Mattiacci: Tornare a essere i numeri 1

Mattiacci: Tornare a essere i numeri 1
Il team principal della Rossa fa il punto dei suoi primi 100 giorni in Ferrari alla vigilia del Gran Premio d’Italia

01.09.2014 ( Aggiornata il 01.09.2014 18:15 )

Quella che prenderà il via tra pochi giorni per Marco Mattiacci, team principal della Ferrari, sarà la prima “Monza” vissuta dal muretto box. Una postazione desiderata da migliaia di appassionati, forse ignari dell’impegno richiesto per sedere su una sedia che è costantemente una di quelle che scottano. Il Gran Premio di casa per la Ferrari è il decimo Gp F1 per Mattiacci, che aveva esordito nel ruolo di team principal al Gp Cina lo scorso 18 aprile, quindi meno di 5 mesi fa. Mattiacci è un volto nuovo in Formula Uno da poco più di 100 giorni (136 per la precisione) ma non certo un “rookie” delle realtà aziendali, lo sa bene. Ecco le risposte che il numero uno della Ferrari Corse ha dato alle domande del sito formula1.com analizzando il suo operato nei primi 4 mesi e mezzo alla Scuderia. «Quello che posso dire è che il futuro sarà più roseo rispetto a quello che stiamo vivendo – ha spiegato Mattiaccii primi 100 giorni sono stati pieni di entusiasmo e di molta curiosità, e conoscendo ora un po’ meglio il mondo della Formula Uno posso dire che è un contesto fantastico, uno sport con grandi talenti, grandi personaggi ed un sacco di adrenalina. Questo mio primo periodo in Ferrari è stato estremamente utile per capire dove eccelliamo e dove c’è bisogno di migliorare, ma complessivamente la sensazione è positiva». «L’ossessione della Ferrari è quella di essere il numero uno – ha proseguito il team principal della Scuderiaed anche negli ultimi due anni la Ferrari è sempre stata al top, pur non vincendo, ma sempre in posizioni chiave. Mi è stato chiesto di dare una nuova visione alla Ferrari, definendo un diverso modello di quella che sarà la Scuderia tra due o tre anni, con l’obiettivo di tornare al successo ma anche di capitalizzare uno dei marchi più potenti al mondo». Anche se storicamente i team principal senza un background “da corsa” non hanno avuto una grande fortuna in Formula Uno, per Mattiacci non è un problema: «Sono convinto che farò un ottimo lavoro. Sono molto fiducioso. Chi mi insegna le cose? Tutti, sono come una spugna, assorbo da tutte i membri del team. Non posso certo dire io quali sono le mie qualità, ma in generale è necessario disporre di leadership, visione ed essere in grado di creare talenti. Penso che queste siano le qualità richieste ad un leader per creare un gruppo di successo. Poi….attenzione: ho un sacco di benzina nel sangue, avendo lavorato per la Ferrari negli ultimi 15 anni ed avendo anche respirato l’aria della Formula 1 sin da quando sono stato in grado di accendere un televisore». La domanda più attesa è però sulle tempistiche che Mattiacci si è dato per il ritorno al vertice. «Abbiamo una strategia chiara – conferma - ma la F.1 non è il calcio, dove cambiando un paio di giocatori e l’allenatore l’anno dopo magari si vince. È un ambiente molto competitivo, con l’ingegneria più estrema. C'è molto da fare, vivremo giorni duri, ma partiamo da una base solida e torneremo al vertice. Ho trovato un patrimonio incredibile in questa azienda. Abbiamo la coppia di piloti di maggior talento. Se Fernando è il team principal virtuale? È la verità, tutti sono leader alla Ferrari, tutti corrono nel team, incluso Fernando, nel senso che tutti portano le loro idee. Ma al vertice ci sono io. Raikkonen? Io lo adoro, è uno dei piloti di maggiore talento. La squadra è con lui, e le gare di Budapest e Spa hanno dimostrato che c’è. Il 2015? Certamente con Alonso e Raikkonen». Roberto Chinchero

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