Rester&agrave; negli annali come la &ldquo;guerra dei motori&rdquo;. Da una parte la Ferrari, dall'altra uno schieramento composto da Ecclestone, la Fia e l'appoggio di alcuni altri team. La Ferrari ha innescato la miccia&nbsp;ponendo il&nbsp;veto alla riduzione dei costi dei motori F1; la Fia per reazione&nbsp;ha deciso di introdurre i propulsori low cost. Ed &egrave; nato&nbsp;un braccio di ferro, raccontato anche nel numero odierno di Autosprint in edicola.  Il risultato sar&agrave; la probabile nascita nel 2017 di un nuovo motore: un propulsore standard a basso costo V6 2,2 litri turbo, potente uguale per&ograve; meno sofisticato meccanicamente ed elettronicamente degli attuali V6 turbo 1,6 ibridi. Il nuovo propulsore non sostituir&agrave; le power unit attuali ma le affiancher&agrave;. E sar&agrave; riservato a quelle squadre che non hanno&nbsp;abbastanza soldi per permettersi i costosi V6 ibridi di Ferrari, Mercedes e Renault.  L'epilogo di questa &ldquo;guerra dei motori&rdquo; &egrave; avvenuto nella serata di lunedi 26 ottobre, quando la Federazione Internazionale ha diramato un comunicato in cui&nbsp;ha reso pubblica la vicenda. Ma per comprenderla a fondo bisogna conoscere gli antefatti. Da tempo Ecclestone contesta&nbsp;l'elevato costo degli attuali motori F1 turbo ibridi voluti proprio dal Fia di Tot. Costano pi&ugrave; del doppio&nbsp;rispetto ai V8 aspirati di due anni fa. Attualmente chi volesse noleggiare per una stagione i V6 turbo ibridi da Ferrari o Mercedes dovrebbe essere pronto a sborsare qualcosa come 27 milioni di euro. Una cifra esagerata che secondo Ecclestone rischia di mettere in ginocchio le squadre meno ricche. Secondo il patron della F1 ci sono gi&agrave; tre team che rischiano di dover abbandonare la F1 perch&eacute; non hanno tanti soldi da investire nei motori. Probabilmente si riferisce a Marussia, Sauber e Force India. Ma anche Toro Rosso e Red Bull, per quanto ben finanziate, hanno i loro problemi visto che sono ancora in cerca di un motore per il 2016.  Adesso anche la Fia di Jean Todt si &egrave;&nbsp;convinta che i&nbsp;motori F1 costano troppo. Cos&igrave;&nbsp;Ecclestone e la Federazione, temendo di ritrovarsi con solo sei o sette team di F1 in griglia di partenza nei prossimi anni, hanno deciso di correre ai ripari. E hanno proposto alla scorsa riunione del Gruppo Strategico F1 una serie di misure per ridurre i costi dei motori, compresa la standardizzazione di alcuni componenti del motore. L'obiettivo era quello di far scendere a 10,5 milioni di euro il costo del noleggio delle power unit attuali e a 7 milioni quello per i motori dell'anno precedente.  Ma la Ferrari si &egrave; opposta e ha usato la famosa arma del veto: un diritto &ldquo;politico&rdquo; esclusivo di cui gode soltanto lei, che le fu concesso anni fa in virt&ugrave; del suo status di squadra pi&ugrave; prestigiosa della F1. Si tratta del diritto di bloccare una norma regolamentare in via di approvazione. La Ferrari non aveva mai usato prima ai tempi di Montezemolo il diritto di veto, nemmeno nei momenti pi&ugrave; contrasto pi&ugrave; aspri. Marchionne invece non ci ha pensato due volte a farlo impiegare.  Fia ed Ecclestone hanno dovuto incassare il veto Ferrari e hanno deciso di non opporsi lasciando lo status quo degli attuali motori. Ma hanno reagito con una contromossa: hanno proposto un bando per dar vita al progetto di un motore &ldquo;clienti&rdquo; a basso costo riservato a tutti i team che ne faranno richiesta. Questo motore, come vi abbiamo anticipato, sar&agrave; un V6 2,2 litri turbo con due kers ma senza Mgu-H (il recupero di energia dal calore del turbo) che dovr&agrave; erogare la stessa potenza delle attuali power unit ibride 1,6 litri: cio&eacute; circa 850/900 cavalli.  Il costo secondo la Fia non dovr&agrave; superare i 7 milioni di euro, contro i 27 delle attuali power unit. Cos&igrave; da consentire anche a team in crisi di budget di poterlo utilizzare. Tra i motoristi interessati a costruire il propulsore F1 clienti low cost ci sono gi&agrave; Cosworth e Illmor. Ovviamente la mossa di aprire a motori standard a basso costo in F1 ha lo scopo di mettere in difficolt&agrave; Ferrari e Mercedes togliendo loro clienti.  Alberto Sabbatini  La storia completa sul numero di Autosprint in edicola

Maranello usa l'arma del veto per non far abbassare i prezzi delle power unit. La Fia replica dando vita ai propulsori low cost turbo V6 2,2 litri

F1: guerra di motori Ferrari-Fia

La &ldquo;formula-low cost&rdquo; pu&ograve; funzionare? Al momento, appare l&rsquo;ultima spiaggia (o quasi) per riportare il pubblico negli autodromi in Europa. Sembrano essersene accorti anche in Inghilterra, con Silverstone che prova a giocare sulle promozioni per abbassare il prezzo dei biglietti e riempire tribune e prati. &laquo;Quando ho proposto l&rsquo;idea di un biglietto a 99 sterline (circa 135 euro al cambio attuale; ndr), mi &egrave; stato detto che non si poteva fare, era una follia&raquo;, spiega Patrick Allen ad Autosport, nuovo amministratore delegato della societ&agrave; che gestisce il circuito e organizza il Gran premio di Gran Bretagna.  &laquo;Ho detto: proviamo. Abbiamo messo in vendita 1000 biglietti e sono andati esauriti in 22 minuti. Abbiamo continuato con la promozione fino alle 17:00 della stessa giornata e abbiamo venduto 6000 tagliandi. In totale abbiamo ricevuto 18 mila richieste: hanno intasato le linee&raquo;, aggiunge. Considerando che parliamo di un biglietto per il prato, altrimenti offerto a 236 euro per la tre giorni del gran premio, e non si tratta di prezzi propriamente popolari &ndash; a Monza, per dare un metro di paragone, in prevendita l&rsquo;abbonamento per il prato &egrave; offerto a 95 euro, al pari di Zeltweg, che offre anche la tribuna centrale in abbonamento a meno di 500 euro &ndash; i numeri sono assolutamente confortanti. &laquo;Sappiamo che la domanda c&rsquo;&egrave;, la gente vorrebbe venire ma non possono a causa del prezzo&raquo;, continua Allen.  Per il futuro, la politica di prevendita punter&agrave; a dare ancora pi&ugrave; vantaggi a quanti anticiperanno l&rsquo;acquisto, un po&rsquo; come pianificare le vacanze con largo anticipo, spuntando il prezzo migliore: &laquo;Vogliamo rendere la struttura di vendita dei biglietti trasparente: se compri in anticipo, otterrai il miglior affare. All&rsquo;avvicinarsi dell&rsquo;evento, costeranno di pi&ugrave;. Il piano &egrave; di renderlo operativo dal prossimo anno&raquo;.  Se il contenimento dei costi sul fronte interno, delle scuderie, appare lungi dal concretizzarsi, iniziative spontanee degli organizzatori non possono che salutarsi positivamente: almeno qualcuno sembra aver compreso che il giocattolo s&rsquo;&egrave; gi&agrave; rotto, e prima che vada in mille pezzi &egrave; bene provare a salvare il salvabile, ripartendo dal pubblico. Un&rsquo;ulteriore sforbiciata sul costo dei tagliandi sarebbe possibile immaginarla se solo si limitassero anche le richieste economiche da parte chi detiene i diritti commerciali della Formula 1, auspicio destinato a restare campato in aria.  f.p.

Boom di richieste per i tagliandi in vendita a prezzi ribassati, l&rsquo;unica strada per riportare il pubblico negli autodromi

2 risultati per 'low-cost'

F1: guerra di motori Ferrari-Fia

A Silverstone si sperimentano i biglietti “low-cost”