Analisi test F1: sono prove... affidabili?

Analisi test F1: sono prove... affidabili?
Prematuro condannare i team “non-Mercedes”, a partire da Ferrari

02.03.2014 ( Aggiornata il 02.03.2014 17:44 )

Dopo tre turni di prove precampionato, fra quello di Jerez e i due di Sakhir, dovremmo essere qua a “spaccare i millesimi” parlando di tempi e distacchi. Invece forse il dato più significativo - e preoccupante - sta nella quantità di interruzioni causate dalle avarie: 8 bandiere rosse solo oggi nell’ultima giornata. Quando cioè le vetture sono - o sarebbero - al massimo grado di sviluppo. E invece stanno ancora alla ricerca dell'affidabilità. Prendiamone atto: le nuove power unit sono sistemi di una complessità allucinante e pure chi sembra essere più avanti nella loro definizione e messa a punto, vale a dire la Mercedes (riferendoci al marchio della stella come motorista), non è per questo al sicuro da nulla. Perché oggi anche le monoposto a propulsione teutonica hanno avuto problemi. A cominciare dallo stesso team AMG Mercedes, che ha saltato la mattinata per problemi al cambio (l’erogazione lo “uccide”?). Ma anche la Williams, pur se loro parlano di aver percorso talmente tanti km (quasi 1400 in quest’ultima tornata fra Massa e Bottas) che ad un certo punto il V6 ha ceduto per sovralavoro. Però per McLaren vi sono state altre noie più generiche e anche la Force India alla fine causa una bandiera rossa. Sul versante Ferrari, la squadra di Maranello si pone sempre a ridosso (magari non come tempi, ma come posizione sì) di chi svetta sul momento, ma anche in questo caso non mancano le noie, sempre in agguato. Questo pur valutando che pure chi monta il V6 turbo del Cavallino se la sta cavando discretamente, sia la Sauber che la Marussia: notevoli i 177 giri che la squadra svizzera ha fatto percorrere a Sutil e Gutierrez oggi, mentre la MR03 ha patito problemi elettrici. Se poi passiamo alle squadre Renault, la situazione diventa quasi drammatica: anche oggi la Red Bull ha lottato con i problemi, pur facendo nettamente meglio di ieri. Certo, l’avaria vera è stata ai freni, ma va sottilineato che proprio aver girato poco non ha permesso di mettere ben a punto il sistema brake-by-wire (cioè la parte di potenza frenante dovuta al Kers) e questo può aver influito. La Lotus oggi è finita in fiamme (come ieri la Sauber) mentre la Toro Rosso se l’è cavata discretamente fra giri percorsi e crono. Perché se il motorista francese può portare l’esempio della Caterham che girando onestamente ha accumulato oggi ben 106 giri con Kobayashi, l’ha fatto però con prestazioni deprimenti. Insomma, proprio la Caterham può diventare un simbolo: quello di una vettura che farebbe fatica a passare le qualifiche (non la Q1, ma proprio il limite del 107%) ma potrebbe risultare l’unica a finire il GP... Certo, sarebbe clamoroso, e tutto sommato parliamo di una possibilità estrema. Ma considerato come nemmeno i team con motore Mercedes hanno la certezza matematica di percorrere un GP senza inconvenienti, se le cose dovessero andare in modo sfortunato per i migliori (e la legge di Murphy spinge in questo senso) avremmo una gara decisa dal fatto di non fermarsi. E se andasse davvero male, persino nessuno che taglia il traguardo! Ok, siamo alla fantasia o all’esagerazione, ma non all’impossibilità matematico-statistica. Da un certo punto di vista, questa incertezza su prestazioni e affidabilità è una buona premessa per avere un GP interessante - o burlesco - a Melbourne. Restando sul lato della ragionevolezza, tuttavia, è quasi sicuro che i vari dati e l’esperienza con i nuovi propulsori ibridi daranno i loro frutti in questo paio di settimane, per cui è lecito aspettarsi che alcuni problemi vengano risolti e i sistemi vengano fatti lavorare meglio e con maggior armonia. Dunque che i divari diminuiscano, per cominciare. E anche il rischio di un’ecatombe. Quindi i tifosi Ferrari non si autoflagellino (ancora) per il secondo di differenza con Williams e Mercedes. La Ferrari sta ancora un po’ inseguendo, ma è sempre andata avanti, e soprattutto non ha ancora finito di farlo. Fermo restando che riuscire a vedere il traguardo all’Albert Park equivarrà a una fortissima probabilità di arrivare fra i primi 10, per cui anche Marussia e Caterham potranno avere le loro 2 ore (altro che 15 minuti) di gloria mondiale. Anzi, forse il loro campionato e i “bonus” di fine anno, potrebbero giocarsi proprio lì. Maurizio Voltini

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