        Avevamo gi&agrave; parlato delle penalizzazioni - in termini di arretramento sullo schieramento di partenza - che a Spa avevano colpito vari driver fra venerd&igrave; e sabato. Ma di domenica mattina se ne sono aggiunte altre: vediamo quali, pilota per pilota. La situazione pi&ugrave; eclatante &egrave; probabilmente quella di Lewis Hamilton: all'inglese il team ha sostituito motore, turbo, MGU-H e MGU-K in ciascuna delle tre sessioni di prove libere, arrivando ad assommare cos&igrave; ben 55 penalit&agrave;, che gi&agrave; l'avrebbero costretto a partire penultimo. Ma non &egrave; finita qui: infatti nel parco chiuso successivo alle qualifiche, i verificatori hanno trovato che mancava un sigillo al cambio. Cos&igrave; domenica mattina &egrave; scattata un'ulteriore sanzione: la Mercedes numero 44 dovr&agrave; partire dalla pitlane. Per quanto riguarda Fernando Alonso, che sarebbe stato costretto comunque a partire ultimo per via dell'assenza di tempo nelle qualifiche, le penalit&agrave; sono salite da 35 a 60 perch&eacute; tra qualifiche e gara i tecnici Honda hanno deciso di cambiare i quattro elementi principali della power unit (motore termico, turbo e MGU-H/K) con i quali si &egrave; arrivati alla settima sostituzione stagionale. Ricordiamo che gli altri due piloti sanzionati dai commissari di Spa sono Esteban Gutierrez, arretrato di 5 posizioni (da 13&deg; a 18&deg;) per aver pericolosamente ostacolato Pascal Wehrlein in prova, e Marcus Ericsson con 10 penalit&agrave; per la sesta sostituzione del turbo. Curioso come, nel caso dello svedese, l'assommarsi delle varie penalizzazioni altrui lo porti in realt&agrave; a partire 20&deg;, vale a dire la stessa posizione ottenuta in qualifica. AGGIORNAMENTO I commissari hanno cambiato idea su Hamilton e il cambio della sua Mercedes: dopo essersi consultati con il delegato tecnico, &egrave; stato accertato che il cambio &egrave; stato sostituito sotto supervisione, e quindi la sanzione viene commutata dal partire dalla pitlane a semplici 5 penalit&agrave;, che quindi salgono a 60 ma permettono a Lewis di partire dalla griglia, 21esimo.       

<p>Anche di domenica mattina aumentano le sanzioni ad Alonso e Hamilton, con cambio di decisioni per l'inglese</p>

F1 Spa: pioggia di penalità prima del via

da Austin (Usa): Roberto Chinchero  Un po&rsquo; a sorpresa l&rsquo;annuncio &egrave; arrivato da Sebastian Vettel: &laquo;Si, monteremo qui una power unit nuova, e pagheremo dieci posizioni di penalit&agrave;. Se guardiamo solo a questa singola gara non &egrave; una grande notizia, ma dobbiamo pensare ai piani che ci sono, e pensare che avremo il massimo della potenza disponibile nelle corse restanti. Ci sono anche aspetti positivi quindi, non solo la penalit&agrave; in questa gara&raquo;. La sostituzione della power unit porta la Ferrari a quota cinque motori stagionali, e da qui la penalit&agrave;. Kimi Raikkonen ha rivelato che: &laquo;&Egrave; da inizio stagione che il Mondiale &egrave; stato pianificato con 5 power unit&raquo;, quindi i programmi non sono stati modificati.  Le dieci posizioni di penalit&agrave; che le Ferrari sconteranno sullo schieramento di domenica rivelano che oltre alla unit&agrave; termica (che determina 5 posizioni di penalit&agrave;) potranno essere cambiati solo la Mgu-K ed il pacco batterie, visto che sia Vettel che Raikkonen sono ancora a quota 3 elementi utilizzati da inizio stagione. Nessuna menzione invece sui gettoni, a conferma che a Maranello hanno deciso di rinviare le evoluzioni tecniche. La specifica tecnica sar&agrave; quella di Monza.

Lo ha confermato Vettel nelle prime interviste ad Austin: entrambe le Ferrari sconteranno 10 posizioni sulla griglia di partenza

Power unit numero 5 per la Ferrari F1

Ad un certo punto sembrava quasi di parlare di un gioco di societ&agrave;, pi&ugrave; che di una gara di F1, a Monza. Fra gettoni da un lato e penalit&agrave; a iosa dall'altro che andavano spiegati pi&ugrave; delle (teoricamente) normali questioni tecniche e sportive. Per&ograve; &egrave; stata una gara che, per quanto non si sia risolta nel miglior modo possibile, ha rilanciato la Ferrari. Non tanto in classifica, quanto in prestazioni.  Intendiamoci, non dimentichiamo certo che anche stavolta Lewis Hamilton ha rifilato 25 secondi a tutti, a partire proprio da Sebastian Vettel. Ma se proprio dovessimo giudicare guardando solo la classifica e non l'intera gara - per un attimo abbassiamoci a questo - conteggiamo allora pure gli altri 22-23 secondi che separano la Ferrari dalle Williams, delle quali non si pu&ograve; certo dire abbiano fatto una brutta gara, sebbene anche stavolta non abbiano azzeccato del tutto i pitstop.  Ragioniamo poi anche sul fatto che Kimi Raikkonen, nella rimonta cui &egrave; stato costretto per quella malaugurata "falsa" partenza (ovviamente non nel senso che sia partito in anticipo, ma proprio che non &egrave; stata reale), ha superato in modo abbastanza agevole pure vetture che normalmente avrebbero dato molto filo da torcere, come le velocissime Force India. Dunque i 3 gettoni "spesi" dalla Ferrari in questa occasione per evolvere i motori, sembra siano stati impiegati oculatamente.  Ma la Mercedes va ancora molto di pi&ugrave;, obietter&agrave; giustamente qualcuno. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che i germanici non sono stati a dormire (n&eacute; sugli allori n&eacute; su altro) e di gettoni ne hanno utilizzati ben 7. Ci sta dunque che abbiano avuto un sensibile miglioramento, e in questo senso un buon riferimento ci &egrave; stato offerto (purtroppo per lui) da Nico Rosberg, che ha corso con un motore "vecchio" con il quale ha fatto molta fatica nel cercare di riprendere Vettel, finch&eacute; gli &egrave; rimasto alle spalle (cio&egrave; prima del ritiro a motore in fumo).  Se la propriet&agrave; transitiva vale ancora, significa dopotutto che quantomeno le Ferrari sono riuscite a fare un salto avanti che ha colmato il gap con le Mercedes. Quelle di un GP fa, certo. Ma tutto questo ci pu&ograve; anche far sperare (o sognare) che con i rimanenti gettoni si possa ancora fare qualche sensibile e concreto passo in avanti, come questo, specie ora che la Mercedes ha esaurito i suoi a disposizione. Avranno per&ograve; ancora qualcosa da tirare fuori dal cassetto, gli ingegneri Ferrari? Magari non subito, ma confidiamo di s&igrave;, pur senza arrivare necessariamente a "supermotori".  Parlando di prestazioni pure, al di l&agrave; dei motivi che hanno portato a pessime posizioni iniziali in gara, la rimonta di Daniel Ricciardo fino all'ottavo posto finale &egrave; stata bella e lodevole, ma il fatto di essere finito ugualmente doppiato e che abbia soffiato solo in extremis la posizione finale a Marcus Ericsson (autore di una gara altrettanto da rimarcare) pu&ograve; limitare un poco l'entusiasmo. Speriamo per il sorridente australiano che quanto patito in questa occasione in termini di penalit&agrave; a valanga, venga per&ograve; restituito in termini di competitivit&agrave; anche della vettura nei prossimi GP, grazie a motori freschi. Penalit&agrave; che di fatto hanno tolto dalla gara anche gli altri piloti sotto l'ala Red Bull, per i quali vale lo stesso augurio volto al futuro.  Infine, dopo aver parlato di rimonte, non possiamo ignorare quella "a rovescio" di Jenson Button: molto efficace a inizio gara, quando ha potuto far valere le doti di lottatore ancora in mischia, ha tuttavia perso progressivamente posizioni fino a ritrovarsi a lottare per la 14a piazza finale proprio con il compagno di colori, Fernando Alonso, prima che quest'ultimo abbandonasse la contesa costretto al ritiro. Due campioni come loro meritano certamente di pi&ugrave;, ma l'impressione che la McLaren-Honda sia ormai imbrigliata dall'impossibilit&agrave; regolamentare di evolvere davvero - come del resto successo l'anno scorso alla Ferrari, soffocata da una turbina inadeguata e non sostituibile - fa pensare che la fine delle sofferenze non sia molto vicina.  Maurizio Voltini

Ferrari competitiva anche al di l&agrave; del (buon) risultato, in una gara vissuta fra gettoni e penalit&agrave; generali

Analisi GP Monza: gettoni ben spesi

Non sar&agrave; un Gran Premio d&rsquo;Italia semplice, quello di Carlos Sainz. Collezionato l&rsquo;ennesimo ritiro in Belgio, per il giovane pilota spagnolo Monza vorr&agrave; dire sesta power unit stagionale, con il conseguente arretramento di 10 posizioni in griglia. &laquo;Resto positivo anche se dovr&ograve; scontare la penalit&agrave;. Voglio almeno riguadagnare tutte le posizioni in gara, come ha fatto Max a Spa. Se l&rsquo;ha fatto lui, posso farlo anch&rsquo;io&raquo;, &egrave; l&rsquo;approccio della vigilia.  Per un Sainz che ha corso a Monza con la Formula 3.5 c&rsquo;&egrave; un Verstappen limitatosi a girare durante un test sulla Formula 3 nel 2014: &laquo;Non vedo l&rsquo;ora, &egrave; il tipo di pista che mi piace: alte velocit&agrave;, forti frenate e un&rsquo;atmosfera unica&raquo;.  E&rsquo; destinato a essere un week end difficile per i motorizzati Renault e, nell&rsquo;appuntamento di casa per il team di Faenza, l&rsquo;obiettivo &egrave; quello di agguantare qualche punto: &laquo;Anche se non &egrave; la pista migliore per noi, spinger&ograve; a tutta. Tutti saranno super motivati e speriamo di poter ottenere un altro buon risultato e conquistare dei punti&raquo;, aggiunge Max.  Tornando un passo indietro, a Spa-Francorchamps e all&rsquo;esplosione della gomma sulla Ferrari di Vettel, Verstappen si schiera in difesa della Pirelli: &laquo;La strategia con una sola sosta della Ferrari era un rischio enorme. Ho l&rsquo;impressione che il problema di Vettel sia stato diverso da quello di Rosberg: ha guidato per molti giri con lo stesso treno, il che &egrave; ovviamente pi&ugrave; rischioso, credo semplicemente che la Ferrari abbia tenuto Vettel su quelle gomme troppo a lungo&raquo;, ha commentato agli austriaci di Servus TV.  Fabiano Polimeni

Sesta power unit stagionale per Carlos. Verstappen spera nei punti e nella diatriba Vettel-Pirelli si schiera con il gommista

GP Monza, penalit&agrave; per Sainz

Dato che una volta raggiunto il fondo dello schieramento non si viene penalizzati ulteriormente per le sostituzioni di elementi motoristici, dopo che gi&agrave; ieri la McLaren-Honda aveva totalizzato 55 posizioni (teoriche) di arretramento per il GP F1 del Belgio, oggi ha per cos&igrave; dire "rilanciato" sostituendo in nottata le power unit con l'ottava unit&agrave; ad entrambe le monoposto. In questo modo non viene davvero penalizzata ulteriormente, qui, ma nelle prossime gare potr&agrave; contare su due motori (pi&ugrave; gli "accessori") pi&ugrave; freschi senza ulteriori perdite di posizione sullo schieramento.  A parte che quella di Alonso ha avuto problemi di temperature allo scarico e verr&agrave; sostituita prima delle qualifiche, dal punto di vista dell'opportunismo il ragionamento non fa una piega. Resta il fatto che oltre all'ottava PU, Alonso e Button si sono visti sostituire pure turbo, MGU-H e MGU-K, per 25 penalit&agrave; a testa che si aggiungono alle 30 e 25 rispettive gi&agrave; comminate ieri. Insomma, un totale per la squadra di 105 penalit&agrave;. Per fortuna che sono solo virtuali, perch&eacute; se fossero state convertite in stop&amp;go come succedeva con le regole precedenti, i piloti avrebbero potuto fare uno spuntino durante il pit-stop&hellip;  A seguire una tabella che riepiloga il numero di componenti di power unit al momento utilizzati dai vari piloti.  Maurizio Voltini  

Da record (ma solo teorico) l'arretramento in griglia di Alonso e Button in seguito all'adozione dell'ottava Power Unit

Salgono a 105 le penalit&agrave; McLaren

Gi&agrave; prima delle qualifiche a Spielberg, si sapeva che quattro piloti sarebbero incorsi in pesanti penalizzazioni relativamente alle posizioni sullo schieramento. Parliamo dei due della Red Bull, con 10 posti di penalit&agrave; a testa, e dei due della McLaren, per entrambi i quali si &egrave; arrivati a ben 25 posti persi sullo schieramento. Inutile dire come tutto ci&ograve; abbia scatenato una ridda di battute e commenti sarcastici sulla F1 in genere, ma in questa sede cercheremo semplicemente di spiegare come si &egrave; arrivati a ci&ograve; e soprattutto come lo si applicher&agrave;.  Per cominciare, Daniil Kvyat e Daniel Ricciardo perdono 10 posti per il cambio del motore termico con la quinta unit&agrave; stagionale su entrambe le monoposto. Tuttavia il russo non passa dall'8&deg; tempo al 18&deg; posto perch&eacute; a lui la sanzione viene applicata per primo, e dunque riguadagna poi i tre posti conseguenti all'arretramento degli altri. Cos&igrave; partir&agrave; 15&deg;. Poi similmente Ricciardo, che si era qualificato 14&deg;, partir&agrave; non 20&deg; ma 18&deg; e sconter&agrave; le 4 posizioni restanti di penalit&agrave; mediante uno stop di 5 secondi (in occasione del primo cambio gomme).  Per quanto riguarda i due della McLaren, a far accumulare ben 25 posizioni di penalit&agrave; ciascuno &egrave; stata non solo la sostituzione del motore, ma l'aggiunta di vari altri elementi della power unit, come turbo e MGU. Per Fernando Alonso era una in meno rispetto a Jenson Button, quindi 20 contro 25, ma nel suo caso si &egrave; poi aggiunto il cambio che l'aveva fermato nelle prove libere del sabato mattina. E cos&igrave; la squadra ha raggiunto la ragguardevole cifra di 50 penalit&agrave; complessive, un record che purtroppo non &egrave; sicuro possa resistere fino a fine stagione&hellip;  Ovviamente non era possibile scontare tutte quelle penalit&agrave; "in griglia" - nemmeno se avessero ottenuto un'improbabile pole position - per cui Alonso sar&agrave; costretto a un drive-through da effettuarsi nei primi tre giri di gara, mentre Button aggiunger&agrave; a questo uno stop&amp;go di 10 secondi, sempre da scontarsi nei primi tre giri e non abbinabile ad un contemporaneo pit-stop. Chiss&agrave; se di tutta questa complicazione riusciranno almeno ad avvantaggiarsi le due Marussia di Merhi e Stevens, che non sono mai partite cos&igrave; avanti quest'anno&hellip;  Maurizio Voltini  

Ecco come si &egrave; arrivati a comminare le penalit&agrave; ai piloti Red Bull e McLaren, e come queste verranno applicate

F1 da record: 70 posti di penalit&agrave; in griglia

da Montreal (Canada): Roberto Chinchero  Sedicesimo dopo le qualifiche, e penultima fila dopo una penalit&agrave; (di cinque posizioni) inflitta dal collegio dei Commissari sportivi. Il tutto si riassume con la partenza arretrata a 18&deg; nella gara di domani. Ma andiamo per ordine cronologico. Sebastian Vettel ha concluso le sue brevi qualifiche in sedicesima posizione, senza riuscire a passare la soglia della Q1. Nella sua ancora breve carriera in &ldquo;rosso&rdquo; non era mai partito pi&ugrave; indietro della seconda fila, e non c&rsquo;&egrave; da stupirsi se nel pomeriggio canadese l&rsquo;espressione di &ldquo;Seb&rdquo; non fosse proprio quella dei giorni migliori. Ma cosa &egrave; accaduto alla sua SF15-T?  &laquo;Appena sono uscito dalla pit-lane per iniziare la sessione Q1 ho sentito che qualcosa non andava &ndash; ha subito spiegato Vettel &ndash; cos&igrave; sono tornato immediatamente ai box&raquo;. Quello che ha avvertito il tedesco &egrave; stato un calo di potenza, perch&eacute; l&rsquo;MGU-H di fatto non funzionava. Non a causa un problema all&rsquo;unit&agrave; stessa, ma di un guasto alla gestione elettronica. Nel box Ferrari hanno inizialmente sperato che il problema fosse software, quindi hanno avviato la procedura di &ldquo;reset&rdquo; nella speranza che il riavvio della power unit risolvesse l&rsquo;avaria.  Invece il verdetto &egrave; stato pi&ugrave; duro: problema hardware, e fine della sessione. Vettel &egrave; entrato in pista ugualmente, ma senza i 130/140 cavalli che garantisce l&rsquo;MGU-H non ha avuto chance, ottenendo solo il sedicesimo tempo. &laquo;Di sicuro adesso dobbiamo indagare &ndash; ha concluso Vettel senza entrare troppo nel dettaglio - ma confido che si possa risolvere per domani. Abbiamo molti set di pneumatici a disposizione e tutto pu&ograve; succedere. Abbiamo una macchina competitiva e un buon ritmo, quindi dovremmo essere in grado di guadagnare punti importanti&raquo;.  C&rsquo;era gi&agrave; da essere parecchio delusi, ma i grattacapi di Vettel sono proseguiti ancora nel pomeriggio di Montreal, mentre gran parte del paddock era davanti alle televisioni ad assistere alla finale di Champions League. Il collegio dei Commissari sportivi ha analizzato un episodio avvenuto nella terza sessione di prove libere, nel quale Vettel ha superato la monoposto di Roberto Merhi in regime di bandiera rossa nel tratto tra le curve &ldquo;12&rdquo; e &ldquo;13&rdquo; (il rettilineo prime di rientrare ai box). Il pilota ha riconosciuto il suo errore, ed &egrave; stato sanzionato con cinque posizioni sulla griglia di partenza della gara di domani: partir&agrave; comunque davanti a Max Verstappen che di posizioni di penalit&agrave; ne ha ben 15, e quindi 18&deg; visto che Jenson Button partir&agrave; ultimo assoluto per aver saltato le qualifiche. In pi&ugrave; &ldquo;Seb&rdquo; si &egrave; visto togliere 3 punti dalla sua licenza di pilota.

Per il pilota tedesco le qualifiche di Montreal hanno avuto un esito amaro sia in pista che dai commissari sportivi, per un sorpasso con bandiere rosse

Il sabato nero di Vettel: partir&agrave; terzultimo

Quando si parla di semplificare i regolamenti tecnici e sportivi della Formula Uno non &egrave; proprio tempo perso. Prendiamo il caso di Romain Grosjean, che nelle prove di oggi ad Abu Dhabi utilizzer&agrave; la sesta power unit Renault (non solo l'unit&agrave; termica ma anche il turbo e l&rsquo;unit&agrave; MGU-H) dopo i problemi riscontrati ieri. Le tre sostituzioni costeranno al pilota della Lotus 20 posizioni di penalit&agrave; sulla griglia di partenza, una sanzione che per essere scontata prevede un articolato sistema di possibilit&agrave;. Questo perch&eacute; si tratta dell'ultima gara della stagione e le posizioni che avanzano rispetto a quelle di effettivo arretramento (dopotutto sono presenti proprio 20 macchine) non possono essere rimandate alla gara successiva, come si &egrave; fatto finora, nel 2015.  Quindi Grosjean scatter&agrave; dall&rsquo;ultima posizione dello schieramento, ma non esaurir&agrave; cos&igrave; le sue &ldquo;pene&rdquo;, che avranno effetti anche sulla sua gara di domenica. Se il francese oggi si qualificher&agrave; nelle prime cinque posizioni, domenica sconter&agrave; 5&rdquo; di penalit&agrave; durante il primo pit-stop. Se nelle qualifiche sar&agrave; tra il sesto ed il decimo posto, i secondi di &ldquo;stop&rdquo; prima del cambio gomme in gara diventeranno 10. E si trasformeranno in un vero e proprio drive-through (senza pit-stop) se si qualificher&agrave; tra l&rsquo;undicesimo ed il ventesimo posto. Qualora il pilota Lotus non prendesse parte alle qualifiche, subir&agrave; in gara uno Stop&amp;Go di 10 secondi.  Un esercizio aritmetico che probabilmente soddisfa appieno chi redige i regolamenti tecnici e sportivi e chi lavora a tempo pieno nel collegio dei commissari sportivi. Ma onestamente improponibile ad un pubblico di appassionati e spettatori occasionali che accendono i televisioni per assistere ad un weekend di gare.  Roberto Chinchero

La sanzione inflitta dalla FIA per il cambio di motore &egrave; un chiaro esempio di complicazione regolamentare

Penalit&agrave; da matematici per Grosjean

Anche ad Austin gli ufficiali di gara si sono dati da fare, sia prima che dopo il Gran Premio F1 (e pure durante) tanto che pensiamo sia il caso di ricordare tutte le varie penalit&agrave; e sanzioni comminate per l&rsquo;occasione, a chi avesse un po&rsquo; perso il filo in merito.  Gi&agrave; prima dell&rsquo;inizio delle prove era noto che Sebastian Vettel sarebbe stato condannato a partire dalla pit-lane, per via della completa sostituzione della power unit Renault. Poi nel corso delle prove stesse si sono accumulate le sanzioni a Jenson Button e a Daniil Kvyat: l&rsquo;inglese per la sostituzione del cambio alla sua McLaren &egrave; stato retrocesso di 5 posizioni in griglia, da 7&deg; a 12&deg;; invece il russo di posti ne avrebbe persi 10 per l&rsquo;utilizzo del sesto motore (la sola unit&agrave; termica &ldquo;ICE&rdquo;) ma essendosi qualificato 14&deg; non &egrave; stato retrocesso pi&ugrave; che 17&deg;, vista la presenza di sole 18 vetture e lo start di Vettel dai box.  Poi in gara sono fioccati gli stop&amp;go di 5 secondi per piloti risultati troppo veloci al momento dell&rsquo;ingresso in pista della safety car, conseguenza dell&rsquo;incidente che ha visto fermarsi Perez e Sutil. Sotto inchiesta ma non sanzionato per questo Button, mentre non &egrave; andata altrettanto bene a Maldonado, Gutierrez e Vergne. Invece un altro episodio indagato, un cosiddetto &ldquo;unsafe release&rdquo; che ha visto coinvolti ai box Magnussen e Gutierrez in occasione del primo pit-stop, non ha avuto conseguenze punitive. In seguito Maldonado &egrave; incappato in un altro stop&amp;go di 5 secondi, per eccesso di velocit&agrave; in pit-lane in occasione dell&rsquo;ultimo cambio gomme. Di conseguenza l&rsquo;ha scontato non durante un pit-stop, bens&igrave; come aggiunta al tempo gara finale: sanzione che l&rsquo;ha momentaneamente fatto retrocedere dal 9&deg; posto sul traguardo al 10&deg; nella prima classifica di fine corsa.  Sanzionati dopo il termine della gara anche Sergio Perez e Jean-Eric Vergne. Il messicano &egrave; stato ritenuto colpevole di &ldquo;reckless collision&rdquo; con Adrian Sutil e per questo condannato a perdere 7 posizioni in griglia al prossimo GP (quello del Brasile) oltre a 2 punti di penalit&agrave; sulla licenza. Lascia un po&rsquo; perplessi che nel dispositivo della sanzione non sia citato Kimi Raikkonen: infatti Perez aveva superato in modo abbastanza pulito Sutil, alla curva 16, arrivando per&ograve; &ldquo;lungo&rdquo; sul finlandese che era appena davanti, tamponandolo. Solo successivamente, con musetto e ala disfatti (e forse la sospensione gi&agrave; danneggiata) ha perso il controllo della sua Force India coinvolgendo senza volerlo e senza pi&ugrave; poter far nulla la Sauber. Ma tant&rsquo;&egrave;, il risultato finale non cambia.  Nel caso di JEV si parla invece di uno degli episodi pi&ugrave; interessanti e controversi della gara statunitense, vale a dire la staccatona alla prima curva che al 51&deg; giro ha sorpreso Romain Grosjean in quel momento all&rsquo;attacco di Button. L&rsquo;attacco &egrave; stato cos&igrave; rapido che il pilota Lotus se n&rsquo;&egrave; accorto quando ormai stava chiudendo la curva, e cos&igrave; il contatto &egrave; stato inevitabile, pur se abbastanza lieve da permettere ad entrambi di proseguire (con qualche danno alla monoposto di Grosjean, che ha perso diverse posizioni). Dall&rsquo;altro lato va riportato che Vergne al momento del contatto non era solo pari, ma un po&rsquo; pi&ugrave; avanti, e aveva tenuto la corda senza allargare n&eacute; bloccare, anche se un poco in scivolata. In ogni caso i commissari hanno deciso, a gara conclusa, che la responsabilit&agrave; del contatto messo sotto inchiesta fosse sua, comminandogli 5 secondi di penalit&agrave; e 1 punto sulla licenza. In questo modo si sono nuovamente invertite le posizioni ufficiali di classifica fra Vergne e Maldonado, tornati 10&deg; e 9&deg; come al traguardo, dopo il sorpasso del venezuelano all&rsquo;ultimo giro.  Maurizio Voltini

Molte le sanzioni in questa gara, tanto che Maldonado e Vergne si sono visti invertire due volte di posizione

Pioggia di penalit&agrave; ad Austin

Una raffica di penalit&agrave; ha colpito i piloti a Sochi. Kevin Magnussen si &egrave; qualificato con il sesto tempo sapendo bene che sarebbe partito pi&ugrave; indietro, perch&eacute; gi&agrave; nella P3 di sabato mattina, la trasmissione si &egrave; rotta e ha dovuto essere sostituita.  Cambio nuovo - prima della sostituzione consentita ogni 6 eventi - anche per Nico Hulkenberg, e identica penalizzazione, cos&igrave; come per Chilton.  La penalit&agrave; inflitta a Magnussen ha consentito a Sebastian Vettel, primo degli esclusi per la Q3, di partire lo stesso nei primi dieci.

Magnussen, Hulkenberg, Chilton: per guai di affidabilit&agrave; 

F1, raffica di penalit&agrave; nella griglia di Sochi 

Sergio Perez l&rsquo;ha presa male. Il pilota della Force India non ha accettato il verdetto del collegio dei commissari sportivi che al termine del Gran Premio del Canada, gli hanno attribuito la responsabilit&agrave; dell&rsquo;incidente avvenuto con Felipe Massa ad un giro dal termine della gara penalizzandolo di 5 posizioni in griglia.  &laquo;Ho difficolt&agrave; a capire i motivi della penalit&agrave; che mi hanno inflitto &ndash; ha scritto su twitter Perez &ndash; anche dopo aver visto ripetutamente il filmato dell&rsquo;incidente. Peccato, su un messicano pesano tanti pregiudizi!&raquo;. Perez la butta su una forma di preconcetto che ha poco a che fare con la realt&agrave;, cosa poco comprensibile se si considera che non si tratta di una frase detta a caldo, ma di un commento scritto molte ore dopo la corsa e con una notte di riposo alle spalle.  Per Perez oltre alla penalit&agrave; imposta dalla FIA (5 posizioni di penalit&agrave; da scontare sulla griglia di partenza del Gran Premio d&rsquo;Austria) c&rsquo;&egrave; stata anche un&rsquo;unanimit&agrave; di pareri tra gli addetti ai lavori del paddock, e non a suo favore, a parte Button che ha polemizzato contro la decisione dei commissari. Nel frattempo si &egrave; saputo che i sensori montati su Williams e Force India hanno registrato nel violento impatto contro le barriere una decelerazione di oltre 27 G, un valore&nbsp;elevatissimo, ben oltre la soglia di quei 18 G per il quale in F1 scatta automaticamente un&nbsp;controllo medico in ospedale anche se i piloti scendono dal relitto con le proprie gambe.  Roberto Chinchero

Il pilota della Force India non ha accettato il verdetto della FIA. 5 posizioni di penalit&agrave; da scontare sulla griglia di partenza del GP d&rsquo;Austria

Perez: Pregiudizi nei miei confronti

&Egrave; allarme alla Red Bull. Sebastian Vettel continua ad accusare problemi - soprattutto con la &ldquo;power unit&rdquo; e la lista delle componenti sostituite si allunga.  Il regolamento divide l&rsquo;unit&agrave; motrice in sei parti; V6 termico, turbo, due motori elettrici, batteria e centraline. In tutta la stagione si possono usare cinque unit&agrave; di ciascuna. Quando si &egrave; costretti a montarne una sesta (per esempio la 6&deg; batteria) si parte dieci posizioni indietro. Per ogni altra componente aggiuntiva (ad es. se devi sostituire anche il sesto Mgu-K) se ne incassano altre cinque. Alla settima sostituzione ricomincia il gioco dieci-cinque e allora &egrave; meglio cambiare tutta la power unit e partire dai box.  Fatto sta che Seb finora &egrave; gi&agrave; arrivato a tre turbocompressori (con quello rotto in gara a Monaco) e ben quattro centraline di controllo (le CU-K che governano il motore cinetico), E siamo appena a un terzo di stagione!  In pi&ugrave;, a parte il cambio sostituito a Barcellona prima delle sei gare previste, che gli &egrave; costato 5 piazze in griglia, Seb ha avuto tanti problemi non &ldquo;definitivi&rdquo;, ma che hanno fatto perdere potenza al suo motore, specie in qualifica.  In Renault e Red Bull c&rsquo;&egrave; una preoccupazione mista a rassegnazione. Di questo passo, il gi&agrave; difficile inseguimento al mondiale potrebbe diventare una chimera.  (a.a.)  

Per colpa delle avarie ha gi&agrave; sostituito troppi pezzi: di questo passo incasser&agrave; delle penalit&agrave; per la &ldquo;power unit&rdquo;

Vettel, allarme ricambi

Abbiamo gi&agrave; scritto del raddoppio di punteggio all'ultima gara, ma le novit&agrave; per il prossimo campionato della F1 non si fermano qui. A deciderle, sempre la riunione di luned&igrave; 9 dicembre fra il Gruppo Strategico e la Commissione Fia, relativi entrambi alla F1.  Se ne era gi&agrave; parlato, e ora il tutto viene ratificato: dalla prossima stagione ai piloti verr&agrave; assegnato un numero di gara univoco e valido per tutta la carriera. Ai piloti verr&agrave; chiesto di scegliere un numero da 2 a 99, e ovviamente il numero 1 sar&agrave; sempre riservato al vincitore del campionato precedente, se vorr&agrave; usarlo. Per risolvere eventuali dispute, con pi&ugrave; piloti che volessero lo stesso numero, avr&agrave; la priorit&agrave; chi si &egrave; classificato pi&ugrave; avanti nel campionato precedente. Non &egrave; stato specificato se il numero 27 (solitamente associato a Gilles Villeneuve), o altri, verranno posti "off limits".  Sono stati confermati i test Pirelli in Bahrain, dal 17 al 19 dicembre. Sono stati invitati a parteciparvi tutti i team della F1, ma solo sei hanno accettato: si tratta di Red Bull, Ferrari, Mercedes, McLaren, Force India e Toro Rosso. Questi test sono in deroga alle attuali regole relative, in quanto giustificati da motivi di sicurezza, e per questo motivo sar&agrave; possibile condurli con vetture del 2013.  Sempre con validit&agrave; immediata, quindi dalla prima gara del 2014, &egrave; stato introdotto il principio di una inedita penalizzazione pari a 5 secondi. Questa varr&agrave; per le infrazioni minori, ma non &egrave; ancora stato chiarito come si pensa di applicarla, se a fine gara o altro: se ne parler&agrave; con i responsabili dei team appena possibile. Posto che non &egrave; certo possibile comminare "un quarto di drive-through" (solitamente parificato a 20 secondi) resta il fatto che farebbe molta differenza sulla condotta di gara di un pilota il fatto di saperlo quando la gara &egrave; ancora in corso oppure gi&agrave; conclusa.  Infine &egrave; stato approvato, in linea di principio e a partire dal gennaio 2015, un "global cost cap", ovvero un tetto massimo di spesa. Naturalmente si tratta di definire le modalit&agrave; con cui tali costi verrebbero considerati e calcolati, ma anche controllati e verificati, e a questo proposito verr&agrave; costituito un gruppo di lavoro nei prossimi giorni (si vuole arrivare all'approvazione definitiva di questa regola entro giugno 2014) composto dalla Fia, dai detentori dei diritti commerciali e dai rappresentanti delle squadre.  Maurizio Voltini

Numeri di gara fissi per l'intera carriera e penalit&agrave; di soli 5 secondi

Le novit&agrave; F1 2014, dai numeri ai costi

La gara a Singapore ha avuto uno strascico in direzione gara. Questo per via del "passaggio" offerto da Fernando Alonso a Mark Webber, che si era fermato a un giro alla conclusione col motore in fiamme, riportandolo ai box a cavalcioni della Ferrari. Una "manovra" non ammessa dal regolamento, per questioni di sicurezza: si pensi a cosa accadrebbe al passeggero se il pilota avesse una distrazione o fosse brusco con l'acceleratore...  Cos&igrave; entrambi i protagonisti sono stati convocati a gara finita presso la direzione gara, dalla quale sono usciti entrambi con un richiamo ufficiale, "ammonizione" se preferite. Una sanzione tutto sommato equa per la "gravit&agrave;" dell'infrazione. Solo che c'&egrave; un problema, per Webber, a parte che nel comunicato sia stato specificato che la sua colpa &egrave; quella di essere rientrato in pista a piedi senza l'ok dei commissari: infatti questa per l'australiano &egrave; la terza ammonizione stagionale (dopo quelle per l'incidente con Rosberg in Bahrain e per non aver rallentato sotto bandiere gialle in Canada, nelle prove) e se non interverr&agrave; qualche interpretazione particolare potrebbe comportare un arretramento in griglia di ben 10 posizioni nel prossimo GP, quello in Korea.  La questione &egrave; tuttavia ancora in sospeso, per quanto fonti Fia descrivano questa sanzione come inevitabile. Infatti per quanto di competenza degli ufficiali di gara a Singapore, il tutto si fermerebbe all'ammonizione: non sono loro a decidere per cose estranee alla gara in s&eacute;. Il resto spetta alla Federazione, e considerando che a Marina Bay erano gi&agrave; passate le 2 di notte, il fatto verr&agrave; probabilmente riconsiderato proprio in occasione del prossimo GP oppure a Place de la Concorde.  Ovviamente vi terremo aggiornati per tutte le eventuali novit&agrave; relative all'episodio. Di sicuro, a Webber un vero taxi sarebbe costato molto meno...  Christian Horner &egrave; stato molto critico con la decisione dei commissari. Oltre a ritenere che gli effetti di questa regola siano andato molto al di l&agrave; delle intenzioni che l'hanno determinata, ha infatti evidenziato come a questo punto sarebbe stata meglio addirittura una multa - sanzione solitamente considerata pi&ugrave; pesante da parte dei commissari - che almeno non si sarebbe sommata alle ammonizioni precedenti. &laquo;Forse i commissari non potevano fare altrimenti - avrebbe aggiunto Horner - ma una delle immagini pi&ugrave; iconiche che io ricordi &egrave; quella del passaggio dato da Mansell a Senna. E in quell'occasione si us&ograve; pi&ugrave; buon senso&raquo;.  Critico, ma verso la manovra di Alonso, &egrave; stato piuttosto Lewis Hamilton, che spiega: &laquo;&Egrave; stata una manovra pericolosa: quando mi sono trovato Fernando fermo davanti per raccogliere Mark, li ho evitati per poco. Poteva finire male&raquo;. Infatti dal suo camera car si vede come si ritrovi costretto a scartare oltre al cordolo per non tamponare la Ferrari. Comunque Hamilton aggiunge: &laquo;Non sono contrario alla possibilit&agrave; di dare un passaggio, ricordo episodi passati molto belli al riguardo, ma credo che andrebbe regolamentata e permessa solo in certe condizioni&raquo;.  Maurizio Voltini

Ammonizione sia a Webber che Alonso, ma l'australiano rimedier&agrave; 10 posizioni in pi&ugrave; in griglia nel prossimo GP

34 risultati per 'penalita'

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