Vettel: Una Panda contro una Porsche

Vettel: Una Panda contro una Porsche
Il pilota tedesco ironizza sulla velocità di Hamilton nelle fasi finali della gara di Singapore

22.09.2014 ( Aggiornata il 22.09.2014 12:25 )

La settima vittoria stagionale, e la nuova leadership nella classifica del mondiale, hanno fatto di Lewis Hamilton l’uomo del Gran Premio di Singapore edizione 2014. Sul podio però, il volto più sorridente è sembrato quello di Sebastian Vettel. Una gioia vera, genuina, pagata con un calo di pressione nel dopogara più duro dell’anno. Sono passati mesi difficili per l’ex campione del mondo, un pilota che lo scorso anno di questi tempi mise a segno una striscia di nove vittorie consecutive. Mesi talmente difficili da rendere un secondo posto un risultato da festeggiare alla grande, anche da lui che nel 2013 avrebbe vissuto una piazza d’onore come una trasferta da dimenticare. Oggi invece è il suo migliore risultato (per ora) del suo mondiale, che gli ha anche consentito di scavalcare Valtteri Bottas nella classifica generale. «Dopo il brutto inizio di weekend – ha dichiarato Vettel al sito formula1.com – è stato bello ritrovarsi la davanti con una buona performance. Nel secondo stint abbiamo sofferto un po’, perché ho dovuto utilizzare un set di pneumatici che avevo già montato sabato, e mi ha fatto perdere terreno su Alonso. Al secondo pit-stop sono entrato in pit-lane un giro in ritardo, e questo mi è costato una posizione, ma alla fine tutto ha funzionato per il meglio. Soprattutto considerando che negli ultimi giri ero il pilota in pista con le gomme più usate di tutti». «Daniel (Ricciardo) si è avvicinato molto nel finale – ha spiegato Vettel - ma sapevo che in due curve avevo una migliore velocità in uscita. Mi sono concentrato al massimo in quei due punti, ed in effetti non ci sono mai stati tentativi di passarmi». Il pilota tedesco ha confermato che realisticamente non poteva sperare in nulla di più del secondo posto. «Nelle fasi finali non ho potuto far nulla contro Lewis – ha confermato Sebastian - immaginate di guidare una FIAT Panda e di avere una Posche negli specchietti…non c’era alcun senso nel provare a difendere la posizione». Roberto Chinchero

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