La Formula1 degli iscritti fantomatici

La Formula1 degli iscritti fantomatici

I britannici li chiamano con la sigla DNA "Did Not Arrive", sono i piloti che, regolarmente iscritti non si sono mai presentati alla partenza di un GP. Accone alcuni casi, forse strani, a volte curiosi, addirittura eclatanti. 

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20.03.2020 16:45

Lo strano caso di Herbert Muller

Ma nel vivo della faccenda ci entriamo eccome esaminando invece la strana storia di Herbert Muller. L’amatissimo specialista della Targa Florio in real tà nella F.1 iridata non correrà mai. Oddio, per fortuna c’è da registrare una sua presenza nel Gp di Pau non valido per il mondiale, nell’edizione 1963 con una Lotus 21, ma nient’altro. Eppure di possibilità ne avrebbe ben due in più, ma ci si mette sempre il diavolo di traverso. Nella seconda metà degli Anni ’60, il suo mentore Filipinetti gli rimedia una Eagle di seconda mano, ma, proprio quando stanno per partire le prime domande d’iscrizione, l’olandese Rob Slotemaker sfascia la macchina in una sessione di prove private. Fuori una. Per la chance ulteriore tutto pare a posto, perché per il Gp d’Italia 1971 la Jo Siffert Automobiles rileva da John Surtees una Lotus 72A già appartenuta a Rob Walker per farci correre Graham Hill a fine 1970 e la mette a disposizione per Herbie, che trova anche uno sponsor, la Villiger Tobacco, destinata poi a legare il suo nome alla Shadow, nella seconda metà degli Anni ’70. L’iscrizione c’è, i soldi pure, ma in quel weekend di Muller e della Lotus neanche l’ombra. Perché? Non lo sapremo mai con certezza, penso. Ma una mezza e plausibile spiegazione si può azzardare. Il Gp d’Italia 1971 vede la magistratura italiana a pieno ritmo al lavoro sul caso relativo alla morte di Rindt nel crash in prova alla Parabolica, l’anno prima, con una Lotus 72 ufficiale. La paura del sequestro, spinge Chapman a portare solo la 56 a Turbina, sotto le insegne del World Wide Racing, nome finto creato alla bisogna per non dover rispondere di un atto della magistratura italiana avverso la Lotus stessa. La sola 72 - seppur privata -, in pista e quindi sequestrabilissima, sarebbe quella di Muller, il quale, per stare dalla parte dei bottoni, lascia perdere la cosa. La successiva morte del patron Siffert a Brands Hatch, per un crash in una gara di F.1 non valida per l’iride, manda tutto a monte per sempre...


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