È una Red Bull megagalattica quella che si vede nel GP del Messico. All’autodromo Hermanos Rodriguez Verstappen fin dalla prima curva, quando Bottas chiude Hammer e sbaglia innescando un bell’incidente, passa al comando e domina tutti i 71 giri. L’olandese, a podio con il compagno Perez (primo messicano a salire sul podio di casa) vola via verso il suo primo titolo iridato lasciando Lewis a -19 punti nella classifica piloti di questo incredibile Mondiale 2021. A soli 4 GP dalla fine, chi vincerà davvero? Ecco il meglio e il peggio della gara a Città del Messico

GP Messico: Max sempre più leader, Bottas che carambola, Super Max sempre più leader

TOP    &nbsp;  Max Verstappen  Un pilota fortissimo di solito diventa campione quando riesce a dosare, nella giusta misura, testa e cuore. Quello che Max ha faticato un po&#39; a capire, forse perch&eacute; imbrigliato, negli anni scorsi, in una inferiorit&agrave; tecnica che non consentiva pi&ugrave; di qualche vittoria di tappa. Situazioni sporadiche che per&ograve; oggi, per sua fortuna, sono diventate quasi la regola. Nove vittorie in 18 GP, esattamente la met&agrave; delle corse di questo 2021 sono finite nelle sue mani: numeri mica banali, cos&igrave; come non banale &egrave; il +19 in classifica su Hamilton: distacco che non d&agrave; certezze, ma almeno una buona dose di ottimismo. Comunque, dicevamo di testa e cuore: ha virato fortemente sul secondo termine Max al momento della partenza, quando ha calato subito il jolly di giornata sfruttando la parte sinistra, e pi&ugrave; pulita, della pista; si &egrave; aggrappato ai freni tardissimo, nel tentativo di passare anche a costo di andare un pelo lungo. La verit&agrave; &egrave; che ha avuto fegato a giocarsi un attacco cos&igrave;, in quella maniera. Ma se lo ha fatto, &egrave; anche perch&eacute; se la sentiva di farlo: prendere tutti quei metri di vantaggio con macchine piene di benzina &egrave; sintomo di una sensibilit&agrave; di guida sopraffina, un qualcosa molto meno banale di quanto possa sembrare una qualunque staccata ritardata. Ha fatto un capolavoro, &egrave; questo il termine giusto: un capolavoro che ha messo la gara in discesa. La Mercedes non ne aveva, ed anche se la qualifica era andata male in cuor suo Max si augurava di ritrovare la stessa RB16B del venerd&igrave;. Superiore a tutti, senza se e senza ma. Per la gioia di Adrian Newey, tornato sul podio in Messico a prendersi gli applausi dopo l&#39;incidente in bici di questa estate. L&#39;ingegnere di Stratford-upon-Avon ha voluto fare il pompiere, prendendo l&#39;esempio della vigilia di Silverstone, quando nello spazio di due gare Max &egrave; passato da +32 a -8, per indicare che il margine non &egrave; ancora sufficiente per lasciarsi andare; per&ograve; ci ha anche tenuto a paragonare la cavalcata di Citt&agrave; del Messico a quella in Austria, altra gara dominata dall&#39;olandese. Ora sotto con il Brasile, altra gara da vincere: solo dopo, ed in caso di successo, potr&agrave; gestire.  &nbsp;  Verstappen ed il via: &quot;C&#39;era spazio ed ho frenato pi&ugrave; tardi possibile&quot;  &nbsp;  Pierre Gasly  Inquadrato poco, pochissimo. Quasi mai. Eppure, merita uno scroscio di applausi. Veloce, consistente, perfetto. La AT02 nelle altitudini messicane si &egrave; trovata bene, lui ha fatto quello che sta facendo praticamente da inizio anno: concretizzare. Vincendo pure il confronto con le Ferrari, che pure si erano potute permettere di differenziare la strategia giocando sulla superiorit&agrave; di avere due macchine contro una. Pierre non si &egrave; scomposto, con la squadra che si &egrave; mossa bene: ha reagito all&#39;undercut di Leclerc, prestando il fianco sulla distanza ad un Sainz che per&ograve; avrebbe avuto bisogno di un GP pi&ugrave; lungo per balzare davanti al francese, dal canto suo bravissimo a gestire la gomma dura per tutto lo stint. Altri 10 punti netti recuperati all&#39;Alpine, adesso &egrave; 106 pari: e gran parte &egrave; merito suo.  &nbsp;  Hamilton: &quot;Max era troppo forte&quot;  &nbsp;  Ferrari  Ferrari tra i promossi di giornata? S&igrave;, da un punto di vista quantitativo. Perch&eacute; alla fine la bont&agrave; di un fine settimana, in questo scorcio di 2021, dipende soprattutto in relazione alla McLaren. E nel confronto con Woking non c&#39;&egrave; stata partita: 18-1 con la complicit&agrave; di Ricciardo e l&#39;obbligo da parte di Norris di partire dal fondo, un parziale utile a balzare al terzo posto tra le squadre. Se poi siano pi&ugrave; demeriti della McLaren o meriti della Rossa, si pu&ograve; discutere: ma nelle ultime tre gare il Cavallino ha guadagnato ben 31 punti sul team color papaya. Qualitativamente, invece, c&#39;&egrave; parecchio da rivedere: Gasly &egrave; andato pi&ugrave; forte, le Rosse si sono prese un giro (Leclerc ha evitato il doppiaggio di pochissimo) ed in generale le prestazioni, su una pista teoricamente favorevole, non sono state all&#39;altezza. Passato anche il Messico, senza cataclismi non ci saranno giornate di gloria in questo 2021: occorre massimizzare la SF21 per artigliare questo obiettivo minimo del podio tra i Costruttori, tutto il resto, ormai &egrave; storia nota, &egrave; solo attesa del 2022.  &nbsp;  GP Messico: l&#39;analisi di Binotto  &nbsp;  FLOP    Alfa Romeo-Sauber  &ldquo;E&#39; un peccato non avere due macchine in top ten&rdquo;. A parlare &egrave; Frederic Vasseur e l&#39;impressione &egrave; quella che stia prendendo per i fondelli l&#39;interlocutore. Il Messico &egrave; solo l&#39;ultima di una serie di decisioni, diciamo cos&igrave;, rivedibili da parte del team elvetico nei confronti di Antonio Giovinazzi, ma di sicuro &egrave; la pi&ugrave; evidente e la pi&ugrave; dannosa. Perch&eacute; Antonio in quel momento si trovava comodamente al 7&deg; posto, con un buon ritmo ed una bella possibilit&agrave; di marcare punti: la scelta di richiamarlo cos&igrave; in anticipo ai box (giro 16) &egrave; stata inspiegabile, scellerata. Se si escludono Ricciardo e Bottas, ai box alla fine del primo giro, prima del pugliese si sono fermati solo Latifi, Stroll, Mazepin, Ocon e Russell; cio&egrave; tutta gente che si trovava dietro e in buona parte con possibilit&agrave; di prendere punti inferiori ad Antonio in quel momento: e infatti per nessuno si &egrave; trattata di una scelta felice quella di fermarsi cos&igrave; presto. C&#39;&egrave; poco da girarci intorno: il finale di una storia ormai scritta si sta concludendo nel peggiore dei modi.  &nbsp;  Lo sfogo di Giovinazzi: leggi qui  &nbsp;  Daniel Ricciardo  Con un Norris condannato a partire dal fondo doveva essere il faro McLaren nella domenica messicana, invece si toglie di mezzo subito, trascinando con s&eacute; Valtteri Bottas. Erroraccio in staccata, con Daniel forse sorpreso da una frenata leggermente anticipata del finlandese ma senza scusanti per lo sbaglio commesso. Da l&igrave; i due hanno giocato a rincorrersi, senza riuscire a risalire fino alla zona punti. In top 10 ci &egrave; arrivato Lando, con un punticino che potr&agrave; forse servire per il Costruttori ma che non cambia la sostanza del Messico, con le MCL35M pi&ugrave; in difficolt&agrave; rispetto alle Ferrari. Il +13,5 di cui adesso gode il team di Maranello in classifica &egrave; buona parte sulla coscienza di Daniel, troppo falloso al via del GP del Messico.  &nbsp;  Sterzi a parte: Piedone dice che Michael entrer&agrave; presto in F1  &nbsp;  Valtteri Bottas  Le immagini della partenza dividono: ha sbagliato Bottas o no? C&#39;&egrave; chi dice s&igrave;, c&#39;&egrave; chi dice no. Di sicuro, lasciare lo spazio a sinistra, equivalente alla traiettoria pi&ugrave; gommata, non &egrave; stata una grande idea, anche se giustamente si tende a tenere l&#39;interno in fase difensiva. Ma all&#39;interno c&#39;era Hamilton, ed ecco perch&eacute; la traittoria centrale per il finlandese &egrave; diventata la peggiore: non poteva affondare per non mettere ulteriormente in difficolt&agrave; Hamilton, ma questo avrebbe significato darla vinta a Verstappen. Difficile credere che un pilota sempre cos&igrave; corretto nei confronti del team abbia agito di malafede; ma di sicuro con il senno di poi non &egrave; stata una mossa saggia quella di non negoziare la traiettoria a sinistra, anche a costo di lasciare pi&ugrave; spazio a destra: le due W12 non avrebbero potuto occupare tutta la carreggiata, questo &egrave; ovvio, ma se anche Max (o Perez) fossero sbucati sulla destra, non avrebbero potuto ritardare troppo la frenata sulla traiettoria pi&ugrave; sporca di tutte, pena rischiare di fare un patatrac. Certo, dal divano &egrave; tutto pi&ugrave; semplice: ma se anche Toto Wolff dice che &ldquo;quello che &egrave; accaduto alla prima curva non dovrebbe accadere&rdquo;, forse l&#39;operato di Bottas &egrave; giusto definirlo rivedibile. Un gran peccato per l&#39;uomo che sabato aveva messo in mostra un giro a dir poco strepitoso.  GP Messico: il fine settimana in 5 punti   

Verstappen corre da primo della classe, supportato da una Red Bull eccezionale; tanti applausi per Gasly che batte una Ferrari comunque promossa: leggete di seguito il perch&eacute;. Malissimo Alfa, Ricciardo e Bottas

GP Messico: i top e flop della gara a Citt&agrave; del Messico

        TOP  Max Verstappen Quello che sembrava un inciampo, &egrave; diventato un gradino per raggiungere la meta. Nella fattispecie, stiamo parlando di Mick Schumacher. Lui, che con la sua Haas da doppiato stava rallentando Verstappen senza trovare il momento giusto per farsi da parte, &egrave; diventato senza volerlo un preziosissimo alleato dell'olandese: all'ultimo giro infatti ha consentito alla Red Bull di prendere il Drs ed annullare di fatto ogni possibilit&agrave; di sorpasso a Lewis Hamilton. Quel lungo rettilineo tra curva 11 e 12 per Max era l'ultimo brivido da affrontare prima di andare a mettere in saccoccia l'ottavo centro stagionale. Ha corso alla grande Verstappen, degno cavaliere di una macchina, la RB16B, andata pi&ugrave; forte delle aspettative ad Austin. Al via ha chiuso in modo aggressivo ma corretto, poi ha provato in tutti i modi a passare Hamilton in pista prima che arrivasse il momento di attuare le strategie: e ieri era talmente lucido da suggerirei lui la miglior mossa possibile con la macchina di Perez, fondamentale alleato nell'indurre la Mercedes a non ritardare pi&ugrave; di tanto la prima sosta. Nel finale, con meno gomma, ha dovuto stringere i denti, ma l'ha saputa anche gestire: ha fatto avvicinare Hamilton fino a quando le turbolenze della sua Red Bull non hanno messo in crisi una Mercedes che a quel punto ha cominiciato a faticare. Max poi si era tenuto un po' di gomma, usata perfettamente nel primo settore, quello veloce, dove serviva tenere lontano Hamilton per impedirgli di prendere il Drs. Vittoria dal peso specifico importante su una pista apparentemente pro-Mercedes (almeno alla vigilia), anche se adesso &egrave; bene non guardare troppo la classifica per non farsi venire le vertigini: Messico e Brasile sono due tappe da prendersi di forza, solo dopo potr&agrave; pensare di gestire.  Verstappen: "Belli gli ultimi giri"  Lewis Hamilton Dal rientro in pista dopo la pausa esitva, cio&egrave; da Spa in poi, ha guadagnato punti su Verstappen in un solo fine settimana su cinque, un po' poco. Il trend, insomma, &egrave; negativo: e anche se lui si sta dimostrando un corridore eccezionale, i sorrisi forzati di ieri nascondono un'inquetudine crescente. Con ancora 5 GP da disputare, 12 punti sono pochi, che tu sia lepre o cacciatore in entrambi i casi non puoi stare tranquillo. Ma nella terra che tanto ama, forse Lewis non si aspettava di dover fare cos&igrave; tanta fatica. Fanno paura le prossime due trasferte, sui circuiti dei fratelli Rodriguez e di Interlagos: l&agrave; servir&agrave; inventarsi qualcosa per impedire a Max di prendere troppo il largo. Lui non moller&agrave;, &egrave; troppo esperto per non sapere che gli imprevisti sono dietro l'angolo: e con l'affidablit&agrave; spremuta fino a questo punto, &egrave; pure da mettere in conto qualche rottura; capitasse a lui sarebbe finita, capitasse a Max sarebbe un regalo da scartare con gli occhi luccicanti. In fabbrica chieder&agrave; di pi&ugrave; Lewis, perch&eacute; l'ottava corona &egrave; ancora alla portata: e se in qualche modo passer&agrave; indenne Messico e Brasile, poi ci sarebbero tre tappe con tanti punti interrogativi, e l&agrave; potrebbe metterci del suo.  Hamilton: "Gran lavoro di Max e del mio team"  Sergio Perez Se il tifo in America &egrave; stato questo, chiss&agrave; cosa trover&agrave; in Messico tra due settimane. Arriva alla tappa di casa con qualche sorriso dopo delle ombre di troppo, e nei prossimi due GP dovr&agrave; fare di tutto per essere quanto pi&ugrave; vicino a Verstappen: inserirsi tra Max ed Hamilton sarebbe fondamentale per la Red Bull su due piste favorevoli alla RB16B. Pensare di vincere con Verstappen nei paraggi non &egrave; cosa, ma pu&ograve; togliersi le sue soddisfazioni e dimostrare, nel finale di stagione, che Horner e Marko hanno fatto bene sia a sceglierlo l'anno scorso che a rinnovargli il contratto. Due podi di fila non li faceva da giungo, e soprattutto ieri, per la prima volta dal Paul Ricard, &egrave; finito davanti a Bottas; merito suo dunque se la Red Bull &egrave; riuscita ad accorciare nella lotta per un titolo Costruttori ancora alla portata. Ha fatto da esca nella prima sosta, poi non ha pi&ugrave; avuto il ritmo per restare vicino ai primi due, complice l'impossibilit&agrave; di idratarsi che lo ha messo alla frustra dal punto di vista fisico. Cos&igrave;, ha solo dovuto condurre la macchina in porto per un podio mai stato in discussione. Avanti cos&igrave;.  Binotto: "In Messico saremo competitivi" &nbsp; FLOP  Valtteri Bottas Le belle parole spese per lui ad Istanbul tornano immediatamente indietro dopo una prova scialba, incolore. La quale ha evidenziato, una volta di pi&ugrave;, le difficolt&agrave; di emergere da parte di Valtteri Bottas in una gara in cui ci sono parecchie criticit&agrave;: fa parte, ormai lo abbiamo capito, del bagaglio di un pilota bravissimo quando parte davanti a tutti indisturbato e meno propenso alla bagarre maschia e dura. Troppo tempo speso dietro a piloti pi&ugrave; lenti come Tsunoda o Sainz nel finale, passato s&igrave; ma con colpevole ritardo, cosa che gli ha precluso la possibilit&agrave; di andare a prendere anche Ricciardo. Vero che partire penalizzato per la terza volta in quattro gare &egrave; deprimente anche per chi personalmente non ha pi&ugrave; nulla da chiedere a questo campionato (e lui ci scherza su, diffondendo meme sui social), per&ograve; alla Mercedes servirebbe un pilota un po' pi&ugrave; in palla, almeno nelle giornate pi&ugrave; difficili e almeno per i punti del Costruttori.  Sterzi a parte: Liberty piace se invisibile  Nikita Mazepin In qualifica si &egrave; preso 0&rdquo;297, un ritardo tutto sommato accettabile; in gara invece il distacco dalla vettura gemella di Schumacher &egrave; stato siderale: 1'27&rdquo;501. Il che &egrave; quasi un giro, decisamente troppo. Certo, la sosta in pi&ugrave; ha aumentato il divario, ma non &egrave; che senza quella il succo del discorso sarebbe cambiato, ed il succo &egrave; che Nikita Mazepin continua ad essere sempre dietro all'altra Haas. Aggiungendo poi qualche vaccata come quella di non dare strada a piloti che arrivano pi&ugrave; veloci alle sue spalle, come in qualifica, quando si &egrave; preso per l'ennesima volta le lamentele di un collega (Vettel in quel caso). Poco altro da aggiungere, se non i problemi avuti con il poggiatesta sin dai primi giri ad impedirgli di guardare meglio gli specchietti.   Sainz: "Bloccato dietro a Ricciardo"  Alpine Tre ritirati in gara, e due colorati di blu. Trasferta americana decisamente fallimentare per l'Alpine, alle prese con qualche problema per tutto il fine settimana. E dire che il passo del venerd&igrave; non era neanche male, ma niente &egrave; andato per il verso giusto nel weekend di Austin: un guasto ad inizio FP1 per Alonso, l'esclusione con entrambe le vetture dal Q3, un doppio ritiro in gara per lo stesso problema (rottura dell'ala posteriore). Preoccupa che sulla A521 si siano verificati due problemi strutturali identici, segno che forse la preparazione agli avvallamenti del Texas non &egrave; stata ottimale. La corsa era gi&agrave; cominciata in salita per il danno all'ala anteriore nei primi giri ad Ocon mentre Alonso era relegato nelle retrovie causa sostituzione della Pu, ma il prosieguo non &egrave; stato felice. E meno male, per i francesi, che Pierre Gasly abbia dovuto alzare bandiera bianca: altrimenti l'AlphaTauri avrebbe potuto recuperare pi&ugrave; dei 2 punti portati a casa da Tsunoda, ritrovandosi con un ritardo inferiore rispetto alle dieci lunghezze che separano attualmente le due squadre nella classifica Costruttori.  GP Usa: il fine settimana in 5 punti         

Condotta di gara magistrale da parte di Max Verstappen, ma complimenti anche ad Hamilton; tra le seconde guide promosso Perez e bocciato Bottas. Malissimo Alpine

GP Usa: i top e flop di Austin

        TOP  Valtteri Bottas Un anno dopo, di nuovo quel dolce sapore della vittoria. Un anno e tredici giorni dopo, per la precisione. E sempre in circostanze difficili per Hamilton, tra la doppia penalit&agrave; di Sochi 2020 e l'obbligo di rimontare da met&agrave; schieramento ad Istanbul 2021. In entrambi i casi, Valtteri Bottas &egrave; stato il gregario perfetto, l'uomo giusto al momento giusto quando viene meno la legge del pi&ugrave; forte. Ci ha pensato lui a fare le veci di Lewis Hamilton, garantendo un alto rendimento ed una prestazione sontuosa per la quale in Mercedes devono ringraziarlo: si &egrave; tenuto dietro Verstappen ed ha aggiunto un altro tassello ad un campionato Costruttori tutt'altro che chiuso. Si &egrave; tolto pure la soddisfazione di andare in doppia cifra, con il decimo successo della carriera: non sono pochi. Certo, avrebbe avuto la macchina per ottenerne qualcuno in pi&ugrave;, ma correteci voi accanto ad Hamilton. E comunque, in Turchia Valtteri &egrave; stata la miglior versione di se stesso, lontano da quello impalpabile visto troppe volte quest'anno e molto pi&ugrave; convincente, pi&ugrave; vicino a quello dei giorni migliori, quello dei giorni in cui, senza Hamilton nei paraggi, ti dimostra che puoi contare su di lui. E' stata una domenica in cui doveva farcela, per le logiche di squadra certo, ma anche e soprattutto per se stesso: ed &egrave; stata una lieta dimostrazione di forza ed una prova d'orgoglio che serviva in particolar modo a lui prima del congedo definitivo dai colori Mercedes. Primo successo stagionale, sesto vincitore quest'anno: non accadeva di vederne cos&igrave; tanti dal 2012, quando furono addirittura otto. Ha ancora sei gare per metterci del suo, poi ci sar&agrave; il salto nel buio destinazione Hinwil: chiss&agrave; se vivr&agrave; ancora giorni a guardare tutti dal gradino pi&ugrave; alto del podio. Bottas: "Vittoria attesa e meritata" Max Verstappen Parla di gara noiosa e dal suo punto di vista ha ragione, non &egrave; che nei suoi dintorni sia successo granch&eacute;. La partenza, viste le prestazioni della Mercedes e della Red Bull, era probabilmente l'unica opportunit&agrave; di provare ad infastidire Valtteri; mancata quell'opportunit&agrave;, &egrave; stata soprattutto gestione dall'inizio alla fine, con un secondo stint con i remi in barca a preservare la meccanica senza rischi inutili. Per certi versi, in Turchia Perez &egrave; stato pi&ugrave; brillante di lui, che si &egrave; preso il massimo con, apparentemente, il minimo sforzo. Va benone cos&igrave;, su una pista che la RB16B ha mal digerito sin dai primi giri del venerd&igrave;. In pi&ugrave;, un problema allo sterzo che si piegava leggermente verso sinistra ha accentuato l'usura sulle sue gomme, anche se lui ha minimizzato spiegando che ripercussioni sulla prestazione non ce ne sono state. Di nuovo leader del campionato, +6 su Hamilton: ad Istanbul poteva andargli decisamente peggio. Un Max meno appariscente e molto pi&ugrave; calcolatore. Sterzi a parte: Non &egrave; il solito Max, &egrave; il solido Max Ferrari Promossi macchina e piloti, strategia non premiante ma che valeva la pena mettere in pratica nel tentativo, quasi disperato, di porre fine ad un digiuno che inizia a farsi decisamente insopportabile. Ma c'&egrave; tanto di positivo a Maranello dopo questo fine settimana: il motore nuovo funziona bene e la squadra, almeno in Turchia, &egrave; parsa saper affrontare i tipici problemi all'avantreno consegnando nelle mani dei suoi piloti una macchina senza carenze da questo punto di vista. E' vero, il bottino avrebbe potuto essere maggiore: a bilancio vanno messi anche la sosta molto lunga di Sainz, penalizzato dal traffico in corsia box, e l'azzardo con Leclerc. Ma fanno comunque 10 punti tondi recuperati ad una McLaren che all'Istanbul Park non valeva la Rossa, adesso fiduciosa di terminare in crescita questa stagione 2021. Leclerc, ormai si &egrave; capito, &egrave; uno che se non lotta per il titolo preferisce sempre e comunque rischiarla piuttosto che garantirsi il piazzamento, e per l'ennesima volta ha fatto una scelta usando il cuore e non la testa, nell'illusione di poter portare a casa il GP; Sainz invece &egrave; uno molto pi&ugrave; freddo nell'affrontare le situazioni, ma ieri non si &egrave; risparmiato in una risalita che avrebbe potuto anche essere migliore se non fosse stato per l'intoppo gi&agrave; menzionato in occasione della sosta. E il fatto che la macchina abbia funzionato anche con due assetti diversi, &egrave; un'altra nota positiva per il finale di questo campionato. Leclerc: "Fine settimana positivo in generale, ma sono deluso" &nbsp; FLOP Daniel Ricciardo Disperso sul Bosforo. Una qualifica deludente porta la McLaren a sostituirgli la power unit, scelta logica dato che sarebbe partito comunque tra gli ultimi, ma &egrave; il prologo di una domenica in cui proprio non c'&egrave;. Abbastanza indicativo, e imbarazzante, il confronto diretto con Sainz: partito accanto a lui, lo spagnolo scappa via mentre Daniel resta invischiato nel traffico, senza guizzi n&eacute; sorrisi. E' il primo a cambiare gomme, forse pi&ugrave; per disperazione che per scelta ponderata, ma anche quello non cambia la sostanza alla sua corsa: finisce 13&deg;, doppiato e con nessun aspetto positivo dalla trasferta in Turchia. Un'involuazione piuttosto preoccupante anche per la McLaren, che ad Istanbul non &egrave; mai stata in grado di stare vicino alla Ferrari: adesso ci sono 7,5 punti da difendere nel Costruttori. Binotto: "C'&egrave; amarezza, ma giusto provarci" Fernando Alonso Di lui, che della visione di gara ha fatto un'arte, ha sorpreso vedere quell'aggressivit&agrave; nei primi chilometri: al via si &egrave; gettato all'esterno di Gasly rischiando e pagando l'azzardo, poi ha fatto il classico fallo di frustrazione nei confronti di Schumacher, quando nella foga di rimontare &egrave; entrato nella fiancata di Mick, rovinandogli la gara. Di Pierre a caldo ha detto che &egrave; &ldquo;un idiota&rdquo;, con Schumi invece &egrave; andato a scusarsi perch&eacute; la responsabilit&agrave;, in quel caso, era a senso unico. I commissari nell'episodio della prima curva gli hanno dato ragione, ma non &egrave; che Gasly avesse tutte queste opzioni per evitare il contatto: all'interno aveva Perez ed all'esterno c'era lui, e per di pi&ugrave; il volante dell'AlphaTauri, al momento dello scontro, era tutto girato verso sinistra. Si poteva quindi lasciar correre, catalogando l'episodio come incidente di gara: perch&eacute; quando ti fiondi all'esterno di due vetture in quella maniera l&igrave;, lo sai che qualche rischio te lo prendi. Peccato, perch&eacute; dopo un'ottima qualifica c'erano tutte le premesse per assistere ad un'altra grande gara di un giovane 40enne. Sainz: "Oggi non possiamo lamentarci" Sebastian Vettel Spesso e volentieri ci ha visto lungo, ieri invece ha cannato completamente la scelta. Un azzardo eccessivo, un errore di valutazione anche pesante per uno esperto come lui, guidato forse pi&ugrave; dalla voglia di fare il colpaccio piuttosto che dal pensare all'ennesimo, risicato piazzamento in zona punti. Stava entrando a fatica nei dieci, da qui la decisione, sbagliata ma coraggiosa, di tentare la via delle slick, e per di pi&ugrave; le medie: forse aveva paura di un eccessivo graining con le morbide, che &egrave; l'unica spiegazione plausibile per cui abbia preferito una mescola pi&ugrave; dura, di solito penalizzante sull'umido salvo rari casi. Il tedesco si &egrave; assunto la responsabilit&agrave; della chiamata, rendendosi conto a sue spese che le medie fossero completamente impossibili da &ldquo;attivare&rdquo;, nel senso che non c'era verso di mandarle in temperatura, oltre al fatto che la pista era ancora troppo scivolosa per premiare la scelte delle gomme da asciutto.  GP Turchia: il fine settimana in 5 punti       

Bottas perfetto, Verstappen cinico; applausi alla Ferrari per la prestazione nonostante il podio perso, mentre Alonso e Vettel sbagliano

GP Turchia: i top e flop

        TOP  Lewis Hamilton I record? Una sequenza lunghissima, quasi infinita ed in costante aggiornamento. Ma sono numeri che Lewis Hamilton rilegger&agrave;, e forse realizzer&agrave; di averli fatti, solo quando appender&agrave; il casco al chiodo. Prima c'&egrave; da pensare al sodo, al concreto, ad una lotta mondiale che non ammette distrazioni, figurarsi se concede il tempo di cullarsi sugli allori dei primati. Da un punto di vista statistico &egrave; stata la gara delle cifre tonde (Lewis ha superato quota 4000 punti in carriera e centrato il successo numero 100, mentre la Mercedes ha portato a casa il suo 120&deg; GP), ma conta molto pi&ugrave; la sostanza: quella di un mondiale in cui Hammer ora &egrave; di nuovo lepre, anche se solamente per due lunghezze, ovvero niente. Ma ha vinto dove doveva vincere ed &egrave; questo ci&ograve; che conta, indipendentemente dal risultato, oltre le aspettative, di Verstappen. Stava per commettere un errore madornale nel non ascoltare la squadra che lo aveva chiamato ai box, e sarebbe stato il terzo in 24 ore dopo quelli delle qualifiche: roba non da lui, abituato ad essere sempre o quasi il primo della classe, capace di alzare l'asticella fino a livelli altissimi. Ci stava per cascare anche lui, ma poi si &egrave; fidato ed &egrave; stata la sua fortuna. Ora ci sono altre sette gare da disputare sul filo, senza mollare mai, per diventare Lewis VIII. Hamilton e la vittoria numero 100: "Pensavo di non riuscirci pi&ugrave;" Max Verstappen E' andata meglio, molto meglio, del previsto. Orgoglioso com'&egrave;, ha detto che s&igrave;, la pioggia lo ha aiutato, ma che poi bisogna fare le scelte giuste. Ha ragione, se sbagli la chiamata anche un possibile aiuto diventa un boomerang. Per&ograve;, per lui, molto meglio che la pioggia sia arrivata: prima dell'acqua Lewis era 2&deg; (con la possibilit&agrave;, per quanto non scontata, di vincere) e lui 7&deg;, il che avrebbe significato una perdita di almeno 12 punti; con la pioggia e la piazza d'onore dietro Hamilton il bilancio si &egrave; ridotto ad un -7 che &egrave; molto migliore di quanto si potesse pensare partendo dal fondo. Un risultato per il quale lui e la Red Bull avrebbero firmato, e che sono stati ben lieti di portarsi a casa. Poi c'&egrave; stato anche del merito, ovviamente: il primo stint di gara con gomma dura &egrave; stato favoloso, tanto da portarsi a pochi secondi da Hamilton. La prestazione &egrave; mancata con la dura (il poco carico aerodinamico &egrave; stato responsabile del graining?), ma il pilota ha ben poco da rimproverarsi: vuole questo mondiale, costi quel che costi. Sterzi a parte: Max supera la prova di carattere Carlos Sainz Tanta testa e tanta intelligenza, con la bravura di sfruttare a proprio vantaggio una situazione di cui ha approfittato volentieri. La sua era stata una corsa segnata dall'esigenza di dover anticipare la prima sosta, una fermata che lo aveva costretto a ritrovarsi nel traffico e soprattutto a dover portare a termine la gara con uno stint molto lungo sulle dure. La gestione delle temperature, sempre critica all'anteriore per la Ferrari in giornate non calde, &egrave; stato l'aspetto principale da gestire, ma almeno nel finale nel suo caso il tempismo per mettere le intermedie &egrave; stato quello giusto e questo gli &egrave; valso il terzo podio stagionale, il quinto della carriera. Un podio che significa anche un bel bottino di punti, per lui e per la squadra: il team ha limitato alla grande un fine settimana con l'handicap di dover partire con una macchina in fondo, lui invece con questi 15 punti &egrave; tornato davanti a Leclerc in classifica e soprattutto si &egrave; portato a soli 7,5 punti da Perez, che guida una Red Bull. Questa classifica a questo punto della stagione &egrave; il riconoscimento per un pilota che si &egrave; calato perfettamente nella realt&agrave; maranelliana, e che a questo punto aspetta, come il compagno, una macchina con cui salire sul podio possa diventare una regola.  Sainz: "Al via mi sono detto 'adesso o mai pi&ugrave;' " &nbsp; FLOP  Valtteri Bottas Deludente in qualifica, impalpabile in gara, polemico sui social. La storia su Instagram in cui ha ricondiviso il fotomontaggio che vede lui davanti ad un ammasso di ferraglia e la scritta &ldquo;Immagine di Valtteri con tutti i suoi motori&rdquo; &egrave; stato l'unico momento del fine settimana in cui ha mostrato gli artigli, sebbene gli vada dato atto che, in un modo o nell'altro, &egrave; riuscito a chiudere in quinta posizione. Ci&ograve; che non &egrave; piaciuto &egrave; stata la grinta, o meglio la mancanza di essa, nei duelli: Verstappen &egrave; passato in tromba senza che lui desse l'impressione di opporre la minima resistenza, ma Max non &egrave; stato l'unico ad infilarlo come un tordo. E pensare che una volta si diceva che questa era una &ldquo;sua&rdquo; pista. Ci sta che in qualifica il tempismo nel mettere le slick lo abbia tradito, ci sta anche che si sia sentito tramortito dal dover partire in fondo (sembrava una mossa tattica della Mercedes, ma lui e Wolff hanno confermato che la Pu montata a Monza avesse riscontrato un problema che l'ha resa inutilizzabile), ma di sicuro non ha fatto niente per meritarsi una pacca sulla spalla. Ha chiuso davanti a Perez, ed &egrave; l'unica consolazione. GP Russia, l'analisi di Binotto Lance Stroll Ad un certo punto della gara, Sebastian Vettel in curva 11 si &egrave; trovato a sinistra il muretto ed a destra la poco amichevole macchina di Lance Stroll, colpevole di aver letteralmente &ldquo;chiuso&rdquo; la vettura gemella contro il muretto. Non &egrave; successo niente di grave, ma &egrave; stato un frangente in cui le due AMR21 hanno rischiato di finire il weekend: colpa sicuramente del canadese che con Vettel, ma non solo con lui, ha guidato un po' sopra la righe. L'Aston Martin si &egrave; poi fatta male da sola, sbagliando il tempismo della chiamata ai box: ma fanno gi&agrave; due gare di fila in cui Lance rischia di compromettere la gara del compagno di squadra; a Monza lo ha portato all'esterno a Lesmo, in Russia ha rischiato di stamparlo nel muro. Seb ha evitato polemiche esterne parlando di fraintendimento, Lance si &egrave; giustificato dicendo di non averlo visto. Va bene essere proprietari del team, ma insomma... Seidl: "Non abbiamo scavalcato Norris nella decisione" AlphaTauri Eh no, stavolta non ci sono applausi. Un fine settimana storto, andato male e senza la pi&ugrave; piccola soddisfazione. Al di l&agrave; delle difficolt&agrave; puramente prestazionali, con nessuna macchina in Q3, a tramortire il fine settimana dei faentini &egrave; stato l'errore tattico di non montare le intermedie ai due piloti: Gasly &egrave; stato tenuto in pista mentre Tsunoda &egrave; stato chiamato per mettere le morbide (che con una pioggia leggerissima danno una gran mano), scelte in entrambi i casi sbagliate e basate sulle informazione che la squadra aveva, ovverto che la pioggia non sarebbe durata. Quando poi l'acqua &egrave; arrivata copiosa era troppo tardi per rimediare, e cos&igrave; le due AT02 hanno chiuso fuori dai punti per la seconda volta in stagione, e per la seconda volta di fila. GP Russia: il fine settimana di Sochi in 5 punti       

I tre piloti sul podio meritano tutti quanti un applauso, mentre Bottas delude e Stroll si prende solo rimproveri; fine settimana da dimenticare per l'AlphaTauri

GP Russia: i top e flop

La pioggia rompe gli schemi del GP di Russia. Dopo i 13 giri di Sainz al comando, passati poi a Norris, &egrave; sempre Hamilton a prendersi la vittoria. Seppur partito dalla quarta piazza, &egrave; l&rsquo;inglese della Mercedes che vince la gara numero 100 in carriera, riscrivendo un altro capitolo della Formula 1. Pazzesco per&ograve; anche l&rsquo;avversario diretto per il titolo iridato: Verstappen, autore di una prova monumentale e senza errori. Ecco il meglio e il peggio della gara a Sochi

GP Russia: Hamilton quota 100, rimonta Super Max, Leclerc solo lacrime a Sochi

        TOP Pubblico &ldquo;I veri vincitori oggi sono stati i tifosi&rdquo;, parola di Max Verstappen. E ci mancherebbe altro, viene da dire. Loro s&igrave; che si sono meritati un applauso ed una menzione d'onore su queste pagine. L&igrave;, al freddo, al vento, sotto la pioggia. Infreddoliti nell'attesa di una corsa che non ci sarebbe mai stata, se non per due giri a velocit&agrave; ridotta utili solo per validare il GP e, i maligni dicono, permettere agli organizzatori di non rimborsare i biglietti venduti. Sarebbe bello avere una deroga per il rimborso, se la meriterebbero quei tifosi che con pazienza e tenacia sono rimasti l&igrave;, ad attendere per quasi quattro ore senza ricevere alcun &ldquo;premio&rdquo;. Diciamo la verit&agrave;, correre non si poteva: sono i modi che hanno fatto discutere, non la scelta definitiva di fermare le macchine. Il pubblico di ieri meriterebbe il rimborso perch&eacute; di fatto non ha assistito ad alcuna gara, una prova che si &egrave; svolta solo su carta, con risultati ufficializzati solo per le classifiche. E lo merita perch&eacute; comprare un biglietto per un GP di Formula 1 al giorno d'oggi &egrave; diventato un sacrificio se non sei ricco, di questo bisogna tenerne conto. Sarebbe un modo carino di farsi perdonare. Sterzi a parte: dal Granpremietto al Granpremiaccio George Russell Qualcosa di cui parlare c'&egrave; stato, per quanto riguarda i temi legati alla pista. E la cartolina pi&ugrave; bella del fine settimana di Spa l'ha fornita George Rusell con un giro da antologia. Ad inizio anno una Williams in Q3 sembrava possibile solo grazie ad un miracolo, invece George, in condizioni complicatissime, ha avuto il merito di piazzarla in prima fila con un giro degno del miglior Senna o del miglior Schumacher. Lasciamo per un attimo da parte il fatto che, il giorno dopo, quel giro sia diventato un podio (il primo per la Williams da Baku 2017, il miglior piazzamento da Abu Dhabi 2014), con l'augurio per l'inglese che sia il primo di tanti. Il suo 2'00&rdquo;086, tre decimi pi&ugrave; lento di Verstappen ma 13 millesimi pi&ugrave; rapido di Hamilton, Russell lo ha costruito con una guida sopraffina, prendendosi rischi che hanno pagato. &ldquo;Magia&rdquo; &egrave; proprio il termine azzeccato, perch&eacute; il classe 1998 ha piazzato un primo settore letteralmente da urlo: nonostante Hamilton sia risultato qualche chilometro pi&ugrave; veloce alla speed trap (310 contro 304) in un settore molto veloce, George ha rifilato al connazionale quasi mezzo secondo, ben 494 millesimi; sfruttando l'assetto pi&ugrave; carico, cosa che gli ha fatto perdere qualcosa sul dritto ma garantendogli una maggior guidabilit&agrave; nelle curve, George ha affondato la staccata alla Source, &egrave; andato sul pedale dell'acceleratore in maniera molto pi&ugrave; aggressiva ed &egrave; riescito a parzializzare meno il gas su per Eau Rouge, gestendo molto bene i giri motore, scalando da ottava a settima per garantirsi pi&ugrave; motricit&agrave;, di fatto rallentando con il solo ausilio del freno motore senza ricorrere al pedale del freno. Per tutto il resto del giro Hamilton &egrave; stato pi&ugrave; veloce, recuperando 9 centesimi nel secondo settore e quasi 4 decimi nel terzo, ma Russell ha fatto la differenza nelle curve, che sono state quelle che alla fine gli hanno consentito di tenersi stretta la seconda posizione. Il pilota della Williams ha fatto molto bene tra Les Combes e Malmedy, ma &egrave; stati a Pouhon che ha compiuto un capolavoro: sfruttando l'assetto perfettamente azzeccato dalla sua squadra, George &egrave; transitato in quel punto a 216 chilometri orari, dunque ben 12 km/h pi&ugrave; veloce di Verstappen e addirittura 15 rispetto ad Hamilton. Il set-up ha aiutato, ma &egrave; indubbio il talento che ci ha messo Russell in quel giro del sabato. Russell: "Un premio per il team" Nikita Mazepin E cosa c'entra lui? C'entra perch&eacute; protagonista di un caso singolare. Nell'unico GP di sempre corso interamente dietro ad una safety car, alla fine, secondo i monitor, il giro veloce era stato messo a segno da Nikita Mazepin. Considerando la processione andata in scena la F1 ha di fatto tolto l'elenco dei giri veloci messi a segno da ciascun pilota, ed ecco perch&eacute; statisticamente non c'&egrave; traccia del &ldquo;giro veloce&rdquo; (da scrivere con molte virgolette) messo a segno dal russo della Haas. Nikita, essendo fuori dai primi dieci, non avrebbe comunque preso il punto aggiuntivo, ma avrebbe potuto fregiarsi, molto simbolicamente, del primo giro veloce della carriera: dal momento che la corsa &egrave; stata convalidata, aggiornare la statistica del russo non sarebbe sbagliato. Se si vuole applicare rigidamente il concetto di GP portato a termine, &egrave; quello che si dovrebbe fare. E menzione speciale a Bern Maylander: in fin dei conti, &egrave; stato in testa dall'inizio alla fine. GP Belgio: i 5 punti del fine settimana  &nbsp; FLOP Sergio Perez Alla fine della fiera, &egrave; stato l'unico a fare la figura del pollo. Ha messo a muro a Les Combes la sua RB16B nei minuti precedenti al via, quando le macchine escono dai box per schierarsi in griglia. Un errore costato il 7&deg; posto, con relativi 3 punti dovuti al punteggio dimezzato. Poca roba, ma comunque meglio di niente per una Red Bull che anzich&eacute; a -7 si sarebbe ritrovata a -4 nel Costruttori (siamo 310,5 a 303,5). Non il modo migliore di festeggiare il rinnovo annunciato nella giornata di venerd&igrave;, grazie al quale il messicano rester&agrave; a Milton Keynes anche nel 2022. Dopo l'errore i meccanici avevano fatto il miracolo di riparare la monoposto e di rimandarlo in pista, ma non &egrave; servito a niente. Domenicali e le esigenza commerciali Michael Masi Non era in una posizione facile, ma &egrave; riuscito a far perdere la faccia alla Federazione in una domenica in cui non sono affatto piaciuti i modi. Non correre, vista l'acqua che c'era, &egrave; stata la scelta giusta: il senso del rischio e del pericolo &egrave; cambiato, e per quanto i &ldquo;Cavalieri del rischio&rdquo; un giorno erano abituati a correre in certe situazioni, oggi non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave;. Le macchine sono cambiate, sono pi&ugrave; sicure ma anche incredibilmente pi&ugrave; prestazionali, e non si accetta pi&ugrave; il fatalismo tipico delle corse. Dopo il botto di Norris in qualifica, Masi non se l'&egrave; sentita di dare il via a quella che sarebbe stata una corrida. Solo che ha voluto a tutti i costi validare l'evento, quando invece le condizioni gli avrebbero permesso di fermarsi molto prima: &egrave; la farsa delle tre ore di attesa per due giri che non &egrave; piaciuta. Punto primo: se il meteo dice che grosso modo non migliora, che aspetti a fare? &ldquo;C'era una finestra&rdquo;, ha risposto lui, ma questa finestra di tregua dal maltempo non si &egrave; proprio vista. La gara la si sarebbe potuta cancellare molto prima, ma dal momento che mandi i piloti in pista (alle 15 come alle 18 passate), tanto valeva provare a fare qualche giro in pi&ugrave;, provare a &ldquo;pulire&rdquo; la pista e dimostrare che, effettivamente, per correre non ce n'era. Ma fare quei due giri, giusto per convalidare la corsa e poi chiamare tutti dentro, proprio no. Le altre domande in sospeso riguardano l'orario del via: perch&eacute; non anticipare o, piuttosto, posticipare al luned&igrave;? In questo caso, ci sono risposte semplici ed immediate: non si pu&ograve; anticipare perch&eacute; il protocollo del fine settimana &egrave; rigido (ci sono anche le categorie di contorno), in pi&ugrave; ci sono accordi commerciali con le tv che devono essere avvisate per tempo. Posticipare al luned&igrave;, invece, &egrave; impossibile non solo da un punto di vista logistico (ci sono voli e alberghi gi&agrave; prenotati da parte di tutti), ma anche dal punto di vista del personale: i commissari in pista sono tutti volontari che al luned&igrave; devono andarsi a guadagnare il pane, e lo stesso vale per la disposizione delle forze dell'ordine che regolano l'accesso all'evento in circuito. Infine, non &egrave; piaciuto neanche il modo in cui Masi ha aggirato il limite di tempo per lo svolgimento della gara: lo svolgimento del GP limitato a tre ore &egrave; stato inserito proprio per evitare casi simili, casi di interminabile attesa, ma Masi lo ha tranquillamente aggirato e viene da chiedersi come mai se lo sia potuto permettere con tanta facilit&agrave;. Tanto valeva non mettere proprio quella regola, se poi basta un niente per bypassarla. Zak Brown e le regole da rivedere Regolamento Nel regolamento dell'attuale Formula 1 c'&egrave; una norma che in casi come questo diventa &ldquo;il&rdquo; male: quella del parco chiuso. Si parla tanto di sicurezza, e poi si obbligano le squadre a non poter mettere a punto le vetture in caso di gara bagnata. Non tutti avevano preparato un assetto da bagnato prima delle qualifiche, perch&eacute; qualcuno aveva detto che ci sarebbe stata la possibilit&agrave; di schiarite per la corsa di domenica, con almeno una parte di gara sull'asciutto. Probabilmente, data la scarsa visibilit&agrave;, neanche un assetto appositamente preparato per condizioni cos&igrave; difficili avrebbe aiutato, ma almeno avrebbe permesso ai piloti di effettuare qualche giro in pi&ugrave; dietro la safety car con macchine un minimo pi&ugrave; prevedibili nelle reazioni, e magari qualcuno si sarebbe spinto a dire che si poteva comunque provare. E poi c'&egrave; la regola dei punti assegnati: il punteggio &egrave; stato dimezzato ma comunque assegnato, applicando il regolamento alla lettera. Ma anche in questo caso, pare assurdo che non ci sia una postilla che preveda la non assegnazione in casi cos&igrave; estremi. Per il futuro si potrebbe studiare un limite minimo aumentato per garantire il solo punteggio dimezzato, o comunque partorire qualcosa che impedisca di assegnare punti se il 100% della gara viene disputato interamente dietro la safety car. Una volta di pi&ugrave;, la F1 si &egrave; scoperta vittima del suo stesso garbuglio di leggi. Sondaggio: siete d'accordo con la decisione di Masi? VOTA        

I top e flop tornano anche stavolta, in una maniera semi-seria che racconta del GP pi&ugrave; breve della storia tra veri meriti come quello di Russell in qualifica, decisioni rivedibili e la particolare situazione di Nikita Mazepin

GP Belgio: i top e flop della mini gara a Spa

        TOP  Esteban Ocon Storie di redenzioni sportive, cadute e rinascite. Esteban Ocon, proprio come il connazionale Pierre Gasly, ha dovuto ingoiare qualche rospo prima di ottenere la prima vittoria della carriera. Pierre aveva dovuto scontare una bocciatura ed una retrocessione dalla Red Bull alla Toro Rosso, Esteban addirittura &egrave; dovuto starsene fermo un anno a guardare gli altri correre mentre si domandava se ci sarebbe stato un futuro per la sua carriera in Formula 1. Un ambiente dove gli hanno sempre messo di fianco gente che sapeva andar forte, e di questo nessuno sembra mai troppo tenerne conto: il classe 1996 ha debuttato nel 2016 con la Manor al fianco di Pascal Wehrlein (uno capace di portarla pure a punti, quella Manor), pilota finito troppo presto fuori dal giro; poi in Force India/Racing Point ha dovuto fare i conti con Sergio Perez prima di passare in Renault (poi Alpine) e vedersela con Daniel Ricciardo e Fernando Alonso. Lo stesso Alonso che stava iniziando a dargli, sportivamente parlando, delle legnate una volta trovato l'anteriore che desiderava con la sua A521. Dopo il rinnovo, Ocon si era come eclissato, con addirittura due esclusioni in Q1 in Austria, quattro gare senza punti prima di Silverstone e parecchie bocciature (anche su queste pagine). In Inghilterra per&ograve; &egrave; arrivato il nuovo telaio, la fiducia &egrave; tornata e quando le stelle si sono allineate in una giornata inattesa e indimenticabile si &egrave; fatto trovare pronto. Da oggi comincia un'altra carriera: &egrave; risaputo che rompere il ghiaccio apre nuovi scenari nella testa di un pilota, che acquista autostima e consapevolezza dalla prima vittoria. Vincere aiuta a convincerti che puoi farcela, che sei uno in grado di stare lass&ugrave;: e indipendentemente dal riuscirci ancora o meno in futuro, questa consapevolezza Esteban se la porter&agrave; nel cuore e nella testa. Ocon: "Momento bellissimo e dolce" Fernando Alonso Avrebbe dato un braccio per esserci lui al posto di Ocon. Sarebbe stato un ritorno ad un successo che manca da 8 anni e che gli avrebbe consentito di vincere tre giorni dopo il suo 40&deg; compleanno: abbastanza per fare ancora di pi&ugrave; la storia. Ma quando si racconter&agrave; della vittoria di Esteban Ocon e dell'Alpine, non si potr&agrave; tacere del peso avuto da Fernando Alonso in questo successo. Chiamatelo Leonida, che pur consapevole di perdere fa di tutto per ritardare la resa nel tentativo di aiutare la sua gente, oppure chiamatelo Chiellini, un suo quasi coetaneo che nonostante l'et&agrave; nel corpo a corpo, quando si tratta di difendere, non lo frega quasi nessuno. Nando sapeva che la battaglia con Hamilton prima o poi avrebbe sorriso all'inglese, ma ha stretto i denti per tenerlo dietro il pi&ugrave; a lungo possibile. Ne avevano tremendamente bisogno Ocon e l'Alpine, ma non prendiamolo solo come un atto di estrema generosit&agrave;: ne aveva bisogno anche lui ed il suo spirito, da tempo bramava di confrontarsi con i numeri uno e riassaporare vecchie battaglie lo ha fatto sentire giovane, ancor pi&ugrave; giovane di quanto lui stesso si senta. Quella difesa l&igrave;, con quella malizia l&igrave;, &egrave; stato un balsamo per chi aspettava da tempo un confronto tra campioni: l'errorino in frenata ci ha privato di uno spettacolo che sarebbe potuto essere anche pi&ugrave; lungo, e di cui avremmo goduto volentieri. Hamilton, malore dopo la gara Williams Bentornati! Dopo due anni senza vedere la zona punti, il team di Grove &egrave; riuscito a smuovere una classifica che adesso ringrazia, dal momento che la Haas &egrave; stata staccata e l'Alfa Romeo superata. Dopo tante occasioni fallite, un sorriso per la storica scuderia di sir Frank, brava ad artigliare una ghiotta opportunit&agrave;. E dire che non era cominciato neanche bene il fine settimana ungherese, con Russell escluso in Q1 per la prima volta in stagione. Invece gli eventi sono stati favorevoli al team sopravvissuto con i fondi di Dorilton Capital, societ&agrave; americana che si &egrave; goduta la prima vera soddisfazione da quando, l'anno scorso, &egrave; subentrata al posto della famiglia Williams. I punti sono arrivati con entrambe le macchine (non accadeva da Monza 2018), con un Latifi sorprendentemente davanti a Russell. George &egrave; scoppiato in lacrime a fine gara, e durante il GP non aveva esitato a mettersi al servizio del team: &ldquo;Se serve, compromettete la mia gara per aiutare Nicky&rdquo;, aveva detto in radio nel caso fosse servito qualcosa per aiutare la macchina meglio piazzata. Con il 7&deg; posto del canadese e l'8&deg; dell'inglese sono arrivati 10 punti tondi, pi&ugrave; di quelli raccolti negli ultimi tre anni e mezzo (furono 7 nel 2018, solo uno nel 2019, zero lo scorso anno e zero erano in questa stagione prima di Budapest), e con il miglior risultato da Interlagos 2017, con il 7&deg; posto di Massa. Per ritrovare una Williams in doppia cifra, invece, tocca risalire a Monza dello stesso anno, con Stroll 7&deg; davanti a Massa. Nel finale Russell girava molto pi&ugrave; veloce di Latifi, sul quale ha ricucito un distacco di quasi 15&rdquo; per portarsi solamente ad un secondo di ritardo, ma difficilmente George avrebbe tentato un attacco con qualche giro in pi&ugrave; a disposizione: questi punti erano fondamentali per la Williams, che ora spera di vivere giornate pi&ugrave; serene. Sterzi a parte: Nando e Lewis tra cuore e sedere    RUS: "If you need to compromise my race to help Nicky, I'll do it. Prioritise Nicky"#HungarianGP  #F1 pic.twitter.com/QhyTvjJ6vm &mdash; Formula 1 (@F1) August 1, 2021    &nbsp; FLOP  Valtteri Bottas Beh, non ci sarebbe neanche bisogno di stare troppo ad infierire. Partire male &egrave; un errore, sbagliare cos&igrave; tanto il punto di frenata &egrave; una cappella bella e buona, l'ultimo biglietto da visita di una prima parte di stagione per lui non propriamente positiva. Peccato perch&eacute; era in progressione dopo tre podi consecutivi, e peccato soprattutto per lo spettacolo dal momento che ha tolto di mezzo Perez e condannato Verstappen ad una corsa da comprimario. E' stato il peggior modo di chiudere la prima met&agrave; del 2021 e quando riapriranno le danze in Belgio, di fatto potrebbe gi&agrave; essere fuori dalla Mercedes, con un destino che verr&agrave; deciso (a patto che non sia gi&agrave; stato deciso) in queste settimane estive. Stava facendo il suo nelle ultime gare ed aveva fatto il suo in qualifica, assicurandosi la posizioni alle spalle di Hamilton, utilissima per difenderlo dagli attacchi delle Red Bull. E invece la difesa &egrave; arrivata nel modo pi&ugrave; incredibile possibile, senza dolo ma con grandi colpe. Bottas: "Io responsabile, ma tutti commettiamo errori" Lance Stroll Se di solito alterna luci ed ombre, quello di Budapest &egrave; stato un buco nero. Nel quale sono state risucchiate, scomparendo all'istante, tutte le speranze di un incolpevole Charles Leclerc, incredulo ed arrabbiato dopo la follia di Lance Stroll. Come Bottas ha sbagliato in frenata, ma mentre Valtteri ha bloccato le anteriori Lance ha perso completamente il controllo, con la perdita del posteriore prima di andare per prati e franare addosso alla Ferrari numero 16. Non c'&egrave; molto altro da dire nell'analizzare quello che &egrave; stato un abbaglio notevole, un peccato non solo per Charles ma anche per lo stesso Stroll, solitamente bravo a districarsi sull'asfalto umido ed in gare poco lineari. Di solito, ma non stavolta. Binotto: "Stroll? Manovra non da pilota professionista" Aston Martin Se verr&agrave; confermata la squalifica, si tratter&agrave; di una leggerezza che potr&agrave; costare cara per la classifica Costruttori. L'Aston Martin ha accarezzato il sogno della vittoria, poi ha chiuso con una piazza d'onore durata per&ograve; solo qualche ora, prima che i commissari squalificassero Sebastian Vettel. Il team ha fermato il tedesco poco dopo il traguardo, ma a niente &egrave; servito per evitare la squalifica da parte della Federazione, la quale richiede sempre almeno un litro di benzina per prelevare il campione e fare tutte le verifiche tecniche nel post gara. La scuderia di Stroll senior tenter&agrave; questa strada: dimostrare che anche se con un quantitativo inferiore, il carburante rimasto era comunque sufficiente per fare tutte le verifiche del caso. Tanto di cappello se riusciranno ad avere ragione, ma in caso contrario la squadra dovr&agrave; fare un pesante mea culpa per aver reso vano il 2&deg; posto di Vettel. GP Ungheria: la gara in 5 punti       

Applausi per i due piloti Alpine, e tanto di cappello anche alla Williams per essere riuscita a portare, dopo tanto tempo, due macchine a punti. Errori pesanti per Bottas e Stroll

GP Ungheria: i top e flop della gara all'Hungaroring

Pensavamo di averne viste di ogni e invece la gara a Budapest si conferma assolutamente la più folle finora. L’undicesimo appuntamento del Mondiale 2021, nonché l’ultima gara prima della sosta estiva, grazie alla pioggia che ha reso scivoloso l’Hungaroring ha visto una partenza ancora più folle di quella di Silverstone. il maxi tamponamento tra Bottas e Stroll porta al ritiro di 4 piloti, tra cui Leclerc, danneggia clamorosamente Verstappen e avvantaggia l’Alpine che col francese firma la prima vittoria in carriera. In tutto ciò c’è spazio anche per un Hamilton che parte da solo in griglia e fa a sportellate con Alonso fino alla fine, e un podio (Ocon, Vettel e Hamilton) ancora sospeso per l’incognita carburante di Seb. Ecco il meglio e peggio del GP a Budapest

GP Ungheria: Bottas e Stroll fanno strike, Ocon suona la prima assoluta in F1

        TOP  Lewis Hamilton Uno come lui che il venerd&igrave; mattina chiede di salire sul simulatore, vuol dire che si &egrave; reso conto di doverci mettere tanto del suo. Ed in un modo o nell'altro lo ha fatto, probabilmente dando il via ad un confronto che regaler&agrave; soddisfazioni, sia a tifosi di parte che neutrali. Gli &egrave; pure andata bene, va detto: un incidente del genere &egrave; sempre una lotteria, stavolta a te, domani a me. Ecco perch&eacute; forse Lewis, al di l&agrave; delle dichiarazioni, potrebbe anche pensarci due volte alla prossima occasione. Ma superato l'incidente, aveva una grandissima opportunit&agrave; di dare un grande scossone al mondiale, recuperando quasi tutto il distacco in classifica. Lo ha fatto, vincendo in maniera strepitosa e riprovandoci nello stesso modo contro Leclerc, segno che mentalmente non aveva minimamente accusato lo scontro del primo giro. Ora resta da chiedersi quali saranno gli sviluppi dell'episodio di ieri: Lewis ha risvegliato il mostro che dorme, oppure &egrave; riuscito in qualche modo a lanciare un sassolino nella testa di Verstappen? Forse pi&ugrave; la prima, a leggere la reazione via social di Max, seguita a poca distanza dalla risposta di Lewis. Il quale ai microfoni ci ha tenuto a dire di essere diverso dagli altri, di non essere uno che molla. La F1 si arricchisce di un altro duello finito a ruotate, con Hammer che l'ha fatta da padrone. Una Silverstone che non dimenticher&agrave; per l'altalena di emozioni vissute, per la rincorsa lunga 50 giri ai danni di Leclerc, per una vittoria artigliata nel finale e che significa moltissimo in chiave iridata. Insulti razzisti, la condanna della Fia Charles Leclerc Giurano di averlo visto con gli occhi lucidi nei primi istanti dopo aver tolto il casco, e la gestualit&agrave; nei primi metri dopo la bandiera a scacchi ha tradito una delusione cocente e naturale per come si erano messe le cose. Contro il destino e contro le attese, Charles Leclerc &egrave; andato ad un passo dal miracolo, portando una SF21 a sfiorare un successo che avrebbe avuto del clamoroso. Ma clamorosamente bella resta la sua corsa, fatta di talento e preoccupazioni, come quelle che lo hanno spaventato nel corso della prima parte di gara. Andare al limite ma al tempo stesso dover smanettare per rimediare a problemi di motore, guidato dal team tra reset vari nel tentativo di tenere in vita la macchina. Lui e la squadra hanno lavorato in simbiosi per risolvere il problema e non mollare, rendendo la vita ben pi&ugrave; difficile a Lewis Hamilton. Senza Max in pista e ad esclusione di Lewis, nessuno &egrave; stato in grado di tenere il ritmo della Ferrari numero 16 nelle curve di Silverstone. Peccato solo che il corpo a corpo sia durato lo spazio di un lampo: Charles ha ammesso di aver voluto evitare un remake del primo giro, ma forse era convinto di uscire comunque forte dalla curva se non fosse stato per quella scodata sul rialzo del cordolo che gli ha fatto perdere velocit&agrave; e posizione. Era impensabile restituire il sorpasso nell'allungo verso la Stowe, perch&eacute; tra Maggots e Becketts Lewis era gi&agrave; riuscito a guadagnare qualche metro di troppo di vantaggio. Peccato, ma chapeau, Charles. GP Gran Bretagna, l'analisi di Mattia Binotto Fernando Alonso Chiamatelo pure l' &ldquo;Alonso furioso&rdquo;, o il &ldquo;Nando furioso&rdquo; se preferite. Tra meno di due settimane saranno 40 ma lui &egrave; come se non lo sapesse, o non volesse ricordare. Ha portato a casa i 6 punti del 7&deg; posto, ma pi&ugrave; del piazzamento ha fatto scattare l'applauso un sabato da leone, dove gomme e talento gli hanno permesso di regalare un po' di show ad una mini-gara che altrimenti, eccezion fatto per l'escursione di Perez, sarebbe stata piuttosto soporifera. L'ha ravvivata un po' lui nei primi giri, passando da 11&deg; a 5&deg; nello spazio di poche curve. Poi 7&deg; &egrave; partito e 7&deg; &egrave; arrivato in gara, con molte meno possibilit&agrave; di illuminare gli spettatori. Ma &egrave; stato concreto, e dopo qualche corsa di adattamento &egrave; tornato ad essere uno dei pi&ugrave; consistenti sul passo gara, sua dote principale, con la tempra dei giorni migliori. Ocon? Nuovamente dietro: in qualifica, nella Qualifica Sprint, in gara ed in classifica. E tanto basta. GP Gran Bretagna: la gara in 5 punti  &nbsp; FLOP  Red Bull Una gran bella batosta a pochi chilometri dalla sede del team, zero punti ed una scelta discutibile in chiave Costruttori. La Red Bull a Silverstone ha cominciato a perdere pezzi nella Qualifica Sprint, quando con un errore in uscita dalla Chapel Perez si &egrave; messo fuori dai giochi da solo. Dopo il botto di Max al primo giro della domenica, il team di Milton Keynes si &egrave; trovato ad affrontare la corsa con una sola macchina che ripartiva dalla 19&deg; posizione, e poco o niente ha funzionato. Pur con un assetto riadattato tra sabato e domenica (ritiro al sabato e partenza dalla pit-lane nel GP) il messicano ha fatto fatica a risalire, lamentando difficolt&agrave; nei sorpassi (si &egrave; spesso trovato dietro a trenini di auto a Drs aperto, una condizione complicatissima per passare) e non riuscendo ad esprimere tutto il potenziale della RB16B. Alla fine la squadra ha dimostrato di essere Verstappen-centrica chiamando ai box Checo per portare a casa il giro veloce: pur di togliere il punto aggiuntivo ad Hamilton, Horner e compagnia hanno preferito sacrificare i due punti del 9&deg; posto, che sarebbero potuti essere di pi&ugrave;, perch&eacute; Sergio negli ultimi passaggi avrebbe potuto guadagnare ancora una o due posizioni. Scelte di una squadra che reputa molto pi&ugrave; importante il titolo Piloti rispetto a quello Costruttori (e non essendo una casa automobilistica come Mercedes o Ferrari, il tutto ha una sua logica), e che si &egrave; schierata con decisione attorno al suo pilota di punta, non solo nelle dichiarazioni ma per il modo in cui non hanno esitato a sacrificare l'altra macchina pur di togliere un punto al rivale del caposquadra. Sergio cos&igrave; ha fatto suo, portando a casa un giro veloce che per&ograve;, essendo finito fuori dalla top 10, non gli garantisce alcun punto aggiuntivo. Hamilton-Verstappen, di chi la colpa? VOTA Kimi Raikkonen Con la Sprint Qualifying si era garantito la miglior casella di partenza da inizio stagione, con la piazzola numero 13 in griglia. Ma &egrave; cambiato poco per la sua domenica, perch&eacute; alla fine la saccoccia &egrave; rimasta vuota e di punti non ne sono arrivati, lasciandolo a quota 1 in classifica. E dire che la corsa non si era nemmeno messa male, con una bella partenza, da 13&deg; a 9&deg; al momento della bandiera rossa. Poi un dritto in curva 1 nelle prime fasi e soprattutto un testacoda nella parte finale di gara nel confronto con Perez, quando si trovava 11&deg; ed aveva ancora qualche speranza di concludere nei punti. Purtroppo &egrave; andata male. Sterzi a parte: Il Granpremietto serve solo a rovinare il mito della pole position Sebastian Vettel L'immagine migliore della sua domenica &egrave; quella che lo ritrae senza casco, in borghese, con mascherina e guanti di lattice neri mentre si aggira tra gli spalti ormai vuoti di Silverstone, impegnato a ripulire le tribune dall'immondizia con in mano i sacchetti della spazzatura. Ci fosse una classifica di umanit&agrave;, Sebastian Vettel sarebbe probabilmente campione del mondo, per la seriet&agrave; che mette nelle cause che sente sue. Dispiace solo che poche ore prima fosse andata male, anzi malissimo: in un weekend che si stava mettendo piuttosto bene (Q3 in qualifica, ottavo alla fine della Qualifica Sprint), era riuscito a risalire al 6&deg; posto nei primi metri di gara prima di girarsi da solo in uscita dalla Luffield mentre era affiancato a Fernando Alonso. Un errore da principiante, un altro black-out di un pilota che ogni tanto commette svarioni irrispettosi del suo palmares, uno strafalcione inspiegabile per uno che fin l&igrave; era stato perfetto nel suo fine settimana. Cos&igrave; &egrave; finita con un ritiro a 10 giri dalla conclusione, dopo aver speso una gara nelle retrovie senza avere la capacit&agrave; di sorpassare Latifi prima del richiamo ai box per il ritiro definitivo.&nbsp; Sainz: "Peccato per il pit-stop, ma macchina incredibile"       

Tanti complimenti a Lewis Hamilton, ma applausi a scena aperta per Charles Leclerc, eroico con una Ferrari inferiore. Bravissimo pure Alonso, mentre Raikkonen e Vettel sbagliano

GP Gran Bretagna: i top e flop della gara a Silverstone

La gara più drammatica e movimentata del Mondiale di Formula 1 2021 è senza dubbio il GP di Gran Bretagna. A Silverstone l’incidente al via tra Verstappen e Hamilton alla Copse condiziona tutta la gara, sospesa e poi ripresa con Leclerc in prima posizione. Tra le polemiche sulle responsabilità e le colpe tra Red Bull e Mercedes, con l’olandese schiantatosi sulle barriere a 301 km/h e finito in ospedale, la Ferrari del monegasco combatte come un Leone nella Savana e si arrende solo a due giri dal termine dalla rimonta pazzesca di Hammer. È l’inglese a vincere l’ottavo GP di casa davanti al suo pubblico impazzito in tribuna.  Ecco il meglio e il peggio del Gran Premio britannico

GP Gran Bretagna:dal k.o. di Verstappen a Hamilton 8° Re d’Inghilterra, Leclerc fa sognare i tifosi e la Ferrari

        TOP  Max Verstappen Pi&ugrave; ti senti forte, pi&ugrave; vuoi essere perfetto. Sabato, dopo la pole position, Max Verstappen sembrava pi&ugrave; infastidito per i soli 48 milliesimi di margine su Norris piuttosto che felice per il risultato. Non gli era piaciuto uscire a fare il secondo tentativo per primo, evidenziando una mania di perfezionismo tipica dei grandi. Perfetto lo &egrave; stato il giorno dopo, nella domenica che ha segnato il ritorno in massa di un pubblico che sulle colline della Stiria stravedeva solo per lui. Ha ripagato tutti quanti con una prestazione maiuscola, l'ennesima in una stagione senza sbavature. E' stato un monologo, perch&eacute; per la prima volta Max ha portato a casa il Grand Chelem: pole position, vittoria, giro pi&ugrave; veloce e gara condotta in testa dalla prima all'ultima tornata. Divenendo anche il pi&ugrave; giovane ad esserci riuscito a 23 anni, 9 mesi e 4 giorni, strappando questo piccolo record di precocit&agrave; a Sebastian Vettel, che lo aveva messo a segno al GP India 2011 con sei mesi circa di &ldquo;anzianit&agrave;&rdquo; in pi&ugrave;. Insieme al successo numero 15, il quinto della stagione in nove gare, &egrave; arrivato anche il 50&deg; podio: alla sua et&agrave; Hamilton ne aveva raccolti 21, Vettel 20, Alonso e Leclerc 12, Schumacher solamente 7. Abbastanza per dare la misura dell'impresa e della tempra di questo pilota che sembra acquisire una forza crescente ogni gara che passa. La via per il mondiale &egrave; ancora lunga, ma c'&egrave; una certezza: Max &egrave; pronto. Sterzi a parte: Red Bulla la sfida l'ha gi&agrave; vinta Lando Norris &ldquo;Che gran pilota Lando&rdquo;. Se &egrave; dirlo a Lewis Hamilton quando ancora &egrave; impegnato in gara, senza neanche aspettare la bandiera a scacchi, allora si pu&ograve; parlare di investitura ufficiale. Leggenda dice che tra piloti il talento lo si riconosce da lontano, lo si fiuta come cani da tartufo senza bisogno di starci troppo a ragionare: fu cos&igrave; per Senna con Schumi, per lo stesso Schumi con Vettel, &egrave; stato cos&igrave; per Seb, Hamilton ed Alonso quando in F1 si affacci&ograve; il giovanissimo Max Verstappen. E se Lewis Hamilton si prende la briga di fare un complimento del genere a gara in corso, vuol dire che ha un buon motivo per farlo. Quell'elogio Lando se lo &egrave; guadagnato con i primi 20 giri della corsa, quando si &egrave; tenuto dietro il connazionale trasformando la sua difesa in un'arte. Aveva dalla sua parte la straordinaria velocit&agrave; sul dritto della McLaren, ma Lewis &egrave; rimasto impressionato dal modo in cui Norris usciva da curva 1 e 2, andando subito sul gas per guadagnare metri in trazione. Metri che facevano la differenza quando la Mercedes si avvicinava con scia e Drs, ma al sette volte campione del mondo sono serviti svariati giri per vincere il duello. Dopo una strepitosa qualifica, una strepitosa gara: un altro podio, il terzo della stagione, e nona gara a punti su nove. Chapeau. Norris: "Penalit&agrave;? Perez &egrave; finito fuori da solo"  Valtteri Bottas Tra i pi&ugrave; bravi di giornata ci sono stati piloti come Sainz per la concretezza della sua gara, i duellanti Russell ed Alonso, Gasly per essere stato l'unico tra chi partiva con le morbide a salvare la baracca. Ma tra i promossi merita spazio anche uno che di spazio pare averne sempre meno, soprattutto nel suo team: Valtteri Bottas. Poco appariscente, ma efficace con il suo 2&deg; posto. Non &egrave; stato un fulmine Bottas, ma &egrave; riuscito ad essere la migliore delle due Mercedes approfittando dei guai di Hamilton, passato troppo violentemente su un cordolo danneggiando il fondo della sua vettura. La perdita di carico &egrave; stata stimata in circa 30 punti da parte di Wolff, non propriamente felice di aver perso punti nelle due classifiche per una &ldquo;scordolata&rdquo;. Bottas ha detto di aver fatto il massimo, anche se difficilmente baster&agrave; a salvare il sedile: farsi sfuggire un Russell cos&igrave; sarebbe un delitto, sebbene Valtteri sia funzionale e sia stato per tanto tempo un ingranaggio perfetto, anche se non il principale, nella macchina da guerra della Mercedes. Lewis, fresco di rinnovo, lo ha sponsorizzato anche se tutto fa pensare ad un addio del finlandese, che avr&agrave;, almeno cos&igrave; si pensa, le sue due ultime carte da giocare tra Silverstone e Budapest, dal momento che Wolff ha rimandato la decisione sul secondo sedile Mercedes nel 2022 alla pausa estiva. Bottas il suo lo ha fatto facendo meglio di Perez e mettendo una pezza laddove &egrave; mancato il suo caposquadra, poco altro avrebbe potuto fare in una doppia trasferta austriaca complicata per la Mercedes. Bottas: "Il miglior risultato possibile" La classifica Piloti   &nbsp; FLOP Sergio Perez Ne ha combinata una pi&ugrave; di Bertoldo e su questo c'&egrave; poco da stare allegri. Frettoloso in avvio con Norris, nervoso pi&ugrave; avanti con Leclerc, falloso per tutto il GP. Stavolta il Checo solitamente consistente in gara ha lasciato spazio al Checo pasticcione che &egrave; riuscito a buttare via un'occasione di portare a casa un bel podio e soprattutto di fare un altro passo avanti verso il rinnovo di contratto. Con una Red Bull cos&igrave; competitiva, &egrave; stato fuori luogo rischiare il tutto per tutto dopo soli 4 giri, peraltro all'esterno di una curva difficile e con un cliente scomodo come Norris. Serviva pi&ugrave; pazienza in quel frangente, per due motivi semplici: sulla distanza la Red Bull era pi&ugrave; competitiva di una pur ottima McLaren e soprattutto Lewis Hamilton, antagonista del suo caposquadra, era dietro e l&igrave; occorreva tenerlo. Ragione per cui c'era tutto il tempo di prendersela comoda, aspettare un momento migliore, lavorando ai fianchi Norris piuttosto che tentare un attacco alla garibaldina. Come ha detto Lando, Perez &egrave; finito fuori senza contatto alcuno rovinando la sua domenica: da l&igrave; &egrave; stata una difficile e faticosa rincorsa verso un 6&deg; posto che significa poco se non un bel potenziale non concretizzato. Si &egrave; preso due penalit&agrave;, si &egrave; scusato perch&eacute; non si &egrave; riconosciuto in quel modo di correre, ma l'asinata resta: con un Hamilton in difficolt&agrave; con il fondo, essergli finito dietro non far&agrave; contenti i suoi capi. Norris-Perez, Masi: "Scenario diverso da un incidente al primo giro"  Yuki Tsunoda Errare &egrave; umano, perseverare &egrave; diabolico. Altro GP con pochi sorrisi e parecchi dubbi su un Yuki Tsunoda che &egrave; riuscito nell'impresa non solo di beccarsi una penalit&agrave; per un'infrazione che capita di rado, ma anche in quella di ripetersi due volte nella stessa gara, ad una quarantina di giri una dall'altra. Ha tagliato la linea bianca di ingresso box e sulla punizione di 5&rdquo; (10" in tutto) non c'&egrave; neanche da discutere, perch&eacute; &egrave; uno dei pochi punti chiari e non interpretabili di un regolamento infinito. In una domenica in cui non sarebbe stato facile di per s&eacute; fare una bella gara per via dell'obbligo di partire con la morbida, la doppia penalizzazione ha distrutto le speranze di un'AlphaTauri che si &egrave; consolata con i 2 punti di Gasly, ancora una volta bravissimo ed unico dei quattro piloti a scattare con la C5 (i due della scuderia faentina e le due Aston Martin) a salvare il risultato. Per Yuki un'altra bocciatura, cosa che sta diventando pericolosamente un'abitudine. Binotto: "L'obiettivo &egrave; continuare a migliorare"  Nikita Mazepin Ad inizio weekend ha reso noto il fatto di disporre di un telaio di qualche chilo pi&ugrave; pesante rispetto a Schumacher, giustificando in qualche modo la differenza prestazionale tra lui ed il tedesco. Qualche chilo in meno fa sempre comodo e di questo bisogna dargliene atto, anche se &egrave; difficile immaginare che sia tutto e solo spiegabile con un peso maggiore della sua macchina. Inoltre dopo le qualifiche si &egrave; lamentato del comportamento che alcuni piloti hanno tenuto nel Q2, quando questi hanno violato l'accordo di non superarsi nel terzo settore prima di lanciarsi, nella situazione che ha portato Vettel, sorpreso proprio da questi piloti, a frenare Alonso. Nikita ha affermato che con lui ci sono state critiche pi&ugrave; feroci quando a sua volta si &egrave; comportato cos&igrave;, dimostrandosi infastidito dalla differenza di trattamento. In gara per&ograve; sugli otto piloti investigati per la velocit&agrave; tenuta con la doppia bandiera gialla nel punto dell'incidente che ha coinvolto Raikkonen e Vettel, solo lui e Latifi sono stati penalizzati. Non &egrave; cambiata la sua posizione finale, mentre il distacco ufficiale dal compagno di squadra &egrave; salito da 21&rdquo; a 51&rdquo;, proprio per i 30&rdquo; assegnatigli a fine corsa. Rispetto a Mick ha provato una strategia a due soste &ldquo;che non ha funzionato&rdquo;, parole sue, ed &egrave; tutto quello che resta da dire sulla sua gara. GP Austria: la gara in 5 punti        

Promossi Verstappen, Norris e Bottas, a cui va un incoraggiamento nelle settimane decisive per il suo futuro. Giornata da dimenticare per Perez, male anche Tsunoda e Mazepin

GP Austria: i top e flop

         TOP  Max Verstappen Sicuro, veloce, indisturbato. Sono gli aggettivi giusti per fare una sintesi estrema del fine settimana di Max Verstappen, alla quarta vittoria stagionale. Senza l'esplosione della gomma a Baku farebbero quattro consecutive e cinque in tutto, ma non &egrave; tempo di guardarsi indietro. Anche perch&eacute; la strada che gli si presenta davanti pare un'autostrada, ammesso e non concesso che la Mercedes non sappia come reagire. Che sia questo il massimo che pu&ograve; fare la W12 in Red Bull non ci credono e fanno bene a tenere altissimi i livelli di guardia, ma &egrave; indubbio che sia un momento favorevole al team di Milton Keynes. Un momento assolutamente da sfruttare, perch&eacute; non si sa mai. Rotture, imprevisti, errori inattesi: nel men&ugrave; la F1 ha da sempre avuto certi ingredienti, e la situazione di classifica, con Max a +18 su Hamilton, &egrave; lontana da rappresentare una condanna definitiva per la banda di Toto Wolff. Pi&ugrave; che la classifica, di certo tutt'altro che orribile, a far sorridere Verstappen sono le prestazioni, sue e della sua macchina. La RB16B assomiglia ad uno dei missili che Newey seppe sfornare tra il 2010 ed il 2013, ed era proprio da otto anni scarsi che la Red Bull non riusciva a portare a casa quattro successi consecutivi. La Mercedes, invece, non era mai rimasta a bocca asciutta per 4 GP dall'introduzione dell'ibrido, ed anche questo qualcosa vuol dire. Max in questo avvio di mondiale ha dimostrato di avere tutto per diventare campione: ha la macchina, ha il motore e soprattutto il piede. Ieri ha gestito perfettamente la fase pi&ugrave; delicata del gran premio, la partenza: &egrave; partito bene ma soprattutto ha spinto forte in uscita da curva 1 e curva 3, evitando cos&igrave; di concedere la scia a Lewis. Un giro dopo l'altro poi ha costruito un vantaggio di sicurezza, che gli ha permesso di evitare l'undercut del rivale e di chiudere in carrozza. Tra sette giorni si corre sulla stessa pista: buon per lui. Verstappen: "Tutto ha funzionato alla perfezione" Lando Norris Di questo passo il rischio di diventare ripetitivi &egrave; alto, per non dire estremo. Ma questo impongono la costanza e la velocit&agrave; di Lando Norris, uno dei migliori in griglia in queste prime otto gare del mondiale 2021. E' l'unico sempre a punti in tutte le gare del mondiale, e nelle tre volte in cui Mercedes e Red Bull hanno monopolizzato le prime quattro posizioni, lui ha sempre chiuso 5&deg;: segno abbastanza evidente di essere il migliore &ldquo;degli altri&rdquo;. Strepitoso in qualifica ma con poche illusioni per la gara, Lando ha badato soprattutto al sodo: pur partendo con la morbida non ha voluto tentare attacchi rischiosi e non ha voluto strafare in difesa di Perez e Bottas, consapevole che i due ne avessero notevolmente di pi&ugrave;. La sua &egrave; stata soprattutto una corsa di gestione, senza la minima sbavatura: Sainz &egrave; convinto che se non avesse perso tempo nello sdoppiarsi da Lewis avrebbe potuto prendere l'ex compagno di squadra, ed anche Leclerc ha tutte le ragioni per pensare che senza l'incidente al primo giro avrebbe potuto finire in quinta posizione. Pensieri leciti ma con un piccolo difetto, cio&egrave; che le classifiche non si fanno con i &ldquo;se&rdquo;.  Sterzi a parte: Visto? Hamilton non &egrave; mica ET Carlos Sainz E' mancata la qualifica, ma la gara &egrave; stata solida. Servir&agrave; da insegnamento per una Ferrari che deve trovare, ammesso lo trover&agrave; con la SF21, il giusto compromesso tra sabato e domenica per non finire sempre a soffrire in uno dei due giorni che poi vanno a decretare il risultato finale. Assetto pi&ugrave; carico che tutto sommato &egrave; piaciuto ai piloti, i quali hanno evitato di soffrire il degrado gomme risultando alla lunga i pi&ugrave; veloci dietro a Mercedes e Red Bull. Leclerc ha sbagliato e poi tappato l'errore di valutazione del primo giro, Sainz &egrave; stato meno appariscente ma anche lui molto concreto. Tempi ottimi, buona gestione (l'overcut ha funzionato molto bene), sicurezza nei sorpassi. Avrebbe avuto il passo per prendere Norris, ma Hamilton gli ha tolto questa possibilit&agrave; con qualche giro davanti a lui, con Carlos che nella fase finale di gara, pur se da doppiato, stava riuscendo ad avere un ritmo migliore dell'inglese, anche perch&eacute; a quel punto Lewis aveva ben poco da chiedere alla gara. Tra pochi giorni, per il GP Austria, l'obiettivo sar&agrave; garantirsi lo stesso passo in gara cercando di fare meglio in qualifica. Leclerc: "Tra le mie migliori prestazioni di sempre, per&ograve;..."  &nbsp; FLOP Sebastian Vettel Un passo indietro dopo tre buone prove. E' mancato Sebastian Vettel nel GP Stiria, a lungo in lotta per i punti ma senza guizzi tra sabato e domenica. Stroll si &egrave; trovato meglio con la AMR21 al Red Bull Ring, mentre il tedesco non &egrave; riuscito a mettersi in mostra. Vettel ha fatto parte del trenino in lotta per la zona punti per gran parte della corsa, ma nei duelli &egrave; stato impreciso e qualche bloccaggio di troppo gli ha fatto perdere posizioni ed un po' di ritmo, chiudendo cos&igrave; solamente 12&deg;. Stavolta la Aston Martin non ha avuto un buon passo con la dura, almeno con Seb, che infatti non &egrave; riuscito a difendere la zona punti momentaneamente artigliata dopo il ritiro di Russell, venendo passato nel finale anche dall'Alfa Romeo di Raikkonen. Lo stesso Vettel ha parlato di una gara dura in cui, con il gruppo cos&igrave; compatto, anche piccoli aspetti fanno la differenza, e certamente in squadra proveranno qualcosa di diverso in vista della seconda gara a Spielberg. GP Stiria: la gara in 5 punti  Daniel Ricciardo Sta finendo dietro la lavagna un po' troppo volte, ed a questo uno come lui non &egrave; affatto abituato. Il momentaneo calo di potenza gli ha complicato la vita (perdere posizioni in un gruppo cos&igrave; serrato &egrave; una mazzata per la propria gara), ma come velocit&agrave; l'australiano &egrave; stato ancora una volta troppo lontano da Lando Norris. Una differenza sostanziale la si &egrave; vista in qualifica, mentre in gara &egrave; pi&ugrave; difficile fare confronti diretti proprio perch&eacute; partendo cos&igrave; distanti i due sono stati protagonisti di un GP molto diverso. Norris ha potuto gestire e limitare il ritorno delle Ferrari, Daniel ha dovuto sgomitare nel gruppo facendo i conti con il calo di potenza appena accennato, una complicazione risultata decisiva per il suo 13&deg; posto finale. Correre nuovamente sulla stessa pista potr&agrave; essere un aiuto non indifferente per un pilota che ha bisogno di trovare al pi&ugrave; presto i meccanismi giusti per portare al limite la sua MCL35M. Wolff: "Mercedes disarmata nel GP Stiria"  Esteban Ocon Era partito bene, ora sembra ad un passo dalla crisi. Le settimane del rinnovo, che sarebbero dovute essere le pi&ugrave; spensierate, si stanno rivelando le pi&ugrave; difficili: tre gare senza punti, sempre lontano da Alonso, uno che se gli si lascia troppo spazio poi &egrave; in grado di distruggerti. La sensazione &egrave; che Nando abbia ripreso le misure e che per Esteban adesso si prospettino tempi difficili; negli ultimi tre GP il bilancio dice 14-0 in termini di punti e 3-0 netto in qualifica, sintomi di una situazione che al francese sta sfuggendo di mano. Semplicemente, Ocon non aveva la velocit&agrave; giusta per risalire, cos&igrave; come non l'ha avuto in qualifica, quando &egrave; stato sorprendentemente eliminato gi&agrave; nel Q1. Pure per lui correre di nuovo sulla stessa pista sar&agrave; un'opportunit&agrave; per provare a comprendere meglio cosa non abbia funzionato, anche se indipendentemente da quello serve trovare qualcosa di pi&ugrave; nel piede. Hamilton: "Non posso fare molto, servono aggiornamenti"        

Promossi Verstappen, Norris e Sainz, brutto fine settimana per Vettel, Ricciardo ed Ocon

GP Stiria: i top e flop

         TOP Max Verstappen Si &egrave; concesso un errore anche lui, ma ha ripagato il team con gli interessi. Il lungo alla prima curva poteva costare caro, ma Max Verstappen per farsi perdonare non ha neanche dovuto aspettare met&agrave; gara: con un giro fenomenale a gomme fresche dopo la prima sosta (da urlo il terzo settore), l'olandese si &egrave; riportato davanti con un undercut che ha tolto le parole di bocca alla Mercedes, la quale non si aspettava un giro di uscita cos&igrave; veloce da parte del numero 33. Max davanti ad Hamilton c'&egrave; stato solo per una quindicina di giri in tutta la corsa, e solo in nove di questi passaggi ha condotto la gara da leader. Ma &egrave; stato in testa nel momento pi&ugrave; importante, in quegli ultimi chilometri davanti a Lewis dopo una rincorsa durata venti tornate. Max Verstappen &egrave; pronto per il titolo mondiale, &egrave; proprio il caso di dirlo: con questa RB16B sta raggiungendo una simbiosi totale, per un pacchetto in grado di assaltare una pista sulla quale sarebbe stato lecito attendersi una Mercedes al comando. Invece Verstappen ha piazzato il primo hat trick della sua carriera, vale a dire pole position, vittoria e giro veloce, salendo a quota 13 alla voce successi. Il GP Francia non &egrave; stato ancora una prova, ma un altro indizio: per il sogno iridato pu&ograve; essere l'anno buono. Sterzi a parte: Honda come Leonardo Da Vinci!  Sergio Perez Tra lui e Valtteri Bottas ci sono 25 punti di distacco. Basta questo numero a far sorridere Helmut Marko, che non si sar&agrave; di certo pentito a mettere sotto contratto il messicano. Sergio sta continuando a migliorare il feeling con la sua Red Bull e ieri ha trovato il modo di sfruttare una sua dote storica, quella di saper gestire molto bene le gomme. Il suo primo ed unico pit-stop, che sembrava essere stato effettuato un po' in ritardo, in realt&agrave; &egrave; poi servito alla sua squadra per differenziare le strategie tra le due vetture, ed entrambe sono riuscite a mettersi dietro i rispettivi rivali. A Lewis Hamilton doveva pensarci Verstappen, a Sergio era richiesto andare a prendere Valtteri Bottas, nella sfida tra numeri 2 che al momento sorride di gran lunga al messicano. Nella classifica Costruttori adesso ballano 37 punti tra il team di Milton Keynes e la Mercedes, e Perez in questo senso sta dando una grossa mano. Il sorpasso di Sergio su Bottas &egrave; valso 6 punti in termini assoluti e soprattutto un'accresciuta autostima per un pilota che si sta pian piano avvicinando al vertice. Pur se con strategie differenti, il messicano ieri &egrave; giunto a meno di 9&rdquo; dal compagno di squadra in una gara senza safety car, un distacco di tutto rispetto considerando il tenore di chi guida la vettura gemella. Horner: "Rivincita per Barcellona, e sull'ala..."   Lando Norris Partenza rivedibile, ma solita costanza in gara. Su una pista ben pi&ugrave; indicata per la McLaren (non a caso &egrave; spuntato anche un Daniel Ricciardo ultimamente in difficolt&agrave;) Lando Norris &egrave; stato nuovamente il migliore degli altri, e ad oggi &egrave; l'unico pilota da inizio stagione ad essere sempre andato a punti. Nonostante la giovane et&agrave;, Lando nelle gare in cui serve saper gestire si sta dimostrando uno dei migliori, e ieri la sua corsa &egrave; stato un trattato di efficienza: ha rischiato all'inizio nei confronti del compagno di squadra in curva 1, poi si &egrave; messo a fare un'andatura molto regolare, trovando il giusto equilibrio tra consumo delle gomme e prestazione. Dopo aver rischiato il contatto nel duello con Gasly, Lando ha iniziato ad infilare un sorpasso dietro l'altro: ha passato lo stesso Gasly, quindi Leclerc, Sainz ed anche Daniel Ricciardo, che non &egrave; stato pi&ugrave; in grado di stargli dietro chiudendo a pi&ugrave; di 10&rdquo; dall'inglese. Tra i due piloti McLaren non c'&egrave; stata battaglia, con Lando che si &egrave; guadagnato il diritto di passare l'australiano grazie al suo passo gara migliore. Il team di Woking ha voluto evitare inutili battaglie ed ha avuto ragione, portando a casa un bel bottino di punti in chiave 3&deg; posto Costruttori. GP Francia: la gara in 5 punti  &nbsp; FLOP Mercedes Strategia? Assetto? Semplice prestazione? Ci sar&agrave; da discutere nei briefing tra Brackley e Brixworth sulla sconfitta al GP Francia, una corsa che anzich&eacute; riconsegnare la superiorit&agrave; tecnica alla Mercedes ha aperto scenari inattesi in seno al team campione in carica. C'&egrave; stato molto che non ha funzionato al Paul Ricard (nemmeno le cuffie di Peter Bonnington hanno funzionato, con l'ingegnere costretto ad un cambio per comunicare meglio con Hamilton), a cominciare dalla strategia. La Red Bull ha battuto la Mercedes sul piano tattico, terreno che invece aveva sempre visto la scuderia di Toto Wolff dominare. Le Frecce d'Argento sono rimaste sorprese sia dalla potenza dell'undercut dopo la prima sosta di Max (innescato proprio dalla chiamata ai box di Bottas) sia dalla rapidit&agrave; con cui la Red Bull ha scelto di effettuare la seconda fermata. Perso l'attimo per il secondo stop, restare sull'unica sosta, almeno con Hamilton, era l'unica cosa da fare: si fosse fermato, Lewis sarebbe finito sicuramente dietro all'olandese e con poche opportunit&agrave; di sorpasso, vista la velocit&agrave; sul dritto delle RB16B, mentre rimanere in pista garantiva almeno una possibilit&agrave;; una safety car, per fare un esempio, avrebbe regalato il successo all'inglese, il quale comunque stava per riuscire nell'impresa di farcela lo stesso. Gli sono risultati fatali i pochi chilometri che mancavano al traguardo al momento del sorpasso. La Mercedes piuttosto deve recriminare sul podio perso da Bottas: l'errore &egrave; stato sottovalutare la velocit&agrave; con cui Verstappen sarebbe arrivato (se Valtteri fosse riuscito a tenere dietro Max per qualche giro avremmo avuto probabilmente una classifica diversa), e quindi non comprendere che lasciare in pista il finlandese sarebbe stato completamente inutile, oltre che dannoso per la lotta al gradino pi&ugrave; basso del podio. Cos&igrave; facendo infatti Perez &egrave; finito davanti, chiudendo un sorpasso annunciato gi&agrave; da qualche giro: per una volta anche Bottas &egrave; sbottato via radio, arrabbiandosi con la squadra per non averlo ascoltato. Il finnico aveva chiesto le due soste, ricevendo risposta negativa. Ha avuto ragione, ma &egrave; stata una magra consolazione. Hamilton: "Red Bull superiore"    Ferrari Basta un dato: da quando &egrave; in Ferrari, nei GP portati a termine Charles Leclerc non aveva mai concluso cos&igrave; in basso. Lui 16&deg;, Sainz 11&deg;: nemmeno negli scenari peggiori. Qualcosa di anomalo sicuramente c'&egrave; stato nel comportamento della SF21, che aveva illuso nel sabato francese, con un quinto e settimo tempo di tutto rispetto date le caratteristiche, sfavorevoli, della pista. In gara per&ograve; la Ferrari, pi&ugrave; che un Cavallino Rampante, &egrave; stato un Gambero Rosso: i due piloti hanno perso posizioni su posizioni senza riuscire a reagire. In gara la Ferrari &egrave; stata praticamente settima forza dietro a McLaren, AlphaTauri, Alpine ed Aston Martin, oltre ovviamente a Red Bull e Mercedes. Nel finale Leclerc, pur senza motivi apparenti per spingere, non &egrave; che andasse tanto pi&ugrave; forte delle due Alfa Romeo, il che &egrave; tutto dire (ed aveva pure gomme nuove). Sainz invece, persa la posizione su Stroll, aveva ben poco da fare se non augurarsi che qualcuno dei primi dieci si fermasse per permettergli di artigliare un punticino, comunque poca roba considerando i 18 punti raccolti dalla McLaren. Nelle curve veloci del Paul Ricard, la Ferrari &egrave; letteralmente sprofondata: era certo che sarebbe stato difficile, ma la tappa di Barcellona, precisamente sei settimane fa, non faceva presupporre un disastro del genere. La Ferrari ha usurato, o meglio dire tritato, le gomme; ed &egrave; stato un consumo talmente elevato da non poter far parlare di un assetto decisamente errato, sempre al netto delle caratteristiche di un tracciato poco congeniale alla SF21. Potr&agrave; risuccedere, in condizioni simili, cos&igrave; come il Cavallino potr&agrave; farsi rivedere in quelle gare in cui avremo molte pi&ugrave; curve lente da trazione. La certezza &egrave; chi da qui a fine anno, si potr&agrave; solamente cercare di fare il meglio con il materiale a disposizione. Binotto: "Stessi problemi del 2020"  Esteban Ocon Mica un gran modo di festeggiare il rinnovo di contratto. In settimana era giunta la notizia del prolungamento tra lui e la squadra fino al 2024, tutto fatto in vista del GP Francia, gara di casa per Esteban e l'Alpine. Un annuncio cui per&ograve; &egrave; seguita una corsa difficile e senza soddisfazioni. Ocon, dopo aver cominciato piuttosto bene la stagione, nelle ultime due gare ha sub&igrave;to un parziale di 12-0 nei confronti di Alonso, apparso in gran forma tra Baku e Le Castellet. Il francese &egrave; stato battuto dal compagno sia in qualifica che in gara, ed il timore &egrave; che Fernando, prese le misure, possa iniziare ad imporsi sempre pi&ugrave; in pista ed al box. Lo spagnolo ha incontrato inevitabili difficolt&agrave; di adattamento con la RS21, ma sta crescendo e la classifica adesso dice 17-12 a favore del due volte campione del mondo. L'Alpine &egrave; una vettura che soffre il degrado ed in una gara cos&igrave; difficile sotto questo punto di vista il timore era fare una debacle: Nando invece &egrave; partito 9&deg; ed ha concluso 8&deg;, migliorando la posizione di partenza, mentre Ocon, 11&deg; al via, ha chiuso solamente 14&deg;. Una corsa di casa da archiviare in fretta per il classe 1996. Sainz: "Troppo lenti, c'&egrave; qualcosa che non capiamo"        

Promossi entrambi i piloti Red Bull insieme a Lando Norris, unica ad aver marcato sempre punti in questo inizio di stagione; dietro la lavagna Mercedes e Ferrari

GP Francia: i top e flop

Sul circuito di Le Castellet il settimo appuntamento del Mondiale 2021 vede ancora una Red Bull sul gradino più alto del podio. In quello che sembrava il circuito perfetto per una vittoria di Lewis Hamilton in realtà si trasforma in un inferno per le Mercedes che come per le Ferrari pagano carissimo il troppo degrado degli pneumatici. Così le Frecce Nere perdono il comando della gara e le Rosse invece il terzo posto nella classifica costruttori, a vantaggio di una McLaren stratosferica con Norris e Ricciardo dietro Bottas. Ecco il meglio e il peggio del GP al Paul Ricard.

GP Francia: Verstappen si diverte con la terza e beffa Hamilton, McLaren polverizza la Ferrari

        TOP  Sergio Perez Tra i due litiganti il terzo gode. Battuta scontata, ma vera: n&eacute; Lewis Hamilton n&eacute; Max Verstappen, ma Sergio Perez. Baku gli &egrave; sempra piaciuta, normale che abbia vissuto il suo miglior fine settimana in Red Bull proprio in Azerbaijan. Sarebbe stato il miglior weekend con il team di Milton Keynes anche senza la vittoria, lo dicevano le prestazioni: per quanto al messicano sia mancato il colpo finale in Q3, in gara ha recuperato subito ed &egrave; stato in grado di girare su tempi vicini a quelli di Verstappen, svolgendo il suo lavoro alla perfezione, ovvero interporsi tra il caposquadra ed Hamilton. E' stato solido, Sergio, anche quando aveva tutto da perdere: non ha sbagliato al momento della ripartenza, quando ha visto sfilare Lewis alla sua sinistra, di gran lunga il rivale pi&ugrave; pericoloso. Non si &egrave; potuto godere il giro d'onore perch&eacute; la sua Red Bull si &egrave; fermata poco dopo il traguardo, appena superata curva 1. Un brivido, con il senno di poi, ma che non ha tolto a Perez la seconda vittoria della carriera, arrivata nuovamente al termine di un GP caotico. Per lui fanno tre podi a Baku, dopo i due ottenuti con la fu Force India (2016 e 2018), e soprattutto la consapevolezza di aver fatto passi da gigante rispetto ad inizio stagione. In sole sei gare, Perez &egrave; riuscito dove non erano riusciti in due anni i suoi predecessori, ovvero Pierre Gasly ed Alexander Albon, fatti fuori proprio perch&eacute; non erano in grado di garantire prestazioni vicine a quelle di Verstappen. Max resta un osso durissimo, e batterlo sar&agrave; molto, molto complicato, ma almeno Perez ha dimostrato di aver meritato la fiducia concessagli da Christian Horner ed Helmut Marko. Da ora in poi potr&agrave; andare solo meglio, ed &egrave; quello che Sergio si augura. Rivivi le emozioni di Baku  Sterzi a parte di Mario Donnini: Vettel e la Ferrari stanno meglio divorziati Sebastian Vettel &ldquo;Un grande bacio ai ragazzi di Silverstone!&rdquo;. Il tono &egrave; euforico, l'entusiasmo contagiante, la soddisfazione enorme. C'&egrave; festa, intorno a Sebastian Vettel. Lui, il &ldquo;Driver of the day&rdquo; votato dal pubblico, che la prima cosa che risponde all'addetta della F1 che lo avvisa via radio del premio risponde &ldquo;E a te chi te lo ha dato il mio numero?&rdquo;, segno di un momento di totale liberazione dopo un inizio di stagione non facile. C'&egrave; festa intorno a lui e nella sua testa, proprio da come si evince dai team radio appena dopo il traguardo. Uscito dalla macchina, &egrave; un susseguirsi di abbracci: prima alla squadra, poi arrivano in successione Leclerc, Gasly, Alonso e poi &egrave; lo stesso Seb a cercare Perez per rendergli omaggio. Beffato in qualifica, il tedesco ha costruito il suo podio con una gestione perfetta delle gomme, con tempi di rilievo nonostante le coperture usate: &egrave; stato l'ultimo a fermarsi per la prima sosta, quando mancava solo il suo compagno di squadra ad effettuare il cambio gomme. Poi Lance &egrave; finito a muro per lo scoppio del pneumatico, e quella di Seb &egrave; rimasta l'unica AMR21 in pista: per quanto il passo fosse ottimo, sembrava impensabile il podio per la vecchia Racing Point. Invece Seb ce l'ha fatta, con calma e pazienza: ha passato Leclerc e Gasly dopo la prima interruzione e poi ha approfittato del ko di Verstappen e del lungo di Hamilton. Andare a prendere Perez era un sogno probabilmente non realizzabile: Seb aveva la gomma pi&ugrave; nuova di tutti, ma la RB16B aveva decisamente un altro passo. Va bene cos&igrave;, va benissimo cos&igrave;: dopo Monaco un altro mattone alla ricostruzione di un morale caduto in basso come non mai, dopo l'addio alla Rossa e l'inizio, difficile, con l'Aston Martin. Ma un pilota vive anche per queste giornate qui, quelle della redenzione, e per Vettel &egrave; stato certamente ci&ograve; che ci voleva. Ha dato continuit&agrave; ai suoi risultati a Baku (sempre tra i primi 4 in cinque edizioni), ma soprattutto ha regalato al marchio il primo podio della sua storia: per gli amanti delle statistiche si tratta del team numero 60 a concludere tra i primi tre, mentre per Seb si tratta del quarto team portato sul podio dopo Toro Rosso, Red Bull e Ferrari. Forse &egrave; tornata la primavera. Vettel: "Questo podio per la squadra significa tantissimo"  Pierre Gasly Pierre e Charles sono due amiconi che di tanto in tanto si trovano insieme sui go kart per divertirsi, in ricordo degli anni in cui, da ragazzini, muovevano i primi passi insieme a tantissimi altri coetanei che cullavano le stesse speranze. La sfida di ieri &egrave; stata solo un confronto con mezzi pi&ugrave; grandi e potenti per due ragazzi che a fare ruota a ruota hanno sempre avuto l'abitudine. Stavolta l'incrocio in pista lo ha vinto Pierre, uno specializzando in gare pazze: ultimamente, quando il GP non &egrave; lineare, lui lo spunto decisivo lo trova sempre. Fu 2&deg; ad Interlagos 2019, ha vinto a Monza lo scorso anno, &egrave; finito 3&deg; a Baku: c'&egrave; del materiale per parlare di un pilota maturo, solido, che sta imparando a non sbagliare soprattutto quando la preda alla portata inizia a farsi grassa. Da quando &egrave; a Faenza, ha gi&agrave; portato a casa tre podi: la retrocessione dalla Red Bull all'allora Toro Rosso, anzich&eacute; una condanna, &egrave; stata una specie di liberazione, una nuova opportunit&agrave;. Un segno che forse la promozione alla fine del 2018 fu prematura, ma che il piede c'era: aveva solo bisogno di essere sgrezzato ancora un po', senza le eccessive pressioni tipiche di un top team al fianco di uno dei peggiori compagni di squadra che oggi possano capitare, Max Verstappen. La maturazione passa anche attraverso la gestione dei momenti pi&ugrave; delicati: Pierre non ha perso la calma quando la sua power unit firmata Honda ha iniziato a calare di potenza, ed &egrave; rimasto freddo quando ha visto affiancarsi la sagoma rossa della SF2. Sorpasso prontamente restituito e massima fiducia nello staccare al limite. Un podio meritato ed una bell'abbraccio anche da parte di Charles, l'amico sconfitto. Gasly: "Non sapevo nemmeno se sarei riuscito a fermare la macchina!"  &nbsp; FLOP GP Azerbaijan: la gara in 5 punti Lewis Hamilton Un silenzio pressoch&eacute; assoluto nel giro di rientro, qualche istante senza parlare prima di aprire bocca una volta parcheggiata la vettura. Lewis Hamilton a gara finita sentiva tutto il peso dell'errore, un tipo di errore insolito per uno come lui. Non si &egrave; trattato per&ograve; di uno sbaglio strettamente legato alla guida, quanto piuttosto ad un settaggio sbagliato in vista della ripartenza. A GP concluso, le prime parole di Lewis appena arrivato al parco chiuso sono state &ldquo;Did I have the magic on?&rdquo;, vale a dire &ldquo;Avevo il magic acceso?&rdquo;, cui segue risposta affermativa del suo ingegnere Peter Bonnington. Su cosa sia questo "magic" si discute da ieri, e si tratta di un pezzo di conversazione molto interessante per quanto breve. In assenza di certezze, si possono fare solo ipotesi, e la pi&ugrave; plausibile &egrave; che quel tasto sia un parametro che la Mercedes usa in determinate condizioni. Pur avendolo spento, Lewis lo ha accidentalmente riattivato senza rendersene conto, e l'effetto &egrave; stato un bilanciamento di frenata ampiamente spostato sull'anteriore: ecco perch&eacute;, pur senza forzare la frenata, Lewis ha bloccato immediatamente le ruote finendo lungo. Con il freno disposto in prevalenza sull'asse davanti, basta un niente per bloccare. Con queste informazioni, cade anche l'ipotesi di un surriscaldamento eccessivo dei freni nel giro di preparazione in vista della partenza: Lewis sarebbe finito lungo probabilmente anche senza quel fumo che usciva dal suo impianto frenante. Dunque, ecco perch&eacute; il suo errore non &egrave; ascrivibile ad una pura svista di guida, quanto piuttosto ad una disattenzione costata carissima in fatto di preparazione per la ripartenza, a conferma di quanto tutto in F1 debba essere dettagliatamente a posto se si vuole vincere. Con quel lungo se ne sono andate le speranze di vittoria ed anche un epilogo del GP dell'Azerbaijan che avrebbe avuto del clamoroso per Lewis, che da chiudere 3&deg; aveva avuto l'opportunit&agrave; di vincere dando un colpo fortissimo al diretto avversario. Invece &egrave; successo l'impensabile, a ricordare che anche i pi&ugrave; bravi a volte sbagliano. Dopo una sfilza record di 54 GP consecutivi a punti (non si conta il GP Sakhir 2020, quando Lewis non corse causa Covid), l'inglese si &egrave; ritirato: non accadeva dal GP Austria 2018. Allora per&ograve; si tratt&ograve; di un problema alla vettura, e bisogna risalire al GP di Spagna 2016 per vedere un Lewis a mani vuote causa incidenti o errori non ascrivibili a guasti tecnici. Per ritrovare invece un arrivo fuori dai punti (cio&egrave; un GP comunque portato a termine ma fuori dalla top ten) bisogna addirittura risalire al 12&deg; posto di Barcellona 2013, quinta gara con la Mercedes. Ed anche per le Frecce d'Argento, la statistica si fa curiosa: dall'introduzione dell'ibrido non era mai accaduto di vedere una Mercedes fuori dal podio per due corse di fila. Per Toto Wolff, fanno solamente 6 punti negli ultimi due appuntamenti, una misera per una squadra abituata a vincere. Lewis racconta il suo errore  Valtteri Bottas Lo sguardo perso a fine gara, il senso di impotenza che trasmetteva mentre lo affiancava l'Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi. E fa sorridere pensare che, alla fine della fiera, la miglior Mercedes piazzata sia stata proprio la sua. Per Valtteri Bottas &egrave; stata una delle domeniche peggiori, peraltro su una delle &ldquo;sue&rdquo; piste, su un circuito sul quale, meglio di altri, aveva saputo avvicinarsi alle prestazioni di Lewis Hamilton e talvolta pure a batterlo. Niente di tutto questo per&ograve; nell'ultimo fine settimana, decisamente il peggiore nel 2021 del finlandese. Peggio pure di Imola, perch&eacute; l&agrave; le prestazioni non furono cos&igrave; scadenti come a Baku, per quanto pure in Emilia-Romagna il confronto cronometrico con Hamilton fu impietoso, ed anche perch&eacute;, contrariamente al tracciato italiano, sul Mar Caspio superare &egrave; decisamente pi&ugrave; facile. Invece Bottas &egrave; naufrato sotto i problemi di una W12 con la quale proprio non si trova: Lewis ci ha messo una pezza, lui invece non &egrave; venuto a capo di una macchina con la quale faceva fatica a portare le gomme nella giusta finestra di utilizzo, soffrendo oltremodo la precaria aderenza della sua macchina. Un fatto strano, anche perch&eacute; la Mercedes, proprio di fronte ai problemi del venerd&igrave;, aveva fatto una scelta radicale: assetti aerodinamici diversi tra le due vetture, con quella di Bottas dotata di un'ala posteriore pi&ugrave; carica; questo avrebbe dovuto significare, in teoria, velocit&agrave; di punta inferiori ma una tenua migliore nelle curve, e soprattutto un'energia maggiore da trasmettere ai pneumatici, con conseguente facilit&agrave; nel mandarli in temperatura. Tutto ci&ograve; &egrave; rimasto su carta, con Valtteri mai protagonista. E dopo sei gare, la classifica Piloti fa inorridire Toto Wolff pi&ugrave; del dritto di Lewis alla ripartenza: Valtteri &egrave; solamente sesto in classifica, dietro anche a Perez, Norris e Leclerc, a 58 punti di ritardo dalla vetta e con 54 punti in meno del compagno di squadra. Ovvio che di punteggi e graduatorie non &egrave; il caso di parlare, perch&eacute; il problema di fondo &egrave; che Bottas con questa W12 non riesce ad accendersi. Occorre ritrovarsi, anche se il vice campione del mondo 2019 e 2020 vive una situazione scomodissima: la Mercedes non ha pi&ugrave; il margine delle ultime stagioni ed anche la squadra pare non supportarlo a dovere. Incombe lo spettro di George Russell, un fantasma che sta assumendo sempre pi&ugrave; i contorni dell'incubo. Vettel: "Giusto ripartire? Chiedetelo a Lewis..."  Williams Proprio a Baku, quattro anni fa, era arrivato l'ultimo podio per il team di Grove. E per quanto stiamo parlando di una squadra che sta facendo (eufemismo) una gran fatica a risalire la china, la prova sul Mar Caspio &egrave; stata troppo negativa anche per loro. Ha funzionato poco o niente per la Williams nei tre giorni in Azerbaijan: nelle libere 3 Russell aveva accusato un problema al motore ed i meccanici avevano dovuto lavorare sodo per permettergli di scendere in pista in qualifica, ma un nuovo problema si &egrave; verificato ieri, un guasto al cambio che ha impedito a George di giocarsi gli ultimi giri di gara, quando avrebbe potuto provare a lottare per un punto, anche se sarebbe stato difficile. Latifi invece &egrave; stato penalizzato con uno stop&amp;go di 10&rdquo;, mutato in una penalit&agrave; di 30&rdquo; a fine gara per non essere passato dalla corsia box come tutti gli altri nel mentre era incidentata la vettura di Verstappen: un'incomprensione tra il canadese ed il suo ingegnere &egrave; costata la penalizzazione e l'opportunit&agrave; di arrivare un po' pi&ugrave; avanti. Senza l'infrazione, Latifi avrebbe concluso la gara al 13&deg; posto: se vi sembra poco, basti pensare che al momento &egrave; proprio il 13&deg; posto di Mick Schumacher, ereditato da Latifi, a decidere la classifica Costruttori per la nona e decima posizione. Essendo Haas e Williams entrambe a quota zero, la loro posizione viene decisa dal miglior arrivo: dopo i tre 14&deg; posti di Russell, che valevano fino alla vigilia di Baku la 9&deg; posizione alla Williams, il 13&deg; di Schumacher al momento consente al team americano di mettersi davanti. Per due squadre che economicamente non se la sono passata bene negli ultimi 15 mesi, i pochi milioni che ballano tra nona e decima posizione nella classifica Costruttori non sono da trascurare. Schumi-Mazepin, che rischio! "Vuole ammazzare entrambi?"        

Applausi per Perez, Vettel e Gasly, mentre stavolta a sbagliare &egrave; Lewis Hamilton

GP Azerbaijan: i top e flop

&nbsp;  TOP  Max Verstappen  Il bacio con Kelly, l&#39;intervista con Coulthard, l&#39;imbarazzo di avere accanto Serena Williams, la favolosa tennistica notoriamente amica di Lewis Hamilton, l&#39;abbraccio con la squadra ed il brindisi con Adrian Newey sul podio. Il post gara di Max Verstappen, nella convulsa successione di volti incrociati, aveva la costante dello sguardo fiero, soddisfatto e pieno di orgoglio da parte del nuovo leader della classifica iridata. Uno che dagli occhi capisci subito cosa gli passa per la testa, al di l&agrave; delle parole di rito. L&#39;olandese era visibilmente contento, molto pi&ugrave; di quanto le dichiarazioni facessero supporre. Mercoled&igrave;, in conferenza stampa, pensava solo a vincere, indipendentemente dalla corsa che stava per affrontare: &ldquo;A Monaco ci sono 25 punti in palio come in tutte le altre gare&rdquo;, aveva detto quasi screditando un appuntamento che come gli altri non &egrave;, punteggio a parte. Ed infatti ha ritrattato nelle interviste a GP terminato, con un &ldquo;vincere qui &egrave; speciale&rdquo;, a met&agrave; tra il pentito e la faccia di bronzo. Contava vincere davvero, indipendentemente dalla corsa del luogo, e contava vincere soprattutto con una Mercedes ed un Lewis Hamilton non in grado di impensierirlo. Il ko precoce di Leclerc gli ha spianato la strada, lui ha fatto il resto chiudendo subito la traiettoria al via su Bottas per mettersi davanti ed imporre il ritmo. Poi &egrave; stata soprattutto gestione con un&#39;attenzione particolare alle fasi di doppiaggio. Mai in vita sua Verstappen aveva vinto a Montecarlo, dove non era mai neanche salito sul podio, e mai si era ritrovato in testa alla classifica Piloti: &egrave; il 61&deg; driver della storia a riuscirci. Pura statistica, perch&eacute; il numero che conta di pi&ugrave; &egrave; un altro: essere il 34&deg; campione del mondo della Formula 1. Sar&agrave; lunga, contro una Mercedes che non vuole mollare e non moller&agrave;, pur sapendo di avere di fronte il miglior Max Verstappen che il Circus abbia fino ad adesso incontrato.    Mercedes: la ruota di Bottas verr&agrave; smontata solo in fabbrica!  Carlos Sainz  La rabbia del sabato pomeriggio, i pugni sul volante dopo aver visto esporre da parte dei commissari la bandiera rossa. Un momento che ha cambiato, forse, il fine settimana di Carlos Sainz. Lanciatissimo ad attaccare il tempo della pole position del compagno di squadra (erano in quattro a giocarsela: i ferraristi, Verstappen e Bottas), lo stop alle qualifiche lo ha relegato in quarta posizione, di certo non la migliore per provare il colpaccio. Di errori non ne ha compiuti, e questo &egrave; bastato per regalargli il primo podio da ferrarista, il terzo della carriera: Leclerc non &egrave; nemmeno partito, Bottas si &egrave; dovuto togliere di mezzo a causa di un problema al pit-stop, e lui &egrave; diventato a quel punto il primo antagonista di Max Verstappen. Ha provato pure a mettersi a caccia, Carlitos, prima di capire che non ce n&#39;era: non appena &egrave; sceso sotto i 3&rdquo; di distacco, Max ha accelerato di nuovo e quello &egrave; stato il segnale che era il momento di accontentarsi, di evitare errori inutili. Mattia Binotto non perde mai occasione di sottolineare la bont&agrave; della sua scelta e fin qui lo spagnolo gli sta dando ragione, risultando il pilota che, tra quelli che hanno cambiato team, si sta adattando meglio e pi&ugrave; in fretta rispetto agli altri. Rotto il ghiaccio con il Cavallino, ora pu&ograve; lasciarsi cullare dai sogni di vittoria.  Sainz: &quot;La Ferrari deve essere fiera&quot;  Lando Norris  Con Carlos Sainz c&#39;&egrave; un&#39;amicizia sincera e deve avergli fatto piacere condividere il podio insieme per la prima volta. Nel modo in cui Lando ha scherzato a fine gara c&#39;&egrave; tutta la serenit&agrave; che lo sta accompagnando in questo avvio di mondiale: va forte, ottiene risultati e soprattutto sta bastonando uno scomodissimo compagno di squadra come Daniel Ricciardo, ieri sportivamente umiliato con il doppiaggio. Un altro pugno in pieno volto per l&#39;australiano, che al sabato era rimasto escluso dal Q3 beccandosi oltre mezzo secondo di distacco a parit&agrave; di macchina. Il doppiaggio &egrave; stato uno smacco ulteriore, con Norris che ha fatto un gesto al compagno con la mano sinistra mentre lo sfilava nell&#39;allungo tra Santa Devota e Massenet, pi&ugrave; o meno all&#39;altezza di Beau Rivage: una sorta di &ldquo;scusa&rdquo; oppure un saluto beffardo? In contrapposizione alla sua leggerezza fuori dall&#39;abitacolo, in macchina Norris sa essere letale: non ha commesso il minimo errore con Perez alle spalle, e da solo ha salvato il bilancio McLaren nel Principato; &egrave; vero che il team di Woking ha perso 3 punti rispetto alla Ferrari, ma &egrave; anche vero che viste le premesse del sabato probabilmente la squadra inglese avrebbe firmato per subire un parziale tutto sommato molto contenuto. Tutto merito di Lando Norris.  Norris: &quot;Speciale essere sul podio qui, non pensavo sarebbe accaduto&quot;     &nbsp;  FLOP  Lewis Hamilton  Una volta ogni tanto, dietro la lavagna ci finisce anche lui. In un fine settimana da ritorno sulla Terra per lui e la Mercedes, l&#39;inglese si &egrave; mostrato insofferente, forse pure troppo, in un appuntamento cominciato in salita sin da subito. Le prove libere non lo avevano convinto, si dice che lui abbia chiesto un tipo di assetto che gli ingegneri hanno preferito non seguire, e che poi Hammer, mister 100 pole position, non sia riuscito a trovare il guizzo in qualifica come tantissime altre volte era riuscito a fare. E stavolta neanche la strategia &egrave; servita a migliorare le cose, anzi le ha peggiorate, con l&#39;inglese che si &egrave; fatto fregare dall&#39;overcut di Vettel e Perez, balzati entrambi davanti con l&#39;aiuto di Gasly, bravissimo a tenersi dietro il numero 44 dopo la sosta. A non convincere Lewis, il tempismo della chiamata: lui aveva gestito le gomme nel primo stint per andare pi&ugrave; lungo possibile (ed aveva ragione, perch&eacute; a Monaco fermarsi pi&ugrave; tardi dava maggiori garanzie rispetto ad anticipare il pit-stop), invece la squadra lo ha richiamato ai box per tentare l&#39;undercut. Il danno strategico ha preso le forme di Pierre Gasly, rimasto davanti all&#39;inglese dopo la sosta, con Lewis che a quel punto aveva ben poco da inventarsi. Non &egrave; piaciuto il modo, quasi stucchevole, di lamentarsi continuamente con la radio una volta presa coscienza dell&#39;errore tattico: sbagliare agli uomini Mercedes &egrave; capitato raramente negli ultimi anni, forse non meritavano, per una volta che sbagliano anche loro, lamentele del genere. Nessuna cattiveria, solo un tipo di delusione che uno come Lewis fatica a tenersi dentro. Frammenti di quella che &egrave; stata semplicemente una domenica no.  Hamilton amaro: &quot;Non siamo stati all&#39;altezza&quot;  Fernando Alonso  Non si smette mai di imparare, nemmeno a due mesi circa dal 40&deg; compleanno. Esteban Ocon sta facendo vivere a Fernando Alonso una situazione insolita nella carriera dello spagnolo, cio&egrave; quella di fare cose che a lui non riescono per pi&ugrave; weekend consecutivamente. Una condizione strana per uno come Fernando, anonimo come poche altre volte nel Principato. Succede, quando si resta esclusi, a sorpresa, gi&agrave; nel Q1: nel primo segmento di qualifica Alonso ha chiuso solamente 17&deg;, a mezzo secondo scarso dal compagno di squadra, per una posizione che a Montecarlo toglie ogni speranza. Nonostante la buona partenza (sorpassati Russell e Tsunoda), c&#39;era poco da inventarsi, in una situazione del genere: partito con le dure, l&#39;ex ferrarista ha provato a ritardare la sosta (box al giro 45), ma anche quello &egrave; servito a poco. Ha concluso 13&deg;, lontano da Ocon che &egrave; riuscito a portare a casa altri 2 punti. E&#39; una F1 dura per tutti, anche se ti chiamo Fernando Alonso.  Vettel, i punti grazie a strategia e battaglia    Yuki Tsunoda  La brillantezza del primo fine settimana in Bahrain ha gi&agrave; lasciato il posto ad una situazione difficile, a tratti sconcertante per il modo in cui Yuki pare approcciare i problemi. L&#39;euforia del debutto si &egrave; esaurita, ora ci sono soprattutto le difficolt&agrave;, naturali, di un debuttante che ha avuto a disposizione solamente un giorno e mezzo di test invernali prima di essere lanciato nella mischia. La mancanza di chilometri di allenamento non pu&ograve; essere una colpa per Tsunoda, ma lo &egrave; il mettersi nelle condizioni di non farne quando potrebbe: il crash nelle libere, con perdita di aderenza e toccata sul muro, ha tolto minuti in pista fondamentali per preparare bene la qualifica su una pista difficilissima come quella di Monaco. Senza il feeling giusto, Tsunoda &egrave; affondato: 16&deg; tempo, esclusione gi&agrave; in Q1 e, come per Alonso, fine settimana compromesso. Partire con le gomme pi&ugrave; dure, le C3, per poi montare le morbide molto tardi (&egrave; stato l&#39;ultimo ad effettuare la prima sosta personale di giornata, andando ai box al giro numero 64), &egrave; servito solo a sparare il momentaneo giro veloce, poi battuto da Hamilton con pneumatici freschi. Il giapponese ha chiuso 16&deg;, di fatto perdendo una posizione rispetto a come era partito (il ritiro di Leclerc lo aveva fatto scalare in 15&deg; posizione), mentre il suo compagno di squadra, gran 6&deg; tenendosi dietro Lewis per tutta la gara, ha dimostrato che la AT02 aveva un potenziale ben maggiore. Un&#39;altra lezione per il giovane nipponico, che spera di mettere in pratica gli insegnamenti gi&agrave; dalla prossima gara. Sarebbe importante, soprattutto per lui.  Wolff: &quot;Disastro Mercedes, come Leclerc&quot; 

Solo applausi per Verstappen, Sainz ed anche Norris, mentre Hamilton ed Alonso vivono un fine settimana difficile

F1, GP Monaco: i top e flop di Montecarlo

Sul circuito del Montmel&ograve; il quarto appuntamento del Mondiale 2021 Vertsappen prova a fare il miracolo contro Hamilton. Quasi ci riesce, sorpassandolo magistralmente al via. Ma dopo le 100 pole position, l&rsquo;inglese &egrave; ancor pi&ugrave; inarrestabile e si riprende la leadership del GP in Spagna a 6 giri dalla fine, spalancando l&rsquo;ala. A emozionare per&ograve; &egrave; Leclerc, che dopo aver dato del filo da torcere a Bottas, &egrave; comunque bravissimo a portare a casa un 4&deg; posto molto pregiato davanti alla Red Bull di Perez. Male invece gli spagnoli nella gara di casa: Sainz &egrave; 7&deg; mentre Alonso finisce terzultimo. Ecco il meglio e il peggio del GP a Barcellona

GP Spagna: Hamilton titanico, capolavoro di Leclerc nel meglio e peggio di Barcellona

        Con il GP del Portogallo ormai finito, &egrave; arrivato il momento di scoprire chi sono stati i top e i flop della gara. Ecco l'appuntamento consueto con le nostre pagelle, guardate qui e diteci la vostra  Chi sono i TOP Lewis Hamilton C'&egrave; sempre lui tra i top, ma come fai a non metterlo? Due vittorie su due a Portimao, secondo successo stagionale, 97&deg; affermazione della carriera. Pur senza la pole position, Lewis Hamilton &egrave; riuscito a vincere dalla seconda casella di partenza, come accaduto nelle ultime quattro volte in cui &egrave; scattato dalla seconda posizione. Come lo scorso anno, Lewis ha vinto passando in pista i rivali: Bottas nel 2020, Valtteri e Verstappen quest'anno. Sorpassi di forza, arrivati senza possibilit&agrave; di replica. Niente da fare per Max, troppo timido Bottas nel concedere spazio all'esterno, e dopo 20 giri la corsa era virtualmente chiusa. L'inglese ha ammesso di avere avuto qualche difficolt&agrave; ad interpretare Portimao, tra asfalto scivoloso e vento forte, ma ha anche sottolineato i passi avanti della W12: ed ora guarda con fiducia a Barcellona, feudo Mercedes in tutta l'era ibrida ad eccezione del 2016, quando lui e Rosberg giocarono all'autoscontro. Al Montmel&ograve;, Lewis vince ininterrottamente da quattro edizioni, e sulla pista catalana si affaccer&agrave; da favorito. Hamilton e Verstappen, rispetto reciproco Max Verstappen Ormai inizia a spazientirsi. &ldquo;Rimettessero la ghiaia...&rdquo;, si &egrave; lasciato sfuggire una volta appreso che il punto del giro veloce, anzich&eacute; a lui, era finito a Bottas. Sempre per una questione di track limits, la stessa che il giorno prima gli aveva tolto la pole position. Per carit&agrave;, il regolamento, almeno per quanto riguarda i giri veloci in qualifica ed in gara, parla chiaro. Parla chiaro, l'ormai famigerato articolo 27.3 del Regolamento Sportivo, ma non piace. Per il semplice motivo che non &egrave; bello, per l'appassionato medio, stare dietro alla faccenda dei track limits. Una faccenda che ormai risulta stucchevole, e non per fare i nostalgici, ma Max ha ragione: se i track limits stanno ormai sfuggendo di mano, meglio rimettere la ghiaia. I limiti di pista, soprattutto in questo momento, sono come quei tormentoni estivi, pi&ugrave; li ascolti e pi&ugrave; li canticchi; e pi&ugrave; vediamo togliere giri veloci, pi&ugrave; viene da parlarne. Con la ghiaia, avremmo altro di cui discutere. Nel frattempo, lui il suo lo fa: anche ieri ci ha provato, ha attaccato Lewis quando ha potuto, ma niente ha impedito all'inglese di ripassarlo. Max ha salvato il salvabile prendendosi un 2&deg; posto non scontato, con l'aiuto del team che lo ha messo nelle condizioni di tentare l'undercut: Bottas &egrave; uscito davanti, ma con gomme gi&agrave; in temperatura l'olandese ne ha approfittato per passare subito. Tre punti in pi&ugrave; che possono dire tantissimo. Hamilton: "Ho azzeccato l'attacco a Max" Lando Norris Sorpassi ad Ocon, Sainz e Perez, poi gara stabile e ritmo eccellente con la gomma media che su altre vetture &egrave; crollata, ma non sulla sua. Il Lando Norris dell'avvio del mondiale 2021 &egrave; un inno alla concretezza, con tre top-5 centrate da inizio anno. A Sakhir ha chiuso 4&deg;, poi 2&deg; ad Imola e 5&deg; a Portimao, con la quinta posizione che rappresenta il massimo piazzamento in una domenica in cui non si verificano intoppi su una Mercedes o una Red Bull. Ricciardo ha tutte le scusanti del caso, ma intanto &egrave; Lando ad essere la colonna portante di questa McLaren: 37 dei 53 punti raccolti da Woking sono suoi, tanto di cappello. Il britannico &egrave; terzo in classifica, e sta sfruttando pienamente il potenziale di un'ottima MCL35M. Nei primi tre GP, la coppia McLaren &egrave; stata l'unica ad ottenere sei piazzamenti a punti su sei, un dato incoraggiante. Ma per adesso, Lando ha una marcia in pi&ugrave; rispetto a Daniel. GP Portogallo: la gara in 5 punti &nbsp;  Chi sono i flop Kimi Raikkonen Kimi fa sempre scintille nel primo giro del Gran Premio del Portogallo. Lo scorso anno in maniera metaforica, con un primo giro da paura ed un sorpasso dietro l'altro; stavolta in senso letterale, con una tamponata alla vettura gemella di Giovinazzi in pieno rettilineo, con conseguente rottura dell'ala anteriore ed effetti speciali per i pezzi che strisciavano sull'asfalto. Gara finita cos&igrave;, dopo un giro, per Raikkonen, che ha commesso un errore degno di un debuttante. Il finlandese ha battezzato male la situazione, rimanendo forse sorpreso dall'effetto scia, dalla quale &egrave; stato risucchiato prima di riuscire a reagire e scartare alla sinistra di Antonio. Un errore pesante, anche inatteso da parte di Kimi, che finisce dietro la lavagna per la gara di Portimao. Leclerc: "Non potevo fare di pi&ugrave;" Nicholas Latifi Poche volte si &egrave; sentito un pilota ed il suo ingegnere di pista farsi i reciproci complimenti per un 17&deg; posto. Parliamo di Mick Schumacher, questo per dire quali siano le aspettative in casa Haas per questa stagione. Ma il tedesco aveva tutto il diritto di essere soddisfatto, perch&eacute; per quanto sia un risultato in apparenza insignificante, battere una Williams con questa Haas non &egrave; cosa cos&igrave; scontata. Ad essere battuto, Nicholas Latifi, il quale non ci ha fatto una gran figura a finire dietro alla VF-21 del tedesco. I due hanno dato vita ad una battaglia al limite, come si vede dagli onboard: nessuno dei due si &egrave; risparmiato. E' finita con un lungo del canadese alla Lagos, alias curva 3, con un bloccaggio che ha spianato la strada a Schumacher. Per quanto stiamo parlando di posizioni di poca importanza, per i diretti interessati non era un confronto da poco. E perderlo &egrave; una notizia pessima per Latifi. Wolff: "Ci piace questa F1" Nikita Mazepin Non &egrave; accanimento, ma una semplice constatazione. Si &egrave; distratto, non ha dato strada a Perez e si &egrave; beccato un'altra penalit&agrave; di 5 secondi per aver ignorato le bandiere blu. Si &egrave; prontamente scusato, ma &egrave; stata un'altra nota negativa. Alla ripartenza dopo la safety car era riuscito a portare a casa un bel sorpasso su Schumacher, ma &egrave; durata lo spazio di un giro, poi Mick &egrave; stato nuovamente superiore, ripassando e andandosene. Per quanro riguarda Nikita, nessun particolare errore di guida ad eccezione della bandiera blu ignorata, che di certo non passa inosservata. Ha bisogno di un po' di serenit&agrave; e di un fine settimana pulito, senza errori o penalizzazioni. Sainz: "Bene fino al giro 24, poi ho messo la media..."       

Promossi Hamilton, Verstappen e Norris, bocciatura per Kimi: che errore!

GP Portogallo, i top e flop

TOP  Max Verstappen  Di essere impeccabili ad Imola, non capita quasi mai. Ed infatti sul Santerno ha sbagliato pure lui, prima in qualifica e poi alla ripartenza dopo la bandiera rossa. Ma ha vinto, ed &egrave; questo quello che conta di pi&ugrave;. Quello che Max ha lasciato per strada al sabato, con la sbavatura alla chicane del Tamburello costata pole position e prima fila, se lo &egrave; ripreso al via della domenica, con uno scatto eccezionale dalla griglia di partenza: bruciato subito Perez, affiancato e poi attaccato Lewis Hamilton, staccando forte alla prima curva verso sinistra e restituendo il favore di Sakhir. E&#39; passato di forza, Max, senza farsi riprendere pi&ugrave;. Nei doppiaggi ha mostrato la giusta dose di grinta e determinazione, prendendosi rischi calcolati: ha attaccato ma senza rischiare troppo, ed infatti a sbagliare &egrave; stato l&#39;altro, Hamilton, tradito da un eccesso di fiducia alla Tosa. Lo stesso eccesso di fiducia che ha colpito lui, quando nello scaldare troppo le gomme si &egrave; lasciato andare alla Rivazza: se Leclerc avesse avuto meno preoccupazioni con la radio, forse avrebbe perso la posizione. Ma sono tutte ipotesi che appartengono ad una domenica irreale, perch&eacute; l&#39;olandese la posizione &egrave; riuscita a tenerla e da l&igrave; se ne &egrave; andato verso l&#39;11&deg; successo della carriera, il primo di una stagione che promette bene.  GP Emilia Romagna, la gara in 5 punti  Lando Norris  Per adesso Ricciardo non &egrave; un problema, ma solo uno stimolo per dare di pi&ugrave; e fare sempre meglio. Sul fatto che Lando fosse uno veloce non c&#39;era dubbi, ma in questo inizio di mondiale ha cominciato alla grande, salendo sul podio per la seconda volta in carriera. Lo scorso anno la top 3 la centr&ograve; addirittura alla prima gara, mentre stavolta ci ha messo due GP a regalare alla McLaren il primo spumante dell&#39;anno. Chiss&agrave; che avrebbe combinato partendo in secondo fila, se solo i track limits non gli avessero tolto la gioia di un giro super. Si &egrave; ritrovato a partire settimo, ma non ha mollato, ha lottato e sgomitato, mostrando un passo che ha costretto la squadra a chiedere a Daniel di dare strada al pi&ugrave; giovane compagno di squadra. Uno che ama ridere, uno senza puzza sotto al naso, ma uno che quando si mette il casco non pensa a niente e nessuno. La bandiera rossa ha aiutato, altrimenti prendere Leclerc sarebbe stato difficile; eppure Lando il podio lo ha meritato, anche per il modo in cui non si &egrave; scomposto con Hamilton dietro; lo ha tenuto dietro fino a quando ha potuto, poi ha alzato bandiera bianca. Consapevole che perdere punti e piazzamenti con questa McLaren sarebbe stato un delitto.  Norris: &quot;Lewis era troppo veloce, ma sono contento&quot;  Charles Leclerc  Gli &egrave; andata bene, pi&ugrave; che bene nel giro di ricognizione. Ad Alain Prost, 30 anni fa, era andata molto peggio. Ma per fortuna, quella &egrave; stata l&#39;unica sbavatura della domenica di Charles Leclerc, meritevole di un podio sfuggito solo per una bandiera rossa che ha giocato totalmente a sfavore. Ma al di l&agrave; dell&#39;amarezza, resta la consapevolezza di una Ferrari andata molto, molto bene ad Imola, se si tengono ben presenti le premesse del finale di stagione 2020. Su una pista in cui il motore conta meno, la SF21 ha dimostrato di essere una buona macchina a livello telaistico, con sempre l&#39;handicap dei cavalli in rettilineo. Svantaggio che &egrave; aumentato con la scelta del Cavallino di andare a caricare di pi&ugrave; le ali, sacrificando la velocit&agrave; di punta a vantaggio di una maggior tenuta nelle curve. Scelta che ha pagato alla grande con pista bagnata, ed infatti in quel frangente Leclerc si &egrave; preso la terza posizione su Perez mentre Sainz ha rimontato dall&#39;undicesima casella di partenza. La stessa scelta ha imposto di mostrare il fianco alla ripartenza, perch&eacute; si &egrave; vista la notevole differenza di velocit&agrave; con Norris ed Hamilton, passati sul dritto senza troppi problemi. Ma Charles Leclerc ha ben poco da rimproverarsi.  Leclerc: &quot;Abbiamo sofferto nei rettilinei, ma siamo contenti&quot;    &nbsp;  FLOP  Valtteri Bottas  Lasciamo per un attimo perdere l&#39;incidente con George Russell. Colpa sua, colpa di George? Noi propendiamo per l&#39;incidente di gara. Piuttosto, la vera domanda &egrave; un&#39;altra: cosa cavolo di faceva, Valtteri Bottas, a giocarsi la posizione con una Williams? La chiave di lettura sta tutta qui, in questa amarissima constatazione per il finlandese, alla prese con un inizio di stagione complicatissimo. Le ragioni sono innanzitutto tecniche, perch&eacute; con una Mercedes che ha perso un po&#39; di stabilit&agrave; al posteriore, ed in generale una parte del vantaggio che aveva sugli altri, Bottas non riesce pi&ugrave; ad essere incisivo. Con una macchina pi&ugrave; difficile da gestire, serve il manico. E Bottas al momento non riesce a venire a capo di questa situazione. Hamilton lo ha bastonato sia a Sakhir che ad Imola, su piste completamente diverse: ed &egrave; qui il dramma per Valtteri, incapace di reagire sia su una pista da trazione, sia su un tracciato molto diverso con pi&ugrave; curve veloci, dove serve molta precisione all&#39;avantreno. Il suo fine settimana &egrave; stato un incubo: ha sbagliato la qualifica e questo ha messo in salita la sua gara, in un GP in cui non &egrave; mai riuscito a trovare il guizzo per togliersi di mezzo dal gruppo, fino al patatrac. Adesso non ha nemmeno senso stare a rimuginare sui 28 punti di distacco che Hamilton gli ha gi&agrave; rifilato: ora serve ritrovare fiducia e prestazioni, pena ritrovarsi con un volante sempre pi&ugrave; in bilico.  Incidente Bottas-Russell, parla Wolff  Sergio Perez  Favoloso in qualifica, a 35 millesimi dalla pole e davanti a Verstappen. Ma disastroso in una gara in cui non ne ha azzeccata una. Gloria rimandata per Sergio Perez, finito dietro la lavagna nella domenica di Imola. Male al via, male al primo giro quando si &egrave; fatto passare da Leclerc, male quando ha commesso due errori in uno sotto safety car, prima perdendo la macchina e poi riprendendosi le posizioni in maniera tale da beccarsi una penalit&agrave; da parte dei commissari. In una corsa cos&igrave; caotica, correre nel gruppo non &egrave; mai un bene (il suo GP &egrave; stato reso ancor pi&ugrave; difficile dai problemi riscontrati con il volante, sostituito in occasione della sosta), ma ha peggiorato ultieriormente la situazione finendo due volte nella ghiaia. Ha provato a rimontare, ma si &egrave; fermato ad un soffio dall&#39;ultima posizioe utile per i punti, artigliata da Alonso. A dirla tutta era finito 12&deg;, ma la penalit&agrave; di 30&rdquo; a Raikkonen gli ha concesso di guadagnare una ma inutile posizione per smuovere la classifica. Una doccia fredda dopo un gran sabato, c&#39;&egrave; ancora qualche chilo di pane da mangiare per avvicinare costantemente Verstappen.  Sainz contento dei progressi: &quot;Ero tra i pi&ugrave; veloci&quot;  Fernando Alonso  &ldquo;Non mi interessa prendere un punto in pi&ugrave;, ne ho fatti pi&ugrave; di mille in carriera&rdquo;. Cos&igrave;, Fernando Alonso, rispondeva al suo ingegnere di pista ad Abu Dhabi 2018, suo ultimo Gran Premio prima del ritorno nel 2021. In quella corsa Nando chiuse 11&deg; e cos&igrave; il suo score rimase fermo a 1899 punti raccolti, diventati 1900 tondi dopo il GP dell&#39;Emilia Romagna. Ma non basta, non serve a rendere felice Fernando Alonso che, per quanto sottolinei i passi avanti a livello di feeling con la vettura, non pu&ograve; essere soddisfatto di Imola. Passi per la macchina, ma lo spagnolo le ha prese anche da Esteban Ocon. In qualifica ha rischiato l&#39;esclusione gi&agrave; in Q1 per meno di un decimo e mezzo di vantaggio su Raikkonen, e forse, senza l&#39;errore di Tsunoda, l&#39;esclusione sarebbe arrivata; in Q2 la situazione non &egrave; migliorata, ed Alonso ha finito 15&deg; con il compagno in top ten. Pure la domenica &egrave; cominciata male, con l&#39;errore mezz&#39;ora prima della partenza, mentre i piloti portavano le macchine in pista. Il dato statistico del punto guadagnato &egrave; buono solo per addolcire la giornata, ma &egrave; un brodino. Ocon &egrave; stato pi&ugrave; incisivo, pi&ugrave; in palla, mentre Nando ad Imola ha vissuto soprattutto all&#39;ombra. Ed anche la zona punti &egrave; arrivata solo per la penalit&agrave; di Raikkonen, altrimenti avrebbe chiuso 11&deg;. Manca la prestazione, ma per adesso Nando recita il ruolo dell&#39;inguaribile ottimista, sottolineando l&#39;importanza di finire questa gara per approfondire il livello di conoscenza della vettura. Ci sta, dal suo punto di vista, anche se si intravede l&#39;incubo di vivere l&#39;ennesima stagione nella mediocrit&agrave;.    Rivivi la domenica di Imola 

Promossi Verstappen, Norris e Leclerc, finiscono dietro la lavagna Bottas, Perez e...

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