Così Raikkonen affondato dal muretto

Così Raikkonen affondato dal muretto
Chi è il colpevole della mancata qualificazione? Kimi voleva uscire, la squadra l'ha tenuto fermo. Indice su Pat Fry che dirige le operazioni al box

26.07.2014 ( Aggiornata il 26.07.2014 16:29 )

Se hai una monoposto da terza fila - quando va bene - il minimo da fare è non complicarsi la vita. Non è questo, chiaramente, che hanno pensato in Ferrari. Risultato: Kimi Raikkonen 17° in griglia, fuori dalla Q1. Escluso e buttato indietro nelle prove dalla Marussia dell’ottimo Bianchi, il che è tutto dire. Mancavano pochi minuti alla fine della sessione e Kimi aveva un tempo di 1’26”792, con gomme medie. “Con quella mescola facevo più fatica - confessa - ma il giro non era stato male”. Lui, però, avrebbe voluto uscire ancora. “L’ho chiesto più volte e mi hanno detto di stare tranquillo. Perché non mi sono imposto? Perché mi fido della squadra”. E ha fatto male. Perché la differenza fra la mescola più dura è la Soft è superiore al secondo su questa pista. E Bianchi, con la morbida, si è buttato in pista a pochis fecondi dalla fine e ha spuntato un 1’26”728. La Ferrari, quindi, ha peccato di presunzione, di faciloneria, o piuttosto di orgoglio, volendo tenersi un treno di gomme gialle fresche per le sessioni successive? Prima di tutto, il muretto box rosso si è fidato troppo dei guai degli altri. Hulkenberg che era dietro Raikkonen, 16° e aveva appena montato le soft aveva sbagliato un giro andando "lungo" a una curva. Ma subito dopo ha continuato e ne ha fatto uno migliore, 1’26”149. Potevano accorgersene dai parziali della Force India che scendevano. Hamilton era ko per l’incendio a bordo. Maldonado fermo subito. La Ferrari ha pensato che nessun pilota della “serie C” (Marussia e Caterham) potesse battere il tempo di Kimi, anche con pneumatici diversi. Valutazione sbagliata. Chi è il responsabile? Al muretto a dirigere le operazioni c’è Pat Fry. Sotto di lui Diego Ioverno, per quanto riguarda la gestione del box. E poi c’è il “garage” virtuale di Maranello, in perenne contatto radio con il muretto in pista, e che è diretto dall’ex Red Bull Neil Martin (è arrivato qualche input anche da lui?). Pat Fry Quando, mesi fa, Fernando Alonso diceva “certe decisioni vanno semplificate, come nei team più piccoli”; forse intendeva che ci sono troppe teste a pensare. I risultati sono questi. E Raikkonen, pur dicendo signorilmente che “è stata una decisione di squadra”, ha subito sottolineato che lui avrebbe fatto diversamente.

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