In edicola un nuovo  Autosprint Gold Collection: Audi Quattro, la rivoluzionaria

In edicola un nuovo  Autosprint Gold Collection: Audi Quattro, la rivoluzionaria

Il numero di ottobre è dedicato alla vettura che con la sua trazione integrale ha sconvolto il panorama tecnico della specialità

22.10.2021 ( Aggiornata il 02.12.2021 17:02 )

Preceduta da dosi abbondanti di scetticismo, rivoltando terra e pietrisco, danzando in maniera perfetta su neve e ghiaccio, dribblando con destrezza tutte le difficoltà sui terreni a scarsa aderenza, quaranta anni fa sulla scena dei rally irrompe l’Audi Quattro. La specialità viene sconvolta dalla più grande rivoluzione tecnica della sua storia. Con la sua trazione integrale la vettura della Casa di Ingolstadt manda in pensione tutta la generazione precedente di vetture e rivali.

È una sorta di anno zero, una chiara linea di demarcazione: il prossimo numero di Autosprint Gold Collection (in uscita da sabato 23 ottobre) è dedicato a una grande regina. Nella maniera di pensare a un’auto da rally l’arrivo della Mini a metà degli Anni Sessanta aveva avuto un impatto determinante sulla specialità, con l’Audi Quattro e l’introduzione delle 4x4 si compie un salto nel futuro clamoroso. L’intuizione di un tenace e abile ingegnere, Jörg Bensinger, e la coraggiosa lungimiranza di Ferdinand Piëch, all’epoca giovane capo dello sviluppo tecnico del marchio Audi, innescano una rivoluzione nei rally e una svolta nell’immagine del costruttore di Ingolstadt. Nessuno, fino ad allora, aveva pensato di affrontare la sfida con una quattro motrici. L’avvio dell’avventura disorienta.

È Hannu Mikkola a sviluppare il nuovo mostro. Quando scende dalla Quattro dopo il primo, breve, test con il prototipo, ancora siglato A3, l’asso finlandese è letteralmente frastornato. Quella che sarà la Quattro ha un potenziale incredibile, inimmaginabile. Ecco come Hannu (scomparso nel febbraio di quest’anno proprio a quaranta anni esatti dalla conquista della prima vittoria iridata della Quattro al Rally di Svezia) ricordava quel primo contatto: "Era davvero impegnativa, parecchio sbilanciata. Passava dal sottosterzo nella fase di inserimento in curva, al sovrasterzo che era molto evidente in accelerazione. Ma soltanto perché era tutto nuovo, il turbo e soprattutto le quattro ruote motrici. Avevo a che fare con parametri fino ad allora sconosciuti. L’azione combinata della sovralimentazione e delle quattro ruote motrici era davvero strepitosa. Avevo guidato il futuro".


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