Le risposte di Mattiacci

Le risposte di Mattiacci
Il team principal della Ferrari ha risposto alle domande poste dai “followers” di twitter

21.08.2014 ( Aggiornata il 21.08.2014 13:00 )

Un’intervista insolita ha visto protagonista il team principal della Ferrari Marco Mattiacci. Le domande sono arrivate dal pubblico (ma il termine corretto è followers) che segue la squadra di Maranello su twitter, e le risposte sono state tutt’altro che scontate. Iniziamo dal “caso Marmorini”, che ha scaldato un po’ l’estate ferrarista: «Lavorare per la Ferrari non è un mestiere qualunque: è una missione. Perciò credo sia difficile per chiunque lasciare la nostra azienda». Quindi qual’è stato il problema del mondiale 2014? «Ci sono state decisioni tecniche che non hanno pagato. Penso che questa discussione vada affrontata all’interno del team». Non è ora che la Ferrari faccia sentire il proprio peso per cambiare la F.1? «Per tornare a vincere dobbiamo essere in­novativi ed esserlo prima degli altri. La voce della Ferrari è sempre ascoltata: bisogna creare una comunione di intenti per capire veramente quello che deve esse­re il prodotto F.1 in futuro». Che cosa si aspetta da Spa a fine Mondiale? Che pensa di Fernando Alonso? «A Spa e Monza mi attendo gare molto difficili, dove saranno più evidenti i margini di vantaggio delle vetture rivali. Le affronteremo con strategie aggressive. Alonso è uno dei piloti più forti al mondo. Di lui apprezzo la passione e la voglia di lottare sempre. Di Raikkonen la freddezza e l’amore puro per la guida». Dopo Max Verstappen in Toro Rosso, perché non Marciello o Fuoco sulla Marussia? «L’età dei piloti in Formula Uno si sta abbassando moltissimo. Ma ci sono diversi sistemi per formare i giovani. Noi continueremo a investire nella Ferrari Academy, cercando di dare sbocchi ai nostri piloti. Sono in discussione diverse possibilità». Non crede sarebbe meglio un campionato con 16 GP, ma più test e paddock aperti ai tifosi? «È importante allargare il bacino della F.1, fisicamente e mediaticamente, a più Paesi possibili. Ritengo fondamentale il ritorno dei test: per dare la possibilità ai giovani talenti di essere messi alla prova, ai team di sviluppare le vetture, e per riavvicinare il pubblico con l’intrattenimento». Quando ha accettato di prendere il timone della Ferrari pensava che la situazione fos­se brutta come appare da fuori? «Ho trovato il team come mi aspettavo che fosse. Abbiamo una base davvero molto forte, una grande tradizione, e stiamo lavorando per tornare competitivi il prima possibile». Roberto Chinchero

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