Philippe Streiff parla di Schumi

Philippe Streiff parla di Schumi
Oggi l'ex pilota F1 ha visitato il tedesco ed è relativamente ottimista

03.01.2014 ( Aggiornata il 03.01.2014 20:18 )

Fra tutti quanti hanno finora visitato Michael Schumacher all'ospedale di Grenoble, Philippe Streiff è il primo che ha rilasciato una dichiarazione personale (a parte cioè quelle ufficiali di Sabine Kehm) alle telecamere di SkySport. Dopo essere uscito dal centro medico, infatti, il pilota francese costretto sulla sedia a rotelle dopo un incidente in prova nell'89 ha parlato abbastanza liberamente dando alcune conferme e opinioni personali. «Ho parlato con Gerard Saillant (medico personale e amico di Schumacher, ndr) e mi ha spiegato che il corpo di Michael - ha confermato Streiff - è tenuto costantemente a una temperatura di 35-36°C perché in questo modo il fisico rallenta le sue funzioni normali e può recuperare più facilmente. Anche per questo è tenuto in coma farmacologico. Hanno già operato un primo ematoma sulla parte destra della testa e poi un secondo sulla parte sinistra, meno importante. Si tratta di un trauma per certi versi simile al mio, che mi ha reso tetraplegico. Nel suo caso però il trauma è stato laterale, per cui il rischio è che resti emiplegico, quindi paralizzato sulla parte opposta del corpo. Ma aggiungo che è seguito dai migliori medici del mondo, è assistito pienamente dalla famiglia e dunque potrà dedicare il 100% del suo impegno alla riabilitazione, per cui sono sicuro che saprà reagire. In più ha 45 anni ed è in piena forma (ovviamente si riferisce a quella atletica al di là dell'incidente, ndr): per altri la situazione sarebbe ben diversa, invece lui potrebbe anche recuperare ad una vita completamente normale». Ovviamente Streiff parla a titolo proprio senza essere un medico e lasciando spazio a impressioni e speranze personali, ma resta il fatto che è l'unico che abbia avuto contatti con Schumacher e con la famiglia e che successivamente abbia detto qualcosa in merito, oltretutto sulla base della sua sfortunata esperienza simile. Maurizio Voltini

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