Editoriale del Direttore: con Kubica la F.1 ha perso l’Occasione

Editoriale del Direttore: con Kubica la F.1 ha perso l’Occasione

Vi raccontiamo tutta la verità sul sogno svanito di Robert 

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Andrea Cordovani

18.12.2017 16:42

La grande occasione persa dalla Formula Uno con Robert Kubica è la storia di copertina che caratterizza questo numero doppio di Autosprint, che è stato chiuso in redazione domenica 17 dicembre e che rimarrà in edicola fino al 2 gennaio. Non c’è stato un lieto fine in quella che doveva essere la favola per il polacco che correva incontro alla sua seconda occasione dopo aver lottato come un leone per ritrovare un posto in quel Circus che pareva non l’avvesse mai dimenticato. Invece Kubica s’è trovato le porte chiuse proprio quando sembrava in procinto di essere (ri)entrato. In questo numero vi raccontiamo tutti i retroscena di un’operazione che fa ancora discutere. E discutere farà anche il test che Antonio Giovinazzi si appresta a fare nei rookie test che si terranno a Marrakech il prossimo 14 gennaio,  all’indomani del secondo round della Formula E. Il terzo pilota della Ferrari salirà su una monoposto elettrica della Ds Virgin solo per vedere l’effetto che fa. Ma è inevitabile che il suo test inneschi rimandi al futuro che possono essere di diversa lettura e che analizziamo nelle pagine di Autosprint-E

Il prossimo numero di Autosprint sarà in edicola martedì 2 gennaio. Una data da segnare sul calendario visto che quel giorno uscirà anche un Autosprint Collection dedicato alla grande epopea dell’Alfa Romeo nel mondo delle corse. Un numero speciale da 132 pagine che trasuda di passione e riporta alla luce un mito con un passato glorioso e che nel 2018 rivivrà nell’operazione di marketing con la quale il Biscione grifferà la Sauber. Un volume con storie inedite, interviste esclusive e grandi firme per raccontare una delle pagine più belle del Motorsport che gonfia il cuore di orgoglio tricolore. 

È una domenica triste quella nella quale è stato chiuso questo numero di Autosprint. Stroncato da un male incurabile ci ha lasciato il nostro collega Marco Ragazzoni. Aveva solo 60 anni e da tempo lottava in silenzio, con estrema dignità e tanto coraggio. Per più di vent’anni aveva lavorato nella nostra redazione spinto da una passione inesauribile. «I’m Italian journalist». Quante volte gliel’avevamo sentito dire, alle ore più impensabili, a caccia di news in giro per il mondo. Amava visceralmente la sua professione, non si tirava mai indietro. Un uomo molto onesto. Con un alto senso dell’etica, dell’altruismo. Un romantico di questo mestiere per il quale ha speso grandi energie e profuso un impegno encomiabile. Personaggio vero, diretto, a volte fumantino, pronto a difendere le proprie idee  ma non ad imporle. Tutti commossi ci stringiamo alla moglie Enza e alla famiglia di Marco in questo momento di dolore profondo. 


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