In una Formula 1 in cui la McLaren e Lando Norris vanno sempre più convinti a caccia del Titolo, Verstappen viene punito per una parolaccia e non esclude di mollare
Fuochi d’artificio incendiano il cielo sopra Singapore al culmine di una notte da lunghi coltelli nella quale si allungano due ombre gigantesche. Quelle di Lando Norris e Max Verstappen. Uno domina in pista con una McLaren clamorosamente devastante e alla fine, sfatto dalla fatica, ha una faccia che è un punto interrogativo. L’altro si prende tutta la scena in un paddock avvolto da fottute tenebre, dopo essere stato punito con grande sprezzo del ridicolo dalla Fia e minaccia l’addio alla F.1. Mentre il Mondiale danza sul precipizio di una stagione che si sta incendiando sempre di più con una battaglia che promette scintille fino alla fine, arriva una polemica della quale proprio non se ne sentiva il bisogno e che dovrebbe far riflettere non tanto chi la subisce ma chi la irroga con un cipiglio totalmente fuori luogo.
Con una lunga cavalcata accarezzando brividi e muretti, Norris artiglia la terza vittoria dell’anno e sul gradino più alto del podio sembra più pensare al latte finora versato che al successo appena incassato. È una grande iniezione di fiducia in vista del rush finale ma con la consapevolezza che non sarà semplice avere ragione di un Verstappen per niente intenzionato a mollare la presa e ancora favorito nella corsa al titolo iridato. Con 52 punti a dividere il due volte campione del mondo dall’impaziente inglese quando mancano cinque Gp prima della fine è abbastanza chiaro che sarà super-duello fino all’ultima curva dell’ultima gara dell’anno. Tutto può succedere in questo campionato dove la McLaren sta viaggiando a ritmi infernali ed è ora lanciata alla conquista di un Mondiale Costruttori che a Woking manca dal 1998. Una vita.
Ma nella corsa al titolo Piloti il vantaggio accumulato da Max potrebbe fare la differenza al netto delle tante occasioni perdute da Lando in una stagione che finora ha avuto troppi alti e bassi.
Ci sarà tempo per fare calcoli e analisi nelle prossime tre settimane mentre la F.1 si sposta da Singapore ad Austin ma a tenere banco oltre alla corsa per i titoli iridati ci sarà sicuramente il faccia a faccia tra la Fia e Verstappen dentro a un confronto che neanche avrebbe dovuto esserci tanto è figlio di regole che è bene ribadirlo non sono assolutamente vangelo e che in questo caso sono state applicate in maniera assurda, speciosa, irritante. «Se non è più possibile essere sé stessi, è meglio non dire nulla. Si diventa un robot, non è così che dovrebbe essere in questo sport. Smettere non è un problema. Io rimarrò sempre me stesso e non cambierò. Queste cose decidono sicuramente anche il mio futuro. Non puoi essere te stesso, altrimenti devi affrontare questo tipo di sciocchezze. Penso che ora, nella fase della mia carriera, non si voglia avere a che fare sempre con queste cose, è davvero stancante: certo, è bello avere successo e vincere le gare, ma una volta che hai ottenuto tutto questo, vincendo campionati e gare, vuoi anche divertirti».
Non si può certo dire che quello di Max sia un fottuto pensiero. E la sua innocua parolaccia che non offende nessuno diventa un boato che deve per forza costringere tutti a un’approfondita riflessione.
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