Hamilton e la sindrome da scaricamento

Hamilton e la sindrome da scaricamento
Rosberg per Lewis sta diventando un’ossessione

17.07.2014 ( Aggiornata il 17.07.2014 10:43 )

«Non mi interessano i tempi di Ricciardo, voglio sapere quelli di Nico...». «Sì, ma guarda negli specchietti, c’è Ricciardo e non Nico dietro di te». Stralcio di conversazione fra Lewis Hamilton e il suo muretto, durante uno degli ultimi Gran Premi. Per il campione del mondo 2008, il compagno di squadra sta diventando un’ossessione. Cerca sempre di seguirne e, quando può, di anticiparne le mosse (tranne ovviamente il matrimonio). E adesso ci si mette anche quel rinnovo di contratto, che garantisce a Rosberg una carriera in Mercedes almeno fino al 2017. Annuncio strategico, quello che riguarda Nico, perché arriva alla vigilia del Gp di casa. Strategico ma non strettamente necessario, perché Rosberg aveva comunque un contratto confermato fino alla fine del 2015 e nessuna vera alternativa. È troppo leggerlo come un segnale per Hamilton? Probabilmente c’è del vero. Dopo nove gare, i due piloti sono quasi appaiati, appena 4 punti di distanza. Il contratto di Nico è stato adeguato anche finanziarmente, che succederà a quello di Lewis, che dovrebbe arrivare fino al termine della prossima stagione? È chiaro che, se vuole prolungare oltre quel limite, la Mercedes non avrà nessuna intenzione di mettersi nelle due mani, visto che ha dimostrato di poter vincere con entrambi. Il prezzo lo farà la squadra. E Lewis potrebbe trovarsi a scambiare la certezza del futuro per un taglio di stipendio. «Finora - confessa Hamilton - sono stato sulla difensiva». Ammesso sia vero, adesso è il momento di andare all’attacco. Per ristabilire le gerarchie. E per liberarsi dall’ossessione del suo amico dei tempi del kart.

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