Al termine del secondo appuntamento stagionale con la Formula 1 avevamo chiesto la vostra opinione su chi fosse il pilota autore del miglior esordio dopo i GP d&rsquo;Australia e Bahrain.  Shanghai, la cronaca delle qualifiche  Nettamente primo, con un terzo dei voti totali Kimi Raikkonen (guarda i risultati), da sempre uno dei piloti pi&ugrave; amati dagli appassionati italiani, seguito da Romain Grosjean, Sebastian Vettel, il temporaneo sostituto di Alonso Stoffel Vandoorne e Nico Rosberg a chiudere la top five proprio davanti allo spagnolo e al campione del mondo in carica Lewis Hamilton. Oggi, alla vigilia del GP di Cina, chiediamo nuovamente la vostra opinione: terminate le qualifiche chi &egrave; il favorito alla vittoria a Shanghai? L'ordine dei piloti rispecchia quello della griglia di partenza di domani.  [poll="66"]

Rosberg in pole, Ferrari deluse ma competitive, Hamilton nei guai, Ricciardo convincente. Chi vincer&agrave; a Shanghai?

Vota: chi vincer&agrave; il GP di Cina?

Una pista da "allungo" come quella di Shanghai non sembrava certo l'ideale per far esprimere al meglio le indubbie qualit&agrave; telaistiche della Red Bull RB12, e invece nella giornata in cui la Mercedes concede una posizione in prima fila agli altri, questa posizione viene occupata da Daniel Ricciardo.  Un secondo tempo in qualifica in Cina, staccato di 0"515, che l'australiano spiega cos&igrave;: &laquo;Rispetto allo scorso anno abbiamo certamente ottenuto qualcosa di pi&ugrave; dalla power unit. Abbiamo visto l'andamento del primo paio di gare e il gap non &egrave; stato cos&igrave; grande come l'anno scorso sui rettilinei, ma non mi aspettavo di essere in questa posizione a meno che non fosse una qualifica bagnata. Essere in prima fila in condizioni di asciutto &egrave; piuttosto "cool". Alcune persone scherzando mi hanno detto che &egrave; il taglio di capelli, e forse &egrave; proprio questo: aerodinamica. Un aspetto positivo &egrave; che Nico ha le soft mentre noi partiamo con le supersoft, quindi l0inizio dovrebbe essere interessante. Speriamo di combattere con le Ferrari per il podio. Nuovo o vecchio sistema di qualificazione, sembra che noi siamo competitivi comunque, ed &egrave; bello cos&igrave;&raquo;.    Daniil Kvyat non &egrave; tanto pi&ugrave; indietro, sesto: &laquo;Sono contento, &egrave; la mia miglior qualifica stagionale. Oltretutto ho ottenuto questo tempo con gomme usate. Ho trovato un buon passo e credo che sia un buon risultato per il team, oggi. Domani ci aspettiamo una gara interessante: speriamo di poter lottare per il podio, ma vedremo cosa succeder&agrave;&raquo;.  Raikkonen deluso: Si poteva fare di pi&ugrave;  Cos&igrave; ha invece commentato Chris Horner, a confermare un buon risultato complessivo: &laquo;Daniel ha fatto una prestazione incredibile: nessuno di noi si sarebbe sognato una prima fila in condizioni asciutte, su questo tracciato. Aver affiancato Rosberg davanti &egrave; probabilmente una delle migliori performance di sempre, per lui in qualifica. Anche Dany (Kvyat) ha fatto un ottimo lavoro: un altro decimo e sarebbe stato davanti alla Williams. Quindi &egrave; stata una buona prestazione di squadra, oggi, e speriamo di trasformarla in un accettabile risultato di gara domani&raquo;.  Maurizio Voltini

"Ottima prestazione di squadra oggi", conferma Horner anche per la terza fila di Kvyat ottenuta con gomme usate

Prima fila "da sogno" per Ricciardo

&laquo;Siamo in una posizione migliore di 12 mesi fa&raquo;. Le parole di Christian Horner sull&rsquo;avvio di campionato della Red Bull sono supportate dai risultati: due arrivi a ridosso del podio in Australia e Bahrain, adesso si guarda alla Cina, con uno dei rettilinei pi&ugrave; lunghi del mondiale (1.170 metri) a mettere alla prova la power unit Tag-Heuer. Paddy Lowe, direttore tecnico Mercedes, nei giorni scorsi ha sottolineato come non ci sia un elevato divario tra i motoristi quest&rsquo;anno, dichiarando che Renault e Honda sono gi&agrave; davanti al motore Ferrari 2015 Toro Rosso. Sui progressi di Renault Sport nello sviluppo 2016 e le possibilit&agrave; di recuperare terreno, Horner ha aggiunto: &laquo;Hanno tutte le opportunit&agrave; per riuscirci. Negli ultimi 6 mesi hanno iniziato a fare progressi, adesso la determinazione e l&rsquo;urgenza di far bene &egrave; aumentata, avendo un loro team&raquo;.  I 5.451 metri di Shanghai, rettilineo di ritorno a parte, sono contraddistinti anche della prima curva che si chiude su se stessa, prima del lento tornantino a sinistra, curva 4: &laquo;Il rettilineo &egrave; lunghissimo e rende la pista diversa dalle altre, poi devi staccare per una delle curve pi&ugrave; strette in calendario, passi da una velocit&agrave; tra le pi&ugrave; alte alla pi&ugrave; bassa&raquo;, spiega Ricciardo riferendosi alla penultima curva prima del traguardo.  &laquo;Curva 1, 2 e 3 sono come un&rsquo;unica grande curva, davvero lunga e in salita, il che la rende impegnativa sulla gomma anteriore sinistra: &egrave; una delle piste pi&ugrave; dure su questo aspetto, il che la rende interessante&raquo;. Tanto pi&ugrave; considerando le scelte delle mescole operate dai diversi team, a bilanciare la selezione delle gomme tra medie, morbide e supermorbide.  Pista che piace a Daniil Kvyat, &laquo;&egrave; tecnica. Curva 1 &egrave; unica e i veloci cambi di direzione nel settore centrale sono una sfida. Nel 2014 ho corso la mia prima gara in Cina, con una qualifica sul bagnato che rappresento anche quella una sfida particolare, visto che poi in gara ci ritrovammo con condizioni molto diverse&raquo;. Proprio Kvyat &egrave; chiamato a dare una risposta convincente, anzitutto in qualifica: fuori troppo presto nei primi due gran premi, con il &ldquo;colpevole&rdquo; individuato nel modo di far funzionare le gomme in Bahrain (in Australia aveva accusato il traffico, Daniil), potrebbe tornare a esprimersi su altri livelli con una qualifica a eliminazione classica, senza l&rsquo;&rdquo;ansia&rdquo; di dover fare subito un giro perfetto.  Fabiano Polimeni

A Shanghai la Red Bull punta a proseguire la serie di risultati positivi, per confermarsi terza forza del mondiale

GP Cina, Ricciardo: pista dura sull&rsquo;anteriore sinistra

Non &egrave; stata una gara facile, quella in Bahrain di Daniel Ricciardo: quarto dopo lo scatto al semaforo (partiva quinto) ma subito ala danneggiata contro Bottas. Poi per&ograve; &egrave; riuscito a stare sempre nelle zone alte della classifica, &egrave; stato fra i pochi a utilizzare tutte e tre le mescole e ha mantenuto il quarto posto finale. Che oltretutto lo proietta al 3&deg; posto in campionato, 6 punti davanti a Raikkonen. Alla fine, insomma, non &egrave; poi andata cos&igrave; male&hellip;  Ecco come l'australiano ha raccontato la sua gara: &laquo;La partenza &egrave; stata&hellip; interessante. Non sono scattato benissimo e ho potuto vedere il caos che si stava creando alla prima curva. Ho cercato di sfruttare la situazione, ma ho finito con avere danni all'ala anteriore quando mi sono toccato con Bottas. C'&egrave; stato un momento in cui ho pensato che sarei dovuto rientrare ai box per una nuova ala, perch&eacute; il pezzo che si &egrave; staccato sembrava abbastanza sostanziale, ma siamo stati in grado di resistere per alcuni giri, lottando con la Williams. Il danno non mi ha influenzato troppo e abbiamo fatto una buona gara, anche se un po' solitaria verso la fine, segnando dei buoni punti&raquo;.  &laquo;Sono molto soddisfatto di oggi - dice invece Daniil Kvyat (7&deg;) dopo la delusione delle qualifiche (15&deg;) - considerando da dove siamo partiti. La strategia ha funzionato bene, siamo riusciti ad evitare il traffico in pista e abbiamo trovato un bel passo. Proprio per questo dovr&ograve; lavorare sulla qualifica, in modo da non ripetere il disastro di ieri&raquo;.  Mentre Christian Horner sottolinea: &laquo;&Egrave; stata una grande prestazione da entrambi i piloti, oggi. Hanno avuto tutti e due un danno identico sulla paratia dell'ala, al primo giro, che non &egrave; ideale. Ma con la velocit&agrave; delle macchine e una buona strategia abbiamo ottenuti risultati rispettabili&raquo;.  Maurizio Voltini

4&deg; e 7&deg; posto per la Red Bull in Bahrain, che capitalizza molto in termini di classifica generale

Ricciardo ancora a punti, ed &egrave; 3&deg; nel mondiale

Gran premio dai due volti, quello australiano in casa Red Bull. Le Toro Rosso pi&ugrave; veloci in qualifica, Kvyat che non prende il via in gara a causa problema elettrico a spegnere la RB12 nel giro di formazione, sono le ombre su una corsa che ha visto, sotto la bandiera a scacchi, Ricciardo agguantare il quarto posto, primo degli altri. Christian Horner guarda al risultato con fiducia, grazie alle conferme avute dal comparto telaistico: &laquo;Il telaio funziona molto bene, il degrado delle gomme &egrave; stato molto buono e gli stint che abbiamo fatto sembrano essere lunghi tanto quanto quelli dei migliori, e siamo stati competitivi&raquo;.  Una strategia che ha visto Ricciardo seguire la tattica di Vettel, rispetto al quale si &egrave; fermato un giro prima in occasione del primo stop, confermando le gomme supersoft, ma ripartendo dopo l&rsquo;interruzione al 18mo giro con gomme morbide. Le ha conservate per 24 giri, prima di passare di nuovo alle supermorbide per gli ultimi 15 giri di gara, nei quali ha ottenuto anche il miglior giro.    &laquo;Quando ha avuto aria pulita davanti a s&eacute; e con le stesse gomme, stava facendo i tempi di Sebastian. Perci&ograve; credo che siano dei riscontri realmente incoraggianti. Avevamo la giusta strategia ed effettuato buoni pit-stop&raquo;, il commento del team principal. Trarre conclusioni dopo una sola gara pu&ograve; risultare prematuro; con il Bahrain, la Cina e la Russia davanti, circuiti &ldquo;veri&rdquo; e in grado di tratteggiare meglio il reale potenziale delle monoposto, avremo la misura di quanto sia pi&ugrave; o meno distante la Red Bull dai battistrada.  A Melbourne, Horner &egrave; convinto che avessero &laquo;la terza macchina pi&ugrave; veloce, soprattutto in gara. Sebbene non siamo dove vorremmo essere, &egrave; incoraggiante riscontrare che le caratteristiche della macchina dello scorso anno si siano mantenute e migliorate, abbiamo un prodotto molto buono sul quale lavorare&raquo;.

Kvyat bloccato da problemi elettrici, Ricciardo quarto e con un buon ritmo: &ldquo;Faceva i tempi di Vettel a parit&agrave; di gomme&rdquo;

Horner, Red Bull terza pi&ugrave; veloce a Melbourne

La tradizionale conferenza stampa del gioved&igrave; apre ufficialmente la stagione della F1 a Melbourne. Presenti Sebastian Vettel, Lewis Hamilton, Daniel Ricciardo, Esteban Gutierrez, Jolyon Palmer e Rio Harianto. Abbiamo gi&agrave; pubblicato quanto detto da Vettel e Hamilton, per cui vediamo invece gli altri a partire dal "padrone di casa" australiano.  &laquo;Sono concentrato su questa stagione con la Red Bull, non chiedetemi altro&raquo;, esordisce Ricciardo quando gli prefigurano possibili imprese leggendarie come Alan Jones e magari con la Ferrari. &laquo;Per ora penso all'emozione di tornare a correre e soprattutto qui, a iniziare un calendario che sar&agrave; molto fitto&raquo;. Quali indicazioni dopo i test di Barcellona? &laquo;Credo che il passo di gara sia il nostro punto forte, probabilmente in qualifica saremo meno competitivi. Punteremo ad essere un avversario per Mercedes e Ferrari, ma vedremo anche con la power unit&hellip; Non si pu&ograve; rispondere davvero, &egrave; ancora troppo presto&raquo;.  Si passa quindi a Gutierrez, su come sia stato il suo periodo da pilota di riserva Ferrari. &laquo;&Egrave; stato interessante - risponde Esteban - perch&eacute; anche grazie al ragazzo qui davanti (e indica Vettel, ndr) questo periodo mi ha aiutato. Questo perch&eacute; ho potuto osservare molte cose da una prospettiva diversa. Ma ora torno a fare quello che mi piace di pi&ugrave;, correre, e ho molta "fame"&raquo;. Qual &egrave; la sfida in un team nuovo come la Haas? &laquo;La difficolt&agrave; &egrave; quella di cominciare ad integrarsi l'uno con l'altro, tutti, come squadra. Nei test ci sono stati dei momenti difficili per via dei differenti caratteri, ma &egrave; stata una grade esperienza come team. Poi si tratta di definire al meglio le varie procedure&raquo;.  Arriverete a punti? &laquo;&Egrave; un obiettivo ambizioso, ma lavoreremo duro per raggiungerlo. Quella &egrave; la strada da seguire, per&ograve; sempre tenendo i piedi per terra. Abbiamo tutto da imparare, ma credo che gi&agrave; da questo weekend potremo tornare a casa molto contenti&raquo;, conclude Gutierrez. &laquo;Anche per noi l'obiettivo &egrave; quello di riuscire a raccogliere dei buoni punti - aggiunge Palmer - e sicuramente possiamo contare su un passo solido e su un buon potenziale. &Egrave; stato un po' frustrante stare ai margini, l'anno scorso, ma mi ha reso pi&ugrave; bello tornare a gareggiare che &egrave; la cosa migliore. Il passaggio da Lotus a Renault ha comportato delle conseguenze, questo inverno: dovremo cercare di ricostruire una base solida e progredire continuamente&raquo;.  In proposito della possibilit&agrave; di puntare alla zona punti si esprime anche Haryanto: &laquo;Sicuramente il nostro &egrave; un pacchetto molto migliore rispetto a quello dell'anno scorso. Non sappiamo quando potr&agrave; accadere, ma anche per noi l'obiettivo &egrave; quello di andare a punti. Vedremo, sar&agrave; una cosa da affrontare in ogni singola gara, e le gare sono lunghe&hellip;&raquo;. Invece sul riscontro avuto in patria da primo pilota indonesiano in F1: &laquo;Ho avuto un gran supporto nel mio Paese per avere la possibilit&agrave; di gareggiare in F1, e ne sono molto fiero, lo sono tutti. Certo ci sono tante cose da imparare, e tante aspettative, ma io sono qua per imparare il prima possibile&raquo;.  Maurizio Voltini

La "fame" di Gutierrez e la voglia di punti per Palmer e Haryanto, mentre Ricciardo non si sbilancia

La conferenza stampa dei piloti F1 a Melbourne

Fra i protagonisti della conferenza stampa di inizio campionato con i piloti, era anche Sebastian Vettel. &laquo;Credo che avremo il potenziale per arrivare a dare filo da torcere alla Mercedes. Il vero problema &egrave; se questo avverr&agrave; in tempo, sufficientemente presto. Dobbiamo essere obiettivi, ribaltare la situazione dell'anno scorso non &egrave; facile, anche perch&eacute; non sappiamo dire a che punto sia esattamente la Mercedes&raquo;.  C'&egrave; qualche punto debole nella Ferrari di quest'anno? &laquo;Probabilmente la prestazione in qualifica: solitamente la velocit&agrave; in qualifica rispetta la performance pura della macchina. Non &egrave; un segreto: sappiamo di essere dietro quest'anno come lo siamo stati l'anno scorso. Ma cerchiamo di avvicinarci ancor di pi&ugrave; al vertice, sappiamo cosa fare e dove andare, per cui passo dopo passo miglioreremo&raquo;.  Invece il punto di forza della SF16-H? &laquo;Abbiamo lavorato sodo e il progetto &egrave; iniziato molto presto, e anche per questo credo sta stato fatto un passo avanti importante, un miglioramento complessivo. Abbiamo lavorato per essere pi&ugrave; veloci in partenza. Ma sappiamo che la nostra sfida &egrave; molto, molto grande: la Mercedes ha messo basi solide nell'intero pacchetto, non solo motore ma anche macchina. In pi&ugrave; per noi c'&egrave; la difficolt&agrave; di partire con una macchina completamente nuova. Credo ci sia poco da inventarsi: loro sono ancora i favoriti, ma noi siamo pi&ugrave; vicini rispetto all'anno scorso, e poi andremo pi&ugrave; forte ancora&raquo;.    Tu e Lewis avete stili e caratteri diversi; come definiresti il tuo, di stile? &laquo;Rispetto a lui non ho ancora molto capito certe tecnologie moderne. Ma ognuno sceglie il proprio stile e le cose che gli piacciono. Tutte e due per&ograve; amiamo le corse. Poi c'&egrave; chi pensa alla pista, chi alla pizza, e chi ci mette molti ingredienti&hellip;&raquo;.  Il discorso passa quindi a come Sebastian ha "battezzato" la sua Ferrari: perch&eacute; gli hai dato il nome di una pizza? &laquo;Ma no, Margherita &egrave; soprattutto un nome proprio, non solo di una pizza. La prima cosa che ti viene in mente se guardi la macchina, &egrave; un nome. Prima era Eva, ora &egrave; Margherita, perch&eacute; &egrave; un nome che mi piace&raquo;.  &laquo;&Egrave; perch&eacute; &egrave; il nome di una pizza&raquo;, interviene ridendo Daniel Ricciardo. E proprio relativamente al pilota australiano, viene chiesto se piacerebbe tornare ad essere ancora compagni di squadra: &laquo;Mah, forse se venisse sui social media&hellip; - risponde Ricciardo - Per&ograve; io vado anche spesso in giro in mutande, se a lui va bene&hellip;&raquo;. &laquo;Guarda che non baller&ograve; con te in pitlane&raquo;, avverte invece Vettel. Che poi in modo pi&ugrave; serio aggiunge: &laquo;Non mi dispiacerebbe, non ci sono mai stati problemi fra noi due. Anche se devo ricordare che gli ultimi anni erano stati positivi per lui ma non per me. Ma l'importante &egrave; andare d'accordo e ripeto che non ci sono mai stati problemi fra noi&raquo;.  Maurizio Voltini  

In conferenza a Melbourne i due ex-compagni di squadra sulla possibilit&agrave; di ritrovarsi affiancati, fra pizze e nomi di macchine

Vettel e Ricciardo: Assieme? Nessun problema!

Otto ore di test, le ultime per provare a scoprire quale sia il potenziale in casa Red Bull, reduce da tre giornate prive di acuti e qualche problema tecnico sulla strada di Kvyat e Ricciardo a rallentarne il programma. La seconda sessione di test finora ha restituito un totale di 190 giri per il russo e 135 per il pilota australiano, che tira un primo bilancio della fase precampionato: &laquo;Abbiamo fatto molti pi&ugrave; giri che negli ultimi due anni di test invernali messi insieme. Siamo in una situazione migliore di un anno fa e se riusciamo a partire da una buona posizione, allora possiamo chiudere il campionato alla grande, ne sono convinto&raquo;.  Ripone grande fiducia sul lavoro compiuto dal team di Milton Keynes con il progetto RB12 e quando gli chiedono quali progressi abbia riscontrato sul motore, dice: &laquo;A esser sincero al momento abbiamo fatto un piccolo passo avanti, non enorme. Abbastanza per&ograve; per iniziare la stagione e a partire dalle gare europee dovremmo avere una buona evoluzione&raquo;.  Tante simulazioni di pit-stop, prove su stint corti, una simulazione gara. Il lavoro nei test non si &egrave; interessato della ricerca della prestazione pura in questa seconda sessione, come ha confermato anche Rocquelin, capo degli ingegneri in pista. L&rsquo;attenzione &egrave; stata tutta rivolta alla preparazione della prima gara. Dove si posizioner&agrave; la Red Bull nell&rsquo;ordine di valori in campo? Quanto incider&agrave; il gap prestazionale sul fronte della power unit? Ricciardo &egrave; fiducioso: &laquo;Abbiamo gi&agrave; dimostrato lo scorso anno, quando ci mancavano diversi cavalli, di poter fare alcune gare degne di nota: se a Austin fosse rimasto bagnato probabilmente avrei vinto la gara e a Budapest e Singapore siamo saliti sul podio. Non &egrave; sempre il campionato dei motori; sulla potenza pura dovremmo esserci avvicinati quest&rsquo;anno e piste come Monza e Spa non dovrebbero essere pi&ugrave; uno spauracchio&raquo;.  Nell&rsquo;intervista al sito ufficiale della Formula 1, il pilota australiano racconta anche di un clima diverso nei rapporti con Renault, giura che le frizioni dell&rsquo;anno scorso sono un ricordo e confida sul motore evoluzione, atteso da Daniel in Spagna, mentre alcune fonti nei giorni scorsi prospettavano il Canada come pista del debutto.  Fabiano Polimeni

Bilancio positivo in Red Bull, perlomeno sul fronte dei chilometri percorsi. L&rsquo;australiano si attende una stagione in crescendo

Ricciardo, piccoli progressi da Renault 

Ci sono due elementi che accomunano Renault e Red Bull: la power unit che useranno quest&rsquo;anno e l&rsquo;aver effettuato, uniche due squadre del mondiale, veri e propri eventi di presentazione. E poco importa che le nuove macchine non si siano viste, hanno sfruttato l&rsquo;aspetto pi&ugrave; strettamente comunicativo e commerciale della vicenda. Nell&rsquo;era in cui tutto si dematerializza, anche le presentazioni si risolvono in cartelle stampa divulgate online, con qualche foto in pitlane prima che inizino i test.    &nbsp;  A Ricciardo non piace affatto il modus operandi che va per la maggiore: &laquo;La roba online sa di artificiale. La nuova macchina sta affrontando ancora i crash test, ma &egrave; bello poter mostrare la livrea&raquo;, ha commentato a Londra in occasione dell&rsquo;evento Red Bull.  Tra Abu Dhabi 2015 e Barcellona, i primi test invernali, la Formula 1 si &egrave; ben guardata dal comunicare con i tifosi. Qualche giorno di prove al Paul Ricard, buono per stuzzicare l&rsquo;appetito e poco altro, tra cui l&rsquo;iniziativa - sempre firmata Red Bull - con Verstappen a risalire in monoposto le piste da sci di Kitzbuhel.    &laquo;La fase che precede l&rsquo;inizio di campionato &egrave; cos&igrave; lunga e accadono cos&igrave; poche cose che &egrave; bello avere un evento di lancio. Ci regala qualcosa ed &egrave; positivo per i tifosi, &egrave; qualcosa da seguire. Chiaramente &egrave; un po&rsquo; pi&ugrave; costosa che pubblicare una foto online, ma non credo che ricavi nulla da una pubblicazione su internet&raquo;, ha aggiunto il pilota australiano, centrando di fatto il vero scopo di iniziative come quelle di Londra: il ritorno d&rsquo;immagine, una giornata tutta dedicata, con i riflettori accesi su di s&eacute;, seppur solo su un particolare come la grafica della nuova macchina.  Quanto all&rsquo;esclusione dei tifosi, restano ben lontani in entrambi i casi, a cambiare &egrave; il clima e le occasioni per carpire dettagli e particolari che non siano quelli serviti gi&agrave; pronti dalle squadre.  Fabiano Polimeni

Sono s&igrave; pi&ugrave; economiche ma non assicurano alcun ritorno per il team. Un evento dal vivo riempie il vuoto prima dei test

Ricciardo contrario alle presentazioni online

Ricciardo si butta nella mischia

Dovevano essere dei test funzionali unicamente alla Pirelli, allo sviluppo delle gomme da bagnato estremo, quelli andati in scena oggi al Paul Ricard (domani si replica, dalle 9:00 alle 17:00, con Vettel, Kvyat e Vandoorne in pista), e lo sono stati. Ma non &egrave; mancato l&rsquo;inconveniente tecnico, quello che ha fermato la McLaren MP4-30 guidata da Vandoorne, dopo 88 giri, intorno alle 15:00, lasciando Raikkonen e Ricciardo a proseguire per gli ultimi 60 minuti di prove. Complessivamente sono stati coperti 285 passaggi, con stint da 10 giri e tutti insieme sul circuito, distanziati nell&rsquo;uscita dai box di 10&rdquo; l&rsquo;uno dall&rsquo;altro.  Si &egrave; utilizzata la configurazione del Le Castellet da 3,5 km e per innaffiare adeguatamente la pista sono serviti qualcosa come 3 milioni di litri d&rsquo;acqua piovana di recupero, dati forniti dal gestore del tracciato. Gli stint brevi si sono resi necessari per consentire l&rsquo;irrigazione artificiale e la creazione delle condizioni utili per valutare le novit&agrave; Pirelli, a presentare le tradizionali gomme con la banda blu sulla spalla insieme ai prototipi senza alcuna colorazione, differenziati per varie soluzioni tecniche, tutte ovviamente nascoste ai team che hanno svolto il test.  Il miglior tempo di giornata lo ottiene Ricciardo, in 1&rsquo;08&rdquo;713, seguito da Vandoorne in 1&rsquo;09&rdquo;131 e Raikkonen 1&rsquo;09&rdquo;637, tutti marcati al mattino. La temperatura sul tracciato ha oscillato tra gli 8,5 e i 10&deg; C.  Quanto ai riscontri ottenuti dalla Pirelli, il gommista si &egrave; limitato a commentare via Twitter le modalit&agrave; operative del test, spiegando che al rientro dopo ogni turno con i tre piloti i tecnici hanno controllato temperature, pressioni e una verifica visiva di ciascun pneumatico.  Marted&igrave; torneranno in pista Ferrari, Red Bull e McLaren, sempre con le monoposto 2015 e senza possibilit&agrave; di provare alcuna novit&agrave;, oltre a essere vincolati al programma deciso dalla Pirelli, mirato ad assicurare la ripetibilit&agrave; delle condizioni della pista per ognuna delle brevi sessioni nelle quali sar&agrave; divisa la giornata  Fabiano Polimeni  Test Pirelli, Ricciardo il migliore

Al Paul Ricard completati 285 giri sul bagnato, con Vandoorne costretto a chiudere in anticipo per dei problemi

Test Pirelli: McLaren out, bene Ricciardo

Sono 61 i giri completati al Paul Ricard poco prima della 14:00. Tanti ne hanno percorsi Raikkonen, Ricciardo e Vandoorne nei 7 stint portati a termine. Lo svilupparsi dei test &egrave;, per cos&igrave; dire, inconsueto, perch&eacute; trattandosi di una sessione dedicata alla valutazione delle gomme da bagnato estremo della Pirelli, c&rsquo;&egrave; l&rsquo;esigenza di ritrovarsi una pista sempre adeguatamente allagata. L&rsquo;impianto di cui &egrave; dotato il Le Castellet entra in funzione ogni 5 tornate circa, tante ne servono prima che i passaggi delle monoposto asciughino la traiettoria e rendano vani ulteriori giri.  A supporto degli &ldquo;irrigatori&rdquo; sono entrati in funzione anche dei mezzi di servizio. Il miglior tempo, per quel che pu&ograve; significare, lo ha ottenuto Ricciardo, in 1&rsquo;08&rdquo;713, davanti all&rsquo;1&rsquo;09&rdquo;131 di Vandoorne e l&rsquo;1&rsquo;09&rdquo;637 di Raikkonen. Tutti sono scesi in pista, come da richieste Pirelli, nelle stesse fasi, per raccogliere dati significativi con le diverse specifiche di gomme full wet.  Oltre alla consuete Pirelli dalla banda blu sono state impiegate gomme prototipali, senza alcuna banda colorata a identificarle e con soluzioni tecniche differenziate per ogni treno, dai quali ottenere riscontri e dati da interpretare, per studiare il prodotto da proporre nel 2016. Oggetto, in particolare, del test al Paul Ricard &egrave; la prestazione della gomma in situazioni di aquaplaning.  A garanzia che nessun team possa ricevere vantaggi dal test odierno &ndash; che proseguir&agrave; anche nella giornata di domani &ndash; le specifiche utilizzate in ogni run non sono note ai tecnici delle tre scuderie.  Fabiano Polimeni

Insieme all&rsquo;australiano girano Raikkonen e Vandoorne. Prove &ldquo;insolite&rdquo; al Paul Ricard, con gli irrigatori a bagnare frequentemente il circuito

Test Pirelli, Ricciardo su tutti al mattino

Si accende ancora qualche motore di Formula 1 in giro per il globo, nonostante il periodo suggerisca &ldquo;riposo&rdquo; e lavoro concentrato unicamente in fabbrica. A Perth, Daniel Ricciardo &egrave; sceso in strada con una vecchia Red Bull per un&rsquo;esibizione e a margine dell&rsquo;evento Perth Street Fest ha parlato delle prospettive 2016 e di come una Formula 1 senza la scuderia di Milton Keynes sarebbe stata al collasso. &laquo;Non dico che lo sport sia messo male al momento, ma se avesse perso due scuderie s&igrave;, lo sarebbe stato: non credo sopravvivrebbe&raquo;, ha dichiarato a Motorsport.com.  Red Bull ci sar&agrave;, ma con quali ambizioni? Molto dipender&agrave; dal lavoro che faranno in Renault sulla power unit, per colmare un gap dimostratosi ancora a fine anno molto ampio da Mercedes e Ferrari. Sul team campione in carica Daniel ha le idee molto chiare quando si parla delle proporzioni del dominio messo in campo e la sua durata: &laquo;Sono troppo distanti, onestamente credo che quest&rsquo;anno abbiano ampliato il divario. La Ferrari ha recuperato un po&rsquo;, tuttavia in termini generali quando hanno voluto hanno potuto cambiare passo. Saranno ancora il team da battere il prossimo anno e sar&agrave; difficile riuscirci&raquo;.  Va messo in conto un altro fattore non secondario: con il 2017 alle porte e una partenza di nuovo dal foglio bianco, quanto a lungo varr&agrave; la pena investire su un progetto a fine vita e quanto, invece, sar&agrave; preferibile spostare l&rsquo;obiettivo sui 12 mesi futuri? Con una stagione densa di appuntamenti, ben 21, i calcoli a tal proposito andranno fatti per tempo.  Non significa alzare bandiera bianca gi&agrave; dopo le prime gare, beninteso. E Ricciardo comunque crede che si possa far molto meglio di quest&rsquo;anno in termini di risultati: &laquo;L&rsquo;obiettivo &egrave; di ottenere pi&ugrave; podi e almeno una vittoria. Mi &egrave; mancata quest&rsquo;anno e agguantarla il prossimo sarebbe un buon inizio.  Nel 2015 ho posto l&rsquo;asticella delle aspettative forse un po&rsquo; troppo in alto; il telaio era buono e il team lo ha sviluppato bene durante la stagione, la macchina &egrave; migliorata sempre pi&ugrave;. Se togliessimo i rettilinei dai circuiti, se fossero fatti solo di curve, penso avremmo ottenuto un po&rsquo; di pole&raquo;.  Fabiano Polimeni

Le Mercedes resteranno favorite per l&rsquo;australiano e difficili da battere, Red Bull vuol fare la Ferrari 

Ricciardo, il 2016 per tornare a vincere

95 a 92. E&rsquo; il risultato al novantesimo della partita 2015 tra Daniil Kvyat e Daniel Ricciardo, &ldquo;a sorpresa&rdquo; dopo le battute iniziali di campionato, nelle quali in tanti (e frettolosamente) pronosticavano addirittura il rimpiazzo del pilota russo, ritenuto inadeguato gi&agrave; dai test invernali. Manger&agrave; il panettone in Red Bull eccome, in pi&ugrave; si prende una rivincita sui critici dimostrando di aver resistito all&rsquo;impatto con una realt&agrave; ben pi&ugrave; complessa di quella sperimentata in Toro Rosso. Ad Abu Dhabi riesce a portare a casa un punto, non senza problemi tecnici, tali da compromettere l&rsquo;utilizzo dell&rsquo;ERS.  Dal canto suo, Ricciardo &ndash; sesto alle spalle di Perez &ndash; a parole non drammatizza sull&rsquo;esito &ldquo;numerico&rdquo; della stagione. Certo, reduce da tre vittorie nel 2014 ci si aspettava ben altro, dal pilota e dal team. &laquo;Ovviamente sarebbe stata una bella chiusura riuscire a ottenere pi&ugrave; punti di Daniil, ma non &egrave; qualcosa che mi toglier&agrave; il sonno. In generale non &egrave; stata una stagione cattiva, di sicuro non sono arrivati sempre i risultati, ma ripercorrendola ho imparato tanto dalle riunioni con gli ingegneri e le analisi su ogni dettaglio&raquo;, commenta con l&rsquo;immancabile ottimismo.  Spiegare per l&rsquo;ennesima volta quanto la power unit Renault abbia limitato le prestazioni &egrave; inutile, c&rsquo;&egrave; spazio per&ograve; per un&rsquo;analisi ulteriore: &laquo;A inizio anno credevo che i problemi fossero sia dal versante della power unit che dal telaio. Abbiamo concluso con molta pi&ugrave; fiducia sul piano telaistico e ci &egrave; mancata solo la potenza. Sse riusciremo ad averne di pi&ugrave; saremo molto forti&raquo;, rilancia.  Con una macchina gi&agrave; di per s&eacute; lenta sul dritto, chiudere nella top ten ad Abu Dhabi per Kvyat resta comunque un risultato accettabile: &laquo;Fino a met&agrave; gara sembrava potessimo disputare una gara molto competitiva, controllavo Massa e cercavo l&rsquo;attacco su Hulkenberg&raquo;, spiega. Passare una Force India da 335 orari sul dritto, a ben vedere, sarebbe stata comunque impresa ardua. &laquo;Poi ho avuto dei problemi elettrici e abbiamo dovuto alzare bandiera bianca; da l&igrave; in avanti perdevamo molto sul dritto e ogni giro dovevamo sistemare qualcosa per i problemi che c&rsquo;erano: viste le circostanze, abbiamo fatto il miglior lavoro possibile&raquo;.  Red Bull che chiude il mondiale nella &ldquo;terra di nessuno&rdquo;, quarta a 70 punti dalla Williams e con 51 di vantaggio sulla Force India, non certo un risultato per il quale festeggiare e ne sono consapevoli anche in Renault, con Abiteboul a commentare: &laquo;E&rsquo; una posizione difficile da accettare e condividiamo parte della responsabilit&agrave;. Al termine di una stagione molto sfidante, in pista e fuori, vorrei ringraziare tutti a Viry-Chatillon per il loro lavoro. A inizio anno, quando siamo finiti nel mirino sarebbe stato facile perdere le motivazioni, ma tutti sono rimasti concentrati e proseguito sulla strada dello sviluppo.  Non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati, per&ograve; spero che quest&rsquo;anno venga visto come un&rsquo;anomalia statistica&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il russo termina il campionato davanti, pur con un&rsquo;ultima gara difficile. Daniel: &ldquo;Non mi toglier&agrave; il sonno la cosa&rdquo;

Red Bull: e Kvyat fece meglio di Ricciardo

Possono puntare a chiudere il mondiale con una buona prestazione, in Red Bull. Abu Dhabi ha s&igrave; due lunghi rettilinei a caratterizzare il giro, ma anche una variet&agrave; di curve nelle quali si esalta il carico aerodinamico della monoposto e la reattivit&agrave; del telaio, aree nelle quali la RB11 pu&ograve; dire la propria. Tre vittorie in sei edizioni, tutte firmate Vettel, mentre il 2014 si ricorder&agrave; per l&rsquo;arretramento in fondo alla griglia per l&rsquo;eccessiva flessibilit&agrave; delle ali, dopo una qualifica da terza fila.  &laquo;Credo che quello sia stato il mio miglior week end del 2014. Non ho vinto ma ho indovinato tutto, dalle qualifiche alla gara. Velocit&agrave;, consistenza, tutto fu eccezionale e mi riport&ograve; dall&rsquo;ultima posizione fino in quarta, per cui s&igrave;, in termini di prestazione fu la mia miglior gara&raquo;, commenta Ricciardo.  L&rsquo;australiano si trova a proprio agio a Yas Marina, pista apprezzata &laquo;specialmente nell&rsquo;ultimo settore, perch&eacute; si trasforma in un circuito avvincente: &egrave; tortuoso e passi vicino ai muri. Poi devi anche combattere con il decadimento delle gomme, dopo un inizio di giro molto veloce nel terzo devi gestirle&raquo;.  Il week end di Abu Dhabi potrebbe essere anche quello buono per l&rsquo;ufficializzazione di quanto gi&agrave; &egrave; dato per &ldquo;scontato&rdquo;, la prosecuzione del rapporto con Renault anche il prossimo anno, sebbene con possibili altre formule che potrebbero portare all&rsquo;utilizzo del brand Infiniti.  Da un 2014 da ricordare per Ricciardo a ricordi da cancellare per Kvyat, ritiratosi l&rsquo;anno scorso a seguito di un problema alla power unit. Ma andando ancora indietro, Abu Dhabi ha riservato soddisfazioni anche al russo: &laquo;Ho conquistato il campionato di GP3 &ndash; e quella resta l&rsquo;ultima gara che ho vinto, &egrave; passato tantissimo tempo ed &egrave; una sensazione che mi manca &ndash;; lo scorso anno andai bene in qualifica, quinto in griglia, non altrettanto in gara.  Pur essendo una pista moderna, con ampie vie di fuga, &egrave; piacevole da guidare, molto tecnica e serve del tempo per memorizzarla&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il circuito di Yas Marina pu&ograve; evidenziare i punti forti della RB11. Ricciardo ricorda il 2014 e la rimonta dopo l&rsquo;arretramento

Red Bull, Abu Dhabi per chiudere in bellezza

Il Gran Premio del Brasile per la Red Bull vorr&agrave; dire, anzitutto, nuovo motore Renault. Rinviato il debutto della power unit a Austin, dovrebbe essere Interlagos il palcoscenico sul quale verificare i passi avanti compiuti, attesi comunque su valori molto circoscritti in termini di tempo sul giro, si stimano 2 decimi di miglioramento, davvero pochi guardando al tempo necessario e alla spesa di gettoni necessaria.  Lo scorso anno fu bottino magro per il team: quinto Vettel e Ricciardo ritirato, mentre Kvyat concluse 11mo con la Toro Rosso. Circuito caratterizzato da notevoli variazioni altimetriche e palcoscenico di gran premi sempre interessanti, il Carlos Pace non &egrave; tra le piste preferite da Ricciardo: &laquo;Il Gran Premio del Brasile &egrave; fantastico, c&rsquo;&egrave; un&rsquo;atmosfera grandiosa, in una citt&agrave; emozionante, ma la pista non fa per me. Non c&rsquo;&egrave; un curva che ti dia vero appagamento, non voglio farlo passare per circuito noioso, perch&eacute; non lo &egrave;, ma come in Russia: manca una curva che ti faccia andare al limite, dire Woooo-Hoooo!&raquo;.  Eppure, sulla carta ci sarebbe la curva della Ferradura, a introdurre nel misto, molto interessante; di certo, &egrave; tracciato particolarmente corto in termini sia di tempo sul giro che di sviluppo metrico: &laquo;Servirebbero un po&rsquo; di curve in pi&ugrave; e qualcuna davvero da alta velocit&agrave;. Un paio sembrano buone sulla carta, ma a causa dell&rsquo;inclinazione non hai realmente l&rsquo;aderenza necessaria per buttarti dentro a tutta&raquo;. In compenso, lodi al cibo locale e alla passione dei tifosi, da parte di Daniel.  Prospettiva diversa per Kvyat, al quale non dispiace la pista, sulla quale debutt&ograve; con la Toro Rosso nelle prove libere del 2013, allora alla seconda uscita ufficiale con il team di Faenza. &laquo;E&rsquo; un bel circuito, un classico. Veloce e con alcuni buoni punti per attaccare, &egrave; piacevole guidarci e si sviluppa in modo lineare, offrendo qualche curva veloce e divertente&raquo;.  Fabiano Polimeni  &nbsp;

Kvyat apprezza il layout del circuito, mentre l&rsquo;australiano vorrebbe pi&ugrave; curve e tratti impegnativi per il pilota

GP Brasile, Interlagos non intriga Ricciardo

&ldquo;Delusi&rdquo; per un podio sfumato o felici per un risultato forse oltre le aspettative? Il Gran Premio del Messico della Red Bull si presta a due chiavi di lettura, perch&eacute; se &egrave; vero che Kvyat e Ricciardo raccolgono un buon bottino di punti, &egrave; altrettanto vero che Daniil ha condotto una gara da podio per gran parte dei 71 giri, perdendo la posizione alla ripartenza dopo la safety car, messo nel mirino da una Williams capace di staccare i 365 orari sul dritto e con poche chance per il russo di resistere a Bottas.  &laquo;Come team abbiamo fatto un lavoro perfetto, guadagnando ottimi punti con una gara solida&raquo;, dice Kvyat. Bicchiere mezzo pieno, quindi. Se non interamente.  &laquo;Il podio era molto vicino e abbiamo lottato fino alla fine, ma alla ripartenza non avevamo velocit&agrave; sufficiente sul dritto e Bottas mi ha passato facilmente. E&rsquo; un peccato, pensavo di averlo agguantato e l&rsquo;avremmo meritato. Senza safety car probabilmente ce l&rsquo;avremmo fatta&raquo;.  Qualche recriminazione ce l&rsquo;ha Ricciardo, per la scelta di gomme operata in occasione della seconda sosta, nella quale per entrambi i piloti si sono montate le gomme morbide, come nel primo stint di gara. &laquo;Nella prima parte le option non erano abbastanza veloci, con le medie pensavo di avere un ritmo migliore, ma una volta raggiunta la Williams non sono riuscito a passarle e ho perso del tempo.  Col senno di poi, quando &egrave; uscita la safety car, avrei preferito avere di nuovo le medie, poich&eacute; mi sentivo pi&ugrave; veloce che con le morbide, forse avremmo avuto una chance in pi&ugrave; per andare a podio&raquo;.  Sul ritmo complessivamente espresso in gara le Red Bull sono state probabilmente una &ldquo;sorpresa&rdquo;, se si considera al deficit di velocit&agrave; massima pagato in rettilineo. Traspare un po&rsquo; di delusione per il gran risultato &ndash; relativamente agli obiettivi &ndash; mancato nelle parole di Horner: &laquo;E&rsquo; un peccato per Daniil perdere il podio, aveva fatto tutto correttamente, purtroppo la safety car ha compattato il gruppo nel finale e con il vantaggio della Williams in velocit&agrave; &egrave; stata una manovra facile quella di Bottas&raquo;, commenta il team principal.  Fabiano Polimeni

Bottas ha vita facile su Kvyat in velocit&agrave; pura, Ricciardo recrimina: meglio le gomme medie per il finale di gara

Red Bull, il podio sfuma nel finale

Il primo episodio controverso nel GP messicano &egrave; stato il contatto alla prima curva fra Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo. Poteva anche risultare in una bottarella senza conseguenze, ma la ruota posteriore destra della Ferrari rimedia una foratura. Questo ne condizioner&agrave; ovviamente l'intera gara, e non solo perch&eacute; rientrato ai box per risolvere il problema, poi Vettel si ritrover&agrave; a 50 secondi dai primi. Infatti si creeranno i presupposti per una gara in cui sar&agrave; costretto a forzare, tanto da fare due errori in corsa - gi&agrave; un fattore decisamente inconsueto per il tedesco - con il secondo decisivo, tale da causarne il ritiro dopo essere finito contro le barriere della curva 7.  Il primo a sentirsi rivolgere le domande sull'incidente iniziale &egrave; Ricciardo, che appare un po' imbarazzato quando risponde: &laquo;Io pensavo di essere all&rsquo;interno, non pensavo nemmeno di superare&hellip; Accidenti eravamo tutti l&igrave; ammucchiati&hellip; &Egrave; la partenza di una gara, no? Se mi avesse dato un po&rsquo; pi&ugrave; di spazio sarei riuscito ad evitarlo, ma non me ne ha assolutamente lasciato&raquo;.  Da parte sua Vettel descrive cos&igrave; l'episodio: &laquo;Ho fatto una brutta partenza e devo capire perch&eacute;. Poi la toccata: non so dove Daniel volesse andare... Sono cose che possono succedere, per&ograve; ci &egrave; costato molto perch&eacute; mi sono ritrovato in fondo&raquo;.  La direzione di gara ha archiviato il caso come un "normale incidente di gara". Ricordiamo che solitamente si punisce il "dolo", il fatto che un pilota abbia effettuato volutamente o quasi una manovra rischiosa, fuori misura o che poteva essere evitata. Da questo punto di vista sono comprensibili sia la decisione sia l'opinione dei piloti. Da un lato Vettel non poteva certo aver visto Ricciardo all'interno (troppo spostato lateralmente e non affiancato del tutto) anche perch&eacute; doveva pur guardare avanti, anche se nel cercare di accodarsi a Kvyat poteva forse valutare la possibilit&agrave; che non ci fosse tutto lo spazio. Dall'altro quello di Ricciardo non &egrave; parso un vero attacco, quanto una frenata iniziata impercettibilmente pi&ugrave; tardi di quella di Vettel (siamo a 350 orari&hellip;) per cui gli "entra" nel corso della frenata solo per questioni fisiche. Poi l'australiano taglia sul cordolo per evitare il contatto, ma la sua macchina si scompone e cos&igrave; tocca la Ferrari prima sul fianco e poi sulla ruota. Causando la malaugurata foratura. Ma senza di questa probabilmente il contatto non sarebbe nemmeno finito sotto inchiesta.  Maurizio Voltini

Ecco come i due piloti vedono il contatto al via che ha compromesso il GP del ferrarista e per il quale i commissari non hanno preso provvedimenti

Vettel-Ricciardo: la ruotata vale una gara

Sulla pista ancora scivolosa e dove gli altri manifestavano carenze di carico aerodinamico, le Red Bull si sono dimostrate entrambe molto competitive riuscendo nelle prove del venerd&igrave; ad inserirsi addirittura fra le due Mercedes al vertice, all'interno dei 4 decimi di scarto fra Rosberg e Hamilton. Daniil Kvyat &egrave; riuscito a precedere il compagno per meno di 1 decimo e commenta cos&igrave;: &laquo;La pista &egrave; molto cool, &egrave; molto divertente, e ci sono molti tratti tecnici in cui &egrave; necessario preparare bene le curve e pensarci due volte prima di entrarci. C'&egrave; stata una bella folla gi&agrave; oggi, un sacco di fans e di passione, e la sezione dello stadio &egrave; molto bella da vedere. Le condizioni continuavano a cambiare, come ci si aspetta da un nuovo tracciato, ma si evolvevano anche troppo. Per come stanno le cose in questo momento, sembra che siamo molto competitivi, quindi speriamo che possa continuare cos&igrave;. Tuttavia non credo che sar&agrave; cos&igrave; facile, perch&eacute; di solito le Frecce d'Argento e gli altri migliorano un po' le prestazioni, ma vedremo, incrociando le dita dovremmo mantenere questo livello&raquo;.  Da parte sua, Daniel Ricciardo non fa che confermare: &laquo;Sento che la pista ha ancora molto potenziale, ma &egrave; cos&igrave; scivolosa&hellip; Anche nel pomeriggio, quando era asciutta, la parte ad alta velocit&agrave; era ancora molto scivolosa. Ma &egrave; una pista nuova di zecca e quando ci sar&agrave; grip, sar&agrave; molto divertente. &Egrave; una pista unica e penso che abbiano fatto un buon lavoro, le strutture sono incredibili. Sicuramente &egrave; bello trovare tutto questo supporto, qui: c'erano cos&igrave; tante persone nelle tribune! Per noi come squadra non &egrave; stato un brutto venerd&igrave;, con quasi tutte le curve adatte alla nostra macchina. In rettilineo perdiamo tutto il nostro vantaggio, ma poi tutte queste curve strette e tortuose, oltre alle scorrevoli esse veloci nel mezzo, vanno a nostro favore. Sembriamo molto pi&ugrave; competitivi di quanto pensassimo, ma vedremo cosa succeder&agrave; domani&raquo;.  Maurizio Voltini

Ricciardo: "Recuperiamo nelle curve tutto quello che perdiamo sul dritto".  Kvyat: "Pista scivolosa, ma molto cool e divertente"

Red Bull lente in rettilineo, ma poi...

Nella domenica da dimenticare di Nico Rosberg a Austin, c&rsquo;&egrave; un lampo di furbizia, quello al termine del primo periodo di neutralizzazione della gara. La Virtual Safety Car aveva congelato le posizioni e dietro Hamilton e Kvyat c&rsquo;erano Ricciardo e Rosberg, che &egrave; stato in assoluto il pi&ugrave; lesto a interpretare la fase che porta alla ripartenza della gara, superando la Red Bull senza possibilit&agrave; di replica.  Non &egrave; troppo convinto di come siano andate le cose, il pilota australiano. &laquo;Con la VSC dovresti conservare il distacco e Rosberg non era esattamente dietro di noi, era qualche secondo alle spalle, cos&igrave; quando l&rsquo;ho visto vicino sotto la virtual safety car ho pensato che sarebbe arretrato nuovamente&raquo;, spiega.  In realt&agrave; Nico &egrave; rimasto ben incollato alla Red Bull, interpretando ancora meglio il momento della ripartenza. &laquo;Mi ha passato e sembrava che ci fosse la bandiera verde. Non so cosa sia successo, io ho seguito le indicazioni essenzialmente. Credo che dovremo parlare della VSC in generale, perch&eacute; non &egrave; chiaro il momento in cui torna a essere corsa vera&raquo;.  Ricciardo sottolinea in particolare di non aver ricevuto alcun messaggio sul periodo di neutralizzazione che volgeva al temine, 10 secondi prima che si possa tornare a gareggiare: &laquo;Ti trovi a guidare, dover seguire un tempo di riferimento, poi devi controllare la tabella al muretto: &egrave; stato una situazione un po&rsquo; confusionaria, non so perch&eacute;, domenica pi&ugrave; che in altre gare&raquo;.  Rosberg non &egrave; mai finito sotto indagine per l&rsquo;accaduto, pertanto ha saputo interpretare al meglio la situazione, prendendo in controtempo Ricciardo, che ribadisce, per&ograve;, il punto chiave: &laquo;come ha fatto a essere cos&igrave; vicino&raquo;. I distacchi sembrano dare ragione a Daniel, visto che tra lui e Rosberg c&rsquo;erano 3&rdquo; al termine del quarto giro, poi nel corso del quinto, dopo il T2, era a 2&rdquo;8, momento nel quale &egrave; stata esposta la VSC. A fine giro il divario restava di 2&rdquo;6, ma nel corso del giro 7, dopo il T1 e in periodo di VSC, era sceso a 1&rdquo;2, poi 0&rdquo;6 nel T2 e 0&rdquo;89 sul traguardo, con il restart dato all&rsquo;ottavo giro, in curva 3.  Fabiano Polimeni

Rosberg ha sfruttato al meglio la ripartenza a Austin, ma Daniel si chiede: Perch&eacute; era cos&igrave; vicino?

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