Red Bull, i soliti sospetti

Red Bull, i soliti sospetti
“Il fondo si deforma”. E la Fia lo controlla a 300 gradi

30.10.2013 ( Aggiornata il 30.10.2013 11:22 )

C’era da aspettarselo: la Red Bull ha appena stravinto matematicamente i due mondiali Piloti e Costruttori, e subito fioriscono i sospetti. Stavolta almeno vengono da una fonte autorevole: Gary Anderson, ex progettista di Jordan e Stewart Grand Prix, oggi commentatore tecnico per la Bbc, la televisione britannica. L’oggetto del contendere è il “bib”, ovvero la porzione di fondo piatto che si estende, davanti, sotto il telaio. Sappiamo che la Red Bull utilizza un assetto fortemente “picchiato”, con l’anteriore molto più basso del posteriore (che ha regolazioni piuttosto rigide). Se è così, si sono chiesti in tanti, come fa la RB9 a strisciare sull’asfalto con l’avantreno senza danneggiare questo fondo? Proprio un anno fa, in India, ci fu una polemica post-gara poi risolta dimostrando che il fondo toccava perché si era rotto un piccolo sostegno. Stavolta invece Anderson ha ipotizzato una deformazione “termica”, basandosi forse anche sulle immagini delle telecamere a infrarossi oggi disponibili sulle pay-tv. Secondo Gary, la parte anteriore del fondo poteva flettere verso l’alto sotto l’effetto del riscaldamento, grazie a materiali specifici. In questo modo si può portare l’avantreno ancora più vicino al suolo favorendo due effetti: il diffusore lavora meglio (perché aumenta l’angolo con l’asfalto) e altrettanto fa l’ala anteriore. La Fia ha preso per buoni i sospetti di Anderson e a Noida ha effettuato una verifica. Addirittura scaldando il “bib” fino a 300 gradi. Risultato: nessuna deformazione. Se la Red Bull ha un segreto, non è certo questo. La regina, fino a prova contraria, è pulita. (a.a.)

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