Se hai una monoposto da terza fila - quando va bene - il minimo da fare è non complicarsi la vita. Non è questo, chiaramente, che hanno pensato in Ferrari. Risultato:
Kimi Raikkonen 17° in griglia,
fuori dalla Q1. Escluso e buttato indietro nelle prove dalla Marussia dell’ottimo Bianchi, il che è tutto dire.
Mancavano pochi minuti alla fine della sessione e
Kimi aveva un tempo di 1’26”792, con gomme medie.
“Con quella mescola facevo più fatica - confessa -
ma il giro non era stato male”. Lui, però,
avrebbe voluto uscire ancora.
“L’ho chiesto più volte e mi hanno detto di stare tranquillo. Perché non mi sono imposto? Perché mi fido della squadra”.
E ha fatto male. Perché la differenza fra la mescola più dura è la Soft
è superiore al secondo su questa pista. E Bianchi, con la morbida, si è buttato in pista a pochis fecondi dalla fine e ha spuntato un
1’26”728. La Ferrari, quindi,
ha peccato di presunzione, di faciloneria, o piuttosto
di orgoglio, volendo tenersi un treno di gomme gialle fresche per le sessioni successive?
Prima di tutto, i
l muretto box rosso si è fidato troppo dei guai degli altri. Hulkenberg che era dietro Raikkonen, 16° e aveva appena montato le soft aveva sbagliato un giro andando "lungo" a una curva. Ma subito dopo ha continuato e
ne ha fatto uno migliore, 1’26”149. Potevano accorgersene dai parziali della Force India che scendevano.
Hamilton era ko per l’incendio a bordo.
Maldonado fermo subito. La
Ferrari ha pensato che nessun pilota della “serie C” (Marussia e Caterham)
potesse battere il tempo di Kimi, anche con pneumatici diversi. Valutazione sbagliata.
Chi è il responsabile? Al muretto a dirigere le operazioni c’è
Pat Fry. Sotto di lui
Diego Ioverno, per quanto riguarda la gestione del box. E poi c’è il “garage” virtuale di Maranello, in perenne contatto radio con il muretto in pista, e che è
diretto dall’ex Red Bull Neil Martin (è arrivato qualche input anche da lui?).
Quando, mesi fa, Fernando Alonso diceva
“certe decisioni vanno semplificate, come nei team più piccoli”; forse intendeva che ci sono troppe teste a pensare. I risultati sono questi. E Raikkonen, pur dicendo signorilmente che
“è stata una decisione di squadra”, ha subito sottolineato che lui avrebbe fatto diversamente.