Gp d’Austria, una gara molto "nostra"

Gp d’Austria, una gara molto "nostra"
Negli Anni ’80 era considerata la terza corsa italiana dopo Monza e Imola

19.06.2014 ( Aggiornata il 19.06.2014 16:46 )

Negli Anni ’70 e ’80 Zeltweg non era solo la sede del Gp d’Austria, ma qualcosa di più e d’assai diverso, per i tifosi italiani. Rappresentava, dopo Monza, il secondo Gp tricolore e, dopo l’avvento di Imola nel giro iridato, quindi a partire dal 1980, la terza corsa di casa nostra. A due passi dal confine, verde, accogliente e amica. In fondo erano bei ricordi a legare fin dall’inizio i tifosi Ferrari all’Austria. La prima corsa che vide la massima formula impegnata a Zeltweg, fu nel 1963 e vinse Jack Brabham su Brabham-Climax, ma, attenzione, si corse su un rudimentale tracciato ricavato dalla locale superficie aeroportuale. L’anno dopo la gara era valida per il mondiale, e resterà indimenticabile per il trionfo, l’unico in F.1, del compianto Lorenzo Bandini su Ferrari. Fu guardando l’anfiteatro naturale ai piedi delle montagne circostanti che si pensò a un tracciato di Formula Uno che fosse degno di tale nome e nacque così l’Osterreichring, il quale nel 1969 ospitò anzitutto una prova del Mondiale marche vinta dalla Porsche 917 di Siffert-Ahrens, e l’anno dopo accolse il Circus iridato, col trionfo di Jacky Ickx con la Ferrari 312B. Da lì in poi l’Osterreichring divenne un classico per la F.1, per almeno tre buone ragioni: la pista stupenda, fatta di saliscendi, impegnativa quanto selettiva per la meccanica, le medie altissime, culminate con i 235,359 km/h sulla distanza, fatti segnare da Mansell nell’era turbo con la Williams-Honda nel 1987, e la mutevolezza e l’imprevedibilità del clima in grado di regalare alla corsa sviluppi monsonici e risultati inattesi ed entuasiasmanti, come l'acquazzone che propiziò il trionfo di Vittorio Brambilla su March nel 1975, piuttosto che i colpi di scena e i testacoda a non finire della rocambolesca edizione 1978, con la vittoria di Ronnie Peterson su Lotus. Il 1987 fu anche l’anno delle tre partenze per una serie impressionante di collisioni multiple al via, per le quali fu accusata l’esiguità della sede stradale. La volontà degli organizzatori di non ampliare la larghezza del rettilineo di partenza fu una delle ragioni dell’uscita dell’Osterreichring dal giro iridato. In fondo i proprietari della pista avevano già litigato con Ecclestone nel 1979, quando si erano rifiutati di trasmettere il Gp in diretta Tv internazionale, per una polemica sui diritti televisivi. Morale della favola, per dieci anni la pista uscì dal giro iridato, per tornare nel 1997, praticamente dimezzata quanto snaturata e ribattezzata A-1 Ring. La F.1 ha continuato a solcare le verdi colline d’Austria fino al 2003, quando si pensava che il tracciato potesse essere smantellato per ospitare una serie d’insediamenti voluti dal nuovo proprietario, Dietrich Mateschitz, patron della Red Bull. Così non è stato: al contrario, negli ultimi anni, lo stesso Mateschitz ha speso per riammodernare la pista e per farla tornare nel giro mondiale, l'ha battezzata Red Bull Ring e il Gp d’Austria torna ora a essere una realtà.

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