        Il caso De Vries, appena licenziato da AlphaTauri, e l&rsquo;affaire Perez, pericolante in RedBull, sono solo alla punta dell&rsquo;iceberg. A livello di rapporti, in F1 non v&rsquo;&egrave; storia pi&ugrave; travagliata, tempestosa e spietata di quella dei licenziamenti nell&rsquo;ambito dei team RedBull. Certo, niente &egrave; per sempre, ciascun rapporto finisce prima o poi, per&ograve; mai e poi mai nel mondo dei GP si &egrave; assistito a una serie di rotture cos&igrave; deflagranti, improvvise e catastrofiche come nel caso dei piloti racing dell&rsquo;energy drink nel Circus. Fondamentalmente per un motivo: il metodo Marko. Ovvero la filosofia dell&rsquo;ex pilota Helmut Marko, classe 1943, talento tramontato a causa di un incidente di gara che gli fa perdere un occhio nel GP di Francia 1972 e a inizio del terzo millennio tornato alla ribalta quale consigliere principe del boss Red Bull Didi Mateschitz. Filosofia Marko in poche parole: in F1 o vai e rendi, oppure te ne vai Il primo della lista &egrave; Scott Speed, americanino in forza a Toro Rosso, che nel 2006 viene allontanato addirittura fisicamente a spinte, dopo un alterco al Nurburgring col Team Principal Franz Tost. Il tutto prelude all&rsquo;arrivo di Seb Vettel, la young star che porter&agrave; quattro mondiali piloti in cara RBR. Quanto al team principal, ovvero la Red Bull, il debutto, nel 2005 &egrave; segnato da un vero e proprio Shootout tra Tonio Liuzzi e l&rsquo;austriaco Christian Klien, che si dividono la macchina, in attesa di capire chi &egrave; il pi&ugrave; forte. Risolver&agrave; tutto la nascita di Toro Rosso, verso la quale Tonio sar&agrave; girato l&rsquo;anno dopo, finendo per&ograve; il rapporto al termine del 2007 perch&eacute; il coproprietario Berger vuol far spazio al francese Seb Bourdais, che per&ograve; fallir&agrave; e ben presto finir&agrave; sostituito. Dopo di lui, lo spagnolo Jaime Alguersuari conoscer&agrave; una vera e propria umiliazione, tanto da uscire dalla squadra a fine 2011 per darsi alla carriera di DeeJay: &laquo;Non ne potevo pi&ugrave; dei rimbrotti di Marko, era diventato un incubo che sonavo anche di notte&raquo;.Poi Jean-Eric Vergne e Sebastien Buemi non conoscono destini migliori con francese fuori a fine 2014 e lo svizzero out gi&agrave; al termine del 2011. Ma il massimo si tocca nel 2015, con l&rsquo;arrivo in Toro Rosso della stella teenager Max Verstappen, il quale diventa il vero e proprio detonatore dell&rsquo;ordigno Marko, da l&igrave; in poi. Nella squadra faentina, tanto per cominciare, mette ombra su Sainz, quindi l&rsquo;anno dopo propizia il siluramento di Kvyat dirottato in Toro Rosso, nel giorno della storica vittoria dell&rsquo;olandese in Spagna. Poi &egrave; il turno di Brendon Hartley, quindi del richiamato Kvyat, che prelude a De Vries. Quanto alla Red Bull, dopo tanta stabilit&agrave; all&rsquo;inizio e una certa continuit&agrave; di militanze, su tutte quella di Vettel e l&rsquo;altra di Webber, &egrave; il regno di Verstappen che dal 2016 in poi diventa il motivo dell&rsquo;abrasiva consunzione del secondo sedile del team che vede, di seguito, giubilati Daniel Ricciardo, Pierre Gasly, Alexander Albon e ora &ldquo;Checo&rdquo; Perez decisamente sotto schiaffo, dopo una raffica di GP deludentissimi. Eppure, dati alla mano, i conti tornano. Quattri mondiali vinti da Vettel e dalla RBR-Renault e due titoli conquistati da Verstappen e uno dalla RBR-Honda pi&ugrave; altri due in arrivo quest&rsquo;anno, dimostrano che i criteri volti a preservare chi vince e a far durare poco chi non sta al passo, hanno un senso, eccome. Il metodo Marko trionfa e il turn-over continua a imperare. Scoprendo che il consumismo &egrave; alla base non solo del sistema economico mondiale ma anche del ciclo vincente Red Bull.       

<p>L'allontanamento dell'olandese dal box dell'AlphaTauri &egrave; solo la punta dell'iceberg. Ripercorriamo insieme la storia della RedBull e dei suoi piloti</p>

Caso Nyck De Vries, il metodo Marko parla chiaro: o rendi o te ne vai!

        La Red Bull sta vivendo un terremoto e Max Verstappen non ci pensa due volte a dare un ulteriore scossone a questa pausa estiva della Formula 1. Dopo il cambio della guardia tra Gasly e Albon, il primo retrocesso in Toro Rosso per far spazio proprio al neo promosso pilota anglo-thailandese, ad aumentare i rumors della Scuderia ora sono le parole al vetriolo dell'olandese.&nbsp; Verstappen si &egrave; confidato sulle pagine della rivista inglese Motorsport e non ha nascosto di certo le sue sensazioni ancora a caldo dopo il GP d'Ungheria. Nel mirino c'&egrave; Lewis Hamilton con la sua Mercedes, non a caso campione in carica e cinque volte iridato, colpevoli di aver ribaltato la sua quasi acciuffata terza vittoria stagionale nel Mondiale. L'editoriale del Direttore: Lewis i rivali se li beve tutti! Verstappen: "Ce ne sono di altri grandi piloti" Il pilota della Mercedes, e l'ottima strategia della scuderia e di James Vowles (il tattico che ha avuto l&rsquo;intuizione di far fare il secondo pit a Lewis), invece ha rovinato la festa alla RB15, rilegandola sul secondo gradino del podio e ha scatenato le critiche di Verstappen: "Hamilton non &egrave; nulla di speciale, non sono concentrato solo su Lewis. Ci sono altri grandi piloti nel paddock che sono in grado di ottenere risultati simili. Le sue prestazioni dipendono dalla macchina che ha avuto a disposizione. Non credo che in questi anni abbia mai subito la pressione dei suoi compagni di squadra. Avrebbe dovuto vincere anche nel 2016 se non fosse stato per quel motore rotto (in Malesia, ndr). Dopo la pausa estiva ebbe alcune partenze poco felici e altri episodi a causa dei quali perse la testa del campionato, ma non ha mai avuto un compagno in grado di metterlo davvero in difficolt&agrave;".  Su Albon: "Non mi interessa chi &egrave; il mio compagno in Red Bull" Oltre alle critiche rivolte a Hamilton, Verstappen raggiunto dalla testata olandese De Telegraaf ha voluto anche precisare che il momento di confusione tra i piloti in Red Bull non lo distoglie dalla concentrazione e dal prossimo GP in Belgio, sul circuito di Spa-Francorchamps il prossimo 1 settembre, anzi lo tocca davvero relativamente: &ldquo;Sicuramente &egrave; un peccato per Pierre Gasly, ma personalmente non mi interessa chi sia il mio compagno di squadra. Il punto credo che sia stato essere pi&ugrave; competitivi con tutte e due le vetture per conquistare pi&ugrave; punti per il team in classifica costruttori&rdquo;. VOTA IL SONDAGGIO&nbsp;Ferrari, visti i risultati deludenti, che fare?       

<p>Il pilota della Red Bull ha rilasciato un'intervista alla rivista inglese Motorsport e senza peli sulla lingua ha movimentato con le sue sfrecciatine la pausa estiva della Formula 1: "Lewis? Le sue prestazioni dipendono dalla macchina. Ci sono altri piloti come lui". E su Albon invece...</p>

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