Tra Spa e Zandvoort &egrave; tempo di rallentare un attimo, anche per la F1. &Egrave; il tempo delle vacanze ed &egrave; il tempo delle valutazioni. Intermedie e non definitive ovviamente, dopo una prima parte di campionato fatta di 12 GP ed una seconda che ne prevede altri 10.  Ecco qui, squadra per squadra, i voti di questa prima parte di stagione.  AlphaTauri: 4    Siamo di fronte ad un anno duro, difficile abbastanza per pensare ad una ristrutturazione: Laurent Mekies &egrave; il nome del futuro, quello del team principal che rilever&agrave; il posto di Franz Tost. Dopo i lampi delle scorse annate, una progressiva perdita di competitivit&agrave; cominciata l&#39;anno scorso e proseguita quest&#39;anno, con i faentini che vanno in vacanza con la miseria di 3 punti e l&#39;ultimo posto tra i Costruttori. Poca chiarezza anche a livello di gestione dei piloti: c&#39;&egrave; parecchio da lavorare.  Scorri tra le schede  &nbsp;  Alfa Romeo: 5    Ad inizio anno il team representative Alessandro Alunni Bravi era stato chiaro: il vero obiettivo &egrave; il progresso costante, non una posizione in classifica precisa. Per ora mancano entrambe le cose, sia il progresso costante che una classifica soddisfacente. Nonostante a prima impressione la C43 sembri un progetto raffinato, in realt&agrave; si &egrave; persa nella parte bassa di una classifica mai cos&igrave; compatta e per questo complicatissima da affrontare: i piloti a fare il loro ci provano, ma la vettura svizzera, per l&#39;ultima volta adornata con gli adesivi Alfa Romeo, sembra semplicemente poco competitiva.  Haas: 6    Ottavi erano nello scorso campionato e ottavi li ritroviamo quest&#39;anno, dunque apparentemente la linea &egrave; rimasta costante. Certo, quest&#39;anno la seconda met&agrave; della classifica &egrave; pi&ugrave; dura per tutti, e infatti per quel che si &egrave; visto anche il singolo punto, rispetto alla passata stagione, pare avere un peso specifico pi&ugrave; grande. A livello di piloti Steiner si dice tutto sommato contento, non che Hulkenberg e Magnussen siano stati esenti da errori ma hanno avuto una grande scusante: una VF-23 che, al netto di una buona velocit&agrave; in qualifica, soffre tremendamente il degrado delle gomme, debolezza che ne ha ampiamente ridotto il bottino.  Scorri tra le schede  &nbsp;  Williams: 7    La cura James Vowles, per il momento, pare funzioni. I miglioramenti da inizio anno sono stati tanti e molto buoni, con una macchina oggettivamente cresciuta e finalmente non pi&ugrave; fanalino di coda. Con Albon si sta creando un feeling particolare, con Alex che ripaga la squadra a suon di ottime prestazioni, tanto che i punti raccolti sono tutti suoi; dall&#39;altro lato Sargeant &egrave; pur sempre un debuttante, anche se qualcosa di pi&ugrave; da parte sua era lecito aspettarselo. Intanto, a Grove si lavora: la FW45 non sta pi&ugrave; sul fondo e si far&agrave; di tutto per far s&igrave; che non ci torni pi&ugrave;.  Alpine: 6    Sembrano sempre quelli del vorrei ma non posso. Ogni anno si aspettano miglioramenti, ogni anno alla vigilia parlano di &ldquo;gap dai primi da ridurre&rdquo; come obiettivo principale. Sar&agrave;, ma intanto nell&#39;estate il balzo in avanti della McLaren li ha messi in crisi, e considerando poi i progressi&nbsp;compiuti nell&#39;inverno dalla Aston Martin, fanno due posizioni perse rispetto a fine 2022. Anche per questo, &egrave; scattata l&#39;ennesima rivoluzione al vertice: via team principal, direttore sportivo e direttore tecnico.&nbsp;  Scorri tra le schede  &nbsp;  McLaren: 7    Hanno un talento particolare nel cacciarsi nei guai, ma hanno anche il grande pregio di avere reazioni fuori dall&#39;ordinario. Sembrava un relitto, la MCL60, nei primi chilometri in pista, tra test e primissime gare, e non si dimentica il pugno di un Norris avvilito durante le prove invernali in Bahrain. Eppure, solamente qualche mese dopo, eccoli sul podio a Silverstone ed in completa ripresa a ridosso della pausa estiva: un grande merito ad Andrea Stella, che alla prima esperienza da team principal ha saputo lasciare il segno nonostante il poco tempo a disposizione.  Ferrari: 5,5    Se &egrave; vero che la SF-23 &egrave; stata il lascito di Binotto, allora vuol dire che quel ciclo si &egrave; concluso proprio male. Binotto per&ograve; &egrave; ormai il passato, ora c&#39;&egrave; da ricostruire per un futuro pi&ugrave; radioso: Vasseur ha gi&agrave; provato a dare una sterzata nel lavoro in fabbrica (evidenziato dal cambio di rotta in sede di progettazione, segnatamente nella zona delle fiancate) r sta provando a darlo per formare uno staff a sua immagine e somiglianze mentre a livello strategico, a volte, la squadra &egrave; parsa ingessata da vecchie paure. Si lavora soprattutto in sede, a Maranello, perch&eacute; in pista la SF-23 non permette sogni di gloria: attualmente il Cavallino Rampante naviga al 4&deg; posto nella classifica Costruttori, l&#39;obiettivo &egrave; farlo diventare un 2&deg; posto nella seconda met&agrave; dell&#39;anno.  Scorri tra le schede  &nbsp;  Aston Martin: 8    Oggettivamente un po&#39; in calo dopo le prime uscite stagionali, ma complessivamente la pi&ugrave; grande sorpresa del 2023. Ricordiamoci dove era la AMR22 a fine 2022 e dove ha iniziato la AMR23 ad inizio campionato: un miglioramente incredibile, ed anche per questo un fisiologico calo era da mettere in conto, soprattutto tenendo vivo il sospetto che rispetto ad altri il team di Silverstone abbia dato maggiormente fondo alle risorse a disposizione, con il rischio di avere meno margine di sviluppo in corso d&#39;opera. Tuttavia, bravi tutti: Alonso ha ritrovato in buona parte il sorriso e la squadra sogna un podio tra i Costruttori che avrebbe del clamoroso.  Mercedes: 7    Qui &egrave; tutto molto relativo: un conto &egrave; valutare i risultati in base alla lotta per la piazza d&#39;onore, un conto fare confronti diretti con la Red Bull. Nel primo caso si tratterebbe comunque di un buon lavoro, nel secondo di un mezzo disastro: pi&ugrave; giusto per&ograve; sottolineare i progressi di una squadra che aveva cominciato l&#39;anno nuovamente in grosse difficolt&agrave;, ma che ha saputo correre ai ripari: dentro Allison, via il concetto zeropod, tutti al lavoro per un 2024 molto diverso. I valori in campo cambiano di pista in pista e di domenica in domenica, ma al momento di andare in vacanza, classifica alla mano, sono loro a risultare la prima &quot;alternativa&quot; alla Red Bull.  Scorri tra le schede  &nbsp;  Red Bull: 10    Anche ad impegnarsi, viene difficile trovare loro un difetto. Verstappen guida da dio, la macchina &egrave; un capolavoro e la squadra, al muretto, non sbaglia mai: difficile, battere un&#39;armata cos&igrave;. E infatti non li ha ancora battuti nessuno, per un mondiale gi&agrave; fortemente indirizzato e praticamente deciso. In pista si divertiranno a riscrivere il libro dei record anche nella seconda parte di stagione, mentre in fabbrica le attenzioni vireranno, ovviamente, sul progetto 2024: hanno aperto un ciclo, proveranno a farlo durare il pi&ugrave; a lungo possibile.  Leggi anche: F1 2023, le pagelle di met&agrave; stagione: i piloti 

Valutazione e bilanci di met&agrave; stagione: da 10 una Red Bull praticamente perfetta, applausi alla crescita della Williams, buono il recupero della McLaren mentre la Ferrari delude

F1 2023, le pagelle di met&agrave; stagione: le squadre

        Un anno ricco di novit&agrave; e pieno di insidie, tra regolamenti tutti nuovi ed un budget cap ulteriormente ridotto: sar&agrave; sfida a tutti i livelli per le compagini che si apprestano a vivere un'altra annata di Formula 1. F1 2022, guida al mondiale: i piloti  F1 2022: il calendario Scorri tra le schede &nbsp; Mercedes  Altro che budget cap, lotta iridata 2021 troppo dispendiosa e storie varie. La Mercedes ha sfornato un'altra monoposto che tutti, volenti o nolenti, dovranno prendere in considerazione per gli sviluppi futuri. La strada tracciata &egrave; originale, poi bisogna vedere se la W13 funzioner&agrave;: il team ha voluto prendersi il rischio consapevole che fiancate del genere nascondono parecchie insidie, ma anche conscio che se i compiti per casa sono stati fatti bene, la Stella potr&agrave; proseguire nella sua gi&agrave; lunghissima striscia di successi dopo gli 8 titoli Costruttori. &nbsp; Red Bull  Pure la RB18 in quanto ad originalit&agrave; non vuole essere da meno, ed infatti Adrian Newey ha preferito tenere nascoste il pi&ugrave; a lungo possibile le soluzioni definitive della nuova creatura. L'obiettivo &egrave; difendere quel numero 1 che Max orgogliosamente ha deciso di rispolverare dopo 8 anni, pronto a lanciare la sfida a chiunque prover&agrave; a soffiarglielo: difficile capire il nome dei rivali, intanto serve capire se a Milton Keynes hanno partorito una monoposto all'altezza della corona iridata, indipendentemente da chi sar&agrave; l'antagonista o gli antagonisti. Di sicuro, le premesse dei test sono buone. &nbsp; Ferrari  Sulla F1-75, regina del chilometraggio nelle prove invernali, sono in tanti a giocarsi la reputazione. Potrebbe essere un'annata da dentro o fuori, soprattutto se le cose andranno male. Ma sono allarmismi ingiustificati per quanto visto nei test: Leclerc e Sainz hanno marciato con una regolarit&agrave; pazzesca, senza mai un intoppo, ed anche le prestazioni sono parse buone. Per capire quanto, occorrer&agrave; attendere. Intanto, a Maranello ci hanno provato con un progetto singolare: ed &egrave; il bello di questa F1 constatare che i primi tre della classifica Costruttori 2021 abbiano scelto vie del tutto differenti tra loro. &nbsp; McLaren  A dire la verit&agrave;, meglio in Spagna che in Bahrain, almeno da un punto di vista del chilometraggio. La MCL36, pulitissima nelle linee ed unica insieme alla RB18 ad aver azzardato la sospensione a tirante (pull-rod) all'anteriore, ha incontrato a Sakhir qualche problema di affidabilit&agrave; che ha rallentato il lavoro di sviluppo, senza dare grandi certezze in vista della prima gara. Ammesso che nessuno di certezze ne ha, il team di Woking merita di essere annoverato tra i possibili outsider di questa stagione. &nbsp; Alpine  Valla a capire questa A522. Se il punto di domanda c'&egrave; per tutti, giusto dire che sui francesi &egrave; ancora pi&ugrave; grande: inverno tribolato ai piani alti, con tanti cambiamenti al vertice, mentre in pista &egrave; stato difficile classificare l'erede della vincitrice di Budapest 2021. Alonso ed Ocon sono una coppia solida, la monoposto invece ha lamentato qualche problema di affidabilit&agrave; sia in Spagna che in Bahrain. Complicato dunque dare un giudizio univoco, ma anche in caso di partenza deficitaria ci sarebbe eventualmente tempo per recuperare. &nbsp; AlphaTauri  Inutile nascondersi, a Faenza ci credono: quel 5&deg; posto mai raggiunto nella storia del team ed inseguito da anni rappresenta l'ambizione massima di una squadra in crescita costante nelle ultime annate e vogliosa di salire un gradino in pi&ugrave;. La AT03 pare nata bene, senza difetti tecnici e con una buona velocit&agrave;: grazie al nuovo regolamento ha potuto ereditare soluzioni del posteriore Red Bull non vecchie di un anno ma della stessa specifica della casa madre, il che rappresenta una preoccupazione in pi&ugrave; per la diretta concorrenza. &nbsp; Aston Martin  Investimenti notevoli, ma per stessa ammissione di Stroll senior la squadra non &egrave; ancora pronta per competere al vertice, da qui il piano di cinque anni per arrivare al titolo mondiale. Ma di sicuro la AMR22 deve dare di pi&ugrave; rispetto al modello 2021: un'altra stagione mediocre come quella passata non sarebbe tollerata, ed il cambio di regolamento rappresenta un'occasione troppo ghiotta per risalire la china. &nbsp; Williams  Fuori Russell, dentro Albon, stabile Latifi: ma il cambio di passo pi&ugrave; grande pare essere stato quello nella mentalit&agrave; degli ingegneri, che hanno sfornato un progetto interessante. Jost Capito nell'inverno aveva difeso i suoi uomini, dicendo che nel recente passato a Grove non sono mancate le menti ma le risorse per sviluppare le idee: ed a quanto pare, vista la FW44, tutti i torti non li aveva. Adesso per&ograve; occorre la conferma della bont&agrave; di tali soluzioni da parte della pista. &nbsp; Alfa Romeo  Male in Spagna, situazione molto migliorata a Sakhir. Difficile dire dove andr&agrave; questa Alfa Romeo, che deve innanzitutto metabolizzare il doppio cambio alla guida: da Raikkonen e Giovinazzi a Bottas e Zhou, due piloti entrambi alla ricerca di rivincite personali. Ad Hinwil per adesso sono contenti della collaborazione tra Valtteri e Guanyu, ma il miglioramento fondamentale da fare resta quello legato alle prestazioni della macchina: riuscir&agrave; la C42 a far dimenticare due annate deludenti? &nbsp; Haas  Inverno piuttosto movimentato: prima la questione Uralkali e Mazepin e la necessit&agrave; di trovare alla svelta un nuovo pilota, poi il ritardo nella consegna del materiale che ha imposto alla squadra di chiedere ore aggiuntive alla fine delle ultime due giornate di prove per recuperare il tempo perso, il tutto mentre la Uralkali minaccia azioni legali. Schumacher ed il rientrante Magnussen incrociano le dita: la VF-22 &egrave; la macchina che ha girato meno nei test, eppure un po' di spazio per l'ottimismo c'&egrave;.       

Tanta differenza nelle scelte progettuali, ambizioni di rinascita, di rivincita o di riconferma: ecco come le varie squadre si presentano al via del campionato 2022

F1 2022, la guida al mondiale: le squadre

        Nell'anno in cui avrebbero gi&agrave; dovuto esserci le monoposto di nuova generazione posticipate poi al 2022, &egrave; venuta fuori una stagione combattuta, ricca di spunti e riflessioni, difficile da interpretare per l'esigenza, tra le squadre, di portare avanti due progetti in parallelo, togliendo via via risorse al modello di quest'anno per concentrarsi su quello del prossimo campionato. Ne &egrave; uscita un'annata con tante lotte, a tutti i livelli, per tutte le posizioni della classifica Costruttori. Scorri tra le schede per vedere i voti squadra per squadra  La classifica Costruttori   &nbsp; Haas: 4  Un anno sacrificato sull'altare dell'apprendimento, soprattutto dal punto di vista dei piloti. I quali errori ne hanno sicuramente fatti, a volte per colpa loro, a volte traditi dalla voglia di fare, a volte da una macchina fanalino di coda dichiarato della stagione. Nel team ad anima americana, nessuno si aspettava il contrario: la VF-21 &egrave; semplicemente una VF-20 riverniciata e ritoccata il minimo indispensabile per entrare nelle regole 2021. Dei punti neanche l'ombra, ma nessuna sorpresa: troppe poche le gare pazze per poter centrare una top 10 e troppo il divario con tutte le altre vetture. &nbsp; Alfa Romeo-Sauber: 5  Se spacchiamo a met&agrave; la stagione, un passo avanti c'&egrave; stato: 3 punti nella prima parte, 10 nella seconda. Troppo poco per andare a prendere una Williams che ha avuto il merito di saper cambiare marcia e pure la fortuna di portarsi a casa un podio senza neanche gareggiare. La C41 &egrave; stata la macchina che &egrave; stata, con un miglioramento complessivo delle prestazioni nella seconda met&agrave; dell'anno, ma in mano ad una squadra che a livello strategico ha saputo sprecare molto, non solo con Giovinazzi (che sono i casi pi&ugrave; eclatanti) ma pure con Raikkonen. Incresciosa la gestione del caso Giovinazzi. &nbsp; Williams: 7  Per certi versi un trionfo. Avevano cominciato la stagione con il timore di giocarsi l'ultima fila con la Haas, o al massimo di essere costantemente nona forza in pista con poche possibilit&agrave; di salire pi&ugrave; su. Ed invece gli investimenti di Dorilton Capital hanno dato subito una mano: la FW43B &egrave; cresciuta durante l'anno, un miglioramento visto non solo con lo strepitoso Russell ma pure con Latifi, e cos&igrave; i punti sono stati addirittura 23 dopo gli 8 raccolti nelle precedenti tre stagioni. Brava la squadra a sviluppare la macchina ed a capitalizzare il potenziale, applausi ad un Russell che &egrave; stato un valore aggiunto sempre ma soprattutto nel pazzo weekend di Spa, dove si &egrave; visto regalare un podio dopo una qualifica stratosferica. &nbsp; Aston Martin: 5  C'&egrave; ragione di dire che siano stati i pi&ugrave; penalizzati dalle modifiche regolamentari sul fondo, difficolt&agrave; simili a quelle della Mercedes per via del progetto identico come concezione. Ma mentre Mercedes aveva un doppio titolo per cui lottare e quindi un motivo per non togliere del tutto le risorse dal 2021, loro avevano pochi interessi nell'investire in un esemplare di macchina destinato a scomparire, cos&igrave; hanno consegnato al suo destino la AMR21 concentrandosi sul progetto 2022. In squadra il clima &egrave; stato sereno, con Seb e Stroll ben affiatati nonostante qualche duello ravvicinato, ma entrambi quasi mai in grado di vivere giornate da urlo causa bassa competitivit&agrave; della vettura. Sarebbero arrivati comunque due podi, se solo il tedesco non fosse stato squalificato a Budapest. &nbsp; AlphaTauri: 7  La sensazione &egrave; che il 5&deg; posto nei Costruttori fosse pi&ugrave; che alla portata. Ma a fare da contraltare ad un Gasly quasi impeccabile c'&egrave; stato uno Tsunoda sciupone, falloso ed in generale molto al di sotto delle aspettative. La squadra stessa a volte con le strategie ha sprecato qualche punto, ma dopo un confronto intenso con l'Alpine la mazzata &egrave; stata Losail, con il parziale di 25-0 che ha di fatto chiuso i giochi a favore dei francesi. Ma ci sono tante buone cose nel 2021 dei faentini: una macchina veloce, il podio di Baku, un pilota, Gasly, che si sta instradando sulla via dei top driver. Buone notizie in vista del 2022. &nbsp; Alpine: 7  Un'annata molto positiva, al termine della quale si &egrave; confermato il 5&deg; posto delle due stagioni precedenti nella classifica Costruttori. Rispetto alla passata stagione la macchina complessivamente ha faticato un po' di pi&ugrave;, con meno punti raccolti (181 punti in 17 GP nel 2020, xx in 22 gare quest'anno), eppure ad Enstone si respira aria buona: la squadra ha saputo lavorare bene sulla macchina nonostante le restrizioni, il marchio Alpine ha debuttato vincendo subito al primo anno, la squadra ha riscoperto un Alonso 40enne ma sempre nel vivo della lotta ed un Ocon cresciuto e migliorato dalla convivenza con Fernando. Ingredienti positivi per l'anno prossimo, dove servir&agrave; comunque qualcosa di pi&ugrave;. &nbsp; McLaren: 7,5  Fino a Sochi una stagione con valutazione vicina al 9. Poi un calo verticale di competitivit&agrave;, dovuto forse anche ad uno spostamento definitivo delle risorse (a cominciare dalla distribuzione del tempo al simulatore) sul 2022. Ne &egrave; uscita una parte finale di stagione in difficolt&agrave;, senza possibilit&agrave; di difesa su una Ferrari che invece, con il nuovo sistema ibrido al motore, ha saputo mettere dietro la storica rivale. A Woking, comunque, il dispiacere per la sconfitta in campionato nella lotta al 3&deg; posto fa male ma fino ad un certo punto: dopo aver riportato al successo la McLaren, Seidl adesso punta a garantirle un futuro da protagonista, motivo per cui ha preferito sacrificare qualcosa in questa stagione, dal momento che non aveva a disposizione le stesse risorse del Cavallino. &nbsp; Ferrari: 8  Diamo a Cesare quel che &egrave; di Cesare. Dopo la disastrosa SF1000, un'umile risalita con la SF21, macchina sulla quale si &egrave; vista tanta buona volont&agrave; e dei miglioramenti oggettivi, con correttivi portati di volta in volta fino ad assicurare al Cavallino il podio nel Costruttori. Non era facile, dopo un 2020 del genere e con un nuovo pilota integrare. Invece tanto di cappello a Sainz nell'essersi subito immedesimato nella realt&agrave; maranelliana e nell'essersi saputo adattare piuttosto in fretta ad una macchina molto diversa dalla McLaren dell'anno scorso. Ne &egrave; uscita una stagione senza acuti a parte le due pole di Leclerc, ma con buoni risultati viste le attese. La Rossa non &egrave; mai stata la sorpresa di giornata, ma &egrave; stata la squadra pi&ugrave; costante tra quelle di mezzo, e questo &egrave; stato il valore aggiunto nell'aggiudicarsi la terza piazza. &nbsp; Red Bull: 10  Il massimo, anche se il Costruttori non lo hanno vinto. Uno ad uno e palla al centro con Mercedes. Nella sua straordinaria carriera, Adrian Newey potr&agrave; mettere la RB16B insieme alle altre sue macchine titolate. Sbagliato parlare di vettura dominante se non a cavallo di primavera ed estate (cinque vittorie di fila tra Monaco e Austria), giusto indicarla come monoposto straordinaria: ma ci &egrave; voluto il talento di Verstappen per farla volare davvero. Del resto, Max &egrave; il secondo dopo Hamilton nel nuovo millennio a vincere il titolo Piloti in un team che non riesce a vincere il Costruttori; per cui &egrave; corretto sottolineare come ad essere esplosivo sia stato il pacchetto macchina-motore-pilota nel suo insieme. A Milton Keynes hanno sperato anche nel Costruttori, ma dopo Jeddah ad Abu Dhabi contava solo Max: il sacrificio di Perez &egrave; costato ad Hamilton circa 7&rdquo;, decisivi per impedire a Lewis, nel finale con safety car, di fermarsi ai box senza perdere la posizione. Un gran lavoro di squadra. &nbsp; Mercedes: 10  Tanta fatica, ma alla fine hanno vinto comunque loro, almeno per quanto riguarda le squadre. I numeri aiutano a fare chiarezza sulla superiorit&agrave; perduta ed al tempo stesso inducono ad inchinarsi di fronte alla Red Bull per il recupero prestazionale da un anno all'altro: per la Mercedes dal 13-2 del 2020 si &egrave; passati al 9-11 a favore delgli avversari alla voce &ldquo;vittorie&rdquo;, mentre per quanto riguarda le pole il crollo &egrave; stato addirittura peggiore, da 15-1 a 9-10 sempre per i bibitari. Sin da subito la W12 &egrave; apparsa meno dominante delle sorelle maggiori, ma tanto di cappello alla squadra per come ha reagito: a Silverstone &egrave; stato introdotto uno sviluppo capace di far fare un salto in avanti alla vettura abbattendo la resistenza all'avanzamento (difetto in dote dal 2020, ma gestibile grazie ad una superiorit&agrave; pi&ugrave; marcata di macchina e motore), quindi negli ultimi GP, almeno su passo gara e gestione delle gomme, Hamilton &egrave; tornato ad essere impredibile. Le uniche mancanze, in conclusione, sono state quelle del muretto: non sempre si sono prese le decisioni giuste, sintomo di una pressione avvertita e non sempre ben gestita. Comunque, campioni per l'ottava volta di fila: record ritoccato.        

In ordine inverso rispetto alla classifica Costruttori, abbiamo analizzato la stagione di tutte le squadre, con valutazioni che tengono in conto di aspettative, risorse e risultati

F1 2021, le pagelle: le squadre

        A scuola ci sono le pagelle del primo quadrimestre, in F1 ci sono i bilanci di mezza estate. In attesa di tornare ad accendere nuovamente i motori a Spa, andiamo a fare una valutazione dei protagonisti, squadra per squadra. Scorri le schede per vedere la pagella di ciascuna squadra La classifica Costruttori &nbsp; Haas: 3 Nessuna sorpresa nel vederla ultima. Del resto, Gunther Steiner lo aveva detto alla fine del 2020 che la VF-21 non sarebbe stata altro che una VF-20 riverniciata e riadattata al minimo sindacale alle regole 2021. E' comparso solo un piccolo pacchetto di aggiornamenti ad Imola, il resto &egrave; tutta attesa del nuova regolamento dell'anno prossimo, anche se in pista le due Haas sono state inquadrate quando i due piloti sono arrivati al contatto o quasi. A Schumi e Mazepin il team chiede di fare pi&ugrave; esperienza possibile riducendo al minimo gli errori e farsi trovare pronti per la nuova stagione, cosa non sempre avvenuta.  &nbsp; Alfa Romeo-Sauber: 5 I test in Bahrain avevano fatto sperare in qualcosa di pi&ugrave;, invece la C41 &egrave; una macchina che si discosta poco dalla mediocrit&agrave; della C39 del 2020. Il gruppo di mezzo cronometricamente &egrave; pi&ugrave; vicino, ma per i piloti finire in top 10 assomiglia spesso ad un'impresa: i punti raccolti in totale sono 3 (2-1 per Kimi), ed il bottino &egrave; addirittura peggiorato rispetto all'11&deg; GP della passata stagione.  &nbsp; Williams: 6 La FW43B &egrave; lenta ed anche un po' fragile, ma Budapest ha salvato un bilancio che altrimenti sarebbe stato da 4 pieno. Dopo varie occasioni non sfruttate, in Ungheria &egrave; andato tutto alla perfezione, in una corsa talmente insolita che alla fine Latifi a met&agrave; stagione pu&ograve; vantare addirittura&nbsp;pi&ugrave; punti di Russell, uno che ha illuminato la scena quando e come ha potuto, come dieci accessi su undici in Q2 ed addirittura due in Q3. Ossigeno dopo due anni senza punti: e adesso si pu&ograve; sperare nell'8&deg; posto tra i Costruttori dopo tre stagioni da fanalino di coda.  &nbsp; Aston Martin: 5 Era lecito attendersi qualcosa di pi&ugrave; dopo l'ottima stagione del 2020, ed invece il passaggio da Racing Point ad Aston Martin non &egrave; stato felice. Ovviamente non &egrave; colpa di colori e adesivi, quanto di interpretazione del regolamento 2021: i tagli al fondo piatto hanno avuto ripercussioni pi&ugrave; pesanti rispetto alle attese e la squadra di Lawrence Stroll ha perso competitivit&agrave; con la nuova direttiva, non sapendo adattare un progetto ad una soluzione tecnica che ha penalizzato la vecchia RP20 pi&ugrave; di altri. Ma era cos&igrave; per tutti, e sar&agrave; impossibile confermare la quarta posizione dell'anno scorso. Fin qui l'unica giornata di gloria &egrave; stato il podio di Vettel, che ha regalato al marchio britannico il primo podio in F1, mentre nella seconda occasione tutto si &egrave; risolto in una squalifica.  &nbsp; AlphaTauri: 7,5 La AT02 &egrave; un'ottima macchina, la Pu Honda un'unit&agrave; che non deve invidiare nessuno, Gasly un pilota che sta attraversando una maturazione continua. Ed &egrave; cos&igrave; che si spiega la grande stagione che stanno facendo a Faenza, con la squadra attualmente al 6&deg; posto nel Costruttori, con la possibilit&agrave; di guadagnare un'ulteriore posizione. Servir&agrave; il solito Gasly e possibilmente uno Tsunoda meno propenso all'errore, che sappia far tesoro di una prima parte di stagione fin qui con tante ombre e poche luci, aspetto comunque messo in conto alla vigilia essendo il nipponico un debuttante.  &nbsp; Alpine: 7 Con un Alonso in pi&ugrave; ed un Ricciardo in meno, la squadra ha fatto mediamente pi&ugrave; difficolt&agrave; ma alla fine ha centrato il bersaglio grosso con la gara pazza di Budapest. A vincere un incredulo Esteban Ocon, bravissimo a condurre in porto il successo aiutato dalla ferocia di Alonso nel tenere dietro Hamilton. L'euforia ungherese non deve per&ograve; oscurare la verit&agrave;: la A521 ha alcuni difetti e non sar&agrave; facile difendere l'attuale quinta posizione tra i Costruttori, anche se le possibilit&agrave; ci sono tutte.  &nbsp; McLaren: 7,5 La vera arma segreta a Woking per adesso &egrave; Lando Norris, unico pilota sempre a punti dall'inizio dell'anno prima di finire falciato da Bottas al via in Ungheria. Alla squadra va riconosciuta la capacit&agrave; di aver metabolizzato alla grande il passaggio dalla Pu Renault a quella Mercedes, motore che ha dato qualcosa in pi&ugrave; ad un progetto gi&agrave; molto buono lo scorso anno. Con la Ferrari sar&agrave; battaglia per il 3&deg; posto nel Costruttori fino alla fine, con l'augurio di poter contare su un Ricciardo migliore nella seconda parte del 2021.  &nbsp; Ferrari: 7,5 Monaco resta un'occasione unica sprecata malamente se solo si fosse fatto un controllo in pi&ugrave; la domenica mattina, Silverstone &egrave; stata invece una concreta speranza fino a due giri dal termine. Dopo un 2020 del genere era impossibile sognare in grande, ma il Cavallino con la SF21 ha fatto il possibile, consegnando ai suoi piloti una macchina che spera in una nuova occasione, dopo quella fallita a Budapest, per riportare a Maranello un successo che manca da quasi due anni. Con la vettura attuale si &egrave; fatto probabilmente il massimo, merito anche dei piloti che hanno sprecato poche occasioni.  &nbsp; Red Bull: 9 La RB16B &egrave; l'ultimo gioiello nato dalla mano mancina di Adrian Newey, che dopo anni &egrave; tornato a sfornare una monoposto capace di lottare per il titolo. Alle indubbie capacit&agrave; della vettura per&ograve; vanno unite la bont&agrave; del motore Honda e soprattutto il piede destro di Verstappen, che ha dato vita ad una simbiosi totale con la nuova macchina. Dopo otto anni c'&egrave; la concreta possibilit&agrave; di riportare a Milton Keynes il titolo iridato: si far&agrave; di tutto per riuscirci, nella speranza di non pregiudicare la competitivit&agrave; del modello 2022. Le ultime due trasferte sono state una mazzata non indifferente, Lewis e la Mercedes sono i favoriti ma non &egrave; finita.  &nbsp; Mercedes: 9 Non volevano rimanere indietro sul progetto 2022, forse anche per questo hanno tralasciato qualcosa sulla macchina 2021, che si &egrave; adattata con pi&ugrave; fatica al taglio sul fondo previsto per questa stagione, nella quale sulla W12 non si &egrave; potuto nemmeno installare il Das, che lo scorso anno ha aiutato molto in alcuni frangenti. La battaglia con la Red Bull non &egrave; finita, e la squadra lo ha dimostrato con un pacchetto di aggiornamenti introdotto a Silverstone. Tra i piloti Lewis resta il faro, Wolff dovr&agrave; essere bravo a tenere sulla corda Bottas fino alla fine perch&eacute; contro Verstappen e la Red Bull ci sar&agrave; bisogno anche di lui. Dopo alcune difficolt&agrave; per&ograve; la casa della Stella &egrave; tornata a fare la voce grossa e, sfruttando le circostanze, si &egrave; messa di nuovo davanti in entrambe le classifiche.        

Bilanci di mezza estate per le squadre impegnate nel mondiale 2021, in un anno in cui la sfida &egrave; stata fare la giusta ripartizione tra le risorse da destinare al modello attuale e quelle da destinare a quello dell'anno prossimo

F1 2021, le pagelle di metà stagione: le squadre

        Nel rigoroso ordine della classifica Costruttori 2020, facciamo il punto su ciascuna squadra, tra ambizioni, punti di forza e punti deboli Cliccare sulla freccia per scorrere tra le varie schede &nbsp; Mercedes Troppo brutta per essere vera, la Mercedes vista a Sakhir. Ci sta che abbiano incontrato qualche imprevisto, ma per darli in difficolt&agrave; ce ne vuole. Potrebbe essere, usiamo il condizionale, un inizio in leggera salita, ma niente di irrecuperabile per chi ha la consapevolezza di essere il pi&ugrave; forte da 7 anni a questa parte. E poi, occhio: a livello di bilanciamento alla W12 manca ancora qualcosa, ma quando ha girato con il pieno, i tempi sono stati ottimi.  &nbsp; Red Bull A Milton Keynes hanno scelto una strada opposta alla Mercedes: i campioni in carica hanno preferito lasciar perdere la W11 dopo poche gare per concentrarsi sulla W12, la Red Bull invece ha voluto sviluppare fino all'ultimo la RB16, divenuta RB16B. In teoria cambia poco, essendo entrambe le vetture logiche evoluzioni del modello precedente, ma nella pratica potrebbe voler dire avere un piccolo vantaggio a livello di conoscenza della vettura. I test hanno indotto fiducia, ma serve stare calmi: la stagione &egrave; lunga e servir&agrave; far funzionare anche la nuova coppia Verstappen-Perez per pensare di poter battere Hamilton e compagnia.  &nbsp; McLaren Terza forza &egrave; stata e terza forza vuole essere. I cavalli in pi&ugrave; del motore Mercedes sono un passo avanti rispetto all'anno scorso, e la macchina pare non aver risentito del cambio di fornitura. Nelle prove tutto &egrave; andato bene, a Woking si aspetta l'inizio del mondiale con un sogno sussurrato sottovoce: tornare a vincere una gara. Ricciardo porta linfa nuova, in squadra si augurano di avere la stessa armonia che c'era tra Norris e Sainz, sarebbe un vantaggio per tutto l'ambiente.  &nbsp; Aston Martin Probabilmentel a pi&ugrave; grande delusione delle prove invernali. N&eacute; Stroll n&eacute; Vettel hanno cercato il tempo, Seb in particolare ha accusato sin troppi problemi per girare con costanza, ed &egrave; il titolare ad aver percorso meno chilometri. La sensazione &egrave; che serva un po' di tempo per trovare la quadra, ma i tempi sulle simulazioni di passo gara non erano male: ci sono, o al pi&ugrave; ci saranno, anche loro.  &nbsp; Alpine LaA521, rispetto alla RS20, non ha cambiato troppe cose, ma sia Nandoche Ocon erano moderatamente soddisfatti delle prove. Classificare la nuova Alpine &egrave; difficile, ma la si pu&ograve; ragionevolmente piazzare leggermente dietro alla McLaren ed in lotta con le altre di centro gruppo, per una battaglia che rischia di essere ancora pi&ugrave; serrata dell'anno scorso. La scuderia francese vuole migliorare i tre podi dello scorso anno, ma De Meo sogna di vincere subito un GP per dare subito lustro al marchio Alpine.  &nbsp; Ferrari Siparla di cavalli recuperati (ognuno ha detto la sua) e di una vettura che &egrave; riuscita a togliersi di dosso l'eccessivo drag che aveva caratterizzato la &ldquo;Mille&rdquo;, per una SF21 complessivamente pi&ugrave; bilanciata e guidabile. Per farla breve, la SF21 non &egrave; un fulmine, ma &egrave; una vettura che potr&agrave; permettere a Leclerc e Sainz di battagliare un po' di pi&ugrave; durante le gare senza farsi sverniciare in rettilineo, come avvenuto troppe volte lo scorso anno. Per il resto, insieme ai piloti si sta cercando di tirare su una squadra capace di stare al vertice nel 2022, e si prover&agrave; a farlo trovando fiducia e risultati in questo 2021.  &nbsp; AlphaTauri Gasly &egrave; la certezza, Tsunoda la scommessa. Ci&ograve; che serve, per&ograve;, &egrave; una AT02 che possa permettere ai due piloti di battagliare costantemente nel centro gruppo, con qualche sortita degna di nota come avvenuto lo scorso anno. Il confronto interno sar&agrave; uno stimolo per i piloti, un qualcosa che la squadra dovr&agrave; essere brava ad indirizzare per arrivare a prestazioni migliori.  &nbsp; Alfa Romeo La coppia Kimi e Giovi &egrave; collaudata, tra loro c'&egrave; stima, rispetto ed amicizia. Ci&ograve; che serve, &egrave; una C41 all'altezza: dopo i test in squadra c'&egrave; ottimismo, ma sono tutte sensazioni da confermare alla prima gara. Per adesso, ad Hinwil sono contenti: risalire la china non sar&agrave; facile, ma c'&egrave; speranza di poter migliorare l'8&deg; posto nella classifica Costruttori colto nelle ultime tre stagioni.  &nbsp; Haas Non prendiamoci in giro, le aspettative per il 2021 rasentano il suolo: la coppia pi&ugrave; giovane di piloti, l'unica composta da due debuttanti, gettata nella mischia con una macchina che &egrave; solo un adattamento della vettura 2020 alle regole 2021. La nota lieta sono quei cavalli in pi&ugrave; della Pu Ferrari, per il resto la stagione sar&agrave; un lungo test in vista del prossimo campionato, che sar&agrave; il vero esame per squadra e piloti.  &nbsp; Williams Dorilton Capital &egrave; la certezza economica che serviva, Jost Capito l'uomo chiamato alla ricostruzione che ha portato subito con s&eacute; un nuovo DT, Francois-Xavier Demaison, con lui in Volkswagen nel WRC. Serve chiudere il distacco da quelli davanti (in questo senso, le nuove regole 2022 daranno una mano), e si prover&agrave; a farlo soprattutto con il talento di Russell, mentre a Latifi si chiedono quantomeno miglioramenti. Tanto dipender&agrave; dalla Fw43B, nella speranza che sia un piccolo passo avanti rispetto almodello 2020.        

Ecco come ciascuna squadra si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione, tra nuove coppie di piloti, ambizioni e progetti divisi tra 2021 e 2022

Guida al Mondiale F1 2021: le squadre

        In rigoroso ordine di Classifica Costruttori, dall'ultimo posto fino al primo, ecco i nostri voti al 2020 dei vari team, tenendo conto di ambizioni alla vigilia, risorse e risultati conseguiti &nbsp; Williams: 5  La parola d'ordine del 2020 era sopravvivenza, ed a Grove ci sono riusciti. Certo, ha dovuto farsi da parte la famiglia Williams, che con Monza ha concluso un'epoca. E' cominciata la ricostruzione, qualche piccolo indizio di speranza c'&egrave;. Da quando per&ograve; Sir Frank ha rifondato il team, eccezion fatta per la prima stagione (1977), a Grove non avevano mai chiuso a quota zero punti in classifica. &nbsp; Haas: 4,5  Era andata male l'anno scorso con un super motore, figurarsi quest'anno con la Pu meno potente del lotto. Ne &egrave; uscito un disastro, con appena 3 punti raccolti. Tanto che Gunther Steiner ha scelto di rifondare tutto, ripartendo dai piloti: via Grosjean e Magnussen, dentro Schumi jr e Mazepin, con forte iniezioni di capitali. Simone Resta, un valore aggiunto, pu&ograve; essere la guida tecnica che serviva. &nbsp; Alfa Romeo: 6  Sono finiti davanti alla Haas, l'unico ragionevole metro di paragone. Con un motore molto in difficolt&agrave; hanno dovuto affidarsi alle intuizionidi piloti e muretto per portare a casa qualche punto, anche perch&eacute; la C39 un fulmine non era, indipendentemente dai cavalli. Con Kimi e Giovi ci sar&agrave; stabilit&agrave; ad Hinwil, dove ora serve un passo avanti nella progettazione. &nbsp; AlphaTauri: 7,5  Abbattuta quota 100 punti, non lontano da una Ferrari che per la prima volt anella sua storia a fine stagione conta meno vittorie dei vicini di Faenza, dove possono dirsi soddisfatti di questo 2020. Alla fine &egrave; arrivato il 7&deg; posto, per la quinta volta nelle ultime sette stagioni, ma si &egrave; diminuito il gap verso squadre con pi&ugrave; blasone e risorse. &nbsp; Ferrari: 3  Una nota positiva del 2020? Il fatto che sia finito. Un sospiro di sollievo a Maranello per una stagione cominciata malissimo e proseguita solo in funzione del 2021, con novit&agrave; e sviluppi introdotti solo per salvare il salvabile in vista della prossima stagione. Con un motore spompato ed una macchina spesso costretta a scaricare le ali per trovare un po' di velocit&agrave;, Leclerc &egrave; riuscito a combinare qualcosa di interessante, mentre Vettel &egrave; naufragato. Tre podi in tutto e 6&deg; posto tra le squadre: erano 40 anni che il Cavallino non scendeva sotto al 5&deg; posto nel Costruttori. &nbsp;Renault: 7,5  Un cambio di marcia rimarchevole tra il 2019 ed il 2020, con una squadra che si &egrave; finalmente messa a funzionare con convinzione. Certo, due anni fa and&ograve; ancora meglio con la quarta piazza nel Costruttori invece della quinta di quest'anno, ma i francesi sono finalmentetornati sul podio. Un'iniezione di fiducia ad un progetto che iniziava a vacillare, un lascito da non sprecare per la futura Alpine. &nbsp; Racing Point: 8  &ldquo;Facile cos&igrave;, con la Mercedes 2019&rdquo;. Chi lo dice non ha tutti i torti, ma poi, se i commissari danno il via libera, conta la pista. Perez ha ragione quando dice che, alla fine dei conti, la Racing Point &egrave; stata complessivamente superiore come vettura alla McLaren. La differenza l'hanno fatta gli errori strategici, ed anche una certa dose di sfortuna con Sergio finito ko due volte negli ultimi tre GP. Hanno sperperato parecchi punti con qualche chiamata scellerata ai box, ma la base su cui partir&agrave; la Aston Martin &egrave; buona, con buone prospettive in funzione del 2022. &nbsp; McLaren: 8,5  Di nuovo sul podio tra i Costruttori, con parecchi punti in pi&ugrave; e meno gare a disposizione rispetto alla stagione 2019. A Woking avevano perso un po' la bussola con l'ultimo pacchetto di sviluppo sulla MCL35, ma hanno evitato errori che in casa Racing Point hanno invece commesso. Una macchina che &egrave; stata competitiva per tutto l'anno, e di cui in McLaren possono essere soddisfatti. &nbsp; Red Bull: 8  Sembravano due macchine diverse, quelle in mano a Max ed Alexander. Quindi, difficile capire dove arrivino i meriti della Rb16 e dove ne comincino i difetti. Ci&ograve; che &egrave; certo, &egrave; che non ha rispettato le strombazzanti attese del signor Marko, che prima di Spielberg prometteva battaglia per il titolo, mentre alla fine le vittorie sono state solamente due. Serve di pi&ugrave;. &nbsp; Mercedes: 10  Hanno disintegrato ogni record, risultando ancora pi&ugrave; imprendibili rispetto alla gi&agrave; dominata stagione 2019. Ne hanno vinte 13 su 17 e si sono fatti sfuggire solo due pole position. Russell, per quanto giovanotto formidabile, ha dimostrato che la W11 &egrave; certamente due spanne sopra agli altri, una macchina strepitosa che nelle mani di Hamilton &egrave; diventata imbattibile.       

Ecco i nostri voti a tutte le squadre del mondiale 2020, tra cocenti delusioni e piacevoli sorprese

F1 2020, le pagelle: le squadre

Il motore da oltre 830 CV è il più potente V12 aspirato mai sviluppato da Lamborghini. I clienti/piloti avranno accesso all’esclusivo club Essenza SCV12 e a programmi di guida dedicati  

Lamborghini Essenza SCV12 FOTO

 p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 18.0px Helvetica; -webkit-text-stroke: #000000} p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 18.0px Helvetica; -webkit-text-stroke: #000000; min-height: 22.0px} p.p3 {margin: 0.0px 0.0px 10.0px 0.0px; text-align: justify; font: 11.0px Helvetica; -webkit-text-stroke: #000000} span.s1 {font-kerning: none}    &ldquo;Dalla pista alla strada&rdquo; &egrave; uno dei luoghi comuni pi&ugrave; abusati in campo automobilistico. Si usa per indicare quanto una Casa ha attinto dal suo bagaglio racing per realizzare una supersportiva. A Sant&rsquo;Agata Bolognese hanno fatto qualcosa di leggermente diverso: &ldquo;dalla pista, per la pista&rdquo;.  La Lamborghini SCV12 &egrave; l&rsquo;hypercar sviluppata da Lamborghini Squadra Corse e dal Centro Stile del Toro per esprimere il meglio dell&rsquo;esperienza acquisita nelle competizioni GT e creare un&rsquo;estrema auto da track day.  A chi ci ha lavorato non &egrave; stato dato limite tecnico o regolamentare per realizzare un autentico animale per l&rsquo;esclusivo uso pistaiolo e il risultato in termini di potenza e deportanza sono clamorosi.    La vettura &egrave; realizzata su un nuovo telaio monoscocca in fibra di carbonio, progettato specificatamente per la SCV12 e da vera auto da corsa, ha i cinematismi delle sospensioni posteriori push-road installati nella scatola del cambio, soluzione che garantisce agilit&agrave; e stabilit&agrave; tra le curve.  Sempre dalle gare, arriva l&rsquo;aerodinamica. Sono stati evoluti i concetti sviluppati sulla Huracan GT3 per arrivare a un valore complessivo di downforce addirittura maggiore rispetto alla vettura da competizione. Il cofano ha la doppia presa d&rsquo;aria con costola centrale per indirizzare i flussi aerodinamici verso l&rsquo;airscoop posto al centro del tetto.  Nella parte inferiore del muso, lo splitter dotato di pinne laterali lavora per rendere affilato l&rsquo;inserimento in curva e tenere stabile l&rsquo;anteriore, mentre sulle fiancate i flussi destinati al raffreddamento di motore e cambio sono stati ottimizzati attraverso l&rsquo;utilizzo di bandelle verticali poste sui brancardi. Completa il pacchetto aerodinamico la grande ala posteriore regolabile e dal doppio profilo.  Ma il protagonista vero &egrave; il cuore, l&rsquo;oggetto meccanico che muove tutto. Sua maest&agrave;, il frazionamento pi&ugrave; nobile tra i motori &egrave; stato portato a livelli inediti per un propulsore prodotto da Lamborghini. Il V12 aspirato, in posizione posteriore-centrale &egrave; stato portato, anche grazie alla sovralimentazione dinamica, a 830 cv ed &egrave; abbinato a una trasmissione a 6 rapporti derivata dalla Huracan Super Trofeo EVO per scaricare tutta la sua potenza sulle ruote posteriori.    La vettura ha concluso il suo ciclo di test ed &egrave; pronta per la presentazione ufficiale. Verr&agrave; interamente prodotta nella Factory di Sant&rsquo;Agata Bolognese in poche decine di esemplari e i clienti entreranno a far parte di un esclusivo club che dar&agrave; accesso a programmi di guida dedicati per pilotare la propria SCV12 in tutti i pi&ugrave; prestigiosi circuiti del mondo. L&rsquo;assistenza sar&agrave; garantita dallo staff tecnico Squadra Corse con il supporto di Emanuele Pirro, cinque volte vincitore della 24 Ore di Le Mans e tutor d&rsquo;eccezione per i clienti-piloti. 

L&#39;hypercar sviluppata da Lamborghini Squadra Corse ha concluso i test di sviluppo ed &egrave; ormai prossima alla presentazione ufficiale. Cuore del progetto il V12 aspirato pi&ugrave; potente mai realizzato da Sant&#39;Agata Bolognese

Lamborghini SCV12, animale da pista

La Formula 1 si rivela sempre pi&ugrave; costosa e per una squadra che si appresta ad arrivare (il Team Haas, che entrer&agrave; nel circus dal 2016), due se ne vanno. Dopo la dipartita della Marussia (che non &egrave; stata ammessa al Mondiale 2015 con le vetture dello scorso anno), anche la Catheram si conferma nell'elenco delle squadre uscenti.  Il team britannico ha infatti annunciato di aver messo in vendita auto, strutture ed equipaggiamenti, che verranno battuti all'asta di Wyles Hardy &amp; Co tra marzo e aprile. La squadra inglese entr&ograve; in amministrazione controllata dopo il GP di Russia dello scorso anno a seguito di una controversia tra il fondatore Tony Fernandes e il gruppo di investitori.  Gli amministratori Smith &amp; Williamson tentarono di garantire il futuro della Caterham in occasione del Gran Premio di Abu Dhabi, durante il quale Kamui Kobayashi e il rookie britannico Will Stevens corsero per una squadra ricostituita in fretta e furia e guidata dal rappresentante degli amministratori, Finbarr O'Connell.  Il team prese parte anche ai test post-stagionali sul circuito di Yas Marina, mentre O'Connel rimaneva ottimista in merito alla possibilit&agrave; di trovare un nuovo acquirente per il 2015, ma l'annuncio di gioved&igrave; della messa all&rsquo;incanto ha fatto spegnere le speranze di salvezza per il team inglese.  a.c.  

In vendita i beni della squadra inglese, definitivo l&rsquo;addio al Mondiale 2015

F1: Caterham all'asta

Con la presentazione ufficiale della squadra McLaren con Fernando Alonso e Jenson Button quali driver ufficiali, sono andati al loro posto quasi tutti i tasselli relativamente alla formazione dei team che parteciperanno al Mondiale 2015 di Formula Uno. Almeno per quanto riguarda quelli pi&ugrave; importanti, visto che di Caterham e Manor ad essere in dubbio &egrave; la stessa partecipazione al campionato, prima ancora che la composizione della squadra, ancora del tutto da stabilire.  Riepiloghiamo dunque quali sono i piloti &ldquo;sicuri&rdquo; dei vari team per la prossima annata, con i relativi numeri di gara. A questo riguardo, Sebastian Vettel inizier&agrave; a vestire il numero 5 ora che deve &ldquo;dismettere&rdquo; il numero 1 da campione del mondo, che tuttavia non dovrebbe passare a Lewis Hamilton: l&rsquo;inglese infatti vorrebbe mantenere il suo &ldquo;numero fortunato&rdquo; 44, possibilit&agrave; peraltro contemplata dal regolamento. Non &egrave; ancora stato richiesto/assegnato il numero di gara di Carlos Sainz junior, mentre Max Verstappen e Felipe Nasr hanno mostrato preferenza per il 38 e il 40 rispettivamente.  Per quanto riguarda i nomi pi&ugrave; che i numeri, invece, vediamo come al completo rinnovamento della formazione Toro Rosso si affianchi quello della Sauber, dove oltre a Nasr arriva Markus Ericsson, sebbene vi sia in sospeso una possibile causa di Adrian Sutil in merito a certi accordi contrattuali che non sarebbero stati rispettati. Al contrario, la Lotus cambia il motore ma non i piloti, mantenendo la squadra dell&rsquo;anno passato. Confermati anche i due della Force India, la cui posizione era pi&ugrave; incerta rispetto a quella di team gi&agrave; stabilizzati quali Williams e soprattutto Mercedes, mentre dei cambiamenti in Ferrari e Red Bull si sapeva gi&agrave; da tempo. Queste le formazioni della F1 2015 Ferrari 5. Sebastian Vettel 7. Kimi Raikkonen  Mercedes 44. Lewis Hamilton 6. Nico Rosberg  Red Bull - Renault 3. Daniel Ricciardo 26. Daniil Kvyat  Williams - Mercedes 19. Felipe Massa 77. Valtteri Bottas  McLaren - Honda 14. Fernando Alonso 22. Jenson Button  Force India - Mercedes 11. Sergio Perez 27. Nico Hulkenberg  Toro Rosso - Renault 38. Max Verstappen - Carlos Sainz jr  Lotus - Mercedes 8. Romain Grosjean 13. Pastor Maldonado  Sauber - Ferrari 9. Markus Ericsson 40. Felipe Nasr  Maurizio Voltini

Facciamo un riassunto per la composizione delle squadre F1 nella prossima stagione

F1 2015, cos&igrave; lo schieramento 

Strano a dirsi, ma nel giorno dell&rsquo;ufficializzazione del ritorno di Fernando Alonso in McLaren, la vera notizia &egrave; stata la conferma di Jenson Button. Strano a dirsi, dicevamo, ma la sorpresa &egrave; legata ad un divorzio che sembrava gi&agrave; consumato negli abbracci (con tanto di festa d&rsquo;addio) dopo il Gran Premio di Abu Dhabi.  Invece Button, a furor di popolo e soprattutto di Mansour Ojjeh (che insieme al fondo sovrano del Bahrain detiene complessivamente il 75% delle quote del team), &egrave; rimasto al suo posto bruciando in extremis le chance di Kevin Magnussen, spinto da Ron Dennis. Un segnale anche per il futuro del team, dove lo storico manager della squadra sta probabilmente perdendo potere.  La notizia di grande portata &egrave; comunque il ritorno in McLaren di Fernando Alonso, sette anni dopo il clamoroso divorzio di fine 2007. Tutto &egrave; possibile in Formula Uno, anche che il pilota spagnolo e Ron Dennis tornino a lavorare insieme sotto lo stesso tetto. Ha giocato ovviamente un ruolo fondamentale il nuovo ciclo tecnico della Honda, che oltre a dare speranze in ottica di performance sul fronte tecnico, si &egrave; sobbarcata l&rsquo;ingaggio di Alonso, che secondo la Bbc ammonta a 32 milioni di euro a stagione. Button, pur di restare, si sarebbe &ldquo;accontentato&rdquo; di circa 7 milioni contro i 14 del 2014.  Roberto Chinchero

Sar&agrave; il tandem composto dai due campioni del mondo a portare in pista la McLaren motorizzata Honda nel mondiale F1 2015

Alonso-Button la coppia McLaren-Honda

&laquo;Il signor Mattiacci non sa per quanto tempo far&agrave; il suo lavoro alla Ferrari. Che interesse ha in decisioni che riguardano i prossimi tre anni?&raquo;. La frase di Bernie Ecclestone &egrave; sorprendente. Anche perch&eacute; arriva nel momento &ldquo;caldo&rdquo; della trattativa che dovrebbe garantire la sopravvivenza dei team pi&ugrave; piccoli.  Il capo della Fom, per&ograve;, ha una sua strategia. &laquo;Le grandi squadre mi ricordano che esistono dei contratti. Ma molti dei team principal non sono preoccupati per il domani, perch&eacute; le squadre non appartengono a loro. Io - propone - straccerei tutti i contratti che ho fatto con le squadre. E sarei pronto a condonare, dalle entrate di quest&rsquo;anno, tutti i debiti che riguardano i fornitori. Il rimanente verrebbe distribuito il prossimo anno, su una base pi&ugrave; equa, che dovrebbe essere valida anche in futuro&raquo;.  Marco Mattiacci, invece, parlando a nome della Ferrari ha sempre detto che &laquo;vogliamo una torta pi&ugrave; grossa, non una distribuzione diversa&raquo;. Vale a dire che secondo lui le squadre dovrebbero prendere pi&ugrave; del 50 per cento attuale. Va detto, per&ograve;, che ogni squadra ha trattato con Ecclestone &ldquo;ad personam&rdquo;, quando &egrave; stato il momento di impegnarsi per i nuovi accordi commerciali. Le grandi squadre hanno, in teoria, anche un obbligo di permanenza fino al 2020.  Ma davanti alla prospettiva di schieramenti di partenza sempre pi&ugrave; risicati, sempre Bernie ha lanciato una provocazione: rimpolpare la griglia con vetture Gp2 modificate per avere pi&ugrave; potenza. Una provocazione, appunto. Impossibile da realizzare (pensate solo all&rsquo;autonomia del carburante). Ma l&rsquo;idea di fare come in MotoGP, usando vetture di categoria diversa con agevolazioni tecniche, stuzzica qualcuno.  Alberto Antonini

"Non sa quanto rester&agrave; ancora in quella posizione. Io straccerei i contratti". La provocazione: riempire la griglia con le Gp2

Ecclestone, un siluro a Mattiacci

Vi&nbsp;proponiamo un estratto da un articolo su Autosprint n.39 in edicola dove esaminiamo le ragioni della crisi Alonso-Ferrari. L'articolo completo sul numero in edicola da martedi 30 settembre.  Perch&eacute; la Ferrari sarebbe disposta a rinunciare ad Alonso? Per diversi motivi. Ma prima di analizzarli mettiamo in fila i fatti. Dopo Singapore, le dichiarazioni di Marco Mattiacci ("c&rsquo;&egrave; una discussione in corso, su come definire il rapporto") hanno gettato altra benzina sul fuoco. Dalla parte del pilota c&rsquo;&egrave; stato silenzio, ma nell&rsquo;entourage di Fernando c'&egrave; ormai una convinzione: che la Ferrari sia disposta a liberarsi del pilota che da cinque stagioni &egrave; la sua bandiera. Alonso non rientra nei piani della nuova dirigenza Ferrari. Dopo Domenicali, Marmorini, Montezemolo potrebbe toccare a lui. E se si mettono in successione i vari siluri, e i vari bersagli, tutto sembra rientrare in una certa logica. La &ldquo;nuova&rdquo; Ferrari non vuole avere legami con la vecchia. Tutti gli uomini della precedente gestione sotto esame. E non esiste pi&ugrave; qualcuno che sia talmente prezioso da risultare irrinunciabile.  Ma perch&eacute; mai anche Alonso &egrave; diventato uno &ldquo;non indispensabile&rdquo;, per usare le parole di Marchionne su Montezemolo? Primo, come detto, perch&eacute; Fernando rappresenta la continuit&agrave; con un passato che il nuovo corso di Maranello intende disconoscere. Secondo, perch&eacute; ha richieste economiche molto elevate, dopo la scadenza naturale del suo contratto che - ricordiamo - resta valido, salvo revisioni, fino alla fine del 2016. Terzo, perch&eacute; evidentemente la Ferrari pensa di avere l&rsquo;alternativa a portata di mano, &ldquo;reperibile&rdquo; in qualsiasi momento. E questo anche se Sebastian Vettel, solo pochi giorni fa, ha ribadito alla stampa tedesca che nel 2015 guider&agrave; ancora per la Red Bull.  Il rendimento di Fernando Alonso non si discute. In 5 anni di Ferrari&nbsp;finora ha disputato 91 Gp, di questi ne ha vinti 11, cio&egrave; una vittoria ogni 8 gare mediamente - forse meno delle attese - ma la sua regolarit&agrave; &egrave; stata impressionante: &egrave; andato 44 volte a podio&nbsp;- praticamente una votai ogni due gare - e ha&nbsp;conquistato 1162 punti iridati. Battendo complessivamente in qualifica 71 a 20 il suo compagno del momento, da Massa a&nbsp;Raikkonen.&nbsp;Ma questo non basta, a quanto pare, a far s&igrave; che la squadra sia disposta ad affidarsi ancora a lui.  Uno dei motivi del dissenso, forse il pi&ugrave; importante, non riguarda i soldi ma le garanzie tecniche. La Ferrari non si &egrave; sempre mossa nel migliore dei modi, in questo senso, sul mercato degli ingegneri. Alonso avrebbe voluto Pat Symonds, gi&agrave; tecnico di pista di Michael Schumacher in Benetton e poi capo degli ingegneri alla Renault all&rsquo;epoca del famoso caso-Singapore del 2008.  Anche per questo, o proprio per questo, la Ferrari non lo &ldquo;compr&ograve;&rdquo; a Fernando, che lo avrebbe voluto in squadra. Riabilitato dalla Fia, dopo un breve purgatorio alla Marussia Symonds &egrave; oggi il direttore tecnico della Williams che sta battendo la Ferrari nella lotta al terzo posto del Costruttori. Invece di quel Pat, a Maranello ne presero un altro di nome Pat: il Fry della McLaren. Che per&ograve; non ha brillato nel compito di direttore/supervisore tecnico.  Insomma, come quelle squadre di calcio che continuano a cambiare allenatori - e a pagare anche quelli vecchi - la Ferrari ha spesso toppato sul mercato dei tecnici. E sono cose che a Fernando hanno dato fastidio, perch&eacute; andavano contro il suo volere, e perch&eacute; cos&igrave; lui vedeva, anno dopo anno, disgregarsi il potenziale tecnico della squadra. Per contro, la Ferrari gli rinfaccia (adesso) il fatto di &ldquo;non essere stato davvero un uomo-squadra&rdquo;.&nbsp;(continua&hellip;)  Alberto Antonini  L'articolo completo su&nbsp;Autosprint n.39&nbsp;in edicola da martedi 30 settembre  

Un estratto da Autosprint in edicola in cui esaminiamo le ragioni della crisi fra pilota e squadra che potrebbero portare alla sostituzione di Fernando

Perch&eacute; Ferrari rinuncerebbe ad Alonso

Dopo il Gran Premio del Canada i rappresentanti delle squadre di Formula Uno si sono incontrati presso l&rsquo;Hotel Sofitel dell&rsquo;aeroporto londinese di Heathrow, proponendo e valutando una serie di provvedimenti mirati al contenimento dei costi a partire dal 2015. I fronti di cui si &egrave; discusso, basandosi sulle indiscrezioni trapelate nelle giornate successive il meeting, sono due: riduzione del chilometraggio, ed incremento dei limiti minimi di utilizzo sul fronte motore-cambio.  &Egrave; stata accolta con un&rsquo;unanimit&agrave; di consensi la proposta di modificare il programma delle prove libere all&rsquo;interno dei weekend di gara. L&rsquo;intenzione &egrave; quella di iniziare l&rsquo;attivit&agrave; in pista il venerd&igrave; pomeriggio, con due sessioni di prove libere di 45 minuti ciascuna intervallate da una pausa di mezz&rsquo;ora. Se questo cambiamento sar&agrave; ufficializzato, il risparmio di &ldquo;track-time&rdquo;, ovvero il tempo in pista, nell&rsquo;arco dell&rsquo;intero campionato sar&agrave; di circa 30 ore.  Si far&agrave; economia anche sul fronte dei test pre-campionato. La proposta &egrave; quella di ridurre le prove a 3 sessioni di quattro giorni ciascuna, da disputarsi tutte in Europa. Le prove a stagione in corso dovrebbero essere solo due (di due giornate ciascuna) da svolgersi nel vecchio continente. Un ulteriore taglio dovrebbe avvenire nel 2016, portando a 2 il numero di test pre-campionato.  Una novit&agrave; di spicco sul fronte tecnico &egrave; rappresentata dalla proposta di mantenere il gruppo &ldquo;motore-cambio-trasmissione-sospensione posteriore&rdquo; sempre attaccato al telaio nell&rsquo;arco del weekend di gara. Oggi il limite regolamentare inizia dalla sessione FP3 di sabato mattina, lasciando ai team la possibilit&agrave; di utilizzare un altro propulsore per le due sessioni del venerd&igrave;. Il nuovo provvedimento obbligherebbe le squadre a ridurre il numero di motori (oggi limitati a 5 per tutto l'anno).  Ma come conciliare&nbsp;questa&nbsp;proposta con la realt&agrave; attuale? Dopo 7 gare la lista delle sostituzione delle sei componenti della power unit &egrave; impressionante: ed &egrave; difficile pensare che certe sostituzioni (gruppo turbo+compressore, motori elettrici) possano essere effettuate senza staccare fisicamente il motore dalla scocca?  Roberto Chinchero

Autosprint vi rivela le idee nate da un meeting segreto tra i team manager: meno km al venerdi e motore sempre attaccato alla scocca!

Riduzione costi F1: le proposte dei team

&Egrave; stata confermata la presenza di una dodicesima squadra al mondiale F1 del 2015. Si tratta del team americano di Gene Haas, al quale &egrave; stata confermata l&rsquo;iscrizione per la prossima stagione. Questa accettazione &egrave; solo il primo passo per la squadra e fa seguito ad un controllo che verifica la presenza di sufficienti strutture e mezzi finanziari per affrontare questo (notevole) impegno sportivo rappresentato dal campionato, e dunque non &egrave; qualcosa di banale o scontato per chiunque, nemmeno per chi, come in questo caso, &egrave; gi&agrave; proprietario di un team Nascar.  La squadra correr&agrave; con motore Ferrari - &egrave; dunque la quarta dopo Sauber e Marussia, oltre ovviamente alla Ferrari stessa - e probabilmente non sar&agrave; l&rsquo;unica nuova ad entrare in campionato l&rsquo;anno prossimo: Haas ha parlato di come la Fia l&rsquo;abbia informato di questa decisione per il suo team, ma n&eacute; lui n&eacute; soprattutto Ecclestone hanno fornito altri dettagli su ulteriori squadre 2015, pur se si attende l&rsquo;arrivo di quella formata da Colin Kolles (ex team principal HRT, nonch&eacute; Midland e Spiker) e si conosce l&rsquo;ingresso della Honda come motorista, anzi &ldquo;fornitore di power unit&rdquo;.  Maurizio Voltini

Correr&agrave; con il motore Ferrari e non sarebbe l&rsquo;unico nuovo arrivo del 2015

Il team Haas sar&agrave; la 12&ordf; squadra F1

&ldquo;Visto che gara? &Egrave; questo che ci vuole per la Formula Uno&rdquo;. Alla fine del Gran Premo del Bahrain era entusiasta Paddy Lowe, l&rsquo;uomo che si &egrave; fatto sentire via radio durante la gara per dire ai suoi piloti di &ldquo;portare tutte e due le macchine al traguardo&rdquo;.  &ldquo;No, non mi sono preoccupato, solo goduto lo spettacolo&rdquo;, aggiunge. E visto che gi&agrave; si inizia a parlare di ordini di squadra fra Hamilton e Rosberg. precisa: &ldquo;I nostri piloti sono e saranno liberi di correre cos&igrave;... almeno finch&eacute; non rompono qualche ala. Ma tanto sono piloti, discuterne non serve&rdquo;.  Niente ordini di scuderia quindi per il team in testa al mondiale: &ldquo;Fanno male a tutti. Non va bene applicarli in una squadra che sta dominando: e mi sembra chiaro che adesso noi siamo in questa posizione. Se cominci a dare ordini di scuderia, alla fine nessuno &egrave; contento e ci perdono tutti&rdquo;.  Paddy &egrave; l&rsquo;uomo che ha sostituito Ross Brawn al muretto della Mercedes. Proviene dalla McLaren e nel suo nuovo team ha l&rsquo;incarico di direttore esecutivo.

&ldquo;Visto che gara? Non ho avuto paura che andassero a sbattere&rdquo;

Paddy Lowe (Mercedes): &ldquo;Niente ordini di squadra&rdquo;

Da quando, alla fine dell&rsquo;anno scorso, la Fia ha annunciato di avere aperto all&rsquo;iscrizione di un nuovo team per il 2015, i nomi dei possibili candidati si sprecano. Anche perch&eacute; non c&rsquo;&egrave; nessuna certezza che gli attuali undici team arrivino all&rsquo;anno prossimo: almeno quattro versano in condizioni finanziarie drammatiche. L&rsquo;ultimo nome della lista &egrave; quello dell&rsquo;americano Gene Haas, fondatore del team Nascar noto oggi come Stewart-Haas Racing.  Haas, 62 anni, non &egrave; parente del Carl Haas che negli anni &lsquo;80 diede vita alla Lola-Beatrice in F.1 e fu uno dei pi&ugrave; importanti team manager della IndyCar. Si tratta di un imprenditore che dispone di vere risorse. Della sua struttura farebbe parte anche G&uuml;nther Steiner, gi&agrave; responsabile della Ford nei rally e poi attivo nel team Jaguar F.1.  D&rsquo;altra parte, non &egrave; la prima volta che gli statunitensi si candidano alla F.1, specie da quando hanno di nuovo il loro Gp. Prima &egrave; successo con la ridicola avventura della UsF1, il team che non &egrave; mai nato, semplicemente perch&eacute; non esisteva, se non nella mente degli pseudo-fondatori. Prima ancora si era parlato della American Eagle di Dan Gurney, ex pilota degli anni Sessanta. Sempre senza seguito.  Lo stesso Haas non &egrave; proprio una garanzia, avendo patteggiato una condanna per evasione fiscale dopo essere stato arrestato otto anni fa. Comunque &egrave; un po&rsquo; pi&ugrave; credibile del serbo Zoran Stefanovic, quello della Stefan F1, che nel 2010 tent&ograve; di candidarsi riciclando materiale smesso dalla Toyota e proponendo addirittura Jacques Villeneuve come pilota.  Il terzo nome nella lista &egrave; quello di Colin Kolles, gi&agrave; responsabile di Midland e Hrt. Il manager rumeno, trapiantato in Germania, in questi anni ha sempre avviato contatti con possibili finanziatori per cercare un ritorno alla massima formula. Se son rose...

C&rsquo;&egrave; spazio per un&rsquo;altra squadra. Ma con quali garanzie?

Nuovo team F1: Haas e gli altri

Sar&agrave; battaglia. Forse anche a colpi di carte bollate. Oggi &egrave; il primo giorno della &ldquo;nuova F.1&rdquo;. A Biggin Hill (l&rsquo;aeroporto londinese di Bernie Ecclestone) si riunisce per la prima volta dall&rsquo;avvento della nuova Concordia il cosiddetto Strategy Group. Ne fanno parte diciotto membri divisi in parti uguali: sei rappresentanti FIA, sei FOM, sei per le squadre.  Fra i team, come all&rsquo;Onu, c&rsquo;&egrave; un &ldquo;gruppo permanente&rdquo; di superpotenze: Red Bull, Ferrari, McLaren, Mercedes. C&rsquo;&egrave; anche la Williams, per valore storico riconosciuto. Il sesto seggio va al team meglio piazzato degli &ldquo;altri&rdquo;. Quindi, per adesso, alla Lotus.  Fra le altre squadre, quelle pi&ugrave; piccole, c&rsquo;&egrave; profonda inquietudine. Perch&eacute; &egrave; chiaro che lo Strategy Group nasce per tutelare gli interessi dei team principali. La politica F.1 pu&ograve; essere pilotata sempre a loro vantaggio. Da un lato potrebbero esserci vantaggi pratici, come il famoso progetto di vendere telai ai &ldquo;piccoli&rdquo;. Dall&rsquo;altro, per&ograve;, squadre come Sauber e Force India temono di perdere la propria identit&agrave;.  Senza contare il fatto che con la nuova Concordia i top team ricevono, sotto forma di bonus, una fetta ancora pi&ugrave; grande degli introiti tv. E i calcoli per il 2013 si faranno gi&agrave; con i nuovi criteri.  Martin Whitmarsh, team principal McLaren, ha gi&agrave; previsto che qualcuno ricorrer&agrave; in tribunale. La nuova F.1 parte in salita.  (a.a.)

Il Gruppo Strategico punta a escludere i piccoli team

Parte la F.1 dei Vip

Il Gran Premio d&rsquo;Austria potrebbe tornare in calendario. Un annuncio sul sito ufficiale della Red Bull parla di &ldquo;accordo raggiunto&rdquo; con Bernie Ecclestone. Notizia ripresa stamattina dalla stampa austriaca.  Perch&eacute; la Red Bull? Perch&eacute; quello che un tempo era l&rsquo;&Ouml;sterreichring poi divenne A1 Ring e oggi, con l&rsquo;ultimo cambio di propriet&agrave;, appartiene proprio a Dietrich Mateschitz. Che lo ha usato finora per attivit&agrave; promozionali e gare di altre categorie, ma senza nascondere il piano di riportarvi quel Gran Premio disputato per l&rsquo;ultima volta nel 2003.  La pista, comunque, &egrave; sempre quella di Zeltweg. Storica e affascinante anche dopo le modifiche al tracciato che permisero di riportare la gara in calendario nel &lsquo;97, per sette edizioni.  Certo, quella del ritorno di una corsa europea &egrave; una bella notizia, ma che accadr&agrave; al calendario? Anche se in teoria non sarebbe possibile, Mateschitz vorrebbe inserire il Gp Austria in campionato gi&agrave; nel 2014. A questo punto, aggiungendo anche il New Jersey e la Russia, siamo a 22 gare. Un po&rsquo; troppe, per l&rsquo;attuale disponibilit&agrave; delle squadre.  Tanto pi&ugrave; che se la trattativa si &egrave; svolta con Ecclestone, bisogner&agrave; seguire gli sviluppi del processo che vede coinvolto proprio il capo della Fom. E che potrebbe rivoluzionare il vertice della F.1.

Accordo fra Ecclestone e Mateschitz della Red Bull

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F1 2023, le pagelle di metà stagione: le squadre