La prima rondine non sempre fa primavera, ultimamente quasi mai. Ed &egrave; un po&rsquo; anche a questo che bisogna aggrapparsi per sperare quantomeno di non assistere a un monologo della Red Bull nei prossimi appuntamenti. Se prendiamo infatti la lista dei vincitori del primo Gran Premio stagionale, quei piloti nelle sei stagioni pi&ugrave; recenti hanno chiuso il Mondiale al secondo posto.  Ferrari: la SF-23 in dubbio fragilit&agrave;, mentre per Aston Martin &egrave; buona la prima  L&rsquo;ultimo trionfatore della sfida inaugurale che poi si &egrave; portato a casa il titolo &egrave; stato Nico Rosberg con la Mercedes, a conclusione di una lotta punto a punto (e ruota a ruota) con il compagno di squadra Lewis Hamilton. Era il 2016 e alla fine il distacco fu di appena cinque punti. Anche nella stagione precedente il primo vincitore stagionale aveva poi fatto il colpo grosso, ed era ancora un pilota Mercedes, stavolta Lewis Hamilton, al suo secondo titolo consecutivo con la Casa di Stoccarda.  Poi, per trovare un terzo precedente, bisogna scivolare fino al 2011, alla stagione del secondo Mondiale di Sebastian Vettel con la Red Bull. Dunque, l&rsquo;uomo salito sul gradino pi&ugrave; alto del podio del Gran Premio inaugurale &egrave; diventato campione del mondo solo in tre occasioni nel giro di dodici anni. Pochi per affidarsi alla cabala e anche a un ragionamento puramente tecnico. Non solo perch&eacute; il numero delle gare &egrave; sensibilmente cresciuto. Limitandoci alle sfide del nuovo millennio, nel 2000 i Gp stagionali erano 17, cos&igrave; come nelle due stagioni successive. Nel 2003 erano stati 16 per poi salire a 18 nel 2004, 2006 e 2008, con un picco di 19 nel 2005 e una ridiscesa a 17 nel 2007 e 2009. A quota 19 si &egrave; rimasti fino al 2015 con un picco di 20 nel 2012. Poi il boom: 21 nel 2016, 2018 e 2019, 20 nel 2017. Fa eccezione il 2020, anno di piena pandemia e autodromi deserti, con avvio ritardato e &ldquo;appena&rdquo; 17 sfide. Quindi risalita a quota 22 nel 2021 e 2022, quota 23 (dovevano essere 24) da questa stagione. &Egrave; chiaro che il maggior numero di sfide in calendario, considerando anche le gare sprint del sabato, diminuisce il peso specifico di ogni singolo successo.  Ma al primo Gp stagionale, oltre al valore simbolico, ogni volta &egrave; doveroso attribuire anche quello indicativo delle potenzialit&agrave;. E dunque, almeno in teoria, per capire quanta importanza possa avere la prima vittoria di domenica in Bahrein bisogner&agrave; attendere almeno la quarta, quinta sfida stagionale. A questo proposito &egrave; significativa la &ldquo;lezione&rdquo; della scorsa stagione con il debutto tutto in salsa Ferrari (primo Charles Leclerc, secondo Carlo Sainz) e zero punti per entrambe le Red Bull. Al secondo GP vittoria di Max Verstappen, con Leclerc e Sainz sul podio. Quindi il terzo GP con ancora la Ferrari in trionfo grazie a Leclerc, Verstappen ritirato, Perez e Russell sul podio. A quel punto la classifica del Mondiale piloti vedeva Leclerc in fuga con 71 punti, 34 in pi&ugrave; del pi&ugrave; diretto inseguitore, George Russell (37). Al terzo posto Carlos Sainz a quota 33, quarto Sergio Checo Perez a 30. Quinto era Lewis Hamilton con 28 punti. Max Verstappen, che poi vincer&agrave; il Mondiale, era solo sesto con 25 punti, 46 in meno del leader.    Continua a leggere l&#39;articolo completo sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per la versione digitale! 

<p>Nelle ultime sei stagioni chi &egrave; salito sul gradino pi&ugrave; alto del podio nel GP inaugurale, poi il Mondiale lo ha chiuso al secondo posto. Lo scorso anno il dominio Ferrari sembrava netto dopo tre GP e poi il titolo lo ha vinto senza problemi la Red Bull. A inizio millennio invece il quadro era molto diverso...</p> 

Lo strano destino in F1 che condanna sempre chi vince la prima gara di un Mondiale

Sul profilo Instagram la scuderia di Brackley ha postato un video in cui mostra il garage delle meraviglie. Un posto speciale e preziosissimo, in cui vengono custodite tutte le 7 monoposto che hanno portato i 7 titoli iridati consecutivi della F1 dal 2014 al 2020

La Mercedes svela il suo garage delle meraviglie: ecco le 7 Regine della F1

Doppio e ultimo appuntamento per la Formula E 2021. Sarà un weekend di Ferragosto a tutta elettricità per le monoposto 100% green che a Berlino saranno impegnate negli ultimi due ePrix nella pista dello storico aeroporto di Tempelhof, dal layout invertito come nel finale dello scorso anno, che decideranno il nuovo Re della Stagione 7.  Tutto è ancora da scrivere in questo pazzo Mondiale, che vedrà incoronare il vincitore della classifica piloti e quello della classifica costruttori proprio negli ultimi due Round. Riusciranno Da Costa e la DS Techeetah a confermare i successi della Stagione 6 proprio al fotofinish?

Formula E: il doppio ePrix di Berlino per incoronare il Re della Stagione 7

In un’intervista alla EFE il pilota dell’Alpine ha sfogato tutta la sua rabbia su quei soli due titoli iridati che annovera nel suo palmarès. Rispondendo alla domanda di un tifoso infatti non ha negato di aspettare i nuovi regolamenti del 2022 per alzare al cielo un nuovo trofeo e salire ancora di più nella lista dei piloti di maggior successo della storia del Circus

F1, Alonso si sfoga: “Avrei potuto vincere 5 o 6 titoli iridati, ma…"

da Austin (Usa): Roberto Chinchero  C&rsquo;&egrave; solo un pilota nel paddock di Formula uno attuale che pu&ograve; descrivere cosa si prova a vincere il titolo mondiale numero 3 (quello che potrebbe far suo domenica Lewis Hamilton) ed &egrave; Sebastian Vettel. Ovvio che molti giornalisti abbiamo chiesto proprio a Seb di raccontare i suoi ricordi sulla vittoria nel Mondiale 2012. &laquo;&Egrave; sempre un&rsquo;emozione speciale quando vinci un titolo &ndash; ha raccontato sorridendo il ferrarista - il primo resta sempre irripetibile, ma queste giornate restano sempre stampate nella memoria. Il mio terzo titolo &egrave; arrivato in Brasile nel 2012, al termine di una gara emozionante e ricca di episodi, ma alla fine devo dire che non ci sono tante differenze tra un titolo ed altro, e non credo che sia il numero di avversari con cui lotti a fare differenza&raquo;.  L&rsquo;argomento resta Hamilton, in merito alla sicurezza che Lewis mostra quando dice che nel 2016 Vettel sar&agrave; un avversario con cui si giocher&agrave; il Mondiale: &laquo;Spero abbia ragione! Ma oggi non sappiamo ancora dove saremo, stiamo spingendo tanto, questo si, ma vedremo. E se accadr&agrave; sar&ograve; contento. Adesso Lewis &egrave; un po&rsquo; diverso rispetto a quando l&rsquo;ho conosciuto, ma resta un pilota molto veloce. Non dico un segreto se affermo che &egrave; uno dei piloti pi&ugrave; veloci del paddock. La sua migliore qualit&agrave;? A parte la velocit&agrave;, direi il successo che avuto in Russia con le ragazze! Negli ultimi due anni ha avuto un grande stato di forma ed un pacchetto tecnico molto buono, e ha raccolto molto bene&raquo;.  L&rsquo;espressione di Vettel &egrave; cambiata quando gli &egrave; stato infine chiesto di commentare il comportamento di Hamilton nel giro d'allineamento della gara di Sochi, condotto dal pilota inglese molto lentamente nelle ultime curve. &laquo;Ho pensato che Lewis fosse irragionevolmente lento nelle fasi finali del giro di ricognizione. Mi sono portato al suo fianco, cercando di dirgli di accelerare, perch&eacute; era una situazione ridicola. Se avesse voluto compattare il gruppo avrebbe potuto farlo prima. Anche la ripartenza non &egrave; stata molto corretta, ci sono delle regole, e ho cercato di fargli capire che doveva essere pi&ugrave; veloce. Sono situazioni sulle quali dovremo far chiarezza presto&raquo;.  L&rsquo;ultimo pensiero di Seb &egrave; stato sulla preparazione della stagione 2016: &laquo;Quest&rsquo;anno ci sono stati tanti cambiamenti nella squadra, ed alcuni di essi hanno bisogno di tempo per funzionare al meglio. In questa stagione tante cose sono state nuove, incluso me stesso. Ci sono stati contesti in cui siamo cresciuti bene, anche se non abbiamo ancora il migliore motore e la migliore monoposto. Non &egrave; un mistero che abbiamo bisogno di trovare del carico aerodinamico, per esempio, ma stiamo lavorando e sono fiducioso in vista della prossima stagione&raquo;.

Tanti argomenti, iniziati su una sua opinione sul &ldquo;collega&rdquo; che questo weekend potrebbe far suo il titolo mondiale numero tre

Vettel dice la sua su Hamilton

Stoffel Vandoorne &egrave; matematicamente il campione 2015 della GP2. Con ben due appuntamenti di anticipo (Bahrain e Abu Dhabi), il belga del team ART e parte del programma Junior McLaren ha chiuso il discorso grazie a un quarto posto ottenuto in gara 2 a Sochi. Il suo diretto rivale, Alexander Rossi che aveva vinto gara 1, ha terminato sesto ed ha reso onore a Vandoorne.  La corsa &egrave; stata vinta da Richie Stanaway del team Status che, partito dalla posizione del poleman grazie all&rsquo;ottavo posto di gara 1, ha sempre tenuto il comando davanti a Rio Haryanto. L&rsquo;indonesiano schierato dal team Campos, a 2 giri dal traguardo aveva superato Stanaway, ma nello stesso momento erano apparse le luci gialle che segnalavano l&rsquo;ingresso della safety-car per un gran botto di Johnny Cecotto. Questioni di centesimi per il povero Haryanto che &egrave; stato costretto a cedere la posizione a Stanaway per non incorrere in una penalit&agrave;.  Terza posizione per Raffaele Marciello (Trident), autore di una prova tutta grinta. Quinto al 1&deg; giro, l&rsquo;italiano del Ferrari Driver Academy ha superato Pierre Gasly, protagonista di un leggero lungo alla variante, e poi ha attaccato con coraggio Arthur Pic mettendo a segno una bella manovra. Dopo di che, si &egrave; difeso molto bene da Vandoorne. Per Marciello &egrave; il terzo podio stagionale dopo i secondi posti ottenuti a MonteCarlo e Silverstone, sempre nelle gare sprint. Da segnalare la pessima partenza di Sergey Sirotkin che dalla terza fila ha perso posizioni andando a colpire Dean Stoneman alla prima frenata, incidente che ha poi coinvolto anche Ren&eacute; Binder e Marlon Stockinger.  Massimo Costa

In gara2 a Sochi vince Stanaway davanti a Haryanto in regime di neutralizzazione. Il titolo assegnato con due gare d'anticipo

GP2: Vandoorne campione, Marciello a podio

Nico Rosberg ha immaginato il copione del Gran Premio di Abu Dhabi. &laquo;Mettiamola cos&igrave; &ndash; spiega il tedesco &ndash; al via magari una Williams parte meglio di una Mercedes, che guarda caso non &egrave; la mia. E siccome ad Abu Dhabi passare &egrave; difficile, io posso affrontare questo weekend con una moderata dose si ottimismo&raquo;. E' pimpante Rosberg, sa gi&agrave; cosa con la certezza di sapere cosa deve fare e che per lui il piano &egrave; uno solo: &laquo;Devo vincere, ovviamente. Poi Lewis potrebbe sbagliare, e sono cose che possono accadere. Anche a San Paolo ha commesso un errore, e sta a me farmi trovare pronto se questo dovesse accadere&raquo;.  Lewis Hamilton risponde a tono, anche se con minor aggressivit&agrave;. &laquo;Sono qui per vincere &ndash; spiega il leader del mondiale &ndash; non per pianificare un secondo posto, anche se in questo weekend potrebbe essere un risultato per me molto importante. La pressione? Corro da vent&rsquo;anni, ho gi&agrave; vissuto quello che mi aspetta in questo weekend, e credo di essere preparato per ci&ograve; che accadr&agrave;&raquo;. L&rsquo;ultima battuta &egrave; su un possibile briefing tra lui e Nico prima della gara: &laquo;Non ce n&rsquo;&egrave; bisogno. Abbiamo gi&agrave; parlato tante volte, soprattutto dopo la gara di Spa&raquo;.  Roberto Chinchero

Il tedesco della Mercedes spera nelle performance di Massa e Bottas per avere una chance mondiale

F1, Rosberg spera nella Williams

Mercedes celebra il Titolo

da Klettwitz (Lausitzring): Alessandro Gargantini  Una sesta posizione &egrave; bastata a Marco Wittmann per conquistare il titolo di Meister del DTM 2014. Il ventiquattrenne bavarese ha corso da ragioniere, tenendosi al riparo dai tanti contatti e dalle insidie del tracciato reso scivoloso dalla pioggia, ed ha puntato alla conquista dei punti necessari per chiudere la pratica campionato. Settimo in qualifica, il pilota di Stefan Reinhold riporta il titolo alla BMW, succedendo a Mike Rockenfeller, grazie a ben quattro vittorie nelle prime otto corse della stagione.  Non si pu&ograve; affatto dire che l&rsquo;alfiere di Jens Marquardt non sia stato aiutato dai suoi rivali diretti. Mattias Ekstroem si &egrave; ritirato a causa del distacco di una ruota a seguito di un disastroso pit-stop, mentre il nostro Edoardo Mortara &egrave; precipitato in fondo al gruppo sin dalle prime battute di gara, chiudendo in sedicesima posizione, per aver scelto di partire con le gomme slick sulla pista troppo bagnata.  Il successo di tappa &egrave; andato a Pascal Wehrlein, al primo centro nella serie. Il diciannovenne dell&rsquo; AMG, in forma smagliante, &egrave; scattato benissimo dalla pole ed ha tenuto un ritmo infernale che gli ha consentito di distaccare Christian Vietoris di ben undici secondi nelle prime fasi di gara. Terza posizione per Timo Scheider, che non &egrave; riuscito a finalizzare l'attacco all'ultimo giro su Vietoris e che ha preceduto le Mercedes di Daniel Juncadella e Robert Wickens, pur penalizzati da un drive-through per non aver rallentato in regime di bandiere gialle. Dunque 4 Mercedes nelle prime 5 posizioni.  Sulla pista bagnata si sono visti tanti contatti, che hanno causato la ritiro di Paul di Resta, Timo Glock e Antonio da Costa. Dodicesimo Vitaly Petrov, nonostante un drive-through ed un testacoda. Martin Tomczyk e Augusto Farfus hanno sub&igrave;to la penalizzazione in griglia di cinque posizioni per condotta scorretta nella pit nel corso delle qualifiche, dove avevano rallentato rispettivamente Vitaly Petrov e Miguel Molina.  Da segnalare che resta apertissima la disputa per il 2&deg; posto, con Vietoris, Mortara, Ekstroem e Rockenfeller racchiusi in soli 5 punti. Il prossimo appuntamento &egrave; previsto tra due settimane a Zandvoort.    

Al Lausitzring basta il 6&deg; posto all'alfiere BMW per aggiudicarsi il titolo, con Vietoris 2&deg; di poco su Scheider

DTM: vince Wehrlein, ma &egrave; Wittmann il nuovo "meister"

Il campione del mondo S&eacute;bastien Ogier (VW Polo Wrc) dopo una serrata lotta con il suo compagno di squadra Jari-Matti Latvala ha vinto per solo 6"8 il Rally di Australia, regalando il secondo titolo marche consecutivo alla Volkswagen. Dietro il pilota transalpino ed il suo compagno finlandese, terzo si &egrave; classificato l&rsquo;altro pilota della VW Andreas Mikkelsen che ha cos&igrave; regalato una storica tripletta al team di Jost Capito. Quarto ha chiuso l&rsquo;irlandese Kris Meeke (Citroen Ds3 Wrc), con Mikko Hirvonen quinto sulla Ford Fiesta Wrc della MSport, mentre Robert Kubica sull'altra Fiesta &egrave; terminato nono.  Nel WRC 2 la vittoria &egrave; andata al pilota del Qatar Al Attiyah navigato dal nostro Giovanni Bernacchini, con Bertelli quarto che ha cos&igrave; conservato la leadership del campionato, mentre Rendina ha chiuso nono allungando in testa nella Production Cup.  Marco Giordo  La classifica finale del Rally di Australia: 1 Ogier (VW), 2h 53m 18.0s 2 Latvala (VW) +6.8s 3 Mikkelsen (VW) +1m 18.0s 4 Meeke (Citroen) +1m 44.0s 5 Hirvonen (Ford) +1m 53.6s 6 Paddon (Hyundai) +2m 56.2s 7 Neuville (Hyundai) +4m 28.2s 8 Evans (Ford) +5m 10.0s 9 Kubica (Ford) +6m 39.8s 10 Atkinson (Hyundai) +9m 29.4s  Cos&igrave; il mondiale piloti dopo 10 prove: 1 Ogier (VW) 214 punti 2 Latvala (VW) 164 3 Mikkelsen (VW) 125 4 Hirvonen (Ford) 83 5 Neuville (Hyundai) 79 6 Ostberg (Citroen) 74 7 Meeke (Citroen) 67 8 Evans (Ford) 61 9 Prokop (Ford) 37 10 Solberg (Ford) 26  La classifica del mondiale marche dopo 10 prove: 1 Volkswagen Motorsport 348 punti (campione del mondo) 2 Citroen Total Abu Dhabi WRT 154 3 M-Sport 146 4 Hyundai Motorsport 141 5 Volkswagen Motorsport II 109 6 Jipocar Czech National Team 40 7 RK M-Sport WRT 25 8 Hyundai Motorsport 22   

Con la vittoria di Ogier seguito da Latvala e Mikkelsen, la Casa tedesca conquista il titolo marche per la seconda volta consecutiva

Tripletta in Australia, Volkswagen campione

Will Power ha finalmente rotto l'incantesimo. A Fontana, nell'ultimo round dell'IndyCar 2014, l'australiano del Team Penske ha conquistato con un piazzamento in top-10 il suo primo titolo nella categoria, dopo ben tre occasioni mancate. Partito dalle retrovie, ha gestito la gara in maniera puntuale e, quando &egrave; servito, aggressiva. Momento chiave il restart del giro 188: dopo un lungo recupero che l'aveva portato fino al quarto posto, Power &egrave; andato alla carica "spostando" nell'ordine il suo unico rivale, il compagno Helio Castroneves, e le due vetture del team Ganassi di Tony Kanaan e Scott Dixon. Certo, si &egrave; trattato di un assalto velleitario, dato che Power ha consumato troppo le sue gomme Firestone ed &egrave; subito tornato quarto, ma che ha forse messo a Castroneves quel pizzico di pressione che si &egrave; rivelato decisivo.  Il brasiliano &egrave; infatti incappato in un errore "alla Power" in occasione dell'ultima sosta. Sceso nella parte bassa della pista portando troppa velocit&agrave;, Castroneves si &egrave; trovato con due ruote oltre la linea bianca, e il drive-through &egrave; stato inevitabile. A quel punto, Power ha gestito il suo ultimo stint con prudenza ance per via di un forte sovrasterzo, finendo nono. Per la felicit&agrave; della moglie Liz e della madre Marge, entrambe presenti a Fontana, e del padre Bob, impegnato questo weekend in una gara F.Ford in Australia.  Dopo aver ripreso il comando, Kanaan ha invece allungato progressivamente su Dixon centrando la sua prima vittoria per il team Ganassi. Dopo un inizio anno complicato, la squadra di Chip Ganassi &egrave; tornata in auge anche se troppo tardi. A seguire, un gruppo velocissimo ma rallentato da problemi di varia natura. Ed Carpenter, terzo, ha pagato lo scotto di un eccesso di velocit&agrave; ai box mentre si trovava in testa, mentre Juan Pablo Montoya ha sub&igrave;to il malfunzionamento del weight jacker (il comando che dall'abitacolo consente di spostare peso da una parte all'altra della vettura). James Hinchcliffe poi, privato della testa da una sosta troppo lunga, &egrave; stato "pizzicato" anche lui per la velocit&agrave; eccessiva in pit-lane terminando comunque quinto e primo dei portacolori Honda.  Nulla da fare per Simon Pagenaud, ultimo contendente rimasto al duo Power-Castroneves. Il francese non &egrave; mai stato in gara, chiudendo ventesimo e ultimo. Erano gi&agrave; fuori dai giochi sin dalle libere sia Dixon che Ryan Hunter-Reay: quest'ultimo &egrave; anche finito in testacoda causando una neutralizzazione al giro 175.  La classifica della MAVTV 500 di Fontana, quindicesimo round della Verizon IndyCar Series: 1 - Tony Kanaan (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Ganassi - 250 giri 2 - Scott Dixon (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Ganassi - 3"675 3 - Ed Carpenter (Dallara DW12-Chevy) Carpenter - 7"3053 4 - Juan Pablo Montoya (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Penske - 7"9238 5 - James Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) &ndash; Andretti - 11"8858 6 - Takuma Sato (Dallara DW12-Honda) &ndash; Foyt - 12"6887 7 - Ryan Briscoe (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Ganassi - 16"5113 8 - Carlos Munoz (Dallara DW12-Honda) Andretti - 23"2807 9 - Will Power (Dallara DW12-Chevy) &ndash; Penske - 28"3456 10 - Josef Newgarden (Dallara DW12-Honda) &ndash; Fisher - 32"1856  Il campionato (finale): 1. Will Power 671; 2. Helio Castroneves 609; 3. Scott Dixon 604; 4. Juan Pablo Montoya 586; 5. Simon Pagenaud 565.  Marco Cortesi     

All'australiano del team Penske basta un 9&deg; posto per aggiudicarsi la serie americana, dopo una penalizzazione al rivale Castroneves

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