        TOP  Alessandro Pier Guidi Quando qualche settimana fa gli abbiamo chiesto cosa preferisse tra Le Mans ed il campionato, ha risposto senza esitazioni: Le Mans. &ldquo;E' un sogno ed &egrave; la gara pi&ugrave; bella di tutte&rdquo;, ci aveva detto. Poi aveva legato la vittoria sul circuto de La Sarthe al campionato: &ldquo;E' chiaro che se uno vince a Le Mans, fa tanti punti ed a quel punto non puoi non pensare al campionato...&rdquo;. Chiss&agrave; se ha cambiato idea, Alessandro Pier Guidi, oppure l'ha rinforzata: a Le Mans ha vinto, niente adesso vieta di sognare ulteriormente in grande. In una gara di durata non &egrave; mai bello scomporre un equipaggio, perch&eacute; si vince e si perde insieme. Soprattutto sulla numero 51: Pier Guidi l'ingegnere, oltre che il pi&ugrave; esperto; Calado che sin da subito, prendendo a riferimento l'ultimo stint di Spa, aveva detto esserci del materiale ottimistico in vista di Le Mans; Giovinazzi che, dopo una avventura in F1 poco felice ed una in Formula E ancora peggiore, sta vivendo la sua redenzione. Tra loro tre per&ograve; Pier Guidi &egrave; ancora pi&ugrave; simbolo: viene da una gavetta infinita ed ha debuttato in classe regina alla soglia dei 40 anni, che compir&agrave; a dicembre. E' stato protagonista degli unici intoppi della 51, l'uscita di pista di notte e l'ultima ripartenza al pit-stop, lenta abbastanza per far tenere tutti con il fiato sospeso, ma &egrave; stato anche il protagonista di una rimonta allucinante nella domenica mattina di Le Mans. Quello stint &egrave; un po' il simbolo della prestazione Ferrari in Francia: si vince e si perde insieme, ma &egrave; giusto riconoscergli quella prestazione. E poi c'era lui, alla guida, al momento della bandiera a scacchi: come premio alla carriera, se lo merita. Ferdinando Cannizzo Non si fa altro che parlare di Adrian Newey, in Formula 1. Anche giustamente, guardando la carriera del genio di Stratford sull'Avone. Ma allora &egrave; giusto dare spazio anche al padre della 499P, Ferdinando Cannizzo. E' una sua creatura, questa. Nata ancora pi&ugrave; tardi della 296 GT3 (che ha recentemente portato a casa la 24 ore del Nurburgring) perch&eacute; ancora non c'era certezza sul ritorno del Cavallino Rampante in classe regina. E invece eccolo qui, il ritorno in grande stile. Lui che veniva dalla F1 dell'epoca d'oro, aveva imparato sulla sua pelle cosa significasse lavorare nei dettagli pi&ugrave; fini di una macchina come la 488 GTE, che tanti vincoli regolamentari doveva seguire. Magari questa 499P &egrave; figlia anche di quegli insegnamenti, della capacit&agrave; di andare a ricercare la finezza in un regolamento complesso e contemporaneamente con molte catene, ed &egrave; certamente figlia della capacit&agrave; della squadra di andare a mettere subito una pezza alle prime debolezze mostrate, come il degrado gomme (anche se Le Mans non &egrave; la pista peggiore da questo punto di vista). La crescita &egrave; palpabile, insomma, per questa 499P che adesso vuole subito un'altra vittoria. Intanto, Ferdinando star&agrave; benedicendo il giorno in cui ha scelto ingegneria come percorso di studi: e oggi, forse, sta vivendo l'emozione pi&ugrave; grande della sua carriera. Equipaggio Ferrari numero 50 Si sono portati a casa la pole position, si sono portati a casa il giro pi&ugrave; veloce in gara, gli unici in grado di scendere sotto il muro dei 3 minuti e 27 secondi. Lasciano Le Mans con un 5&deg; posto Fuoco, Molina e Nielsen, ma nella consapevolezza di essere stati comunque dei grandi protagonisti. Erano in lotta e ci sarebbero rimasti, se solo un sasso non avesse sfondato il radiatore dell'Ers. Hanno accumulato tanti giri di ritardo, venendo di fatto esclusi dalla lotta al vertice, ma senza pi&ugrave; niente da perdere hanno dato tutto: prima hanno messo pressione all'unica Toyota superstite, poi hanno rimontato fino ad un 5&deg; posto che non rende completamente giustizia a questo equipaggio, ma che ne simboleggia la reazione. Cadillac  Alla fine, sono stati la LMDh meglio piazzate a Le Mans. Podio per la V-LMDh numero 2 di Bamber, Lynn e Westbrook, 4&deg; posto per la numero 3 di Bourdais, Dixon e van der Zande. Considerate le prestazioni delle prime gare era quasi impensabile il podio, ed invece &egrave; arrivato un 3&deg; posto che premia una compagine capace di tenersi fuori dai guai e soprattutto capace di mostrare, oltre che una buona affidabilit&agrave; generale, anche un passo gara niente male. Chiudere con appena un giro percorso in meno (341 contro 342 di Ferrari e Toyota) &egrave; un grande vanto per la casa americana, che si gode il momentaneo terzo posto nella classifica Costruttori. Corvette Sabato sera sembrava spalle al muro, la Chevrolet Corvette C8.R. Con l'ammortizzatore destro ko, il pit-stop di emergenza ed i due giri persi dalle rivali di categoria, la numero 33 sembrava dover dire addio ai suoi sogni di gloria. E invece Keating, Catsburg e Varrone hanno dato tutto compiendo una rimonta clamorosa e piazzando la prima vittoria di categoria per il marchio. &nbsp; FLOP  Ryo Hirakawa Sar&agrave; un po' l'emblema della sconfitta Toyota. Per un giapponese su macchina giapponese, poi, fa ancora pi&ugrave; male. Prende in mano la GR010 Hybrid dopo l'ottimo stint di Hartley, che stava ricucendo sulla Ferrari; rovina tutto con un'uscita ad Arnage, quando di fatto la 24 ore si chiude. Un problema ai freni posteriori, di cui era stato avvertito, lo ha punito quando sarebbe stato il momento di dare tutto. Peccato, ci avrebbe tenuto a dare continuit&agrave; al successo del 2022 colto con Hartley e Buemi, gli stessi con cui anche quest'anno era stato chiamato a condividere la numero 8. Peugeot  Chiariamo: per certi versi il passo gara &egrave; stato anche migliore rispetto alle attese. Per&ograve; ci sono troppe ombre, sul progetto 9X8, che nasceva proprio con il chiaro intento di andar forte a Le Mans. La possibilit&agrave; di attivare prima di Toyota e Ferrari il sistema ibrido &egrave; stato certamente un vantaggio, cos&igrave; come aiutava il prototipo francese il fatto che Le Mans &egrave; pista meno impegnative per il posteriore, l'asse &ldquo;debole&rdquo;, diciamo cos&igrave;, di questo progetto. Si &egrave; pure fatta vedere davanti, la 9X8, ma alla fine &egrave; stato 8&deg; posto assoluto con la numero 93: troppo poco. Lecito adesso attendersi riflessioni; la casa del Leone sta deludendo da ogni punto di vista ed a quanto pare, per il 2024, converger&agrave; sulle scelte della concorrenza, con una veste aerodinamica nuova (reintroduzione dell'ala posteriore) e l'adozione delle gomme da 29 pollici all'anteriore e da 34 al posteriore, contrariamente alle 31 pollici utilizzate al momento su entrambi gli assi. Porsche-Penske Motorsport  E' quella che probabilmente esce con le ossa pi&ugrave; rotte di tutte. Manca l'affidabilit&agrave;, anche sulle componenti di realizzazione Porsche, che prendendo la strada delle LMDh avrebbe pi&ugrave; possibilit&agrave; di sviluppo. Arrivava in grande spolvero, la casa tedesca, con tre vetture ufficiali pi&ugrave; quella affidata al team Jota, per dare l'assalto alla 20&deg; vittoria a Le Mans. E invece i problemi sono stati tanti e insormontabili in alcuni casi, con la numero 5 unica piazzata in top 10. Non era certo un 9&deg; posto, quello che si aspettavano Porsche e Penske. La montagna da scalare &egrave; alta, anche se c'&egrave; stato qualche sprazzo di prestazione: in casa Porsche, sono convinti che il potenziale ci sia. Team Jota C'&egrave; stato un momento in cui ha sognato, il team Jota. Era davanti in due categorie, la Hypercar e la LMP2. Questo prima che la Porsche 963 numero 38, dopo una prestazone straordinaria, finisse a sbattere mentre era in testa. Il lavoro fatto nella squadra &egrave; stato eccellente, considerando che erano appena alla seconda gara con la 963, per cui il flop &egrave; pi&ugrave; per la delusione del risultato finale che per la prestazione in s&eacute;. Jack Aitken Non una grande figura, finire a sbattere nel corso del primo giro dopo aver perso la macchina in accelerazione. Per lui che nel 2020 si &egrave; tolto la soddisfazione di debuttare in F1 (in sostituzione di George Russell, a sua volta in Mercedes per prendere il posto di Lewis Hamilton, appena risultato positivo al Covid), non &egrave; stato il miglior biglietto da visita nel suo debutto a Le Mans con la hypercar Cadillac V-LMDh privata. E' poi finita con un 17&deg; posto assoluto, ma indipendentemente dall'esito, l'errore in avvio resta grave.       

Gloria per la Ferrari, con Pier Guidi simbolo dell'impresa e Cannizzo padre della 499P, ma applausi anche all'equipaggio numero 50; bene Cadillac, complessivamente bocciate Peugeot e Porsche

24 Ore di Le Mans 2023: i top e flop

La roulette di Monte Carlo colpisce ancora, anche se la pioggia non stravolge pi&ugrave; di tanto un podio deciso gi&agrave; dalla qualifica del sabato. I primi tre sulla griglia di partenza sono anche quelli che salgono sull&rsquo;Olimpo del Principato di Monaco: Verstappen, Alonso e Ocon. Purtroppo per la Ferrari invece, il padrone di casa Leclerc non riesce a sfatare la linea dei risultati negativi su questo circuito, perlomeno stavolta ha finito la gara. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a Monte Carlo

GP Monaco: ecco le pagelle della gara di Monte Carlo

Un terzo GP dell&rsquo;anno cos&igrave; non si era mai visto. A dirla tutta non si era proprio mai visto un GP con ben tre bandiere rosse e quattro partenze. Eppure questo &egrave; stato il caotico GP d&rsquo;Australia, con maxi incidenti, ben 6 ritiri (Leclerc, Albon, Russell, Magnussen, Ocon e Gasly). Dopo quasi 3 ore di gara vince Verstappen con Hamilton e Alonso alle sue spalle. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a Melbourne

Il GP d’Australia è un incubo di bandiere rosse: ecco le pagelle di Melbourne

Si alza il sipario sulla nuova stagione della Formula 1. Esordio agrodolce nel Mondiale 2023 per la Ferrari che piange e si dispera con Leclerc, costretto a ritirarsi per un problema al motore endotermico proprio mentre stava lottando per il podio. Ma la Rossa pu&ograve; accennare un mezzo sorriso con Sainz, che ha chiuso con il 4&deg; posto riuscendo a difendersi dalla Mercedes di Hamilton. A vincere per&ograve; &egrave; sempre lui: il campione iridato in carica Max Verstappen. La Red Bull riparte proprio da dove era rimasta: il gradino pi&ugrave; alto del podio. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a Sakhir

GP Bahrain:  Verstappen trionfa nella prima gara del 2023, Ferrari già tra mille problemi

Cala il sipario ad Abu Dhabi sul Mondiale di Formula 1 2022. Un anno stratosferico per Verstappen e anche per Sebastian Vettel, che con una grandissima prova di forza, chiude la sua carriera in F1 dopo 15 anni, mettendo la sua Aston Martin in decima posizione e prendendosi un punticino che vale oro. Grandissima prova di carattere anche per Leclerc che riesce a battere Perez e la Red Bull, portando il cavallino in seconda piazza nelle classifiche mondiali. Ultima corsa amara invece per Mick Schumacher. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a Yas Marina

GP Abu Dhabi: Verstappen chiude in bellezza, Leclerc batte Perez e Vettel fa piangere

Duelli, ruotate, penalità, richieste azzardate di cambi posizioni e molto altro. Succede di tutto nel GP del Brasile, dove a trionfare alla fine è George Russell che si regala il primo successo in carriera in Formula 1 e riporta una doppietta alla Mercedes che mancava dal GP del Portogallo del 2021. Ad esultare però sono anche le Ferrari, che seguono le Stelle col 3°e  4° posto e si lasciano alle spalle non solo Alonso ma anche le due Red Bull. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a Interlagos

GP Brasile: tornano le Stelle Mercedes e Russell entra nel firmamento della F1

È un Messico al Max per Verstappen, che anche sul circuito Hermans Rodriguez non lascia nemmeno una briciola alla Mercedes di Hamilton. Nonostante una gara duellante, tra i due eterni rivali ada vere la meglio è l’olandese campione del mondo che macina ancora un altro record. Lewis ha il merito però di negare il secondo gradino al pilota di casa: Sergio Perez. Per la Ferrari è invece un tragico indietro tutta, con Sainz e Leclerc sbiaditissimi. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a Città del Messico

GP Messico: Verstappen cannibale, Ferrari nel tracollo peggiore di sempre

Ad Austin vince e stracomanda la Red Bull, che si aggiudica il Mondiale Costruttori 2022 grazie alla vittoria di Verstappen e al quarto posto di Perez. Max battaglia con un super Hamilton e batte la Mercedes cos&igrave; come la Ferrari di Leclerc. Non sono mancati gli incidenti e i colpi di scena al GP Usa, su tutti quello di Sainz e Alonso. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa a stelle e strisce

GP USA: la Red Bull è campione tra i Costruttori, Hamilton e Leclerc battuti da Verstappen

Una marea Rossa, uno spettacolo che solo Monza e il GP d&rsquo;Italia possono regalare alla Formula 1. La gara tricolore vede337mila spettatori per un weekend da urlo e una gara del centenario rovinata purtroppo dalla decisione della Fia di farla finire sotto Safety-Car, dopo la bandiera gialla innescata dallo stop di Ricciardo. Vince Verstappen che per la prima volta sale sul podio dell&rsquo;Autodromo e precede Leclerc, al volante di una Ferrari stellare, e Russell su Mercedes. Peccato per Sainz, che ha davvero messo a segno una grande rimonta in quella che &egrave; stata una delle sue gare migliori di sempre. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della corsa tricolore

GP Italia: Verstappen si prende Monza davanti alla Ferrari, e la FIA fa ancora scacco matto

Un missile, talmente veloce che ha bruciato che il compagno di squadra nel GP del Belgio. Max Verstappen ha messo la firma sul nono successo stagionale, sulle 14 gare disputate, e lo ha fatto non solo rimontano epicamente dalla 14esima posizione in soli 12 giri; ma facendo mangiare la polvere a Perez e Sainz (entrambi a posto). un&rsquo;impresa che non &egrave; riuscita a Leclerc, quinto al traguardo (guadagnando ben 11 posizioni) ma poi arrivato sesto per una penalit&agrave; inflitta per non aver rispettato i track limits in pit lane e aver ostacolato Alonso. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della gara di Spa

GP Belgio: Max al Max, Sainz a podio ed Hamilton si “suicida"

Il GP di Francia è un forno incandescente per la Ferrari di Leclerc, che purtroppo si squaglia dopo 19 giri, proprio mentre era al comando. Terzo ko stagionale per Charles che spiana ancora una volta strada per la vittoria a Verstappen. L’olandese vince la settima gara stagionale e allunga in classifica piloti. Alle sue spalle ci sono Hamilton e Russell. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della gara di Le Castellet

GP Francia: Leclerc errore Mondiale, Verstappen vince e allunga

Adrenalina, terrore e gioia. È stato un GP di Gran Bretagna davvero adrenalinico, iniziato con lo spaventoso incidente che ha visto letteralmente volare Zhou oltre le barriere, dopo il mega scontro con Russell, Albon, Ocon e Tsunoda, e finito con la vittoria di Sainz. Ma non sono mancati gli errori in casa Ferrari a gettare qualche ombra sulla prestazione di Leclerc. Proprio in una domenica in cui Verstappen è scivolato in fondo alla top 10 per alcuni problemi tecnici alla sua Red Bull. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della gara di Silverstone

GP Gran Bretagna: Sainz prima vittoria indimenticabile, alla faccia di Verstappen

Una doppietta tira l’altra e non c’è un ritiro senza un bis. A Monaco sembrava che la Red Bull avesse toccato il momento più fortunato di questi primi GP del Mondiale 2022, e invece a Baku è andata meglio che mai per il team di Milton Keynes. Esattamente come nella scorsa gara, la Ferrari di Leclerc si ferma per un problema tecnico, dopo che anche Sainz era stato costretto a scendere dalla sua F1-75 per un guaio al sistema idraulico. E questa volta ne approfitta Verstappen che vince davanti al compagno di scuderia Perez, firmando così la loro seconda doppietta consecutiva. DIetro di loro un’altra coppia, quella delle Mercedes con Russell e Hamilton. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della gara di Baku

GP Azerbaijan: Leclerc e Sainz traditi dalla F1-5, Red Bull bissa la doppietta

Succede l’impensabile in Catalogna. Leclerc viene tradito dalla sua Ferrari F1-75 per la prima volta quest’anno, proprio quando dominava un GP di Spagna che profumava di vittoria. Charles perde la testa del mondiale visto che Verstappen ne approfitta, e viene favorito dalla strategia della Red Bull e dagli ordini di scuderia che penalizzano Checo. Mentre in Mercedes si riaccende una speranza: nonostante lo scontro al via di Hamilton con Magnussen, il 7 volte campione ha fatto bene a non agire impulso e a ritirarsi. Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della gara del Montmelò

GP Spagna: Verstappen vince ed è il nuovo leader, Leclerc iellato, la Mercedes c'è

Il GP di casa della Ferrari diventa un incubo per la Rossa. Chi sognava una doppietta del Cavallino si è dovuto arrendere al dominio assoluto della Red Bull e di Verstappen-Perez, che chiudono la gara a Imola sul podio insieme a un grande Norris. Costa caro a Leclerc l’errorraccio a soli 10 giri dalla fine che lo rilega dal 3° al 9° posto dopo un testacoda e uno schianto contro le barriere. Ancora peggio Sainz che non riesce nemmeno a concludere il primo giro, a causa dell’incidente con Ricciardo al via. Si salvano però gli altri due team italiani: l’Alfa Romeo e l’AlphaTauri con Bottas 5° e Tsunoda 7° . Ecco le pagelle con i migliori e peggiori della gara del Made in Italy

GP Emilia Romagna: Verstappen indomito, Leclerc e Sainz bocciati in "casa"

Un duello mirabolante, che a 3 giri dalla fine è stato vinto dalla Red Bull, ma ha tenuto comunque banco fino allo sventolamento della bandiera a scacchi. Verstappen ha battuto Leclerc nel GP d’Arabia Saudita, prendendosi la rivincita dopo il suo ritiro e la vittoria Ferrari in quel di Sakhir. La Rossa c’è e lo conferma anche il terzo posto di Sainz, che batte un Perez scivolato dopo l’incidente di Latifi dalla testa del GP alla medaglia di legno. Ma è successo di tutto a Jeddah: ecco il meglio e il peggio della gara

GP Arabia Saudita: Verstappen piega Leclerc, Sainz c’è, Hamilton soffre

Top    Ferrari  &ldquo;Something strange with the engine&rdquo;. Era in curva 13, era l&#39;ultimo giro e Charles Leclerc aveva voglia di scherzare. Ha pensato di usare le stesse parole che tre anni fa furono l&#39;inizio della fine, solo che dal box nessuno ha abboccato: i dati parlavano chiaro, stava filando tutto liscio. E dunque via, dritto fino alla bandiera a scacchi, dopo la quale mentre Binotto gli intimava &ldquo;Mai pi&ugrave; questi scherzi&rdquo;, Charles in perfetto italiano diceva &ldquo;Torre, immagino la faccia che hai fatto quando mi hai sentito, come quella del povero gabbiano che ha perso la compagna&rdquo;. Sembrano idiozie da terzo millennio, ma non lo sono: sono piuttosto il sintomo di un clima rilassato, tornato ad essere sereno e finalmente con la prospettiva di avere un futuro almeno un po&#39; pi&ugrave; tranquillo rispetto al recente passato.  Non bisogna cadere nell&#39;errore di credere che sia una stagione in discesa: anzi, il difficile viene proprio adesso, quando si tratter&agrave; di andare a sviluppare una macchina che non ha manifestato un problema sin dal primo metro di pista percorso. Funziona tutto in questa Ferrari: aerodinamica, motore, squadra e piloti. La F1-75 &egrave; figlia di un concetto aerodinamico ben studiato, unico in griglia e fin qui soddisfacente, accompagnato da una meccanica che sta funzionando benissimo: a livello di sospensioni la Rossa pare aver fatto i passi giusti, ha un&#39;ottima trazione, un&#39;ottima gestione delle gomme ed in generale &egrave; parsa senza punti deboli. Sul motore gli elogi si sono sprecati, ed i fatti parlano di una realt&agrave; completamente diversa: cinque power unit di Maranello su sei sono finite a punti e la sesta ci &egrave; andata vicino. La squadra ha effettuato soste eccezionali ed i piloti hanno corso da campioni: Leclerc &egrave; stato chirurgico nello spettacolare duello ruota a ruota con Verstappen (i due si sono salutati nel dopo gara, ed il sorriso campeggiava sul volto di entrambi), Sainz da &ldquo;studente modello&rdquo; qual &egrave; ha saputo raddrizzare una situazione che all&#39;inizio del fine settimana non lo convinceva per niente.  Adesso guai a non cadere in facili entusiasmi: per quanto super convincente, questa Ferrari ha corso e vinto solamente su un determinato tipo di pista. Servono altri indizi per avere la prova certa che lo stato dell&#39;arte, quest&#39;anno, sia rappresentato dalla F1-75: anche nel 2019, problemi di affidabilit&agrave; a parte, la SF90 sembrava un missile, ed invece lo fu solo nel dritto, mostrando pecche evidenti in curva. A scacciare brutti pensieri un secondo settore molto incoraggiante per la Rossa, a sottolineare che c&#39;&egrave; del buono anche oltre la cavalleria, insieme alla capacit&agrave; di rispondere colpo su colpo nel duello ravvicinato cos&igrave; come sul giro secco e nella gestione delle gomme. Insomma, all&#39;apparenza un progetto completo, ma aspettiamo. Altre prove sono all&#39;orizzonte, ma una certezza c&#39;&egrave;: l&#39;inizio &egrave; stato a tinte rosse.  Binotto: &quot;Orgolioso della squadra&quot;  Lewis Hamilton  Poco di cui andar fieri, se non il risultato. Un podio &egrave; oro colato per una Mercedes lontana dalla forma migliore, senza mezzi per competere per la vittoria e piena di interrogativi. Della W13 conviene parlare a parte, anche se di certo lei non rientra tra i protagonisti della giornata. Vi rientra piuttosto un Lewis Hamilton che, come sa fare lui, ha saputo massimizzare il risultato. Fortunato, certo: ma a sfruttare le occasioni bisogna essere anche bravi. Ed in una F1 che ha riportato la griglia a qualche anno fa, quando le prime tre erano letteralmente imprendibili per il resto della concorrenza, l&#39;unico vero avversario nella domenica di Sakhir per lui era George Russell. Il ragazzino arrivato per prendere, un giorno, il suo posto, ma intanto Lewis gli ha spiegato come si fa. Dietro al venerd&igrave;, ma davanti quando contava di pi&ugrave;, ovvero in qualifica ed in gara. Per George, il 44 non &egrave; stato un obiettivo raggiungibile: di problemi oggi la Mercedes ne ha altri, ma per Hamilton era importante dimostrare a tutti di essere ancora in grado di avere una marcia in pi&ugrave;. E poi, non &egrave; mai male iniziare una stagione con un nuovo record: con la terza piazza di Sakhir Lewis &egrave; andato a podio in 16 stagioni consecutive, ovvero in tutte quelle in cui ha partecipato; staccato Michael Schumacher, rimasto a 15 tra il 1992 ed il 2006.  Hamilton: &quot;Podio inaspettato, tanto lavoro da fare&quot;  Haas  Forse sono la squadra pi&ugrave; enigmatica del mondo. La loro ancor breve storia racconta di un team crollato nel suo momento migliore, ma anche risorto quando sembrava spacciato. No, quei temponi nei test non erano solo una caccia smodata agli sponsor: nascondevano una qualit&agrave; che evidentemente c&#39;&egrave;, dalle parti di Banbury. Tutta messa in questa VF-22 che non &egrave; solo motore Ferrari: quello ha dato una grande mano, come l&#39;ha data all&#39;Alfa Romeo, ma poi c&#39;&egrave; un progetto che funziona eccome. Per non parlare del pilota, partito in fretta e furia dalla Florida per vivere la sua terza, inattesa esperienza in Formula 1. Kevin Magnussen, da figliol prodigo, &egrave; stato un protagonista assoluto: ha letteralmente preso a legnate Mick Schumacher, il quale per&ograve; pu&ograve; consolarsi con una Haas che quest&#39;anno gli pu&ograve; permettere di lottare. Pazienza per l&#39;11&deg; posto di Mick, le notizie pi&ugrave; importanti sono quelle relative al cronometro: e K-Mag ha dimostrato che con questa macchina, almeno su determinate piste, si pu&ograve; essere i migliori degli altri. Con una prestazione degna da oscurare tutto il resto, compreso un traguardo molto sottovalutato ma dalla portata storica: il 10&deg; posto di Guanyu Zhou, il primo cinese di sempre in F1 capace di andare a punti alla sua prima gara.  Magnussen: &quot;La pazzia continua&quot;. Schumacher: &quot;Posso farcela anche io&quot;    &nbsp;  Flop    Red Bull  Alla fine Max Verstappen ha poco da rimproverarsi. Perch&eacute; non &egrave; lui, quello che deve farsi delle domande. Lui ha combattuto come suo solito: &egrave; stato l&#39;unico a fronteggiare le Ferrari in qualifica, &egrave; stato lui a provare pi&ugrave; volte un sorpasso andato a buon fine solo per pochi istanti. Ha lottato come fa sempre con il coltello tra i denti, difendendosi egregiamente nel finale prima di alzare bandiera bianca. Incredibile quanto si &egrave; visto, impensabile per il box Red Bull veder sparire 40 punti nello spazio di pochi chilometri. Sono tornate alle mente alcune analogie con il 2010, e non solo per la doppietta Ferrari in una gara inaugurale: anche allora c&#39;era stata una sola Red Bull, quella di Sebastian Vettel, contro due Rosse, ed anche allora il pilota di Milton Keynes dovette alzare bandiera bianca perdendo il podio, e pure allora a cogliere un 3&deg; posto insperato fu proprio Lewis Hamilton. Le analogie poi finiscono qui: perch&eacute; Seb quella corsa la concluse al 4&deg; posto, Max invece l&#39;ha terminata in corsia box. Peggio ancora per Perez, in testacoda per un blackout della RB18.  Gi&agrave;, la RB18: ma che macchina &egrave;? Per spiegarlo bisogna spulciare un po&#39; la carriera di quel geniaccio di Adrian Newey, che tra capolavori e progetti cannati in toto ha un&#39;esperienza notevole. Uno dei credo di Adrian &egrave; sempre stato quello di cercare in primis la prestazione assoluta, anche a discapito dell&#39;affidabilit&agrave;: e questo comporta dei rischi, come si &egrave; visto. Infatti, nei test la Red Bull non &egrave; quasi mai stata la vettura che ha girato di pi&ugrave; in questi anni e nemmeno in quelli in cui vinceva titoli a ripetizione. Il modo di lavorare &egrave; diverso, perch&eacute; a Milton Keynes, proprio su suggerimento di Newey, l&#39;opinione che va per la maggiore &egrave; che sia pi&ugrave; facile rendere affidabile una vettura gi&agrave; veloce piuttosto che rendere veloce una vettura che come pregio ha solo l&#39;affidabilit&agrave;. Lo svantaggio, a volte, &egrave; quello di restare fregati: e stavolta &egrave; andata cos&igrave;.  Pure nel 2010, giusto per tornare all&#39;esempio di prima, la strepitosa RB6 part&igrave; a rilento: era la pi&ugrave; veloce, ma da due potenziali vittorie Vettel ne usc&igrave; con un 4&deg; posto ed un ritiro nelle prime due gare. Newey ha sempre lavorato cos&igrave;, non cambier&agrave; di certo adesso dopo una sfilza lunghissima di titoli. Anche l&#39;anno dopo, la RB7 cominci&ograve; con ripetuti guasti al Kers, ma era talmente forte che nessuno se ne accorgeva. Questo per dire che al di l&agrave; dei grossi problemi d&#39;affidabilit&agrave;, la Red Bull c&#39;&egrave; eccome: &egrave; stata sul filo con la Ferrari, evidenziando gi&agrave; dei pregi notevoli: ha potuto permettersi di correre scarica di ali grazie ad un corpo vettura che genera tanto carico, e questa &egrave; una qualit&agrave; che potr&agrave; fare maggiormente la differenza su piste diverse. Newey li conosce, i rischi del mestiere: attenzione a darli gi&agrave; per battuti, quelli di Milton Keynes.  Horner: &quot;Congratulazioni alla Ferrari, per noi &egrave; frustrante&quot;  Aston Martin  Probabilmente non &egrave; un caso che i motorizzati Ferrari siano risorti tutti insieme, cos&igrave; come probabilmente non &egrave; un caso che dei clienti Mercedes, nel post del GP del Bahrain, si parli soprattutto in negativo. Come comune denominatore, forse, una superiorit&agrave; della Pu Mercedes non certa o addirittura perduta, in attesa di appelli definitivi. Colpa anche delle macchine, certo: ed in casa Aston Martin ci sar&agrave; parecchio da analizzare. Capire innanzitutto cosa manchi ad una AMR22 che si era presentata bene, ma che in pista ha dimostrato parecchi limiti dal punto di viste cronometrico: sia Hulkenberg che Stroll in qualifica sono rimasti fuori in Q1, ed in gara la situazione &egrave; migliorata fino ad un certo punto, con Lance un po&#39; pi&ugrave; competitivo di Hulk (era prevedibile dato che Nico non aveva mai provato un long run) ma mai veramente in lizza per dei punti. Il 12&deg; posto finale &egrave; pure migliore del previsto, aiutato dal doppio ritiro Red Bull e dalla safety car chiamata in causa per Gasly: fanno tre posizioni guadagnate, altrimenti il bilancio sarebbe stato anche peggiore.  Leclerc e Sainz, prospettive mondiali: &quot;Sarebbe un bel problema da avere&quot;  McLaren  Scomparsa. Nella maniera peggiore possibile, ovvero quella in cui sei relegato in fondo perch&eacute;, semplicemente, sei troppo lento. Dalla Spagna al Bahrain, pare cambiato il mondo per una McLaren che nello spazio di poche settimane &egrave; passata dal sognare al ritrovarsi incapace di avvicinare la zona punti. Inchiodati a lungo nelle retrovie, Ricciardo e Norris non hanno mai avuto la velocit&agrave; per ambire a qualcosa di dignitoso, considerando le speranze che avevano a Woking in vista di questo cambio regolamentare. Mentre a Barcellona tutto era andato bene, sin dalla seconda sessione di test in Bahrain sono usciti difetti, forse congeniti, di questa MCL36: i ripetuti guai ai freni hanno rallentato il lavoro in pista e questo ha impedito il raggiungimento di un chilometraggio sufficiente a scoprire altre aree della vettura. Girare meno fornisce meno indicazioni sulla monoposto, e magari doversi concentrare su un determinato tipo di problema toglie l&#39;opportunit&agrave; di avere una visione d&#39;insieme completa su altri aspetti della macchina che probabilmente avrebbero meritato pi&ugrave; attenzione. Senza dimenticare che meno chilometri significano meno dati e dunque minor materiale a disposizione per intraprendere lo sviluppo della vettura. Insomma, a Woking &egrave; gi&agrave; allarme.  GP Bahrain: i 5 temi del fine settimana   

Una Ferrari a pieni voti si prende la scena a Sakhir insieme ad un Hamilton fortunato e tenace e ad una Haas sorprendente, mentre la Red Bull affonda

GP Bahrain: i top e flop

Finale scoppiettante per una stagione davvero ricca di emozioni. Max Verstappen vince il primo titolo iridato e mette la firma nel Mondiale 2021, battendo Lewis Hamilton all’ultimo giro dopo l'ingresso della safety car quando il britannico era ampiamente in testa. Il pilota di Hasselt è il primo olandese a vincere in Formula 1 coronando il suo sogno e quello di papà Jos. Decisivo è stato l’incidente di Latifi, che ha permesso a Max di mettere le soft bruciando così al photo finish Hammer, che montava le hard da più di 30 giri. Duello che però è continuato anche dopo la bandiera a scacchi, quando le decisioni della direzione di gara (poco all’altezza della situazione) hanno portato la Mercedes a fare ricorso per due episodi sospetti tra i due rivali, entrambi poi giudicati regolari dalla FIA. Ma a Yes Marina, nell’ultima gara della Formula 1 è successo questo e molto altro. Ecco il meglio e il peggio della gara

GP Abu Dhabi, i voti: s’avvera il sogno di Verstappen, Hamilton perde a testa altissima

Un trionfo di vecchi leoni questo GP del Qatar, che non solo vede vincere per la seconda volta di fila Hamilton, ai danni di Verstappen che comunque &egrave; l&rsquo;autore di una gran rimonta, ma incorona anche Alonso. Il terzo podio dello spagnolo dell&rsquo;Alpine lascia tutti di stucco: una fame che invece non hanno avuto Sainz e Leclerc, che non sono andati oltre &ldquo;una gara conservativa&rdquo;. Ma a Losail, la prima gara a Doha della Formula 1 &egrave; successo questo e molto altro. Ecco il meglio e il peggio della gara

GP Qatar: Hamilton ne vince due di fila, Alonso Re indomito, ma la Ferrari...

TOP    &nbsp;  Lewis Hamilton  Piano piano sta riportando il mondiale dalla sua parte. E con queste prestazioni, &egrave; giusto non farsi nemmeno intimorire troppo dagli 8 punti che ancora gli mancano da recuperare a Verstappen. Non serve fare i conti, sono energie che se ne vanno per cose che appartengono al mondo delle ipotesi e delle possibilit&agrave;. Meglio essere concreti, meglio pensare ai fatti: e quelli dicono che tra Interlagos e Losail abbiamo visto una Mercedes spaventosa ed imprendibile guidata da un pilota impeccabile. E&#39; in rimonta, l&#39;inerzia &egrave; dalla sua parte anche se ancora insegue: e quando dice &ldquo;Mi sento pi&ugrave; in forma che mai&rdquo;, forse c&#39;&egrave; del vero. E c&#39;&egrave; da mettere in conto una W12 potenzialmente superiore anche in Arabia Saudita, sul velocissimo circuito cittadino di Jeddah al debutto in F1. Hamilton vuole e deve vincere l&agrave; per non consentire a Max di andare ad Abu Dhabi con troppi punti di vantaggio, condizione che metterebbe l&#39;olandese nella condizione di poter gestire. Condizioni che adesso il numero 33 non ha, pena una Mercedes tornata strepitosamente al vertice. Del resto, era da inizio maggio che Hamilton riusciva ad infilare due vittorie consecutive, e se c&#39;&egrave; riuscito adesso un motivo forse c&#39;&egrave;. Campionato a parte, &egrave; giusto dare spazio alle statistiche: vincendo a Losail Lewis si &egrave; imposto sul 30&deg; circuito differente della carriera, vincendo il 30&deg; GP diverso (inteso come denominazione ufficiale dell&#39;evento); ed anche con le pole ha fatto 31 inteso come tracciato differente ad averlo visto scattare davanti a tutti, con almeno una pole fatta in 29 GP diversi. Curiosit&agrave; inutili per la corsa iridata, numeri di grido a contorno di una carriera travolgente.  &nbsp;  Wolff, ecco la ricetta iridata  &nbsp;  Max Verstappen  E adesso? E adesso &egrave; dura. Non c&#39;&egrave; da scherzare con lo spettro di un mondiale ancora poco definito ma che nasconde insidie e preoccupazioni che in casa Red Bull fanno bene ad avere. Si fa presto a dire che Max &egrave; il leader del mondiale, si fa presto a dire che ha guidato da dio per tutta la stagione. Eppure &egrave; qui, con 8 punti di vantaggio ad un paio di appuntamenti dalla fine ma in una condizione di inferiorit&agrave; tecnica evidente nelle ultime due gare che spaventa anche per le prossime due. Tra Interlagos e Losail ha salvato il salvabile, riducendo da 14 ad 11 i punti persi nello scontro diretto ricorrendo a Sprint Qualifying in Brasile e giro veloce in Qatar. Punticini utili per galleggiare, per tenere a distanza un Hamilton in formato mondiale. In Arabia Saudita avr&agrave; il primo match point iridatodella carriera, ma fa bene a non pensarci. Tutto pu&ograve; succedere, in un verso e nell&#39;altro, e Jeddah pare proprio una pista fatta apposta per avere sorprese. Non tanto cronometriche (la W12 &egrave; fortemente candidata al ruolo di prima forza) quanto quelle legate a incidenti, safety car e variabili tattiche. In Qatar Max ha corso perfettamente, con una rimonta forsennata nei primi giri dopo aver commesso una leggerezza che non avrebbe dovuto commettere in qualifica: cos&igrave; si &egrave; precluso l&#39;unica possibilit&agrave; di infastidire Hamilton al via del GP. Bandiera gialla a parte, poi ha continuato a non sbagliare niente: ma ora gli serve una RB16B di nuovo al top dopo essersi preso quattro decimi abbondanti nelle ultime due qualifiche.  &nbsp;  Verstappen: &quot;Bene il giro veloce, sar&agrave; dura fino alla fine&quot;  &nbsp;  Fernando Alonso  Rispolverare il mondo che ci circondava sette anni fa, nel giorno del suo ultimo podio, fa un certo effetto. Lui e Raikkonen condividevano il box in Ferrari, Vettel era ancora compagno di squadra di Ricciardo in Red Bull, Lewis Hamilton nella sua straordinaria bacheca aveva appena uno dei suoi sette titoli mondiali. Eravamo all&#39;alba dell&#39;era ibrida, in quel 2014 nefasto per Alonso, che quel giorno a Budapest aveva portata vicino alla vittoria una F14-T che vincente proprio non era. Corse alla grande Fernando, in quelle ultime settimane prima di decidere di dire addio a Maranello per gettarsi nel progetto targato McLaren-Honda. Un fallimento, senza se e senza ma, dal quale Nando ha avuto bisogno di fuggire per cercare soddisfazioni in altri lidi: cos&igrave;, nei 2674 giorni che gli sono serviti per salire nuovamente su un podio di un GP di F1, ha fatto in tempo a tentare l&#39;assalto alla 500 Miglia di Indianapolis, a vincere il titolo nell&#39;Endurance, a trionfare per due volte alla 24 Ore di Le Mans e ad imporsi pure alla 24 Ore di Daytona, oltre a togliersi lo sfizio di vivere l&#39;esperienza della Dakar. Se ne era andato dalla F1 dicendo che non aveva senso correre senza possibilit&agrave; di vincere, &egrave; tornato in una F1 che gli offre al momento pi&ugrave; o meno le stesse possibilit&agrave; ma con la scommessa del 2022, un anno in cui sogna una macchina al vertice. Il fuoco dentro, nonostante i 40 anni di et&agrave;, &egrave; ancora ardentemente acceso.    Alonso: &quot;Sussurravo alle gomme! Non voglio aspettare altri sette anni per un podio&quot;  &nbsp;  FLOP    &nbsp;  Ferrari  Ferrari al di sotto delle aspettative? &ldquo;Un po&#39;&rdquo;, secondo Charles Leclerc. &ldquo;No&rdquo;, secondo Mattia Binotto. All&#39;esterno si pu&ograve; dare la forma che si vuole, ma la sostanza quella resta: a Losail Alpine ed Aston Martin sono state complessivamente pi&ugrave; competitive, soprattutto i francesi, e questo non &egrave; un bene. Ma in un anno del genere &egrave; tutto relativo alle ambizioni ed ai veri obiettivi: per cui, se la McLaren prende l&#39;ennesima batosta, ci sta non essere troppo demoralizzati. L&#39;aver preso paga da due vetture che di solito la paga la prendono, ma restare comunque davanti al team color papaya (in termini di punti), evidenzia un fatto costante in questa annata: la SF21, Montecarlo a parte, non &egrave; mai stata una macchina capace di grandi exploit, differentemente dalla stessa McLaren velocissima a Monza e non solo a Monza, ma ha quasi sempre saputo adattarsi alle condizioni ed ai circuiti, per cui complessivamente alla distanza &egrave; riuscita ad emergere nella lotta del centro gruppo. La SF21, soprattutto nella seconda met&agrave; del campionato, &egrave; stata la vettura pi&ugrave; versatile dopo Mercedes e Red Bull, e questo &egrave; comunque un dato positivo, perch&eacute; miglioramenti ce ne sono stati: Binotto ha paragonato le preoccupazioni di Losail a quelle del Paul Ricard ed in effetti la Rossa della Francia, per fortuna, non si &egrave; pi&ugrave; vista. Poi &egrave; vero che il Qatar &egrave; stato un mare di mediocrit&agrave;, addolcito dalla foratura finale di Norris: senza quella, Lando sarebbe stato imprendibile per Sainz e Leclerc, dando uno sguardo completamente diverso alla trasferta ferrarista nel Golfo Persico. Per Maranello, dunque, ci sta la bocciatura da un punto di vista cronometrico nonostante il risultato finale non sia stato pessimo.  &nbsp;  Sainz: &quot;Gara noiosa, non mi piace gestire&quot;  &nbsp;  McLaren  Nella peggiore delle ipotesi Lando Norris sarebbe arrivato 5&deg;, se Perez lo avesse ripreso e passato, ma di certo sarebbe arrivato davanti alle due Ferrari. Con quel piazzamento l&#39;inglese si sarebbe garantito, da solo, un bottino complessivamente migliore delle due SF21, ma la foratura lo ha tolto di mezzo dando il colpo probabilmente definitivo alle speranze di Woking in chiave 3&deg; posto nel Costruttori. Ricciardo &egrave; tornato l&#39;ombra di se stesso, con un solo piazzamento a punti (5&deg; in America) nelle ultime cinque gare, un apporto insufficiente per lasciare nelle mani del solo Norris l&#39;incombenza dello scontro con la Ferrari. Il trittico tra Messico, Brasile e Qatar per la McLaren &egrave; stato un bagno di sangue: appena 4 punti raccolti contro i 57 della Ferrari, un bilancio di -53 che ha fatto sprofondare la squadra diretta da Andreas Seidl 39,5 punti dietro al Cavallino. Il crollo prestazionale &egrave; stato verticale, come se in fabbrica ormai si fosse deciso di pensare al 100% al 2022, togliendo tempo alla preparazione del singolo evento anche al simulatore per concentrarsi sul nuovo modello che ormai ha forme e caratteristiche concrete. A questo calvario finale mancano appena due gare, poi anche a Woking si potr&agrave; definitivamente voltare pagina.  &nbsp;  Sterzi a parte: Fernando III? E&#39; il nome di un re  &nbsp;  AlphaTauri  Una brutta, bruttissima batosta. Inattesa e, per questo, ancora pi&ugrave; dolorosa. Uno stop forse definitivo alle speranze di finire davanti alla Alpine nella classifica Costruttori, con quel 5&deg; posto che rappresenterebbe il miglior risultato di sempre a Faenza. Purtroppo per la ex Minardi, il Qatar ha visto un parziale di 25-0 per i francesi, ora avanti appunto di 25 lunghezze, probabilmente troppe a due gare dalla fine. A caldo, Gasly e Tsunoda non si spiegavano la debacle giunta alla conclusione di un fine settimana fin l&igrave; andato benone, con due macchine in Q3 e Pierre addirittura in prima fila dopo le penalit&agrave; di Bottas e Verstappen. Entrambe le AT02 hanno dovuto anticipare la sosta: Yuki aveva una visiera a strappo bloccata sull&#39;ala posteriore che gli ha fatto perdere punti di carico aerodinamico, ed &egrave; servito un pit-stop anticipato per rimuoverla; per il francese invece la chiamata prima del previsto &egrave; stata dovuta ad un consumo anomalo dell&#39;anteriore sinistra. Fermarsi troppo presto ha obbligato il team ad andare sulle due soste, ma nonostante questo il consumo delle gomme &egrave; stato piuttosto elevato e non c&#39;era il passo per recuperare. Una giornata a dir poco frustrante ed una grande delusione da digerire.  &nbsp;  GP Qatar: i 5 punti del fine settimana 

I tre uomini sul podio si prendono tutti i complimenti del caso, con menzione speciale per Fernando Alonso che torna nella top 3 dopo oltre sette anni; deludono Ferrari e McLaren, giornata disastrosa per l&#39;AlphaTauri

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