Il Brasile appoggia la "rivolta" di Massa

Il Brasile appoggia la "rivolta" di Massa
Ma la Williams non sta gestendo al meglio quanto accaduto fra lui e Bottas in Malesia

03.04.2014 ( Aggiornata il 03.04.2014 11:14 )

In Brasile, la rivolta di Felipe Massa agli ordini di squadra della Williams sta diventando una sorta di “delirio” nazionalistico. Una specie di liberazione, per un paese che in passato aveva visto i suoi piloti, Barrichello e Massa, varie volte messi in secondo piano rispetto alle priorità del team per cui correvano. “L’ho fatto per la mia carriera e per quello che ritengo giusto”, ha detto con enfasi Felipe Massa al termine della gara. In Brasile ora si invocano gli sponsor brasiliani del team Williams: Banco do Brasil e Petrobras, a mandare un segnale forte alla Williams perchè questo non si ripeta in futuro, considerando che Massa era arrivato alla squadra inglese con l’aspettativa di essere il leader. Sulla questione Williams, Niki Lauda, direttore del team Mercedes ha detto: “Massa si è comportato bene, i piloti sono così, corrono sempre per sè stessi. Io avrei fatto la stessa cosa e probabilmente anche in nostri piloti si sarebbero comportati allo stesso modo. Questo è un problema che in futuro potremmo dovere affrontare.” La Williams comunque ha gestito malissimo la cosa, e Claire Williams, per la prima volta di fronte ad un problema non pianificabile in anticipo, ha dimostrato tutti i suoi limiti nel gestire la squadra. Imbarazzata e nervosa, a fine gara ha detto: “Sono situazioni difficili”, poi è scappata a nascondersi nella sua hospitality. Ai box era assente il ben più esperto Pat Symmonds e la gestione in pista era affidata a Rod Nelson, che per giustificare l’operato della squadra, ha finito per rendere ancora tutto più deprecabile: “Non si trattava di un ordine di squadra, ma di una indicazione perchè Bottas aveva le gomme più fresche di 5 giri rispetto a Massa e probabilmente poteva attaccare Button con più incisività. Se all’ultimo giro non fosse riuscito a passare la McLaren, eravamo già d’accordo che avrebbe restituito la posizione a Massa”. Avete capito, ora non basta l’ala mobile posteriore, a togliere ogni dignità agonistica e sportiva ai sorpassi, ma siamo davanti anche agli ordini usa e getta da parte dei box. Come dire che Massa doveva far passare Bottas, poi se lui non riusciva a passare Button, allora doveva farsi risuperare dal brasiliano. Evviva! Poi non meravigliamoci se i circuiti ormai sono mezzi vuoti e gli indici televisivi della audience della F.1 stanno crollando dovunque. A forza di volere manipolare e condizionare questo sport dall’esterno, sono riusciti a trasformarlo in una specie di wrestling. Dove almeno però i lottatori fanno più ridere. Cesare Maria Mannucci

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