Non stupisce pi&ugrave; la variabilit&agrave; di strategie adottate dai team quest&rsquo;anno in gara. La disponibilit&agrave; di una terza mescola consente di creare situazioni molto differenti pur all&rsquo;interno di uno stesso quadro, quello del numero di fermate. Il Gran Premio di Cina vede la prevalenza dei tre pit-stop, peraltro gi&agrave; anticipati dalla Pirelli come la soluzione pi&ugrave; rapida, pi&ugrave; che mai differenti sono state, invece, le mescole adottate in ciascun segmento di gara (13 piloti hanno usato tutti i tre compound).  Poi abbiamo gli scenari &ldquo;alternativi&rdquo;, Rosberg e Massa gli unici due piloti a concludere la gara con due fermate ai box, possibilit&agrave; che sembrava potesse sfruttare anche Button, a centro gruppo, salvo doversi fermare a 12 giri dalla fine per tornare sulle supermorbide. Un elemento comune a gran parte dei piloti &egrave; stata la scelta di terminare su gomme medie. Tra i primi 10 solo Vettel, Raikkonen e Verstappen hanno tagliato il traguardo con gomme morbide e, non &egrave; un caso, proprio questa differenziazione di mescola rispetto ai diretti avversari ha consentito di recuperare posizioni. Vettel &egrave; stato l&rsquo;unico pilota tra i primi 13 a non utilizzare la gomma media, confermando, anzi, la capacit&agrave; di girare a lungo con le mescole pi&ugrave; morbide e su tempi competitivi.  Nonostante si trovasse nella bagarre per recuperare dopo il contatto in partenza con Raikkonen, Seb ha effettuato 13 giri con le gomme supermorbide &ndash; altra &ldquo;unicit&agrave;&rdquo;, solo lui ha montato le Pirelli rosse al giro 4, in occasione della prima fermata sotto safety car &ndash; e 21 con le morbide nello stint finale della corsa. Con gomme medie, invece, &egrave; Perez a portarle &ldquo;al limite&rdquo;: 28 giri, da met&agrave; gara al traguardo.  Un discorso a s&eacute; merita la scelta di Rosberg di puntare sulle due soste. Aver disputato la Q2 al sabato con le morbide prefigurava l&rsquo;intenzione di coprire uno stint iniziale di gara lungo, senza subire il decadimento delle supermorbide, seppur pi&ugrave; veloci, con il pieno di benzina, situazione che al venerd&igrave; si era manifestata evidente sulle Mercedes. Nico non si ferma all&rsquo;ingresso della safety car, fattore buono per allungare ulteriormente lo stint. Stessa scelta fanno Alonso, Gutierrez, Wehrlein, Haryanto e Palmer, tutti poi arretrati, con Fernando il migliore al traguardo (12mo). La prima fermata arriva al 20mo giro ed &egrave; al rientro in pista che si intuisce quanto forte fosse Nico. Vettel si ferma al giro 17 per montare le morbide, 3 giri di differenza tra i due, ma se Sebastian dopo un primo giro record di 1&rsquo;40&rdquo;8 fa 1&rsquo;42&rdquo; e 1&rsquo;43&rdquo; nei giri successivi e poi due passaggi sull&rsquo;1&rsquo;41&rdquo;8, Rosberg fa 1&rsquo;40&rdquo;6, tre giri sull&rsquo;1&rsquo;40&rdquo;8, poi 1&rsquo;40&rdquo;580 e amplia nettamente la forbice su Vettel, alle spalle di Kvyat.    I migliori crono con ciascuna mescola confermano la forza Mercedes: con gomme medie Rosberg marca 1&rsquo;40&rdquo;418, Hamilton 1&rsquo;40&rdquo;662 e Ricciardo 1&rsquo;41&rdquo;015. Si tratta di riferimenti assolutamente indicativi, perch&eacute; tutti usano la mescola pi&ugrave; dura nello stint finale, con Rosberg verosimilmente in grado di estrarre qualcosa in pi&ugrave; dalla gomma, essendo gi&agrave; in modalit&agrave; gestione-gara, visto il vantaggio. Su gomme morbide &egrave; Verstappen a sfruttare il frangente favorevole, l&rsquo;ultimo stint a macchina leggera lo porta a 1&rsquo;40&rdquo;399, contro l&rsquo;1&rsquo;40&rdquo;580 di Rosberg (ottenuto a met&agrave; gara) e l&rsquo;140&rdquo;582 di Nasr a fine gran premio. Poco indicativi i giri veloci con le supermorbide, ottenuti a fine gara da Hulkenberg (1&rsquo;39&rdquo;824), Grosjean (1&rsquo;39&rdquo;923) e Button (1&rsquo;40&rdquo;298).  Ultima nota, l&rsquo;analisi della strategia Mercedes per Hamilton. Parte con gomme morbide per puntare a due stop solamente, per&ograve; in curva 2 dopo la partenza danneggia l&rsquo;ala (conseguentemente il fondo nella zona del tea-tray) e deve fermarsi. Entra la safety car al giro 4 e Lewis viene richiamato ancora un giro dopo, per montare le supermorbide, che per&ograve; vengono tolte al giro 6. Piuttosto incomprensibile la scelta. L&rsquo;unica ragione pu&ograve; leggersi nella volont&agrave; di utilizzare due mescole subito, approfittando della fase di neutralizzazione, per lasciarsi libera l&rsquo;opzione di condurre il resto della gara sulle morbide, cosa poi non fatta visto lo stint conclusivo sulle medie. Altro dettaglio che ha inciso sulla strategia di Hamilton, l&rsquo;essersi trovato dietro Raikkonen senza riuscire a superarlo, pur avendo gomme morbide usate contro le medie di Kimi. L&igrave; la scelta di anticipare la sosta (giro 30, dopo appena 9 passaggi) e tornare in pista con le medie, riuscendo nell&rsquo;intenzione di sopravanzare ai box la Ferrari, salvo poi trovarsi con gomme pi&ugrave; &ldquo;lente&rdquo; rispetto a Kimi sulle morbide a macchina leggera.  &laquo;La maggior parte dei team ha affrontato il Gran Premio di Cina, di cui quest&rsquo;anno abbiamo avuto il piacere di essere sponsor,&nbsp; con meno percorrenza sull&rsquo;asciutto di quanto avrebbero voluto. Di conseguenza, le loro previsioni sulla strategia sono state ancora pi&ugrave; complesse, ma Rosberg e la Mercedes hanno fatto esattamente le chiamate giuste, dopo essere partiti sulle soft, il che dimostra quanto la strategia inizi davvero prima delle qualifiche&raquo;, spiega Paul Hembery.  &laquo;Il circuito di Shanghai &egrave; uno dei pi&ugrave; impegnativi dell&rsquo;anno per le gomme, eppure la vittoria di Rosberg &egrave; stata conquistata con due soste soltanto, pur con l&rsquo;aiuto di un breve periodo di safety car. Alle spalle del vincitore, tanti e diversi gli approcci utilizzati, a sottolineare con quanta efficacia i team utilizzino la scelta delle tre mescole 2016&raquo;.  Fabiano Polimeni    

Tante strategie differenti nell&rsquo;utilizzo delle gomme Pirelli. Vettel non usa le medie, Hamilton fa cinque soste

GP Cina, a Rosberg ne bastano due (soste)

Ha fatto gara di testa, senza mai essere davvero impensierito, Nico Rosberg. E la strategia adottata &egrave; consequenziale alla visione del muretto box: &laquo;eliminare ogni rischio&raquo;, come ha dichiarato lo stesso pilota nel dopogara. Tre soste, cos&igrave; prevedeva Pirelli alla vigilia della gara. Sarebbe stata la tattica pi&ugrave; veloce ed &egrave; risultata la preferita tra quanti sono arrivati al traguardo. Certo, non senza interpretazioni diverse, in particolare per l&rsquo;abbinata di mescole nei vari stint. Si contano 9 visioni differenti tra i primi 10: due o tre soste, privilegiando le gomme morbide e supermorbide o provando anche le medie.  Va detto che, per alcuni, si &egrave; trattata di una scelta per certi versi forzata, affrontare un segmento di gara con le gomme a banda bianca, poco prestazionali nel confronto velocistico con le coperture morbide e supermorbide. Hamilton le ha saggiate nel secondo run, per sua stessa ammissione un azzardo aspettando magari l&rsquo;ingresso della safety car o altro colpo di scena che mutasse le sorti della gara. Non &egrave; arrivato nulla di tutto ci&ograve; e, alla seconda fermata, &egrave; tornato sulle scelte di Rosberg e Raikkonen. La macchina danneggiata nella zona del fondo, causa contatto con Bottas, non ha facilitato le cose, creando problemi al bilanciamento del retrotreno.  I primi due hanno effettuato stint speculari nell&rsquo;utilizzo delle mescole, tuttavia, Kimi ha provato un undercut (accorciando notevolmente il terzo stint, appena 8 giri) in occasione dell&rsquo;ultima fermata e guadagnando diversi secondi nei 2 giri che lo hanno visto precedere il pit di Rosberg. Non sono bastati, ma soprattutto, a conferma di una gara sempre sotto controllo da parte di Nico, una volta in pista si &egrave; portato su tempi veloci e alcuni decimi pi&ugrave; rapidi della Ferrari dal secondo giro lanciato in poi. Per dare un riferimento, l&rsquo;ultimo stint su gomme morbide ha visto Rosberg fare 1&rsquo;34&rdquo;482, Hamilton 1&rsquo;34&rdquo;677 e Raikkonen &ndash; al primo giro lanciato fuori dai box &ndash; 1&rsquo;35&rdquo;158. Quasi 7 decimi a parit&agrave; di condizioni e gomme sottolineano come Rosberg abbia avuto sempre sotto controllo la corsa.    Hamilton a parte, anche Ricciardo ha utilizzato un treno di gomme medie, nello stint conclusivo di gara. E&rsquo; stato il primo a effettuare la fermata, al sesto giro, in difficolt&agrave; con le gomme posteriori, dopo essere stato passato sia da Raikkonen che da Hamilton. Red Bull protagonista di un lungo segmento di gara con le gomme morbide, dal 6&deg; al 24mo giro e dal 24mo al 42mo.  A vettura leggera, 15 giri finali sulle medie lo vedono svettare nei tempi: 1&rsquo;36&rdquo;064 il passaggio pi&ugrave; rapido, contro l&rsquo;137&rdquo;076 di Hamilton &ndash; con ben altri carichi di benzina a bordo, avendo usato le medie nel secondo stint &ndash; e 1&rsquo;37&rdquo;560 di Massa. Le Williams sono state le prime due monoposto al traguardo con due fermate appena. Dopo un via esaltante (non senza l&rsquo;episodio chiave dell&rsquo;incidente Bottas-Hamilton, con drive through conseguente) Felipe ha effettuato tutta la gara sulle medie nuove (Bottas ha montato un set di morbide usate al 34mo giro). Scelta strategica errata in Williams, a corto di gomme morbide e costretta a utilizzare il compound pi&ugrave; lento, tanto da essere passati anche da un Kvyat partito 15mo e tra quanti hanno optato per le morbide per il primo tratto di gara: due stint per poi usare due treni di supermorbide nel finale.  Anche Verstappen, dopo aver montato le medie per il terzo segmento di gara, &egrave; rientrato in pista settimo ma grazie alla velocit&agrave; delle Pirelli a banda rossa ha ripreso posizioni e chiudo bene alle spalle della Haas. Grosjean ha beneficiato della velocit&agrave; delle gomme supermorbide nuove per trovarsi in grado di passare &ldquo;agevolmente&rdquo; in pista chi lo precedeva con compound pi&ugrave; lenti, ottima lettura della corsa, nata gi&agrave; in qualifica, risparmiando un treno di gomme supermorbide e sfruttando sia alla prima che alla seconda sosta le Pirelli rosse, chiudendo con le morbide (nuove). Peraltro, molto buona la gestione delle coperture da parte della VF16, tale da consentire 16 tornate su gomme supermorbide nel secondo tratto di gara e 13 nel terzo con gomma usata.  Fabiano Polimeni      &nbsp;

Solo le Williams, tra i primi, su due stop. Intelligente tattica di Grosjean, Raikkonen prova l&rsquo;undercut ma non basta

GP Bahrain, vincono le tre soste

Facile dire: &ldquo;Due soste&rdquo;. Il Gran Premio di Abu Dhabi ha s&igrave; certificato la validit&agrave; delle due fermate ai box su ogni altra tattica alternativa, ma l&rsquo;interpretazione data dai diversi protagonisti ha consentito di guadagnare molte posizioni per alcuni, perdere molti secondi per qualcun altro. La Pirelli immaginava una gara con primo stop al 10mo giro per montare le morbide e confermarle alla tornata 31. Nico Rosberg e Kimi Raikkonen seguono pressoch&eacute; alla lettera il &ldquo;suggerimento&rdquo;, con il finlandese a tardare di un giro in occasione della seconda fermata.  Poi ci sono le variazioni sul tema di Vettel, Grosjean e Hamilton. Partivano indietro Seb e Romain, 15mo e 18mo per vicissitudini varie. Entrambi hanno deciso di affrontare una lunga fase iniziale di gara, partendo con gomme morbide anzich&eacute; supermorbide e costruire un primo run basato su un passo consistente ma che non distruggesse le coperture a macchina pesante. Risultato? Ventitreesimo giro, quello del primo pit per entrambi, quando erano risaliti nelle posizioni alte della classifica, beneficiando delle fermate di quanti li precedevano e occupavano la top ten in avvio.    Sia Vettel che Grosjean hanno dovuto sfruttare la gomma e la pista libera davanti per costruire margine sui diretti avversari, che nel caso di Sebastian significava la veloce Force India di Sergio Perez. E la gestione ottimale della gomma morbida ha permesso al ferrarista di continuare a guadagnare (seppur pochi decimi) anche con un set giunto praticamente a fine ciclo, contro Perez su gomme pi&ugrave; fresche. Al giro 39, poi, gomme supersoft per andare fino al traguardo, 16 giri da completare e un sorpasso da portare a casa per agguantare la quarta piazza.  Grosjean ha pittato 4 giri dopo, al 43mo, anche lui necessariamente a calzare le Pirelli rosse. A tal proposito, colpisce il mancato &ldquo;azzardo&rdquo; di Hamilton. Ha ritardato eccessivamente la seconda sosta, errore clamoroso che l&rsquo;ha visto sprofondare da 1&rdquo; a ben oltre 10&rdquo; al rientro in pista, peraltro sempre con le gomme morbide. Avrebbe potuto tentare la carta delle supermorbide? Senza una Ferrari &ldquo;vicina&rdquo; e consistente, con Raikkonen sul compound prime forse s&igrave;, ma il rischio che non garantissero un arrivo tranquillo ha portato il pilota a confermare le morbide.    La strategia degli altri, di quanti popolano la top ten o gi&ugrave; di l&igrave;, si &egrave; caratterizzata per un primo stop molto anticipato rispetto alle previsioni. Perez, Ricciardo, Hulkenberg, Massa, Kvyat e Sainz hanno fatto la sosta tra il quinto giro (Kvyat) e il settimo (Hulkenberg e Sainz), con la conseguenza di anticipare anche il secondo pit, seppur con minor scarto sulle previsioni Pirelli (24mo giro Hulkenberg e 28mo Sainz). La Force India ha coperto con il tedesco il run pi&ugrave; lungo sulle coperture gialle, 31 giri, mentre Merhi ha tenuto per 28 giri le supersoft, &ldquo;record&rdquo; che ne fa il pilota capace di affrontare il GP di Abu Dhabi con una sola sosta ai box.  In termini velocistici, aver utilizzato le supermorbide nel finale e a macchina leggera, vede svettare Vettel nella tabella dei tempi con le option: 1&rsquo;44&rdquo;550 contro un buon 1&rsquo;44&rdquo;796 di Alonso, davanti anche a Verstappen, 1&rsquo;45&rdquo;746. La graduatoria dei tempi pi&ugrave; rapidi con le soft vede invece Hamilton in testa: 1&rsquo;44&rdquo;517. Raikkonen 1&rsquo;44&rdquo;942 e Rosberg 1&rsquo;45&rdquo;356.  Adesso &egrave; tempo di guardare al 2016, gi&agrave; da marted&igrave;, con le 12 ore di test per raccogliere dati sulle nuove costruzioni e i compound, Ultrasoft inclusa, mescola buona in prospettiva proprio per Abu Dhabi, dove ieri i livelli di usura e degrado sono rimasti nei limiti, sperimentando solo alcuni frangenti con del graining per alcuni.  Fabiano Polimeni

Strategia unica nell&rsquo;ultima gara, l&rsquo;interpretazione per&ograve; non poteva essere pi&ugrave; diversificata: i casi Rosberg, Hamilton e Vettel

GP Abu Dhabi, le due soste &ldquo;diverse&rdquo;

L&rsquo;anomalia del Gran Premio degli USA a Austin &egrave; stata al tempo stesso la principale fonte di spettacolo: una gara senza riferimenti, ancor meno assetti rifiniti per la pista asciutta, e arriva uno spettacolo tra i migliori visti quest&rsquo;anno. Si &egrave; partiti &ldquo;al buio&rdquo; sul fronte gomme, perch&eacute; le morbide e medie Pirelli sono rimaste nelle termocoperte fino al giro 16, di fatto quello giusto per passare dalle intermedie alle slick. Il tempismo perfetto di Ericsson e Button (giro 17) &egrave; stato immediatamente imitato da Vettel, Hamilton, Verstappen, Maldonado e Alonso, tutti al box al giro 18.  L&rsquo;azzardo impossibile, per vicissitudini varie sofferte in partenza, l&rsquo;hanno tentato anche Bottas, Grosjean e Nasr, montando le slick al primo e secondo giro. Troppo presto perch&eacute; potesse funzionare. Il brasiliano della Sauber, pur arrivando a punti, collezioner&agrave; ben 5 fermate ai box: record di giornata. La Pirelli, sulla base di simulazioni, prevedeva un tempo di crossover intorno all&rsquo;1&rsquo;48&rdquo;, riferimento dato da Hembery prima del via. Ma il responso della pista ha innalzato di molto il target: 1&rsquo;54&rdquo;, &egrave; stato questo il tempo che ha messo sullo stesso piano chi girava con le intermedie &ndash; Ricciardo in testa alla gara &ndash; ed Ericsson appena uscito dalla pitlane con le morbide.    L&rsquo;australiano si &egrave; fermato al giro 19, insieme a Rosberg, Perez, Sainz, Kvyat, Hulkenberg e Raikkonen. La scelta generalizzata per il secondo stint di gara &egrave; stata di scegliere gomme morbide, per garantirsi un&rsquo;attivazione della gomma pi&ugrave; rapida, viste le temperature ambientali e dell&rsquo;asfalto molto basse, oscillate tra i 17 e 19&deg; C. E se con le intermedie e pista sempre pi&ugrave; asciutta sono state le Red Bull a mettersi in mostra, con le slick morbide si &egrave; apprezzata la velocit&agrave; Mercedes. Rapidissimi nel girare subito con tempi inarrivabili per gli altri, dettaglio che alla ripartenza dopo i periodi di neutralizzazione con VSC e Safety Car &egrave; apparso evidente. Rosberg svetta nella graduatoria dei giri pi&ugrave; veloci con le gomme morbide, autore di 1&rsquo;40&rdquo;660 davanti all&rsquo;1&rsquo;40&rdquo;738 di Hamilton. Parziali ottenuti nella fase conclusiva di gara, quando Nico ha provato a recuperare l&rsquo;errore che gli &egrave; costato la vittoria. Vettel, nello stesso frangente, non &egrave; andato oltre 1&rsquo;41&rdquo;330.  Sebastian &egrave; stato lesto ad approfittare della prima Safety Car in pista, per giocare la carta delle gomme medie, con l&rsquo;obiettivo di andare fino al traguardo. Si &egrave; fermato al giro 27, insieme a Perez, Button, Sainz, Maldonado, Rossi e Hulkenberg. Pirelli bianche che hanno garantito il risultato alla Force India, vista la scelta di Perez di non approfittare della seconda Safety Car per un ulteriore pit, cosa invece fatta da Carlos Sainz, che ha potuto beneficiare delle gomme nuove morbide per recuperare posizioni, a giro 43.    I vantaggi avuti con la prima neutralizzazione &ndash; per quanti si erano fermati al box &ndash; sono stati azzerati dalla seconda SC, che ha dato l&rsquo;opportunit&agrave; a Hamilton di &ldquo;recuperare&rdquo; e fare il pit-stop senza perdere secondi: 2 soste per lui. Rosberg si era fermato al giro 38 ed entrambi hanno corso tutta la gara con le gomme morbide. Solo 6 piloti hanno effettuato uno stint di gara con le medie e i tempi hanno visto svettare Perez con 1&rsquo;43&rdquo;010 davanti a Vettel, autore di 1&rsquo;43&rdquo;403 e Kvyat 1&rsquo;43&rdquo;728. Red Bull che, come detto, ha girato forte con gomme intermedie e la tabella tempi lo conferma: 1&rsquo;54&rdquo;194 Ricciardo, poi c&rsquo;&egrave; Alonso su 1&rsquo;55&rdquo;699 e Rosberg solo 1&rsquo;55&rdquo;790.  Analizzando gli stint pi&ugrave; lunghi con le varie mescole, Alonso riesce a coprire 30 giri con le morbide, seguito da Verstappen con 28 tornate. Insieme al buon Alexander Rossi, 12mo, Sergio Perez e il vincitore della gara, sono stati gli unici a fare due pit. Le intermedie, invece, hanno visto Rosberg, Perez, Ricciardo, Kvyat, Hulkenberg, Raikkonen e Sainz sostituirle dopo 19 giri, limite massimo raggiunto a Austin.  &laquo;Com&rsquo;era inevitabile, non avendo corso sull&rsquo;asciutto prima del via, i team hanno dovuto interpretare e reagire alla situazione in evoluzione, piuttosto che fare affidamento su informazioni precedenti, cos&igrave; sono stati i piloti che meglio hanno saputo lavorare insieme al muretto al meglio in queste condizioni difficili a vincere&raquo;, ha analizzato Paul Hembery. &laquo;Congratulazioni a Lewis per un terzo titolo mondiale meritato, al termine di una stagione brillante. Fino alla fine l&rsquo;esito della gara era incerto, assicurando un finale entusiasmante che i tifosi hanno meritato pi&ugrave; di chiunque altro, dopo un week end che rester&agrave; memorabile&raquo;.  Fabiano Polimeni

In assenza di riferimenti sull&rsquo;asciutto, la gara di Austin ha restituito strategie differenziate, non solo per il numero di pit-stop

GP USA, la strategia: dalle 2 alle 5 soste

C&rsquo;&egrave; una variabile chiave a determinare la stragrande maggioranza delle tattiche di gara adottate nel Gran Premio di Singapore: la safety car. Con i due ingressi dell&rsquo;edizione 2015, prosegue la statistica che vuole la macchina di sicurezza impiegata in ogni appuntamento corso finora a Marina Bay. Team e piloti hanno sfruttato i due periodi di neutralizzazione per effettuare le soste ai box, anticipando in maniera decisa le previsioni della Pirelli, che per una gara a due pit indicava il 24mo e il 43mo giro come le finestre privilegiate.  In particolare il primo stint si &egrave; accorciato notevolmente, vista la girandola di cambi gomme al 13mo passaggio. A pagare dazio pi&ugrave; di tutti &egrave; stato Daniil Kvyat. Scattato quarto e con una posizione che sembrava poter conservare sulle Mercedes alle sue spalle, ha effettuato la sosta al giro 12, una tornata prima che venisse esposto il periodo di VSC, seguito al 15mo dalla safety car in pista. Sfortuna che l&rsquo;ha bersagliato anche in occasione della seconda fermata, effettuata al 33mo giro, quattro prima dell&rsquo;ulteriore neutralizzazione per l&rsquo;ingresso in pista di uno spettatore.    Nella scelta dei compound, tra i primi 10 al traguardo sono stati Rosberg, Perez e Nasr ad affrontare non solo lo stint centrale di gara con gomme soft, ma anche a confermare la stessa mescola per il finale. Hamilton, poi ritirato, era un altro protagonista con strategia &ldquo;alternativa&rdquo; nella selezione delle mescole. Prover&agrave; la stessa mossa anche Grosjean, per&ograve; le gomme non gli permetteranno di resistere a Nasr per la 10ma posizione finale. Il pilota francese ha effettuato lo stint pi&ugrave; lungo con le gomme a mescola morbida, arrivando a coprire 33 passaggi, contro i 25 di Verstappen su supersoft usate.  Un dettaglio interessante arriva dalla tabella dei tempi pi&ugrave; veloci, nella quale svettano le due Toro Rosso e Maldonado, tutti a completare la gara con il compound pi&ugrave; prestazionale e macchine scariche: Maldonado marca 1&rsquo;50&rdquo;175, davanti a Verstappen con 1&rsquo;50&rdquo;298 e Sainz con 1&rsquo;50&rdquo;401. Il venezuelano e lo spagnolo avevano entrambi gomme nuove, diversamente dall&rsquo;olandese. Leggendo le prestazioni pi&ugrave; rapide con gomme morbide, invece, si mette in evidenza la quasi perfetta sovrapposizione tra Vettel e Ricciardo, con un distinguo: aver marcato l&rsquo;1&rsquo;50&rdquo;041 a gomma usata Ricciardo contro 1&rsquo;50&rdquo;069 di Vettel con morbide nuove. Raikkonen si ferma a 1&rsquo;50&rdquo;341.    Hanno giocato la carta delle tre soste ai box &ndash; teoricamente pi&ugrave; veloci nelle previsioni Pirelli, ma con l&rsquo;incognita traffico a pesare &ndash; Sainz (il migliore al traguardo), Ericsson, Maldonado e Button, in questo caso per&ograve; una fermata obbligata dal contatto con il pilota della Lotus.  &laquo;La strategia e la gestione degli pneumatici hanno svolto un ruolo fondamentale in questa gara. Le condizioni sono state davvero dure, con il caldo, l&rsquo;umidit&agrave; e la lunghezza della gara, ma la Ferrari e Sebastian Vettel sono stati in grado di sfruttare al meglio le gomme e la strategia, dosando bene quando spingere e quando, invece, alzare il piede. E&rsquo; stata una gara perfetta per il tedesco. La strategia di tutti &egrave; stata ovviamente influenzata dai due ingressi della safety car, che hanno aiutato la gran parte dei piloti a optare per due soste invece di tre&raquo;, l&rsquo;analisi di Paul Hembery.  Fabiano Polimeni

Fermate anticipate rispetto al previsto, Kvyat il pilota che ci rimette di pi&ugrave;. Non mancano le interpretazioni &ldquo;alternative&rdquo;

GP Singapore, la SC &ldquo;aiuta&rdquo; le due soste

Ci hanno pensato le pressioni delle gomme Pirelli rilevate sulle due Mercedes prima del via a riportare sotto i riflettori le coperture, perch&eacute; sul fronte strategico il Gran Premio d&rsquo;Italia a Monza si &egrave; sviluppato su un binario pressoch&eacute; a senso unico, quello del singolo pit-stop scelto dalla stragrande maggioranza dei piloti. Teoricamente la tattica a due soste era pi&ugrave; lenta di appena 1&rdquo;6 ed &egrave; stata adottata solo dai due Toro Rosso e da Alonso.  Partire per un solo cambio gomme voleva dire fermarsi al 21mo giro nelle simulazioni Pirelli, tuttavia, esclusi Hulkenberg, Rosberg e Massa la scelta &egrave; stata di andare pi&ugrave; lunghi, arrivando al 25mo giro di Vettel, il 26mo di Hamilton e addirittura il 28mo di Raikkonen. I due ferraristi per&ograve; hanno dovuto soffrire nel finale dello stint e via radio Vettel non ha fatto mistero di sentire il posteriore della Ferrari andar via. I tempi di Raikkonen prima del pit-stop, invece, erano decaduti fortemente, tanto da essere ripassato in da Ericsson in occasione della fermata. Lo svedese aveva cambiato le gomme al 20mo passaggio, 8 giri prima.  La scelta comune tra i piloti &egrave; stata quella di partire con gomme morbide e chiudere con le medie, tranne Sainz, Kvyat e Ricciardo. I Red Bull in particolare hanno spinto in l&agrave; il momento ipotizzato dalla Pirelli per la fermata (24mo giro) arrivando con il pilota australiano fino al 30mo. Non &egrave; lo stint pi&ugrave; lungo sulle medie, perch&eacute; quello lo fanno registrare Hulkenberg e Massa, protagonisti di 34 passaggi con lo stesso set di gomme. Sulle morbide, invece, &egrave; Raikkonen con i suoi 28 giri a svettare.    Osservando per un attimo la gara di chi ha corso su due pit (le Toro Rosso), si nota come Sainz parta sulle medie e Verstappen sulle morbide, ma anche la diversa interpretazione tattica rispetto alle attese della Pirelli, che immaginava uno scenario con fermata al 19mo giro, stint centrale ancora sulle morbide e passaggio alle medie al 36mo. Sainz gioca una partita al contrario, partendo con le medie e usandole per appena 10 giri, Verstappen le impiega nello stint centrale e comunque per soli 14 giri.  Analizzando, infine, i tempi sul giro pi&ugrave; rapidi per ciascuna mescola, va detto come nel primo stint, quando Hamilton era inarrivabile per chiunque altro, Vettel riusciva spesso a girare a 5 decimi, secondo pi&ugrave; veloce in pista e con margine su Massa. Nel finale, con gomme medie, Lewis marca 1&rsquo;26&rdquo;672 al 48mo giro, nella serie di passaggi successivi all&rsquo;indicazione dal box di spingere a tutta alla ricerca del maggior gap sul secondo, con il timore di una possibile penalizzazione cronometrica conseguente all&rsquo;analisi da parte dei commissari della nota del delegato tecnico Jo Bauer sulla pressione delle gomme. Rosberg, impegnato nello stesso frangente a rimontare su Vettel, ottiene 1&rsquo;27&rdquo;067 al 43mo giro, mentre il ferrarista non scende oltre l&rsquo;1&rsquo;27&rdquo;376 al penultimo giro del gran premio, tornata della rottura del motore sulla Mercedes numero 6.  Con gomme morbide, a essere avvantaggiati sono ovviamente Sainz e Verstappen, che le sfruttano nel finale di gara a monoposto scariche: 1&rsquo;27&rdquo;390 il riferimento migliore in assoluto con questo compound, firmato Verstappen, Sainz ottiene 1&rsquo;27&rdquo;510 e Hamilton 1&rsquo;27&rdquo;780, ma a differenza dei due rookie, l&rsquo;iridato stampa il tempo gi&agrave; al settimo giro di gara.  Fabiano Polimeni

Solo le Toro Rosso si fermano due volte. Non mancano le interpretazioni alternative in casa Red Bull

GP Monza, una sosta resta la preferita

Una, due e tre soste. Il Gran Premio del Belgio certo non ha mancato di regalare diverse interpretazioni tattiche da parte di team e piloti. Alla vigilia della gara le opzioni in campo, suggerite dalla Pirelli, guardavano a due o tre fermate, teoricamente con quest&rsquo;ultima strategia pi&ugrave; lenta di 4&rdquo; nell&rsquo;economia complessiva del gran premio e inoltre con maggiori rischi di rientrare nel traffico.  Verstappen &egrave; stato il pilota che meglio si &egrave; classificato, tra quanti sono andati su tre cambi gomme. Il primo pit al nono giro &egrave; stato sufficientemente anticipato se confrontato con le previsioni &ldquo;ideali&rdquo; di una fermata al 13mo e 30mo giro. In realt&agrave; un po&rsquo; tutti, Mercedes e Ferrari escluse, hanno accorciato il primo stint. Ricciardo il pi&ugrave; lesto, addirittura al settimo giro, per provare l&rsquo;undercut su Perez (riuscito, salvo poi riperdere la posizione in pista) e a seguire il trenino di vetture alle sue spalle.    In casa Ferrari, sebbene alla fine si sia giocata la carta dell&rsquo;unico cambio gomme, le soft non hanno permesso di andare oltre il 14mo giro, con i tempi che vedevano il tedesco perdere terreno su chi aveva montato dietro di lui gomme morbide nuove. Detto delle due differenziazioni principali sul fronte strategico - chi ha optato per le tre soste o quella singola - pure nel solco della strategia suggerita, i due pit-stop, si sono viste scelte in controtendenza nell&rsquo;alternanza dei compound.  Pirelli prevedeva tre stint, i primi due con gomme soft e le medie nel finale. Grosjean, Perez e Raikkonen si sono allineati, al pari delle Manor, non altrettanto Kvyat ed Ericsson. Medie nello stint centrale, nel quale fanno 16 giri il russo e 19 lo svedese: meno dei 23-22 che toccheranno agli altri, ma con una macchina pi&ugrave; pesante. Incasseranno la &ldquo;vincita&rdquo; in chiusura di gara, specialmente Kvyat. Lo stesso Verstappen ha &ldquo;invertito&rdquo; la selezione delle gomme consigliata nei due stint finali, riservandosi le morbide per una chiusura garibaldina e in recupero.  Sintomatica delle difficolt&agrave; Williams con gomme morbide la scelta di Massa di impiegare le medie per due stint, dal 9no giro in avanti, con la seconda sosta al 21mo, anche in questo caso una decisione che non ha trovato &ldquo;seguaci&rdquo;. Quanto a Bottas, nonostante l&rsquo;errore del box e il mix di gomme morbide e medie all&rsquo;8vo giro, ha comunque proseguito senza grandi ripercussioni sui tempi sul giro fino al 21mo.  Rispetto alle qualifiche del sabato, la temperatura in pista in gara &egrave; scesa di qualche grado, passando dai 40&deg; C dell&rsquo;avvio ai 35&deg; C della bandiera a scacchi.  Fabiano Polimeni  

Pirelli riteneva pi&ugrave; rapida la strategia con tre pit, ma con il rischio di rientrare nel traffico. Le scelte dei piloti

GP Belgio, le tre soste premiano Verstappen

In teoria sarebbero state le tre soste a garantire la strategia pi&ugrave; veloce nel Gran Premio di Spagna. Ma tra teoria e pratica in mezzo c&rsquo;era il punto interrogativo del traffico in pista. Cos&igrave;, la stragrande maggioranza dei piloti ha optato per le due soste e solamente Hamilton e Massa tra i primi dieci hanno sperimentato una gara con un pit-stop in pi&ugrave;. All&rsquo;inglese &egrave; servito per scavalcare Vettel, anche se probabilmente sarebbe riuscito nell&rsquo;impresa gi&agrave; alla prima fermata, se non avessero perso tempo nel cambio della posteriore sinistra.  Conseguentemente si sarebbero potuti aprire nuovi scenari, provando ad andare sulle due soste e sfruttare le medie pi&ugrave; dei 19 giri percorsi nel secondo stint.  Hulkenberg, Button, Stevens e Merhi sono stati gli altri ad azzardare la strategia &ldquo;ideale&rdquo;. Guardando ai dati Pirelli, si scopre come tutti abbiano accorciato lo stint iniziale, previsto al 23mo giro e in realt&agrave; accorciato fino al 15mo per il leader della gara Rosberg (Hamilton al 13mo e Vettel al 14mo). Solo Raikkonen &egrave; andato un po&rsquo; pi&ugrave; lungo, fino al 17mo, e il finlandese ha giocato la carta della differenziazione delle mescole, montando le dure per avere un set di medie nuovo nel finale.    L&rsquo;obiettivo era quello di poter entrare in battaglia con Bottas, ma su un circuito ostico per i sorpassi non c&rsquo;&egrave; stato nulla da fare. Quanto sia stato elevato il divario prestazionale tra Ferrari e Mercedes lo dice il confronto dei giri pi&ugrave; veloci di Kimi e di Hamilton. Entrambi hanno affrontato il finale di gara &ndash; con macchine leggere &ndash; su gomme medie: usate quelle dell&rsquo;iridato, nuove per il ferrarista. In questo frangente, Hamilton ha girato in 1&rsquo;28&rdquo;270, contro l&rsquo;1&rsquo;29&rdquo;931 di Raikkonen. Quasi 1&rdquo;7 di divario la dice lunga su quale fosse il potenziale a disposizione delle W06 Hybrid.  Rosberg non compare nella graduatoria dei tre pi&ugrave; rapidi con le medie (Massa &egrave; terzo con 1&rsquo;30&rdquo;374) esclusivamente perch&eacute; il set nuovo l&rsquo;ha impiegato nello stint centrale, per 30 giri &ndash; nessuno cos&igrave; a lungo &ndash; e in un frangente nel quale controllava la corsa. Con le dure, invece, cambia la prospettiva. Gomma nuova nel finale e 1&rsquo;29&rdquo;109, staccato di quasi 2&rdquo; dal tempo delle medie ma &egrave; interessante scoprire come dia 8 decimi a Hamilton, autore di 1&rsquo;29&rdquo;910 con lo stesso compound, seppur con un leggero maggior carico di carburante, avendo usato le dure tra il 32mo e 51mo giro.    Nonostante si siano raggiunti i 52&deg; C sull&rsquo;asfalto, le Pirelli hanno reagito senza difficolt&agrave;, come commenta Paul Hembery: &laquo;La strategia ha dominato il Gran Premio di Spagna, con un&rsquo;emozionate battaglia tra Mercedes e Ferrari. La combinazione di mescole che abbiamo portato ha aperto diverse possibilit&agrave;, consentendo ad ogni squadra di sfruttare al massimo il proprio potenziale. Nonostante la complessit&agrave; della pista e le alte temperature, entrambe le mescole si sono comportate benissimo e c&rsquo;&egrave; stato pochissimo graining e poco blistering. Non vediamo l&rsquo;ora di iniziare i test che ci aiuteranno a raccogliere molti dati per lo sviluppo delle gomme per il prossimo anno&raquo;.  L&rsquo;analisi della strategia sul versante delle gomme sottolinea anche la particolare scelta di Max Verstappen, unico a coprire due stint con le dure nuove e trovatosi un Sainz in rimonta nel finale, agevolato dalle mescole pi&ugrave; veloci. I due Toro Rosso sono stati i piloti che pi&ugrave; a lungo hanno adoperato le dure, 28 tornate per entrambi. Al contrario, chi ha ridotto al minimo l&rsquo;impiego delle gomme arancioni &egrave; stato Felipe Massa, solo 15 giri e la stessa scelta &egrave; stata fatta da Perez (17 passaggi) e Button (16 giri).  Fabiano Polimeni  

Hamilton e Massa sono gli unici su tre pit e nello stint finale si legge tutto il potenziale Mercedes sulla Ferrari

GP Spagna, vincono le due soste

Prima della gara F1 ad Austin, la Pirelli suggeriva quale tattica pi&ugrave; veloce quella con tre pit-stop, da effettuarsi verso il 12&deg;, 25&deg; e 38&deg; giro dei 56 totali di corsa, riservando le gomme a mescola media (pi&ugrave; dure rispetto alle soft in alternativa) solo all&rsquo;ultimo stint. Ma l&rsquo;ingresso iniziale della safety car per via dell&rsquo;incidente che ha visto il ritiro di Perez e Sutil, ha permesso di passare pi&ugrave; agevolmente alla tattica su due sole soste, peraltro gi&agrave; prevista dalla Pirelli come alternativa: in questo caso si suggeriva di sostare al 14&deg; e 35&deg; giro, sostituendo le soft della partenza con due set di medie.  Con l&rsquo;aiuto dell&rsquo;infografica che mostra il cronologico degli stop, &egrave; facile vedere come il vincitore Hamilton si sia avvicinato a questa ipotesi: ha infatti effettuato i suoi pit-stop al 16&deg; e 33&deg; giro. La prima sosta &egrave; stata oltretutto ritardata sia per via dei giri &ldquo;guadagnati&rdquo; sotto regime di neutralizzazione, sia perch&eacute; in Mercedes ha la priorit&agrave; di pit-stop il pilota davanti, e in quel momento era Rosberg che ha sostato al 15&deg; giro. Per converso, il tedesco ha effettuato la seconda sosta al 34&deg; giro proprio perch&eacute; in quel momento subordinato alla tattica dell&rsquo;inglese compagno di squadra.  Non molto differente la strategia di Ricciardo, finito 3&deg;: nel caso dell&rsquo;australiano per&ograve; le soste sono state leggermente anticipate, non tanto per questioni di gomme quanto di &ldquo;undercut&rdquo;. Infatti si trovava in lotta con le Williams e il fatto di anticipare il cambio gomme gli ha permesso di avvantaggiarsi con quelle pi&ugrave; fresche, riuscendo cos&igrave; a scavalcare sia Bottas che Massa. C&rsquo;&egrave; anche da dire che in questa occasione ai box Williams hanno pure perso del tempo nel pit-stop, agevolando cos&igrave; la gara di Ricciardo.  In questo Gran Premio ci sono state un paio di tattiche differenti che vale la pena analizzare pi&ugrave; compiutamente. Una &egrave; quella adottata dalla Ferrari, che ha avuto pi&ugrave; successo con Alonso che non con Raikkonen, per via di problemi alla monoposto del finlandese emersi man mano che la gara avanzava. Si pu&ograve; invece notare come lo spagnolo abbia effettuato il primo cambio da soft a medie al 16&deg; giro, e poi abbia proseguito il pi&ugrave; possibile. Non si esclude un tentativo di arrivare fino in fondo con questo set di gomme, ma valutando anche la gara degli altri sarebbe stato un miracolo, perch&eacute; poi infatti (complici le temperature pi&ugrave; elevate del previsto) il degrado di &egrave; fatto sentire costringendo a montare altre gomme al 43&deg; giro, quando comunque si poteva gi&agrave; puntare a finire con le soft (usate) montate in quel momento, difendendosi sul traguardo dal ritorno di Vettel.  Proprio di Vettel &egrave; l&rsquo;altra strategia interessante: costretto a prendere il via dalla pit-lane, il tedesco ha approfittato della safety car entrata dopo un giro per sostare subito, passando dalle iniziali medie alle soft. Poi &egrave; rientrato subito al giro successivo mettendo nuovamente gomme medie. Perch&eacute;? In questo modo &egrave; comunque rimasto sempre in coda al gruppo ancora &ldquo;neutralizzato&rdquo;, ma si &egrave; tolto l&rsquo;obbligo di dover alternare le mescole; a quel punto poteva puntare a finire la gara con 2 set di medie, effettuando dunque un solo pit-stop (al 26&deg; giro) quando gli altri ne avrebbero dovuti compiere 2. Se poi non avesse voluto addirittura provare a fare come Rosberg a Sochi, puntando direttamente al traguardo&hellip; Per&ograve; non c&rsquo;&egrave; riuscito, cos&igrave; al 43&deg; giro ha messo un ultimo set di soft nuove (4&deg; cambio) che in ogni caso gli ha permesso di recuperare tutte le posizioni perse; anzi, c&rsquo;&egrave; da credere che se l&rsquo;avesse montato 1-2 giri prima avrebbe tolto ad Alonso la sesta posizione.  Insomma, cercare di risparmiare una sosta non ha pagato per nessuno. Infatti la tattica non riuscita a Vettel &egrave; stata portata a compimento da Magnussen, e tuttavia ci&ograve; non ha permesso al danese di resistere al recupero del tedesco, nell&rsquo;ultimo giro. Infatti Magnussen ha sostituito le soft della partenza con le medie gi&agrave; a fine primo giro (safety car, ricordiamo) per poi effettuare una sola altra sosta al 27&deg; giro. Una scelta che non &egrave; stata cos&igrave; positiva come potevano sperare in McLaren (e con Button &egrave; andata anche peggio, 12&deg;) ma va dato atto a Magnussen di essere riuscito a gestire le gomme medie per 26 giri, record di gara. Quando con le soft &egrave; stato invece Massa ad effettuare la maggior percorrenza: 18 giri.  L&rsquo;unica consolazione per la crew di Button, se in pista il pilota inglese era impossibilitato a difendersi nonostante la sua capacit&agrave; di sfruttare al massimo le gomme che si ritrova, &egrave; stata quella di aver ottenuto il tempo pi&ugrave; rapido nella sosta, sia come cambio gomme (2,1 secondi) sia nell&rsquo;intera percorrenza della pit-lane (23,546 secondi).  Maurizio Voltini  

Analizziamo le strategie mostrate nel GP Usa in tema di cambi gomme con l&rsquo;aiuto delle infografiche Pirelli

F1 ad Austin: 2 soste grazie alla safety car

Gi&agrave; dopo le prove, era stato evidente a Sochi che le Pirelli portate per l&rsquo;occasione (medium bianche e soft gialle) avevano una durata ben superiore alle previsioni. Tanto che lo stesso costruttore di pneumatici indicava come tattica pi&ugrave; veloce, per la gara, quella con un solo pit-stop, raccomandato intorno al 34&deg; giro per chi partiva con le soft. Solo che, per i primi che partivano con il set utilizzato (parecchio) in qualifica, c&rsquo;&egrave; stata la necessit&agrave; di anticipare leggermente il cambio. Sembra che i 5-6 giri fatti nelle prove per lo schieramento, in modo da avere le gomme a regime, avessero inciso un po&rsquo; sulla durata.  Inoltre le Pirelli medie hanno mostrato un rendimento inaspettato alla vigilia. Pur considerando l&rsquo;indubbio contributo della sua monoposto, la prestazione di Rosberg che ha condotto ben 52 giri (oltre 300 km) con un solo set di &ldquo;bianche&rdquo; arrivando secondo, resta notevole. E va aggiunto che pure Ricciardo ha sfruttato questa mescola per 42 giri consecutivi (sosta all&rsquo;11&deg; giro) riuscendo a precedere il compagno di squadra Vettel, che invece ha forzato in senso opposto fermandosi solo al 30&deg; giro. Il tedesco era tuttavia partito con gomme nuove (&ldquo;grazie&rdquo; all&rsquo;esclusione dalla Q3 in qualifica) ma evidentemente questo fattore &egrave; stato sovrastimato dal team.  Dunque se guardiamo i primi al traguardo si conferma come la tattica preferita sia stata su un solo pit-stop in cui sostituire le gomme soft usate dal via con quelle medie. Ma non tutti hanno scelto questa strategia in tema di gomme. Per esempio le Force India sono partite con le gomme medie, sostituite poi con le soft, cos&igrave; come una delle Sauber (quella di Sutil). Una scelta che poteva privilegiare la velocit&agrave; e il minor degrado della mescola pi&ugrave; morbida a pista pi&ugrave; gommata. Ma il comportamento del tracciato di Sochi non &egrave; stato quello solito di altre piste, e cos&igrave; possiamo vedere come Perez e Hulkenberg non siano andati pi&ugrave; in l&agrave; del 10&deg; e 12&deg; posto rispettivamente (Sutil addirittura 16&deg;).  Pi&ugrave; drastica la scelta alternativa di Massa, che ha effettuato due soste. Oltre a lui l&rsquo;hanno fatto solo Kvyat (che per&ograve; aveva altri problemi) ed Ericsson (che per&ograve; purtroppo per lui non fa molto testo). Per Felipe &egrave; stata adottata una strategia coraggiosa: fermarsi al primo giro per sostituire le teoricamente lente medie del via, evitando cos&igrave; il traffico iniziale per fare tutto il resto della gara con le pi&ugrave; veloci soft. In effetti il brasiliano della Williams stava tenendo la scia di Rosberg in rimonta, finch&eacute; non si &egrave; fermato al 27&deg; giro per mettere altre gomme soft. Una perdita di tempo che alla fine non gli ha permesso di finire meglio che 11&deg;.  Considerando che Sutil &egrave; stato in grado di percorrere 40 giri con le &ldquo;gialle&rdquo;, ovviamente sarebbe stato interessante vedere se anche Massa sarebbe stato capace di uno stint unico di 52 giri come Rosberg, per&ograve; con la mescola pi&ugrave; morbida. Ma altrettanto ovviamente il team non se l&rsquo;&egrave; sentita di azzardare cos&igrave; tanto, programmando la sosta a met&agrave; senza aspettare di vedere come si sarebbero comportate le gomme. Cos&igrave; alla crew di Massa resta solo la soddisfazione di aver effettuato il cambio gomme pi&ugrave; rapido di questa gara, impiegandoci giusto 2,3 secondi.  Notiamo infine come il pi&ugrave; veloce nell&rsquo;arco dell&rsquo;intera percorrenza della pit-lane in occasione del cambio gomme, Magnussen, ci abbia messo 29&rdquo;736. Un&rsquo;eternit&agrave; rispetto ai poco pi&ugrave; di 20 secondi necessari su altre piste. Questo anche perch&eacute; la velocit&agrave; massima di percorrenza della corsia box &egrave; stata abbassata da 80 a 60 km/h per motivi di sicurezza, a Sochi. Unitamente al fatto che poi le gomme nuove ci mettevano qualche giro ad entrare in temperatura e funzionamento ottimali, &egrave; questo il motivo per cui un pit-stop rappresentava una considerevole perdita di tempo e dunque ne veniva sconsigliato uno in pi&ugrave; del necessario.  Maurizio Voltini  

Analizziamo con le infografiche Pirelli i pit-stop nel GP russo, con la generalizzazione di una sola sosta

Unica tattica gomme a Sochi

In occasione del GP austriaco a Spielberg, la Pirelli raccomandava per la gara una tattica a due soste, sostenendo per&ograve; che quella a una sosta risultava teoricamente pi&ugrave; veloce, ma anche pi&ugrave; rischiosa e meno flessibile in caso di imprevisti. In pi&ugrave;, la gara ha visto un sensibile innalzamento delle temperature ambientali (asfalto oltre i 40&deg;C) rendendo ancor pi&ugrave; rischiosa la sosta singola.  Cos&igrave; alla fine solo la Marussia e Kamui Kobayashi hanno deciso di &ldquo;sposare&rdquo; questa tattica, con Jules Bianchi e Max Chilton partiti con le soft e passati quindi alle supersoft nell&rsquo;unica sosta. Una scelta che non ha tolto dalle retrovie la squadra russa, ma se non altro ha permesso al francese (che indubbiamente ci avr&agrave; messo &ldquo;del suo&rdquo;) di risultare ancora una volta primo fra chi guida macchine da fondoclassifica.  Mentre Kobayashi &egrave; partito con le supersoft e, avendo effettuato la sosta al 14&deg; giro, ha poi tenuto le soft per ben 57 giri, la maggior distanza stabilita qui con questa mescola. Il record di percorrenza con le supersoft, nella gara austriaca, appartiene invece a Chilton con 37 giri.  Passando piuttosto ai primi classificati, c&rsquo;&egrave; stata invece omogeneit&agrave; strategica sulle due soste, con la differenza (peraltro relativa) che Nico Rosberg e Fernando Alonso hanno avuto un set nuovo di gomme soft per l&rsquo;ultimo stint. Evidenziamo, ed &egrave; abbastanza facile notarlo nel grafico, come la tendenza sia quella di vedere pi&ugrave; avanti i piloti che hanno anticipato i pit-stop, e viceversa pi&ugrave; indietro quelli che li hanno ritardati, come Felipe Massa al quale si sono aggiunte le problematiche di traffico. Almeno, appunto, fra i primi. Il degrado nei giri finali di ciascuno stint &egrave; stato abbastanza decisivo.  Chi ha seguito una tattica alternativa (anche questa preventivamente suggerita dalla Pirelli per chi non partiva nelle prime cinque file) &egrave; stato Sergio Perez, bravo a sfruttare a lungo il set di soft con cui &egrave; partito, utilizzando poi le supersoft solo nello stint finale (in cui &egrave; risultato particolarmente veloce, ottenendo il GpV in 1&rsquo;12&rdquo;142), arrivando cos&igrave; 6&deg; quando era partito 15&deg;. Peraltro Jenson Button e Pastor Maldonado, che hanno adottato praticamente la medesima strategia, non sono invece riusciti a finire in zona punti.  Per concludere, evidenziamo come ancora una volta siano stati i meccanici Ferrari gli autori del cambio gomme pi&ugrave; veloce, con 2&rdquo;0 in occasione di una sosta di Alonso, mentre nell&rsquo;arco di percorrenza dell&rsquo;intera corsia box il pi&ugrave; rapido &egrave; stato Valtteri Bottas.  Maurizio Voltini  

Analizziamo i pit-stop nell&rsquo;ultimo Gran Premio F1 con l&rsquo;aiuto delle infografiche Pirelli

Il GP d'Austria visto dalle gomme

Eccoci ad analizzare quello che &egrave; stato l&rsquo;impiego dei pneumatici Pirelli in occasione del GP in Canada, sempre con l&rsquo;aiuto delle relative infografiche. Come a Monaco, anche in questa occasione sono state portate le mescole pi&ugrave; morbide disponibili in gamma, vale a dire la supersoft e la soft, distinguibili per la banda rossa e gialla rispettivamente. Per&ograve; le differenti velocit&agrave; e condizioni climatiche in gioco hanno determinato un utilizzo diverso da parte delle squadre.  Infatti a Monaco &egrave; stata generalizzata la tattica su un solo pit-stop, ma anche per via dell&rsquo;aumento delle temperature, qui a Montreal solo la Force India ha seguito questa tattica. E visto che Perez (cambio gomme esattamente a met&agrave; gara) si &egrave; ritrovato a lottare nel gruppetto di testa (prima dell&rsquo;incidente con Massa) diremmo che si sia rivelata positiva o quantomeno equivalente. Va tuttavia considerato che i primi 7 giri (cio&egrave; il 10% della gara) sono stati effettuati in regime di safety car. Ma ci&ograve; non &egrave; stato sufficiente a far cambiare idea a quanti hanno impostato la gara su due soste, strategia oltretutto pi&ugrave; flessibile specie in previsione di altre neutralizzazioni, qui statisticamente probabili. E in effetti la safety car &egrave; stata &ldquo;chiamata&rdquo; due volte, pur se quasi ininfluenti essendosi trattato del primo e dell&rsquo;ultimo giro.  La statistica vede 33 pit-stop totali, che portando a una media di 1,5 soste a pilota farebbe pensare vi sia stata un&rsquo;equa spartizione delle strategie fra una e due soste. Invece, come spesso accade, i numeri sono condizionati da altri fattori, in questo caso i ritiri di Bianchi, Chilton, Ericcson, Maldonado e Kobayashi prima di poter effettuare la loro prima sosta. Per cui in realt&agrave; oltre al gi&agrave; citato Perez, solo Hulkenberg ha adottato la tattica del pit-stop singolo: &egrave; per questo che i due detengono il record dei giri percorsi per set, con 34 di Perez sulle supersoft e 41 di Hulkenberg sulle soft.  Peraltro il tedesco &egrave; partito in controtendenza, montando fin dal via le gomme soft per cambiarle con le supersoft al 41&deg; giro. Quindi una buona gara, visto che col 5&deg; posto finale ha salvato la buona prestazione complessiva della Force India, sebbene non si possa ignorare si trovasse comunque alle spalle di Perez e di Massa prima dell&rsquo;incidente, come pure abbia avuto non poche difficolt&agrave; a contenere Alonso e soprattutto Button, riuscito a sfruttare molto bene l&rsquo;ultimo set di soft nonostante l&rsquo;avesse montato al 38&deg; giro. Eppure sul finale la McLaren era molto veloce, tanto da permettere a Button di ottenere l&rsquo;ottimo 4&deg; posto proprio all&rsquo;ultimo giro "buono", beffando appunto Alonso e Hulkenberg in lotta serrata fra loro.  Ci&ograve; detto, alla fine si &egrave; dunque rivelata statisticamente migliore la scelta di effettuare due pit-stop con sequenza supersoft-soft-soft, per quanto sembri che le strategie &ldquo;gommistiche&rdquo; non siano ci&ograve; che ha fatto davvero la differenza, quanto piuttosto le singole messe a punto degli assetti, e quindi al modo in cui questi stressavano o no i pneumatici. Tant&rsquo;&egrave; vero che oltre a Button va segnalato come Ricciardo sia riuscito a compiere dei giri finali superlativi (che gli hanno meritato la vittoria finale) nonostante avesse montato gomme soft usate al 37&deg; giro! Fra le &ldquo;mosse&rdquo; positive dell&rsquo;australiano, da evidenziare anche il primo pit-stop anticipato che gli ha permesso di evitare perdite di tempo in una situazione sfavorevole di traffico.  Infine, il grafico mostra come tattiche pressoch&eacute; simili abbiano portato a risultati molto differenti. Se prendiamo ad esempio Alonso, posto che non si possa prendere a confronto Rosberg e la Mercedes (nonostante i problemi), vediamo come una strategia simile l&rsquo;abbia adottata Magnussen, che per&ograve; &egrave; finito tre posizioni pi&ugrave; indietro. Insomma, i problemi Ferrari sono altri, e non basta che i meccanici di Raikkonen abbiano effettuato il cambio gomme pi&ugrave; veloce, in 2,5 secondi. Perch&eacute; &egrave; invece Ricciardo quello che ha perso complessivamente meno tempo considerando tutta la permanenza in corsia box. Insomma, non basta svettare in certi aspetti, ma bisogna curare tutto: in questo caso, per esempio, che il regolatore di velocit&agrave; in pit-lane sia tarato davvero al limite e che non ci siano altre perdite parassite di tempo. Una dimostrazione in pi&ugrave; di come alla Red Bull curino molto ogni singolo dettaglio e come questo incida sui riscontri finali.  Maurizio Voltini  

In Canada stesse mescole di Montecarlo, ma pi&ugrave; efficace la tattica su doppio pit-stop

Pirelli: stavolta due meglio di uno 

All&rsquo;indomani del GP di Spagna a Barcellona, vediamo con l&rsquo;aiuto delle infografiche fornite dalla Pirelli come sono state interpretate dai vari team le possibilit&agrave; strategiche offerte dai pneumatici. Per &ldquo;leggere&rdquo; meglio le indicazioni, ricordiamo che le linee continue si riferiscono a gomme nuove e quelle tratteggiate a gomme usate, mentre il colore bianco &egrave; per la mescola media e quello arancione per la mescola dura (esattamente come le bande colorate sui pneumatici reali).  Ricordiamo che in senso contrario al &ldquo;benessere&rdquo; delle gomme giocavano, in questo GP, la ben nota abrasivit&agrave; dell&rsquo;asfalto, la conformazione che stressa molto le gomme sinistre (specie l&rsquo;anteriore), l&rsquo;impossibilit&agrave; da parte dei team di perfezionare gli assetti gi&agrave; nei test prestagionali (a differenza degli altri anni), nonch&eacute; il fatto che nella notte dopo le prove fosse piovuto (quindi pista &ldquo;verde&rdquo;) e che le temperature si fossero abbassate, cambiando il &ldquo;range&rdquo; di funzionamento del battistrada rispetto alle previsioni e alle prove.  Tuttavia la scelta molto conservativa della Pirelli, che qui ha portato le due mescole pi&ugrave; dure in produzione per la F1 (medium e hard, appunto), ha controbilanciato ampiamente tutti questi fattori negativi, per cui usura e degrado sono sempre stati ampiamente sotto controllo (a parte le eccezioni che vedremo). Mentre l&rsquo;unico effetto delle temperature ambientali (e di asfalto) pi&ugrave; basse ha solo attenuato la differenza prestazionale e cronometrica fra le due mescole.  Ci&ograve; ha permesso a molti di completare la gara con successo effettuando due soli pit-stop. &Egrave; quanto successo ai primi 12 classificati con le uniche eccezioni di Vettel (4&deg;) e Alonso (6&deg;), mentre &egrave; facile verificare che la tattica su tre soste praticata su Massa (13&deg;) non &egrave; stata certo brillante, paragonando il risultato con il 5&deg; posto di Bottas su due soste.  L&rsquo;alternanza delle mescole disponibili ha permesso strategie adeguate alle situazioni di gara, ma non ha cambiato pi&ugrave; di tanto il risultato finale. Per esempio Rosberg, che come tendenza sua (anche per diversificare rispetto a Hamilton) predilige la mescola pi&ugrave; dura nello stint centrale per riservare quella pi&ugrave; morbida al finale di gara, &egrave; s&igrave; riuscito a recuperare il distacco, ma nel momento in cui gli sarebbe servito qualcosa in pi&ugrave; per agganciare e superare il compagno/rivale, le gomme medie non l&rsquo;hanno supportato a sufficienza, arrivate al traguardo con 21 giri sulle spalle (23 per Hamilton, ma con le hard).  Gomme hard nel secondo stint anche (e solo) per Vettel e Perez. Il pilota della Force India tuttavia non se ne &egrave; avvantaggiato particolarmente, mentre per quello della Red Bull va fatto un discorso a s&eacute;: partito indietro, ad un certo punto si &egrave; trovato un po&rsquo; invischiato nel traffico ancora compatto dei giri iniziali, e cos&igrave; per evitare di perdere tempo si &egrave; diretto subito (12&deg; giro) al primo pit-stop per montare le hard usate. In questo modo ha avuto pista libera e si &egrave; messo nella migliore condizione per sfruttare, pi&ugrave; avanti, i due set di medie nuove che aveva a disposizione. Da questo punto di vista &egrave; stata una strategia che gli ha permesso di esprimere al meglio il potenziale suo e della RB10, che unitamente alla giusta determinazione nei sorpassi gli ha consentito di guadagnare il 4&deg; posto finale, oltre ai migliori tempi sia sul giro che al cambio gomme.  Per Ricciardo si pu&ograve; dire che una volta recuperata la posizione su Bottas ha fatto gara a s&eacute; e quindi non si hanno indicazioni particolari. Si evidenzia per&ograve; che al secondo stint ha &ldquo;macinato&rdquo; 31 giri con le medie nuove montate. Da questo punto di vista va evidenziata anche la performance di Grosjean, che nell&rsquo;ultimo stint ha percorso pure lui 31 giri, ma con gomme hard usate. Sembra che il francese, quando ha una monoposto che lo supporta, sappia tirare fuori alcune doti fra cui una guida &ldquo;gentile&rdquo; con i pneumatici.  Queste considerazioni portano per&ograve; a volgere l&rsquo;attenzione su un altro pilota che solitamente tratta bene le gomme: proprio il suo ex compagno di squadra, Raikkonen. Senza stare a guardare in questa sede questioni di gerarchie, favoritismi o altro, rileviamo che mentre per quasi tutti &egrave; stata possibile una gara efficace su 2 soste, per la Ferrari non &egrave; stato cos&igrave;. Il pit-stop anticipato di un giro per Alonso (il 16&deg;) ha indirizzato lo spagnolo su una strategia a 3 soste. Forse si ipotizzava che Raikkonen potesse &ldquo;metterci del suo&rdquo; e in effetti con le medie usate del secondo stint &egrave; arrivato fino al 43&deg; giro. Per&ograve; la mancanza di trazione della F14 T ha inasprito il degrado anche con le hard usate dell&rsquo;ultimo stint, cos&igrave; che il finlandese non &egrave; riuscito a resistere al ritorno di Alonso che aveva gomme ben pi&ugrave; fresche, le medie montate al 53&deg; giro nel suo terzo pit-stop. Non ha resistito nemmeno al doppiaggio delle Mercedes, ma questo con le gomme c&rsquo;entra poco...  Ultime note: Hamilton &egrave; quello che pi&ugrave; si &egrave; avvicinato allo schema suggerito a inizio gara dalla Pirelli - un secondo set di medie al 22&deg; giro e le hard al 45&deg; - anticipandolo solo un po&rsquo; (18&deg; e 43&deg; giro). Se poi vi lascia un po&rsquo; perplessi sentire quante volte sono stati utilizzati set di Pirelli gi&agrave; usate - addirittura Raikkonen e Grosjean non hanno proprio utilizzato gomme nuove in gara - vi facciamo notare che il primo pilota ad aver impiegato solo pneumatici nuovi (oltretutto con una strategia teoricamente abbastanza corretta) &egrave; Magnussen che per&ograve; ha concluso solo al 12&deg; posto. Insomma, in una gara non esistono solo le tattiche relative allo sfruttamento delle gomme...  Maurizio Voltini  

Vediamo con l&rsquo;aiuto delle infografiche Pirelli quali sono state le varie strategie-gomme a Barcellona

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