L'editoriale del Direttore: Tutti a Imola con passione!

L'editoriale del Direttore: Tutti a Imola con passione!

La Ferrari nel GP più vicino metterà in campo delle evoluzioni della SF-23 e l'effetto boost dato dalla passione dei suoi tifosi

Andrea Cordovani

15.05.2023 ( Aggiornata il 16.05.2023 09:39 )

Imola passione pura. Lo strilla il poster del GP dell’Emilia Romagna. Lo conferma la storia di un circuito che festeggia 60 anni dalla prima volta della F.1 in riva al Santerno. Lo raccontano le immagini, con quei serpentoni color rosso vermiglio che si rincorrono dalla Tosa alla Rivazza, appunto, la collina della passione. Torna a battere forte il cuore di un circuito che lo scorso 25 aprile ha festeggiato i 70 anni di vita. Qui la storia è cominciata nella primavera del 1953 in configurazione prettamente motociclistica. Dieci anni più tardi arriverà la F.1 con Jim Clark e la Lotus 25 che lasciano la prima grande firma sull’albo d’oro di quel GP non ancora valido per il Mondiale. È tempo di ricorrenze ed emozioni forti in questa cattedrale delle corse tornata a occupare un posto tra le elette del campionato quando ormai quasi tutti avevano perso le speranze di rivedere in azione le monoposto di F.1 dopo anni bui e difficili. Ma Imola è ancora qui, con le sue storie e il suo enorme passato che in questo mondo non basta più per garantirsi un futuro. Ma Imola è un pezzo della nostra storia che non potrà mai essere cancellato.

Il Mondiale di F.1 sbarca in Europa e da Imola inizia un tour de force bello tosto con GP a raffica, dentro a una stagione che finora è stata solo una riserva di caccia privata della Red Bull. Proprio in riva al Santerno nel 2022 è iniziata la grande escalation verso la conquista del titolo iridato. Approdata in Italia con un distacco importante dalla Ferrari, la truppa guidata dalla premiata ditta Horner-Marko seppe assestare un blitz fondamentale. La rampa di lancio per stoppare l’avanzata della Rossa e dare avvio a un dominio che dura ancora adesso. Per batterla domenica prossima serve soprattutto un gran lavoro di fantasia da parte di tutti i rivali con una Ferrari che farà leva sul grande cuore del proprio popolo per provare a regalare sorrisi dentro a un inizio di stagione tutto in salita.

Addio a Giotto Bizzarrini

LA MORTE DI BIZZARRINI

È morto nei giorni scorsi a Rosignano, all’età di 96 anni, Giotto Bizzarrini, ingegnere-collaudatore che ha realizzato le iconiche Ferrari come la 250 GTO e la Testa Rossa. Una delle leggende del mondo dell’automobile. Era nato a Quercianella (in provincia di Livorno giugno del 1926. Aveva il destino già nel nome: Giotto. Nei secoli dei secoli l’emblema della perfezione. Giotto è il nome che aveva ereditato dal nonno che al liceo classico era riuscito ad appassionare alle scienze anche Guglielmo Marconi. Dopo la laurea in ingegneria a Pisa, Bizzarrini muove i primi passi nel reparto Sperimentazione dell’Alfa Romeo, per poi approdare alla Ferrari, nel 1957, assumendo il ruolo di capo di Collaudi ed esperienze. Nello stesso anno collabora anche con il reparto corse della scuderia del Cavallino e diventa il responsabile tecnico per l’ultima 1000 Miglia di sempre, in occasione della quale interviene sull’impianto frenante (montando ceppi in lamiera d’acciaio) della 315 S che taglierà per prima il traguardo guidata da Piero Taruffi. A lui si devono non solo alcune importanti sportive italiane, ma anche importanti motori da competizione e capolavori ingegneristici come il V12 Lamborghini. Nel 1964 si mette in proprio. Fonda la Prototipi Bizzarrini (poi semplicemente “Bizzarrini”) per produrre delle GT fatte in Toscana: nel 1965 vede la luce la 5300 GT Strada, oggi una rarità per collezionisti. Alla famiglia giungano le condoglianze di Autosprint.


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