Webber: la mia vita dopo la F.1

Webber: la mia vita dopo la F.1
«Non tornerò presto in un paddock». E aiuta il diavolo di Tasmania

25.11.2013 ( Aggiornata il 25.11.2013 15:57 )

Da oggi, Mark Webber non è più un pilota di Formula Uno. Quello che è stato il suo ambiente dal 2002 a oggi, attraverso quattro squadre, ora non gli appartiene più. E non sembra rimpiangerlo tanto. A 37 anni, «né vecchio né giovane» come dice lui, è pronto all’impegno con la Porsche a Le Mans. «Da un certo punto di vista, è un sollievo. La F.1 è stato il mio ambiente per tanto tempo, ma è arrivata l’ora di una nuova sfida. Non penso che tornerò tanto presto su un paddock da Gran Premio, magari due o tre volte all’anno lo farò, ma di certo con uno spirito molto più rilassato». Mark viene dal New South Wales, ma da sempre è legato ai paesaggi e all’atmosfera della Tasmania, la stupenda isola a sud dell’Australia continentale. Dove vive il “Tasmanian Devil”, il ferocissimo carnivoro marsupiale reso famoso - e simpatico - dai cartoni animati. E oggi minacciato di estinzione. Webber è appassionato di sport e grazie a cinque edizioni del “Tasmanian Challenge”, sfida di resistenza fisica con trekking, bici e nuoto (che gli costò anche una frattura alla tibia per un incidente in allenamento) ha raccolto fondi per difendere il “Diavolo”. «Fino ad ora ho raccolto un milione e mezzo di dollari australiani, per il salvataggio del Devil e per il programma Whitelion di assistenza all’infanzia». Fatti, non parole. Ma per qualche giorno almeno, Mark si rilasserà nella sua villa non lontano da Silverstone, con Ann e i suoi cani. «Non mi dispiace staccare la spina per un po’, accendere il camino e godermi un bicchiere di vino».

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