        Alla fine, Laguna Seca servir&agrave; solo ad Honda e Chevrolet per decidere a quale dei due motoristi andr&agrave; il campionato 2023. Questo perch&eacute; la IndyCar 2023 il nome del suo padrone lo ha gi&agrave; trovato: Alex Palou. Un bis dopo quello del 2021, un titolo ad un certo punto previsto ma assolutamente strameritato: il campionato americano a ruote scoperte parla, ancora, spagnolo. Palou campione a Portland: la cronaca Un 2023 da urlo Difficilmente si sono viste superiorit&agrave; come quella di Alex Palou in un campionato storicamente equilibrato come quello della IndyCar. Basti pensare che era dal 2007, con Sebastien Bourdais, che non si arrivava all'ultima gara con il titolo gi&agrave; deciso. Merito di una cavalcata trionfale, quella che ha condotto Palou al secondo alloro personale in IndyCar e Chip Ganassi alla 15&deg; affermazione nel campionato (4 volte nella vecchia CART, 11 da quando si chiama IndyCar). Pi&ugrave; forte di tutto e tutti, Palou: 5 vittorie in 16 gare, 9 podi totali, 2 pole position e quasi sempre in top 5 (12 volte su 16), un numero tutt'altro che banale considerata la compattezza della griglia nel campionato statunitense. Niente da fare dunque per Scott Dixon o chi, come lui, ha provato ad infastidire Palou in questo 2023: ci riproveranno l'anno prossimo, perch&eacute; per questa stagione proprio non ce n'era. Altri orizzonti: F1 e 500 Miglia di Indianapolis Un paio d'anni fa, parlando con lui, ci disse che tra dieci o venti anni si sarebbe visto ancora in IndyCar, a battagliare per titoli e vittorie. Un'idea nata osservando il suo illustre compagno di squadra, Scott Dixon, che a 43 anni d'et&agrave; e dopo 6 titoli &egrave; ancora l&agrave; a battagliare con l'entusiasmo del ragazzino. A 26 anni per&ograve; &egrave; difficile non immaginare un futuro diverso, non pensare a quella F1 che ad Alex Palou, da pilota di estrazione europea nonostante le sue esperienze in America ed in Giappone, fa gola come a tutti i suoi colleghi, e questo senza voler affatto sminuire il campionato IndyCar. E' proprio pensando alla F1, forse, che Alex &egrave; finito al centro delle cronache, oltre che per le vittorie, anche per situazioni contrattuali complicate: lo scorso anno, insieme alla Monaco Increase Management dell'italiano Salvatore Gandolfo (societ&agrave; che lo ha gestito negli ultimi anni), aveva stretto un accordo, non senza rendere irrequieto Chip Ganassi, per lavorare con la McLaren, con la quale ha disputato alcuni test su vecchie vetture di F1, sedute al simulatore e soprattutto le prove libere del GP Usa 2022. Un inizio di collaborazione che lo ha portato ad essere terzo pilota per il 2023, con un programma ad hoc (avrebbe dovuto girare in due sessioni di libere dopo la fine del campionato IndyCar) per la F1, prima dello sbarco in McLaren IndyCar per la stagione 2024. Forse la prospettiva di continuare a vincere ancora con Ganassi, forse una presa di coscienza che la F1 sarebbe stata un sogno proibito ancora per qualche anno, ecco che spiazzando tutti, compresa la stessa MIM (che per&ograve; non ha rotto l'accordo con il pilota), Palou ha deciso di rompere il contratto con McLaren per restare con Ganassi pure nel 2024. Con la McLaren F1 contrattualmente legata a Piastri e Norris e le discussioni non andate a buon fine con Williams, Haas ed AlphaTauri,&nbsp;discussioni che non sono approdate ad un'offerta di contratto vera e propria, Palou ha probabilmente intuito che per il Circus non c'era margine nel brevissimo termine ed ha fatto una scelta forte, una scelta che Zak Brown non ha preso bene, minacciando vie legali. Situazione che eventualmente Alex Palou affronter&agrave;, ma ormai ha deciso di restare con la squadra con cui ha vinto due titoli: con Ganassi vuole fare il tris nel 2024, anno nel quale spera di coronare l'altro grande sogno, vincere la 500 Miglia di Indianapolis. Chi vivr&agrave; vedr&agrave; Alex Palou &egrave; ormai un nome grosso dell'automobilismo internazionale, inutile negarlo. Con lui, la Spagna sta scoprendo il gusto di godersi le corse d'Oltreoceano, con lui che non dimentica le radici ma che per il momento, in America, pare aver trovato il paradiso. Il suo futuro &egrave; qui, almeno questo sta dicendo con la recente decisione di restare con Ganassi. Potrebbe essere lo Scott Dixon del futuro, che continua ad essere un riferimento per le giovani leve, potrebbe diventare l'europeo pi&ugrave; vincente di sempre in IndyCar, ma potrebbe diventare, chiss&agrave;, pure il primo campione IndyCar a debuttare in F1 dopo tanti anni, se un giorno le condizioni lo consentiranno, ma non prima di aver portato a casa almeno un'edizione della 500 Miglia. A 26 anni, insomma, il futuro di Alex Palou &egrave; ancora tutto da scrivere.       

Secondo titolo per lo spagnolo dopo quello del 2021, arrivato al termine di un campionato praticamente perfetto: il prossimo anno Palou difender&agrave; la corona insieme a Ganassi, il tutto mentre &egrave; finito al centro di una bega contrattuale con McLaren

Alex Palou, quando la IndyCar parla spagnolo

        Abituiamoci a vederlo sempre pi&ugrave; spesso ai box, intento a seguire le vicende dei Gran Premi. Alex Palou, campione IndyCar 2021, sar&agrave; ufficialmente terzo pilota per la McLaren F1 nel 2023, un ruolo che lo far&agrave; stare ancora pi&ugrave; vicino al mondo della F1. Dopo l'apparizione nelle libere 1 di Austin ed i test privati con la casa di Woking, il classe 1997 si &egrave; assicurato il ruolo di pilota di riserva, veste in cui seguir&agrave; il team ad ogni GP laddove non ci sar&agrave; concomitanza con il suo impegno nella IndyCar. Ricciardo saluta McLaren: ecco cosa si aspetta dal 2023 Alex pronto a ripagare la fiducia di Woking Grande felicit&agrave; per il pilota spagnolo e grande soddisfazione per Salvatore Gandolfo, che con la sua societ&agrave;, la Monaco Increase Management che gestisce Palou, &egrave; riuscito a portare il suo pilota in Formula 1. Contento pure Andreas Seidl per aver trovato ci&ograve; che cercava: sia l'apparizione nel GP degli Usa sia i test privati con la MCL35M, la macchina del 2021, hanno convinto il team principal a scegliere Alex come possibile prima alternativa a Lando Norris ed Oscar Piastri, che saranno i piloti titolari per il team di Woking nella stagione 2023. "Sono entusiasta di far parte del team McLaren come uno dei loro piloti di riserva nel 2023 - ha dichiarato Palou nella nota ufficiale -, sono stato al volante sia della MCL35M che della MCL36 ed &egrave; stata una grande esperienza, quindi non vedo l'ora di mettermi all'opera anche con la macchina del prossimo anno. Sono ansioso di continuare la mia crescita come pilota e apprezzo la fiducia che la McLaren ha dimostrato di avere in me affidandomi questo nuovo ruolo per l'anno prossimo".&nbsp;  Per Salvatore Gandolfo che lo gestisce, si tratta di "un altro passo importante nella carriera di Alex Palou. Tutti in MIM sono orgogliosi di lui e siamo felici di supportare la sua crescita professionale attraverso il nostro management&rdquo;.  Seidl impressionato da Palou Questo invece il commento di Andreas Seidl, team principal della McLaren: "La squadra &egrave; lieta di avere Alex a bordo come uno dei nostri piloti di riserva per la prossima stagione. Ci ha impressionato con la sua sessione di FP1 ad Austin ed i suoi test di sviluppo per i piloti quest'anno. Finora ha ottenuto molti risultati importanti nel motorsport, in particolare il titolo del campionato IndyCar 2021, quindi &egrave; fantastico poter espandere il suo ruolo nel team e non vediamo l'ora di lavorare pi&ugrave; a stretto contatto con lui".&nbsp;       

Lo spagnolo, campione IndyCar 2021, ha convinto il team di Woking ad inserirlo come pilota di riserva nell'organigramma dopo le buone impressioni fatte sia nelle libere 1 di Austin che nei test privati

Ufficiale: Palou pilota di riserva per la McLaren nel 2023

Un sogno che si avvera, proprio sulla pista che sorge non lontana dalla sua cittadina nat&igrave;a, Sant Antoni de Vilamajor. Al circuito del Montmel&ograve;, Alex Palou, campione IndyCar 2021, &egrave; finalmente riuscito ad effettuare un test vero e proprio a bordo di una monoposto di Formula 1, la McLaren MCL35M, coronando il desiderio che aveva da bambino.  Un&#39;esperienza che aumenta  La prima volta a bordo di una monoposto di Formula 1 &egrave; un momento speciale per ogni pilota, ed Alex Palou non ha fatto eccezione. Dopo aver testato in carriera, oltre alle formule propedeutiche, vetture di IndyCar, Superformula, GT ed i prototipi della 24 Ore di Daytona, lo spagnolo ha aggiunto questa esperienza ad una lista che, nonostante l&#39;et&agrave; (Alex &egrave; un classe 1997), inizia a farsi lunga. A tutto vantaggio di una crescita a 360 gradi, con il 2023 che lo vedr&agrave; impegnato nel doppio ruolo di pilota titolare con Chip Ganassi in America, in IndyCar, e di pilota di riserva per la McLaren F1. Dopo le problematiche contrattuali, per Palou e la Monaco Increase Management di Salvatore Gandolfo che lo gestisce, la miglior soluzione possibile: continuare in IndyCar in una posizione di primo livello, in grado di fornire opportunit&agrave; per il titolo, ed al tempo stesso rimanere in forte contatto con il mondo F1.  Tre giorni positivi  Parlando del test, arrivato dopo una serie di prove al simulatore, non essendo una sessione ufficiale non ci sono riferimenti cronometrici da dare, sebbene a quanto sembra Palou e Pato O&#39;Ward, che con lo spagnolo ha condiviso il volante della McLaren MCL35M (la monoposto 2021) nella tre giorni di Barcellona, sono stati piuttosto vicini nei tempi: una buona notizia per Palou, che rispetto al messicano non aveva mai girato in pista con quella monoposto e pi&ugrave; in generale con una monoposto di F1.  Nonostante un po&#39; di pioggia ad intermittenza, Palou ha completato il programma previsto: dopo una presa di contatto nella prima giornata, dedicata per lo pi&ugrave; a verificare sistemi di base e postazione alla guida, si &egrave; concentrato su long run e passaggi con poco carburante.  &nbsp;  Macchina diversa da qualunque altra  Ovviamente raggiante Palou alla fine delle prove: &quot;Questa &egrave; una macchina molto diversa da qualunque altra, e per me &egrave; stato un sogno che si &egrave; avverato. Ci vuole tempo per abituarsi all&#39;accelerazione ed alla frenata. Anche la manovrabilit&agrave; &egrave; molto diversa dalla Indycar, perch&eacute; la F1 ha il servosterzo e riduce lo sforzo sulle braccia, senza bisogno di ricorrere, a differenza della IndyCar, a molti controsterzi&quot;. 

Lo spagnolo della Monaco Increase Management di Salvatore Gandolfo ha effettuato una serie di test a Barcellona a bordo di una McLaren MCL35M, coronando il sogno di guidare una monoposto di F1

Palou, prima volta su una F1: &quot;Un sogno che si avvera&quot;

        La F1 &egrave; un sogno per il quale un giovane pilota &egrave; disposto a fare sacrifici, stringere i denti e non mollare mai. Cercando di superare tutto, ma proprio tutto: a volte anche le cause in tribunale. Per Alex Palou, campione della IndyCar 2021, le cose stanno andando proprio cos&igrave;: il contenzioso riguarda lui insieme alla societ&agrave; che lo rappresenta, ALPA Racing, ed il suo team attuale, Chip Ganassi Racing. Il tutto &egrave; dovuto all'accordo, in chiave 2023, tra Palou e la McLaren. McLaren, prospettive allettanti Nelle scorse settimane la McLaren, da intendersi come famiglia McLaren nel suo complesso e non solo come team Arrow McLaren SP che compete in IndyCar, ha avvicinato Alex Palou e la societ&agrave; di management che lo supporta, la Monaco Increase Management dell'italiano Salvatore Gandolfo, intavolando una trattativa con lo spagnolo classe 1997. Sul piatto, una serie di test con una vettura di Formula 1, per lo stesso tipo di prove che ha visto all'opera recentemente Colton Herta e qualche mese fa pure Pato O'Ward. Chiaro che per Palou questa fosse un'occasione unica per cimentarsi nel sogno di tutti, la F1, e lo spagnolo ha deciso di cogliere al volo questa opportunit&agrave;. Per lui si parla al momento di due test: uno a met&agrave; settembre con una McLaren MCL35M del 2021 (si presume in Portogallo), ed un altro a fine anno, ad Abu Dhabi, dove lo spagnolo potrebbe provare l'attuale MCL36 del 2022. A seconda di come andranno questi test, il destino di Palou potrebbe cambiare: ecco perch&eacute; &egrave; importante sottolineare che l'accordo &egrave; stato siglato con l'intero gruppo McLaren, che solo in un secondo momento decider&agrave; come e dove piazzare i piloti che ha sotto contratto. Ricordiamo infatti che la McLaren compete in Formula 1, in IndyCar, in Extreme E e sbarcher&agrave; nella prossima stagione in Formula E. Avere un bacino di piloti dal quale attingere permette alla societ&agrave; di Zak Brown di avere un'ampia scelta a seconda delle esigenze, e da questo bacino potrebbe pescare anche il pilota che affiancher&agrave; Norris nel mondiale di F1 2023: nonostante le smentite ed il contratto in essere fino a tutto il 2023, a quanto pare Daniel Ricciardo si sta gi&agrave; guardando intorno, ed ha gi&agrave; chiesto informazioni sul mondo IndyCar. Ecco perch&eacute;, per Alex Palou, questi test con la casa di Woking sono troppo importanti: potrebbero addirittura spalancargli le porte della F1. Ma Ganassi non ci sta I problemi sono nati quando Palou ha espresso la sua volont&agrave; di lasciare il team Ganassi. Chip Ganassi aveva preso sotto la sua ala Palou alla fine del 2020, al termine della prima stagione in America dello spagnolo, che aveva colto un podio nella sua annata con Dale Coyne. Poi un meraviglioso 2021, nel quale il pilota &egrave; andato probabilmente oltre le aspettative del suo stesso team, vincendo al primo colpo un titolo che oggi, a cinque appuntamenti dalla fine del campionato, pu&ograve; ancora difendere. Chiaro che lo status del pilota, rispetto a quando &egrave; sbarcato nel mondo Ganassi, sia cambiato. Palou, a quanto ci risulta, si sarebbe aspettato una maggior signorilit&agrave; da parte della sua squadra attuale, tenendo in mente due requisiti fondamentali: primo la F1 &egrave; il sogno di tutto, secondo la F1 &egrave; un sogno che al momento, rispetto alla McLaren, Ganassi non pu&ograve; assolutamente offrire. Per la storia agonistica vissuta insieme, Alex si sarebbe aspettato maggior comprensione da questo punto di vista, e dopo il suo annuncio verbale all'interno del team ha proseguito con un annuncio scritto, formale, in cui annunciava la sua volont&agrave; di lasciare la CGR. Ganassi, compresa la situazione, ha esercitato l'opzione a suo favore pochi giorni prima che lo spagnolo chiudesse l'accordo con la casa inglese. Da qui, il paradosso: Alex Palou ha formalmente due contratti per il 2023. Ganassi ha dunque citato in giudizio il pilota e la societ&agrave; che lo rappresenta, l'ALPA. Lo spagnolo ha tutto il supporto della McLaren e della Monaco Increase Management, anche se, ripetiamo, l'unico ad essere stato citato in giudizio &egrave; lui. A questo punto il rischio &egrave; quello di andare dritti in tribunale, anche se gli avvocati del pilota si sono mossi sperando in una risoluzione che possa soddisfare entrambe le parti: "Siamo delusi dal fatto che Chip Ganassi Racing stia tentando di impedire ad Alex - si legge nella nota dei difensori dello spagnolo - di avere l'opportunit&agrave; di competere in Formula 1, e ancor di pi&ugrave; dalle vie legali intraprese dalla CGR insieme ai continui commenti alla stampa su questo argomento. Alex ha costantemente fatto del suo meglio per la CGR ed &egrave; un peccato che CGR stia tentando di negare ad Alex questa opportunit&agrave;. Ci auguriamo che le parti possano risolvere la questione amichevolmente, ma in caso contrario, saremo pronti a risolvere la questione in un arbitrato privato, come richiesto dalla CGR". &nbsp; Muro contro muro Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, dunque, Palou e Ganassi dovranno trovare un accordo se non vogliono chiudere la questione in tribunale, laddove la squadra pu&ograve; s&igrave; impugnare il contratto, ma al tempo stesso il pilota ed i suoi avvocati potranno difendersi ricordando come un datore di lavoro (perch&eacute; di questo parliamo) non possa obbligare un suo dipendente ad operare contro la sua volont&agrave;. Perch&eacute; il punto &egrave; proprio questo: se anche Ganassi dovesse vincere, &egrave; chiaro che comunque non ci sarebbero pi&ugrave; le condizioni per proseguire insieme nella prossima stagione. Come via risolutiva, sullo sfondo resta la possibilit&agrave; di un accordo economico che liberi Palou e che gli possa permettere, in quel caso, di intraprendere l'avventura McLaren in modo definitivo.       

Ganassi ha esercitato l'opzione per il 2023, anno nel quale per&ograve; il pilota vuole essere con McLaren: a seconda di come andranno i test in programma con la casa di Woking, per lui potrebbero aprirsi le porte della F1

Palou non molla il sogno McLaren F1: pronto alle vie legali con Ganassi

        L'America &egrave; un po' l'altra faccia delle corse, il modo pi&ugrave; appariscente di viverle. Daniele Audetto il motorsport lo ha vissuto a tutto tondo, attraverso le varie epoche e con ruoli diversi: dai rally alla Formula 1, dalla Lancia alla Ferrari prima di gettarsi a vivere le varie sfaccettature del Circus tra Arrows, Renault, Super Aguri ed HRT. Oggi invece, da consulente della Monaco Increase Management di Salvatore Gandolfo, tifa Alex Palou, raggiunto nel fine settimana della 500 Miglia di Indianapolis. Anche gli incidenti fanno parte dello show Tornare in America, per l'iconica gara a Stelle e Strisce, &egrave; stato un modo per confrontare le corse americane con quelle europee. E sul confronto, Audetto ha le idee chiare: "Sono due mondi completamente diversi - ha detto a noi di Autosprint -, la F1 &egrave; l'apice della tecnologia, Indianapolis l'apice dello spettacolo. Diciamo che la percezione del pubblico americano &egrave; diversa da quella del pubblico europeo. Vedere vetture che vanno a quasi 400 all'ora per 500 Miglia &egrave; una cosa grandiosa, e diciamo la verit&agrave;, lo &egrave; anche per gli incidenti che si verificano, i quali sono spettacolo puro visivamente parlando. In F1 oggi, e per fortuna dico perch&eacute; non &egrave; che sono contrario, le misure di sicurezza, i disegni dei circuiti sono diversi, se c'&egrave; uno spigolo fuori norma fanno sciopero. E' una filosofia diversa. Qui accettano molto di pi&ugrave; il rischio, mentre la F1, giustamente perch&eacute; i piloti hanno la loro pelle da salvare, &egrave; tutto molto pi&ugrave; sicuro, sebbene anche ad Indy la Dallara abbia fatto un grandissimo lavoro. Assistere al doppio carpiato di Hertha e vedere che &egrave; rimasto illeso vuol dire che anche qui in America grazie alla Dallara sono stati fatti grandissimi progressi sulla sicurezza. Certo che le Formula 1 come adesso, con tutti i crash test che ci sono, sono indistruttibili e le piste sono molto sicure, quindi lo spettacolo &egrave; pi&ugrave; legato all'azione dei sorpassi. E' la filosofia ad essere completamente diversa. Quindi direi che la tecnologia svetta in Europa e lo spettacolo in America". Una F1 sempre pi&ugrave; americana Al di l&agrave; delle immagini della pista, ad Audetto non dispiace neanche il modo in cui Liberty Media ha deciso di aprirsi, puntando pi&ugrave; sulla spettacolarizzazione dell'evento: "Sulla spettacolarit&agrave;, teniamo presente che Liberty Media sta un po' 'americanizzando' la F1. Lo si vede dal fatto che ci saranno tre gare in America, con tutto quel contorno organizzato a Miami. Per merito o per colpa, che dir si voglia, di Liberty, la F1 sta diventando sempre pi&ugrave; americana. Non dico che sia diventata pi&ugrave; spettacolo che tecnica, ma &egrave; chiaro che si stia dando sempre pi&ugrave; importanza allo show rispetto all'epoca di Bernie Ecclestone. Ci si &egrave; aperti di pi&ugrave; ai media, in pi&ugrave; &egrave; arrivato Netflix con la serie Drive to Survive, e bisogna dire che stanno avendo successo perch&eacute; mai come quest'anno stanno raggiungendo record di partecipazione di pubblico, di interesse nel mondo. Il fatto che Liberty stia portando la F1 in questa direzione probabilmente &egrave; positivo".       

Daniele Audetto, oggi consigliere della Monaco Increase Management, in esclusiva ai nostri microfoni si &egrave; lasciato andare ad un confronto diretto tra F1 ed Indianapolis, dove insieme a Salvatore Gandolfo ha raggiunto Alex Palou per la 500 Miglia

Audetto: "F1 apice della tecnologia, Indy dello show: ma il Circus è sempre più americano"

        Un campione non smette mai di imparare, neanche dopo un titolo vinto. Anzi, &egrave; proprio il non cullarsi sulle vittorie gi&agrave; raggiunte il segreto per crescere e migliorare ancora, al fine di arricchire ulteriormente la bacheca. La partecipazione di Alex Palou, campione IndyCar 2021, va letta proprio in quest'ottica, con lo spagnolo che ha preso parte per la prima volta in carriera alla 24 Ore di Daytona. Una corsa sfortunata per lui ed il suo equipaggio, con un guasto tecnico a rallentare una marcia che avrebbe potuto trasformarsi in una vittoria. Il piano McLaren: produzione snella e aggiornamenti gi&agrave; in Bahrain Alex, la prima nell'Endurance Palou, pilota di Chip Ganassi in IndyCar gestito dalla Monaco Increase Management, ha affrontato la famosa gara di durata americana con la Cadillac, dividendo l'abitacolo della DPi-V.R con Sebastien Bourdais, Scott Dixon e Renger van der Zande. Alla fine &egrave; arrivato solamente il 14&deg; posto nella classifica generale, a 39 giri di ritardo dai vincitori, ma l'esperienza &egrave; stata molto utile per lo spagnolo, alla prima uscita ufficiale dopo aver ricevuto il Casco d'Oro di Autosprint: "E' stata la mia prima 24 Ore di Daytona e anche la mia prima gara di durata, poich&eacute; prima d'ora avevo corso principalmente a ruote scoperte, a parte alcune uscite nel Super GT giapponese. Nel complesso, ho tratto un'impressione piuttosto buona da questa esperienza, era la prima volta che correvo con un prototipo e con categorie diverse contemporaneamente in pista, &egrave; stato molto divertente! Direi che &egrave; stato molto utile imparare un modo di correre diverso rispetto a quello cui sono abituato in IndyCar". Steiner e le spese extra per le gare sprint: "No alle scappatoie" Giro veloce e tanta esperienza Alex ha ammesso che il rammarico per il problema tecnico c'&egrave;: "Avevamo una buona macchina a Daytona, la vittoria era in palio. Ci siamo ritrovati in testa in varie occasioni ed eravamo davanti quando, penso fossero le ore 12 o 13, si &egrave; rotto un componente nell'alternatore della nostra Cadillac, che ci ha costretto a una sosta prolungata ai box per le riparazioni e ci ha fatto perdere pi&ugrave; di quaranta giri. E' stato un peccato, il risultato avrebbe potuto essere molto migliore. Ovviamente volevamo vincere e non ce l'abbiamo fatta a recuperare, ma abbiamo cercato di tirare fuori il meglio dalla nostra situazione e siamo riusciti a fare il giro pi&ugrave; veloce in gara, oltre ad accumulare molta esperienza". Alfa Romeo C42: prima i test, poi la presentazione Alla prossima! Tra Daytona ed una gara IndyCar la differenza c'&egrave;: "Quella pi&ugrave; grande - ha detto Palou - penso sia essere in pista allo stesso tempo con macchine che girano dai cinque ai dieci secondi pi&ugrave; lente. Hai davvero bisogno di gestire la tua condotta di gara, perch&eacute; sei consapevole che a loro volta stanno gareggiando nella loro categoria e devi trovare il momento giusto per passare. Direi che &egrave; stato piuttosto divertente ma, soprattutto, uno sforzo continuo fino in fondo! Fa parte delle gare tra classi differenti. Nel complesso, a parte il guasto tecnico che ci &egrave; costato tanto, sono davvero soddisfatto per le nostre prestazioni, per l'esperienza che abbiamo raccolto e per tutte le cose positive che questo ci porter&agrave;. Ovviamente, la stagione Indycar rimane il mio obiettivo principale, ma sono felice di aver corso la mia prima Daytona insieme a tutto lo staff di Monaco Increase Management! Continuiamo a fare progressi e non ci fermeremo, troviamo sempre il modo di migliorare e spero in futuro di avere altre opportunit&agrave; come questa". Ferrari 2022, ecco il nome: si chiamer&agrave; F1-75       

Lo spagnolo, campione in carica della IndyCar e fresco di Casco d'Oro di Autosprint, &egrave; stato molto sfortunato insieme al suo equipaggio alla prima apparizione nella famosa gara di durata, ma le prestazioni sono state molto buone e l'esperienza raccolta &egrave; stata notevole

Palou, buona la prima a Daytona: "Spero di tornare!"

        Se &egrave; vero che l'America &egrave; la terra delle opportunit&agrave;, Alex Palou Montalbo sta facendo di tutto per cogliere la sua. Ha vinto a Barber alla prima gara con Chip Ganassi, ha sfiorato la 500 Miglia di Indianapolis, &egrave; in testa al campionato IndyCar e sogna a fine stagione di portare a casa il primo titolo americano della carriera. Il primo di tanti, perch&eacute; lui negli States si trova bene e tra dieci o venti anni si vede ancora l&igrave;, a battagliare per allargare una bacheca che a quel punto si augura essere gi&agrave; molto corposa. Reutemann, l'ultimo saluto della figlia Cora con la copertina di Autosprint L'uomo dei tre mondi E' un Alex Palou che ha deciso di raccontarsi ad Autosprint, svariando tra passato, presente e futuro. Nel vero senso della parola, perch&eacute; con lui abbia parlato dei primi passi a casa sua, in Spagna, nella piccola Sant Antoni de Vilamajor, comune catalano con meno di 4 mila anime, delle soddisfazioni e delle difficolt&agrave; del recente passato, di un presente strepitoso in America con due grosse certezze, leggasi Chip Ganassi Racing e Monaco Increase Management, e di un futuro che lui si augura essere radioso. Nei suoi 24 anni compiuti il primo aprile, c'&egrave; una sequenza di esperienze intense, non tutte facili ma sicuramente formative, esperienze che gli hanno permesso di ritrovarsi a giocarsi&nbsp;il titolo IndyCar alla sua seconda stagione. Possiamo chiamarlo l'uomo dei tre mondi, perch&eacute; ha corso in Europa, in Giappone ed adesso in America. Giappone ed America, terre di scoperte Ogni terra gli ha lasciato qualcosa, come ad esempio quella del Sol Levante: "Non &egrave; facile per un europeo andare in Giappone, l&agrave; &egrave; tutto diverso, la vita, la cultura, il cibo, ed anche il modo di relazionarsi con la gente locale. Ma amo quel Paese, un giorno ci torner&ograve;", afferma sottolineando che sempre di corse si tratta, motivo per cui le vere sfide in una nazione praticamente ignota sono state soprattutto all'esterno. Diverse incognite c'erano anche in America, dove Alex si &egrave; ambientato subito, anche e soprattutto per il livello di cameratismo che vige oltre Oceano, un qualcosa di sconosciuto dalle nostre parti: "La cosa migliore sono i rapporti che abbiamo tra noi piloti, andiamo a cena insieme, parliamo molto, siamo molto aperti l'uno con l'altro, e sono cose che non ci sono in Europa o in Giappone. Questo penso sia l'aspetto migliore qui in America", ci dice senza dimenticare Scott Dixon, suo compagno di squadra e modello cui ispirarsi sia per la professionalit&agrave; che per la longevit&agrave;.  Sterzi a parte: Cavicchi? E' bravo e ci fa risarcire! O si vince o si impara In un percorso &egrave; inevitabile incontrare alti e bassi, come quelli che lo spagnolo ha dovuto fronteggiare nei suoi anni in Gp3. Anni non facili ma comunque utili, dal momento che per quelle due stagioni storte Alex non trova giustificazioni ma spiegazioni, ad esempio l'aver incocciato le annate a cavallo del cambio vettura. "Tempismo sbagliato", commenta senza nascondersi mentre parla di quei due campionati valsi una sola vittoria in gara ma tanti insegnamenti, come la gestione delle gomme ed il sapersi arrangiare in vista di una corsa con poco tempo a disposizione per le prove in pista.&nbsp; Alex vi "aspetta" in edicola In una carriera diversa dalla media Alex ha trovato il suo porto di attracco sicuro nella Monaco Increase Management, la societ&agrave; monegasca dell'italiano Salvatore Gandolfo che oltre a Palou gestisce anche Pascal Wehrlein e David Vidales Ajenjo. "Gandi", come lo chiamano nel suo ufficio, &egrave; una sorta di fratello maggiore che Alex accosta all'immagine del gorilla, simbolo personale appiccicato sul casco. I motivi della scelta di questo animale sono interessanti, ma &egrave; sempre meglio non svelare troppo: la nostra intervista completa ad Alex Palou Montalbo la trovate in edicola nel numero di questa settimana. E, se volete conoscere tutto dell'attuale leader del campionato IndyCar, fidatevi: ne vale la pena.  500 Miglia di Indianapolis: Castroneves-Palou, confronto generazionale  Alex Palou Montalbo, la scheda Nato a: Sant Antoni de Vilamajor (Spagna) Il: 1 aprile 1997 2006 &ndash; Campione Spagnolo in classe Alevin 2011 &ndash; Campione kart classe KF3 2013 &ndash; Campione kart classe KZ2 2014 &ndash; Debutto in monoposto, 3&deg; nella Euroformula 2015 &ndash; 10&deg; in Gp3 2016 &ndash; 15&deg; in Gp3 2017 &ndash; 3&deg; nella F3 Giapponese, corre anche in Formula V8 3.5 ed in Formula 2 2018 &ndash; 7&deg; in F3 Europea 2019 &ndash; 3&deg; in Super Formula (miglior rookie dell'anno), 15&deg; in Super Gt 2020 &ndash; 16&deg; in IndyCar 2021 &ndash; attualmente in testa alla classifica IndyCar        

Nel numero di questa settimana abbiamo intervistato Alex Palou, attuale leader della classifica nel campionato IndyCar, per una chiacchierata di cui qui riprendiamo qualche passaggio

7 risultati per 'monaco increase management'

Alex Palou, quando la IndyCar parla spagnolo

Ufficiale: Palou pilota di riserva per la McLaren nel 2023

Palou, prima volta su una F1: "Un sogno che si avvera"

Palou non molla il sogno McLaren F1: pronto alle vie legali con Ganassi

Audetto: "F1 apice della tecnologia, Indy dello show: ma il Circus è sempre più americano"

Palou, buona la prima a Daytona: "Spero di tornare!"

Esclusiva: alla scoperta di Alex Palou