocco nella Indycar, alla luce del surplus di risorse dettate dal tetto di spesa in vigore dal 2021, con una prospettiva che guarderebbe al 2022, campionato dell&rsquo;introduzione dei nuovi motori ibridi nella serie statunitense; fino a una Formula 1 che potrebbe tornare a tagliare la brickyard. Ne ha parlato Roger Penske, lo ha fatto direttamente in casa Liberty Media, all&rsquo;interno del podcast di Sirius XM dedicato alla Indycar. L'editoriale del direttore: Mugello, l'ipotesi che fa bene al cuore Ha indicato i tempi perch&eacute; si possa discutere dell&rsquo;organizzazione di un GP, l&rsquo;ultima volta fu nel 2007: &ldquo;C&rsquo;&egrave; l&rsquo;opportunit&agrave; di una gara di Formula 1 nel 2021, 2022 o nel 2023&rdquo;, le parole di Penske. Espansione negli USA della Formula 1 sempre con il Gran Premio di Miami lungo la via, ricca di ostacoli, di un esordio nel calendario 2021, su un circuito ricavato intorno allo stadio dei Miami Dolphins. 500 Miglia aperta al pubblico Penske ha confermato nei giorni scorsi l&rsquo;intenzione di correre la prossima 500 Miglia nel mese di agosto e di farlo con la consueta cornice di pubblico: &ldquo;Correremo la Indy 500 nel 2020, stiamo osservando tutti gli aspetti e pensavamo che per la nostra programmazione fosse intelligente spostarla. La notizia positiva arriva dai numeri legati al Covid in diminuzione, osserviamo ogni giorno i dati dello Stato dell&rsquo;Indiana, penso sia positivo. Quindi, avremo la Indy 500 in agosto&rdquo;. Per una Indianapolis che progetta il ritorno nel calendario della Formula 1, quello della serie Indycar andr&agrave; incontro a un&rsquo;espansione: &ldquo;Vogliamo aggiungere pi&ugrave; gare al programma, avremo un equilibrio tra circuiti ovali e tracciati permanenti e provvisori, come Detroit, Long Beach, Toronto&rdquo;. IndyCar: &egrave; subito Dixon al via della stagione 2020        

L'idea di un Gran Premio sul circuito dell'Indiana torna attuale, Roger Penske indica un orizzonte a breve termine per concretizzare il progetto. E sulla 500 Miglia conferma: correremo in agosto con i tifosi&nbsp;

Penske, la F1 può tornare a Indianapolis

Eppur si muove. Nonostante la situazione mondiale dovuta al Covid-19 stia rivoluzionando ogni campo, mondo delle corse comprese, l&#39;Indycar&nbsp;prova a guardare avanti pubblicando una prima bozza del calendario 2020 rivisto. Un passo avanti.  Da 17 a 13 gare  Purtroppo, ed era inevitabile, il campionato americano delle monoposto Dallara subir&agrave; dei tagli, con l&#39;organizzazione che non ha potuto fare altrimenti. Saltano Austin, Long Beach ed Alabama, oltre alla tappa di St. Petersbourg, prevista inizialmente come primo appuntamento stagionale. A dire la verit&agrave; per St. Petersbourg&nbsp;c&#39;&egrave; ancora un piccolo spiraglio di speranza, anche se la situazione &egrave; difficile e dunque tutto fa pensare ad un calendario composto da 13 round anzich&eacute; dai 17 inizialmente previsti.  Primi tagli per il Coronavirus  Si parte a Detroit?  Le prime due tappe dell&#39;anno dovrebbero essere dunque quelle di Detroit, il 30 e 31 maggio, gara-1 e gara-2, ma il condizionale &egrave; d&#39;obbligo. Questo perch&eacute; comunque a fine maggio mancano poco pi&ugrave; di otto settimane, non tantissime a dire la verit&agrave;, soprattutto alla luce di una situazione ancora molto dinamica come quella del Coronavirus, che al momento non permette di fare piani neanche sul medio termine.&nbsp;  Corse USA ferme fino a maggio  500 Miglia ad agosto  Dopo Detroit, il nuovo calendario presenta tre tappe a giugno (Texas, Road America e Richmond) ed altre tre a luglio (Indianapolis Gp, Toronto e Iowa), prima di un agosto molto caldo: per la prima volta infatti la 500 Miglia di Indianapolis andr&agrave; in scena in estate, precisamente il 23 agosto, due settimane pi&ugrave; tardi della prova di Mid-Ohio, e sette giorni prima della Getaway 500. A settembre infine sar&agrave; la volta delle ultime due prove, quella di Portland e quella di Monterey, che il 20 settembre chiuder&agrave; la stagione. Da segnalare che quest&#39;anno non si &egrave; potuto fare l&#39;accoppiata Indy Gp ed Indy 500, con le due prove staccate per causa di forza maggiore.  Cuore da corsa: storia della Amon Af101  Il calendario  30 maggio - Detroit 1 (cittadino) 31 maggio - Detroit 2 (cittadino) 6 giugno - Texas 600 (ovale) 21 giugno Road America (pista) 27 giugno - Richmond&nbsp;300 (ovale) 4 luglio - Indianapolis Gp (pista) 12 luglio - Indy Toronto (cittadino) 18 luglio - Iowa Cron&nbsp;300 (ovale) 9 agosto - Mid-Ohio 200 (pista) 23 agosto - Indianapolis 500 (ovale) 30 agosto - Getaway 500 (ovale) 13 settembre - Gp of Portland (pista) 20 settembre - Monterey Gp (pista)  A data da destinarsi: St. Petersbourg (cittadino) 

La Indycar ha svelato la prima bozza del calendario 2020, composto attualmente da 13 round pi&ugrave; l&#39;evento di St. Petersbourg ancora a data da destinarsi, mentre la 500 Miglia va ad agosto

Indycar, ecco la bozza del calendario 2020

        La Dakar ha rappresentato una sfida inedita per Fernando Alonso. Una sfida personale e una scoperta, di certo non l&rsquo;obiettivo sportivo numero 1 del 2020. Quello era e resta la conquista della 500 Miglia di Indianapolis. Correre con un team competitivo, di vertice, per evitare il ripetersi della fallimentare avventura 2019 affrontata con McLaren impegnata in prima persona, una necessit&agrave;. I rumours che lo davano a un passo dall&rsquo;accordo con il team di Michael Andretti erano supportati anche dalle parole del diretto interessato, a confermare: a verificare le condizioni e mettere insieme il budget per schierare Alonso il prossimo maggio al volante di una delle Dallara-Honda schierate dal team. Sterzi a parte: Non ti dimenticheremo, John Andretti A cambiare lo scenario &egrave; arrivato il &ldquo;no&rdquo; della Honda, dritto dal quartier generale di Tokyo, secondo quando riporta Racer.com. Con un motore Honda e la struttura di Andretti, nel 2017, Alonso si era messo in luce a Indianapolis, correndo una gara di testa, prima che l&rsquo;affidabilit&agrave; del V6 appiedasse le speranze di Tripla Corona. Un sedile da motorizzato Chevy Il tentativo di qualificazione, mancata, nel 2019 ha visto Fernando utilizzare un&rsquo;unit&agrave; Chevrolet. E raggiungere un accordo con uno tra i team motorizzati dal marchio della General Motors appare l&rsquo;unica soluzione per inseguire l&rsquo;appuntamento clou della stagione. Alla base dell&rsquo;opposizione Honda sull'accordo Alonso-Andretti &ndash; non solo la gara di Indianapolis ma anche una serie di gare successive della Indycar, su circuiti stradali &ndash; vi sarebbe soprattutto il legame con Toyota, recentissimo nell&rsquo;impegno alla Dakar. Impossibile, poi, cancellare i trascorsi in Formula 1 e le continue critiche mosse alla power unit Honda, che raggiunsero il culmine in quel &ldquo;GP2 Engine&rdquo; a bollare le prestazioni del motore, proprio nella gara di casa a Suzuka. GP2 Engine fu un'uscita infelice Un commento che, col senno di poi, Fernando ha rielaborato recentemente, in un&rsquo;intervista a F1 Racing: &ldquo;E&rsquo; stato frutto della frustrazione e forse non avrei dovuto dirlo, ma non l&rsquo;ho fatto nelle interviste tv o in conferenza stampa. Stavo parlando al mio ingegnere in una conversazione privata, non intendevo renderlo pubblico. Per&ograve; il motore era davvero pessimo, a Jerez il primo anno coprimmo 7 giri in 4 giorni&rdquo;. Alonso: nessuno approfitta dei punti deboli di Hamilton       

L'accordo con il team Andretti bloccato da Honda. I legami recenti con Toyota e i trascorsi in F1 due ostacoli sufficienti a cambiare scenario: la 500 Miglia di Indianapolis per Fernando ancora con un motore Chevy

Alonso, il no Honda sulla strada verso Indianapolis

Grande risultato per Simon Pagenaud nel Grand Prix di Indianapolis, tappa sul tracciato stradale del celebre Speedway che tradizionalmente d&agrave; il via alle ostilit&agrave; culminanti nella Indy 500. Il pilota francese ha messo a segno un recupero clamoroso dopo che, con la pioggia caduta nella seconda met&agrave; gara, ha trovato un feeling eccezionale con la vettura e con le condizioni. Da sesto a primo in 15 giri, Pagenaud recuperava un secondo a tornata a tutti riuscendo a staccare molto pi&ugrave; efficace alla prima curva.  Un giro dopo il re-start finale ha passato Spencer Pigot per la sesta piazza, &nbsp;e poco dopo un Ed Jones comunque in forma durante tutto il weekend: lui, proprio come Pagenaud, ha probabilmente approfittato degli update dei propulsori Chevy, la cui erogazione si &egrave; mostrata migliore in condizioni difficili.    Quando mancavano 11 passaggi &egrave; stato il turno di Matheus Leist, che con la strategia aveva recuperato alla grande. Poi &egrave; toccato al bravo Jack Harvey, ultimo rappresentante rimasto in pista di un team Schmidt falcidiato. A quel punto, Pagenaud si &egrave; lanciato all&#39;inseguimento di Scott Dixon, che dopo lo stint iniziale al top di Felix Rosenqvist aveva guidato tutta la corsa. Nel complex centrale ha affiancato all&#39;esterno il rivale, inducendolo all&#39;errore, e prevalendo di prepotenza. Sul traguardo, il neozelandese &egrave; risultato staccato di due secondi, davanti a Harvey, Leist e Pigot.  Come ci si poteva aspettare da una gara cos&igrave; tirata, che in qualifica aveva visto 21 macchine racchiuse in mezzo secondo, tante sono state le vittime della bagarre. Il primo a finire KO &egrave; stato Marcus Ericsson, andato da solo nelle barriere dell&#39;ultima curva. Da solo ha fatto tutto anche Helio Castroneves, giratosi in uscita box quando si &egrave; fermato per mettere le rain.  Difficolt&agrave; per due dei principali sfidanti al titolo. Josef Newgarden, ha visto la pioggia mandare all&#39;aria la sua strategia differenziata, prima di prendere una penalit&agrave; per via di una ruota rotolata via al pit. Subito nei guai Alexander Rossi, centrato al via dal fresco portacolori Red Bull Pato O&#39;Ward. Alexander Rossi, tamponato al via da Pato O&#39;Ward. Ryan Hunter-Reay e James Hinchcliffe hanno perso la loro chance venendo invece coinvolti in un testacoda di Colton Herta.  Partito dalla pole, Rosenqvist ha concluso ottavo: dopo aver perso la leadership le cose non si sono messe bene per lui, per via della poca esperienza col bagnato in IndyCar e soprattutto di due principi di incendio in due soste. Alla fine ha terminato ottavo di rimonta.  L&#39;ordine d&#39;arrivo del Grand Prix di Indianapolis IndyCar (Top-10)  1 - Simon Pagenaud (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 85 giri 2 - Scott Dixon (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 2&quot;0469 3 - Jack Harvey (Dallara-Honda) &ndash; SPM - 3&quot;7683 4 - Matheus Leist (Dallara-Chevy) &ndash; Foyt - 5&quot;4378 5 - Spencer Pigot (Dallara-Chevy) &ndash; ECR - 6&quot;0938 6 - Ed Jones (Dallara-Chevy) &ndash; ECR - 7&quot;1027 7 - Will Power (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 7&quot;5853 8 - Felix Rosenqvist (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 8&quot;7080 9 - Graham Rahal (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 9&quot;1802 10 - Santino Ferrucci (Dallara-Honda) &ndash; Coyne - 12&quot;7201  Il campionato  1. Newgarden 182; 2. Dixon 176; 3. Rossi 146; 4. Pagenaud 138; 5. Sato 132. 

Gara epica a Indianalpolis. Simon Pagenaud, strepitoso sotto la pioggia, recupera e vince!

IndyCar: fantastica rimonta sul bagnato per Pagenaud

Ecco gli scatti emozionanti dall&#39;Indianapolis Motor Speedway, dove si corrono le prove libere della Indy 500 in programma il 28 maggio

Indy 500, le immagini da Indianapolis

        Le Mans e Indianapolis. I due grandi appuntamenti ai quali Fernando Alonso, un anno fa, guardava. Si immaginava un futuro oltre la Formula 1 impegnato nell'Endurance, insieme alla Indy 500 a rivestire un fascino unico. A sorpresa, molto pi&ugrave; di un'improvvisa eventuale competitivit&agrave; McLaren-Honda, arriva la notizia che Fernando salter&agrave; il week end del Gran Premio di Monaco per correre a Indianapolis con il team Andretti Autosport. &laquo;E' un'emozione immensa correre alla Indy 500 quest'anno, con McLaren, Honda e Andretti Autosport. Non ho mai corso in IndyCar n&eacute; su un super-speedway, ma sono fiducioso che mi abituer&ograve; in fretta&raquo;, le prime parole di Fernando.&nbsp; La macchina schierata da Andretti Autosport sar&agrave; registrata come McLaren-Honda. &laquo;La Indy 500 &egrave; una delle gare pi&ugrave; famose al mondo nel panorama motoristico, pari solo alla 24 Ore di Le Mans e al Gran Premio di Monaco. Ovviamente mi dispiace non poter correre a Monaco quest'anno, sar&agrave; per&ograve; l'unico gran premio che salter&ograve;, per tornare in macchina a inizio giugno, a Montreal, per il Gran Premio del Canada&raquo;, ha proseguito Alonso.&nbsp; Il calendario di appuntamenti sar&agrave; fittissimo. Dopo il Gran Premio di Spagna del 14 maggio inizier&agrave; il lungo avvicinamento alla Indy 500 del 28 maggio, 101ma edizione. Dal 15 maggio si apriranno le sessioni di prova sull'ovale dell'Indiana, dal 20 maggio le prime sessioni di qualifica. &laquo;Non ho mai corso nella Indycar, ho seguito il campionato in tv e online, ed &egrave; evidente la massima precisione richiesta per correre vicinissimo alle altre monoposto sul filo dei 350 orari. Sono consapevole che sar&agrave; una ripida curva d'apprendimento, ma voler&ograve; a Indianapolis subito dopo il Gran Premio di Spagna, per provare la nostra McLaren-Honda-Andretti dal 15 maggio in poi, fiducioso di poter coprire tanti chilometri ogni giorno e so quanto siano validi i ragazzi di Andretti Autosport&raquo;. Alonso come Graham Hill. L'obiettivo &egrave; ambizioso, ovvero, essere il secondo pilota vittorioso a Monaco, Indianapolis e Le Mans. &laquo;Ho vinto due volte il Gran Premio di Monaco e una delle mie ambizioni &egrave; di vincere la Tripla Corona, ottenuta solo da un pilota nella storia del motorsport: Graham Hill (nel 1963 Montecarlo, nel 1972 Le Mans, nel 1966 Indianapolis; ndr). E' una sfida difficile ma sono pronto. Non so quando correr&ograve; a Le Mans, ma lo far&ograve; un giorno. Ho solo 35 anni, ho tantissimo tempo&raquo;. La monoposto del team Andretti, oltre a essere iscritta come McLaren-Honda-Andretti, riproporr&agrave; anche la livrea papaya orange con la quale nel 1974 e nel 1976 Johny Rutherford corse e vinse con McLaren la Indy 500. &laquo;Il team per il quale correr&agrave; ha vinto lo scorso anno utilizzando lo stesso motore Honda, lui &egrave; il miglior pilota al mondo, &egrave; una combinazione avvincente&raquo;, ha dichiarato Zak Brown, ringraziando Honda per il supporto offerto affinch&eacute; si potesse concretizzare la partecipazione a Indy. &laquo;Non sono cos&igrave; sciocco da fare previsioni avventate di vittoria, mi aspetto sia in partita. Al tempo stesso avr&agrave; il suo da fare per abituarsi a correre alle velocit&agrave; degli ovali, ma la velocit&agrave; &egrave; una qualit&agrave; che conta in ogni forma del motorsport, e Fernando senza dubbio ce l'ha. Le differenze tra le macchine di Formula 1 odierne e quelle di IndyCar sono meno marcate oggi rispetto al passato. Pesano grossomodo lo stesso, intorno ai 700 kg e le Formula 1 sviluppano pi&ugrave; potenza delle IndyCar&raquo;.       

L'annuncio arriva a sorpresa. Correr&agrave; con il team Andretti Autosport e la monoposto sar&agrave; iscritta come McLaren-Honda-Autosport.&nbsp;

Clamoroso Alonso: niente GP di Monaco, sarà a Indianapolis

James Hinchcliffe da sogno ad Indianapolis, nella qualifica finale per la Indy 500 2016. Il pilota canadese, che lo scorso anno aveva rischiato di perdere la vita in un tremendo botto nelle libere, ha sfruttato come meglio non poteva il nuovo e pi&ugrave; performante pacchetto di casa Honda regalando al team Schmidt un risultato di enorme rilievo anche per la facilit&agrave; con cui &egrave; stato conquistato. Hinchcliffe ha infatti comandato sia al sabato sia alla domenica, riprendendosi la pole dopo una serie di giri velocissimi messi a segno da Josef Newgarden con la Dallara-Chevy del team di Ed Carpenter. Sia per Hinchcliffe, sia per Newgarden, il punto sar&agrave; ora cercare di mantenere lo stesso passo anche in gara, una missione molto difficile considerata la solidit&agrave; anche ingegneristica dei team Andretti Autosport e Penske.    La squadra diretta da Michael Andretti ha messo in mostra un trio di punta di grande spessore con il suo leader indiscusso Ryan Hunter-Reay affiancato da Townsend Bell, normalmente commentatore televisivo della serie e presente solo a Indy in abitacolo, e Carlos Munoz, colombiano dal feeling incredibile con lo Speedway dell&rsquo;Indiana. I tre di Andretti, va notato, sono gli unici piloti che, nei quattro giri di qualifica, sono stati in grado di aumentare costantemente la loro media oraria, mentre quasi sempre si verificano assestamenti: segno di un potenziale enorme. Accanto a loro anche Marco Andretti e Alexander Rossi, rimasti per&ograve; fuori dai &ldquo;Fast Nine&rdquo;.    In casa Penske si partir&agrave; pi&ugrave; staccati, ma anche per i piloti del Capitano le cose potrebbero essere diverse in gara dato che si &egrave; chiaramente visto come tutti loro abbiano gi&agrave; un perfetto controllo di macchina. Forse, hanno semplicemente preso meno rischi nell&rsquo;assetto per le prove. Oltre al trio Power-Pagenaud-Castroneves, a cui &egrave; riuscito l&rsquo;accesso alla sessione finale, non va dimenticato anche Juan Pablo Montoya, che partir&agrave; a met&agrave; schieramento. Tra l&rsquo;altro Montoya &egrave; stato fermato nel tentativo &ldquo;buono&rdquo; da un sacchetto di plastica arrivato sulla sua vettura: tornato in pista in extremis, non &egrave; riuscito a migliorarsi.    In difficolt&agrave; invece il team Ganassi, con tutte le vetture fuori dalla qualifica decisiva. Forse Scott Dixon e Tony Kanaan metteranno a posto le cose nelle ultime libere, aiutando anche Max Chilton e Charlie Kimball&hellip; mentre gli altri dovranno necessariamente sperare in capovolgimenti di fronte. Ultimo invece sar&agrave; Alex Tagliani, finito a muro nel suo tentativo, senza conseguenze fisiche.  I risultati finali delle qualifiche per la centesima Indy 500:  1 &ndash; James Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) &ndash; Schmidt 371.372 km/h  2 &ndash; Josef Newgarden (Dallara DW12-Chevy) &ndash; ECR &ndash; 371.276  3 &ndash; Ryan Hunter-Reay (Dallara DW12-Honda) &ndash; Andretti &ndash; 371.192  4 &ndash; Townsend Bell (Dallara DW12-Honda) &ndash; Andretti &ndash; 370.923  5 &ndash; Carlos Munoz (Dallara DW12-Honda) &ndash; Andretti &ndash; 370.611  6 &ndash; Will Power (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Penske &ndash; 369.616  7 &ndash; Mikhail Aleshin (Dallara DW12-Honda) &ndash; Schmidt &ndash; 369.444  8 &ndash; Simon Pagenaud (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Penske &ndash; 368.763  9 &ndash; Helio Castroneves (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Penske &ndash; 368.725  10 &ndash; Oriol Servia (Dallara DW12-Honda) &ndash; Schmidt &ndash; 368.636  11 &ndash; Alex Rossi (Dallara DW12-Honda) &ndash; Andretti &ndash; 367.692  12 &ndash; Takuma Sato (Dallara DW12-Honda) &ndash; Foyt &ndash; 366.977  13 &ndash; Scott Dixon (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Ganassi &ndash; 366.916  14 &ndash; Marco Andretti (Dallara DW12-Honda) &ndash; Andretti &ndash; 366.881  15 &ndash; JR Hildebrand (Dallara DW12-Chevy) &ndash; ECR &ndash; 366.731  16 &ndash; Charlie Kimball (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Ganassi &ndash; 366.644  17 &ndash; Juan Pablo Montoya (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Penske &ndash; 366.422  18 &ndash; Tony Kanaan (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Ganassi &ndash; 366.013  19 &ndash; Sebastien Bourdais (Dallara DW12-Chevy) &ndash; KV &ndash; 366.010  20 &ndash; Ed Carpenter (Dallara DW12-Chevy) &ndash; ECR &ndash; 365.685  21 &ndash; Gabby Chaves (Dallara DW12-Honda) &ndash; Coyne &ndash; 365.630  22 &ndash; Max Chilton (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Ganassi &ndash; 364.816  23 &ndash; Sage Karam (Dallara DW12-Chevy) &ndash; D&amp;R &ndash; 364.413  24 &ndash; Conor Daly (Dallara DW12-Honda) &ndash; Coyne &ndash; 364.214  25 &ndash; Pippa Mann (Dallara DW12-Honda) &ndash; Coyne &ndash; 363.721  26 &ndash; Graham Rahal (Dallara DW12-Honda) &ndash; Rahal &ndash; 363.466  27 &ndash; Matt Brabham (Dallara DW12-Chevy) &ndash; KV &ndash; 363.272  28 &ndash; Bryan Clauson (Dallara DW12-Honda) &ndash; Coyne &ndash; 362.530  29 &ndash; Spencer Pigot (Dallara DW12-Honda) &ndash; Rahal &ndash; 361.856  30 &ndash; Stefan Wilson (Dallara DW12-Chevy) &ndash; KV &ndash; 361.462  31 &ndash; Jack Hawksworth (Dallara DW12-Honda) &ndash; Foyt &ndash; 361.452  32 &ndash; Buddy Lazier (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Lazier &ndash; 357.522  33 &ndash; Alex Tagliani (Dallara DW12-Honda) &ndash; Foyt &ndash; senza tempo 

Il canadese al top un anno dopo il drammatico incidente 2015

Hinchcliffe va in pole ad Indy

James Hinchcliffe ha conquistato a sorpresa la leadership nel primo turno di qualifica per la 500 Miglia di Indianapolis 2016. La prima sessione, mirata a dividere i &ldquo;fast nine&rdquo;, i nove piloti pi&ugrave; veloci del gruppo che si giocheranno la pole, da tutti gli altri, ha visto una serie di tentativi dell&rsquo;ultimo minuto che hanno premiato il pilota di Sam Schmidt. In seconda piazza, &egrave; riuscito ad entrare nel pacchetto di testa anche Ryan Hunter-Reay: se la media sui quattro giri di Hinchcliffe &egrave; stata inavvicinabile, il pilota del team Andretti ha marcato il miglior giro singolo della giornata in 39&rdquo;0297, vicinissimo alla barriera delle 232 miglia orarie di media (373 km/h).  &nbsp;  Terzo e quarto posto per le prime due vetture del team Penske, quelle di Will Power ed Helio Castroneves, mentre Townsend Bell, sulla Dallara &ldquo;extra&rdquo; del team Andretti per la 500 miglia, ha continuato a mostrare un grande stato forma al quinto posto. Tra i &ldquo;fast nine&rdquo; anche Josef Newgarden e Mikhail Aleshin, compagno di colori di Hinchcliffe, mentre Carlos Munoz e Simon Pagenaud hanno completato il pacchetto di testa: il francese &egrave; tuttavia sembrato molto pi&ugrave; forte di quanto il risultato non lasci intendere. Fuori dalla lotta per la pole nomi di rilievo come Juan Pablo Montoya, vincitore lo scorso anno e Scott Dixon, comunque miglior rappresentante del team Ganassi.  &nbsp;  L&rsquo;attivit&agrave; del sabato, disturbata nella mattinata dalla pioggia, ha anche portato due incidenti. Il primo ha coinvolto Max Chilton, che ha osato troppo in curva 2 finendo nelle barriere senza conseguenze fisiche. Il secondo, causato dalla rottura di un componente dell&rsquo;ala posteriore, ha spedito in testacoda Pippa Mann. Pochi in questo caso i danni alla vettura.  &nbsp;  I &ldquo;fast nine&rdquo; al termine della prima sessione di qualifica per la Indy 500 2016:  &nbsp;  1 - James Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) - Schmidt - 371.672 km/h  2 - Ryan Hunter-Reay (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 371.445  3 - Will Power (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 371.334  4 - Helio Castroneves (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 370.954  5 - Townsend Bell (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 370.877  6 - Josef Newgarden (Dallara DW12-Chevy) - ECR - 370.518  7 - Mikhail Aleshin (Dallara DW12-Honda) - Schmidt - 370.485  8 - Carlos Munoz (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 370.428  9 - Simon Pagenaud (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 370.313 

Decisi i nove piloti che si giocheranno la pole, a muro Max Chilton e Pippa Mann

Indy, Hinchcliffe al top nelle prime qualifiche

L'ultimo della serie di incidenti - ormai 5 - che hanno caratterizzato le prove in preparazione alla 500 Miglia di Indianapolis, quello accaduto a James Hinchcliffe, poteva rivelarsi ancor pi&ugrave; drammatico di quanto gi&agrave; non sembrasse dalle immagini, dati la violenza dell'urto e l'angolo d'impatto contro il muretto della curva 3.  Stando a indiscrezioni, in quanto non vi sono ancora informazioni ufficiali pi&ugrave; precise al di l&agrave; del fatto che sia stato necessario un intervento chirurgico alle gambe, Hinchcliffe avrebbe perso il controllo della sua Dallara-Honda per via di un cedimento alla sospensione destra. Ma soprattutto pare che nell'impatto il braccetto della sospensione sia penetrato nell'abitacolo, attraversando prima la gamba destra per poi finire anche in quella sinistra.  Tuttavia, oltre alle lesioni in s&eacute;, ad aggravare la situazione sarebbe stata soprattutto la copiosa perdita di sangue in quel momento. Sembra di poter dire che se non fosse stato per il rapido intervento dei soccorsi, che avrebbero anche dovuto tagliare il braccetto per riuscire ad estrarre il pilota dall'abitacolo, il 28enne pilota canadese avrebbe rischiato ben di pi&ugrave; che non la rinuncia alla rimanente parte della stagione di gare. Al momento Hinchcliffe era comunque cosciente e sembra anche che una volta in ospedale non vi siano state invece particolari complicazioni in merito all'intervento chirurgico.  Stando ai dati diffusi, l'incidente &egrave; avvenuto quando Hinchcliffe stava affrontando la curva a una velocit&agrave; di circa 228 mph (sui 367 km/h) e l'incidente avrebbe causato una decelerazione di 125 G.  Maurizio Voltini  

L'ultimo incidente nelle prove della 500 Miglia &egrave; stato anche pi&ugrave; serio di quanto sembrasse, per il canadese

Indianapolis: stagione finita per Hinchcliffe 

&Egrave; stato Scott Dixon a conquistare la pole position per la novantanovesima edizione della 500 Miglia di Indianapolis. Il trentaquattrenne neozelandese si &egrave; imposto con una media sui quattro giri di 364,935 chilometri orari, incamerando la sua seconda partenza al palo nella maratona dell'Indiana.  A seguito degli incidenti, dei rinvii e delle modifiche agli aerokit&nbsp;per rallentare&nbsp;le macchine dopo i&nbsp; troppi incidenti del week end che hanno caratterizzato le fasi iniziali della sessione, team e piloti si sono trovati ad affrontare condizioni particolari, con un solo tentativo utile e prestazioni inferiori a quelle attese. In partenza, dietro alla vettura di Dixon ci saranno le due Dallara del team Penske di Will Power e Simon Pagenaud. Il capitano conter&agrave; anche su Helio Castroneves, quinto alle spalle del compagno di Dixon, Tony Kanaan, mentre Juan Pablo Montoya non ha risposto alle attese con un quindicesimo posto.  Con un gruppo di testa tutto Chevy, il primo dei piloti motorizzati Honda, e capofila dell'Andretti Autosport, &egrave; stato Justin Wilson, al suo ritorno in IndyCar. Con quattro giri puliti, l'inglese ha preceduto Sebastien Bourdais, Marco Andretti e Josef Newgarden.  Pregevole anche la prestazione di Ed Carpenter a dispetto della quarta fila. Lo statunitense &egrave; riuscito a rimettersi in piedi dopo il crash spettacolare della mattina con scontorno di fiamme per lo sfregamento a testa in gi&ugrave; della sua Dallara, anche grazie al team CFH che ha preparato a tempo di record il muletto. Pi&ugrave; lontano Ryan Hunter-Reay, vincitore nel 2014, mentre Simona de Silvestro aprir&agrave; la settima fila.  Difficolt&agrave;, tra gli altri, per il team Schmidt con James Hinchcliffe in ottava fila dietro anche al compagno James Jakes. Deludente il team Foyt, che con Takuma Sato era stato a tratti tra i protagonisti negli anni passati. Come detto, team e piloti hanno avuto un'occasione per marcare i loro tempi, con l'eccezione delle ultime posizioni. In una sessione separata, si &egrave; stabilito il nome dell'unico pilota a restare fuori dalla griglia. Si &egrave; trattato di Buddy Lazier. Arrivato a Indy con un programma dell'ultimo minuto, e con leasing limitatissimo del propulsore, il vincitore della Indy 500 1996 ha effettuato un tentativo disperato che non &egrave; andato in porto.  Salvi e qualificati in fondo&nbsp;Jack Hawksworth, Bryan Clauson e Stefano Coletti. Il monegasco, alla prima esperienza su un ovale, ha cercato la stabilit&agrave; di rendimento, lavorando per step. Partir&agrave; in ultima fila insieme a Clauson e James Davison. L'australiano, sostituito in qualifica da Tristan Vautier per via di un impegno nel GT USA, dovr&agrave; partire dal fondo.  Marco Cortesi La griglia di partenza per la 99a Indy 500 1. fila Scott Dixon (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 364,935 km/h Will Power (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 364,275 Simon Pagenaud (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 363,945  2. fila Tony Kanaan (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 362,912 Helio Castroneves (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 362,910 Justin Wilson (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 362,551  3. fila Sebastien Bourdais (Dallara DW12-Chevy) - KV Racing - 362,413 Marco Andretti (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 362,407 Josef Newgarden (Dallara DW12-Chevy) - CFH - 362,403  4. fila JR Hildebrand (Dallara DW12-Chevy) - CFH - 362,262 Carlos Munoz (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 362,170 Ed Carpenter (Dallara DW12-Chevy) - CFH - 361,914  5. fila Oriol Servia (Dallara DW12-Honda) - Rahal - 361,744 Charlie Kimball (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 361,689 Juan Pablo Montoya (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 361,550  6. fila Ryan Hunter-Reay (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 361,415 Graham Rahal (Dallara DW12-Honda) - Rahal - 360,960 Carlos Huertas (Dallara DW12-Honda) - Coyne - 360,868  7. fila Simona De Silvestro (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 360,232 James Jakes (Dallara DW12-Honda) - Schmidt - 360,155 Alex Tagliani (Dallara DW12-Honda) - Foyt - 360,046  8. fila Sage Karam (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 359,841 James Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) - Schmidt - 359,719 Conor Daly (Dallara DW12-Honda) - Schmidt - 359,659  9. fila Townsend Bell (Dallara DW12-Chevy) - Dreyer&amp;Reinbold - 359,603 Takuma Sato (Dallara DW12-Honda) - Foyt - 359,247 Pippa Mann (Dallara DW12-Honda) - Coyne - 359,051  10. fila Gabby Chaves (Dallara DW12-Honda) - Herta - 358,749 Sebastian Saavedra (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 358,720 Jack Hawksworth (Dallara DW12-Honda) - Foyt - 360,071  11. fila Stefano Coletti (Dallara DW12-Chevy) - KV Racing - 357,276 Bryan Clauson (Dallara DW12-Chevy) - KV Racing - 356,449 James Davison (Dallara DW12-Honda) - Coyne - 360,086*  *Sostituito in qualifica da Tristan Vautier

Qualifiche 500 Miglia col brivido e i soliti incidenti. Svetta il team di Penske che con Power e Pagenaud monopolizza la prima fila. Delude Montoya

Indy500: Dixon pole, Carpenter crash

Gi&agrave; nelle prove in preparazione alla 500 Miglia di Indianapolis, in questi due giorni, la sempre temibile pista americana ha visto un incidente fortunatamente tanto spettacolare quanto incruento. Protagonista ne &egrave; stato Helio Castroneves che dopo aver fatto segnare ieri il giro pi&ugrave; veloce al ritmo di 227,514 mph (366,148 km/h) nella prima ora di prove odierne &egrave; stato autore di un testacoda alla curva 1. Purtroppo, dopo aver picchiato contro il muro, la monoposto ha proseguito all'indietro ancora ad elevata velocit&agrave;, imbarcando aria e decollando.  Come si pu&ograve; vedere nel video a seguire, Castroneves ha fatto una giravolta verso l'avanti, ricadendo prima sul rollbar e poi sulle quattro ruote ormai gi&agrave; in corrispondenza della curva 2. Tuttavia, sebbene un po' intontito, ha potuto allontanarsi dalla macchina con le sue gambe e una volta visitato presso il centro medico del circuito &egrave; stato dimesso senza ulteriori problemi.  &laquo;Non ho ancora ben capito cosa sia successo - ha dichiarato poi Helio - ma ho perso la macchina alla curva 1 e mi sono girato. Ma per fortuna l'impatto contro il muro non &egrave; stato molto violento, e anche l'atterraggio &egrave; risultato abbastanza morbido. Per cui devo dire che da tutti i punti di vista sono stato fortunato che non vi siano state botte davvero forti. L'incidente &egrave; stato impressionante, ma il buono &egrave; che &egrave; stato tutto l&igrave; e che mi senta piuttosto bene&raquo;.  Gli organizzatori hanno evidenziato che si trattava del primo incidente del mese sul quadriovale, dopo oltre 3.100 giri percorsi dai vari piloti. Per&ograve; quattro ore pi&ugrave; tardi &egrave; arrivato anche l'incidente di Pippa Mann. In questo caso la monoposto &egrave; invece "partita" all'uscita della curva 4 e dopo aver sbattuto di coda sul muretto interno, &egrave; andata a impattare con l'inizio del divisore della corsia box. Una botta piuttosto forte che ha fatto girare pi&ugrave; volte la macchina su se stessa, ma anche in questo caso, dopo i soccorsi e i controlli, la Mann &egrave; stata lasciata libera di tornare a guidare dai medici. Macchina permettendo...  Ora il tre volte vincitore della 500 Miglia e la pilotessa inglese si prepareranno alle qualifiche, in programma i prossimi 16 e 17 maggio.  Maurizio Voltini  Il volo di Castroneves     L'incidente della Mann   

Pi&ugrave; veloce nelle prove per Indianapolis, decolla dopo un testacoda. Poi va a sbattere anche Pippa Mann: nessuna conseguenza per entrambi

Indy 500: Castroneves vola... due volte! (video)

Indycar Indianapolis, Power domina

Road Race a Indianapolis: tutte le immagini della gara

La quinta prova della Verizon IndyCar Series &egrave; quella che si &egrave; corsa a Indianapolis: non parliamo per&ograve; della 500 Miglia, che sar&agrave; la prossima gara nel weekend del 24 maggio, bens&igrave; del Grand Prix che si &egrave; corso sul tracciato "stradale" che sfrutta solo una parte del quadriovale e si snoda per 14 curve e 3,9 km. Questa "road race" ha visto il dominio di Will Power, quinto vincitore diverso e gi&agrave; autore della pole position: l'australiano non ha mai lasciato la prima posizione, nemmeno in una concitata partenza che ha visto in particolare un'entrata un po' fuori dalle righe di Helio Castroneves su Scott Dixon, che era 2&deg;, mandato in testacoda. Del caos seguente in tutto il gruppone ha fatto le spese in particolare Josef Newgarden ma anche Luca Filippi, che era riuscito a proseguire ma in realt&agrave; con danni seri un po' dappertutto. Alla prima sosta si &egrave; provveduto a ripararli, compreso un problema alla radio per sovrappi&ugrave;, ma il pit-stop &egrave; risultato talmente lungo che alla fine Filippi non ha potuto ottenere pi&ugrave; del 14&deg; posto.    Sul finire della gara Graham Rahal &egrave; riuscito ad avvicinare il capofila, sfruttando i consumi ridotti del suo motore Honda e una buona gestione delle soste che gli aveva permesso di scavalcare Simon Pagenaud e JuanPablo Montoya. Il colombiano si &egrave; classificato 3&deg;, posizione che lo mantiene al vertice della classifica generale davanti proprio a Power, anche grazie al ritiro del compagno di team dovuto a un problema elettronico. Sebastien Bourdais ha impostato una gara sulle gomme pi&ugrave; dure, montando le morbide solo alla fine, ma &egrave; risultato abbastanza veloce da ottenere il 4&deg; posto, davanti a Charlie Kimball e Helio Castroneves. 7&deg; e 8&deg; hanno concluso Tony Kanaan e Stefano Coletti, autori di un bel duello in cui il monegasco non ha certo fatto la figura del rookie, seguiti sul traguardo da Takuma Sato e Scott Dixon. Problemi invece per Francesco Dracone, classificato solo 22&deg;.  Interessante notare che a fine gara gli organizzatori hanno concesso al pubblico di "invadere" la pista, un po' come succede a Monza dopo il GP di Formula 1.  Maurizio Voltini

Dalla pole controlla poi il recupero di Rahal. Montoya 3&deg;, Coletti 8&deg;, Filippi coinvolto nel caos al via

Indycar: Power domina sull'Indy stradale

Quinta vittoria in carriera all'Indianapolis Motor Speedway per Jeff Gordon, che dominando la 400 Miglia Nascar di questo weekend ha eguagliato Michael Schumacher per il numero di successi conquistati sulla Brickyard. Gordon ha avuto tra le mani una vettura perfetta, che gli ha permesso di prendere subito il comando e di resistere anche quando, a centro corsa, il compagno al team Hendrick Kasey Kahne si era portato in testa.  Kahne si &egrave; trovato a dover risparmiare pi&ugrave; carburante rispetto al "parco" Gordon e, di conseguenza, non ha scaldato al meglio le gomme in occasione dell'ultimo re-start con 17 tornate alla conclusione. Nonostante la ripartenza non sia uno dei fondamentali che ultimamente l'hanno visto eccellere, Gordon ha avuto cos&igrave; un'imperdibile chance di fuggire verso il successo.  Kahne ha terminato poi sesto, alle spalle di un terzetto del team Gibbs e del marchio Toyota composto da Kyle Busch, da un Denny Hamlin bravo a recuperare dopo un problema di rifornimento, e da Matt Kenseth. Quinto Joey Logano, unico pilota motorizzato Ford della top-10, mentre &egrave; arrivata una delusione per il poleman Kevin Harvick, rallentato da noie di set-up probabilmente dovute ad un problema meccanico. Da segnalare comunque che molte vetture hanno patito l'aumento delle temperature conseguente al progressivo miglioramento del meteo. Forse dovute anche a questo le giornate opache, tra gli altri, di Dale Earnhardt Jr, Jimmie Johnson e Brad Keselowski, mentre solo Trevor Bayne ha avuto un incidente degno di nota, quando dopo aver urtato leggermente il muro con la posteriore destra, la conseguente foratura l'ha mandato a muro.  Da segnalare che proprio Bayne &egrave; stato confermato dal Roush-Fenway Racing e correr&agrave; per Jack Roush e John Henry a tempo pieno nel 2015. Il giovane di Knoxville, noto oltre che per le performance in pista per essere affetto da sclerosi multipla, di fatto sostituir&agrave; Carl Edwards, in procinto (si dice) di passare alla corte di Joe Gibbs.  La classifica della John Wayne Walding 400 at the Brickyard, 20&ordf; tappa della Nascar Sprint Cup Series 1 - Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 giri 2 - Kyle Busch (Toyota) &ndash; Gibbs - 160 3 - Denny Hamlin (Toyota) &ndash; Gibbs - 160 4 - Matt Kenseth (Toyota) &ndash; Gibbs - 160 5 - Joey Logano (Ford) &ndash; Penske - 160 6 - Kasey Kahne (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 7 - Kyle Larson (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 8 - Kevin Harvick (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 160 9 - Dale Earnhardt Jr (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 10 - Austin Dillon (Chevy) &ndash; Childress - 160  Il campionato: 1. Gordon 717; 2. Earnhardt Jr. 693; 3. Keselowski 666; 4. Kenseth 661; 5. Johnson 628.     

A Indianapolis finisce poi 2&deg; Busch. Gordon rafforza la leadership in campionato su Earnhardt 9&deg;

Nascar: Gordon batte Kahne sul "risparmio"

Un lungo volo per Indianapolis, poi la visita di rito nella sede del team Rahal per la prima presa di contatto con la squadra che porter&agrave; Luca Filippi in pista il prossimo fine settimana.  Nella tappa di Houston la Indycar disputer&agrave; una doppia gara, una sabato ed una domenica, e per Filippi sar&agrave; una buona occasione visto che ha gi&agrave; corso sullo stesso tracciato lo scorso anno con il team di Brian Herta. &laquo;Sono molto carico &ndash; ha commentato Luca appena atterrato negli Stati Uniti &ndash; dovr&ograve; riprendere confidenza con la monoposto, ma c&rsquo;&egrave; tutto per poter fare una bella figura&raquo;. Filippi ha completato le operazioni di rito per adattare la posizione di guida nella sua Dallara, e da gioved&igrave; sar&agrave; in pista sul circuito texano.  Roberto Chinchero    

"Sono molto carico. Dovr&ograve; riprendere confidenza con la monoposto, ma c&rsquo;&egrave; tutto per poter fare una bella figura" 

Luca Filippi pronto al debutto con Rahal

Indy 500

dal nostro inviato a Indianapolis (Usa): Cesare Maria Mannucci  Scatter&agrave; domenica 25 alle ore 18,12 (in Italia) la 98&ordf; edizione della 500 Miglia di Indianapolis. Cerchiamo di capire quale tipo di gara vedremo, considerando le risultanze emerse durante una settimana di prove, in buona parte disturbata dal maltempo. Quanto vale la Pole di Carpenter ? Come gi&agrave; lo scorso anno, Ed Carpenter ha ottenuto la pole position alla velocit&agrave; media di 371,866 km/h, ma molto difficilmente potr&agrave; essere protagonista quando la gara entrer&agrave; nella fase pi&ugrave; determinante. Perch&eacute; Carpenter &egrave; un pilota veloce su un giro ma non ha il talento necessario per gestire una gara cos&igrave; complessa e complicata. A Indy il suo team schierer&agrave; due vetture, l&rsquo;altra affidata a J.R Hildebrand, che considerati i suoi trascorsi nella 500 Miglia, forse ha pi&ugrave; possibilit&agrave; di ben figurare rispetto al suo capo squadra. La Penske torner&agrave; alla vittoria ? Durante le prove Will Power &egrave; stato complessivamente il pilota pi&ugrave; costante, Castroneves parte in seconda fila, mentre Montoya, con la velocit&agrave; ottenuta nella seconda giornata di qualifiche, sarebbe partito anche lui in prima fila. Durante i giorni di inattivit&agrave; che hanno preceduto la gara, la Penske ha utilizzato la sua grande struttura, facendo ricorso a tutti i programmi di simulazione, per affinare al meglio la vettura, considerando che la pioggia ha sensibilmente ridotto il lavoro in pista e la possibilit&agrave; di girare. La Penske non vince dal 2009, ora pu&ograve; farcela, sperando che a Power reggano i nervi. Come andr&agrave; il biturbo Honda ? Per la prima volta il motore biturbo della Honda correr&agrave; la 500 Miglia di Indianapolis. In termini di potenza e di arco di utilizzazione, il motore giapponese vale il Chevrolet, mentre alcuni dubbi possono esistere in termini di affidabilit&agrave;, considerando che le precedenti gare Indycar si sono svolte su distanze decisamente inferiori. La squadra di punta per la Honda &egrave; il team di Michael Andretti, che con James Hinchcliffe partir&agrave; in prima fila al fianco di Carpenter. Cosa far&agrave; Pablo Montoya. Il colombiano torna a Indianapolis dopo 14 ani di assenza. Nelle prime gare Indycar su circuiti stradali ha indubbiamente sofferto, ma a Indy dal primo giorno ha tenuto subito il ritmo dei migliori. Ha talento, velocit&agrave; ed esperienza per potere vincere la gara, ma gli mancano un numero sufficiente di giri in prova per conoscere meglio il rendimento delle gomme. Soprattutto quando queste perdono efficenza ed aumenta l&rsquo;effetto deriva in curva; e la conoscenza sui correttivi da apportare dall&rsquo;abitacolo, giro per giro, che poi sono il segreto per vincere a Indianapolis. Cosa far&agrave; Jacques Villeneuve Il candadese ha sofferto, sia in prova, che in qualifica che durante il Carburation Day. Certamente il team di Sam Schmidt non ha il potenziale per seguire la sua vettura come quella di Simon Pagenaud. La sua squadra &egrave; fatta da meccanici e tecnici messi insieme per questa occasione. Ma nei primi giri per Villeneuve sar&agrave; tassativo forzare i tempi e prendere dei rischi per risalire dalle retrovie, altrimenti acccumuler&agrave; subito un gap che con queste vetture, dalla potenza limitata, e cos&igrave; simili nelle prestazioni, diventa poi impossibile da recuperare. L&rsquo;impresa di Kurt Busch Il campione Nascar tenter&agrave; il &ldquo;double duty&rdquo; ossia correr&agrave; lo stesso giorno la 500 Miglia di Indianapolis e la 600 Miglia di Charlotte, valida per il campionato Nascar Sprint Cup. Impegno fisico e mentale estremo, al limite della pericolosit&agrave;. Busch ha fatto quasi quotidianamente la spola tra le due citt&agrave;, tra le due vetture. Al debutto a Indy e in monoposto si &egrave; comportato benissimo, si &egrave; qualificato con il 12&deg; tempo, poi all&rsquo;ultimo giorno di prove, forse perch&eacute; troppo stanco, ha sbattuto violentemente distruggendo la sua vettura. Ora per la 500 Miglia, partir&agrave; con la vettura di riserva di Marco Andretti. Che ha provato durante il Carburation Day ma che non gli piace come l&rsquo;auto che ha usato in qualifica Ganassi in crisi? Il team Ganassi &egrave; stato piuttosto in ombra durante le qualifiche, con il manager americano che ha accusato la Chevrolet, restia ad aumentare la pressione di sovralimentazione, come permesso dal regolamento. Durante il Carburation Day, svoltosi in condizioni di gara, invece Kanaan e Dixon sono tornati ai vertici. Certo, sostituire un pilota come Dario Franchitti a Indianapolis non sar&agrave; facile, ma state certi, che quando la gara entrer&agrave; nella sua fase determinante, a 20 giri dalla fine, i Ganassi Boys saranno l&agrave; davanti Gli outsider Se vi piace il rischio e cercate una quota alta per scommettere, puntate su Simon Pagenaud. Alla sua terza Indy 500, il francese dispone del talento necessario per fare il colpaccio, come ha ha gi&agrave; fatto due settimane prima vincendo la gara sullo stradale. Oltre al lui indichiamo il nome di Carlos Munoz, lo scorso anno secondo al debutto, e sempre tra i pi&ugrave; veloci e costanti ogni giorno di prove.  A tutti, buona 500 Miglia.

Cerchiamo di capire le premesse per la classica Indy 500 che partir&agrave; domenica poco dopo le 18 italiane

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