Nessun&rsquo;altra come lei, nel mondiale. C&rsquo;era Hockenheim, quella vecchia, l&rsquo;anello nel bosco, poi Monza &egrave; rimasta sola. L&rsquo;unico tempio della velocit&agrave; esercita un fascino enorme sui piloti, anche se le modifiche pi&ugrave; recenti c&rsquo;&egrave; chi non le digerisce del tutto, come Daniil Kvyat, reduce da un risultato di sostanza a Spa Francorchamps, difficilmente replicabile tra una settimana. &laquo;E&rsquo; la mia pista preferita, ogni curva ti d&agrave; la sensazione di fare qualcosa di speciale, dalla prima alla seconda di Lesmo, fino alla Ascari. Sfortunatamente hanno modificato un po&rsquo; la Parabolica e gli interventi fanno la differenza, non &egrave; pi&ugrave; la stessa esperienza del passato&raquo;, commenta.  Il &ldquo;problema&rdquo; &egrave; comune a tanti tratti di altri circuiti con le vie di fuga asfaltate: &laquo;Devi ancora spingere a fondo e richiede molta tecnica, il punto &egrave; che se anche fai un errore, vieni perdonato, non &egrave; pi&ugrave; la stessa cosa&raquo;. In Red Bull Christian Horner ha anticipato la decisione di sostituire le due power unit su un circuito dai sorpassi relativamente &ldquo;facili&rdquo;, ma soprattutto per approfittare al meglio delle opportunit&agrave; che si presenteranno a Singapore, quella s&igrave;, pista favorevole alla RB11.    Per un Kvyat che tocca il tema Parabolica, c&rsquo;&egrave; un Ricciardo attento ad analizza il giro nel suo complesso e le caratteristiche d&rsquo;assetto della monoposto: &laquo;Ci sono molti rettilinei sui quali poter prendere fiato, anche se pu&ograve; diventare un problema, non essendo una pista sulla quale puoi permetterti di perdere concentrazione.  Si arriva in staccata a velocit&agrave; molto elevate e non devi bloccare o frenare troppo in anticipo, devi essere molto concentrato&raquo;. Velocit&agrave; massima, motricit&agrave; in uscita dalle varianti ed efficacia in frenata sono tra i punti topici di Monza: &laquo;Da quanto hanno reso i cordoli troppo alti per le monoposto, la frenata &egrave; l&rsquo;aspetto principale a Monza, &egrave; molto complesso affrontarla nel modo giusto. Arrivi alla prima chicane alla velocit&agrave; pi&ugrave; elevata di tutto l&rsquo;anno e vai a frenare per la curva tra le pi&ugrave; strette del mondiale con il minimo carico aerodinamico: la macchina inizia a scivolare perci&ograve; la giusta staccata &egrave; la chiave del giro&raquo;.  Fabiano Polimeni  

La via di fuga in asfalto non piace al russo, mentre Ricciardo spiega l&rsquo;importanza dell&rsquo;efficacia in frenata

GP Monza, Kvyat e il fascino della Parabolica

Non l'hanno ancora percorsa direttamente, ma i piloti hanno visto quali lavori sono stati effettuati alla famosa curva Parabolica di Monza (il cui spazio di fuga &egrave; stato asfaltato) e cos&igrave; hanno risposto ad alcune domande in merito fatte nel corso della conferenza stampa pregara.  Uno dei pi&ugrave; "nostalgici" &egrave; risultato Valtteri Bottas: &laquo;L'anno scorso era sicuramente una sfida maggiore: sapevamo che se fossimo usciti anche di pochi centimetri sarebbe stato un problema. Ora come curva credo che risulter&agrave; meno emozionante da affrontare&raquo;. &laquo;Per&ograve; - aggiunge Max Chilton - ci&ograve; permetter&agrave; probabilmente qualche sorpasso in pi&ugrave;&raquo;, visto che i piloti avranno probabilmente meno scrupoli in staccata.  L'aspetto della sicurezza &egrave; molto rimarcato dai piloti Mercedes, partendo da Lewis Hamilton: &laquo;Sapete che sono un fan dei "vecchi circuiti", ma credo che sia giusto che la Fia sia cos&igrave; attenta alla sicurezza. Peraltro non credo che sia davvero un grande problema: se esci trovi comunque un asfalto pi&ugrave; scivoloso e quindi perdi molto tempo, e credo sia questo l'importante&raquo;. In qualche modo Nico Rosberg &egrave; anche pi&ugrave; netto: &laquo;Era una delle curve pi&ugrave; rischiose rimaste, e ora &egrave; molto pi&ugrave; sicura&raquo;.  Sulla questione &egrave; stato "tirato" anche Fernando Alonso, specialmente sul fatto che sarebbero stati alcuni piloti a chiedere queste modifiche: &laquo;Beh, non sono stato io - inizia lo spagnolo - anche se &egrave; un bene che vi sia pi&ugrave; sicurezza per chi tra dritto. Per&ograve; i lavori nella parte verso l'uscita sono stati una sorpresa anche per noi. L&igrave; dovrebbero comunque aver messo dell'erba artificiale: &egrave; vero che cos&igrave; possiamo mettere due ruote fuori, ma non &egrave; vero che non pagheremmo nessuna conseguenza, perch&eacute; la macchina ti darebbe un bello strattone&hellip;&raquo;.  Ricordiamo che la curva in s&eacute; non &egrave; stata modificata, ma lo spazio in fuga non &egrave; pi&ugrave; tutto in ghiaia, specie per chi arrivasse dritto dopo una frenata sbagliata (o avaria): in quel caso si troverebbe 35 metri di spazio di fuga asfaltato. A met&agrave; curva invece i metri di asfalto laterali sono 8, mentre verso la fine sono 1 e mezzo, con una striscia di erba sintetica appena oltre al cordolo di sinistra.  Maurizio Voltini  

Secondo i piloti &egrave; migliorata la sicurezza, discordanti i pareri sulla "sfida" che rappresentava e rappresenter&agrave; 

Monza F1, minori emozioni con la nuova Parabolica

Parlare della storia dell&rsquo;Autodromo Nazionale di Monza, &egrave; un po&rsquo; come parlare della storia della stessa Formula 1, visto che il tracciato brianzolo la ospita fin dal 1922, anno della sua costruzione. Data che lo pone fra le pi&ugrave; antiche piste del mondo, terzo circuito permanente in ordine di realizzazione (dopo quelli di Indianapolis e Brooklands) nella storia delle corse automobilistiche.    Velocissimo fin dall&rsquo;inizio, nella configurazione iniziale prevedeva due sezioni quasi distinte: il tracciato che viene utilizzato ancor oggi (ma a quel tempo senza le varianti n&eacute; l&rsquo;attuale Parabolica) e l&rsquo;anello di alta velocit&agrave;, lunghi rispettivamente 5.500 e 4.500 metri. Suddividendo il rettilineo di partenza in due corsie, era per&ograve; possibile congiungere i due tratti, percorrendoli alternativamente, ottenendo cos&igrave; una pista di 10 km, che con varie modifiche e alterne vicende venne utilizzata per l&rsquo;ultima volta (nel caso della F1) nel 1961. Questo per l&rsquo;elevata pericolosit&agrave; dovuta sia alle velocit&agrave; raggiunte, sia alle stesse caratteristiche costruttive.  Monza del resto &egrave; stata teatro di grandi drammi: da quelli solo sportivi di Senna e di Hakkinen (ritiratisi mentre erano al comando nel 1988 e nel 1999), a vere e proprie tragedie come quella di Von Trips del 1961, quando perse la vita assieme a 12 spettatori subito prima della Parabolica. Purtroppo la lunga storia dell&rsquo;autodromo brianzolo &egrave; costellata di incidenti infausti, l&rsquo;ultimo dei quali fu al via del GP del 1978, nel quale perse la vita Peterson. Per questi motivi il circuito &egrave; stato spesso rivisto in modo da ridurne la pericolosit&agrave;, al di l&agrave; dell&rsquo;eliminazione dal percorso delle due curve sopraelevate dell&rsquo;ovale.  Senza dimenticare tuttavia momenti pi&ugrave; esaltanti, come l&rsquo;arrivo finale del GP nel 1971, quando Gethin vinse una volata a 5, precedendo Peterson di 1 decimo nonch&eacute; Cevert, Hailwood e Ganley, tutti racchiusi in poco pi&ugrave; di 6 decimi. Ma Monza fu anche palcoscenico del ritorno al volante di Lauda a sole sei settimane dall&rsquo;incidente del N&uuml;rburgring nel &rsquo;76; come pure (sempre per i ferraristi) della doppietta di Berger e Alboreto nell&rsquo;88. Per non parlare del debutto al vertice di Vettel quando vinse con la Toro Rosso la bagnatissima edizione del 2008.  Oggi abbiamo una configurazione di 5.793 metri che sostanzialmente riprende quella dello &ldquo;stradale&rdquo; originale, per&ograve; con vari rallentamenti: il pi&ugrave; sostanziale &egrave; quello della prima variante, una volta costituita da una doppia esse e ora da una sola destra-sinistra. Troviamo poi la variante della Roggia; mentre la seconda curva di Lesmo, che una volta si prendeva (chi ci riusciva&hellip;) in pieno a filo dei 300 km/h, adesso &egrave; molto pi&ugrave; stretta e si deve frenare a circa 160 orari. Risale al &rsquo;76 (come le altre varianti) la modifica alla curva Ascari che l&rsquo;ha resa una veloce (ma pi&ugrave; sicura) sinistra-destra-sinistra piuttosto lunga. Mentre l&rsquo;ultima curva, la Parabolica, &egrave; cos&igrave; dal &rsquo;55 e proprio quest&rsquo;anno ha visto l&rsquo;intervento sullo spazio di fuga non pi&ugrave; in ghiaia bens&igrave; asfaltato come avvenuto in altre piste.  Nonostante tutti questi interventi che riducono sensibilmente la velocit&agrave;, da quando anche Silverstone &egrave; stato modificato, quello di Monza &egrave; il circuito che assicura la velocit&agrave; media pi&ugrave; alta: nel 2004, infatti, Barrichello ottenne un giro in gara alla media di 257,320 km/h, mentre Montoya in prova arriv&ograve; addirittura a 262,242 orari, sempre di media. Vedremo se quest&rsquo;anno, con l&rsquo;atteso innalzamento delle velocit&agrave; massime, si riuscir&agrave; a scrivere un ulteriore capitolo della storia di Monza abbattendo anche questo record.  Maurizio Voltini  &nbsp;   &nbsp;   (foto: sutton-images.com)

L&rsquo;Autodromo Nazionale &egrave; stato teatro fin dal 1922 di grandi episodi sportivi e numerosi cambiamenti nella configurazione, per&ograve; sempre velocissima

Monza F1, una storia esaltante e drammatica

Per adeguare l&rsquo;autodromo di Monza alle specifiche attuali relativamente alle caratteristiche che secondo la Fia devono ora possedere tutte le piste, sono stati effettuati interventi che, seppure non abbiano toccato minimamente il tracciato in s&eacute; - come invece successe fra 1994 e 2000 alla prima variante, a quella della Roggia e a Lesmo - hanno fatto un po&rsquo; storcere la bocca ai &ldquo;puristi&rdquo;. Parliamo dello spazio di fuga alla Parabolica, che non &egrave; pi&ugrave; in ghiaia bens&igrave; in asfalto, come in vari altri posti di altri circuiti &ldquo;ammodernati&rdquo;.  Sappiamo bene come non sia ben visto dagli appassionati storici questo genere di spazio di fuga asfaltato, che perdonerebbe troppo gli errori dei piloti, anzi in alcuni casi fa s&igrave; che chi sbaglia ne possa trarre addirittura vantaggio. Con arrivo poi di interventi sanzionatori degli ufficiali di gara, che tuttavia non fanno che accrescere la sensazione di &ldquo;inquinamento&rdquo; delle gare da parte di elementi poco naturali, per quanto tutto parta da considerazioni in favore della sicurezza.  Sar&agrave; davvero una modifica cos&igrave; brutta e che &ldquo;liveller&agrave;&rdquo; le differenze fra i piloti? Solo il test reale della gara potr&agrave; stabilirlo, ma al momento non sembra che i protagonisti, cio&egrave; i piloti stessi, l&rsquo;abbiano condannata. Chi ne ha parlato ha infatti sottolineato che la Parabolica in s&eacute; sia rimasta una curva difficile, la cui percorrenza non perfetta fa perdere parecchio non solo in quel momento, ma anche nel giro successivo perch&eacute; compromette la velocit&agrave; nel rettilineo seguente. Ci&ograve; a prescindere da un&rsquo;eventuale uscita di strada. Nondimeno, la frenata &egrave; una delle pi&ugrave; delicate e basta sbagliare di pochissimo per vedersi gi&agrave; con due ruote oltre il bordo con tutto quel che ne consegue.  Il fatto &egrave; che quando invece l&rsquo;errore &egrave; grande (se poi non c&rsquo;&egrave; un&rsquo;avaria vera e propria oppure un contatto) la velocit&agrave; d&rsquo;approccio alla Parabolica si manifesta in tutta la sua drammaticit&agrave;: il pur lungo spazio di fuga viene percorso in un attimo e nonostante la ghiaia &egrave; successo varie volte in passato che si andasse a impattare piuttosto duramente contro le barriere. In questi caso la zona asfaltata permetterebbe di rallentare di pi&ugrave; e magari di proseguire la gara, oltretutto con una considerevole perdita di tempo che almeno &ldquo;punirebbe&rdquo; gli errori in modo meno cruento. E chiss&agrave; che il minor rischio non porti quindi a facilitare la possibilit&agrave; di attacchi in staccata.  Altri lavori svolti contemporaneamente a questo, ma &ldquo;quasi al di fuori&rdquo; della pista, sono quelli alle curve sopraelevate. Un tratto che fa parte del vecchio &ldquo;anello di alta velocit&agrave;&rdquo; all&rsquo;americana e che non viene usato pi&ugrave; da anni (dal 1969) ma che appunto rappresenta il lato storico e anche caratteristico del tracciato. Dunque gli interventi non riguardano la sicurezza, ma fanno invece parte di un piano di restauro e recupero al quale fra l&rsquo;altro erano stati legati certi finanziamenti pubblici. E che finalmente viene portato a compimento.  Segnaliamo che il sito ufficiale dell&rsquo;autodromo nazionale ha pubblicato un paio di filmati in cui vengono descritti questi lavori: qui quelli alla Parabolica e qui quelli alle curve sopraelevate.  Maurizio Voltini

Effettuati due tipi di intervento: quello di adeguamento dello spazio esterno alla Parabolica, e il recupero delle storiche sopraelevate

Monza F1, aggiornata e restaurata

Ad un mese dalla partenza del Gran Premio d&rsquo;Italia sono ormai completati i lavori effettuati dall&rsquo;Autodromo di Monza nel tratto di pista della curva Parabolica. Un intervento richiesto dalla FIA per adattare il tracciato brianzolo alle nuove specifiche della federazione internazionale in tema di sicurezza. La nuova asfaltatura ha interessato la prima parte della via di fuga, zona che precedentemente era ricoperta di ghiaia. Il pietrisco rimarr&agrave; nei due terzi del tratto che conduce alle protezioni, ma un piccolo sbaglio di traiettoria non comporter&agrave; pi&ugrave; una pericolosa insabbiata. Sono stati sostituiti tutti i cordoli, ora pi&ugrave; bassi, ed anche l&rsquo;impianto di drenaggio &egrave; stato riprogettato con nuovi &ldquo;pozzetti&rdquo;. Nel tratto d&rsquo;uscita della Parabolica, tradizionalmente teatro di numerose uscite di pista, oltre al rifacimento dei cordoli spicca l&rsquo;erba sintetica posta all&rsquo;esterno della via di fuga. Tra le novit&agrave; strutturali dell&rsquo;Autodromo c&rsquo;&egrave; da registrare anche l&rsquo;intervento di conservazione in corso sulla Sopraelevata. Un lavoro esplicitamente richiesto dai comuni di Monza e Milano che ha previsto la copertura di tutte le crepe formatesi negli anni, operazione avvenuta dopo una lunga pulizia con idrogetti. Sono stati sostituiti integralmente i guardrail, stuccate le fughe createsi tra i blocchi in cemento, e steso un manto protettivo con uno speciale materiale che servir&agrave; a preservare la struttura nel tempo. Roberto Chinchero  

Completati i lavori effettuati dall&rsquo;Autodromo di Monza nel tratto di pista della curva Parabolica, come richiesto dalla Fia

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